fiamma_drakon (
fiamma_drakon) wrote2014-01-21 05:55 pm
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Appartandosi durante una festa
Titolo: Appartandosi durante una festa
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Raven (Comandante delle Fiamme), Raven (Maestro di Spada), Raven (Pugno di Fuoco)
Wordcount: 1251 (
fiumidiparole)
Prompt: 351. Samhain (festa celtica che celebra la fine dell'estate) @
500themes_ita + Questione di dimensioni per il p0rn fest #7 @
fanfic_italia + Prompt libero, warning: Threesome per la seconda settimana del COW-T 4 @
maridichallenge
Note: Blowjob, Lemon, Selfcest, Threesome, Yaoi
«Siete cresciuti parecchio» osservò il Maestro di Spada, squadrando i suoi due compagni.
«Tu invece sei sempre lo stesso noioso» sogghignò il Pugno di Fuoco.
«E tu il solito svitato» controbatté con un sospiro rassegnato l'altro.
Al termine dell'estate, Rena celebrava il Samhain come tutti gli altri elfi, anche se era lontana da casa. Elsword non capiva il senso di quella festa; tuttavia non impediva all'amica di celebrarla.
Nel giorno di Samhain Rena aveva invitato tutti ad unirsi a lei nei festeggiamenti e sembrava raggiante nel suo abito elegante ed in perfetto stile elfico, che esaltava la bellezza particolare della sua razza. Pareva un tutt'uno con la natura che la circondava.
Per il Samhain erano ritornati ad Elder, dove la natura attorno alla città ricordava molto quella dei boschi dove Rena era nata e cresciuta nel corso dei secoli.
Aveva invitato anche tutti e tre i Raven, che si erano divisi in giro per Elios e che avevano deciso di accettare per l'incredibile somiglianza con Seris.
Alla festa si erano ritrovati tutti assieme dopo lungo tempo e si erano appartati a chiacchierare.
«Siete cresciuti parecchio» osservò il Maestro di Spada, squadrando i suoi due compagni.
«Tu invece sei sempre lo stesso noioso» sogghignò il Pugno di Fuoco.
«E tu il solito svitato» controbatté con un sospiro rassegnato l'altro.
Il Comandante delle Fiamme era l'unico che non aveva niente di cui lamentarsi degli altri due suoi omonimi, eccetto il chiasso che facevano quando litigavano.
Il Pugno di Fuoco serrò il suo pugno Nasod mentre l'altra mano correva all'elsa della sua spada.
«Vuoi combattere?» domandò con la voce che vibrava di una risata arrogante.
«Non saresti certo meglio di me con la spada» fece presente con aria di superiorità il Raven vestito di bianco «Il mio soprannome non mi è stato dato per caso».
«Neppure il mio».
Così dicendo il suo interlocutore gli mise dinanzi il suo braccio Nasod. L'arto aveva l'aria di essere pericoloso quasi quanto il suo proprietario.
«Che c'è, hai paura che quel tuo misero braccino non possa reggere il confronto con il mio?» lo sfidò apertamente il Pugno di Fuoco.
Vedendo il familiare brillio nelle iridi dorate del Maestro, il Comandante decise di intervenire prima che fosse troppo tardi.
«Ehi, Rena non sarebbe contenta di vedervi combattere adesso» disse, convinto che con ciò fosse in grado di farli ragionare e rimandare eventuali sviluppi violenti della loro discussione ad altro momento e luogo.
Il Pugno di Fuoco volse il suo sguardo su di lui, scrutandolo da capo a piedi prima di dire: «Tu non c'entri niente, non intrometterti».
Il Comandante si scurì in viso e sollevò il proprio braccio Nasod.
«Vorrei ricordarti che questo arnese può surriscaldarsi, a differenza del tuo... e che è più grosso» replicò in tono greve.
«Oh, è più grosso» gli fece eco l'altro, producendosi poi in una risata di scherno «Chissà se è proporzionato all'attrezzatura» aggiunse in tono più malizioso.
