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Titolo: Per caso
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Generale
Personaggi: Credo, Dante, Nero
Wordcount: 1161 (
fiumidiparole)
Prompt: Misc Warning / #10 - What if? @
diecielode + Out of time and out of place di
kuruccha per la Notte Bianca #15 @
maridichallenge + Autotune / #30. U + Ur hand - P!nk @
mmom_italia
Note: Age difference, Lemon, Self!love, Voyeur, What if?, Yaoi
Avanzò attraverso il piccolo soggiorno guardandosi attorno; dopodiché - ormai a corto di pazienza - chiamò: «Ehi, Credo! Sei in casa?».
Non gli arrivò nessuna risposta, cosa che però non lo fece demordere: doveva essere lì, altrimenti non sapeva dove altro andare a cercarlo.
Kyrie aveva chiesto a Nero di portarle suo fratello Credo perché doveva chiedergli qualcosa di importante. Da quando la città era finita distrutta lei e suo fratello lavoravano incessantemente alla ricostruzione. I cittadini si fidavano di Credo, pertanto erano propensi a seguire i suoi ordini molto più di quanto lo fossero nell'assecondare le sue disposizioni. Lui aveva le doti del condottiero.
Così Nero era andato in cerca di Credo per mezza città senza avere successo. Era strano non trovarlo in giro a parlare con gruppetti di cittadini ansiosi di rendersi utili; così fece l'unica cosa sensata: chiese.
Domandò alle persone se l'avessero visto e se sapessero dove era diretto.
Gli ci volle un po' per ottenere l'informazione che cercava: in molto gli confessarono di non vederlo in giro da parecchio; tuttavia, alla lunga riuscì a trovare una donna che gli disse di averlo visto dirigersi verso casa sua.
«Che diavolo ci farà a casa...» si ritrovò a pensare l'albino mentre marciava alla volta del domicilio di Kyrie e suo fratello «Là intorno non c'è quasi niente di distrutto...».
La sua perplessità era forte, considerato quanto Credo potesse diventare ossessivo e paranoico quando aveva del lavoro da fare.
Ricordava bene tutte le strigliate che si era dovuto subire quando si azzardava a saltare del lavoro per pura pigrizia.
Una persona del genere non poteva trasformarsi così di punto in bianco in un perdigiorno, tanto più che a muoverlo in quell'occasione era anche il senso di colpa per aver preso attivamente parte ai piani malvagi di Sua Santità. Lui e Dante avevano taciuto che ruolo avesse avuto nella vicenda a tutti, Kyrie compresa; per quanto concerneva tutti gli altri protagonisti della vicenda, ad esclusione di Trish che se ne era già andata da un pezzo, si erano personalmente assicurati che non raccontassero niente ad anima viva.
Una volta arrivato a casa di Kyrie, Nero aveva aperto la porta - ormai abitava praticamente lì, quindi logicamente aveva una copia delle chiavi con sé - e si era guardato intorno in cerca di segni che gli rivelassero la presenza della persona che cercava.
Avanzò attraverso il piccolo soggiorno guardandosi attorno; dopodiché - ormai a corto di pazienza - chiamò: «Ehi, Credo! Sei in casa?».
Non gli arrivò nessuna risposta, cosa che però non lo fece demordere: doveva essere lì, altrimenti non sapeva dove altro andare a cercarlo.
«Ehi, Credo! Kyrie ti sta cercando!» esclamò, andando verso l'imboccatura delle scale che conducevano al piano di sopra, dove c'erano essenzialmente le camere da letto.
Aveva appena messo un piede sul pianerottolo superiore e stava per reiterare il richiamo quando gli giunsero alle orecchie poderosi gemiti accorati.
Il rumore lo lasciò di sasso, specialmente perché quella che stava udendo era la voce di Credo.
Silenziosamente avanzò verso la stanza dell'uomo e si appostò dietro lo stipite, prestando ascolto: i versi che emetteva erano chiaramente indecenti. Forse era arrivato nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Scorse in un secondo momento lo spiraglio aperto dell'uscio e, curioso, si piegò a sbirciare.
Gli venne un colpo vedendo che Credo non era solo in camera: «Dante?! Quel-quel...».
