fiamma_drakon (
fiamma_drakon) wrote2013-10-27 12:15 pm
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In un momento di noia
Titolo: In un momento di noia
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Slice of life
Personaggi: 4!Dante
Wordcount: 1571 (
fiumidiparole)
Prompt: 140. Meravigliosamente incoerente @
500themes_ita
Note: Gen, Self!love
Aveva sfogliato senza molto interesse riviste per tre quarti d'ora e non aveva trovato neppure un trafiletto che gli potesse piacere, semplicemente perché li aveva già letti tutti. Avrebbe dovuto buttarle tutte e acquistarne altre, ma non aveva i soldi per comprarne un numero sufficiente a tenergli compagnia per diversi mesi, non al ritmo con cui le leggeva.
Alla fine aveva desistito, gettando l'ultima rivista sopra il mucchio disordinato che ingombrava un angolo della scrivania ed appoggiandosi pesantemente contro l'alto schienale della sua sedia.
«Che cos'altro potrei fare...?» si domandò ad alta voce, grattandosi incerto il mento irto di corta peluria.
Dante in genere non era tipo da annoiarsi, specialmente quando si trovava nel suo ufficio in attesa che qualche cliente chiamasse e gli fornisse un incarico interessante. Nella sua agenzia in genere sedeva comodamente dietro la scrivania, infischiandosene di tutte le regole di buona educazione che dicevano di stare coi piedi giù dal tavolo, leggendo qualche rivista o più semplicemente sonnecchiando.
Quel pomeriggio, però, non riusciva a trovare niente che riuscisse a mantenere la sua attenzione per più di cinque minuti. Aveva sfogliato senza molto interesse riviste per tre quarti d'ora e non aveva trovato neppure un trafiletto che gli potesse piacere, semplicemente perché li aveva già letti tutti. Avrebbe dovuto buttarle tutte e acquistarne altre, ma non aveva i soldi per comprarne un numero sufficiente a tenergli compagnia per diversi mesi, non al ritmo con cui le leggeva.
Alla fine aveva desistito, gettando l'ultima rivista sopra il mucchio disordinato che ingombrava un angolo della scrivania ed appoggiandosi pesantemente contro l'alto schienale della sua sedia.
«Che cos'altro potrei fare...?» si domandò ad alta voce, grattandosi incerto il mento irto di corta peluria. Non c'era nessuno nell'ufficio che potesse udirlo, per cui poteva liberamente parlare a se stesso anche urlando.
I suoi occhi azzurri iniziarono a perlustrare i dintorni in cerca di qualcosa che potesse essere di un qualche interesse. Esaminò tutte le armi demoniache appese alle pareti a mo' di trofei di guerra. Erano delle dimensioni e forme più disparate e certe avevano l'aria di essere veramente letali, al contrario di altre che invece sembravano decisamente più innocue.
Una tra tutte attirò l'attenzione di Dante: Pandora, uno degli ultimi acquisti dopo l'avventura a Fortuna.
La valigetta - perché all'apparenza era una banale ventiquattr'ore - faceva bella mostra di sé appesa tra un paio di grosse ed affilate spade dalla lama scura.
L'arma aveva attirato l'attenzione di Dante per il fatto che in essa dovevano essere raccolte ben seicentosessantasei armi demoniache. Non avendo molto altro da fare al momento e non avendole mai usate tutte quante, pensò bene di provare a vedere che genere di attrezzi si nascondessero dentro quella normalissima valigetta di medie dimensioni.
L'albino la tirò giù dal suo gancio sul muro - era abbastanza alto da riuscire a raggiungere senza problemi l'impugnatura di qualsiasi arma presente là dentro, per quanto elevata fosse posizionata, ovviamente nei limiti umani - e la posò orizzontalmente sulla scrivania, accomodandosi di nuovo sulla sedia.
