Stimolando il gemello
Feb. 2nd, 2014 08:55 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Stimolando il fratello
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Dante, Vergil
Wordcount: 926 (
fiumidiparole)
Prompt: 50 Pervertibles / 047 - Plettro @
kinks_pervs + Plettro di
shariaruna per il Gran Ballo della Notte Bianca @
maridichallenge + "Jackpot!" per il p0rn fest #7 @
fanfic_italia
Note: Incest, Lemon, PWP, Rimming, Yaoi
Vergil si morse il labbro inferiore dolorosamente avvertendo il plettro affondare ancor di più e muoversi in cerca del suo punto più sensibile. Se l'avesse trovato non sarebbe riuscito più a reprimersi e togliere al gemello almeno quella piccola soddisfazione.
Vergil sudava e si contraeva contro la fredda e scomoda parete dell'agenzia di suo fratello. Era completamente nudo e schiacciato contro la parete dal corpo anch'esso nudo di Dante, piegato ad appoggiare il viso nell'incavo della sua spalla, in modo da avere il suo orecchio a portata di bocca: a Vergil piaceva quando gli mordeva il lobo.
Con la mano destra il padrone dell'ufficio lo stava penetrando ostinatamente con il grosso - e stranamente lungo - plettro della sua chitarra elettrica demoniaca, Nevan, e dal sorrisetto che recava stampato in viso sembrava divertirsi parecchio.
«Su fratello, ansima un po'» gli sussurrò all'orecchio, leccandogli lentamente il margine del lobo, strusciandogli al tempo stesso l'erezione contro la coscia.
Vergil si morse il labbro inferiore dolorosamente avvertendo il plettro affondare ancor di più e muoversi in cerca del suo punto più sensibile. Se l'avesse trovato non sarebbe riuscito più a reprimersi e togliere al gemello almeno quella piccola soddisfazione.
Aveva già il didietro bagnato di saliva talmente tanto che sembrava suo fratello l'avesse lubrificato con chissà cos'altro quando invece si era semplicemente divertito a stimolarlo con qualche breve entrata nella sua apertura con la lingua.
Vergil si afferrò il pene duro e turgido, masturbandosi furiosamente per alleviare un po' la tensione che lo bloccava lì alla totale mercé del gemello.
«Forza, sta diventando noioso. Fa' qualcosa» lo istigò il più giovane, cominciando a perdere la pazienza.
Dante scavando ed affondando sempre di più, arrivò finalmente a toccare il centro del suo piacere e Vergil - come aveva già previsto - perse ogni parvenza di controllo.
Sollevò al cielo il viso, le palpebre calate a metà sugli occhi ed il corpo premuto contro la parete mentre muoveva il bacino per cercare disperatamente di far arrivare meglio quel maledetto plettro dove lui voleva.
Ansimò pesantemente una prima volta, poi continuò a farlo con meno foga ma più costanza mentre l'orgasmo sia suo sia di suo fratello si avvicinava.
«Ecco, mi riferivo proprio a questo» commentò compiaciuto Dante, esaudendo la tacita richiesta del gemello di andare più in profondità ancora.
Vergil iniziò a tremare per la tensione accumulata nei muscoli delle gambe, ma non per questo si accasciò a terra né chiese una tregua all'altro. Voleva arrivare all'orgasmo al più presto.
Ben presto Dante si stancò di usare il plettro, preferendo usare qualche cosa di suo. Così rimosse l'oggetto - il mugolio deluso di Vergil fu indicativo di quanto gli piacesse avere quel coso dentro - e si inginocchiò a terra afferrando con presa salda le natiche del gemello e divaricandole, sollevandole anche per poter arrivare più agevolmente alla sua apertura.
Gli infilò tra le gambe la testa, penetrandolo violentemente con la lingua ed allungando il muscolo tanto quanto gli riusciva, muovendolo furiosamente.
Rispetto al plettro la sua lingua aveva una consistenza più morbida e risultava essere più gentile, ma non per questo meno efficace.
Vergil ribaltò all'indietro la testa, gemendo ad ogni sferzata poderosa della lingua di Dante, una mano tremante ancorata alla sua erezione che si muoveva forsennata ed in modo totalmente scoordinato.
Ogni tanto un picco nelle ondate continue di piacere che lo investivano come scariche elettriche a partire dalle pareti del suo retto lo faceva sbilanciare mentre si muoveva nel tentativo di far capire a suo fratello che era proprio lì che doveva insistere.
Dante a causa della posizione aveva scarsa possibilità di respirare a pieni polmoni, però cercava di resistere più che poteva sentendo come il gemello si agitava e gemeva.
