Errori piccanti
Jul. 12th, 2015 08:53 am![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Errori piccanti
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Slice of life
Personaggi: Dante, Nero
Wordcount: 2654 (
fiumidiparole)
Note: Age difference, Food!kink, H/C, Lemon, Rimming, Yaoi
«G-gli ingredienti...?» ripeté quest’ultimo senza capire, prima di spingere in gran fretta il carrello per raggiungerlo «Vuoi preparare tu la pizza stasera...?!».
«Perché quel tono meravigliato?» gli domandò l’altro in tono offeso «Sono capace di preparare una pizza!».
«Uhm... non sei proprio il tipo cui piace stare molto dietro i fornelli» commentò Dante schietto.
«Be', oggi ho voglia!» ribatté stizzito il suo compagno «Mi dici che ci vuoi sopra o la faccio come mi pare?».
«Allora... vediamo che altro c'è nella lista...».
Con aria pensierosa Nero si mordicchiò il labbro mentre riprendeva a camminare lungo il corridoio tra due alte scaffalature, gli occhi fissi su un piccolo pezzo di carta sul quale era stata stilata una lunga lista di cose da comprare.
Dante, intento a spingere un carrello già per metà pieno, sbuffò accasciandosi leggermente sul maniglione. I suoi occhi caddero quasi involontariamente sul culo del suo compagno più giovane, intrappolato in un paio di stretti jeans blu scuro che gli mettevano in risalto le natiche sode e invitanti. Una leggera felpa rossa smanicata gli copriva il torace. Il Devil Bringer era mascherato da una spessa fasciatura che ormai il ragazzo era diventato un esperto a fare da solo.
Nero continuava a costringerlo ad accompagnarlo a fare la spesa ogni volta, adducendo come scusa il fatto che mangiava talmente tanto che la lista della spesa era di volta in volta più lunga e che lui non ce la faceva da solo a portare tutto quanto fino a casa.
Per Dante era solamente una scusa senza alcun fondamento, dato che l'aveva visto sollevare cose decisamente più pesanti di qualche busta stracolma di vaschette contenenti cibi surgelati. Secondo lui voleva soltanto che condividessero la scocciatura di dover andare al supermercato per comperare ciò di cui avevano bisogno, giusto per non dover essere l'unico a soffrire: se avesse affidato un compito del genere a Dante si sarebbero ritrovati il frigorifero strapieno di pizze surgelate che avrebbero dovuto mangiare fino allo sfinimento. Al più grande sarebbe piaciuto ma Nero non aveva i suoi stessi gusti.
«Ehi, sta' attento».
Dante allungò prontamente un braccio ed afferrò il suo partner per la felpa appena in tempo per impedirgli di andare a sbattere contro un carrello lasciato fermo alla fine dell'andito.
Nero alzò lo sguardo dal suo foglietto e vide l'ostacolo solo quando l'altro l'ebbe preso; dopodiché si girò a guardarlo in faccia dissimulando l'imbarazzo per la figura barbina che aveva appena fatto.
«Vuoi qualcosa di particolare per cena stasera?».
Il più grande inarcò con deliberata lentezza un sopracciglio, sottolineando molto la sua perplessità. Quella domanda aveva l'aria di essere una sorta di ringraziamento per avergli impedito di investire un carrello e dover poi ripagare dei danni al cliente o al supermercato; tuttavia, non gli pareva una motivazione valida per indurlo ad una tale dimostrazione di gentilezza.
«Pizza» replicò semplicemente, stringendosi nelle ampie spalle come se avesse appena fornito la più ovvia delle risposte.
Nero roteò gli occhi, sollevandoli al cielo.
«Qualcosa di diverso da quella? Non ne mangi già abbastanza?!» esclamò.
«No!» asserì con enfasi, rimarcando ulteriormente con un cenno della testa.
Il più giovane emise un rumoroso sbuffo.
«D'accordo, allora andiamo a prendere gli ingredienti per la base... dovrebbero essere... per di qua».
Così dicendo si avviò oltre il carrello che lo aveva ostacolato e precedette Dante svoltando l'angolo.
«G-gli ingredienti...?» ripeté quest'ultimo senza capire, prima di spingere in gran fretta il carrello per raggiungerlo «Vuoi preparare tu la pizza stasera...?!».
«Perché quel tono meravigliato?» gli domandò in tono offeso «Sono capace di preparare una pizza!».
«Uhm... non sei proprio il tipo cui piace stare molto dietro i fornelli» commentò Dante schietto.
«Be', oggi ho voglia!» ribatté stizzito il suo compagno «Mi dici che ci vuoi sopra o la faccio come mi pare?».
«Ah... ehm...».
Il più grande ci rifletté su qualche istante.
«Allora?!» lo pungolò il minore «Che ci vuoi? Formaggio? Salame?».
