fiamma_drakon (
fiamma_drakon) wrote2014-07-27 02:48 pm
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Distrazioni prima di cena
Titolo: Distrazioni prima di cena
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Slice of life
Personaggi: Dante, Nero
Wordcount: 1626 (
fiumidiparole)
Prompt: Snack Salati / #03 - Crostino @
diecielode
Note: Age difference, Fisting, Lemon, Rimming, Yaoi
Dante si interruppe posando lo sguardo sul minore, che lo fissò di rimando con aria infastidita e confusa insieme.
«Che hai da guardare?» chiese.
«Sei sexy in quella posizione, ragazzo» rispose l'altro senza mezzi termini «Stai cercando di stuzzicarmi?».
L'afa estiva riusciva ad essere intollerabile anche all'ora di cena, quando invece - almeno in linea teorica - il sole doveva essere ormai prossimo al tramonto ed il crepuscolo alle porte.
Nero era sdraiato sul divano della Devil May Cry, nudo ad eccezione dei boxer aderenti che non nascondevano affatto la sua virilità ma anzi parevano metterla particolarmente in evidenza. Era appena uscito da una doccia rigorosamente fredda e pertanto aveva ancora la pelle imperlata di minute goccioline d'acqua e i capelli bianchi pettinati all'indietro.
Aveva fatto per ultimo la doccia per permettere a Dante di andare a preparare la cena. Sperava che così una volta uscito avrebbe potuto mangiare subito e poi andare a cercarsi un posto in quell'ufficio dove non cuocere come una bistecca alla brace. Peccato che il suo fidanzato non fosse esattamente un cuoco provetto e che pertanto gli occorresse tempo per preparare i pasti. Parecchio tempo.
Lo stomaco di Nero emise un brontolio chiaramente udibile nel silenzio della stanza ed il ragazzo storse le labbra in una smorfia di disappunto mentre voltava il viso cercando di inquadrare nel suo campo visivo la porta della cucina.
«Ma quanto ci mette...?» si chiese tra sé, roteando gli occhi al cielo. Avrebbe voluto mangiare prima di andare a dormire - non che programmasse di andare a letto troppo presto.
Si mise seduto e i capelli umidi gli ricaddero di traverso sugli occhi. Mentre si alzava li pettinò di nuovo indietro e si stiracchiò leggermente. Aveva intenzione di andare a vedere come se la stava cavando e, nel caso, dargli una mano. Era stanco di aspettare ed il suo stomaco stava cominciando a protestare in maniera un po' troppo fastidiosa.
Attraversò a piedi nudi l'ufficio e si affacciò alla porta continuando a tenersi indietro i capelli.
«Dante?» domandò entrando in cucina.
Rimase a guardare il profilo posteriore dell'uomo, interessato.
Dopo la doccia aveva indossato un paio di slip rossi ed un grembiulino azzurro piuttosto piccolo per la sua corporatura. Nero gli aveva fatto più volte presente che quell'indumento sembrava sul punto di esplodere ogni volta che lo costringeva ad accogliere il suo corpo e che sarebbe stato meglio comprarne uno nuovo ma lui si ostinava a tenerlo adducendo come scusa il fatto che gli piaceva come gli stava addosso.
La grandezza delle sue spalle e della sua schiena era talmente messa in evidenza da quello straccio da far venir voglia a Nero di cingerlo.
Dante era circondato da vassoi ricoperti di crostini conditi in vario modo: salse di tutti i tipi, affettato, formaggio e chi più ne ha più ne metta. Era tutta roba già pronta e nient'affatto salutare, però era molto più appetibile della solita pizza. Era per questo che si erano accordati per una cena a base di crostini farciti.
«Quanto ci vuole ancora? Sono solo crostini!» esclamò Nero, avanzando nella stanza.
«Non penso che con un paio di crostini ti riempiresti la pancia, ragazzo, sai?» ribatté il più grande a tono, voltandosi «Lasciami lav...».
Dante si interruppe posando lo sguardo sul minore, che lo fissò di rimando con aria infastidita e confusa insieme.
«Che hai da guardare?» chiese.
