Audaci strategie di marketing
Nov. 28th, 2015 12:22 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Audaci strategie di marketing
Rating: Giallo
Genere: Generale, Sentimentale
Personaggi: Young!Balder, Rosa
Wordcount: 6397 (
fiumidiparole)
Note: Het, Linguaggio, Modern!AU. Ambientata nello stesso verse di questa.
Rosa si chinò a posargli un bacio sulla fronte, quindi intrecciò le dita di una mano alle sue in una tenera dimostrazione d'affetto.
«Andiamo a dormire, cara. Ne hai bisogno, domani per te sarà molto impegnativo...» sospirò l'albino, puntellandosi sui gomiti e cercando di mettersi seduto.
«Veramente quello che sembra averne più bisogno sei te» rispose divertita la sua metà, aiutandolo a mettersi in piedi.
«Ah, caro...! Mi sono dimenticata di dirti che mi hanno ingaggiata per una sfilata di moda fuori città che si terrà tra due giorni!».
Il fatto stesso di comunicare quell'informazione a suo marito rendeva Rosa palesemente felice: la sua espressione radiosa pareva quasi in grado di emanare luce.
Stava terminando di servire le patate arrosto su un vassoio, per cui non poteva andare dal suo compagno per sentirsi ricoprire di complimenti e dargli un bel bacio; si accontentò di voltarsi per metà nella sua direzione per ammirare la reazione.
Balder, seduto a tavola dal lato opposto a quello dove lei si trovava ed intento a mangiare un filetto di carne un po' troppo cotto, rischiò di soffocare col boccone che aveva appena portato alla bocca.
Tossicchiò e dovette buttar giù un paio di bicchieri d'acqua prima di poter tornare a respirare normalmente.
«Due giorni?!» esclamò Balder, sgranando gli occhi per la sorpresa «Proprio per l'inizio dei saldi?!».
Era da poco terminato Natale e i saldi erano il momento più atteso da tutte le loro clienti dopo le feste, dato che era uno dei pochi periodi dell'anno in cui i loro vestiti - ed in special modo la biancheria intima - erano più a buon mercato.
La Boutique Cereza era tra quei negozi del centro che iniziavano l'anno con i guadagni più alti proprio grazie ai saldi post-festivi e Balder era contento di ciò; tuttavia era anche consapevole di quanto in quel periodo la presenza di sua moglie in negozio fosse indispensabile: dato che commerciavano in abiti e biancheria esclusivamente femminili, se le clienti avevano bisogno di un consiglio o di sapere cose specifiche inerenti per esempio alle coppe dei reggiseni o alle taglie delle mutandine, Rosa era la persona più indicata a fornire le relative spiegazioni.
La sua passata esperienza come modella e i consigli da donna a donna che dispensava l'avevano resa molto popolare tra le loro giovani acquirenti, attirandone sempre di più.
Suo marito purtroppo non aveva la sua stessa esperienza, anzi, ogni volta che veniva toccato con lui l'argomento "biancheria intima" diventava improvvisamente impacciato e taciturno. Per lui era impossibile sostenere da solo una situazione del genere.
«Non puoi lasciarmi solo in negozio proprio per i saldi!» esclamò in tono di viva protesta «Sai che ho bisogno di te se le clienti hanno delle domande!».
«Lo so, caro… però sono stati così insistenti nel chiedermi di presentare la nuova collezione…!» controbatté sua moglie, portando in tavola le patate «Inoltre, se parteciperò alla sfilata e l'evento sarà un successo - come se potesse non esserlo con me! - di sicuro attireremo molte più clienti!» aggiunse mentre svuotava una generosa dose di cibo nel piatto del suo partner.
Quest'ultimo notò subito che le patate avevano un aspetto molto più invitante della carne, per cui decise di lasciar perdere il suo filetto bruciacchiato e dedicarsi a quelle.
Rosa si sedette al suo fianco dopo essersi servita a sua volta e gli sorrise in maniera piuttosto lasciva. In un primo momento Balder non ne capì il motivo; poi percepì la sua mano che gli accarezzava lentamente una coscia, spingendosi pian piano verso l'attaccatura della stessa, sul lato più interno.
L'uomo si irrigidì di colpo avvertendo la punta dell'indice filiforme di sua moglie che gli carezzava il profilo del pene attraverso i pantaloni, senza alcun pudore.
«Rosa…» esordì, ma la voce gli si strozzò in gola quando il dito arrivò a stuzzicargli la punta del suo organo riproduttore. Diventava così dannatamente difficile mantenere il controllo ogni volta che sua moglie concentrava la sua attenzione laggiù.
Quest'ultima si sporse nella sua direzione, poggiandogli una guancia contro il bordo della spalla, allungando un dito della mano libera ed attorcigliandovi intorno una lunga e sottile ciocca di capelli bianchi di lui. Balder poté percepire l'intenso aroma fiorito del suo profumo preferito, una fragranza che nella sua memoria rievocava situazioni intime che si spingevano ben oltre il limite impostogli dal suo enorme senso del pudore.
«Invece di rimanere in negozio a vedertela da solo con le ragazzine, che ne dici di venire con me…? O preferisci mandarmi sola soletta in un'altra città in mezzo a stilisti giovani, prestanti ed attraenti…?» chiese la donna. Sapeva bene quanto il suo compagno fosse geloso e possessivo nei suoi confronti e metterlo davanti all'eventualità - non poi così lontana dal vero - di essere al centro dell'attenzione di un considerevole numero di uomini diversi da lui era certa che sarebbe stata la mossa vincente per spuntarla. Dopotutto, a Balder bastavano le semplici occhiate di qualche ragazzetto minorenne per farlo bruciare di gelosia. Le mani maschili che l'avrebbero aiutata ad indossare i capi della sfilata l'avrebbero spinto verso l'omicidio di massa.
Le guance dell'albino si fecero di colpo porpora ed una smorfia di rabbia gli distorse le labbra.
«Non puoi andare da sola in mezzo a quei lupi famelici! Ti accompagnerò io!» esclamò in tono autoritario, sbattendo con forza un pugno sul tavolo.
Rosa sorrise, soddisfatta del risultato ottenuto.
«E per i saldi?» domandò.
«Aspettare qualche giorno in più non farà male a nessuno» rispose prontamente lui.
«D'accordo amore, domani ci occuperemo di organizzare la partenza…» esclamò la donna, accarezzandogli un braccio nel tentativo di acquietare i suoi bollenti spiriti «Per adesso finisci di mangiare la cena, da bravo…».
Balder decise di rimandare lo sfogo della sua rabbia a quando quegli stilisti pomposi e pieni di loro stessi avrebbero allungato troppo le mani su sua moglie. Per il momento era inutile agitarsi tanto.
Respirò a fondo, riprendendo il controllo di sé e tornando alla sua cena, sforzandosi di inghiottire la carne bruciacchiata attenuandone il sapore non proprio ottimo con quello senz'altro migliore del contorno.
«La cena è ottima, cara…» commentò sforzandosi di farla sembrare una nota spontanea e veritiera: il cibo non era granché ma sapeva che a Rosa faceva piacere quando le faceva i complimenti per i pasti. In fin dei conti si era applicata molto quella sera, per cui un po' di apprezzamento se lo meritava nonostante il risultato non proprio eccellente.
Rosa sorrise, palesemente gratificata dal complimento, riprendendo a mangiare il suo filetto da dove si era interrotta per occuparsi delle patate. Non smentì quel che Balder le aveva detto, probabilmente perché il suo impegno nel preparare il cibo glielo faceva percepire molto più gustoso di quanto in realtà fosse.
«Grazie, amore…!».
Il giorno successivo, come d'accordo, si occuparono di preparare il necessario per il viaggio: allestirono i bagagli, Balder sistemò quel che c'era da fare in negozio perché lui e sua moglie potessero assentarsi per un paio di giorni - facendo anche pubblicità all'evento in modo da poterne poi trarre beneficio economico - e Rosa contattò l'agenzia che l'aveva assunta perché prenotassero l'albergo per due persone. Certamente non avrebbe permesso che suo marito alloggiasse in un hotel diverso dal suo - e quasi sicuramente di livello inferiore.
Il giorno prima della partenza, che era anche il giorno di chiusura infrasettimanale della Boutique Cereza, aprirono in via eccezionale e per un orario prolungato in virtù delle chiusure straordinarie. In quelle ore le clienti abituali si presentarono non tanto per fare acquisti o vedere se c'erano nuovi capi d'abbigliamento quanto piuttosto per chiedere l'autografo di Rosa e cercare di estorcerle dei dettagli riguardo ai vestiti che avrebbe indossato.
