fiamma_drakon: dejichan © (Fiamma_Drakon)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Limitazioni imposte e sgradite
Rating: Verde
Genere: Generale
Personaggi: Tatl!Dante, DekuLink!Nero
Wordcount: 629 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: 329. Due giorni da ora @ [livejournal.com profile] 500themes_ita
Timeline: Ambientata durante i primi tre giorni.
Note: Gen, The Legend of Zelda: Majora's Mask!AU
«I Deku sono una razza mansueta» spiegò «Per questo ti ha trasformato in uno di loro!» aggiunse svolazzando davanti agli occhi azzurri del suo nuovo compagno, andando ad appoggiarsi con le mani sulla protrusione che fungeva da bocca «Anche se tu a quanto pare fai eccezione!».

Nero si rifugiò dietro la Torre dell'Orologio, ansimando pesantemente emettendo un rumore cupo ed echeggiante attraverso la bocca rotonda che si protendeva dal suo piccolo volto tondo e legnoso. 
Sbirciò oltre l'angolo per assicurarsi che il cane che lo inseguiva con intenzioni ostili avesse cambiato oggetto del suo interesse; dopodiché espresse tutta la sua frustrazione con una serie di colorite imprecazioni: se solo quel piccolo folletto ladruncolo non l'avesse trasformato in un Deku avrebbe rimesso in riga quel cane con un buon fendente, ristabilendo la giusta gerarchia tra di loro. 
«Credevo che fossi più coraggioso, ragazzino...! Ti fai mettere i piedi in testa da un cagnolino!». 
La vocetta sarcastica e pungente della fatina che si era unita a lui dopo essersi separata da suo fratello e che gli si era presentata col nome di Dante, giunse a Nero come la proverbiale goccia che fece traboccare l'altrettanto proverbiale vaso. 
Nero saltò per afferrare la creaturina che gli svolazzava attorno alla testa ma quest'ultima ebbe i riflessi pronti e si levò più in alto, dove il Deku non riusciva ad arrivare. 
«È colpa di quel tuo strano amico!» esclamò arrabbiato, lasciando perdere il suo proposito di acchiappare e sopprimere quella fatina molesta soffocandola «Tsk! Proprio in questo esserino inutile doveva trasformarmi?!» soggiunse stizzito. 
Dante rise. 
«I Deku sono una razza mansueta» spiegò «Per questo ti ha trasformato in uno di loro!» aggiunse svolazzando davanti agli occhi azzurri del suo nuovo compagno, andando ad appoggiarsi con le mani sulla protrusione che fungeva da bocca «Anche se tu a quanto pare fai eccezione!». 
Nero cercò di acchiapparlo di nuovo ma finì col colpirsi stupidamente in faccia, scatenando una nuova ondata di ilarità nello spiritello. 
«Sei così carino quando ti arrabbi!» lo sfotté Dante, volando in cerchio sopra la sua testa, fuori dalla sua portata. 
Nero scosse la testa e si allontanò in direzione del quartiere Nord della città, lasciandosi Dante alle spalle. 
«Ehi, dove vai?» volle sapere la fatina, inseguendolo non appena vide che non accennava a fermarsi. 
«Vado a cercare qualcosa da fare» borbottò l'altro indignato «Il tipo dell'Osservatorio ha detto che devo aspettare la mezzanotte del terzo giorno per salire sulla Torre dell'Orologio, no? Quindi devo trovare il modo di trascorrere il tempo!». 
Dante alzò lo sguardo al cielo, osservando per un momento la luna che sogghignava al di là della sommità della torre, pensando al fatto che Vergil si trovava là sopra, da solo insieme a Skull Kid, e che forse si stava chiedendo dove diavolo si fosse andato a cacciare. 
«E cosa vuoi fare per due giorni interi?!» domandò mentre si affrettava a raggiungere il Deku all'interno dell'arco che portava a Cronopoli Nord. 
«Visto che sono un Deku andrò al parco giochi che si trova qui...» disse pieno di risentimento per l'essere trattato continuamente come un bambino a causa delle sue sembianze. 
«C-che cosa?!» Dante sgranò gli occhi, stupefatto «Starai scherzando, spero!». 
Non aveva intenzione di stare a perdere tempo in un parco giochi per Deku per ben quarantott'ore! 
«Non posso uscire dalla città a causa delle guardie! Se non vado lì dove altro dovrei andare finché la torre non apre?!» esplose Nero di colpo, lasciando di stucco Dante per la veemenza della sua replica. 
«Eh-ehm...» mugolò la fatina, senza riuscire a proporre idee alternative. 
«Ecco, appunto!» sbuffò irritato Nero, riprendendo a camminare «Quindi vado al parco!». 
Dirlo con una tale convinzione un po' lo metteva a disagio, poiché gli sembrava quasi di essere tornato davvero piccolo; tuttavia, cercò di ignorare tale spiacevole sensazione poiché quella scelta era stata dettata dalla mera necessità e non perché sentisse veramente il bisogno di andare a giocare. 
«Uhm... d'accordo...» borbottò Dante un po' perplesso, accingendosi a seguirlo controvoglia. 
«Speriamo solo che questi due giorni passino in fretta...» commentò in ultimo tra sé.
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