fiamma_drakon: (Bayonetta)
fiamma_drakon ([personal profile] fiamma_drakon) wrote2015-08-30 11:42 am

I possibili usi impropri di un cornetto (gelato)

Titolo: I possibili usi impropri di un cornetto (gelato)
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Dante, Nero
Wordcount: 1888 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Note: Age difference, Food!kink, Lemon, Rimming, Yaoi
«Magari non avresti tanto caldo se non tenessi la canotta e i boxer in casa» lo prese per i fondelli Nero, ribaltando il capo all'indietro sulla coscia di Dante per guardarlo negli occhi.
Un sorrisetto beffardo gli incurvò le labbra mentre attendeva la replica del suo partner, il quale deviò gli occhi mentre sospirava: «Spero che mi impediscano di saltarti addosso ora che sei tutto nudo».
Il più giovane rise e si sistemò meglio sul divano, divaricando leggermente le gambe.


«Spero che... questo caldo finisca presto...». 
Dante mimò il gesto di farsi aria con la mano messa a mo' di ventaglio e tirò la canotta, staccandola dal torace umido di sudore. 
«Magari non avresti tanto caldo se non tenessi la canotta e i boxer in casa» lo prese per i fondelli Nero, ribaltando il capo all'indietro sulla coscia di Dante per guardarlo negli occhi. 
Un sorrisetto beffardo gli incurvò le labbra mentre attendeva la replica del suo partner, il quale deviò gli occhi mentre sospirava: «Spero che mi impediscano di saltarti addosso ora che sei tutto nudo». 
Il più giovane rise e si sistemò meglio sul divano, divaricando leggermente le gambe. 
Era disteso supino ad occupare tutta la lunghezza del divano ed era completamente nudo, senza neppure i boxer indosso. Li aveva tolti per la disperazione dovuta all'afa insopportabile prima di stendersi nell'ufficio insieme al padrone di casa. 
Quest'ultimo non riuscì a non guardare tra le gambe del ragazzo quando le aprì un po' di più e sentì arroventare il viso ed il suo organo riproduttore farsi più turgido. Per lui era difficile ignorare un impulso del genere, specialmente data la facilità con cui di solito dava ascolto ai suoi desideri più lussuriosi. 
Gli piaceva stuzzicare Dante quando non era dell'umore adatto ai comportamenti più intimi. Era un modo estremamente piacevole per vendicarsi di tutte le volte che era lui a farlo. 
«Non mi pare che siano serviti a molto fino ad oggi» esclamò Nero ridacchiando, poggiandosi il Devil Bringer sull'addome e accarezzandolo con atteggiamento lascivo e provocante «Andiamo, non dirmi che non hai voglia di scopare, proprio tu!». 
«Fa troppo caldo per farlo» sbuffò Dante, tergendosi la fronte dal sudore. 
«E allora che facciamo? Star qui così è noioso da morire...» brontolò il minore, mettendosi seduto e poggiando i piedi a terra «Che ne dici di mangiare un gelato?». 
L'estate era il periodo perfetto per i gelati e non c'era niente di meglio per alleviare la calura dell'ingurgitare qualcosa di fresco e goloso. 
«Invece del gelato perché non mi lecchi il cazzo?» esclamò in tono di pungente sarcasmo. 
Il suo compagno inarcò entrambe le sopracciglia con perplessità per la forza delle sue parole e Dante realizzò solo in un secondo momento di essersi spinto troppo oltre data la natura della discussione avuta appena pochi momenti prima. Nero non gliel'avrebbe fatta passare liscia. 
«No, ecco...» cominciò a dire per correggersi ma poi si zittì: non sapeva che cosa inventarsi per rimediare. 
Aveva parlato senza pensare, spinto probabilmente dal disagio dell'erezione che si era costretto ad ignorare per quasi un'ora. 
Con sua enorme sorpresa, il suo fidanzatino si alzò dal divano e si diresse verso la cucina senza dire niente. Non lo guardò neppure. 
«D-dove stai andando?» lo interrogò Dante, stupito. Si chinò in avanti, divaricando le gambe e puntellando i gomiti sulle cosce. 
In tal modo Nero, voltandosi, poté vedere bene il profilo ingombrante del suo pene decisamente eretto. 
Come riuscisse a rimanere così calmo in una condizione del genere per lui era un vero e proprio mistero. Non poteva essere serio nel dirgli che non voleva fare sesso. 
«A prendere un gelato» rispose semplicemente, scrollando le spalle prima di allontanarsi. 