Cominciò ad armeggiare con la Pandora praticamente subito e senza alcun problema, dato che ancora si ricordava bene il meccanismo di funzionamento. Si dedicò interamente allo svisceramento di cosa contenesse l'oggetto, passando tra bazooka di svariate dimensioni, lame di tutti i tipi, pistole, fucili e quant'altro. Dopo il primo centinaio perse il conto - non che la cosa gli importasse particolarmente.
L'arsenale insito alla Pandora era veramente ben fornito e Dante si divertì parecchio sia nell'osservare le armi sia nel provarne qualcuna.
Era nel bel mezzo dell'euforia quando, cambiando arma, gli comparve davanti una sfera scura, degli stessi colori della Pandora - come tutte le altre armi del resto - con una catena appesa ad una estremità.
Dante inarcò un sopracciglio con curiosità prendendo per la catena l'oggetto e sollevandolo.
«E questo che diavolo sarebbe?» domandò, toccando la pallina.
Quest'ultimo emise un verso simile a quello di un animaletto che fa le fusa e cominciò a vibrare contro il polpastrello dell'uomo, sempre più sorpreso: che senso aveva che all'interno della Pandora, tra tante armi letali, ci fosse un animaletto che faceva le fusa?
Forse il poveretto era finito lì dentro per sbaglio e non era più riuscito ad uscire.
L'albino lo posò di nuovo sul piano di legno, studiandolo con perplessità. L'esserino rimase immobile e muto per qualche istante, poi si udì un lievissimo starnuto. Al rumore si accompagnò la fuoriuscita momentanea di grosse punte che fecero allontanare di colpo il cacciatore di demoni - che fino ad allora era stato chino sulla bestiolina per cogliere eventuali cambiamenti.
Capì in quel momento che era stato incluso nella Pandora perché era una specie di palla chiodata, anche se vivente e sprovvista di impugnatura.
«Ma che animaletto carino» commentò abbozzando un sorrisetto, seguendolo con gli occhi mentre si avvicinava al bordo della scrivania.
Saltò agilmente giù rischiando di colpire Dante in faccia con la catena - che dai movimenti doveva essere una parte del suo corpo - e atterrò sul suo ginocchio. Cominciò a risalire la coscia dell'uomo, che si allontanò dalla scrivania ed assunse la solita posa scomposta e mezza sdraiata per potergli dare un appoggio migliore e contemporaneamente vederlo. Mentre si muoveva gli faceva un po' il solletico.
Il piccoletto risalì fino all'inguine e lì si fermò, ritraendo le zampine minuscole e cominciando a vibrare come aveva fatto poco prima.
Dante s'irrigidì improvvisamente avvertendo un principio di stimolazione sessuale partirgli dal bassoventre e cominciare a prendere possesso di lui.
«Sei piccolino ma sei piacevole» borbottò iniziando a percepire il proprio organo riproduttore farsi più duro.
Dato che quel piccolo pervertito si era diretto di sua spontanea volontà verso il suo apparato genitale, probabilmente avrebbe cercato anche l'entrata posteriore se gliel'avesse mostrata.
Così si alzò in piedi posando di nuovo sulla scrivania la bestiolina e iniziò a spogliarsi piuttosto in fretta, gettando il cappotto e gli altri vestiti in giro senza un minimo d'ordine, rimanendo ben presto completamente nudo. A quel punto si avvicinò al bordo del mobile e ci si appoggiò contro di schiena, in attesa: se il piccolo demone aveva una predilezione per certi antri non si sarebbe certo tirato indietro di fronte al suo bellissimo corpo.
L'attesa fu effettivamente di breve durata: il piccoletto, non avvertendo nessuna stimolazione dall'esterno, aveva cercato di capirne la ragione e subito aveva adocchiato il fondoschiena di Dante.
L'uomo avvertì l'animaletto premere contro la linea tra le sue natiche dapprima gentilmente e poi con più forza, finché non riuscì ad aprirsi un varco e farsi strada dentro l'apertura dell'albino, che mandò un gemito misto di piacere e dolore. Il didietro gli faceva male per via dell'intrusione non preceduta da adeguata lubrificazione, ma al tempo stesso gli piaceva avvertire qualcosa di ingombrante all'interno del sedere.
