fiamma_drakon: (p0rn...?)
fiamma_drakon ([personal profile] fiamma_drakon) wrote2014-08-24 10:08 am

Colazione in tenda

Titolo: Colazione in tenda
Rating: Verde
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life
Personaggi: Chrom, Fem!Daraen, Gaius
Wordcount: 1849 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: Colourful Red / #10 - Tuorlo @ [livejournal.com profile] diecielode
Note: Het
A quel punto Daraen si chinò sull'uomo e sussurrò ancora: «Gaius?».
Quest'ultimo mugugnò un verso incomprensibile ma non si svegliò.
La ragazza decise allora di mettere in campo la sua ultima risorsa: anche se con un po' d'imbarazzo, si piegò sul viso di Gaius e congiunse le proprie labbra con le sue, baciandolo in maniera sempre più incalzante, dato che il suo obiettivo era ottenere una qualche reazione da parte sua.


Da quando Gaius le si era apertamente dichiarato, Daraen aveva cominciato ad interessarsi anche a studi diversi da quelli tipici di una stratega impegnata in una battaglia importante al servizio della casata reggente d'Ylisse. 
«Stai di nuovo leggendo libri di cucina, Daraen?». 
Chrom fece il suo ingresso nella tenda di Daraen con nonchalance, scostando il telo che ne sigillava blandamente l'apertura. 
Era certo che nonostante fosse mattina e fosse ancora presto la stratega fosse già in piedi ed effettivamente aveva ragione. Daraen era seduta come sempre vicino al suo tavolo ingombro di libri di epoche diverse trattanti tutti lo stesso argomento, più o meno: battaglie e grandi strateghi di altri tempi. Solo ultimamente su quel tavolo avevano cominciato a fare la loro comparsa, nascosti qua e là, anche libri di ben altra natura, che adesso giacevano aperti e accatastati sopra a tutti gli altri. 
Daraen sollevò di scatto gli occhi dalla sua lettura e arrossì vistosamente: era stata colta in flagrante mentre si distraeva dal suo lavoro. 
«Chrom io...» iniziò a scusarsi ma l'altro le fece un cenno con la mano che stava a significare che non importava scusarsi. 
«Gaius ti tiene impegnata, eh?» domandò gioviale, avvicinandosi a lei e sorridendole. 
Sembrava non importargli molto di cosa stava trascurando per dedicarsi al suo nuovo hobby. Un altro comandante a quel punto  on ogni probabilità le avrebbe fatto una ramanzina sulla pubblica piazza dell'accampamento e le avrebbe sequestrato tutto ciò che non era strettamente necessario ai fini della guerra in atto ma Chrom era fatto così: gli piaceva guadagnarsi la fiducia dei suoi uomini - e delle donne, naturalmente - permettendo loro di avere anche altri impegni al di là di quello militare e cercando di aiutare o consigliare laddove possibile. 
Daraen si appoggiò in grembo il libro ed emise un sospiro rassegnato. 
«Gaius è incontenibile. Ultimamente mangia talmente tanti dolci che non so come faccia a non sentirsi male... ah!» spiegò mentre le spalle esili si curvavano sotto l'invisibile peso della situazione. 
«E tu stai cercando di aiutarlo a raddrizzare la sua dieta...» tirò a indovinare Chrom. 
Prese una sedia e l'avvicinò a quella della ragazza, accomodandosi accanto a lei. 
«Sì, ma...» esitò un momento, imbarazzata «Io non sono brava in cucina, quindi sto cercando un aiuto qui» soggiunse «Solo che non trovo niente di abbastanza facile...». 
Chrom ci pensò su un momento. 
«Mi fai vedere quel libro?» chiese, cogliendo di sorpresa la ragazza. 
Quest'ultima gli porse il volume senza obiettare, sporgendosi sopra la sua spalla per vedere ma senza successo: lei era troppo piccola per essere capace di allungarsi oltre di lui; così si arrese a rimanere al suo posto. 
Addossandosi contro la sedia studiò lo sguardo assorto del nobile mentre sfogliava il libro di cucina. 
«Chrom tu sei bravo in cucina?» domandò di getto. Era strano vedere un uomo che si metteva a leggere con tale impegno un testo culinario. 
Il principe assunse un'espressione piena di disagio e imbarazzo mentre replicava: «No, sono una frana ai fornelli... però ho letto un sacco di questi quand'ero bambino. A Lissa piace cucinare...». 
«Oh... quindi hai dimestichezza con le ricette» concluse Daraen, divertita dall'immagine di un Chrom bambino che leggeva libri di cucina con la sua sorellina che si era creata mentalmente. 
«Un po' sì...» ammise con modestia Chrom prima di rivolgere di nuovo il tomo verso la sua proprietaria «Ecco, questo dovrebbe andare...». 
Daraen studiò per un istante la ricetta sulla pagina indicatale dal principe. 
«Uova sode...?» disse, confusa. 
«Non sono difficili da preparare» le fece presente Chrom «E se non sbaglio Cordelia è andata giusto ieri a fare rifornimenti, quindi le uova dovrebbero esserci». 