Non riusciva neanche a trovare le parole per descrivere quanto fosse amareggiato e soprattutto incazzato con quell'uomo: solo la notte prima avevano fatto l'amore per ore e lui si era divertito come non mai. Si erano dichiarati interesse reciproco non più di una settimana prima e lui aveva pensato che fosse un sentimento sincero e soprattutto rivolto solamente a lui.
Adesso invece aveva innanzi la scena di un Credo completamente nudo e sottomesso che ansimava e godeva mentre Dante - inginocchiato tra le sue gambe divaricate in posizione tale da dare la schiena alla porta - lo penetrava con spinte vigorose. Era nudo anche lui e Nero, nonostante tutto, non riusciva a non eccitarsi vedendo quelle spalle larghe, la vita stretta e rievocando le sensazioni suscitate in lui la sera antecedente.
Sì, erano decisamente il posto e il momento sbagliati. Sarebbe stato meglio non vederli e continuare a credere che Dante fosse un amante fedele o perlomeno - se proprio avesse dovuto scoprirlo - non in quel modo.
Il ragazzo avrebbe voluto irrompere e massacrarli entrambi, però il suo corpo stava reagendo in maniera totalmente differente.
Era incredibile e stentava a crederci lui stesso, eppure si stava eccitando fisicamente; così decise di rimandare ad un altro momento la sua vendetta per quel tradimento e darsi da fare per soddisfare la sua improvvisa necessità fisiologica: Dante che ci dava dentro - anche se con qualcuno di diverso da lui - era uno spettacolo veramente troppo sexy perché potesse rimanere a guardare con indifferenza.
Si affrettò ad aprire i pantaloni e si afferrò con il Devil Bringer il pene mezzo duro. Erano soltanto lui e la sua mano adesso. Dante non sarebbe arrivato a fargli un bel pompino vigoroso né a stuzzicarlo in altro modo. Avrebbe dovuto fare tutto da solo e non sarebbe stato da meno delle prestazioni di quel pallone gonfiato.
Vederli darci dentro così tanto e sentire non solo i gemiti di Credo ma anche - e soprattutto - gli ansiti di piacere del suo partner era un bello stimolo e Nero si ritrovò in piena erezione dopo appena pochi minuti di masturbazione ad un ritmo serrato.
Il ragazzo guardava e ritornava con la mente alla notte prima, aiutandosi con la memoria tattile nel suo intento ultimo: raggiungere l'orgasmo.
Ricordava le carezze calde sul suo corpo che scendevano sempre più verso il basso e ricordava le proprie mani che si allungavano a palpare energicamente quelle stesse natiche che adesso vedeva agitarsi al ritmo delle spinte che l'uomo impartiva.
Nero faticava a respirare in maniera tale da non essere percepito dal finissimo udito di Dante: il suo autocontrollo stava lentamente andando a farsi benedire man mano che procedeva verso l'orgasmo.
Con il capo si appoggiò contro lo stipite, in maniera tale da poter guardare avendo un supporto extra.
Non gli capitava spesso di masturbarsi, però non poteva negare che ci sapeva comunque fare.
Con un gemito più forte degli altri Credo venne e Nero vide il suo partner chinarsi a tappargli la bocca con un bacio.
Accelerò il rimo, colto da un improvviso accesso di rabbia: quando voleva riusciva ad essere estremamente possessivo e non tollerava che altri venissero baciati da Dante. Questo avrebbe dovuto spiegarglielo bene.
Avvertì il suo orgasmo imminente e proseguì a masturbarsi di buona lena, ansioso di arrivare al culmine del piacere.
Il roco sospiro di appagamento di Dante gli annunciò che era appena arrivato all'orgasmo pure lui.
Quel verso aveva una carica erotica tale che il ragazzo riuscì a venire a sua volta. Si strinse la punta dell'erezione sospirando con un fil di voce appena, sollevato, quindi si diresse di nuovo verso il piano inferiore avendo cura di rimanere di fianco al muro per evitare di cadere - le gambe gli si erano un po' intorpidite - sperando che quei due non avessero bisogno del bagno troppo in fretta.