Era usando un vibratore per puro sfizio del tempo addietro che aveva scoperto l'immenso piacere che gli dava avere qualcosa nel fondoschiena che vibrava.
Quando iniziò a farlo pure quel piccolo demonio, per un momento a Dante cedettero le ginocchia. Se non avesse avuto la scrivania a portata di mano probabilmente sarebbe caduto a terra.
Cominciò ad ansimare pesantemente e si morse il labbro inferiore, le palpebre calate a mezz'asta in un'espressione inebetita ed estasiata insieme.
«Ohw, bestiolina vibri veramente tanto...!» commentò con voce roca.
Il suo pene era già duro e fu con perverso piacere che l'uomo si portò la mano destra attorno ad esso, stringendolo con presa salda per poi iniziare a masturbarsi.
«Oh, sì...!» gemette, tremando lievemente per il forte piacere che gli dava l'azione combinata di ciò che stava facendo lui e di quel che faceva l'arma.
La sua erezione si fece completa nel giro di pochi minuti. Il desiderio di fare l'amore crebbe in lui di pari passo con il godimento di quanto stava accadendo. Resistere all'impulso fu un'impresa, ma lui se la cavò discretamente bene nonostante le condizioni in cui si trovava.
La cosa si rivelò ancora più difficile quando avvertì l'animaletto spostarsi ancora più all'interno del suo fondoschiena.
Dante aumentò il ritmo di masturbazione finché non raggiunse l'orgasmo, eiaculando un'abbondante dose di sperma che schizzò sul suo ventre, sul pavimento e gli gocciolò lungo l'interno delle cosce.
Ciononostante, non smise di muovere la mano stretta attorno al suo pene.
«Ah...! Vai ancora più giù bestiolina...» supplicò, mentre un rinnovato ardore tornava a scaldargli il bassoventre.
Parlava a fatica senza ansimare, aveva le guance arrossate ed era ricoperto di un velo sottile di sudore che andava ispessendosi.
Come se fosse in grado di comprendere veramente il linguaggio di Dante, il piccolo demone si avventurò ancora più all'interno, risistemandosi poi più a valle e ricominciando a vibrare.
Gli ansiti del cacciatore di demoni si tramutarono in veri e propri ululati di piacere: evidentemente il piccoletto si era spinto fino nelle vicinanze di un punto particolarmente sensibile e con il suo vibrare ossessivamente lo stava spingendo verso i picchi più alti dell'estasi.
Dante cominciò ad impartire spinte col bacino piuttosto forti anche se non c'era nessuno con lui e contemporaneamente accelerò - per quanto ancora gli era possibile - i movimenti della mano.
Dato che era già venuto una volta, venire una seconda non fu molto difficile - specialmente per l'aiuto fornitogli dalla Pandora.
Eiaculò di nuovo e stavolta in modo più violento, schizzando tutto il suo liquido seminale sul pavimento. Da rigidi i suoi muscoli ritornarono improvvisamente molli e le gambe si rifiutarono di sorreggerlo oltre.
Crollò a terra come un bambolotto inerte, incapace di riacquisire la postura eretta. Era evidentemente esausto, anche se lui avvertiva solo un po' di stanchezza.
Era stato semplicemente meraviglioso. Era stato fortunato a scoprire che la Pandora contenesse anche un'arma del genere - della quale ancora gli sfuggiva l'uso bellico.
Con uno sforzo si costrinse a spostare la mano a toccare la zona attorno al suo fondoschiena in cerca dell'estremità della catena. Il demonietto ancora vibrava come impazzito, rendendo al cacciatore di demoni più difficile l'operazione di rimozione, che riuscì solo dopo diversi tentativi fallimentari.
Dante si appoggiò ansimante contro il lato della scrivania, abbassando gli occhi sul pavimento dove aveva posato l'animaletto.
Lo vide brillare d'azzurro all'improvviso e poi sparire. In sua vece comparve di nuovo la Pandora nella sua forma innocua e normale.