Il suo interlocutore sollevò altezzoso il viso, spostando di lato un ciuffo che gli pioveva sugli occhi con una piccola rotazione del capo.
«Vuoi verificare?» chiese.
Sotto lo sguardo ancora perplesso del Maestro di Spada, il Comandante si avvicinò all'altro e gli posò la mano Nasod sulla natica sinistra, stringendo la presa.
Il Pugno di Fuoco per contro gli mise la mano Nasod sul pacco tra le sue gambe, affondando le falangi aguzze nel tessuto spesso e duro dei suoi pantaloni.
Dopo quel primo contatto, entrambi cercarono di prevalere sull'altro e finirono per rotolarsi nell'erba per un paio di metri, finché non si fermarono con il Pugno di Fuoco che sedeva trionfante sopra il bacino del suo contendente.
«Ahahah!» rise.
Il terzo Raven, fino ad allora rimasto in disparte a guardare, decise di porre la parola fine a quella esclusione forzata. Si avvicinò a passo veloce ai suoi compagni e si accomodò sopra i pettorali del Comandante, rivolto verso l'altro.
«E tu che c'entri adesso?» sbottò il Pugno di Fuoco, che già pregustava cosa stesse per accadere tra lui ed il suo avversario.
«Avevi sfidato me all'inizio! Pretendo di essere considerato» protestò a viva voce, gli occhi incandescenti d'ira.
Il terzo - trovandosi momentaneamente ignorato e con l'attraente visione del fondoschiena del Maestro vicina al viso - pensò bene di approfittarne: sollevò il lembo posteriore del lungo soprabito bianco e vi infilò sotto la testa, quindi iniziò ad abbassare i pantaloni con la mano umana.
Avvertendo le sue dita estranee a contatto con la pelle, Raven sobbalzò lanciando un gridolino di stupore. Fece per alzarsi e sfogare l'improvvisa ira sull'artefice di quell'aggressione sessuale, ma il Pugno di Fuoco lo trattenne e lo attirò a sé.
«Sei tu che l'hai voluto» gli ricordò prima di tappargli la bocca con la propria in un prolungato e disarmonico bacio: il suo partner cercava in ogni modo di staccarselo di dosso, facendogli mollare la presa, ma era tutta fatica sprecata. Il Pugno di Fuoco manteneva stoicamente la sua morsa sul braccio.
Nel frattanto il Comandante delle Fiamme aveva infilato una delle sue falangi di metallo nel sedere, preparandolo per quel che gli riservava il prossimo futuro.
Non avrebbe mai immaginato che una riunione così inattesa - per di più iniziata con un bel litigio - potesse finire con loro che si rotolavano nel prato pronti a fare sesso, perché lo erano: percepiva l'erezione del Pugno di Fuoco che gli premeva appena sotto l'ombelico, mentre la sua lottava per farsi spazio sotto lo stretto tessuto dei suoi pantaloni.
Il Maestro di Spada stava lentamente soccombendo alla foga del bacio del suo partner e al dito che stava facendosi strada sempre di più nel suo didietro.
Iniziava a stare scomodo nei suoi abiti e a desiderare di toglierseli. Voleva che il desiderio fisico che gli stava riscaldando il corpo ed il bassoventre venisse soddisfatto, a qualsiasi costo.
Il Pugno di Fuoco ruppe il bacio, concedendogli di prendere un lungo respiro mentre si calava le braghe e metteva a nudo il suo pene eretto.
Il Comandante delle Fiamme afferrò per il bacino il Maestro di Spada e lo spostò un po' più giù.
«Aprimi i pantaloni» ordinò con voce un po' rauca, mordendosi un labbro nella speranza di riuscire a trattenere l'impulso di strapparsi di dosso i vestiti in un colpo solo.
