fiamma_drakon (
fiamma_drakon) wrote2014-02-15 08:15 pm
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The legendary Dark Knight
Titolo: The legendary Dark Knight
Rating: Verde
Genere: Fluff, Generale, Slice of life
Personaggi: Dante, Eva, Sparda, Vergil
Wordcount: 928 (
fiumidiparole)
Prompt: Estate / #07. Conchiglia @
think_fluff + Leggenda per la quinta settimana del COW-T 4 @
maridichallenge
Note: Het, What if
Era veramente buffo vedere il contrasto tra il modo con cui veniva dipinto dagli altri demoni e come invece si comportava con lei: in sua compagnia era tutto fuorché un abile spadaccino. Sembrava quasi dotato di personalità bipolare.
Sparda, il leggendario cavaliere demoniaco. Eva non poteva fare a meno di sorridere del nome con cui suo marito era conosciuto tra i suoi simili. A quanto sembrava erano un'infinità i demoni disposti ad affrontarlo pur di riuscire ad entrare a far parte della leggenda che lo circondava, quasi fosse un essere mistico nato dalle voci della gente.
Era veramente buffo vedere il contrasto tra il modo con cui veniva dipinto dagli altri demoni e come invece si comportava con lei: in sua compagnia era tutto fuorché un abile spadaccino. Sembrava quasi dotato di personalità bipolare.
Con lei era un uomo premuroso e affettuoso e non sembrava quasi in grado di torcerle neppure un capello anche volendo. Era docile.
Eva abbassò gli occhiali da sole e distolse lo sguardo dal cielo, piegando il capo in modo da potersi guardare intorno. Era in cerca della familiare testa albina e ben pettinata del marito, che non rinunciava a riavviarsi i capelli neanche quando doveva andare in spiaggia con la famiglia.
Lo scorse a diversi metri da dove lei si trovava e le occorse un po' a trovarlo non tanto per la quantità di gente che si trovava in spiaggia quella mattina - che non era neppure tanta - bensì perché era seduto sulla sabbia circondato dai figlioletti.
Dante e Vergil erano sempre al settimo cielo quando avevano occasione di trascorrere del tempo col padre, soprattutto se lo impiegavano giocando.
Eva sorrise al quadretto che le si presentava agli occhi, confermandole quanto il cavaliere demoniaco fosse totalmente inoffensivo con i suoi familiari.
La donna si alzò ed avanzò verso i figli ed il marito, non senza attirare gli interessati sguardi di qualche giovanotto che ebbe la fortuna di passarle vicino. Eva era abituata a sentirsi addosso gli sguardi delle persone, che la guardavano per la sua bellezza con un timore quasi reverenziale. Ovviamente, non potevano sapere che quel tipo di atteggiamento era dovuto alla sua natura angelica. A Sparda davano fastidio tutti quei curiosi che la studiavano con troppo interesse, ma d'altro canto - come più volte gli aveva ripetuto anche lei - non lo facevano con strani propositi. Era nella sua aura angelica quella di risultare come un casto essere da non contaminare in alcun modo.
«Questo non mi ha fermato dal metterti incinta però» le aveva più volte risposto suo marito scherzosamente.
«Questo perché è nella tua natura di demone contaminare tutto ciò che è puro» gli aveva ogni volta risposto la donna in tono altrettanto allegro.
Sparda distolse lo sguardo da ciò che Dante gli stava mostrando e, come se avesse una specie di radar incorporato, i suoi occhi si posarono immediatamente sulla figura della moglie.
Eva gli sorrise incrociando i suoi occhi e, una volta raggiunti i suoi uomini, si inginocchiò di fianco al coniuge.
«Mamma guarda!» esclamò Dante approfittando subito del suo arrivo per mostrarle quello che aveva trovato scavando nella sabbia.
Schiuse le mani che aveva tenuto saldamente unite fino ad allora, sorridendo.
Eva si sporse leggermente per guardare e con uno sbuffo divertito disse: «Che bravo Dante, ora perché non fai una bella tomba quel povero granchio morto?».
Il bambino studiò per un po' il cadavere del crostaceo ricoperto di granelli di sabbia, come soppesando i pro e i contro del dar retta a sua madre; infine sorrise furbo dicendo: «Vedrai che bella tomba ti faccio».
Si scostò un po' dai genitori, in modo da poter lavorare di nascosto e far vedere poi il risultato del suo lavoro una volta completato.
Sparda passò una mano dietro la schiena della moglie, cingendola in vita con fare totalmente innocente.