«Avrei dovuto contare per vedere che numero d'arma eri, bestiolina...» bofonchiò, abbozzando un sorriso nonostante l'espressione chiaramente sfinita che aveva sul volto.
Rating: Rosso
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Aveva sfogliato senza molto interesse riviste per tre quarti d'ora e non aveva trovato neppure un trafiletto che gli potesse piacere, semplicemente perché li aveva già letti tutti. Avrebbe dovuto buttarle tutte e acquistarne altre, ma non aveva i soldi per comprarne un numero sufficiente a tenergli compagnia per diversi mesi, non al ritmo con cui le leggeva.
Alla fine aveva desistito, gettando l'ultima rivista sopra il mucchio disordinato che ingombrava un angolo della scrivania ed appoggiandosi pesantemente contro l'alto schienale della sua sedia.
«Che cos'altro potrei fare...?» si domandò ad alta voce, grattandosi incerto il mento irto di corta peluria.
Dante in genere non era tipo da annoiarsi, specialmente quando si trovava nel suo ufficio in attesa che qualche cliente chiamasse e gli fornisse un incarico interessante. Nella sua agenzia in genere sedeva comodamente dietro la scrivania, infischiandosene di tutte le regole di buona educazione che dicevano di stare coi piedi giù dal tavolo, leggendo qualche rivista o più semplicemente sonnecchiando.
Quel pomeriggio, però, non riusciva a trovare niente che riuscisse a mantenere la sua attenzione per più di cinque minuti. Aveva sfogliato senza molto interesse riviste per tre quarti d'ora e non aveva trovato neppure un trafiletto che gli potesse piacere, semplicemente perché li aveva già letti tutti. Avrebbe dovuto buttarle tutte e acquistarne altre, ma non aveva i soldi per comprarne un numero sufficiente a tenergli compagnia per diversi mesi, non al ritmo con cui le leggeva.
Alla fine aveva desistito, gettando l'ultima rivista sopra il mucchio disordinato che ingombrava un angolo della scrivania ed appoggiandosi pesantemente contro l'alto schienale della sua sedia.
«Che cos'altro potrei fare...?» si domandò ad alta voce, grattandosi incerto il mento irto di corta peluria. Non c'era nessuno nell'ufficio che potesse udirlo, per cui poteva liberamente parlare a se stesso anche urlando.
I suoi occhi azzurri iniziarono a perlustrare i dintorni in cerca di qualcosa che potesse essere di un qualche interesse. Esaminò tutte le armi demoniache appese alle pareti a mo' di trofei di guerra. Erano delle dimensioni e forme più disparate e certe avevano l'aria di essere veramente letali, al contrario di altre che invece sembravano decisamente più innocue.
Una tra tutte attirò l'attenzione di Dante: Pandora, uno degli ultimi acquisti dopo l'avventura a Fortuna.
La valigetta - perché all'apparenza era una banale ventiquattr'ore - faceva bella mostra di sé appesa tra un paio di grosse ed affilate spade dalla lama scura.
L'arma aveva attirato l'attenzione di Dante per il fatto che in essa dovevano essere raccolte ben seicentosessantasei armi demoniache. Non avendo molto altro da fare al momento e non avendole mai usate tutte quante, pensò bene di provare a vedere che genere di attrezzi si nascondessero dentro quella normalissima valigetta di medie dimensioni.
L'albino la tirò giù dal suo gancio sul muro - era abbastanza alto da riuscire a raggiungere senza problemi l'impugnatura di qualsiasi arma presente là dentro, per quanto elevata fosse posizionata, ovviamente nei limiti umani - e la posò orizzontalmente sulla scrivania, accomodandosi di nuovo sulla sedia.
Cominciò ad armeggiare con la Pandora praticamente subito e senza alcun problema, dato che ancora si ricordava bene il meccanismo di funzionamento. Si dedicò interamente allo svisceramento di cosa contenesse l'oggetto, passando tra bazooka di svariate dimensioni, lame di tutti i tipi, pistole, fucili e quant'altro. Dopo il primo centinaio perse il conto - non che la cosa gli importasse particolarmente.
