Küss mich

May. 29th, 2011 01:15 pm
fiamma_drakon: (Flandre_Scarlet)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Küss mich
Rating: Arancione
Genere: Erotico, Romantico
Personaggi: Ludwig (Germania), Roderich Edelstein (Austria)
Wordcount: 1280 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Note: Self!love, Yaoi. Scritta per [livejournal.com profile] mmom_italia
All’inizio la loro convivenza era stata problematica: Austria si era rivelato ben presto essere un coinquilino veramente insopportabile.
Gli aristocratici - e Roderich in particolare - erano di gusti ardui e abitudini ancora più particolari.
Era difficile da accontentare, molto più di quello che Ludwig aveva creduto: Edelstein era viziato, eccentrico, pretenzioso, oltre ad essere un grande pianista - a parere del tedesco l’unico suo pregio.



All’inizio la loro convivenza era stata problematica: Austria si era rivelato ben presto essere un coinquilino veramente insopportabile.
Gli aristocratici - e Roderich in particolare - erano di gusti ardui e abitudini ancora più particolari.
Era difficile da accontentare, molto più di quello che Ludwig aveva creduto: Edelstein era viziato, eccentrico, pretenzioso, oltre ad essere un grande pianista - a parere del tedesco l’unico suo pregio.
Alla fine, dopo quasi un mese di convivenza a dir poco traumatica per ambedue le parti, Germania aveva cominciato ad accettarlo e anche a provare qualcosa per lui, un sentimento completamente opposto all’antipatia che l’aveva letteralmente animato nei primi tempi del loro rapporto.
Aveva addirittura iniziato a trovarlo carino, anche nella sua ossessiva pignoleria dell’apparire elegante e raffinato per nascondere il suo carattere estremamente frugale.
Anche Austria, da parte sua, aveva cominciato a nutrire dell’interesse nei confronti del suo biondo coinquilino, contrariamente a quanto aveva previsto - ossia continuare a fare il parassita senza minimamente preoccuparsi del suo ospite.
Ambedue, però, si guardavano bene dal rivelare i loro sentimento all’altro, visto che non avevano la certezza assoluta che venissero accettati - o quantomeno capiti almeno in parte. Proprio per questo si era venuta a creare una situazione imbarazzante e disagevole per tutti e due che, prima o poi, era inevitabile li portasse ad un “punto di rottura” in cui tutto sarebbe venuto fuori, in un modo o nell’altro...
 