«Sì, salame!» decretò Dante con entusiasmo.
«Strano, in genere preferisci il mio salame...» fece il suo interlocutore, smaliziato.
Solo in un secondo momento realizzò di essersi spinto un po' troppo oltre e si sentì un po' in imbarazzo. Non l'aveva detto con lo specifico scopo di mettere in difficoltà il suo compagno: il commento gli era venuto spontaneo in virtù dei suoi tipici gusti per quanto riguardava la pizza. Gli sembrava così strano che gliene avesse chiesta una diversa da quella che immancabilmente ordinava a domicilio o si faceva condendo da solo una semplice pizza margherita surgelata.
«L'altro salame non l'ho mai provato in quel senso...» esclamò Dante a mezza voce, protendendosi perché fosse solo il suo fidanzatino a sentirlo «... ma sono certo che sulla pizza sia veramente buono».
«E allora perché non provi a far cambio...?» lo stuzzicò Nero sogghignando «In fondo hai preso nel culo cose ben peggiori...».
Il maggiore si sentì un po' a disagio a quell'affermazione: dal suo tono sembrava quasi che gliel'avesse chiesto lui e invece si era sottomesso a quelle perverse e originali richieste per soddisfare i capricci e la curiosità del suo giovane amante.
Nascose l'imbarazzo socchiudendo le palpebre e stirando le labbra in un'espressione colma di tentazione.
«Se sarai tu ad usarlo potrei anche prendere in considerazione la cosa...» mormorò pieno di lussuria.
A Nero non servì altro: finirono di far la spesa in un batter d'occhio e tornarono alla Devil May Cry stracarichi di buste ma di gran corsa.
Dante era quasi incredulo dinanzi alla sua impazienza. Non l'aveva mai visto affrettarsi con tanto zelo alla volta di casa neanche con la promessa di scopare fino allo sfinimento dopo aver passato ore a provocarsi di nascosto in qualche luogo pubblico.
Una volta all'interno dell'agenzia, Nero posò le buste sulla scrivania e vi mise anche quelle trasportate dal suo compagno - dopo avergliele strappate dalle mani, ovviamente.
Quest'ultimo interpretò il gesto come una tacita e sbrigativa esortazione a precederlo in camera da letto e così fece, lasciandolo a frugare tra gli acquisti in cerca di quel che gli interessava.
Arrivato a destinazione si spogliò e si sedette al centro del letto a gambe incrociate, in modo che il suo apparato riproduttore fosse ben visibile.
Il suo fidanzato lo raggiunse nel giro di pochi minuti, varcando la porta e richiudendosela alle spalle lentamente, gli occhi incollati alla figura del padrone di casa e lo sguardo che rapidamente scendeva a sondare ciò che c'era tra le sue cosce.
In mano teneva la confezione di salame che avevano appena comprato al supermercato e dalla sua espressione sembrava impaziente di usarlo.
Si lanciò sul materasso lasciando cadere da parte il salame, balzando addosso a Dante e spingendolo disteso.
Gli si sistemò meglio a cavallo del bacino e si chinò a baciarlo con foga, cacciandogli in gola la lingua. Dante gliela ricacciò in bocca con la sua, dimenandosi e strusciandosi leggermente contro di lui mentre limonavano appassionatamente.
Quando Nero si staccò per riprendere momentaneamente fiato era paonazzo in viso e trafelato.
Il suo compagno approfittò della breve tregua per allungare una mano ed aprirgli la zip della felpa, denudandogli il torace.
«Perché non ti spogli?» gli chiese, storcendo la bocca in una mezza smorfia di disappunto «Così risparmiamo tempo».
«Spogliami tu» lo invitò con sollecitudine, sogghignando mentre gli accarezzava un pettorale.
Con un vigoroso colpo di bacino ed un impeccabile tempismo d'azione, Dante ribaltò completamente la situazione. Adesso era lui a trovarsi sopra e Nero era immobilizzato tra le sue gambe.
«D'accordo» replicò banalmente.
Gli sfilò la felpa; dopodiché abbassò la zip dei suoi jeans e glieli calò - insieme ai boxer - fino alle ginocchia, abbastanza perché il suo pene fosse nudo e facilmente accessibile.
Si sedette su di esso, premendovi con lo scroto mentre si strofinava al suo corpo.
Nero gemette piano, ricambiando il gesto come poteva.
Si baciarono ancora e ancora, con sempre maggior fervore mentre si strofinavano per eccitarsi reciprocamente.
D'un tratto il più giovane spinse il suo partner disteso di fianco a lui. Subito tornarono ad avvinghiarsi, sormontandosi a vicenda, carichi di desiderio sessuale.
Alla fine fu Nero a prevalere.
