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Titolo: Dessert
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Slice of life
Personaggi: Dante, Nero
Wordcount: 1141 (
fiumidiparole)
Prompt: Handmade / #4. Un cuscino @
mmom_italia + Non-con per la Badwrong Week #2 @
maridichallenge
Note: Age difference, Lemon, Non-con, Self!love, Yaoi
Un tic d'ira colse Nero all'occhio mentre esclamava: «Ma tu dopo cena non hai sempre sonno?!».
Quando non aveva voglia di fare l'amore, banalmente andava a farsi una doccia dopo cena e puntualmente quando usciva lo trovava che dormiva profondamente sul divano. Da lì poi lo trasportava senza troppa fatica a letto ed il gioco era fatto.
«Accidenti a te, che cazzo vuoi fare?!».
Nero si era rifugiato in piedi sopra il divano, scoccando un'occhiata furente verso il basso, dove Dante lo aspettava letteralmente a braccia aperte, gli occhi accesi di divertimento e cupidigia insieme.
«Avanti, mica vorrai passare il resto della serata dormendo?» l'aveva preso in giro il più grande con un largo ghigno, tipico di chi aveva ben altri piani in mente.
Un tic d'ira colse Nero all'occhio mentre esclamava: «Ma tu dopo cena non hai sempre sonno?!».
Quando non aveva voglia di fare l'amore, banalmente andava a farsi una doccia dopo cena e puntualmente quando usciva lo trovava che dormiva profondamente sul divano. Da lì poi lo trasportava senza troppa fatica a letto ed il gioco era fatto.
«Stasera ho voglia di divertirmi» spiegò Dante «Non voglio dormire».
Era tristemente vero: quand'era uscito dal bagno non l'aveva trovato sdraiato sul divano - anzi, non l'aveva visto e basta.
Muovendo un passo fuori del bagno aveva scoperto che l'uomo si era nascosto in sua attesa accanto all'uscio, dato che non appena fu fuori gli si avventò addosso cingendolo con un braccio e palpandogli una natica con l'altro.
«Be', io non voglio farlo stasera. Voglio andare a letto!» sbottò Nero indispettito.
«Lo faremo a letto se il divano non ti piace» concluse Dante con una scrollata di spalle. Per lui non era affatto un problema.
Il ragazzo arrossì per la rabbia: «Non intendevo in quel senso, pervertito! Voglio andare a dormire».
«Ah... no, questo non te lo posso concedere» sospirò il maggiore.
Cogliendo del tutto impreparato il partner, Dante si allungò e gli strappò via di dosso il piccolo asciugamano che si era legato in vita, lasciandolo totalmente nudo.
Nero si ritrasse, portandosi le mani d'istinto a coprire la propria nudità; tuttavia di nuovo la mano di Dante saettò in quella direzione e stavolta si chiuse attorno al polso del suo compagno.
Quest'ultimo cercò di liberarsi, ma furono tentativi del tutto inutili: con un semplice strattone il più grande riuscì a fargli perdere l'equilibrio e a farlo cadere dritto addosso a lui.
Nero si ritrovò così avvinto dalle sue grosse e forti braccia per la seconda volta nell'arco di un'ora.
Si divincolò con forza ripetendo più volte: «Lasciami andare!» ma la presa di Dante sul suo corpo era talmente stretta che non riuscì a liberarsi.
Le mani dell'uomo scesero lungo il suo torace, accarezzandogli il ventre piatto con fare lascivo, il viso che gli strusciava appena dietro l'orecchio. La barbetta ispida sulle sue guance era fastidiosissima.
«Hai un corpo veramente bello, sai...?» gli sibilò all'orecchio il cacciatore di demoni.
Nero gli pestò con forza un piede.
«Crepa, maniaco... e mollami!» protestò senza mezzi termini.
«Come sei cattivo, ragazzo...» borbottò deluso, spostando ancora più in basso la mano destra mentre l'altra si spostava verso la sua coscia «E pensare che io volevo farti piacere...».
La sua mano sinistra s'insinuò tra le sue gambe, costringendolo a divaricarle mentre con l'altra scendeva stuzzicandogli il pene per poi fermarsi più giù, sul suo scroto.
Nero si mosse ancora per tentare di liberarsi, soprattutto perché Dante gli aveva sollevato da terra la gamba sinistra e così non riusciva a stare bene in equilibrio.