«Hai preso abbastanza sole?» le chiese a bassa voce, come se non volesse disturbare i figli.
«Avevo voglia di vedere cosa stavate facendo» si giustificò Eva con una lieve scrollata di spalle, accostandosi lievemente alla spalla del marito.
«Vuoi scavare nella sabbia anche tu?» le propose scherzoso Sparda, sollevando una paletta di plastica dall'arsenale che Vergil si era posizionato accanto, per ogni evenienza.
«No, caro» declinò con voce tenera lei, abbassandogli la mano.
L'atmosfera tra loro due sovente si faceva talmente dolce da sembrare quasi intima. Ci erano così avvezzi che non si avvedevano neppure delle persone - madri di famiglia soprattutto - che commentavano a bassa voce con cose come "quanto sono teneri".
La mano di Sparda salì fino alla spalla della donna e cominciò a giocherellare con i capelli di lei e lui sembrava essersi completamente dimenticato della presenza dei figli attorno a loro due.
Fu Vergil a richiamare la sua attenzione: «Papà, papà! Guarda che bella...!».
Il demone girò la testa per vedere cosa il bambino volesse fargli vedere, sperando che non fosse un altro povero granchio morto.
Si sorprese nel constatare che - al contrario del gemello - Vergil aveva trovato qualcosa di veramente bello: una conchiglia.
Eva si staccò dal coniuge per guardare meglio: la conchiglia era talmente grande che suo figlio doveva tenerla tra due mani. Era di tonalità di grigio diverse che le davano un aspetto molto elegante e sull'esterno c'erano delle piccole punte che fuoriuscivano.
«Hai ragione, Vergil: è veramente bella» disse Sparda.
«Sei stato bravo» si aggiunse Eva sorridendo.
«Perché a lui fate tutti i complimenti?» protestò Dante, sentendosi palesemente offeso.
Vergil gli mostrò la lingua.
«Perché un granchio morto è brutto» lo prese in giro.
Dante fece per reagire, ma Sparda si frappose prontamente per impedire ai figli di diventare violenti.
«Dante, vuoi che ti aiuti con la tomba del granchio?» chiese, accostandosi al piccolo dai capelli neri, che parve dimenticarsi improvvisamente della provocazione del fratello.
«Sì, vieni! Ti faccio vedere» disse entusiasta.
Eva non poté che lasciarsi sfuggire un ennesimo sorriso vedendo come Sparda si stesse divertendo nel farsi spiegare dal figlio cosa avesse in mente per costruire la tomba del granchio.
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Personaggi: Dante, Eva, Sparda, Vergil
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Prompt: Estate / #07. Conchiglia @
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Era veramente buffo vedere il contrasto tra il modo con cui veniva dipinto dagli altri demoni e come invece si comportava con lei: in sua compagnia era tutto fuorché un abile spadaccino. Sembrava quasi dotato di personalità bipolare.
Sparda, il leggendario cavaliere demoniaco. Eva non poteva fare a meno di sorridere del nome con cui suo marito era conosciuto tra i suoi simili. A quanto sembrava erano un'infinità i demoni disposti ad affrontarlo pur di riuscire ad entrare a far parte della leggenda che lo circondava, quasi fosse un essere mistico nato dalle voci della gente.
Era veramente buffo vedere il contrasto tra il modo con cui veniva dipinto dagli altri demoni e come invece si comportava con lei: in sua compagnia era tutto fuorché un abile spadaccino. Sembrava quasi dotato di personalità bipolare.
Con lei era un uomo premuroso e affettuoso e non sembrava quasi in grado di torcerle neppure un capello anche volendo. Era docile.
Eva abbassò gli occhiali da sole e distolse lo sguardo dal cielo, piegando il capo in modo da potersi guardare intorno. Era in cerca della familiare testa albina e ben pettinata del marito, che non rinunciava a riavviarsi i capelli neanche quando doveva andare in spiaggia con la famiglia.
Lo scorse a diversi metri da dove lei si trovava e le occorse un po' a trovarlo non tanto per la quantità di gente che si trovava in spiaggia quella mattina - che non era neppure tanta - bensì perché era seduto sulla sabbia circondato dai figlioletti.
Dante e Vergil erano sempre al settimo cielo quando avevano occasione di trascorrere del tempo col padre, soprattutto se lo impiegavano giocando.
Eva sorrise al quadretto che le si presentava agli occhi, confermandole quanto il cavaliere demoniaco fosse totalmente inoffensivo con i suoi familiari.