«Sei sexy in quella posizione, ragazzo» rispose l'altro senza mezzi termini «Stai cercando di stuzzicarmi?».
Nero sorrise con arroganza e si avvicinò a Dante ancheggiando pesantemente, esagerando di proposito ogni movimento.
Si piazzò dirimpetto al più grande e lo afferrò per il grembiule, attirandolo a sé.
«E se anche lo stessi facendo?» bisbigliò, protendendo la lingua a leccare le labbra del più alto.
«Be', in tal caso... dovremmo ritardare la cena» replicò quest'ultimo.
«Non esiste».
Nero afferrò un crostino e se lo infilò in bocca per intero, masticando con gusto.
«Uhm... buono» commentò, afferrando il contenitore della salsa ketchup «Però a me andrebbe anche qualche altra cosa...».
Volse con un gesto spiccio il suo partner e gli si addossò al posteriore e alla schiena, facendogli percepire contro il sedere il rigonfiamento per adesso morbido che gli stava tra le gambe.
Con la mano libera gli accarezzò l'addome attraverso il tessuto sottile del grembiule.
«Oh, ragazzo...» mormorò Dante, abbozzando un sorriso malizioso, strusciando volutamente il suo posteriore contro il suo corpo «Che hai intenzione di fare?».
«Assaggiarti con un po' di condimento...» propose con gli occhi pieni di lussuria.
«Prego, fa' pure... avevo giusto bisogno di distrarmi da queste noiose incombenze domestiche» acconsentì Dante, calandosi gli slip e calciandoli via; dopodiché slacciò anche il grembiule e se lo sfilò di dosso.
Nero gli accarezzò la pancia nuda fino a scendere sul suo inguine, accogliendo nel palmo del Devil Bringer il suo scroto, massaggiandolo e stuzzicandolo apertamente.
«Ohw...».
Dante gemette piacevolmente, appoggiandosi con entrambe le mani sul bordo del bancone e divaricando le gambe. Quando Nero non si preoccupava solo della sua erezione ma prendeva in considerazione anche il resto significava che aveva intenzione di fare le cose per bene.
«Continua-ah!... sì, ohw...» mugolò ancora.
Nero sapeva precisamente dove si trovassero i suoi punti più sensibili e non nascondeva minimamente il godimento del sentirlo gemere così forte.
Dante si eccitò in fretta, molto più di quanto occorse invece al suo partner per diventare duro, poiché nessuno - neppure lui stesso - si stava occupando del suo pene.
Non appena lo reputò opportuno, Nero aprì il flacone di ketchup e se ne versò una generosa dose su indice e medio del Devil Bringer, schizzando ovviamente anche il pavimento - cosa di cui però non si avvide e non si preoccupò.
Gli allargò le natiche con l'altra mano ed inserì lentamente le dita sporche di salsa. Dante s'irrigidì e raddrizzò le spalle mandando un gemito roco che segnalava l'avvenuta penetrazione.
Nero passò più volte attraverso lo sfintere, godendo nel vedere il suo partner contorcersi ogni volta che reinseriva le dita e nell'avvertire le tipiche ritmiche contrazioni della muscolatura che si allargava per accogliere il corpo estraneo.
Dante stava cercando di resistere con tutto se stesso all'impulso di voltarsi e limonare Nero con tutta la passione di cui era capace. Se non altro sarebbe servito a non accumulare dentro tanta tensione sessuale da rischiare di esplodere. Invece si opponeva e cercava di sfogarsi masturbandosi in sincrono con le incursioni del più giovane.
Dopo qualche minuto percepì qualcosa di freddo e liquido che gli gocciolava dalla base della schiena verso il fondoschiena e le dita del ragazzo che venivano rimosse dalla sua apertura.
«Ragazzo cosa stai...?» esordì ma s'interruppe subito sentendo qualcosa di morbido che gli accarezzava la pelle attorno al suo sfintere.
«Profumi ancora di bagnoschiuma, sai?» esclamò Nero a mezza voce, palpandogli una natica con la mano libera, prima di cingergli il bacino con forza ed affondare tra le sue chiappe il viso.
