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Titolo: Errori
Rating: Verde
Genere: Comico
Personaggi: Ada Bezarius, Vincent Nightray
Note: Het
«Vincent... stai bene?».
Ada si sporse un poco verso il Nightray, una mano davanti alle labbra, in una classica espressione carica di delicata, femminea preoccupazione.
«Vincent... stai bene?».
Ada si sporse un poco verso il Nightray, una mano davanti alle labbra, in una classica espressione carica di delicata, femminea preoccupazione.
Non le sembrava che stesse affatto bene: la sua espressione pareva forzatamente resa normale - neanche fino in fondo poi - e il suo viso cereo, come se avesse appena visto un fantasma e ne fosse rimasto profondamente traumatizzato.
Oltretutto, la sua postura era estremamente rigida, innaturale.
«Vincent...?» lo richiamò, con un fil di voce.
Si stava pentendo di avergli chiesto di accompagnarla in città per far compere, ma non se l’era sentita di andare da sola. Lui era l’unica persona che la conosceva per intero - oltre al fatto che Vincent Nightray le piaceva dannatamente, e che le faceva immensamente piacere potergli stare accanto.
Anche metterla sul piano di un appuntamento un po’ diverso dal solito non serviva a cambiare poi di molto le cose. In fondo, a guardar bene, era solo una scusa che aveva apportato per convincerlo.
E adesso si sentiva terribilmente in colpa.
«Ora mi odierà...» si disse, affranta.
Tutto sommato, pensava di meritarselo, per averlo costretto a seguirla là dentro.
«Sì, Ada...?».
Il biondo pareva finalmente aver ritrovato l’uso della parola e sembrava essersi in parte riavuto da quello che era etichettabile, sotto ogni punto di vista, come uno shock.
Incredibilmente, il suo tono di voce era pure tranquillo, addirittura trasognato; non c’era nessuna traccia di quell’astio - o, peggio ancora, rabbia - che invece Ada si aspettava le fosse rivolta.
«Vincent vuoi che torniamo a casa?» chiese la Bezarius, cercando così di porre rimedio al danno che, senza averne l’intenzione, aveva fatto: avrebbe dovuto chiedergli se voleva entrare, prima di trascinarlo quasi di peso in quella bottega dell’occulto.
Rating: Verde
Genere: Comico
Personaggi: Ada Bezarius, Vincent Nightray
Note: Het
«Vincent... stai bene?».
Ada si sporse un poco verso il Nightray, una mano davanti alle labbra, in una classica espressione carica di delicata, femminea preoccupazione.
«Vincent... stai bene?».
Ada si sporse un poco verso il Nightray, una mano davanti alle labbra, in una classica espressione carica di delicata, femminea preoccupazione.
Non le sembrava che stesse affatto bene: la sua espressione pareva forzatamente resa normale - neanche fino in fondo poi - e il suo viso cereo, come se avesse appena visto un fantasma e ne fosse rimasto profondamente traumatizzato.
Oltretutto, la sua postura era estremamente rigida, innaturale.
«Vincent...?» lo richiamò, con un fil di voce.
Si stava pentendo di avergli chiesto di accompagnarla in città per far compere, ma non se l’era sentita di andare da sola. Lui era l’unica persona che la conosceva per intero - oltre al fatto che Vincent Nightray le piaceva dannatamente, e che le faceva immensamente piacere potergli stare accanto.
Anche metterla sul piano di un appuntamento un po’ diverso dal solito non serviva a cambiare poi di molto le cose. In fondo, a guardar bene, era solo una scusa che aveva apportato per convincerlo.
E adesso si sentiva terribilmente in colpa.
«Ora mi odierà...» si disse, affranta.
Tutto sommato, pensava di meritarselo, per averlo costretto a seguirla là dentro.
«Sì, Ada...?».
Il biondo pareva finalmente aver ritrovato l’uso della parola e sembrava essersi in parte riavuto da quello che era etichettabile, sotto ogni punto di vista, come uno shock.
Incredibilmente, il suo tono di voce era pure tranquillo, addirittura trasognato; non c’era nessuna traccia di quell’astio - o, peggio ancora, rabbia - che invece Ada si aspettava le fosse rivolta.
«Vincent vuoi che torniamo a casa?» chiese la Bezarius, cercando così di porre rimedio al danno che, senza averne l’intenzione, aveva fatto: avrebbe dovuto chiedergli se voleva entrare, prima di trascinarlo quasi di peso in quella bottega dell’occulto.