«Ma non è un po' scarso come pasto...?» continuò a chiedere Daraen, perplessa. 
Voleva che Gaius mangiasse in maniera più equilibrata, non metterlo a dieta. 
Chrom ci rifletté su qualche istante. 
«Considerata l'ora, se accompagni un paio di uova sode con del prosciutto e del pane dovrebbe essere una buona colazione... non ti pare?» suggerì Chrom. 
Non sarà stato bravo ai fornelli però era senz'altro bravo a dispensare consigli sulle ricette. 
Daraen annuì entusiasta. Prese uno dei segnalibri sparsi sul tavolo e lo infilò in gran fretta all'interno del libro, lo chiuse e si alzò in piedi. 
«Vado a lavorare. Gaius dorme sempre fino a tardi» dichiarò prima di rivolgere un caldo sorriso riconoscente a Chrom «Grazie per il suggerimento». 
«Di niente» rispose l'altro con una leggera scrollata di spalle. 
Daraen uscì dalla sua tenda di gran fretta, prendendo la strada per la tenda in cui era stata predisposta la cucina. 
 
Gaius dormiva profondamente nella sua tenda nonostante fosse ormai mattino inoltrato. L'uomo era sdraiato prono nella sua branda, la coperta abbandonata su di lui come un vecchio cencio che non riusciva neanche a coprirlo per intero tant'era scomposta la sua posizione; infatti entrambi i polpacci sbucavano da sotto la coperta. Il braccio sinistro pendeva fuori della branda, inerte, arrivando fin quasi a terra. Dal lato della bocca cadeva un sottile filo di bava ad unire il suo viso con la piccola pozza di saliva che si era creata sul cuscino nella notte. 
La sua espressione beata era senz'altro sintomo di un bel sogno. 
«Gaiuuus...?» chiamò a mezza voce Daraen entrando nella sua tenda trasportando un vassoio. 
Ristette sull'ingresso nel constatare che stava ancora dormendo e, con le guance leggermente arrossate, ne studiò il profilo sotto la coperta. 
Nonostante la sua dieta anomala conservava un bel fisico. A detta sua prima della guerra era ancor più tonico e muscoloso ma a Daraen piaceva anche così, un po' più rotondo soprattutto sul ventre e sui glutei. 
Si accostò alla branda lentamente, chiamandolo di nuovo per nome, stavolta a voce un po' più alta. 
Gaius si mosse, rotolando su un fianco e avvolgendosi dentro la coperta come un salame, finendo in posizione supina in precario equilibrio sul bordo del giaciglio. 
Daraen rise a bassa voce, incapace di trattenersi di fronte a tanta tenerezza e innocenza, quindi si accostò ancora posando il vassoio sul tavolino di legno vicino alla testata del letto. 
A quel punto Daraen si chinò sull'uomo e sussurrò ancora: «Gaius?». 
Quest'ultimo mugugnò un verso incomprensibile ma non si svegliò. 
La ragazza decise allora di mettere in campo la sua ultima risorsa: anche se con un po' d'imbarazzo, si piegò sul viso di Gaius e congiunse le proprie labbra con le sue, baciandolo in maniera sempre più incalzante, dato che il suo obiettivo era ottenere una qualche reazione da parte sua. 
Gaius emerse dal sonno lentamente. Le labbra che si muovevano sulle sue, morbide e insistenti, lo accolsero piacevolmente nel suo ritorno alla coscienza. 
Un braccio si levò in cerca della spalla della sua controparte. Una volta trovata, le sue dita andarono ad attorcigliarsi ai lisci capelli che vi erano adagiati. Nel mentre si sollevò leggermente per andare incontro a quella bocca così invitante. Sporgendosi, però, il suo stato di precario equilibrio venne meno: la branda si ribaltò su un lato e Gaius cadde addosso a Daraen. A completare il tutto, anche il letto finì su di loro. 
L'uomo si dibatté nelle coperte, colto di sorpresa e spaventato dall'accaduto. La ragazza invece cercò di sollevare la branda, che per fortuna non era molto pesante, non essendo provvista di materasso. 
«Gaius, stai bene? Sei ferito?» domandò apprensiva lei. 
Lui per contro si mise seduto bruscamente, ignorando le gambe ancora avvinghiate nel lenzuolo. 
«No, sto bene» le carezzò il viso «Tu piuttosto?». 
«Non mi sono fatta niente» lo tranquillizzò. 
Gaius scivolò fuori da sotto la branda, si mise in piedi e aiutò la sua compagna a risistemare il letto. 
Mentre si muoveva il groviglio di coperte attorno ai fianchi si allentò ed il tessuto gli scivolò via di dosso rivelando la sua biancheria. Lui però non se ne accorse subito: fu solo quand'ebbe posto rimedio al piccolo incidente ed ebbe udito la risatina di Daraen che notò dove puntava il suo sguardo. 