Gli intrufolò la lingua nello sfintere, leccando il ketchup all'esterno e procedendo all'interno sforzandosi di raggiungere le zone più intime.
Dante piegò all'indietro la testa e cacciò un gridolino roco.
«Nero...!» chiamò ansimando.
Al minore piaceva quando lo chiamava per nome, per cui accelerò i movimenti con la lingua, certo di dargli ancora più piacere.
La sua previsione fu talmente corretta che Dante raggiunse l'orgasmo, eiaculando violentemente. Lasciò la presa sul proprio pene, per cui il suo sperma schizzò tra le sue cosce e sul pavimento. Ciò tuttavia non impedì a Nero di continuare a divertirsi e soprattutto a farlo godere.
L'uomo rimase teso e la sua erezione iniziò a riacquisire il turgore perso a seguito dell'eiaculazione.
«Ragazzo mettici qualcosa di più lungo e grosso...» gemette, aggrappandosi di nuovo al suo organo pensile e riprendendo a masturbarsi con un certo impeto «Vai più a fondo».
«Quanto vuoi che vada a fondo?» domandò l'altro, leccandosi il ketchup con cui si era involontariamente cosparso il viso poco prima.
«Il più possibile... oh!».
«Bene, allora ho proprio quello che fa al caso tuo...».
Nero sorrise mentre inseriva le dita del Devil Bringer nel suo fondoschiena.
«Rimani rilassato, okay?» gli disse il più giovane, ma già l'altro si stava agitando e contorcendo.
«Vai a fondo-oh!» mugolò cercando di premere il proprio corpo sulla mano di Nero.
«Sta' fermo» gli ordinò quest'ultimo mentre gli inseriva la mano per intero nel sedere e poi proseguiva con l'avambraccio.
Le falangi si mossero contro i suoi muscoli, toccando e stuzzicando, facendo ansimare e gemere con voce acuta il suo partner.
Nero venne sulla scia delle sue esternazioni oscene di piacere ed eiaculò sul pavimento senza curarsi di sporcare.
Dante si masturbava con foga e movimenti scoordinati, cercando di assecondare le ondate di piacere che gli diffondevano in corpo sempre più forti.
Venne una seconda volta e in maniera ancora più copiosa; dopodiché fu sopraffatto da una tale stanchezza che non riuscì a rimanere in piedi un minuto di più.
Le sue gambe cedettero ed il cacciatore di demoni crollò. Sarebbe caduto come un sacco di patate a terra se non fosse stato per la mano che Nero gli aveva infilato nel didietro.
Cacciò un grido di dolore ed estasi insieme e cercò di rialzarsi in piedi ma non ci riuscì.
Nero lo afferrò per un braccio e lo sostenne mentre gli toglieva dal fondoschiena il Devil Bringer, quindi lo depositò a terra.
«Idiota, che ti è preso?» ringhiò irritato «Così ti fai solo male!».
«Mi hanno ceduto le gambe...» boccheggiò il più vecchio, appoggiandosi con la schiena al bancone «Non l'ho fatto di proposito... ahi!».
Nero avrebbe continuato a rimproverarlo, però sapeva come ci si sentiva dopo essere appena venuti, specialmente quando si faceva per più volte consecutivamente.
La sua espressione da alterata divenne improvvisamente comprensiva.
Prese un vassoio e lo abbassò in modo che Dante ci potesse arrivare.
«Mangia e riprenditi un po', altrimenti dovrò portarti in spalla fino in camera» asserì. Era il massimo che riusciva a fare per manifestare il proprio affetto in momenti del genere.
Dante guardò la distesa di crostini che gli veniva presentata ed abbozzò un sorriso mentre si serviva.
Nero aveva ragione: era esausto e gli era venuta una gran fame, molta più di quanta ne avesse prima.
«Per fortuna avevi quasi finito di preparare, altrimenti avrei dovuto farlo io» commentò Nero, sedendosi vicino a lui prendendo un altro vassoio.
«Oh, già è vero. A te non riesce...» disse Dante ridendo.
«Divertiti finché puoi: domani vedrai che dolore...» replicò il più giovane indispettito.