Dante si girò prono e si mise carponi, puntando ginocchia e gomiti per sollevarsi, porgendo letteralmente il culo al suo compagno.
Quest'ultimo gli accarezzò le natiche e le divaricò con le dita, passandoci in mezzo la lingua.
Dante calò a metà le palpebre e mugugnò in palese dimostrazione di apprezzamento. Sperava di sentire la sua lingua ripetere quella carezza all'infinito e poi intrufolarsi nella sua apertura, dibattersi e lubrificarlo. Gli piaceva da matti, quasi più della lubrificazione con le dita bagnate.
La lingua di Nero purtroppo si tenne all'esterno e lo solleticò per un po' senza dargli alcuna soddisfazione.
«Cosa stai aspettando a-ah!... entrare?!» indagò digrignando i denti per la frustrazione.
Era già un po' in affanno per i continui gemiti.
Girò la testa per vedere cosa stesse facendo ma non fece in tempo ad incrociare il suo sguardo che lo sentì spingergli qualcosa di ingombrante e duro nel sedere senza alcuna esitazione.
Sobbalzò e cacciò un gridolino di dolore. La sorpresa e il dolore furono tali che si lasciò cadere prono sul materasso. Il cambiamento di posizione contribuì solo a peggiorare le cose, perché avvertì il corpo estraneo entrare ancora più a fondo.
Sgranò gli occhi e lanciò un grugnito mentre affondava il viso nel cuscino e serrava i pugni.
«Cos...?!» s'interruppe prima di terminare la domanda, immaginando che cosa gli avesse appena inserito nel culo alla luce della recente conversazione.
Nero sorrise e rimase in attesa di un suo commento o una qualsiasi affermazione inerente alla penetrazione.
Dante represse a stento una lunga sequela di epiteti poco simpatici che d'istinto gli era affiorata alle labbra. Tutto ciò che disse fu un abbastanza controllato: «Potevi fare un po' più di preliminari, come sempre!».
«Oh, ti ha fatto così male?».
La replica del ragazzo era palesemente volta a provocarlo e strappargli una lamentela che in condizioni normali non avrebbe esternato neanche sotto tortura.
Il suo compagno tuttavia resistette.
«Era solo un'osservazione... e comunque mi pare che sia entrato lo stesso» fece presente quest'ultimo.
«Già, l'hai preso tutto quanto» puntualizzò Nero divertito, dandogli una pacca giocosa su una natica.
«Sì, e ho fatto tutto da solo, dannazione...!» si rimproverò mentalmente il maggiore «Avrei dovuto reggere il colpo invece di cadere come un sacco di patate per la sorpresa!».
Il ragazzo cominciò a muovere il salame nel suo fondoschiena, estraendolo ed infilandolo di nuovo a fondo. Anche senza alcun appiglio esterno riusciva a tenerlo piuttosto facilmente.
Dante mugugnò sentendo quel corpo estraneo ingombrante che si muoveva in lui, riempiendo il suo orifizio e strofinando contro le sue pareti mucose.
Non era lubrificato per niente; pertanto lo sfregamento gli causava dolore. Ciononostante, sopportava sperando che ben presto avrebbe smesso di soffrire.
Purtroppo per lui ciò non avvenne, anzi, al dolore si aggiunse una crescente sensazione di bruciore interno.
In un primo momento si agitò cercando di trovare una posizione in cui lo avvertisse di meno; poi però divenne insostenibilmente forte.
Gridò e si dibatté cercando di sfuggire a quella tortura ma Nero lo trattenne, credendo che tutta quella scena fosse dovuta soltanto al dolore per la penetrazione senza lubrificante.
Quando Dante rischiò di dargli un calcio tra le gambe capì che c'era qualcosa che non andava.
«Ehi, ma che fai?! Non è possibile che ti faccia tanto male!» esclamò indignato.
L'altro si inarcò mettendosi carponi.
«T-toglilo! Brucia! Sta bruciando!!! A-ah!».
Nero sbatté perplesso le palpebre.
«Come "brucia"...?!» disse «Non può bruciare! Non ti ha mai bruciato!» replicò.
Il suo partner scosse la testa con vigore.
«N-non so! Tiralo fuori!» gemette.
Il ragazzo si stava guardando intorno come in cerca di una spiegazione per quell'inconveniente quando i suoi occhi incrociarono la busta in cui era contenuto il salame.
La sua espressione si fece improvvisamente colpevole e si strinse nelle spalle mentre si allungava a prenderla. La dispiegò e lesse ciò che recitava il fronte della busta.
«Dante... ho capito perché brucia...» esclamò lentamente.
«Non m'in...!»
«Ho preso del salame piccante... per sbaglio» spiegò in tono colpevole.
Il suo amante si girò di scatto a guardarlo da sopra la spalla. Il suo cipiglio mandava scintille di rabbia quasi palpabili.