Non voleva essere scoperto perché non voleva che Credo sapesse che se la faceva con Dante dopo i loro turbolenti trascorsi.
Voleva risolvere la cosa a tu per tu con Dante, senza l'implicazione di terze parti.
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Genere: Erotico, Generale
Personaggi: Credo, Dante, Nero
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Avanzò attraverso il piccolo soggiorno guardandosi attorno; dopodiché - ormai a corto di pazienza - chiamò: «Ehi, Credo! Sei in casa?».
Non gli arrivò nessuna risposta, cosa che però non lo fece demordere: doveva essere lì, altrimenti non sapeva dove altro andare a cercarlo.
Kyrie aveva chiesto a Nero di portarle suo fratello Credo perché doveva chiedergli qualcosa di importante. Da quando la città era finita distrutta lei e suo fratello lavoravano incessantemente alla ricostruzione. I cittadini si fidavano di Credo, pertanto erano propensi a seguire i suoi ordini molto più di quanto lo fossero nell'assecondare le sue disposizioni. Lui aveva le doti del condottiero.
Così Nero era andato in cerca di Credo per mezza città senza avere successo. Era strano non trovarlo in giro a parlare con gruppetti di cittadini ansiosi di rendersi utili; così fece l'unica cosa sensata: chiese.
Domandò alle persone se l'avessero visto e se sapessero dove era diretto.
Gli ci volle un po' per ottenere l'informazione che cercava: in molto gli confessarono di non vederlo in giro da parecchio; tuttavia, alla lunga riuscì a trovare una donna che gli disse di averlo visto dirigersi verso casa sua.
«Che diavolo ci farà a casa...» si ritrovò a pensare l'albino mentre marciava alla volta del domicilio di Kyrie e suo fratello «Là intorno non c'è quasi niente di distrutto...».
La sua perplessità era forte, considerato quanto Credo potesse diventare ossessivo e paranoico quando aveva del lavoro da fare.
Ricordava bene tutte le strigliate che si era dovuto subire quando si azzardava a saltare del lavoro per pura pigrizia.
Una persona del genere non poteva trasformarsi così di punto in bianco in un perdigiorno, tanto più che a muoverlo in quell'occasione era anche il senso di colpa per aver preso attivamente parte ai piani malvagi di Sua Santità. Lui e Dante avevano taciuto che ruolo avesse avuto nella vicenda a tutti, Kyrie compresa; per quanto concerneva tutti gli altri protagonisti della vicenda, ad esclusione di Trish che se ne era già andata da un pezzo, si erano personalmente assicurati che non raccontassero niente ad anima viva.
Una volta arrivato a casa di Kyrie, Nero aveva aperto la porta - ormai abitava praticamente lì, quindi logicamente aveva una copia delle chiavi con sé - e si era guardato intorno in cerca di segni che gli rivelassero la presenza della persona che cercava.
Avanzò attraverso il piccolo soggiorno guardandosi attorno; dopodiché - ormai a corto di pazienza - chiamò: «Ehi, Credo! Sei in casa?».
Non gli arrivò nessuna risposta, cosa che però non lo fece demordere: doveva essere lì, altrimenti non sapeva dove altro andare a cercarlo.
«Ehi, Credo! Kyrie ti sta cercando!» esclamò, andando verso l'imboccatura delle scale che conducevano al piano di sopra, dove c'erano essenzialmente le camere da letto.
Aveva appena messo un piede sul pianerottolo superiore e stava per reiterare il richiamo quando gli giunsero alle orecchie poderosi gemiti accorati.
Il rumore lo lasciò di sasso, specialmente perché quella che stava udendo era la voce di Credo.
Silenziosamente avanzò verso la stanza dell'uomo e si appostò dietro lo stipite, prestando ascolto: i versi che emetteva erano chiaramente indecenti. Forse era arrivato nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Scorse in un secondo momento lo spiraglio aperto dell'uscio e, curioso, si piegò a sbirciare.
Gli venne un colpo vedendo che Credo non era solo in camera: «Dante?! Quel-quel...».