Non appena ebbe varcato la porta della cucina Dante tirò un enorme sospiro di sollievo, addossandosi all'angolo dello schienale e lasciandosi scivolare leggermente, fino a stare mezzo sdraiato. 
Adesso che Nero non era lì nei paraggi si sentiva decisamente meno sotto pressione a livello sessuale. Sperava che la sua erezione si placasse e tornasse alla solita consistenza e dimensione di sempre, dandogli un po' di pace. 
Chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi. 
Nero fece ritorno nell'ufficio con un cornetto stretto in mano. Si fermò a distanza dal divano vedendo che il suo compagno aveva gli occhi chiusi e, credendo che si fosse addormentato, decise di approfittarne: si avvicinò di soppiatto al divano, piazzandosi di fronte alle gambe ancora parzialmente aperte di Dante, e calò la mano libera sui suoi boxer. 
Il più grande aprì di scatto gli occhi ma non fece in tempo a realizzare cosa stesse per accadere che l'altro gli strappò letteralmente di dosso i boxer, lasciandolo nudo dalla vita in giù. 
«Ehi! Che cosa sta...?!». 
Dante non ebbe modo di terminare la domanda che l'altro l'afferrò per la canotta, lo tirò a sé e lo baciò con irruenza. Quel contatto risvegliò bruscamente i sensi del più grande e con essi l'ardore che aveva cercato di reprimere sino a quel momento. 
Quando la bocca di Nero ebbe finito con la sua, scese ad occuparsi di ben altra zona del suo corpo: prese tra le labbra il suo pene duro ed iniziò a succhiarlo e trastullarlo con la lingua, inserendo quest'ultima all'interno del cunicolo formato dal prepuzio che ancora mascherava il glande. 
«O-ohw...» sospirò il suo partner, abbandonandosi estasiato contro il divano, improvvisamente rilassato. 
«E tu volevi rimanere con un'erezione del genere senza fare niente?» commentò Nero ridacchiando, sollevando la testa ad incrociare con lo sguardo gli occhi dell'altro «Non avresti retto ancora per molto, ne sono certo». 
Adesso che il ragazzo aveva cominciato, Dante era di ben altro avviso rispetto a poco prima. 
«Sta' zitto e continua...» mugolò mentre apriva ulteriormente le gambe per fargli spazio. 
Nero continuò a leccarlo con enfasi, strappandogli gemiti e gridolini carichi di languore e passione. Era palese che non aspettasse altro che di essere preso con forza ed il suo fidanzato era assolutamente disposto a farlo: trovava piacevole in una maniera quasi perversa avere Dante asservito al suo ritmo e alle sue voglie. 
Scese ad accarezzare lo scroto con la lingua, quasi coccolandolo mentre lo ricopriva interamente di saliva; dopodiché scese ancor più in basso, sondando gli anfratti del suo corpo alla ricerca del suo sfintere. Gli occorse un po' di tempo per trovarlo: Dante lo teneva talmente contratto e stretto che nonostante l'avesse toccato più volte non era riuscito a notare che da lì si poteva entrare.  
Smise di tastare con la lingua e provò a penetrare con le falangi umide. Purtroppo non ottenne niente oltre a svariati lamenti indignati e accorate richieste per la rimozione del corpo estraneo, ai quali fecero però seguito ulteriori richieste affinché continuasse a dargli piacere. 
Dante non era quasi più in grado nemmeno di mettere in fila un discorso di senso compiuto: boccheggiava e ad ogni parola che riusciva faticosamente a pronunciare si interrompeva per dar sfogo ad un sospiro o ad una lamentela o ad un più corposo invito a proseguire.  
Sembrava che avesse le idee parecchio confuse in merito a ciò che voleva lui facesse e Nero dovette sforzarsi per impedirsi di mandarlo a quel paese. 
All'ennesimo tentativo fallito di riuscire ad infilargli l'indice della mancina nel culo, il più giovane non riuscì a trattenersi oltre: prese il cornetto che aveva momentaneamente messo da parte sul tavolinetto, dove non poteva dar fastidio a nessuno, e lo scartò rapidamente.
Era per metà alla crema e per metà al cioccolato, piuttosto morbido dato il tempo trascorso fuori dal congelatore, e non era del tipo guarnito con cioccolato solidificato o praline. In pratica era perfetto per quelle che erano le intenzioni di Nero. 
Senza ulteriori esitazioni il ragazzo lo infilò tra le cosce di Dante, spalmandolo sulla parte esterna del suo orifizio ed un po' pure in quella interna, anche se la muscolatura contratta gli impedì di entrare troppo in profondità. 
