fiamma_drakon: dejichan © (Fiamma_Drakon)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Momenti intimi... infuocati
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Dante
Wordcount: 1222 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: 110. Vagabondo stanco @ [livejournal.com profile] 500themes_ita
Timeline: Ambientata durante DMC1
Note: Gen, Lemon, Missing Moment, Self!love, Weapon!kink
Dante rilassò i muscoli tesi delle gambe e delle braccia, senza però osare abbassare completamente la guardia, per non farsi cogliere totalmente impreparato in caso di un agguato a sorpresa.
«Finalmente un attimo di tregua...» esalò sollevato, abbandonandosi lieto contro il muro senza tuttavia scivolare seduto sul pavimento. Preferiva di gran lunga rimanere in piedi.


Il castello che dominava Mallet Island era molto più immenso di quanto potesse sembrare a primo sguardo e Dante - nonostante la sua natura di mezzo demone - cominciava ad essere stanco di impiegare ore e ore a girare sempre per le stesse stanze trovando di volta in volta nuove strade e cunicoli e demoni. 
L'albino si addossò contro una parete in una delle innumerevoli piccole stanze abbandonate del castello, abbassando le pistole e chiudendo gli occhi. 
«Quei demoni maledetti continuano a sbucare dal nulla...» sibilò a mezza voce, prestando attenzione ad eventuali rumori provenienti dalla tromba delle scale a chioccola per le quali si era inerpicato in cerca di qualche momento di tregua. 
Persino il suo udito finissimo da mezzo demone non riusciva a captare niente di più del proprio respiro leggermente affannoso. Nessun rumore di legno che sbatteva contro altro legno. Nessuna risata agghiacciante. 
Là dentro era da solo - almeno per il momento. 
Dante rilassò i muscoli tesi delle gambe e delle braccia, senza però osare abbassare completamente la guardia, per non farsi cogliere totalmente impreparato in caso di un agguato a sorpresa.  
«Finalmente un attimo di tregua...» esalò sollevato, abbandonandosi lieto contro il muro senza tuttavia scivolare seduto sul pavimento. Preferiva di gran lunga rimanere in piedi. 
Il cacciatore di demoni lasciò che una mano guantata di nero gli scivolasse ad accarezzare la porzione di addome immediatamente sotto l'ombelico, scendendo poi oltre la cintura che gli sosteneva i pantaloni. 
Un debole sorriso comparve sul suo viso, distendendo le sue labbra. Era palese che il gesto fosse causato dalle leggere carezze che le punte delle sue dita stavano eseguendo in corrispondenza del profilo poco evidente del suo pene. 
Aveva bisogno di riprendersi dalla sfiancante caccia ai demoni intrapresa in quell'orrendo e fatiscente castello e cosa c'era di meglio per riaversi di una sana masturbazione...? 
Abitando da solo presso la Devil May Cry e non essendo abituato a ricevere visite molto spesso - la maggior parte dei suoi lavori gli venivano annunciati tramite telefono - in qualche modo doveva pur sfogare le proprie necessità di carattere sessuale, che si facevano sentire ancora con forza - del resto, era ancora giovane e i suoi ormoni funzionavano a meraviglia. 
Era avvezzo a masturbarsi almeno un paio di volte al giorno, in numero maggiore quando si annoiava particolarmente. 
Si passò la lingua sul labbro superiore mentre con la mano libera si slacciava la cintura, dimostrando l'abilità che aveva acquisito in tanto tempo passato a trastullarsi da solo. Sempre con la stessa mano si calò le braghe e le mutande fino a metà coscia. A quel punto l'altra mano poté scivolare ad accarezzare la nuda pelle del suo pene, che si era leggermente ringalluzzito per le attenzioni che gli erano state appena rivolte. 
La sua presa era salda e la mano calda attorno al suo organo erogeno gli piaceva alquanto. 
Cominciò subito a muovere di buona lena la mano, stimolando subito una certa dose di piacere in sé. Non voleva perdere tempo, visto che c'era la concreta possibilità che da un momento all'altro si ritrovasse accerchiato da un'orda di demoni. 
Nella sua presa esperta il suo pene si inturgidì in fretta e dalla sua bocca cominciavano a fuoriuscire gemiti che a stento riusciva a soffocare: come al solito desiderava di più di quanto riuscisse a concedersi. Era così bravo da volere ardentemente fare sesso con qualcuno, sentire un corpo caldo agitarsi contro il suo e dentro il suo. 
Digrignò i denti reclinando all'indietro il capo, esalando un sospiro di piacere. 
Non era ancora neanche lontanamente vicino all'orgasmo, benché fosse decisamente eccitato. 