Fece per lamentarsi ancora delle sue chiare attitudini da maniaco sessuale ma tutto ciò che gli uscì dalla bocca fu un acuto gemito di piacere in risposta alla mano che si stava divertendo a toccare i suoi testicoli.
Dante insistette e Nero cercò di liberarsi con ancor più foga, dibattendosi tanto che arrivò a dare una poderosa testata contro il naso del più grande.
«Ohw...!» gemette dolorante «Ragazzo che male...» aggiunse. Nonostante tutto però non lo lasciò andare.
«Hmpf! Ti sta bene!» esclamò con aria soddisfatta il più giovane.
«Ah, sì?» fece l'altro.
Nero si sentì afferrare per i capelli e spingere in giù. Finì col viso affondato in un cuscino e la mano che ce l'aveva spinto continuò a tenercelo premuto contro.
«Adesso voglio vedere come mi prenderai a testate, ragazzo...» lo sfotté apertamente mentre con l'altra mano gli stringeva il pene e cominciava a masturbarlo.
Il ragazzo emise un verso strozzato che venne soffocato dal cuscino. Iniziava a provare piacere fisico nonostante non fosse dell'umore per certe cose. Doveva ammettere che Dante era veramente bravo a stimolare determinate reazioni nel suo corpo, specialmente perché ci riusciva contro la sua volontà.
Il più grande si stava divertendo veramente tanto: vedere il suo fidanzato scalpitare e tentare di sfuggirgli inutilmente era meraviglioso, soprattutto perché avvertiva distintamente la tensione dei suoi muscoli. Sapeva di essere in vantaggio su di lui e quella consapevolezza gli dava una inebriante sensazione di onnipotenza assoluta.
Nero stringeva i denti e cercava di reprimere i gemiti che spontaneamente gli risalivano verso le labbra. Era difficile controllarsi ma si sforzava di farlo per non dare soddisfazione alcuna al suo partner, contro il quale al momento provava solamente un odio che cresceva esponenzialmente attimo dopo attimo.
Avrebbe voluto controllare completamente anche le reazioni del suo corpo, ma cose come l'erezione - che l'altro stringeva quasi fosse una sua proprietà - erano fuori dalla sua sfera d'influenza volontaria. Erano reazioni fisiologiche in risposta a determinati stimoli, nulla di più.
Era fisicamente eccitato. Le gambe gli si erano leggermente intorpidite e ansimava. L'aria che gli arrivava con l'ostacolo del cuscino non era poi molta ma doveva farsela bastare perché Dante non sembrava intenzionato a lasciargli libertà di muovere il capo.
«Su, ragazzo non dirmi che non ti piace...» gli disse, leccandogli il piccolo rilievo della spina dorsale.
Era una bella sensazione, su quello non aveva dubbi; tuttavia, lui non voleva farlo.
Fece per protestare ma le sue parole vennero trasformate in un'accozzaglia di versi incoerenti dal cuscino contro cui la sua faccia era premuta.
Era un vero esperto: sapeva esattamente cosa fare perché lui godesse il più possibile.
Dante accelerò di colpo il ritmo della mano, stringendo di più la presa sul suo organo. Nero s'inarcò ed ansimò quasi dolorosamente mentre avvertiva il picco d'estasi avvicinarsi sempre di più.
«È arrivato il mio dessert» annunciò Dante un attimo prima che il suo compagno raggiungesse l'orgasmo.
Quest'ultimo avvertì il peso del corpo del partner svanire all'improvviso da sopra di lui e la sua bocca chiudersi attorno all'estremità della sua erezione.
Nero venne copiosamente e Dante inghiottì il suo seme come se fosse un nettare prezioso, senza lasciarne cadere neanche una goccia.
Nero si rimise in piedi e lo guardò dall'alto mentre succhiava avido. Non poté fare a meno di arrossire all'evidente oscenità dello spettacolo.
Quand'ebbe finito l'uomo si staccò dal pene del più giovane e sollevò lo sguardo ad incrociare il suo: nei suoi occhi si leggeva una soddisfazione piuttosto palese che in qualche modo irritò particolarmente il più piccolo.
«Delizioso» commentò Dante, al che Nero ritrovò la forza di agire e gli assestò un pugno nello zigomo sinistro che lo scaraventò dalla parte opposta della stanza.
Dante si accasciò ai piedi della parete massaggiandosi il viso nel punto leso, guardando Nero che sopraggiungeva massaggiandosi la mano destra.