L'altro obbedì, come in trance per il piacere che ancora gli intorpidiva i sensi grazie al dito che il Comandante gli teneva ancora dentro il didietro.
Quando l'erezione emerse dai suoi pantaloni, subito tolse il dito da dove si trovava e con entrambe le mani alzò leggermente il compagno per tirargli giù i calzari; dopodiché non riuscì più a trattenersi e lo penetrò senza esitazione, spostandolo ancora più giù ed infilandogli l'erezione nel sedere con la mano umana.
Il Maestro di Spada gemette, ma il rumore fu attutito dall'erezione che il Pugno di Fuoco gli infilò prepotentemente in bocca.
«Su, succhialo» impartì sogghignando.
Obbedì all'ordine mentre ansimava avvertendo un piacere profondo impadronirsi di lui ed attraversarlo in ondate consecutive simili a scosse elettriche.
I muscoli delle sue cosce erano tesi quasi quanto quelli della schiena. Le labbra lavoravano di buona lena ed il beneficiario del pompino si stava mordendo un dito per non gridare, altrimenti avrebbero attirato l'attenzione di chissà chi.
Si stavano divertendo, tutti quanti, e ciascuno era desideroso di arrivare al sodo.
Il Pugno di Fuoco ed il Comandante delle Fiamme arrivarono all'orgasmo per primi ed eiacularono dove le loro erezioni si trovavano.
L'improvviso picco di piacere fece venire anche il terzo, che a quel punto tremò e dovette appoggiarsi sulle cosce del Comandante per non caderci sdraiato sopra.
Ansimando, sputò a terra per togliersi lo sperma dalla bocca, almeno in parte.
«Che schifo» sibilò.
«Fino a poco fa ti piaceva» replicò il Pugno di Fuoco sogghignando.
Il diretto interessato gli scoccò un'occhiataccia, le guance ancora arrossate.
«Dobbiamo rivestirci, prima che Rena ci veda» disse soltanto, facendo per alzarsi ma cadendo in ginocchio nell'erba.
Il Comandante stirò le labbra in un sorriso sghembo, stiracchiando le membra, soddisfatto dalla piega presa dagli eventi.
«Dovremmo festeggiare più spesso il Samhain» commentò.
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Raven (Comandante delle Fiamme), Raven (Maestro di Spada), Raven (Pugno di Fuoco)
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Prompt: 351. Samhain (festa celtica che celebra la fine dell'estate) @
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Note: Blowjob, Lemon, Selfcest, Threesome, Yaoi
«Siete cresciuti parecchio» osservò il Maestro di Spada, squadrando i suoi due compagni.
«Tu invece sei sempre lo stesso noioso» sogghignò il Pugno di Fuoco.
«E tu il solito svitato» controbatté con un sospiro rassegnato l'altro.
Al termine dell'estate, Rena celebrava il Samhain come tutti gli altri elfi, anche se era lontana da casa. Elsword non capiva il senso di quella festa; tuttavia non impediva all'amica di celebrarla.
Nel giorno di Samhain Rena aveva invitato tutti ad unirsi a lei nei festeggiamenti e sembrava raggiante nel suo abito elegante ed in perfetto stile elfico, che esaltava la bellezza particolare della sua razza. Pareva un tutt'uno con la natura che la circondava.
Per il Samhain erano ritornati ad Elder, dove la natura attorno alla città ricordava molto quella dei boschi dove Rena era nata e cresciuta nel corso dei secoli.
Aveva invitato anche tutti e tre i Raven, che si erano divisi in giro per Elios e che avevano deciso di accettare per l'incredibile somiglianza con Seris.
Alla festa si erano ritrovati tutti assieme dopo lungo tempo e si erano appartati a chiacchierare.
«Siete cresciuti parecchio» osservò il Maestro di Spada, squadrando i suoi due compagni.
«Tu invece sei sempre lo stesso noioso» sogghignò il Pugno di Fuoco.
«E tu il solito svitato» controbatté con un sospiro rassegnato l'altro.