Balder preferì osservare da lontano il momento di gloria della sua partner. Gli sembrava la scelta più giusta da fare.
Quella sera stessa, dopo la chiusura del negozio, presero le loro cose e partirono.
Balder spalancò la porta della loro camera d'albergo con una spallata, avendo le mani impegnate a trasportare entrambe le valigie, la sua e quella di Rosa.
Quest'ultima entrò per prima, piazzandosi ad un paio di metri oltre la soglia, osservando la stanza: era grande esattamente come si era immaginata, con un enorme letto matrimoniale con l'intelaiatura in legno decorato con bassorilievi di rampicanti e fiori. Comodini e abat-jour gemelle si trovavano ai due lati.
Il lato della parete opposto a quello della porta era una enorme finestra a vetri che mostrava un meraviglioso panorama notturno della città.
Lungo la parete dinanzi al fondo del letto c'erano un armadio e due cassettiere, il tutto rigorosamente in legno scuro e decorato alla stessa maniera del letto.
Dal soffitto pendeva un largo lampadario con pendenti in quello che pareva vetro o addirittura cristallo con lampadine affusolate che gettavano una luce giallo-arancio rafforzata nelle sue sfumature dorate dalla carta da parati ocra.
Il bagno si trovava vicino alla porta d'ingresso ed era stato lasciato con l'uscio socchiuso, per cui riusciva a vedere uno scorcio di mattonelle bianche splendenti ed una parte di quello che doveva essere senz'altro uno specchio di dimensioni notevoli appeso sopra una lastra di marmo in cui erano stati alloggiati due lavandini adiacenti.
«Non hanno badato a spese» commentò soddisfatta Rosa, avanzando ancora e andando a sedersi sul copriletto imbottito e morbido.
Balder arrancò ansimando all'interno, trascinando le pesanti valigie verso il fondo del letto.
«Amore, forse avresti fatto meglio ad accettare l'aiuto di quel facchino nell'atrio...» gli fece presente sua moglie con una punta di preoccupazione nel tono.
L'uomo si fermò un momento a riprender fiato.
«E perché? Ce la faccio benissimo da solo!» replicò gonfiando il petto mascherato da uno spesso e lungo giaccone color cioccolato.
In realtà una mano gli avrebbe fatto decisamente comodo; il fatto era che quando il facchino aveva visto Rosa i suoi occhi si erano illuminati di una ammirazione che andava ben oltre quella riservata ad una donna molto attraente. Ovviamente a Balder quell'atteggiamento non era piaciuto per niente. Per evitare incidenti che avrebbero irreparabilmente rovinato l'umore a lui - già compromesso dall'estenuante viaggio della serata - e aumentato ulteriormente con ogni probabilità l'ego di lei, aveva deciso di ignorare il servizio reso dal ragazzo e trasportare le valigie fino al quarto piano da solo.
In tal modo sperava non solo di evitare uno scomodo grattacapo ma anche e soprattutto di mettere in mostra la sua prestanza fisica. Probabilmente c'era riuscito fino a metà delle scale che separavano il terzo dal secondo piano, quando aveva iniziato a fare parecchia fatica nel trasportare i bagagli e ad avere il fiatone.
Riuscì a depositare al loro posto le valigie, quindi si appoggiò al margine del letto per riposarsi un attimo e ricomporsi. Sfilò il giaccone e lo posò da parte, rivelando il dolcevita color crema che indossava al di sotto.
«Com'è bravo il mio uomo...!» esclamò Rosa, cingendolo all'altezza dell'addome con un braccio e tirandolo con forza a sé.
Balder, colto alla sprovvista dal gesto, perse l'equilibrio e scivolò all'indietro, finendo col poggiare la testa proprio sulle gambe di sua moglie.
«Rosa...?!» chiese senza capire, cercando di raddrizzarsi: le gambe erano trattenute dietro il ginocchio dal rialzo del legno cui era appoggiato e la posizione era piuttosto dolorosa.
«Tesoro, sembri così teso da quando siamo scesi dal treno...! Non sei mica tu ad avere una sfilata importante domani pomeriggio!» disse la donna, accarezzandogli la testa ed affondando le dita tra le lunghe ciocche bianche.
«Non sono teso, solo stanco. Il viaggio è stato lungo e non proprio piacevole...» rispose Balder, alzando lo sguardo in cerca degli occhi della sua compagna.
Non l'avesse mai fatto: sopra di sé non vedeva niente oltre le sue fiorenti tette rivestite dal suo cappottino rosso - che le rendeva quasi più ingombranti di quanto già non fossero.
Arrossì e deviò subito lo sguardo, imbarazzato ed eccitato dallo spettacolo.
Non era quello il momento adatto per certe cose. Era tardi ed avevano entrambi bisogno di dormire.
Rosa si chinò a posargli un bacio sulla fronte, quindi intrecciò le dita di una mano alle sue in una tenera dimostrazione d'affetto.
«Andiamo a dormire, cara. Ne hai bisogno, domani per te sarà molto impegnativo...» sospirò l'albino, puntellandosi sui gomiti e cercando di mettersi seduto.
«Veramente quello che sembra averne più bisogno sei te» rispose divertita la sua metà, aiutandolo a mettersi in piedi.
«Non è vero. Il viaggio sarà anche stato scomodo ma non mi ha stancato così tanto...!» ribatté lui.
Si spogliarono e si cambiarono per la notte: anche se c'era il riscaldamento acceso, era impensabile andare a dormire solo con la biancheria intima indosso - per fortuna di Balder, che altrimenti avrebbe avuto ancor meno a frenarlo dal dare soddisfazione ai suoi bassi istinti.
Rosa infilò un pigiama in pile nero piuttosto aderente decorato con gattini bianchi. Avrebbe voluto tanto mettere la sua camicia da notte preferita, che aveva ovviamente portato con sé, ma Balder le sembrava talmente provato che molto probabilmente vedendola con quella addosso sarebbe passato alle vie di fatto e non poteva permettersi altre preziose ore di sonno perso.
Il pigiama di suo marito era di tutt'altro stampo: la maglia era bianca, anonima, e i pantaloni con un motivo scozzese in gradienti di grigio su sfondo bianco, il tutto in tessuto felpato.
La coppia si infilò sotto le coperte e Rosa scivolò subito verso Balder, appoggiandogli la testa sulla spalla in una chiara richiesta di contatto fisico.
Nonostante quanto accaduto poco prima, l'albino le concesse quel contatto, cingendole le spalle e stringendola a sé - anche se non troppo.
I suoi seni premevano soffici contro il suo fianco, costituendo una tentazione tale che impiegò tutto il suo autocontrollo per non cedere. Poi fortunatamente subentrò il sonno e non si accorse più di niente.
Rosa ci mise un po' di più ad addormentarsi, presa dalle delicate trame tracciate dai lunghi capelli di suo marito sul cuscino. Le piaceva attorcigliare alle dita quei lunghi fili d'oro.
Con la mano libera intrecciata nella morbida matassa di capelli di Balder, dopo diversi minuti Rosa riuscì finalmente a prendere sonno.
Quando Balder si risvegliò, la prima cosa che balzò alla sua attenzione fu il morbido peso premuto di traverso sul suo petto, difficile da non riconoscere.
Subito dopo si accorse dell'erezione stranamente più turgida del solito e di come la punta scoperta stesse fastidiosamente sfregando contro il tessuto del pigiama.
Molto delicatamente infilò le braccia sotto il corpo di sua moglie, abbandonato sopra il suo, e lo spostò accanto a sé, quindi si mise seduto.
Nel farlo rimase imbrigliato per i capelli in qualcosa che li tirava verso il cuscino, al che si rese conto che aveva diverse ciocche di capelli intrecciati alla mano di Rosa.
Cercò di sciogliere l'intrigo nella maniera meno dolorosa possibile, purtroppo senza ottenere grandi risultati.
Gemette per il dolore e nel farlo svegliò Rosa, che sollevò la testa domandando: «Amore, perché fai tutto questo baccano...?».
Balder allontanò velocemente l'ultimo ciuffo rimasto incastrato e si voltò verso di lei fingendo naturalezza.
«Niente di che. Credo sia ora che tu inizi a prepararti, sai?» esclamò lui.
Rosa si girò, stendendosi supina e stiracchiandosi tutta, come una gatta.
«La sfilata è questo pomeriggio ed è ancora presto, possiamo rimanere a letto per un po'...» ribatté.
Nella sua voce Balder percepì una chiara nota di malizia che lo mise a disagio, specialmente considerando l'erezione con cui si era svegliato.