Dante cacciò un mezzo grido avvertendo il gelo improvviso in un punto tanto delicato e fece per ritrarsi ma la posizione in cui si trovava glielo impedì: per non perdere l'equilibrio stando col culo quasi del tutto fuori del bordo del divano, aveva messo le gambe a cavallo delle spalle del più giovane per evitare di cadere. 
Adesso quella misura di sicurezza gli si stava ritorcendo bellamente contro. 
«Che cazzo stai facendo?!» urlò digrignando i denti in una smorfia di pura rabbia. 
Il freddo in mezzo alle chiappe si affievoliva pian piano ma non la sensazione di avere qualcosa di ingombrante - seppur poco - che gli allargava l'orifizio. 
«Ti lubrifico, che razza di domanda!» sbuffò Nero per contro. 
«E serviva proprio del gelato per farlo?!» l'aggredì con foga l'altro. 
«Sarei dovuto andare a prendere del sapone in bagno, non ne avevo voglia...» si difese il più giovane scrollando le spalle «... e poi col sapone non posso fare questo». 
Dante percepì la sua testa che si accostava alle sue natiche e la sua lingua insinuarsi nel suo sfintere, calda, umida e dannatamente curiosa. 
Un gemito roco sfuggì al padrone di casa mentre si inarcava di scatto ed in maniera piuttosto marcata: gli piaceva tantissimo quando Nero gli leccava il culo. 
Si rilassò istantaneamente, permettendo all'altro di infilare più a fondo la lingua. 
Quest'ultimo asportò tutto il gelato che aveva inserito; dopodiché approfittò dell'orifizio rilassato per riprovare ad allargarlo, ancora in maniera alternativa. Visto che aveva già staccato la parte iniziale del gelato, lasciando solamente il cornetto, decise di non lasciare che niente andasse sprecato. 
Nero diede un morso al fondo appuntito del cornetto, strappandone l'estremità chiusa. Spinse il cornetto al contrario nel fondoschiena di Dante e vi soffiò all'interno perché il gelato che era rimasto passasse in profondità dentro il suo sedere. 
A quel punto iniziò a mangiare la cialda. 
Il maggiore ansimò come se gli mancasse l'aria e si afferrò l'erezione, masturbandosi con foga. 
Cominciava a provare enorme piacere nell'avere l'orifizio ingombrato da cose più grosse dell'erezione del suo fidanzato. 
Una volta finita la cialda Nero cambiò posizione e la sostituì finalmente col suo pene turgido. 
Dante venne sentendo il gelato scivolargli più a fondo e comprimersi nello spazio che gli era stato lasciato. 
Nero si dibatté con vigore nel suo corpo, oscillando dentro e fuori del suo orifizio, godendo nel sentire il suo partner gemere e agitarsi: venire una sola volta in quella circostanza non era stato sufficiente per Dante. Voleva venire ancora. 
Purtroppo la nuova posizione risultò scomoda ad entrambi; perciò passarono a farlo sul pavimento. 
Nero si ergeva sopra il più grande, spingendo contro le sue natiche con tanta forza da farlo sobbalzare ad ogni colpo. In quel modo non ci mise molto a venire, eiaculando abbondantemente nel culo di Dante. 
Quest'ultimo si inarcò ancora e poi venne di nuovo, schizzando il petto nudo del ragazzo. 
Boccheggiando giacque sul pavimento, gli occhi incatenati a quelli del suo compagno mentre aspettava che prendesse l'iniziativa ed uscisse da lui. 
Nero temporeggiò per qualche minuto, aspettando che il suo pene tornasse flaccido e alle sue dimensioni originali e solo allora lo sfilò dal sedere del padrone di casa. 
«Per essere quello che non voleva scopare mi pare proprio che ti sia piaciuto» commentò con pungente sarcasmo. 
«Il... gelato era proprio necessario?» volle sapere Dante, l'espressione vagamente imbarazzata. 
«Oh, quello credo che ti sia piaciuto più di tutto il resto!» puntualizzò il più giovane chinandosi sopra di lui «Ammettilo». 
«Sì, d'accordo...» rispose l'altro, distogliendo prontamente lo sguardo. 
«Ho capito. Lo rifacciamo» disse Nero appuntandosi le mani sui fianchi, soddisfatto della riuscita della sua performance «Devo prendere dei cornetti più grossi? Per reggere il confronto col mio cazzo...» soggiunse. 
L'altro perse all'istante il cipiglio vagamente imbarazzato. Un sogghigno di sfida gli deformò le labbra mentre replicava: «Io non ho notato nessuna differenza». 
Una vena pulsò nella tempia di Nero e Dante poté ritenersi più che soddisfatto. 
«Lo vedremo la prossima volta...».