Il Comandante delle Fiamme era l'unico che non aveva niente di cui lamentarsi degli altri due suoi omonimi, eccetto il chiasso che facevano quando litigavano.
Il Pugno di Fuoco serrò il suo pugno Nasod mentre l'altra mano correva all'elsa della sua spada.
«Vuoi combattere?» domandò con la voce che vibrava di una risata arrogante.
«Non saresti certo meglio di me con la spada» fece presente con aria di superiorità il Raven vestito di bianco «Il mio soprannome non mi è stato dato per caso».
«Neppure il mio».
Così dicendo il suo interlocutore gli mise dinanzi il suo braccio Nasod. L'arto aveva l'aria di essere pericoloso quasi quanto il suo proprietario.
«Che c'è, hai paura che quel tuo misero braccino non possa reggere il confronto con il mio?» lo sfidò apertamente il Pugno di Fuoco.
Vedendo il familiare brillio nelle iridi dorate del Maestro, il Comandante decise di intervenire prima che fosse troppo tardi.
«Ehi, Rena non sarebbe contenta di vedervi combattere adesso» disse, convinto che con ciò fosse in grado di farli ragionare e rimandare eventuali sviluppi violenti della loro discussione ad altro momento e luogo.
Il Pugno di Fuoco volse il suo sguardo su di lui, scrutandolo da capo a piedi prima di dire: «Tu non c'entri niente, non intrometterti».
Il Comandante si scurì in viso e sollevò il proprio braccio Nasod.
«Vorrei ricordarti che questo arnese può surriscaldarsi, a differenza del tuo... e che è più grosso» replicò in tono greve.
«Oh, è più grosso» gli fece eco l'altro, producendosi poi in una risata di scherno «Chissà se è proporzionato all'attrezzatura» aggiunse in tono più malizioso.
Il suo interlocutore sollevò altezzoso il viso, spostando di lato un ciuffo che gli pioveva sugli occhi con una piccola rotazione del capo.
«Vuoi verificare?» chiese.
Sotto lo sguardo ancora perplesso del Maestro di Spada, il Comandante si avvicinò all'altro e gli posò la mano Nasod sulla natica sinistra, stringendo la presa.
Il Pugno di Fuoco per contro gli mise la mano Nasod sul pacco tra le sue gambe, affondando le falangi aguzze nel tessuto spesso e duro dei suoi pantaloni.
Dopo quel primo contatto, entrambi cercarono di prevalere sull'altro e finirono per rotolarsi nell'erba per un paio di metri, finché non si fermarono con il Pugno di Fuoco che sedeva trionfante sopra il bacino del suo contendente.
«Ahahah!» rise.
Il terzo Raven, fino ad allora rimasto in disparte a guardare, decise di porre la parola fine a quella esclusione forzata. Si avvicinò a passo veloce ai suoi compagni e si accomodò sopra i pettorali del Comandante, rivolto verso l'altro.
«E tu che c'entri adesso?» sbottò il Pugno di Fuoco, che già pregustava cosa stesse per accadere tra lui ed il suo avversario.
«Avevi sfidato me all'inizio! Pretendo di essere considerato» protestò a viva voce, gli occhi incandescenti d'ira.
Il terzo - trovandosi momentaneamente ignorato e con l'attraente visione del fondoschiena del Maestro vicina al viso - pensò bene di approfittarne: sollevò il lembo posteriore del lungo soprabito bianco e vi infilò sotto la testa, quindi iniziò ad abbassare i pantaloni con la mano umana.
Avvertendo le sue dita estranee a contatto con la pelle, Raven sobbalzò lanciando un gridolino di stupore. Fece per alzarsi e sfogare l'improvvisa ira sull'artefice di quell'aggressione sessuale, ma il Pugno di Fuoco lo trattenne e lo attirò a sé.