«E non te ne potevi accorgere prima?!» ringhiò «Smettila di trattenerlo lì!».
Gli doleva il sedere come mai era accaduto prima, neanche dopo aver alloggiato una svariata serie di giocattolini di tutte le dimensioni.
Nero fece per esaudire la sua richiesta e stava per estrarre il salame quando un'idea piuttosto sadica gli balzò in mente.
Dante, che già stava immaginando quale immenso sollievo sarebbe stato sentirsi finalmente libero da quella fonte di dolore infinito, sentì la lingua del suo compagno che finalmente lo leccava all'interno.
D'impulso volle sapere che cosa diavolo aspettava ancora per farlo stare meglio; poi però si rese conto che le passate si lingua erano lente e morbide, come se fossero fatte per lenire una ferita. Chiuse gli occhi e rimase immobile cercando di rilassarsi il più possibile, permettendogli di spingersi in profondità e attenuare il bruciore con la saliva.
Gemette constatando che stava funzionando piuttosto bene.
Era decisamente rilassato quando la lingua di Nero si ritrasse e al suo posto venne infilata la sua erezione.
Il più grande raddrizzò di colpo la schiena, come se l'avessero appena impalato.
«Non ho davvero intenzione di smetterla col nostro esperimento» dichiarò allungando le braccia ad accarezzargli l'addome «Quindi quello rimarrà dov'è fino a che non avremmo finito».
Iniziò a spingere con irruenza, strappando al suo partner grugniti e lamenti piuttosto coloriti.
Più Nero affondava col suo pene e più il salame si inseriva in profondità, causando alla povera vittima bruciori viscerali sempre più forti.
A quel punto risultava palese che il più giovane non volesse dargli tregua; pertanto si sforzò di concentrare la sua attenzione sul lato piacevole della faccenda: il pene turgido di Nero che si faceva strada in lui, le sue mani che si muovevano leggere sulla sua pelle, la pioggia di baci caldi che gli stava lasciando sulla schiena.
In parte il tentativo andò a buon fine e Dante riuscì a godere un po' di quel rapporto anormale.
Il bruciore però diventava sempre più difficile da ignorare e gli sforzi del più grande si fecero più intensi.
Il più giovane per contro affondava a ritmo serrato, sperando di arrivare all'orgasmo prima che Dante ricominciasse a lamentarsi e agitarsi.
Gli dispiaceva di aver commesso un errore tanto doloroso, però voleva davvero tanto arrivare fino alla fine. Era talmente eccitato che non ce l'avrebbe fatta a resistere se avessero interrotto.
A furia di spingere contro il salame la sua erezione, Nero iniziò a sentir pizzicare e poi bruciare letteralmente il suo glande.
Represse un'imprecazione e si morse il labbro inferiore nel tentativo disperato di non mettersi a gridare.
La punta del pene scoperta era dannatamente sensibile e di conseguenza il minimo dolore lo avvertiva moltiplicato di svariate volte per intensità. Nonostante ciò, continuava a spingere con foga con l'obiettivo di arrivare quanto prima all'orgasmo.
Dante venne prima di lui, eiaculando mentre gemeva e contraeva la schiena come per chiudersi su se stesso.
Fu un sollievo immenso, anche se ciò non servì a far cessare il bruciore.
«Ragazzo... spero che non ti occorra ancora molto altro tempo per venire...!» esclamò.
«Non... sono così lontano...» gemette in risposta l'altro con un po' di fatica.
Per sua fortuna fu veramente così: dopo alcuni altri minuti riuscì ad eiaculare e lo fece con immenso piacere all'interno del sedere di Dante, che s'inarcò mugugnando.
Il ragazzo si accasciò su di lui per un momento mentre si svuotava, poi si rialzò e si lasciò cadere seduto all'indietro, uscendo dal corpo del suo partner ansimando pesantemente.
Quest'ultimo socchiuse le palpebre per il sollievo improvviso e si portò una mano al fondoschiena.
«Lo togli, maledizione?!» ringhiò.
«Dammi... un momento» boccheggiò Nero, apprestandosi ad infilargli di nuovo la mano nell'orifizio ora ben allargato.
Gli ci volle un po' ma alla fine riuscì nell'impresa e Dante crollò prono esclamando un sentito: «Oh, finalmente!».
«Se ti può consolare... anche a me brucia qualcosa...» borbottò il più giovane, sperando che così facendo sarebbe riuscito a sollevargli un po' il morale.
«La prossima volta controlla meglio prima, allora!» lo rimproverò a voce piuttosto alta l'altro, scuotendo la testa e affondandola nel cuscino.
Era palesemente esausto e Nero non poteva dargli torto: anche lui adesso aveva solo voglia di riposarsi... magari con del ghiaccio a contatto col suo pene.