«Razza di maniaco, adesso te lo faccio capire io che significa "non ho voglia"...» minacciò facendo scricchiolare le nocche dell'arto.
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Slice of life
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Note: Age difference, Lemon, Non-con, Self!love, Yaoi
Un tic d'ira colse Nero all'occhio mentre esclamava: «Ma tu dopo cena non hai sempre sonno?!».
Quando non aveva voglia di fare l'amore, banalmente andava a farsi una doccia dopo cena e puntualmente quando usciva lo trovava che dormiva profondamente sul divano. Da lì poi lo trasportava senza troppa fatica a letto ed il gioco era fatto.
«Accidenti a te, che cazzo vuoi fare?!».
Nero si era rifugiato in piedi sopra il divano, scoccando un'occhiata furente verso il basso, dove Dante lo aspettava letteralmente a braccia aperte, gli occhi accesi di divertimento e cupidigia insieme.
«Avanti, mica vorrai passare il resto della serata dormendo?» l'aveva preso in giro il più grande con un largo ghigno, tipico di chi aveva ben altri piani in mente.
Un tic d'ira colse Nero all'occhio mentre esclamava: «Ma tu dopo cena non hai sempre sonno?!».
Quando non aveva voglia di fare l'amore, banalmente andava a farsi una doccia dopo cena e puntualmente quando usciva lo trovava che dormiva profondamente sul divano. Da lì poi lo trasportava senza troppa fatica a letto ed il gioco era fatto.
«Stasera ho voglia di divertirmi» spiegò Dante «Non voglio dormire».
Era tristemente vero: quand'era uscito dal bagno non l'aveva trovato sdraiato sul divano - anzi, non l'aveva visto e basta.
Muovendo un passo fuori del bagno aveva scoperto che l'uomo si era nascosto in sua attesa accanto all'uscio, dato che non appena fu fuori gli si avventò addosso cingendolo con un braccio e palpandogli una natica con l'altro.
«Be', io non voglio farlo stasera. Voglio andare a letto!» sbottò Nero indispettito.
«Lo faremo a letto se il divano non ti piace» concluse Dante con una scrollata di spalle. Per lui non era affatto un problema.
Il ragazzo arrossì per la rabbia: «Non intendevo in quel senso, pervertito! Voglio andare a dormire».
«Ah... no, questo non te lo posso concedere» sospirò il maggiore.
Cogliendo del tutto impreparato il partner, Dante si allungò e gli strappò via di dosso il piccolo asciugamano che si era legato in vita, lasciandolo totalmente nudo.
Nero si ritrasse, portandosi le mani d'istinto a coprire la propria nudità; tuttavia di nuovo la mano di Dante saettò in quella direzione e stavolta si chiuse attorno al polso del suo compagno.
Quest'ultimo cercò di liberarsi, ma furono tentativi del tutto inutili: con un semplice strattone il più grande riuscì a fargli perdere l'equilibrio e a farlo cadere dritto addosso a lui.
Nero si ritrovò così avvinto dalle sue grosse e forti braccia per la seconda volta nell'arco di un'ora.
Si divincolò con forza ripetendo più volte: «Lasciami andare!» ma la presa di Dante sul suo corpo era talmente stretta che non riuscì a liberarsi.
Le mani dell'uomo scesero lungo il suo torace, accarezzandogli il ventre piatto con fare lascivo, il viso che gli strusciava appena dietro l'orecchio. La barbetta ispida sulle sue guance era fastidiosissima.
«Hai un corpo veramente bello, sai...?» gli sibilò all'orecchio il cacciatore di demoni.
Nero gli pestò con forza un piede.
«Crepa, maniaco... e mollami!» protestò senza mezzi termini.
«Come sei cattivo, ragazzo...» borbottò deluso, spostando ancora più in basso la mano destra mentre l'altra si spostava verso la sua coscia «E pensare che io volevo farti piacere...».
La sua mano sinistra s'insinuò tra le sue gambe, costringendolo a divaricarle mentre con l'altra scendeva stuzzicandogli il pene per poi fermarsi più giù, sul suo scroto.
Nero si mosse ancora per tentare di liberarsi, soprattutto perché Dante gli aveva sollevato da terra la gamba sinistra e così non riusciva a stare bene in equilibrio.
Fece per lamentarsi ancora delle sue chiare attitudini da maniaco sessuale ma tutto ciò che gli uscì dalla bocca fu un acuto gemito di piacere in risposta alla mano che si stava divertendo a toccare i suoi testicoli.