«Ragazzo, credimi: lo so già» controbatté Dante con rassegnazione, prima di ingurgitare un altro crostino.
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Slice of life
Personaggi: Dante, Nero
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Prompt: Snack Salati / #03 - Crostino @
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Note: Age difference, Fisting, Lemon, Rimming, Yaoi
Dante si interruppe posando lo sguardo sul minore, che lo fissò di rimando con aria infastidita e confusa insieme.
«Che hai da guardare?» chiese.
«Sei sexy in quella posizione, ragazzo» rispose l'altro senza mezzi termini «Stai cercando di stuzzicarmi?».
L'afa estiva riusciva ad essere intollerabile anche all'ora di cena, quando invece - almeno in linea teorica - il sole doveva essere ormai prossimo al tramonto ed il crepuscolo alle porte.
Nero era sdraiato sul divano della Devil May Cry, nudo ad eccezione dei boxer aderenti che non nascondevano affatto la sua virilità ma anzi parevano metterla particolarmente in evidenza. Era appena uscito da una doccia rigorosamente fredda e pertanto aveva ancora la pelle imperlata di minute goccioline d'acqua e i capelli bianchi pettinati all'indietro.
Aveva fatto per ultimo la doccia per permettere a Dante di andare a preparare la cena. Sperava che così una volta uscito avrebbe potuto mangiare subito e poi andare a cercarsi un posto in quell'ufficio dove non cuocere come una bistecca alla brace. Peccato che il suo fidanzato non fosse esattamente un cuoco provetto e che pertanto gli occorresse tempo per preparare i pasti. Parecchio tempo.
Lo stomaco di Nero emise un brontolio chiaramente udibile nel silenzio della stanza ed il ragazzo storse le labbra in una smorfia di disappunto mentre voltava il viso cercando di inquadrare nel suo campo visivo la porta della cucina.
«Ma quanto ci mette...?» si chiese tra sé, roteando gli occhi al cielo. Avrebbe voluto mangiare prima di andare a dormire - non che programmasse di andare a letto troppo presto.
Si mise seduto e i capelli umidi gli ricaddero di traverso sugli occhi. Mentre si alzava li pettinò di nuovo indietro e si stiracchiò leggermente. Aveva intenzione di andare a vedere come se la stava cavando e, nel caso, dargli una mano. Era stanco di aspettare ed il suo stomaco stava cominciando a protestare in maniera un po' troppo fastidiosa.
Attraversò a piedi nudi l'ufficio e si affacciò alla porta continuando a tenersi indietro i capelli.
«Dante?» domandò entrando in cucina.
Rimase a guardare il profilo posteriore dell'uomo, interessato.
Dopo la doccia aveva indossato un paio di slip rossi ed un grembiulino azzurro piuttosto piccolo per la sua corporatura. Nero gli aveva fatto più volte presente che quell'indumento sembrava sul punto di esplodere ogni volta che lo costringeva ad accogliere il suo corpo e che sarebbe stato meglio comprarne uno nuovo ma lui si ostinava a tenerlo adducendo come scusa il fatto che gli piaceva come gli stava addosso.
La grandezza delle sue spalle e della sua schiena era talmente messa in evidenza da quello straccio da far venir voglia a Nero di cingerlo.
Dante era circondato da vassoi ricoperti di crostini conditi in vario modo: salse di tutti i tipi, affettato, formaggio e chi più ne ha più ne metta. Era tutta roba già pronta e nient'affatto salutare, però era molto più appetibile della solita pizza. Era per questo che si erano accordati per una cena a base di crostini farciti.
«Quanto ci vuole ancora? Sono solo crostini!» esclamò Nero, avanzando nella stanza.
«Non penso che con un paio di crostini ti riempiresti la pancia, ragazzo, sai?» ribatté il più grande a tono, voltandosi «Lasciami lav...».
Dante si interruppe posando lo sguardo sul minore, che lo fissò di rimando con aria infastidita e confusa insieme.
«Che hai da guardare?» chiese.
«Sei sexy in quella posizione, ragazzo» rispose l'altro senza mezzi termini «Stai cercando di stuzzicarmi?».