Rating: Rosso
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Personaggi: Dante, Nero
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Note: Age difference, Food!kink, H/C, Lemon, Rimming, Yaoi
«G-gli ingredienti...?» ripeté quest’ultimo senza capire, prima di spingere in gran fretta il carrello per raggiungerlo «Vuoi preparare tu la pizza stasera...?!».
«Perché quel tono meravigliato?» gli domandò l’altro in tono offeso «Sono capace di preparare una pizza!».
«Uhm... non sei proprio il tipo cui piace stare molto dietro i fornelli» commentò Dante schietto.
«Be', oggi ho voglia!» ribatté stizzito il suo compagno «Mi dici che ci vuoi sopra o la faccio come mi pare?».
«Allora... vediamo che altro c'è nella lista...».
Con aria pensierosa Nero si mordicchiò il labbro mentre riprendeva a camminare lungo il corridoio tra due alte scaffalature, gli occhi fissi su un piccolo pezzo di carta sul quale era stata stilata una lunga lista di cose da comprare.
Dante, intento a spingere un carrello già per metà pieno, sbuffò accasciandosi leggermente sul maniglione. I suoi occhi caddero quasi involontariamente sul culo del suo compagno più giovane, intrappolato in un paio di stretti jeans blu scuro che gli mettevano in risalto le natiche sode e invitanti. Una leggera felpa rossa smanicata gli copriva il torace. Il Devil Bringer era mascherato da una spessa fasciatura che ormai il ragazzo era diventato un esperto a fare da solo.
Nero continuava a costringerlo ad accompagnarlo a fare la spesa ogni volta, adducendo come scusa il fatto che mangiava talmente tanto che la lista della spesa era di volta in volta più lunga e che lui non ce la faceva da solo a portare tutto quanto fino a casa.
Per Dante era solamente una scusa senza alcun fondamento, dato che l'aveva visto sollevare cose decisamente più pesanti di qualche busta stracolma di vaschette contenenti cibi surgelati. Secondo lui voleva soltanto che condividessero la scocciatura di dover andare al supermercato per comperare ciò di cui avevano bisogno, giusto per non dover essere l'unico a soffrire: se avesse affidato un compito del genere a Dante si sarebbero ritrovati il frigorifero strapieno di pizze surgelate che avrebbero dovuto mangiare fino allo sfinimento. Al più grande sarebbe piaciuto ma Nero non aveva i suoi stessi gusti.
«Ehi, sta' attento».
Dante allungò prontamente un braccio ed afferrò il suo partner per la felpa appena in tempo per impedirgli di andare a sbattere contro un carrello lasciato fermo alla fine dell'andito.
Nero alzò lo sguardo dal suo foglietto e vide l'ostacolo solo quando l'altro l'ebbe preso; dopodiché si girò a guardarlo in faccia dissimulando l'imbarazzo per la figura barbina che aveva appena fatto.
«Vuoi qualcosa di particolare per cena stasera?».
Il più grande inarcò con deliberata lentezza un sopracciglio, sottolineando molto la sua perplessità. Quella domanda aveva l'aria di essere una sorta di ringraziamento per avergli impedito di investire un carrello e dover poi ripagare dei danni al cliente o al supermercato; tuttavia, non gli pareva una motivazione valida per indurlo ad una tale dimostrazione di gentilezza.
«Pizza» replicò semplicemente, stringendosi nelle ampie spalle come se avesse appena fornito la più ovvia delle risposte.
Nero roteò gli occhi, sollevandoli al cielo.
«Qualcosa di diverso da quella? Non ne mangi già abbastanza?!» esclamò.
«No!» asserì con enfasi, rimarcando ulteriormente con un cenno della testa.
Il più giovane emise un rumoroso sbuffo.
«D'accordo, allora andiamo a prendere gli ingredienti per la base... dovrebbero essere... per di qua».
Così dicendo si avviò oltre il carrello che lo aveva ostacolato e precedette Dante svoltando l'angolo.
«G-gli ingredienti...?» ripeté quest'ultimo senza capire, prima di spingere in gran fretta il carrello per raggiungerlo «Vuoi preparare tu la pizza stasera...?!».
«Perché quel tono meravigliato?» gli domandò in tono offeso «Sono capace di preparare una pizza!».
«Uhm... non sei proprio il tipo cui piace stare molto dietro i fornelli» commentò Dante schietto.
«Be', oggi ho voglia!» ribatté stizzito il suo compagno «Mi dici che ci vuoi sopra o la faccio come mi pare?».
«Ah... ehm...».
Il più grande ci rifletté su qualche istante.
«Allora?!» lo pungolò il minore «Che ci vuoi? Formaggio? Salame?».