Anche lui si stava masturbando con foga. Rispetto a Vergil, i suoi movimenti erano più regolari e veloci, impartiti con la mano esperta di chi era avvezzo a certi tipi di attività ormai da lungo tempo.
Non vedeva l'ora di arrivare all'orgasmo.
Vergil andava sempre più vicino al culmine, eppure quando sembrava ormai arrivato suo fratello riusciva a mancare proprio il punto su cui aveva premuto fino ad allora e lui mancava l'apice dell'estasi, cosa che lo mandava in bestia - fatto sottolineato eloquentemente dai mugolii d'irritazione che emetteva.
«Dante muoviti» ringhiò irato tra gli ansiti.
Suo fratello per tutta risposta gli pizzicò con forza una chiappa, strappandogli un mugolio indefinibile.
Per quanto l'ingombro del suo naso non proprio piccolo gli permetteva, Dante cercò di spingere ancora più dentro la lingua, anche se era consapevole del fatto che non sarebbe mai riuscita a battere la sua erezione quanto a lunghezza; tuttavia, a Vergil sembrava piacere quasi più di quando facevano sesso canonico e a lui tanto bastava.
Riuscì ad insistere tanto a lungo in un punto - tempo di resistere una decina di secondi - da far finalmente raggiungere l'orgasmo a Vergil.
Se ne accorse udendolo gridare con voce rauca ma più alta rispetto a prima.
«Jackpot!» esclamò sorridendo mentre si apprestava a togliergli il pene dalla mano e piegarlo in basso verso di sé.
Lo sperma gli piovve sul petto nudo, percorrendo i lievi solchi tra i suoi muscoli tonici.
I sospiri di Vergil uniti alla masturbazione esperta e allo sperma sul suo petto fecero arrivare all'orgasmo anche lui.
Venne schizzando il proprio seme sul pavimento e sui piedi del gemello ansimante e senza fiato che cercava di riassumere un contegno dignitoso.
Dante si allontanò dal suo sfintere anale, rimanendo seduto sul pavimento e posando una carezza un po' forte sulla chiappa sinistra del fratello.
«Pensavo che non ci saresti riuscito» disse con tono ironico.
«Va' all'inferno, se tu fossi stato più costante...» replicò Vergil ansante, senza finire la frase.
«Oh, adesso è colpa mia» replicò infervorandosi l'altro «La prossima volta userò qualcosa di più duro e grosso, così sarai più contento magari, mh?».
Vergil arrossì ancor più di quanto già non fosse alla chiara allusione, senza però ribattere niente mentre suo fratello si alzava e ne andava, offeso.
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Dante, Vergil
Wordcount: 926 (
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Prompt: 50 Pervertibles / 047 - Plettro @
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Note: Incest, Lemon, PWP, Rimming, Yaoi
Vergil si morse il labbro inferiore dolorosamente avvertendo il plettro affondare ancor di più e muoversi in cerca del suo punto più sensibile. Se l'avesse trovato non sarebbe riuscito più a reprimersi e togliere al gemello almeno quella piccola soddisfazione.
Vergil sudava e si contraeva contro la fredda e scomoda parete dell'agenzia di suo fratello. Era completamente nudo e schiacciato contro la parete dal corpo anch'esso nudo di Dante, piegato ad appoggiare il viso nell'incavo della sua spalla, in modo da avere il suo orecchio a portata di bocca: a Vergil piaceva quando gli mordeva il lobo.
Con la mano destra il padrone dell'ufficio lo stava penetrando ostinatamente con il grosso - e stranamente lungo - plettro della sua chitarra elettrica demoniaca, Nevan, e dal sorrisetto che recava stampato in viso sembrava divertirsi parecchio.
«Su fratello, ansima un po'» gli sussurrò all'orecchio, leccandogli lentamente il margine del lobo, strusciandogli al tempo stesso l'erezione contro la coscia.
Vergil si morse il labbro inferiore dolorosamente avvertendo il plettro affondare ancor di più e muoversi in cerca del suo punto più sensibile. Se l'avesse trovato non sarebbe riuscito più a reprimersi e togliere al gemello almeno quella piccola soddisfazione.
Aveva già il didietro bagnato di saliva talmente tanto che sembrava suo fratello l'avesse lubrificato con chissà cos'altro quando invece si era semplicemente divertito a stimolarlo con qualche breve entrata nella sua apertura con la lingua.
Vergil si afferrò il pene duro e turgido, masturbandosi furiosamente per alleviare un po' la tensione che lo bloccava lì alla totale mercé del gemello.
«Forza, sta diventando noioso. Fa' qualcosa» lo istigò il più giovane, cominciando a perdere la pazienza.
Dante scavando ed affondando sempre di più, arrivò finalmente a toccare il centro del suo piacere e Vergil - come aveva già previsto - perse ogni parvenza di controllo.