Nero sorrise con arroganza e si avvicinò a Dante ancheggiando pesantemente, esagerando di proposito ogni movimento.
Si piazzò dirimpetto al più grande e lo afferrò per il grembiule, attirandolo a sé.
«E se anche lo stessi facendo?» bisbigliò, protendendo la lingua a leccare le labbra del più alto.
«Be', in tal caso... dovremmo ritardare la cena» replicò quest'ultimo.
«Non esiste».
Nero afferrò un crostino e se lo infilò in bocca per intero, masticando con gusto.
«Uhm... buono» commentò, afferrando il contenitore della salsa ketchup «Però a me andrebbe anche qualche altra cosa...».
Volse con un gesto spiccio il suo partner e gli si addossò al posteriore e alla schiena, facendogli percepire contro il sedere il rigonfiamento per adesso morbido che gli stava tra le gambe.
Con la mano libera gli accarezzò l'addome attraverso il tessuto sottile del grembiule.
«Oh, ragazzo...» mormorò Dante, abbozzando un sorriso malizioso, strusciando volutamente il suo posteriore contro il suo corpo «Che hai intenzione di fare?».
«Assaggiarti con un po' di condimento...» propose con gli occhi pieni di lussuria.
«Prego, fa' pure... avevo giusto bisogno di distrarmi da queste noiose incombenze domestiche» acconsentì Dante, calandosi gli slip e calciandoli via; dopodiché slacciò anche il grembiule e se lo sfilò di dosso.
Nero gli accarezzò la pancia nuda fino a scendere sul suo inguine, accogliendo nel palmo del Devil Bringer il suo scroto, massaggiandolo e stuzzicandolo apertamente.
«Ohw...».
Dante gemette piacevolmente, appoggiandosi con entrambe le mani sul bordo del bancone e divaricando le gambe. Quando Nero non si preoccupava solo della sua erezione ma prendeva in considerazione anche il resto significava che aveva intenzione di fare le cose per bene.
«Continua-ah!... sì, ohw...» mugolò ancora.
Nero sapeva precisamente dove si trovassero i suoi punti più sensibili e non nascondeva minimamente il godimento del sentirlo gemere così forte.
Dante si eccitò in fretta, molto più di quanto occorse invece al suo partner per diventare duro, poiché nessuno - neppure lui stesso - si stava occupando del suo pene.
Non appena lo reputò opportuno, Nero aprì il flacone di ketchup e se ne versò una generosa dose su indice e medio del Devil Bringer, schizzando ovviamente anche il pavimento - cosa di cui però non si avvide e non si preoccupò.
Gli allargò le natiche con l'altra mano ed inserì lentamente le dita sporche di salsa. Dante s'irrigidì e raddrizzò le spalle mandando un gemito roco che segnalava l'avvenuta penetrazione.
Nero passò più volte attraverso lo sfintere, godendo nel vedere il suo partner contorcersi ogni volta che reinseriva le dita e nell'avvertire le tipiche ritmiche contrazioni della muscolatura che si allargava per accogliere il corpo estraneo.
Dante stava cercando di resistere con tutto se stesso all'impulso di voltarsi e limonare Nero con tutta la passione di cui era capace. Se non altro sarebbe servito a non accumulare dentro tanta tensione sessuale da rischiare di esplodere. Invece si opponeva e cercava di sfogarsi masturbandosi in sincrono con le incursioni del più giovane.
Dopo qualche minuto percepì qualcosa di freddo e liquido che gli gocciolava dalla base della schiena verso il fondoschiena e le dita del ragazzo che venivano rimosse dalla sua apertura.
«Ragazzo cosa stai...?» esordì ma s'interruppe subito sentendo qualcosa di morbido che gli accarezzava la pelle attorno al suo sfintere.
«Profumi ancora di bagnoschiuma, sai?» esclamò Nero a mezza voce, palpandogli una natica con la mano libera, prima di cingergli il bacino con forza ed affondare tra le sue chiappe il viso.
Gli intrufolò la lingua nello sfintere, leccando il ketchup all'esterno e procedendo all'interno sforzandosi di raggiungere le zone più intime.