«Sì, salame!» decretò Dante con entusiasmo.
«Strano, in genere preferisci il mio salame...» fece il suo interlocutore, smaliziato.
Solo in un secondo momento realizzò di essersi spinto un po' troppo oltre e si sentì un po' in imbarazzo. Non l'aveva detto con lo specifico scopo di mettere in difficoltà il suo compagno: il commento gli era venuto spontaneo in virtù dei suoi tipici gusti per quanto riguardava la pizza. Gli sembrava così strano che gliene avesse chiesta una diversa da quella che immancabilmente ordinava a domicilio o si faceva condendo da solo una semplice pizza margherita surgelata.
«L'altro salame non l'ho mai provato in quel senso...» esclamò Dante a mezza voce, protendendosi perché fosse solo il suo fidanzatino a sentirlo «... ma sono certo che sulla pizza sia veramente buono».
«E allora perché non provi a far cambio...?» lo stuzzicò Nero sogghignando «In fondo hai preso nel culo cose ben peggiori...».
Il maggiore si sentì un po' a disagio a quell'affermazione: dal suo tono sembrava quasi che gliel'avesse chiesto lui e invece si era sottomesso a quelle perverse e originali richieste per soddisfare i capricci e la curiosità del suo giovane amante.
Nascose l'imbarazzo socchiudendo le palpebre e stirando le labbra in un'espressione colma di tentazione.
«Se sarai tu ad usarlo potrei anche prendere in considerazione la cosa...» mormorò pieno di lussuria.
A Nero non servì altro: finirono di far la spesa in un batter d'occhio e tornarono alla Devil May Cry stracarichi di buste ma di gran corsa.
Dante era quasi incredulo dinanzi alla sua impazienza. Non l'aveva mai visto affrettarsi con tanto zelo alla volta di casa neanche con la promessa di scopare fino allo sfinimento dopo aver passato ore a provocarsi di nascosto in qualche luogo pubblico.
Una volta all'interno dell'agenzia, Nero posò le buste sulla scrivania e vi mise anche quelle trasportate dal suo compagno - dopo avergliele strappate dalle mani, ovviamente.
Quest'ultimo interpretò il gesto come una tacita e sbrigativa esortazione a precederlo in camera da letto e così fece, lasciandolo a frugare tra gli acquisti in cerca di quel che gli interessava.
Arrivato a destinazione si spogliò e si sedette al centro del letto a gambe incrociate, in modo che il suo apparato riproduttore fosse ben visibile.
Il suo fidanzato lo raggiunse nel giro di pochi minuti, varcando la porta e richiudendosela alle spalle lentamente, gli occhi incollati alla figura del padrone di casa e lo sguardo che rapidamente scendeva a sondare ciò che c'era tra le sue cosce.
In mano teneva la confezione di salame che avevano appena comprato al supermercato e dalla sua espressione sembrava impaziente di usarlo.
Si lanciò sul materasso lasciando cadere da parte il salame, balzando addosso a Dante e spingendolo disteso.
Gli si sistemò meglio a cavallo del bacino e si chinò a baciarlo con foga, cacciandogli in gola la lingua. Dante gliela ricacciò in bocca con la sua, dimenandosi e strusciandosi leggermente contro di lui mentre limonavano appassionatamente.
Quando Nero si staccò per riprendere momentaneamente fiato era paonazzo in viso e trafelato.
Il suo compagno approfittò della breve tregua per allungare una mano ed aprirgli la zip della felpa, denudandogli il torace.
«Perché non ti spogli?» gli chiese, storcendo la bocca in una mezza smorfia di disappunto «Così risparmiamo tempo».
«Spogliami tu» lo invitò con sollecitudine, sogghignando mentre gli accarezzava un pettorale.
Con un vigoroso colpo di bacino ed un impeccabile tempismo d'azione, Dante ribaltò completamente la situazione. Adesso era lui a trovarsi sopra e Nero era immobilizzato tra le sue gambe.
«D'accordo» replicò banalmente.
Gli sfilò la felpa; dopodiché abbassò la zip dei suoi jeans e glieli calò - insieme ai boxer - fino alle ginocchia, abbastanza perché il suo pene fosse nudo e facilmente accessibile.
Si sedette su di esso, premendovi con lo scroto mentre si strofinava al suo corpo.
Nero gemette piano, ricambiando il gesto come poteva.
Si baciarono ancora e ancora, con sempre maggior fervore mentre si strofinavano per eccitarsi reciprocamente.
D'un tratto il più giovane spinse il suo partner disteso di fianco a lui. Subito tornarono ad avvinghiarsi, sormontandosi a vicenda, carichi di desiderio sessuale.
Alla fine fu Nero a prevalere.
Dante si girò prono e si mise carponi, puntando ginocchia e gomiti per sollevarsi, porgendo letteralmente il culo al suo compagno.