«Penso di sì, anche se...» esordì lui ma venne prontamente interrotto dal rumoroso brontolio del suo stomaco.
Rosa gli scoccò un'occhiata meravigliata ed esasperata insieme.
«Suppongo tu preferisca andare ad ispezionare il ristorante dell'hotel e vedere cosa c'è per colazione...» esclamò mentre si metteva seduta «D'accordo, un po' ti capisco, cenare sul treno con un paio di sandwich non è stato proprio il massimo...» ammise mentre scendeva dal suo lato del materasso.
Balder assunse un cipiglio leggermente imbarazzato: si sentiva quasi colpevole per quell'evidente debolezza fisica. Tra una cosa e l'altra, il fatto di aver cenato in maniera frugale la notte avanti gli era praticamente sfuggito di mente.
«Quindi... andiamo a far colazione?» chiese per essere completamente certo di non aver frainteso l'inatteso evolversi della situazione.
«A meno che tu non riesca a zittire il tuo stomaco direi che non abbiamo alternative...» sospirò Rosa scrollando le spalle con aria rassegnata. Sembrava disapprovare la cosa ma non lo esplicitò a voce.
Si limitò semplicemente a togliersi il pigiama e accingersi a cercare i vestiti puliti in valigia. Anche suo marito fece altrettanto e nel mentre il suo stomaco ebbe tutto il tempo di esplicitare in maniera sempre più forte la sua necessità di essere riempito, facendolo sentire sempre più a disagio.
Sua moglie decise di indossare un paio di leggins neri con un maglioncino marrone scuro lungo fino a metà delle cosce, un paio di stivali dello stesso colore con un considerevole strato di pelliccia sul margine superiore, che arrivava a lambirle le ginocchia.
Prese il suo cappottino da indossare quando sarebbe uscita dall'hotel per recarsi dove si sarebbe tenuta la sfilata.
Balder indossò invece un paio di pantaloni in stoffa piuttosto pregiata, dritti e color crema, una casacca chiusa sul lato sinistro del torace da una serie di bottoni e lunga fino a poco sotto l'inguine, con una coda di tessuto più rigido lunga fino alle caviglie, circondate da essa senza però essere intralciate nei movimenti. L'indumento era bianco con rifiniture dorate e gli davano un aspetto molto angelicato.
Era il suo abito preferito, nonostante i numerosi capi d'abbigliamento d'alta qualità che riempivano il suo armadio.
Vedendolo con quel soprabito indosso, Rosa non poté non sorridere.
«Te lo sei portato dietro?» chiese incredula «Tra tutti i vestiti che hai...».
«Volevo mettere il mio abito migliore per la tua sfilata» si giustificò Balder sollevando il mento con un atteggiamento molto sicuro di sé «Insomma, ormai non capita più di vederti in passerella tanto spesso...».
«Sono certa che farai un figurone, caro» gli assicurò Rosa, lisciandogli una sottile piega sulla spalla.
L'uomo arrossì leggermente a quel complimento ma non trovò niente di sensato da replicare, per cui convennero tacitamente di recarsi al ristorante per rifocillarsi prima della sfilata.
Per Balder fu un momento di assoluto relax. Mangiò fino a saziarsi completamente, godendosi a pieno il ricco buffet messo a disposizione degli ospiti. Sua moglie invece si limitò a piluccare qualcosa dal suo piatto.
«Cara, non hai fame?» le chiese Balder, preoccupato. In camera sembrava aver appetito anche lei.
Si sentiva quasi in colpa a mangiare praticamente da solo.
«Non posso esagerare prima di una sfilata... lo sai» gli spiegò sua moglie banalmente.
In effetti Balder ricordava bene come era quando era una modella a tempo pieno e, adesso che si era lasciata quel mondo alle spalle, la sua bellezza era sbocciata nel suo pieno splendore.
Aveva messo su un po' di peso e le curve erano divenute più morbide e naturali, molto più femminili, per non parlare dei seni, dapprima appena visibili e adesso prorompenti e difficili da ignorare per qualunque uomo.
Balder percepì una nota di malinconia nella sua voce.
«Se ti hanno chiamata lo sapranno che non hai più le stesse misure striminzite di una volta, non devi preoccuparti» esclamò Balder, stringendole una mano «E poi se non mangi potresti star male e non può succedere!» protestò con più fermezza.
Rosa lo fissò per qualche istante, perplessa da tanta veemenza, quindi sorrise.
Si allungò a posargli un bacio sulle labbra orlate di cappuccino e piene di briciole.
«Grazie, amore» gli sussurrò dolcemente, prima di alzarsi in piedi e andare a servirsi una colazione degna d'essere chiamata tale.
Balder rimase piacevolmente soddisfatto da quel fugace contatto un po' più spinto, anche se con gli occhi fulminò sul colpo un giovane uomo che si era avvicinato un po' troppo a sua moglie e che si era voltato per caso nella sua direzione.
Una volta che ebbero mangiato uscirono in strada e chiamarono un taxi per arrivare all'edificio presso il quale si sarebbe svolta la sfilata.
All'ingresso c'era già una folla di giornalisti e cameraman pronti a filmare e intervistare i modelli e gli stilisti che avessero avuto il coraggio di presentarsi all'ingresso principale.
Rosa non si era mai lasciata intimidire dalle telecamere, anzi, le piaceva particolarmente essere al centro dell'attenzione.
Uscì dall'auto ergendosi in tutta la sua altezza con orgoglio, esibendosi nella sua rara bellezza con estrema sicurezza in se stessa.
Balder alle sue spalle non apprezzava molto tutta quella folla assiepata d'intorno alla macchina, un po' perché il livello di testosterone era veramente alto - troppo per i suoi standard - e un po' perché lui non si trovava affatto a suo agio sotto i riflettori.
Si sentiva troppo sotto pressione ogni volta che si ritrovava ad essere al centro dell'attenzione di una moltitudine di sconosciuti.
Pagò l'autista; dopodiché uscì dall'abitacolo, seppur faticosamente, e solo dopo che sua moglie, incamminandosi verso l'ingresso dell'edificio che avevano dinanzi - un enorme palazzo a cupola in stile moderno - si fu trascinata dietro una fetta piuttosto grossa dei giornalisti che l'avevano presa d'assalto.
Non appena fu libero, si fece coraggio e si aprì un varco nella calca sfruttando la sua corporatura solida e piuttosto robusta, riuscendo a guadagnarsi il fianco di Rosa.
Quest'ultima, vedendoselo comparire accanto, ne approfittò per infilare un braccio sotto il suo ed attirarlo a sé.
Balder si sentì momentaneamente imbarazzato per un gesto tanto confidenziale fatto dinanzi ad un simile pubblico, poi però si ricordò che erano sposati e che avevano tutto il diritto di stare a braccetto insieme.
Arrivati alla porta a vetri - che venne gentilmente aperta loro da un paio di energumeni in smoking nero - Rosa si voltò verso i paparazzi sollevando una mano in segno di saluto.
«Ci vediamo dopo l'evento!» esclamò prima di sparire con Balder oltre la porta.
Una volta al sicuro tirò un sospiro.
«Ti è mancato tutto questo, Rosa?» le chiese il suo partner, lasciandole il braccio e spostandosi dietro di lei.
Le sfilò galantemente il cappottino ed una volta libera da questo la donna si volse verso il compagno.
« Un po' sì, devo ammetterlo... mi ero dimenticata quanto fosse bello essere accerchiata di paparazzi e telecamere!» esclamò in tono quasi estatico, sorridendo radiosa «... però sono contenta di essermi ritirata per stare insieme a te!» soggiunse subito dopo, baciando di nuovo il suo uomo.
Quest'ultimo fece per replicare ma Rosa venne istantaneamente raggiunta da un paio di ragazzi ed una ragazza che la presero e la condussero via da lui, bombardandola di parole tutti insieme.
Balder si ritrovò improvvisamente da solo. Gli tornarono in mente le innumerevoli volte in cui, da giovane, si era coraggiosamente imbucato al seguito dei suoi genitori - affermati giornalisti di riviste di moda - facendosi largo tra la folla completamente da solo. Gli era sempre piaciuto il campo della moda ed il fatto che sua madre e suo padre si ostinassero a volerlo tenere lontano dalle sfilate l'aveva sempre fatto arrabbiare.
Era stata proprio una di quelle sue bravate che gli aveva dato l'occasione di conoscere Rosa, la quale in seguito era divenuta il nuovo motivo per cui disobbedire ai suoi e sgattaiolare alle sfilate di nascosto.