Non riusciva neanche a trovare le parole per descrivere quanto fosse amareggiato e soprattutto incazzato con quell'uomo: solo la notte prima avevano fatto l'amore per ore e lui si era divertito come non mai. Si erano dichiarati interesse reciproco non più di una settimana prima e lui aveva pensato che fosse un sentimento sincero e soprattutto rivolto solamente a lui.
Adesso invece aveva innanzi la scena di un Credo completamente nudo e sottomesso che ansimava e godeva mentre Dante - inginocchiato tra le sue gambe divaricate in posizione tale da dare la schiena alla porta - lo penetrava con spinte vigorose. Era nudo anche lui e Nero, nonostante tutto, non riusciva a non eccitarsi vedendo quelle spalle larghe, la vita stretta e rievocando le sensazioni suscitate in lui la sera antecedente.
Sì, erano decisamente il posto e il momento sbagliati. Sarebbe stato meglio non vederli e continuare a credere che Dante fosse un amante fedele o perlomeno - se proprio avesse dovuto scoprirlo - non in quel modo.
Il ragazzo avrebbe voluto irrompere e massacrarli entrambi, però il suo corpo stava reagendo in maniera totalmente differente.
Era incredibile e stentava a crederci lui stesso, eppure si stava eccitando fisicamente; così decise di rimandare ad un altro momento la sua vendetta per quel tradimento e darsi da fare per soddisfare la sua improvvisa necessità fisiologica: Dante che ci dava dentro - anche se con qualcuno di diverso da lui - era uno spettacolo veramente troppo sexy perché potesse rimanere a guardare con indifferenza.
Si affrettò ad aprire i pantaloni e si afferrò con il Devil Bringer il pene mezzo duro. Erano soltanto lui e la sua mano adesso. Dante non sarebbe arrivato a fargli un bel pompino vigoroso né a stuzzicarlo in altro modo. Avrebbe dovuto fare tutto da solo e non sarebbe stato da meno delle prestazioni di quel pallone gonfiato.
Vederli darci dentro così tanto e sentire non solo i gemiti di Credo ma anche - e soprattutto - gli ansiti di piacere del suo partner era un bello stimolo e Nero si ritrovò in piena erezione dopo appena pochi minuti di masturbazione ad un ritmo serrato.
Il ragazzo guardava e ritornava con la mente alla notte prima, aiutandosi con la memoria tattile nel suo intento ultimo: raggiungere l'orgasmo.
Ricordava le carezze calde sul suo corpo che scendevano sempre più verso il basso e ricordava le proprie mani che si allungavano a palpare energicamente quelle stesse natiche che adesso vedeva agitarsi al ritmo delle spinte che l'uomo impartiva.
Nero faticava a respirare in maniera tale da non essere percepito dal finissimo udito di Dante: il suo autocontrollo stava lentamente andando a farsi benedire man mano che procedeva verso l'orgasmo.
Con il capo si appoggiò contro lo stipite, in maniera tale da poter guardare avendo un supporto extra.
Non gli capitava spesso di masturbarsi, però non poteva negare che ci sapeva comunque fare.
Con un gemito più forte degli altri Credo venne e Nero vide il suo partner chinarsi a tappargli la bocca con un bacio.
Accelerò il rimo, colto da un improvviso accesso di rabbia: quando voleva riusciva ad essere estremamente possessivo e non tollerava che altri venissero baciati da Dante. Questo avrebbe dovuto spiegarglielo bene.
Avvertì il suo orgasmo imminente e proseguì a masturbarsi di buona lena, ansioso di arrivare al culmine del piacere.
Il roco sospiro di appagamento di Dante gli annunciò che era appena arrivato all'orgasmo pure lui.
Quel verso aveva una carica erotica tale che il ragazzo riuscì a venire a sua volta. Si strinse la punta dell'erezione sospirando con un fil di voce appena, sollevato, quindi si diresse di nuovo verso il piano inferiore avendo cura di rimanere di fianco al muro per evitare di cadere - le gambe gli si erano un po' intorpidite - sperando che quei due non avessero bisogno del bagno troppo in fretta.
Non voleva essere scoperto perché non voleva che Credo sapesse che se la faceva con Dante dopo i loro turbolenti trascorsi.
Voleva risolvere la cosa a tu per tu con Dante, senza l'implicazione di terze parti.