fiamma_drakon: (Maid_Gardevoir)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Influenza stagionale
Rating: Verde
Genere: Romantico, Slice of life
Personaggi: Bayonetta, Luka
Wordcount: 1274 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Note: Het
«Ero ancora addormentato, basta ricordarmelo...!» ribatté l'uomo mentre il suo viso si faceva più caldo e rosso - e non per la febbre - «E poi il tavolino non è così lontano...».
Aveva appena finito di dirlo che le gambe gli cedettero completamente e senza alcun preavviso e lui crollò a terra come un sacco di patate. Per lo spavento cercò di aggrapparsi al divano, però non servì a molto dato che in tal modo rischiò di sbattere la testa contro il solido bracciolo più vicino a lui.
Bayonetta sorrise con l'aria di chi avesse appena vinto una scommessa di una certa portata.


Nonostante fosse appena metà settembre faceva già dannatamente freddo. 
Luka - che era solito andare in giro per buona parte della giornata - aveva ben presto abbandonato l'abbigliamento estivo per indossare capi più pesanti. Purtroppo però non era stato abbastanza. 
«Etcì!». 
Luka scosse la testa e tirò rumorosamente su col naso. 
«Dannazione, che freddo!» sibilò mentre si raccoglieva meglio sulla sedia, tirando a sé le gambe ed affondando il mento nelle ginocchia rivestite di uno spesso plaid a scacchi marroni e beige. 
La sedia era sistemata vicino alla finestra, in modo che potesse guardare fuori attraverso lo spesso strato di condensa che appannava il vetro. Era un modo come un altro per passare il tempo, specialmente quando non si aveva modo di fare altro a causa di una emicrania lancinante. 
Luka era da giorni che non usciva e non faceva niente in casa se non passare dal letto al divano alla cucina per poi ricominciare il giro. 
Si era preso una delle prime influenze autunnali e pareva che l'avesse presa piuttosto pesante, a giudicare da come la febbre andava e veniva raggiungendo picchi piuttosto alti. 
L'uomo si alzò in piedi barcollando leggermente e frugò nella tasca dei pantaloni del suo pigiama in cerca di un fazzoletto: doveva arginare la fuoriuscita di muco prima che arrivasse il prossimo starnuto. 
Si sentiva la testa pesante a causa degli umori del raffreddore; tuttavia, non sembrava intenzionato a tornare seduto - non finché non si fosse soffiato il naso. 
«I fazzoletti sono sul tavolino». 
La voce di Bayonetta precedette di pochi istanti la comparsa della strega di Umbra sulla soglia della stanza. Indossava una lunga veste da camera blu scuro di seta foderata internamente di morbido pelo che trasbordava anche dalla scollatura. Sotto di essa indossava una veste da notte decisamente corta e più pesante, per sopperire al gelo della notte: benché il letto fosse stato preparato per l'inverno, l'appartamento aveva il sistema di riscaldamento rotto, per cui al freddo che già di per sé imbrigliava la casa dopo che il sole era tramontato si aggiungeva quello che il riscaldamento normalmente riusciva a contrastare. 
«Oh... grazie» esclamò Luka, muovendosi per prenderli. 
«E comunque non dovresti alzarti in quelle condizioni, Cheshire... o forse vuoi cadere come stamattina...?» asserì prontamente Bayonetta, prevenendo qualsiasi ulteriore aggiunta da parte del suo interlocutore. 
Luka si irrigidì leggermente, imbarazzato nel ricordare l'incidente di quella mattina: mentre andava a far colazione, ancora mezzo addormentato e febbricitante, era inciampato nella porta della camera che aveva lasciato mezza aperta, finendo con il cadere rovinosamente a terra sbattendo il naso sul pavimento. 
«Ero ancora addormentato, basta ricordarmelo...!» ribatté l'uomo mentre il suo viso si faceva più caldo e rosso - e non per la febbre - «E poi il tavolino non è così lontano...». 
Aveva appena finito di dirlo che le gambe gli cedettero completamente e senza alcun preavviso e lui crollò a terra come un sacco di patate. Per lo spavento cercò di aggrapparsi al divano, però non servì a molto dato che in tal modo rischiò di sbattere la testa contro il solido bracciolo più vicino a lui. 
Bayonetta sorrise con l'aria di chi avesse appena vinto una scommessa di una certa portata. 
«Non dire niente» ringhiò Luka, stringendo la presa sul bracciolo, prima di starnutire di nuovo. 
Imprecò a mezza voce e si accasciò con il capo sul cuscino che costituiva il sedile del divano. 
Quello starnuto gli aveva acuito improvvisamente il dolore alla testa ma non aveva intenzione di lamentarsi. La strega non avrebbe più finito di rinfacciarglielo, conoscendola. 
«D'accordo, signor pigiama-a-pois-rosa» lo sbeffeggiò lei. 
Luka aveva già avuto modo di misurarsi con quel nomignolo ignobile almeno altre dieci volte nell'arco della giornata senza riuscire ad ottenere alcun risultato. 