Cercò in qualche modo di coprirsi, imbarazzato per la sua forma fisica non proprio al meglio - non voleva che sua moglie lo vedesse in quello stato - ma la stratega albina gli bloccò il braccio con cui stava recuperando la coperta. 
«Ti vergogni ancora a farti vedere senza vestiti da me...?» chiese divertita «Gaius quante volte ti ho detto che non devi farti problemi per il tuo fisico...». 
L'uomo si morse il labbro inferiore, palesemente a disagio, decidendo infine di lasciar perdere il pudore e cambiare totalmente argomento. 
«Perché sei venuta a svegliarmi? In genere non è una cosa che fai, soprattutto... in quel modo...» disse, riferendosi al bacio di poco prima. 
Daraen gli sorrise. 
«Ti ho portato la colazione» spiegò, accennando al tavolinetto. Per fortuna almeno quello era scampato al trambusto di poco prima. 
Gaius notò solo allora il vassoio posatovi sopra contenente un bicchiere con quella che aveva tutta l'aria di essere una spremuta e due piatti, uno più grande con tre uova sode e diverse fette di prosciutto e l'altro più piccolo con alcune fette di pane tagliate spesse. 
Gaius si accorse subito che il pasto non includeva cibi dolci, particolare che gli fece immediatamente capire chi ne fosse l'artefice. 
«L'hai preparata tu?» chiese. 
Da quando si erano sposati non aveva mai visto Daraen affaccendarsi intorno ai fornelli. Del resto, era perfettamente comprensibile dato il ruolo che ricopriva nell'esercito. 
Daraen lo fissò con le guance imporporate. Gaius la trovava adorabile quando era a disagio. 
«Sì, volevo che tu mangiassi qualcosa di salato. Troppi dolci ti fanno male e tu ne mangi già abbastanza!» lo rimproverò dolcemente «Spero solo che sia buona...». 
Gaius fu colto da un momento di infinita tenerezza che infiammò le sue guance fino alle orecchie: Daraen si preoccupava davvero così tanto per la sua salute...? Perché non se ne era accorto subito? 
«Sarà buona senz'altro» disse l'ex ladro sorridendo alla sua dolce metà. 
Prese il vassoio e si sedette sulla branda sistemandoselo sulle gambe; dopodiché prese un uovo e se lo portò alla bocca, mordendo forte. 
Dall'interno schizzò fuori qualcosa di giallo-arancio che colpì in faccia Gaius, facendolo ritrarre per la sorpresa - e soprattutto perché, qualsiasi cosa fosse, bruciava ancora. 
Posò in fretta l'uovo e si pulì la guancia col dorso della mano emettendo uno stizzito verso di dolore. 
Daraen si portò una mano alla bocca. 
«Lo sapevo» disse costernata «Ho cotto male le uova!». 
Dalla sua espressione sembrava sentirsi mortalmente in colpa, come se avesse appena ucciso qualcuno. 
«Ma no... ho solo morso troppo forte...» cercò di rassicurarla il marito. 
«Il tuorlo non deve essere liquido ma duro come l'albume...» spiegò Daraen «Ah... avrei dovuto controllare che fosse venuto bene prima di...». 
«Ehi, calmati» Gaius le posò una mano sulla spalla «Non fa niente, è comunque buono». 
Come per darle concreta prova di ciò che aveva appena detto, riprese la metà di uovo e la ingurgitò in un sol boccone, stando attento a che il tuorlo con gocciolasse in giro. Masticò con gusto per alcuni secondi e poi decretò: «Delizioso». 
«Davvero?». 
Nella voce di sua moglie c'era un chiaro tono speranzoso. 
«Sicuro!» confermò con entusiasmo, prendendo un altro uovo. 
Mangiò voracemente sotto lo sguardo di Daraen, che osservava felice del suo operato. 
Era strano mangiare del cibo senza zuccheri vista la sua dieta degli ultimi tempi. Nonostante non ci fosse più abituato, il sapore salato gli piacque molto. A fargli apprezzare maggiormente il pasto si aggiunse anche il fatto che era stata Daraen a prepararlo. 
Quand'ebbe terminato la ragazza si riprese il vassoio e Gaius ne approfittò per cingerla e tenerla vicina a sé. 
«Oh, Gaius...?» fece lei sorpresa, perdendosi negli occhi di lui, talmente vicini da permetterle di scorgere il suo riflesso in essi. 
«Voglio... solo un altro bacio...» disse, accostandosi al suo volto ancora di più. 
Daraen esitò un momento prima di decidersi ad esaudire la sua richiesta. 
Si baciarono castamente e - quando si separarono - entrambi si fissarono assorti per alcuni momenti, in silenzio. 
«Ehm... cucinerai ancora per me?» chiese Gaius, spezzando il silenzio. 
«Sì» dichiarò Daraen, recuperando il suo tipico atteggiamento sicuro di sé «Ti farò rigare dritto, non preoccuparti!». 
Gaius sorrise di sghembo, facendola arrossire leggermente. 
«Non vedo l'ora di assaggiare qualche altro tuo manicaretto...!».