Quest'ultimo gli accarezzò le natiche e le divaricò con le dita, passandoci in mezzo la lingua.
Dante calò a metà le palpebre e mugugnò in palese dimostrazione di apprezzamento. Sperava di sentire la sua lingua ripetere quella carezza all'infinito e poi intrufolarsi nella sua apertura, dibattersi e lubrificarlo. Gli piaceva da matti, quasi più della lubrificazione con le dita bagnate.
La lingua di Nero purtroppo si tenne all'esterno e lo solleticò per un po' senza dargli alcuna soddisfazione.
«Cosa stai aspettando a-ah!... entrare?!» indagò digrignando i denti per la frustrazione.
Era già un po' in affanno per i continui gemiti.
Girò la testa per vedere cosa stesse facendo ma non fece in tempo ad incrociare il suo sguardo che lo sentì spingergli qualcosa di ingombrante e duro nel sedere senza alcuna esitazione.
Sobbalzò e cacciò un gridolino di dolore. La sorpresa e il dolore furono tali che si lasciò cadere prono sul materasso. Il cambiamento di posizione contribuì solo a peggiorare le cose, perché avvertì il corpo estraneo entrare ancora più a fondo.
Sgranò gli occhi e lanciò un grugnito mentre affondava il viso nel cuscino e serrava i pugni.
«Cos...?!» s'interruppe prima di terminare la domanda, immaginando che cosa gli avesse appena inserito nel culo alla luce della recente conversazione.
Nero sorrise e rimase in attesa di un suo commento o una qualsiasi affermazione inerente alla penetrazione.
Dante represse a stento una lunga sequela di epiteti poco simpatici che d'istinto gli era affiorata alle labbra. Tutto ciò che disse fu un abbastanza controllato: «Potevi fare un po' più di preliminari, come sempre!».
«Oh, ti ha fatto così male?».
La replica del ragazzo era palesemente volta a provocarlo e strappargli una lamentela che in condizioni normali non avrebbe esternato neanche sotto tortura.
Il suo compagno tuttavia resistette.
«Era solo un'osservazione... e comunque mi pare che sia entrato lo stesso» fece presente quest'ultimo.
«Già, l'hai preso tutto quanto» puntualizzò Nero divertito, dandogli una pacca giocosa su una natica.
«Sì, e ho fatto tutto da solo, dannazione...!» si rimproverò mentalmente il maggiore «Avrei dovuto reggere il colpo invece di cadere come un sacco di patate per la sorpresa!».
Il ragazzo cominciò a muovere il salame nel suo fondoschiena, estraendolo ed infilandolo di nuovo a fondo. Anche senza alcun appiglio esterno riusciva a tenerlo piuttosto facilmente.
Dante mugugnò sentendo quel corpo estraneo ingombrante che si muoveva in lui, riempiendo il suo orifizio e strofinando contro le sue pareti mucose.
Non era lubrificato per niente; pertanto lo sfregamento gli causava dolore. Ciononostante, sopportava sperando che ben presto avrebbe smesso di soffrire.
Purtroppo per lui ciò non avvenne, anzi, al dolore si aggiunse una crescente sensazione di bruciore interno.
In un primo momento si agitò cercando di trovare una posizione in cui lo avvertisse di meno; poi però divenne insostenibilmente forte.
Gridò e si dibatté cercando di sfuggire a quella tortura ma Nero lo trattenne, credendo che tutta quella scena fosse dovuta soltanto al dolore per la penetrazione senza lubrificante.
Quando Dante rischiò di dargli un calcio tra le gambe capì che c'era qualcosa che non andava.
«Ehi, ma che fai?! Non è possibile che ti faccia tanto male!» esclamò indignato.
L'altro si inarcò mettendosi carponi.
«T-toglilo! Brucia! Sta bruciando!!! A-ah!».
Nero sbatté perplesso le palpebre.
«Come "brucia"...?!» disse «Non può bruciare! Non ti ha mai bruciato!» replicò.
Il suo partner scosse la testa con vigore.
«N-non so! Tiralo fuori!» gemette.
Il ragazzo si stava guardando intorno come in cerca di una spiegazione per quell'inconveniente quando i suoi occhi incrociarono la busta in cui era contenuto il salame.
La sua espressione si fece improvvisamente colpevole e si strinse nelle spalle mentre si allungava a prenderla. La dispiegò e lesse ciò che recitava il fronte della busta.
«Dante... ho capito perché brucia...» esclamò lentamente.
«Non m'in...!»
«Ho preso del salame piccante... per sbaglio» spiegò in tono colpevole.
Il suo amante si girò di scatto a guardarlo da sopra la spalla. Il suo cipiglio mandava scintille di rabbia quasi palpabili.