L'arsenale insito alla Pandora era veramente ben fornito e Dante si divertì parecchio sia nell'osservare le armi sia nel provarne qualcuna.
Era nel bel mezzo dell'euforia quando, cambiando arma, gli comparve davanti una sfera scura, degli stessi colori della Pandora - come tutte le altre armi del resto - con una catena appesa ad una estremità.
Dante inarcò un sopracciglio con curiosità prendendo per la catena l'oggetto e sollevandolo.
«E questo che diavolo sarebbe?» domandò, toccando la pallina.
Quest'ultimo emise un verso simile a quello di un animaletto che fa le fusa e cominciò a vibrare contro il polpastrello dell'uomo, sempre più sorpreso: che senso aveva che all'interno della Pandora, tra tante armi letali, ci fosse un animaletto che faceva le fusa?
Forse il poveretto era finito lì dentro per sbaglio e non era più riuscito ad uscire.
L'albino lo posò di nuovo sul piano di legno, studiandolo con perplessità. L'esserino rimase immobile e muto per qualche istante, poi si udì un lievissimo starnuto. Al rumore si accompagnò la fuoriuscita momentanea di grosse punte che fecero allontanare di colpo il cacciatore di demoni - che fino ad allora era stato chino sulla bestiolina per cogliere eventuali cambiamenti.
Capì in quel momento che era stato incluso nella Pandora perché era una specie di palla chiodata, anche se vivente e sprovvista di impugnatura.
«Ma che animaletto carino» commentò abbozzando un sorrisetto, seguendolo con gli occhi mentre si avvicinava al bordo della scrivania.
Saltò agilmente giù rischiando di colpire Dante in faccia con la catena - che dai movimenti doveva essere una parte del suo corpo - e atterrò sul suo ginocchio. Cominciò a risalire la coscia dell'uomo, che si allontanò dalla scrivania ed assunse la solita posa scomposta e mezza sdraiata per potergli dare un appoggio migliore e contemporaneamente vederlo. Mentre si muoveva gli faceva un po' il solletico.
Il piccoletto risalì fino all'inguine e lì si fermò, ritraendo le zampine minuscole e cominciando a vibrare come aveva fatto poco prima.
Dante s'irrigidì improvvisamente avvertendo un principio di stimolazione sessuale partirgli dal bassoventre e cominciare a prendere possesso di lui.
«Sei piccolino ma sei piacevole» borbottò iniziando a percepire il proprio organo riproduttore farsi più duro.
Dato che quel piccolo pervertito si era diretto di sua spontanea volontà verso il suo apparato genitale, probabilmente avrebbe cercato anche l'entrata posteriore se gliel'avesse mostrata.
Così si alzò in piedi posando di nuovo sulla scrivania la bestiolina e iniziò a spogliarsi piuttosto in fretta, gettando il cappotto e gli altri vestiti in giro senza un minimo d'ordine, rimanendo ben presto completamente nudo. A quel punto si avvicinò al bordo del mobile e ci si appoggiò contro di schiena, in attesa: se il piccolo demone aveva una predilezione per certi antri non si sarebbe certo tirato indietro di fronte al suo bellissimo corpo.
L'attesa fu effettivamente di breve durata: il piccoletto, non avvertendo nessuna stimolazione dall'esterno, aveva cercato di capirne la ragione e subito aveva adocchiato il fondoschiena di Dante.
L'uomo avvertì l'animaletto premere contro la linea tra le sue natiche dapprima gentilmente e poi con più forza, finché non riuscì ad aprirsi un varco e farsi strada dentro l'apertura dell'albino, che mandò un gemito misto di piacere e dolore. Il didietro gli faceva male per via dell'intrusione non preceduta da adeguata lubrificazione, ma al tempo stesso gli piaceva avvertire qualcosa di ingombrante all'interno del sedere.
Era usando un vibratore per puro sfizio del tempo addietro che aveva scoperto l'immenso piacere che gli dava avere qualcosa nel fondoschiena che vibrava.