Bayonetta era abituata a vederlo girare per casa in boxer e - al massimo - canotta. La sua versione preferita rimaneva comunque quella in cui lui non indossava niente. 
Quel pigiama bianco con grossi pois lilla l'aveva tirato fuori solo perché era uno tra i più caldi che aveva. 
«Oh, andiamo smettila. Ho capito che non ti piace» asserì lui esasperato. 
La sua interlocutrice non rispose, preferendo cambiare in toto argomento: «Quindi devo andarmene...? Sappi che ciò non ti salverà dalla tua cioccolata calda, Cheshire». 
Come per sottolineare la sua affermazione, Bayonetta gli mostrò la grossa tazza che sosteneva in una mano e dalla quale si levava una densa nuvoletta di fumo. 
Luka quella sera non aveva mangiato praticamente niente per colpa dell'influenza, che gli aveva fatto completamente passare l'appetito. Notando il suo digiuno, la strega gli aveva chiesto se gli andasse qualcosa di particolare. 
«I malati hanno bisogno di mangiare, altrimenti non guariscono più» aveva addotto come giustificazione per non sembrare troppo melensa. Si preoccupava per lui - ovviamente, dato che era il suo fidanzato - ma il suo orgoglio le impediva di farlo in maniera troppo palese. 
Dopo una lunga discussione che aveva visto la ferma negazione di Luka a qualsiasi piatto Bayonetta gli proponesse, alla fine la strega aveva ottenuto un "sì" ad una tazza di cioccolato. 
«Che c'entra quella con il discorso?» volle sapere lui, senza capire. 
«Ero venuta a portartela, non a farti la predica perché continui a volertene andare a spasso per casa...» spiegò lei inarcando un fine e curato sopracciglio «Adesso non è più bollente, quindi puoi berla...». 
Il suo fidanzato assunse un'espressione molto simile ad un broncio infantile mentre si rialzava per sedersi sul divano. 
«Non la voglio» dichiarò rabbrividendo al contatto con la superficie fredda del mobile. 
«Oh, avanti avevi detto che l'avresti bevuta» gli rimproverò Bayonetta, avanzando verso la sedia dove era seduto poco prima «Non puoi digiunare, te l'ho già detto». 
Con la mano libera prese la coperta e la lanciò a Luka, il quale svelto ci si avvolse di nuovo dentro. Il calore non se ne era andato ancora del tutto, per cui riuscì a farlo smettere di tremare almeno un po'. 
«Te l'ho detto solo per farti star zitta» esclamò il malato «Non puoi costringermi a mangiare». 
«Questo lo dici tu, Cheshire...». 
Bayonetta sorrise di sghembo all'indirizzo del suo partner, il quale riconobbe per certo quel sorrisetto come quello tipico di quando aveva qualcosa di losco in mente. 
«Che cosa hai in mente?» domandò, temendo la risposta che avrebbe ricevuto. 
«Farti bere questa cioccolata calda, che domande...» sospirò Bayonetta per contro, sollevando le spalle come in atto d'esasperazione. 
Prima che Luka avesse modo di dire qualsiasi altra cosa la strega di Umbra schioccò le dita e diverse ciocche dei suoi lunghissimi capelli neri intrisi di magia nera si levarono come serpi in aria e si diressero verso il suo partner. 
Quest'ultimo - colto alla sprovvista dal suo gesto - non ebbe né modo né tempo per spostarsi, complice anche la coperta nella quale si era avvolto strettamente. 
«Accidenti!» sibilò tra sé mentre cercava di svincolarsi dalle calde spire della coperta. 
I capelli gli si avvinghiarono attorno alle braccia, al collo e alla parte inferiore del viso, costringendolo ad aprire la bocca. 
«Prendi questa e bevila tutta, mi raccomando». 
Bayonetta - che gli si era intando fatta dappresso - gli porse la tazza. 
Le mani di Luka si strinsero attorno ad essa, guidate dai capelli, quindi portarono la chicchera alle labbra. 
La forzatura a fargli aprire la bocca gli faceva male a tal punto che prima di essere costretto ad inghiottire tutta la cioccolata d'un fiato, esclamò: «Lasciami! La bevo da solo, giuro!». 
Bayonetta ci pensò su un momento prima di esaudire la sua richiesta. Ritrasse i capelli e rimase a fissare il suo fidanzato incrociando le braccia sul petto. 
«Forza, che aspetti? Bevila tutta» lo esortò. 
Luka soffiò sulla bevanda e cominciò a berla cercando di ignorare la sua totale mancanza d'appetito, non osando remare contro la volontà di Bayonetta per timore che lo costringesse di nuovo come poco prima. 
«Bene, bevi tutto da bravo, Cheshire» la strega di Umbra gli carezzò la testa come ad un bravo micetto. Gli posò anche un rapido bacio tra i capelli. 
«Mi occuperò io di te finché non ti sarai rimesso, Cheshire» soggiunse. 
Luka non seppe se prendere la notizia come una minaccia o meno.
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