Balder si concesse un sorriso mentre si affrettava a rincorrere la sua sposa.
«Adesso che siamo sposati ho tutto il diritto di stare con lei dietro le quinte e in camerino!» si disse gonfiando il petto con un certo orgoglio, marciando lungo il corridoio a passo spedito.
Raggiunse Rosa mentre stava per varcare una porta con su scritto "camerino". Si voltò indietro e nel vederlo sopraggiungere si aprì in un ampio sorriso. Il suo partner le sorrise di rimando e fece per seguirla all'interno quando comparve sull'uscio una ragazza in jeans a vita bassa e top che gli bloccò il passaggio.
«Lei chi è?» domandò in tono burbero, scoccandogli un'occhiata diffidente, studiandolo da capo a piedi.
«Sono il marito di Rosa» esclamò in tono autoritario, irritato dall'atteggiamento della sua interlocutrice.
«Be', mi spiace ma non può entrare. Questo è il camerino, è riservato alle modelle e agli addetti» replicò con la stessa voce infastidita di poco prima «Deve aspettare nella sala della sfilata... e si faccia dare un pass, altrimenti qui non la faranno più arrivare».
Ciò detto gli sbatté volgarmente la porta in faccia.
Balder rimase dove si trovava, immobile, per diversi istanti. Gli occorse un po' per realizzare che nonostante il sacro vincolo del matrimonio lo unisse indissolubilmente a Rosa, gli era stato precluso di poterla assistere nel prepararsi per la sfilata.
Deluso da quella sonora sconfitta, si decise ad andare ad aspettare nella sala principale. Ripercorse a ritroso il corridoio fino all'entrata, fermandosi presso gli uomini di guardia per richiedere il pass, come gli era stato gentilmente suggerito.
Una volta ottenuto quello - e gli ci volle un po', dato che quelli della sicurezza dovettero chiamare gli organizzatori per accertarsi che fosse un ospite di una delle modelle - imboccò l'andito principale, che conduceva nella sala.
La passerella si allungava dalla parete opposta all'ingresso fin quasi al centro. Le sedie per gli spettatori erano già state tutte sistemate, adiacenti una all'altra.
I tecnici delle luci ed altri addetti erano al lavoro intorno al palco.
Balder si avvicinò pian piano, cercando di aggirarli senza far rumore, in cerca di un posto riservato a lui, che doveva esserci per forza: gli ospiti avevano sempre una zona di posti riservati in prima fila.
Dopo pochi minuti di ricerca finalmente trovò ciò che cercava e si affrettò a sedersi.
Qualcuno lo notò ma dopo aver saputo che era l'accompagnatore di Rosa lo lasciarono perdere e tornarono a concentrarsi sugli ultimi preparativi per la sfilata.
Balder rimase lì tranquillo, osservando le ragazze che provavano la passerella sotto le direttive di quello che sicuramente doveva essere lo stilista che aveva ingaggiato anche Rosa.
Nel vederlo il cuore dell'albino si fece più leggero: non era il tipo di uomo che avrebbe potuto conquistare sua moglie, neanche provandoci per una vita intera. Era troppo frivolo e superficiale, per non parlare della corporatura esile, quasi filiforme.
Il tempo iniziò a scorrere anche se fin troppo lentamente per i gusti di Balder. Iniziava ad annoiarsi ed il fatto di non veder ancora apparire Rosa tra le tante ragazzine che si accingevano a calcare la passerella lo rendeva nervoso.
Erano trascorse delle ore quando finalmente vide comparire sua moglie. Era stata truccata ed acconciata e benché ancora non indossasse l'abito che doveva mostrare, era una visione sublime per gli occhi di suo marito.
Rosa avanzò con sicurezza, ancheggiando e mostrando le sue aggraziate ma forti forme femminili. Era tutta un'altra cosa rispetto alle ragazzette esili, con seni appena abbozzati e fianchi quasi inesistenti che gli erano passate davanti fino ad ora.
«È davvero bella! Non c'è paragone con le altre ragazze!» commentò uno dei due addetti che si erano fermati a guardare Rosa mentre passava. Balder li poté sentire bene dato che erano fermi a pochi passi da lui.
«Sì, altro che essere magre! Ad un uomo piace vedere le curve» concordò pienamente l'altro «Ci credo che lo stilista le ha assegnato tutti i capi portanti della collezione!».
Quelle parole rievocarono alla mente di Balder quelle che gli avevano fatto cadere l'attenzione su Rosa per la prima volta, tanti anni prima.
La sua metà non era mai stata anoressica, solo molto magra; pertanto si era sempre distinta dalle altre modelle per il più spiccato fisico femminile.
Sapere che le avrebbero fatto indossare i capi principali della collezione lo riempiva di orgoglio e gioia. Era contento che Rosa potesse calcare di nuovo la passerella sentendosi importante ed apprezzata.
Aspettare l'inizio della sfilata fu una tortura vera e propria; ciononostante preferiva di gran lunga rimanere lì dove Rosa era più vicina piuttosto che andarsene in giro da solo - e magari perdersi.
L'ora di pranzo arrivò e se ne andò senza che Balder toccasse cibo. Vide arrivare alcune persone che probabilmente avevano l'incarico di portare da mangiare alle ragazze e agli altri addetti.
L'albino immaginò che razza di pranzo avrebbero servito a Rosa e alle altre e non si sentì poi tanto sfortunato all'idea di rimanere digiuno. Per fortuna che sia lui sia sua moglie avevano fatto una bella colazione, altrimenti nessuno dei due sarebbe riuscito a resistere fino a quella sera.
Quando finalmente la gente iniziò a scemare in massa all'interno della sala Balder capì che il suo supplizio era giunto al termine. La sfilata stava iniziando, per cui nonostante fosse completamente solo in mezzo ad una folla di sconosciuti, avrebbe almeno potuto vedere Rosa.
Ci volle un po' perché tutti prendessero posto e Balder si ritrovò soffocato tra due uomini di grossa stazza in smoking nero. L'elevato contrasto con la sua cappa bianca era quasi accecante, specialmente visto che un fascio di luce colpiva proprio vicino ai loro posti, investendoli in parte.
L'emozione nel sentire il gran vociare quietarsi udendo la musica ad alto volume inondare la sala lo riempì e lo fece tornare adolescente per qualche prezioso attimo prima che una voce maschile precedesse l'ingresso in passerella di un presentatore munito di cartelletta e microfono.
La presentazione fu breve e tutti ne furono lieti, specialmente i giornalisti, che bramavano l'inizio del loro servizio.
Quando furono annunciate le prime modelle uno scroscio d'applausi riecheggiò nella sala, seguito da un boato all'arrivo delle ragazze che fu sovrastato solamente dalla musica sparata a tutto volume per tutta la sala.
Balder le osservò passare sculettando sicure sulle loro gambette scheletriche avvolte in seta, pizzo e pantaloni ricoperti di lustrini. I fianchi ossuti che si intravedevano chiaramente sotto la stoffa lo mettevano a disagio.
Un'esplosione di flash lo rese momentaneamente cieco quando i suoi occhi raggiunsero le esili figure giunte in fondo alla passerella.
Sbatté più volte le palpebre per scacciare gli aloni argentei rimasti. Quando riprese a vedere bene le prime due modelle si erano dileguate.
Col proseguire della sfilata Balder si accorse di come non fosse stata chiamata solo Rosa a rappresentare le "modelle veterane". Molte altre donne che lui aveva visto in passerella da giovane erano tornate per l'occasione. Gli anni e la lontananza dal mondo della moda non avevano intaccato la loro bellezza, anzi, l'avevano accentuata.
Erano più abbondanti delle ragazzine ed il loro fascino femminile era molto più conturbante. Vedendole non ci si soffermava solo su quanto fosse bello l'abito che indossavano ma anche come riuscisse a marcare i punti forti dei loro fisici.
Balder trovò molto piacevole una simile vista, anche se ogni volta che uscivano modelle dalla cima della passerella sperava di incrociare lo slanciato e meraviglioso profilo di sua moglie.
Quando finalmente ciò accadde la mascella gli cadde in un'espressione meravigliata e scettica al tempo stesso. Le sue guance si fecero porpora per l'audacia delle trasparenze e delle scollature dell'abito che Rosa indossava.
Si sentì ardere di desiderio e percepì una fastidiosa sensazione di costrizione a livello inguinale, anche se per il momento era molto leggera.
Rosa guadagnò il fondo della passerella con lunghe e agili falcate nonostante i vertiginosi tacchi a spillo, fece dietrofront - e l'ampia gonna si aprì a raggiera grazie all'alto spacco centrale, rivelando le flessuose gambe rivestite di calze a rete argentate - e tornò indietro appuntandosi con aria snob una mano sul fianco.