«E non te ne potevi accorgere prima?!» ringhiò «Smettila di trattenerlo lì!».
Gli doleva il sedere come mai era accaduto prima, neanche dopo aver alloggiato una svariata serie di giocattolini di tutte le dimensioni.
Nero fece per esaudire la sua richiesta e stava per estrarre il salame quando un'idea piuttosto sadica gli balzò in mente.
Dante, che già stava immaginando quale immenso sollievo sarebbe stato sentirsi finalmente libero da quella fonte di dolore infinito, sentì la lingua del suo compagno che finalmente lo leccava all'interno.
D'impulso volle sapere che cosa diavolo aspettava ancora per farlo stare meglio; poi però si rese conto che le passate si lingua erano lente e morbide, come se fossero fatte per lenire una ferita. Chiuse gli occhi e rimase immobile cercando di rilassarsi il più possibile, permettendogli di spingersi in profondità e attenuare il bruciore con la saliva.
Gemette constatando che stava funzionando piuttosto bene.
Era decisamente rilassato quando la lingua di Nero si ritrasse e al suo posto venne infilata la sua erezione.
Il più grande raddrizzò di colpo la schiena, come se l'avessero appena impalato.
«Non ho davvero intenzione di smetterla col nostro esperimento» dichiarò allungando le braccia ad accarezzargli l'addome «Quindi quello rimarrà dov'è fino a che non avremmo finito».
Iniziò a spingere con irruenza, strappando al suo partner grugniti e lamenti piuttosto coloriti.
Più Nero affondava col suo pene e più il salame si inseriva in profondità, causando alla povera vittima bruciori viscerali sempre più forti.
A quel punto risultava palese che il più giovane non volesse dargli tregua; pertanto si sforzò di concentrare la sua attenzione sul lato piacevole della faccenda: il pene turgido di Nero che si faceva strada in lui, le sue mani che si muovevano leggere sulla sua pelle, la pioggia di baci caldi che gli stava lasciando sulla schiena.
In parte il tentativo andò a buon fine e Dante riuscì a godere un po' di quel rapporto anormale.
Il bruciore però diventava sempre più difficile da ignorare e gli sforzi del più grande si fecero più intensi.
Il più giovane per contro affondava a ritmo serrato, sperando di arrivare all'orgasmo prima che Dante ricominciasse a lamentarsi e agitarsi.
Gli dispiaceva di aver commesso un errore tanto doloroso, però voleva davvero tanto arrivare fino alla fine. Era talmente eccitato che non ce l'avrebbe fatta a resistere se avessero interrotto.
A furia di spingere contro il salame la sua erezione, Nero iniziò a sentir pizzicare e poi bruciare letteralmente il suo glande.
Represse un'imprecazione e si morse il labbro inferiore nel tentativo disperato di non mettersi a gridare.
La punta del pene scoperta era dannatamente sensibile e di conseguenza il minimo dolore lo avvertiva moltiplicato di svariate volte per intensità. Nonostante ciò, continuava a spingere con foga con l'obiettivo di arrivare quanto prima all'orgasmo.
Dante venne prima di lui, eiaculando mentre gemeva e contraeva la schiena come per chiudersi su se stesso.
Fu un sollievo immenso, anche se ciò non servì a far cessare il bruciore.
«Ragazzo... spero che non ti occorra ancora molto altro tempo per venire...!» esclamò.
«Non... sono così lontano...» gemette in risposta l'altro con un po' di fatica.
Per sua fortuna fu veramente così: dopo alcuni altri minuti riuscì ad eiaculare e lo fece con immenso piacere all'interno del sedere di Dante, che s'inarcò mugugnando.
Il ragazzo si accasciò su di lui per un momento mentre si svuotava, poi si rialzò e si lasciò cadere seduto all'indietro, uscendo dal corpo del suo partner ansimando pesantemente.
Quest'ultimo socchiuse le palpebre per il sollievo improvviso e si portò una mano al fondoschiena.
«Lo togli, maledizione?!» ringhiò.
«Dammi... un momento» boccheggiò Nero, apprestandosi ad infilargli di nuovo la mano nell'orifizio ora ben allargato.
Gli ci volle un po' ma alla fine riuscì nell'impresa e Dante crollò prono esclamando un sentito: «Oh, finalmente!».
«Se ti può consolare... anche a me brucia qualcosa...» borbottò il più giovane, sperando che così facendo sarebbe riuscito a sollevargli un po' il morale.
«La prossima volta controlla meglio prima, allora!» lo rimproverò a voce piuttosto alta l'altro, scuotendo la testa e affondandola nel cuscino.
Era palesemente esausto e Nero non poteva dargli torto: anche lui adesso aveva solo voglia di riposarsi... magari con del ghiaccio a contatto col suo pene.