Stava per accelerare ancora il ritmo quando captò un rumore proveniente dal lato opposto della stanza. 
Voltò subito lo sguardo, in tempo per vedere una marionetta che sguainava una di quelle ridicole spadine arrugginite, sollevandola per attaccare. 
Staccò immediatamente la mano destra dalla sua erezione e la sollevò per parare il colpo. 
Sul suo avambraccio comparve uno dei guanti di Ifrit e dall'impatto tra il filo della spada e il metallo del guanto si sprigionarono delle scintille. L'attimo dopo Dante caricava già un pugno con l'altra mano, che venne circondata da una nube di fiamme roventi. Il pugno infuocato impattò contro la marionetta spedendola nel punto da cui era arrivata. Lì si accasciò contro il muro e svanì in una nube di polvere nera. 
Dante rimase in attesa per alcuni secondi, la guardia alta mentre aspettava di vedersi piovere addosso altri demoni; tuttavia - con sua sorpresa e gioia - non comparve nient'altro. 
Respirò profondamente per calmarsi un po': l'improvvisa aggressione aveva allertato tutti i suoi sensi e inibito il piacere che l'aveva pervaso fino ad allora. Maledisse quella marionetta con tutto il cuore per averlo interrotto. 
Fece per rimettersi all'opera quando avvertì il metallo caldo che ancora gli rivestiva la mano. 
La sollevò per osservarla più da vicino mentre dentro la sua testa prendeva forma un'idea alquanto originale per i suoi standard che però avrebbe potuto risolvere la sua insoddisfazione sessuale. 
Con la mano destra riprese a masturbarsi in maniera abbastanza veemente mentre si portava la mancina alle labbra. Leccò l'indice e il medio, che messi assieme e con la massa aggiunta di Ifrit formavano un volume discreto. 
L'albino fece scivolare il braccio sinistro dietro la schiena fino al suo didietro. Il metallo era ancora caldo e quando le dita arrivarono al suo orifizio cercò di rilassarsi per farle scivolare all'interno. 
Aprì la bocca in una "o" muta mentre si masturbava e al tempo stesso, lentamente, inseriva e sfilava le dita dal suo sfintere, allargandone le bande muscolari. 
Quel corpo caldo e grosso dentro il fondoschiena gli piaceva più di quanto avesse immaginato. Godeva nell'affondare fino a che i suoi muscoli non protestavano, percependo le pareti molli che aderivano alle sue falangi cercando di adattarsi alle dimensioni. 
In aggiunta a quel piacere c'era quello sempre più forte dovuto alla masturbazione, che diveniva più incalzante di minuto in minuto. 
Man mano che procedeva diveniva sempre più impaziente e ansioso di arrivare al dunque. La sua eccitazione fisica e mentale si ripercosse sul suo controllo di Ifrit: l'arma cominciò a surriscaldarsi in obbedienza a ciò che di selvaggio vibrava dentro di lui. 
Il calore aumentò e Dante iniziò a sudare copiosamente. Non per questo, però, accennò a fermarsi: adesso che era arrivato fin lì doveva finire. Doveva raggiungere l'orgasmo. 
Il calore irradiato da Ifrit cominciò a trasformarsi in un vero e proprio incendio ben presto ma l'albino non se ne preoccupò più di tanto, godendo solo del piacere delle proprie ingombranti dita armate affondate nel posteriore. 
La sua natura di mezzo demone gli facevano percepire il fuoco in maniera diversa dalle persone normali. Ciò che per un comune umano era un calore intollerabile per lui era a malapena più caldo della norma. 
«Avanti...!» sibilò ormai a corto di fiato «Ci sono quasi...!». 
Tese la schiena e sgranò gli occhi mentre percepiva il picco ormai imminente. Accelerò il movimento della mano sulla sua erezione e cacciò più a fondo le dita nel suo sedere, ottenendo finalmente quello che voleva: con un gemito roco arrivò all'orgasmo ed eiaculò un getto di sperma che andò a riversarsi sul pavimento. 
Dante espirò profondamente e con immenso sollievo, soddisfatto del risultato. Raddrizzandosi, estrasse dal fondoschiena Ifrit ed osservò la macchia di sperma lasciata sui blocchi di pietra ai suoi piedi. 
Si sentiva un po' stanco - doveva ammetterlo almeno con se stesso - ma senz'altro dopo una pausa così ardente era più motivato che mai a proseguire nella sua esplorazione del castello: prima avrebbe finito di ripulire quel posto e prima avrebbe potuto far ritorno alla Devil May Cry e ripetere l’esperienza.
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