Nel passare davanti a suo marito gli fece l'occhiolino ed abbozzò un sorrisetto sghembo che mandò il sangue del destinatario in ebollizione.
Se fossero stati alle prove, magari con pochi addetti nei paraggi, probabilmente a quel gesto Balder si sarebbe arrampicato sulla passerella e le sarebbe saltato letteralmente addosso.
Quando sparì alla sua vista si sentì di nuovo vuoto ma con la viva speranza che presto la sua Rosa sarebbe tornata.
In effetti, dopo la sua prima apparizione ed il grande successo riscosso tra il pubblico, le sue uscite in passerella si fecero più frequenti.
Balder fu felice di potersi riempire gli occhi con la bellezza sfolgorante di sua moglie. L'unico inconveniente di quello spettacolo fu la manifestazione fisica del suo apprezzamento. I pantaloni che aveva messo erano poco elasticizzati, per cui l'ingombro inguinale gli creava altri problemi oltre all'insoddisfazione ed il fastidio che era solito percepire ogni volta che si eccitava in posti anomali.
Cercò di mascherare con il lembo inferiore della sua cappa il gonfiore al cavallo dei pantaloni, poggiandovi anche le mani sopra cercando di apparire disinvolto.
Quello che era iniziato come un evento piacevole si stava tramutando in un vero e proprio tormento.
La sfilata si chiuse almeno due ore più tardi con Rosa.
Balder era rimasto basito nel vedere il vestito che aveva indosso. Era molto aristocratico, di un bianco perlaceo e lungo fino quasi alle caviglie. Lateralmente aveva due lunghi spacchi e sui fianchi erano appuntate due enormi rose costellate di pailletés. Una stola di pelliccia bianca le cingeva le spalle, mettendo in mostra la lunga scollatura che le arrivava fino all'ombelico.
Un cappello a tesa larga le copriva in parte il viso, anche se dalla sua angolazione Balder poteva chiaramente vederla in faccia.
I lunghi capelli neri erano lasciati sciolti sulle spalle ed oltre, lisciati e pettinati alla perfezione. Le coprivano tutta la schiena, fino al sedere.
Raramente Balder glieli aveva visti portare così, anche a casa. In genere li teneva raccolti in uno chignon alto sopra la testa o in una lunga treccia.
Quell'ultima apparizione lo portò sull'orlo della perdita totale di autocontrollo. Dovette impegnarsi a fondo per rimanere dove si trovava ed il fatto di essere compresso tra due uomini in carne ed ingombranti lo aiutò nell'impresa.
Si vergognava dei suoi impulsi così forti, si sentiva come un adolescente in balia degli ormoni.
Quando Rosa sparì il presentatore guadagnò il centro della passerella e subito dietro di lui arrivò lo stilista per ringraziare il pubblico e svolgere le solite noiose formalità.
Balder ne approfittò per alzarsi dal suo posto e sgattaiolare nel backstage sfruttando il suo pass: doveva assolutamente vedere Rosa e complimentarsi con lei. Se fosse stato abbastanza svelto sarebbe senz'altro riuscito a bloccarla prima che rientrasse in camerino.
Riuscì a superare in un batter d'occhio gli uomini della sicurezza, poi si avviò a passo svelto lungo il tortuoso corridoio che conduceva ai camerini e alle sale adibite al trucco e alla conservazione degli abiti.
I suoi bollenti spiriti si erano un po' assopiti, per cui non temeva di andare in giro facendo mostra dei suoi attributi.
Passò di fianco a due ragazzi dall'aria snob e con vestiti costosi con un pass appeso al collo che stavano parlando tra di loro a voce abbastanza alta da essere udibili senza alcuna fatica.
«L'hai vista quella gnocca che ha chiuso la sfilata? Altro che quelle modelle rinsecchite!» commentò quello che pareva essere il più giovane dei due, sogghignando.
«Eccome se l'ho vista, se l'è tirata per tutto il tempo! Una troia d'alto borgo come lei me la scoperei volentieri seduta stante!» rimbeccò l'altro.
Il viso di Balder passò rapidamente dal rosso al viola ed un ghigno di furia gli distorse i bei lineamenti.
Si volse di scatto ed afferrò il secondo ragazzo per il colletto della camicia, girandolo verso di sé ed affibbiandogli un pugno sul viso con tutta la forza che aveva.
Lo colpì in pieno sul naso, mandandolo a sbattere rumorosamente contro la parete. Il suo compagno lanciò un gridolino molto poco virile e sobbalzò, facendosi da parte.
Balder faceva paura.
«Non azzardarti mai più a dare della puttana a mia moglie, chiaro?!» ringhiò, chinandosi per colpire ancora la sua vittima.
«Amore, cosa stai facendo?!».
La voce di Rosa, tempestivamente giunta dal camerino sentendo i colpi ed il grido, lo riportò alla ragione.
L'albino la guardò e poi posò di nuovo lo sguardo sul ragazzo accasciato ai piedi della parete, lamentandosi e tenendosi una mano sul naso.
«Io... ho reagito d'istinto...!» si difese con aria contrita.
Rosa lo afferrò per un braccio e lo trascinò via di gran fretta, conducendolo nella prima stanza aperta che incontrò - che casualmente era un camerino libero.
«Ti ha dato di volta il cervello?! Perché hai picchiato quel ragazzo?» chiese in tono severo, appuntandosi una mano sul fianco.
Aveva ancora indosso il vestito della sua ultima entrata in scena, cosa che non aiutava certamente Balder a concentrarsi sull'accaduto.
«Quel ragazzino ti ha dato della puttana! Non poteva passarla liscia!» si difese. Purtroppo non risultò molto credibile dato che i suoi occhi a fatica riuscivano a spostarsi dal suo décolleté.
La sua interlocutrice lo squadrò con cipiglio serio e notando a cosa era rivolta la sua attenzione si affrettò a coprirsi.
«Balder!» lo rimproverò indignata.
L'interpellato arrossì e distolse tempestivamente gli occhi, mortificato.
«Mi dispiace…» borbottò imbarazzato «È da tanto che non ti vedo vestita in maniera così audace…» si scusò, continuando a tenere gli occhi lontani da lei, per non farla irritare ulteriormente.
Rosa ammorbidì l'espressione ed abbozzò anche un lieve sorriso.
«Ti è mancato così tanto?» chiese con un'inflessione leggermente maliziosa «Amore, non credevo che avessi tanto bisogno di vedermi in abiti succinti...!».
Balder chiuse gli occhi ed espirò profondamente, cercando di evitare di arrossire fino alla punta delle orecchie.
Detto in quei termini sembrava quasi un depravato. In fondo erano sposati, non avrebbe dovuto sentirsi tanto a disagio per una simile affermazione: era normale che ci fosse una certa intimità tra di loro.
«Non… è questo quello che intendevo…» cercò di difendersi, certo che la discussione stesse per prendere una piega piuttosto spinta, per niente adatta al luogo in cui si trovavano.
L'occhiata che gli rivolse Rosa esplicitava quanto poco credesse a quanto aveva appena detto; ciononostante fu questione di un momentaneo sguardo, dato che subito dopo tornò a rimproverarlo.
«Comunque non dovevi aggredire quel ragazzo, anche se mi aveva insultata! So che lo hai fatto in buona fede, amore, ma non dovevi. Pensa se ti denunciasse! Che razza di pubblicità sarebbe per la boutique?» esclamò la donna, intrecciando le braccia sotto i seni «Ho partecipato a questa sfilata per fare buona pubblicità al nostro negozio, non perché volevo vederti prendere a pugni la gente e rovinare tutto».
Il suo uomo la guardò con rinnovata consapevolezza, come se gli avesse appena aperto gli occhi su qualcosa di estremamente importante.
«Non ci avevo pensato, ho agito d'impulso! I-io... devo andare a scusarmi prima che sia troppo tardi!».
Non voleva che il lavoro di Rosa fosse vanificato da un suo improvviso scatto d'ira.
Sua moglie annuì e gli puntò un dito contro, in gesto d'ammonimento.
«Muoviti a scusarti, prima che la cosa diventi di dominio pubblico! Io vado a cambiarmi, sicuramente uscita da qui vorranno intervistarmi e devo essere al meglio!» disse Rosa, il tono dapprima serio e poi entusiasta.
Balder assentì col capo e si dileguò in un batter d'occhio, lasciando la compagna da sola.