Dalla finestra entrava la luce rosso-arancio degli ultimi minuti del tramonto. Le sfumature nei punti in cui i colori si univano creavano giochi di colori estremamente suggestivi.
Nella cucina c’era un silenzio imbarazzante che né Ludwig né Roderich sembravano intenzionati a rompere.
Seduti l’uno innanzi all’altro, le espressioni composte e pacate, Austria e Germania mangiavano purè di patate e wurstel, lanciandosi occhiate di sottecchi a momenti alterni, senza mai incrociarsi.
In quell’assenza pressoché assoluta di suoni persino i loro respiri sembravano rimbombare come tuoni.
Dopo un po', finalmente, Roderich parve trovare la forza per parlare: «È buono...».
Ludwig deglutì il boccone e deviò lo sguardo dal piatto, imbarazzato.
«Grazie... ma non è niente di che. L'ho preparato in una ventina di minuti» borbottò: non si sentiva meritevole di elogi per un pasto preparato alla bell'e meglio sul momento.
Piombò nuovamente il silenzio, ancor più teso e disagiato di prima.
Il tintinnio delle posate si aggiunse al flebile rumore dei loro respiri, sovrastandolo.
«Il pezzo che hai suonato oggi era veramente bello» commentò all'improvviso il tedesco, continuando a mangiare.
Le guance di Edelstein si tinsero di un debole rossore: era il tipo di musicista che era particolarmente contento di essere ascoltato nelle sue esecuzioni e d'essere elogiato per la sua bravura.
L'austriaco si prese un momento per mandar giù il cibo, quindi replicò compostamente e con pacatezza: «Grazie, ma era un vecchio pezzo».
Di nuovo cadde il silenzio e di nuovo si ritrovarono a dover sostenere il peso di quell'imbarazzo ormai ben percepibile ciascuno con le proprie forze.
«Forse è stato un commento fuori luogo...» si ritrovò a pensare Germania, sconsolato «Era un pezzo che probabilmente avevo anche già sentito...».
Per riflesso ai suoi pensieri, assunse un'espressione affranta che puntò sul piatto.
Austria lo colse chiaramente, ma ne fraintese totalmente il senso.
«Non avrei dovuto dire niente sul pasto: sembra essersi offeso...» rifletté, osservandolo senza essere notato.
Il disagio di ambedue crebbe silenziosamente dentro di loro.
Dopo qualche minuto, senza neppure accorgersene, tutti e due allungarono nello stesso istante una mano per prendere la bottiglia dell'acqua. Inutile dire che le loro dita inaspettatamente si toccarono e intrecciarono.
I due si fissarono, arrossendo, poi distolsero in contemporanea lo sguardo.
«Prendila prima tu» offrì Roderich, aprendo la bottiglia e spostandola verso il biondo.
Nell'avvicinargliela, il moro la spinse con un po' troppa forza, rovesciandola sul tavolo.
L'acqua si riversò sulla tovaglia, spandendosi rapidamente sul tessuto, inzuppandolo, arrivando in pochissimi secondi al bordo del tavolo, gocciolando sulle gambe di Ludwig.
«Ah!» scattò Roderich, alzandosi bruscamente da tavola, aggirandola per raggiungere il coinquilino, che aveva tirato indietro la sedia per evitare d'essere inzuppato ulteriormente.
L'austriaco sembrava a un tempo mortificato e allarmato.
«T-tu non hai visto niente...!» esclamò d’impeto, afferrando un tovagliolo pulito.
Germania mandò un sospiro: quella frase "di scuse" era tipica di lui. Tutte le volte che combinava qualcosa metteva in mezzo quella stessa frase, come se ciò potesse esimerlo dalle sue colpe.
«Non importa...» lasciò correre il biondo.
Roderich prese a pulirgli i pantaloni partendo dal fondo delle cosce e risalendo piano piano, rallentando sempre di più man mano che si avvicinava al cavallo dei pantaloni.
Germania lo osservava in silenzio esitare sempre di più, le guance che prendevano sempre più fuoco. L'istinto di sottrargli dalla mano il tovagliolo e cercare d'asciugarsi un poco da solo era pressante: le dita esitanti di Edelstein ed il suo tocco così delicato intorno all'inguine erano una provocazione cui a malapena riusciva a resistere.
Voleva torcersi, cercare di sottrarsi a quella tortura involontaria, ma una parte di sé voleva che l'austriaco andasse più a fondo, magari anche con un po' più di forza. Il problema era che non sapeva se il musicista avrebbe acconsentito, dato che non sapeva se anche lui - almeno in parte - lo amava.
«Lascia... faccio da solo...» disse Ludwig ad un tratto, allungando una mano a prendere un altro tovagliolo, vedendo l’altro sempre più in difficoltà.
Le loro mani s'incontrarono di nuovo e con esse i loro occhi.
«No, faccio io» riuscì a dire il moro, con una punta di decisione nella voce.
In realtà, l’austriaco voleva toccarlo, ma pensava che fosse Ludwig a non volerlo; per questo procedeva incerto.
Nello squadrarsi vicendevolmente, tra i due si venne a creare una specie di vincolo, un legame talmente forte e profondo - nonostante fosse materialmente inconsistente - da avere effetti fisici su di loro.
Persi in una sorta di trance lontana nello spazio e nel tempo dal luogo in cui si trovavano, Ludwig e Roderich rimasero incatenati l’uno agli occhi dell’altro e cominciarono lentamente ad avvicinarsi.
Pian piano vennero in contatto, prima i loro nasi, poi le loro labbra, dapprima timidamente e poi con più forza.
All'inizio risultò un po' sgradevole ad entrambi - probabilmente era perché quello era il primo bacio per tutti e due - ma poi cominciarono ad apprezzare.
Germania si lasciò cadere dalla sedia, inginocchiandosi davanti ad Edelstein, così da facilitare il contatto tra loro. Allora cominciò a premere contro le labbra di Austria e quest'ultimo gli infilò in bocca la lingua, trovando subito la sua.
Continuarono a baciarsi con sempre più trasporto, abbattendo definitivamente quel muro dietro il quale avevano nascosto i loro veri sentimenti fino ad allora.
Il tedesco scese con una mano al cavallo dei pantaloni, percependo attraverso il tessuto il suo pene in erezione.
Roderich allungò una mano verso l'inguine dell'altro, posandola sulla sua, guidandola lentamente nella masturbazione.
Più aumentava la forza con cui si cercavano le loro bocche, più l'austriaco intensificava la masturbazione e Ludwig, per riflesso prettamente spontaneo, si muoveva, cominciando ben presto ad ondeggiare con il bacino, come se stesse penetrando qualcuno.
Ambedue erano accalorati, rossi in viso e necessitavano di un cambio d'aria, eppure il piacere era tale da superare persino il loro bisogno di respirare aria fredda.
Dopo altri minuti, Ludwig sentì le proprie dita bagnarsi al contatto con il tessuto dei propri pantaloni.
Si rilassò contro il petto del moro, lasciando che tutto il peso del proprio corpo gravasse su di lui, poi si tirò indietro, interrompendo il contatto con le sue labbra.
Si ritrovò a respirare affannosamente, come se avesse corso una maratona, fissando negli occhi Austria, il quale pareva  a propria volta parecchio scosso.
«M-mi spiace...» disse Ludwig, arrossendo.
«È stata colpa mia...» si addossò la responsabilità Roderich, per la prima volta dacché vivevano insieme.
Seguì un minuto di silenzio durante il quale ambedue non poterono fare a meno di pensare a quanto fosse stato piacevole ciò che era appena accaduto tra di loro.
Finalmente, poi, Germania trovò il coraggio di parlare: «Hai voglia di suonare qualcosa...?».
This account has disabled anonymous posting.
If you don't have an account you can create one now.
HTML doesn't work in the subject.
More info about formatting

Info ♥

Benvenuti nel mio journal personale, dove posto tutte le mie fiffi!
Qui troverete un po' di tutto sia per tipo di relazioni (het, yaoi e yuri) sia per rating (con prevalenza di lavori NSFW). Se ciò non vi aggrada, migrate tranquillamente verso siti a voi più gradevoli; in caso contrario, buona permanenza e buona lettura! ♥

I personaggi di cui scrivo non appartengono a me ma sono dei rispettivi proprietari - salvo gli originali, che sono di mia esclusiva proprietà.

Tags