Dante insistette e Nero cercò di liberarsi con ancor più foga, dibattendosi tanto che arrivò a dare una poderosa testata contro il naso del più grande.
«Ohw...!» gemette dolorante «Ragazzo che male...» aggiunse. Nonostante tutto però non lo lasciò andare.
«Hmpf! Ti sta bene!» esclamò con aria soddisfatta il più giovane.
«Ah, sì?» fece l'altro.
Nero si sentì afferrare per i capelli e spingere in giù. Finì col viso affondato in un cuscino e la mano che ce l'aveva spinto continuò a tenercelo premuto contro.
«Adesso voglio vedere come mi prenderai a testate, ragazzo...» lo sfotté apertamente mentre con l'altra mano gli stringeva il pene e cominciava a masturbarlo.
Il ragazzo emise un verso strozzato che venne soffocato dal cuscino. Iniziava a provare piacere fisico nonostante non fosse dell'umore per certe cose. Doveva ammettere che Dante era veramente bravo a stimolare determinate reazioni nel suo corpo, specialmente perché ci riusciva contro la sua volontà.
Il più grande si stava divertendo veramente tanto: vedere il suo fidanzato scalpitare e tentare di sfuggirgli inutilmente era meraviglioso, soprattutto perché avvertiva distintamente la tensione dei suoi muscoli. Sapeva di essere in vantaggio su di lui e quella consapevolezza gli dava una inebriante sensazione di onnipotenza assoluta.
Nero stringeva i denti e cercava di reprimere i gemiti che spontaneamente gli risalivano verso le labbra. Era difficile controllarsi ma si sforzava di farlo per non dare soddisfazione alcuna al suo partner, contro il quale al momento provava solamente un odio che cresceva esponenzialmente attimo dopo attimo.
Avrebbe voluto controllare completamente anche le reazioni del suo corpo, ma cose come l'erezione - che l'altro stringeva quasi fosse una sua proprietà - erano fuori dalla sua sfera d'influenza volontaria. Erano reazioni fisiologiche in risposta a determinati stimoli, nulla di più.
Era fisicamente eccitato. Le gambe gli si erano leggermente intorpidite e ansimava. L'aria che gli arrivava con l'ostacolo del cuscino non era poi molta ma doveva farsela bastare perché Dante non sembrava intenzionato a lasciargli libertà di muovere il capo.
«Su, ragazzo non dirmi che non ti piace...» gli disse, leccandogli il piccolo rilievo della spina dorsale.
Era una bella sensazione, su quello non aveva dubbi; tuttavia, lui non voleva farlo.
Fece per protestare ma le sue parole vennero trasformate in un'accozzaglia di versi incoerenti dal cuscino contro cui la sua faccia era premuta.
Era un vero esperto: sapeva esattamente cosa fare perché lui godesse il più possibile.
Dante accelerò di colpo il ritmo della mano, stringendo di più la presa sul suo organo. Nero s'inarcò ed ansimò quasi dolorosamente mentre avvertiva il picco d'estasi avvicinarsi sempre di più.
«È arrivato il mio dessert» annunciò Dante un attimo prima che il suo compagno raggiungesse l'orgasmo.
Quest'ultimo avvertì il peso del corpo del partner svanire all'improvviso da sopra di lui e la sua bocca chiudersi attorno all'estremità della sua erezione.
Nero venne copiosamente e Dante inghiottì il suo seme come se fosse un nettare prezioso, senza lasciarne cadere neanche una goccia.
Nero si rimise in piedi e lo guardò dall'alto mentre succhiava avido. Non poté fare a meno di arrossire all'evidente oscenità dello spettacolo.
Quand'ebbe finito l'uomo si staccò dal pene del più giovane e sollevò lo sguardo ad incrociare il suo: nei suoi occhi si leggeva una soddisfazione piuttosto palese che in qualche modo irritò particolarmente il più piccolo.
«Delizioso» commentò Dante, al che Nero ritrovò la forza di agire e gli assestò un pugno nello zigomo sinistro che lo scaraventò dalla parte opposta della stanza.
Dante si accasciò ai piedi della parete massaggiandosi il viso nel punto leso, guardando Nero che sopraggiungeva massaggiandosi la mano destra.
«Razza di maniaco, adesso te lo faccio capire io che significa "non ho voglia"...» minacciò facendo scricchiolare le nocche dell'arto.