Quest'ultima attese qualche momento prima di uscire a sua volta e dirigersi dalla parte opposta, verso i camerini, immaginando che genere di domande i giornalisti avrebbero potuto rivolgerle.
Rating: Giallo
Genere: Generale, Sentimentale
Personaggi: Young!Balder, Rosa
Wordcount: 6397 (
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-community.gif)
Note: Het, Linguaggio, Modern!AU. Ambientata nello stesso verse di questa.
Rosa si chinò a posargli un bacio sulla fronte, quindi intrecciò le dita di una mano alle sue in una tenera dimostrazione d'affetto.
«Andiamo a dormire, cara. Ne hai bisogno, domani per te sarà molto impegnativo...» sospirò l'albino, puntellandosi sui gomiti e cercando di mettersi seduto.
«Veramente quello che sembra averne più bisogno sei te» rispose divertita la sua metà, aiutandolo a mettersi in piedi.
«Ah, caro...! Mi sono dimenticata di dirti che mi hanno ingaggiata per una sfilata di moda fuori città che si terrà tra due giorni!».
Il fatto stesso di comunicare quell'informazione a suo marito rendeva Rosa palesemente felice: la sua espressione radiosa pareva quasi in grado di emanare luce.
Stava terminando di servire le patate arrosto su un vassoio, per cui non poteva andare dal suo compagno per sentirsi ricoprire di complimenti e dargli un bel bacio; si accontentò di voltarsi per metà nella sua direzione per ammirare la reazione.
Balder, seduto a tavola dal lato opposto a quello dove lei si trovava ed intento a mangiare un filetto di carne un po' troppo cotto, rischiò di soffocare col boccone che aveva appena portato alla bocca.
Tossicchiò e dovette buttar giù un paio di bicchieri d'acqua prima di poter tornare a respirare normalmente.
«Due giorni?!» esclamò Balder, sgranando gli occhi per la sorpresa «Proprio per l'inizio dei saldi?!».
Era da poco terminato Natale e i saldi erano il momento più atteso da tutte le loro clienti dopo le feste, dato che era uno dei pochi periodi dell'anno in cui i loro vestiti - ed in special modo la biancheria intima - erano più a buon mercato.
La Boutique Cereza era tra quei negozi del centro che iniziavano l'anno con i guadagni più alti proprio grazie ai saldi post-festivi e Balder era contento di ciò; tuttavia era anche consapevole di quanto in quel periodo la presenza di sua moglie in negozio fosse indispensabile: dato che commerciavano in abiti e biancheria esclusivamente femminili, se le clienti avevano bisogno di un consiglio o di sapere cose specifiche inerenti per esempio alle coppe dei reggiseni o alle taglie delle mutandine, Rosa era la persona più indicata a fornire le relative spiegazioni.
La sua passata esperienza come modella e i consigli da donna a donna che dispensava l'avevano resa molto popolare tra le loro giovani acquirenti, attirandone sempre di più.
Suo marito purtroppo non aveva la sua stessa esperienza, anzi, ogni volta che veniva toccato con lui l'argomento "biancheria intima" diventava improvvisamente impacciato e taciturno. Per lui era impossibile sostenere da solo una situazione del genere.
«Non puoi lasciarmi solo in negozio proprio per i saldi!» esclamò in tono di viva protesta «Sai che ho bisogno di te se le clienti hanno delle domande!».
«Lo so, caro… però sono stati così insistenti nel chiedermi di presentare la nuova collezione…!» controbatté sua moglie, portando in tavola le patate «Inoltre, se parteciperò alla sfilata e l'evento sarà un successo - come se potesse non esserlo con me! - di sicuro attireremo molte più clienti!» aggiunse mentre svuotava una generosa dose di cibo nel piatto del suo partner.
Quest'ultimo notò subito che le patate avevano un aspetto molto più invitante della carne, per cui decise di lasciar perdere il suo filetto bruciacchiato e dedicarsi a quelle.
Rosa si sedette al suo fianco dopo essersi servita a sua volta e gli sorrise in maniera piuttosto lasciva. In un primo momento Balder non ne capì il motivo; poi percepì la sua mano che gli accarezzava lentamente una coscia, spingendosi pian piano verso l'attaccatura della stessa, sul lato più interno.
L'uomo si irrigidì di colpo avvertendo la punta dell'indice filiforme di sua moglie che gli carezzava il profilo del pene attraverso i pantaloni, senza alcun pudore.
«Rosa…» esordì, ma la voce gli si strozzò in gola quando il dito arrivò a stuzzicargli la punta del suo organo riproduttore. Diventava così dannatamente difficile mantenere il controllo ogni volta che sua moglie concentrava la sua attenzione laggiù.
Quest'ultima si sporse nella sua direzione, poggiandogli una guancia contro il bordo della spalla, allungando un dito della mano libera ed attorcigliandovi intorno una lunga e sottile ciocca di capelli bianchi di lui. Balder poté percepire l'intenso aroma fiorito del suo profumo preferito, una fragranza che nella sua memoria rievocava situazioni intime che si spingevano ben oltre il limite impostogli dal suo enorme senso del pudore.
«Invece di rimanere in negozio a vedertela da solo con le ragazzine, che ne dici di venire con me…? O preferisci mandarmi sola soletta in un'altra città in mezzo a stilisti giovani, prestanti ed attraenti…?» chiese la donna. Sapeva bene quanto il suo compagno fosse geloso e possessivo nei suoi confronti e metterlo davanti all'eventualità - non poi così lontana dal vero - di essere al centro dell'attenzione di un considerevole numero di uomini diversi da lui era certa che sarebbe stata la mossa vincente per spuntarla. Dopotutto, a Balder bastavano le semplici occhiate di qualche ragazzetto minorenne per farlo bruciare di gelosia. Le mani maschili che l'avrebbero aiutata ad indossare i capi della sfilata l'avrebbero spinto verso l'omicidio di massa.
Le guance dell'albino si fecero di colpo porpora ed una smorfia di rabbia gli distorse le labbra.
«Non puoi andare da sola in mezzo a quei lupi famelici! Ti accompagnerò io!» esclamò in tono autoritario, sbattendo con forza un pugno sul tavolo.
Rosa sorrise, soddisfatta del risultato ottenuto.
«E per i saldi?» domandò.
«Aspettare qualche giorno in più non farà male a nessuno» rispose prontamente lui.
«D'accordo amore, domani ci occuperemo di organizzare la partenza…» esclamò la donna, accarezzandogli un braccio nel tentativo di acquietare i suoi bollenti spiriti «Per adesso finisci di mangiare la cena, da bravo…».
Balder decise di rimandare lo sfogo della sua rabbia a quando quegli stilisti pomposi e pieni di loro stessi avrebbero allungato troppo le mani su sua moglie. Per il momento era inutile agitarsi tanto.
Respirò a fondo, riprendendo il controllo di sé e tornando alla sua cena, sforzandosi di inghiottire la carne bruciacchiata attenuandone il sapore non proprio ottimo con quello senz'altro migliore del contorno.
«La cena è ottima, cara…» commentò sforzandosi di farla sembrare una nota spontanea e veritiera: il cibo non era granché ma sapeva che a Rosa faceva piacere quando le faceva i complimenti per i pasti. In fin dei conti si era applicata molto quella sera, per cui un po' di apprezzamento se lo meritava nonostante il risultato non proprio eccellente.
Rosa sorrise, palesemente gratificata dal complimento, riprendendo a mangiare il suo filetto da dove si era interrotta per occuparsi delle patate. Non smentì quel che Balder le aveva detto, probabilmente perché il suo impegno nel preparare il cibo glielo faceva percepire molto più gustoso di quanto in realtà fosse.
«Grazie, amore…!».
Il giorno successivo, come d'accordo, si occuparono di preparare il necessario per il viaggio: allestirono i bagagli, Balder sistemò quel che c'era da fare in negozio perché lui e sua moglie potessero assentarsi per un paio di giorni - facendo anche pubblicità all'evento in modo da poterne poi trarre beneficio economico - e Rosa contattò l'agenzia che l'aveva assunta perché prenotassero l'albergo per due persone. Certamente non avrebbe permesso che suo marito alloggiasse in un hotel diverso dal suo - e quasi sicuramente di livello inferiore.
Il giorno prima della partenza, che era anche il giorno di chiusura infrasettimanale della Boutique Cereza, aprirono in via eccezionale e per un orario prolungato in virtù delle chiusure straordinarie. In quelle ore le clienti abituali si presentarono non tanto per fare acquisti o vedere se c'erano nuovi capi d'abbigliamento quanto piuttosto per chiedere l'autografo di Rosa e cercare di estorcerle dei dettagli riguardo ai vestiti che avrebbe indossato.