Quando iniziò a farlo pure quel piccolo demonio, per un momento a Dante cedettero le ginocchia. Se non avesse avuto la scrivania a portata di mano probabilmente sarebbe caduto a terra.
Cominciò ad ansimare pesantemente e si morse il labbro inferiore, le palpebre calate a mezz'asta in un'espressione inebetita ed estasiata insieme.
«Ohw, bestiolina vibri veramente tanto...!» commentò con voce roca.
Il suo pene era già duro e fu con perverso piacere che l'uomo si portò la mano destra attorno ad esso, stringendolo con presa salda per poi iniziare a masturbarsi.
«Oh, sì...!» gemette, tremando lievemente per il forte piacere che gli dava l'azione combinata di ciò che stava facendo lui e di quel che faceva l'arma.
La sua erezione si fece completa nel giro di pochi minuti. Il desiderio di fare l'amore crebbe in lui di pari passo con il godimento di quanto stava accadendo. Resistere all'impulso fu un'impresa, ma lui se la cavò discretamente bene nonostante le condizioni in cui si trovava.
La cosa si rivelò ancora più difficile quando avvertì l'animaletto spostarsi ancora più all'interno del suo fondoschiena.
Dante aumentò il ritmo di masturbazione finché non raggiunse l'orgasmo, eiaculando un'abbondante dose di sperma che schizzò sul suo ventre, sul pavimento e gli gocciolò lungo l'interno delle cosce.
Ciononostante, non smise di muovere la mano stretta attorno al suo pene.
«Ah...! Vai ancora più giù bestiolina...» supplicò, mentre un rinnovato ardore tornava a scaldargli il bassoventre.
Parlava a fatica senza ansimare, aveva le guance arrossate ed era ricoperto di un velo sottile di sudore che andava ispessendosi.
Come se fosse in grado di comprendere veramente il linguaggio di Dante, il piccolo demone si avventurò ancora più all'interno, risistemandosi poi più a valle e ricominciando a vibrare.
Gli ansiti del cacciatore di demoni si tramutarono in veri e propri ululati di piacere: evidentemente il piccoletto si era spinto fino nelle vicinanze di un punto particolarmente sensibile e con il suo vibrare ossessivamente lo stava spingendo verso i picchi più alti dell'estasi.
Dante cominciò ad impartire spinte col bacino piuttosto forti anche se non c'era nessuno con lui e contemporaneamente accelerò - per quanto ancora gli era possibile - i movimenti della mano.
Dato che era già venuto una volta, venire una seconda non fu molto difficile - specialmente per l'aiuto fornitogli dalla Pandora.
Eiaculò di nuovo e stavolta in modo più violento, schizzando tutto il suo liquido seminale sul pavimento. Da rigidi i suoi muscoli ritornarono improvvisamente molli e le gambe si rifiutarono di sorreggerlo oltre.
Crollò a terra come un bambolotto inerte, incapace di riacquisire la postura eretta. Era evidentemente esausto, anche se lui avvertiva solo un po' di stanchezza.
Era stato semplicemente meraviglioso. Era stato fortunato a scoprire che la Pandora contenesse anche un'arma del genere - della quale ancora gli sfuggiva l'uso bellico.
Con uno sforzo si costrinse a spostare la mano a toccare la zona attorno al suo fondoschiena in cerca dell'estremità della catena. Il demonietto ancora vibrava come impazzito, rendendo al cacciatore di demoni più difficile l'operazione di rimozione, che riuscì solo dopo diversi tentativi fallimentari.
Dante si appoggiò ansimante contro il lato della scrivania, abbassando gli occhi sul pavimento dove aveva posato l'animaletto.
Lo vide brillare d'azzurro all'improvviso e poi sparire. In sua vece comparve di nuovo la Pandora nella sua forma innocua e normale.
«Avrei dovuto contare per vedere che numero d'arma eri, bestiolina...» bofonchiò, abbozzando un sorriso nonostante l'espressione chiaramente sfinita che aveva sul volto.