Sollevò al cielo il viso, le palpebre calate a metà sugli occhi ed il corpo premuto contro la parete mentre muoveva il bacino per cercare disperatamente di far arrivare meglio quel maledetto plettro dove lui voleva.
Ansimò pesantemente una prima volta, poi continuò a farlo con meno foga ma più costanza mentre l'orgasmo sia suo sia di suo fratello si avvicinava.
«Ecco, mi riferivo proprio a questo» commentò compiaciuto Dante, esaudendo la tacita richiesta del gemello di andare più in profondità ancora.
Vergil iniziò a tremare per la tensione accumulata nei muscoli delle gambe, ma non per questo si accasciò a terra né chiese una tregua all'altro. Voleva arrivare all'orgasmo al più presto.
Ben presto Dante si stancò di usare il plettro, preferendo usare qualche cosa di suo. Così rimosse l'oggetto - il mugolio deluso di Vergil fu indicativo di quanto gli piacesse avere quel coso dentro - e si inginocchiò a terra afferrando con presa salda le natiche del gemello e divaricandole, sollevandole anche per poter arrivare più agevolmente alla sua apertura.
Gli infilò tra le gambe la testa, penetrandolo violentemente con la lingua ed allungando il muscolo tanto quanto gli riusciva, muovendolo furiosamente.
Rispetto al plettro la sua lingua aveva una consistenza più morbida e risultava essere più gentile, ma non per questo meno efficace.
Vergil ribaltò all'indietro la testa, gemendo ad ogni sferzata poderosa della lingua di Dante, una mano tremante ancorata alla sua erezione che si muoveva forsennata ed in modo totalmente scoordinato.
Ogni tanto un picco nelle ondate continue di piacere che lo investivano come scariche elettriche a partire dalle pareti del suo retto lo faceva sbilanciare mentre si muoveva nel tentativo di far capire a suo fratello che era proprio lì che doveva insistere.
Dante a causa della posizione aveva scarsa possibilità di respirare a pieni polmoni, però cercava di resistere più che poteva sentendo come il gemello si agitava e gemeva.
Anche lui si stava masturbando con foga. Rispetto a Vergil, i suoi movimenti erano più regolari e veloci, impartiti con la mano esperta di chi era avvezzo a certi tipi di attività ormai da lungo tempo.
Non vedeva l'ora di arrivare all'orgasmo.
Vergil andava sempre più vicino al culmine, eppure quando sembrava ormai arrivato suo fratello riusciva a mancare proprio il punto su cui aveva premuto fino ad allora e lui mancava l'apice dell'estasi, cosa che lo mandava in bestia - fatto sottolineato eloquentemente dai mugolii d'irritazione che emetteva.
«Dante muoviti» ringhiò irato tra gli ansiti.
Suo fratello per tutta risposta gli pizzicò con forza una chiappa, strappandogli un mugolio indefinibile.
Per quanto l'ingombro del suo naso non proprio piccolo gli permetteva, Dante cercò di spingere ancora più dentro la lingua, anche se era consapevole del fatto che non sarebbe mai riuscita a battere la sua erezione quanto a lunghezza; tuttavia, a Vergil sembrava piacere quasi più di quando facevano sesso canonico e a lui tanto bastava.
Riuscì ad insistere tanto a lungo in un punto - tempo di resistere una decina di secondi - da far finalmente raggiungere l'orgasmo a Vergil.
Se ne accorse udendolo gridare con voce rauca ma più alta rispetto a prima.
«Jackpot!» esclamò sorridendo mentre si apprestava a togliergli il pene dalla mano e piegarlo in basso verso di sé.
Lo sperma gli piovve sul petto nudo, percorrendo i lievi solchi tra i suoi muscoli tonici.
I sospiri di Vergil uniti alla masturbazione esperta e allo sperma sul suo petto fecero arrivare all'orgasmo anche lui.
Venne schizzando il proprio seme sul pavimento e sui piedi del gemello ansimante e senza fiato che cercava di riassumere un contegno dignitoso.
Dante si allontanò dal suo sfintere anale, rimanendo seduto sul pavimento e posando una carezza un po' forte sulla chiappa sinistra del fratello.
«Pensavo che non ci saresti riuscito» disse con tono ironico.
«Va' all'inferno, se tu fossi stato più costante...» replicò Vergil ansante, senza finire la frase.
«Oh, adesso è colpa mia» replicò infervorandosi l'altro «La prossima volta userò qualcosa di più duro e grosso, così sarai più contento magari, mh?».
Vergil arrossì ancor più di quanto già non fosse alla chiara allusione, senza però ribattere niente mentre suo fratello si alzava e ne andava, offeso.