Balder preferì osservare da lontano il momento di gloria della sua partner. Gli sembrava la scelta più giusta da fare.
Quella sera stessa, dopo la chiusura del negozio, presero le loro cose e partirono.
Balder spalancò la porta della loro camera d'albergo con una spallata, avendo le mani impegnate a trasportare entrambe le valigie, la sua e quella di Rosa.
Quest'ultima entrò per prima, piazzandosi ad un paio di metri oltre la soglia, osservando la stanza: era grande esattamente come si era immaginata, con un enorme letto matrimoniale con l'intelaiatura in legno decorato con bassorilievi di rampicanti e fiori. Comodini e abat-jour gemelle si trovavano ai due lati.
Il lato della parete opposto a quello della porta era una enorme finestra a vetri che mostrava un meraviglioso panorama notturno della città.
Lungo la parete dinanzi al fondo del letto c'erano un armadio e due cassettiere, il tutto rigorosamente in legno scuro e decorato alla stessa maniera del letto.
Dal soffitto pendeva un largo lampadario con pendenti in quello che pareva vetro o addirittura cristallo con lampadine affusolate che gettavano una luce giallo-arancio rafforzata nelle sue sfumature dorate dalla carta da parati ocra.
Il bagno si trovava vicino alla porta d'ingresso ed era stato lasciato con l'uscio socchiuso, per cui riusciva a vedere uno scorcio di mattonelle bianche splendenti ed una parte di quello che doveva essere senz'altro uno specchio di dimensioni notevoli appeso sopra una lastra di marmo in cui erano stati alloggiati due lavandini adiacenti.
«Non hanno badato a spese» commentò soddisfatta Rosa, avanzando ancora e andando a sedersi sul copriletto imbottito e morbido.
Balder arrancò ansimando all'interno, trascinando le pesanti valigie verso il fondo del letto.
«Amore, forse avresti fatto meglio ad accettare l'aiuto di quel facchino nell'atrio...» gli fece presente sua moglie con una punta di preoccupazione nel tono.
L'uomo si fermò un momento a riprender fiato.
«E perché? Ce la faccio benissimo da solo!» replicò gonfiando il petto mascherato da uno spesso e lungo giaccone color cioccolato.
In realtà una mano gli avrebbe fatto decisamente comodo; il fatto era che quando il facchino aveva visto Rosa i suoi occhi si erano illuminati di una ammirazione che andava ben oltre quella riservata ad una donna molto attraente. Ovviamente a Balder quell'atteggiamento non era piaciuto per niente. Per evitare incidenti che avrebbero irreparabilmente rovinato l'umore a lui - già compromesso dall'estenuante viaggio della serata - e aumentato ulteriormente con ogni probabilità l'ego di lei, aveva deciso di ignorare il servizio reso dal ragazzo e trasportare le valigie fino al quarto piano da solo.
In tal modo sperava non solo di evitare uno scomodo grattacapo ma anche e soprattutto di mettere in mostra la sua prestanza fisica. Probabilmente c'era riuscito fino a metà delle scale che separavano il terzo dal secondo piano, quando aveva iniziato a fare parecchia fatica nel trasportare i bagagli e ad avere il fiatone.
Riuscì a depositare al loro posto le valigie, quindi si appoggiò al margine del letto per riposarsi un attimo e ricomporsi. Sfilò il giaccone e lo posò da parte, rivelando il dolcevita color crema che indossava al di sotto.
«Com'è bravo il mio uomo...!» esclamò Rosa, cingendolo all'altezza dell'addome con un braccio e tirandolo con forza a sé.
Balder, colto alla sprovvista dal gesto, perse l'equilibrio e scivolò all'indietro, finendo col poggiare la testa proprio sulle gambe di sua moglie.
«Rosa...?!» chiese senza capire, cercando di raddrizzarsi: le gambe erano trattenute dietro il ginocchio dal rialzo del legno cui era appoggiato e la posizione era piuttosto dolorosa.
«Tesoro, sembri così teso da quando siamo scesi dal treno...! Non sei mica tu ad avere una sfilata importante domani pomeriggio!» disse la donna, accarezzandogli la testa ed affondando le dita tra le lunghe ciocche bianche.
«Non sono teso, solo stanco. Il viaggio è stato lungo e non proprio piacevole...» rispose Balder, alzando lo sguardo in cerca degli occhi della sua compagna.
Non l'avesse mai fatto: sopra di sé non vedeva niente oltre le sue fiorenti tette rivestite dal suo cappottino rosso - che le rendeva quasi più ingombranti di quanto già non fossero.
Arrossì e deviò subito lo sguardo, imbarazzato ed eccitato dallo spettacolo.
Non era quello il momento adatto per certe cose. Era tardi ed avevano entrambi bisogno di dormire.
Rosa si chinò a posargli un bacio sulla fronte, quindi intrecciò le dita di una mano alle sue in una tenera dimostrazione d'affetto.
«Andiamo a dormire, cara. Ne hai bisogno, domani per te sarà molto impegnativo...» sospirò l'albino, puntellandosi sui gomiti e cercando di mettersi seduto.
«Veramente quello che sembra averne più bisogno sei te» rispose divertita la sua metà, aiutandolo a mettersi in piedi.
«Non è vero. Il viaggio sarà anche stato scomodo ma non mi ha stancato così tanto...!» ribatté lui.
Si spogliarono e si cambiarono per la notte: anche se c'era il riscaldamento acceso, era impensabile andare a dormire solo con la biancheria intima indosso - per fortuna di Balder, che altrimenti avrebbe avuto ancor meno a frenarlo dal dare soddisfazione ai suoi bassi istinti.
Rosa infilò un pigiama in pile nero piuttosto aderente decorato con gattini bianchi. Avrebbe voluto tanto mettere la sua camicia da notte preferita, che aveva ovviamente portato con sé, ma Balder le sembrava talmente provato che molto probabilmente vedendola con quella addosso sarebbe passato alle vie di fatto e non poteva permettersi altre preziose ore di sonno perso.
Il pigiama di suo marito era di tutt'altro stampo: la maglia era bianca, anonima, e i pantaloni con un motivo scozzese in gradienti di grigio su sfondo bianco, il tutto in tessuto felpato.
La coppia si infilò sotto le coperte e Rosa scivolò subito verso Balder, appoggiandogli la testa sulla spalla in una chiara richiesta di contatto fisico.
Nonostante quanto accaduto poco prima, l'albino le concesse quel contatto, cingendole le spalle e stringendola a sé - anche se non troppo.
I suoi seni premevano soffici contro il suo fianco, costituendo una tentazione tale che impiegò tutto il suo autocontrollo per non cedere. Poi fortunatamente subentrò il sonno e non si accorse più di niente.
Rosa ci mise un po' di più ad addormentarsi, presa dalle delicate trame tracciate dai lunghi capelli di suo marito sul cuscino. Le piaceva attorcigliare alle dita quei lunghi fili d'oro.
Con la mano libera intrecciata nella morbida matassa di capelli di Balder, dopo diversi minuti Rosa riuscì finalmente a prendere sonno.
Quando Balder si risvegliò, la prima cosa che balzò alla sua attenzione fu il morbido peso premuto di traverso sul suo petto, difficile da non riconoscere.
Subito dopo si accorse dell'erezione stranamente più turgida del solito e di come la punta scoperta stesse fastidiosamente sfregando contro il tessuto del pigiama.
Molto delicatamente infilò le braccia sotto il corpo di sua moglie, abbandonato sopra il suo, e lo spostò accanto a sé, quindi si mise seduto.
Nel farlo rimase imbrigliato per i capelli in qualcosa che li tirava verso il cuscino, al che si rese conto che aveva diverse ciocche di capelli intrecciati alla mano di Rosa.
Cercò di sciogliere l'intrigo nella maniera meno dolorosa possibile, purtroppo senza ottenere grandi risultati.
Gemette per il dolore e nel farlo svegliò Rosa, che sollevò la testa domandando: «Amore, perché fai tutto questo baccano...?».
Balder allontanò velocemente l'ultimo ciuffo rimasto incastrato e si voltò verso di lei fingendo naturalezza.
«Niente di che. Credo sia ora che tu inizi a prepararti, sai?» esclamò lui.
Rosa si girò, stendendosi supina e stiracchiandosi tutta, come una gatta.
«La sfilata è questo pomeriggio ed è ancora presto, possiamo rimanere a letto per un po'...» ribatté.
Nella sua voce Balder percepì una chiara nota di malizia che lo mise a disagio, specialmente considerando l'erezione con cui si era svegliato.