La donna si alzò ed avanzò verso i figli ed il marito, non senza attirare gli interessati sguardi di qualche giovanotto che ebbe la fortuna di passarle vicino. Eva era abituata a sentirsi addosso gli sguardi delle persone, che la guardavano per la sua bellezza con un timore quasi reverenziale. Ovviamente, non potevano sapere che quel tipo di atteggiamento era dovuto alla sua natura angelica. A Sparda davano fastidio tutti quei curiosi che la studiavano con troppo interesse, ma d'altro canto - come più volte gli aveva ripetuto anche lei - non lo facevano con strani propositi. Era nella sua aura angelica quella di risultare come un casto essere da non contaminare in alcun modo.
«Questo non mi ha fermato dal metterti incinta però» le aveva più volte risposto suo marito scherzosamente.
«Questo perché è nella tua natura di demone contaminare tutto ciò che è puro» gli aveva ogni volta risposto la donna in tono altrettanto allegro.
Sparda distolse lo sguardo da ciò che Dante gli stava mostrando e, come se avesse una specie di radar incorporato, i suoi occhi si posarono immediatamente sulla figura della moglie.
Eva gli sorrise incrociando i suoi occhi e, una volta raggiunti i suoi uomini, si inginocchiò di fianco al coniuge.
«Mamma guarda!» esclamò Dante approfittando subito del suo arrivo per mostrarle quello che aveva trovato scavando nella sabbia.
Schiuse le mani che aveva tenuto saldamente unite fino ad allora, sorridendo.
Eva si sporse leggermente per guardare e con uno sbuffo divertito disse: «Che bravo Dante, ora perché non fai una bella tomba quel povero granchio morto?».
Il bambino studiò per un po' il cadavere del crostaceo ricoperto di granelli di sabbia, come soppesando i pro e i contro del dar retta a sua madre; infine sorrise furbo dicendo: «Vedrai che bella tomba ti faccio».
Si scostò un po' dai genitori, in modo da poter lavorare di nascosto e far vedere poi il risultato del suo lavoro una volta completato.
Sparda passò una mano dietro la schiena della moglie, cingendola in vita con fare totalmente innocente.
«Hai preso abbastanza sole?» le chiese a bassa voce, come se non volesse disturbare i figli.
«Avevo voglia di vedere cosa stavate facendo» si giustificò Eva con una lieve scrollata di spalle, accostandosi lievemente alla spalla del marito.
«Vuoi scavare nella sabbia anche tu?» le propose scherzoso Sparda, sollevando una paletta di plastica dall'arsenale che Vergil si era posizionato accanto, per ogni evenienza.
«No, caro» declinò con voce tenera lei, abbassandogli la mano.
L'atmosfera tra loro due sovente si faceva talmente dolce da sembrare quasi intima. Ci erano così avvezzi che non si avvedevano neppure delle persone - madri di famiglia soprattutto - che commentavano a bassa voce con cose come "quanto sono teneri".
La mano di Sparda salì fino alla spalla della donna e cominciò a giocherellare con i capelli di lei e lui sembrava essersi completamente dimenticato della presenza dei figli attorno a loro due.
Fu Vergil a richiamare la sua attenzione: «Papà, papà! Guarda che bella...!».
Il demone girò la testa per vedere cosa il bambino volesse fargli vedere, sperando che non fosse un altro povero granchio morto.
Si sorprese nel constatare che - al contrario del gemello - Vergil aveva trovato qualcosa di veramente bello: una conchiglia.
Eva si staccò dal coniuge per guardare meglio: la conchiglia era talmente grande che suo figlio doveva tenerla tra due mani. Era di tonalità di grigio diverse che le davano un aspetto molto elegante e sull'esterno c'erano delle piccole punte che fuoriuscivano.
«Hai ragione, Vergil: è veramente bella» disse Sparda.
«Sei stato bravo» si aggiunse Eva sorridendo.
«Perché a lui fate tutti i complimenti?» protestò Dante, sentendosi palesemente offeso.
Vergil gli mostrò la lingua.
«Perché un granchio morto è brutto» lo prese in giro.
Dante fece per reagire, ma Sparda si frappose prontamente per impedire ai figli di diventare violenti.
«Dante, vuoi che ti aiuti con la tomba del granchio?» chiese, accostandosi al piccolo dai capelli neri, che parve dimenticarsi improvvisamente della provocazione del fratello.
«Sì, vieni! Ti faccio vedere» disse entusiasta.
Eva non poté che lasciarsi sfuggire un ennesimo sorriso vedendo come Sparda si stesse divertendo nel farsi spiegare dal figlio cosa avesse in mente per costruire la tomba del granchio.