«Sei tu che l'hai voluto» gli ricordò prima di tappargli la bocca con la propria in un prolungato e disarmonico bacio: il suo partner cercava in ogni modo di staccarselo di dosso, facendogli mollare la presa, ma era tutta fatica sprecata. Il Pugno di Fuoco manteneva stoicamente la sua morsa sul braccio.
Nel frattanto il Comandante delle Fiamme aveva infilato una delle sue falangi di metallo nel sedere, preparandolo per quel che gli riservava il prossimo futuro.
Non avrebbe mai immaginato che una riunione così inattesa - per di più iniziata con un bel litigio - potesse finire con loro che si rotolavano nel prato pronti a fare sesso, perché lo erano: percepiva l'erezione del Pugno di Fuoco che gli premeva appena sotto l'ombelico, mentre la sua lottava per farsi spazio sotto lo stretto tessuto dei suoi pantaloni.
Il Maestro di Spada stava lentamente soccombendo alla foga del bacio del suo partner e al dito che stava facendosi strada sempre di più nel suo didietro.
Iniziava a stare scomodo nei suoi abiti e a desiderare di toglierseli. Voleva che il desiderio fisico che gli stava riscaldando il corpo ed il bassoventre venisse soddisfatto, a qualsiasi costo.
Il Pugno di Fuoco ruppe il bacio, concedendogli di prendere un lungo respiro mentre si calava le braghe e metteva a nudo il suo pene eretto.
Il Comandante delle Fiamme afferrò per il bacino il Maestro di Spada e lo spostò un po' più giù.
«Aprimi i pantaloni» ordinò con voce un po' rauca, mordendosi un labbro nella speranza di riuscire a trattenere l'impulso di strapparsi di dosso i vestiti in un colpo solo.
L'altro obbedì, come in trance per il piacere che ancora gli intorpidiva i sensi grazie al dito che il Comandante gli teneva ancora dentro il didietro.
Quando l'erezione emerse dai suoi pantaloni, subito tolse il dito da dove si trovava e con entrambe le mani alzò leggermente il compagno per tirargli giù i calzari; dopodiché non riuscì più a trattenersi e lo penetrò senza esitazione, spostandolo ancora più giù ed infilandogli l'erezione nel sedere con la mano umana.
Il Maestro di Spada gemette, ma il rumore fu attutito dall'erezione che il Pugno di Fuoco gli infilò prepotentemente in bocca.
«Su, succhialo» impartì sogghignando.
Obbedì all'ordine mentre ansimava avvertendo un piacere profondo impadronirsi di lui ed attraversarlo in ondate consecutive simili a scosse elettriche.
I muscoli delle sue cosce erano tesi quasi quanto quelli della schiena. Le labbra lavoravano di buona lena ed il beneficiario del pompino si stava mordendo un dito per non gridare, altrimenti avrebbero attirato l'attenzione di chissà chi.
Si stavano divertendo, tutti quanti, e ciascuno era desideroso di arrivare al sodo.
Il Pugno di Fuoco ed il Comandante delle Fiamme arrivarono all'orgasmo per primi ed eiacularono dove le loro erezioni si trovavano.
L'improvviso picco di piacere fece venire anche il terzo, che a quel punto tremò e dovette appoggiarsi sulle cosce del Comandante per non caderci sdraiato sopra.
Ansimando, sputò a terra per togliersi lo sperma dalla bocca, almeno in parte.
«Che schifo» sibilò.
«Fino a poco fa ti piaceva» replicò il Pugno di Fuoco sogghignando.
Il diretto interessato gli scoccò un'occhiataccia, le guance ancora arrossate.
«Dobbiamo rivestirci, prima che Rena ci veda» disse soltanto, facendo per alzarsi ma cadendo in ginocchio nell'erba.
Il Comandante stirò le labbra in un sorriso sghembo, stiracchiando le membra, soddisfatto dalla piega presa dagli eventi.
«Dovremmo festeggiare più spesso il Samhain» commentò.