Dante piegò all'indietro la testa e cacciò un gridolino roco.
«Nero...!» chiamò ansimando.
Al minore piaceva quando lo chiamava per nome, per cui accelerò i movimenti con la lingua, certo di dargli ancora più piacere.
La sua previsione fu talmente corretta che Dante raggiunse l'orgasmo, eiaculando violentemente. Lasciò la presa sul proprio pene, per cui il suo sperma schizzò tra le sue cosce e sul pavimento. Ciò tuttavia non impedì a Nero di continuare a divertirsi e soprattutto a farlo godere.
L'uomo rimase teso e la sua erezione iniziò a riacquisire il turgore perso a seguito dell'eiaculazione.
«Ragazzo mettici qualcosa di più lungo e grosso...» gemette, aggrappandosi di nuovo al suo organo pensile e riprendendo a masturbarsi con un certo impeto «Vai più a fondo».
«Quanto vuoi che vada a fondo?» domandò l'altro, leccandosi il ketchup con cui si era involontariamente cosparso il viso poco prima.
«Il più possibile... oh!».
«Bene, allora ho proprio quello che fa al caso tuo...».
Nero sorrise mentre inseriva le dita del Devil Bringer nel suo fondoschiena.
«Rimani rilassato, okay?» gli disse il più giovane, ma già l'altro si stava agitando e contorcendo.
«Vai a fondo-oh!» mugolò cercando di premere il proprio corpo sulla mano di Nero.
«Sta' fermo» gli ordinò quest'ultimo mentre gli inseriva la mano per intero nel sedere e poi proseguiva con l'avambraccio.
Le falangi si mossero contro i suoi muscoli, toccando e stuzzicando, facendo ansimare e gemere con voce acuta il suo partner.
Nero venne sulla scia delle sue esternazioni oscene di piacere ed eiaculò sul pavimento senza curarsi di sporcare.
Dante si masturbava con foga e movimenti scoordinati, cercando di assecondare le ondate di piacere che gli diffondevano in corpo sempre più forti.
Venne una seconda volta e in maniera ancora più copiosa; dopodiché fu sopraffatto da una tale stanchezza che non riuscì a rimanere in piedi un minuto di più.
Le sue gambe cedettero ed il cacciatore di demoni crollò. Sarebbe caduto come un sacco di patate a terra se non fosse stato per la mano che Nero gli aveva infilato nel didietro.
Cacciò un grido di dolore ed estasi insieme e cercò di rialzarsi in piedi ma non ci riuscì.
Nero lo afferrò per un braccio e lo sostenne mentre gli toglieva dal fondoschiena il Devil Bringer, quindi lo depositò a terra.
«Idiota, che ti è preso?» ringhiò irritato «Così ti fai solo male!».
«Mi hanno ceduto le gambe...» boccheggiò il più vecchio, appoggiandosi con la schiena al bancone «Non l'ho fatto di proposito... ahi!».
Nero avrebbe continuato a rimproverarlo, però sapeva come ci si sentiva dopo essere appena venuti, specialmente quando si faceva per più volte consecutivamente.
La sua espressione da alterata divenne improvvisamente comprensiva.
Prese un vassoio e lo abbassò in modo che Dante ci potesse arrivare.
«Mangia e riprenditi un po', altrimenti dovrò portarti in spalla fino in camera» asserì. Era il massimo che riusciva a fare per manifestare il proprio affetto in momenti del genere.
Dante guardò la distesa di crostini che gli veniva presentata ed abbozzò un sorriso mentre si serviva.
Nero aveva ragione: era esausto e gli era venuta una gran fame, molta più di quanta ne avesse prima.
«Per fortuna avevi quasi finito di preparare, altrimenti avrei dovuto farlo io» commentò Nero, sedendosi vicino a lui prendendo un altro vassoio.
«Oh, già è vero. A te non riesce...» disse Dante ridendo.
«Divertiti finché puoi: domani vedrai che dolore...» replicò il più giovane indispettito.
«Ragazzo, credimi: lo so già» controbatté Dante con rassegnazione, prima di ingurgitare un altro crostino.