«Penso di sì, anche se...» esordì lui ma venne prontamente interrotto dal rumoroso brontolio del suo stomaco.
Rosa gli scoccò un'occhiata meravigliata ed esasperata insieme.
«Suppongo tu preferisca andare ad ispezionare il ristorante dell'hotel e vedere cosa c'è per colazione...» esclamò mentre si metteva seduta «D'accordo, un po' ti capisco, cenare sul treno con un paio di sandwich non è stato proprio il massimo...» ammise mentre scendeva dal suo lato del materasso.
Balder assunse un cipiglio leggermente imbarazzato: si sentiva quasi colpevole per quell'evidente debolezza fisica. Tra una cosa e l'altra, il fatto di aver cenato in maniera frugale la notte avanti gli era praticamente sfuggito di mente.
«Quindi... andiamo a far colazione?» chiese per essere completamente certo di non aver frainteso l'inatteso evolversi della situazione.
«A meno che tu non riesca a zittire il tuo stomaco direi che non abbiamo alternative...» sospirò Rosa scrollando le spalle con aria rassegnata. Sembrava disapprovare la cosa ma non lo esplicitò a voce.
Si limitò semplicemente a togliersi il pigiama e accingersi a cercare i vestiti puliti in valigia. Anche suo marito fece altrettanto e nel mentre il suo stomaco ebbe tutto il tempo di esplicitare in maniera sempre più forte la sua necessità di essere riempito, facendolo sentire sempre più a disagio.
Sua moglie decise di indossare un paio di leggins neri con un maglioncino marrone scuro lungo fino a metà delle cosce, un paio di stivali dello stesso colore con un considerevole strato di pelliccia sul margine superiore, che arrivava a lambirle le ginocchia.
Prese il suo cappottino da indossare quando sarebbe uscita dall'hotel per recarsi dove si sarebbe tenuta la sfilata.
Balder indossò invece un paio di pantaloni in stoffa piuttosto pregiata, dritti e color crema, una casacca chiusa sul lato sinistro del torace da una serie di bottoni e lunga fino a poco sotto l'inguine, con una coda di tessuto più rigido lunga fino alle caviglie, circondate da essa senza però essere intralciate nei movimenti. L'indumento era bianco con rifiniture dorate e gli davano un aspetto molto angelicato.
Era il suo abito preferito, nonostante i numerosi capi d'abbigliamento d'alta qualità che riempivano il suo armadio.
Vedendolo con quel soprabito indosso, Rosa non poté non sorridere.
«Te lo sei portato dietro?» chiese incredula «Tra tutti i vestiti che hai...».
«Volevo mettere il mio abito migliore per la tua sfilata» si giustificò Balder sollevando il mento con un atteggiamento molto sicuro di sé «Insomma, ormai non capita più di vederti in passerella tanto spesso...».
«Sono certa che farai un figurone, caro» gli assicurò Rosa, lisciandogli una sottile piega sulla spalla.
L'uomo arrossì leggermente a quel complimento ma non trovò niente di sensato da replicare, per cui convennero tacitamente di recarsi al ristorante per rifocillarsi prima della sfilata.
Per Balder fu un momento di assoluto relax. Mangiò fino a saziarsi completamente, godendosi a pieno il ricco buffet messo a disposizione degli ospiti. Sua moglie invece si limitò a piluccare qualcosa dal suo piatto.
«Cara, non hai fame?» le chiese Balder, preoccupato. In camera sembrava aver appetito anche lei.
Si sentiva quasi in colpa a mangiare praticamente da solo.
«Non posso esagerare prima di una sfilata... lo sai» gli spiegò sua moglie banalmente.
In effetti Balder ricordava bene come era quando era una modella a tempo pieno e, adesso che si era lasciata quel mondo alle spalle, la sua bellezza era sbocciata nel suo pieno splendore.
Aveva messo su un po' di peso e le curve erano divenute più morbide e naturali, molto più femminili, per non parlare dei seni, dapprima appena visibili e adesso prorompenti e difficili da ignorare per qualunque uomo.
Balder percepì una nota di malinconia nella sua voce.
«Se ti hanno chiamata lo sapranno che non hai più le stesse misure striminzite di una volta, non devi preoccuparti» esclamò Balder, stringendole una mano «E poi se non mangi potresti star male e non può succedere!» protestò con più fermezza.
Rosa lo fissò per qualche istante, perplessa da tanta veemenza, quindi sorrise.
Si allungò a posargli un bacio sulle labbra orlate di cappuccino e piene di briciole.
«Grazie, amore» gli sussurrò dolcemente, prima di alzarsi in piedi e andare a servirsi una colazione degna d'essere chiamata tale.
Balder rimase piacevolmente soddisfatto da quel fugace contatto un po' più spinto, anche se con gli occhi fulminò sul colpo un giovane uomo che si era avvicinato un po' troppo a sua moglie e che si era voltato per caso nella sua direzione.
Una volta che ebbero mangiato uscirono in strada e chiamarono un taxi per arrivare all'edificio presso il quale si sarebbe svolta la sfilata.
All'ingresso c'era già una folla di giornalisti e cameraman pronti a filmare e intervistare i modelli e gli stilisti che avessero avuto il coraggio di presentarsi all'ingresso principale.
Rosa non si era mai lasciata intimidire dalle telecamere, anzi, le piaceva particolarmente essere al centro dell'attenzione.
Uscì dall'auto ergendosi in tutta la sua altezza con orgoglio, esibendosi nella sua rara bellezza con estrema sicurezza in se stessa.
Balder alle sue spalle non apprezzava molto tutta quella folla assiepata d'intorno alla macchina, un po' perché il livello di testosterone era veramente alto - troppo per i suoi standard - e un po' perché lui non si trovava affatto a suo agio sotto i riflettori.
Si sentiva troppo sotto pressione ogni volta che si ritrovava ad essere al centro dell'attenzione di una moltitudine di sconosciuti.
Pagò l'autista; dopodiché uscì dall'abitacolo, seppur faticosamente, e solo dopo che sua moglie, incamminandosi verso l'ingresso dell'edificio che avevano dinanzi - un enorme palazzo a cupola in stile moderno - si fu trascinata dietro una fetta piuttosto grossa dei giornalisti che l'avevano presa d'assalto.
Non appena fu libero, si fece coraggio e si aprì un varco nella calca sfruttando la sua corporatura solida e piuttosto robusta, riuscendo a guadagnarsi il fianco di Rosa.
Quest'ultima, vedendoselo comparire accanto, ne approfittò per infilare un braccio sotto il suo ed attirarlo a sé.
Balder si sentì momentaneamente imbarazzato per un gesto tanto confidenziale fatto dinanzi ad un simile pubblico, poi però si ricordò che erano sposati e che avevano tutto il diritto di stare a braccetto insieme.
Arrivati alla porta a vetri - che venne gentilmente aperta loro da un paio di energumeni in smoking nero - Rosa si voltò verso i paparazzi sollevando una mano in segno di saluto.
«Ci vediamo dopo l'evento!» esclamò prima di sparire con Balder oltre la porta.
Una volta al sicuro tirò un sospiro.
«Ti è mancato tutto questo, Rosa?» le chiese il suo partner, lasciandole il braccio e spostandosi dietro di lei.
Le sfilò galantemente il cappottino ed una volta libera da questo la donna si volse verso il compagno.
« Un po' sì, devo ammetterlo... mi ero dimenticata quanto fosse bello essere accerchiata di paparazzi e telecamere!» esclamò in tono quasi estatico, sorridendo radiosa «... però sono contenta di essermi ritirata per stare insieme a te!» soggiunse subito dopo, baciando di nuovo il suo uomo.
Quest'ultimo fece per replicare ma Rosa venne istantaneamente raggiunta da un paio di ragazzi ed una ragazza che la presero e la condussero via da lui, bombardandola di parole tutti insieme.
Balder si ritrovò improvvisamente da solo. Gli tornarono in mente le innumerevoli volte in cui, da giovane, si era coraggiosamente imbucato al seguito dei suoi genitori - affermati giornalisti di riviste di moda - facendosi largo tra la folla completamente da solo. Gli era sempre piaciuto il campo della moda ed il fatto che sua madre e suo padre si ostinassero a volerlo tenere lontano dalle sfilate l'aveva sempre fatto arrabbiare.
Era stata proprio una di quelle sue bravate che gli aveva dato l'occasione di conoscere Rosa, la quale in seguito era divenuta il nuovo motivo per cui disobbedire ai suoi e sgattaiolare alle sfilate di nascosto.
Balder si concesse un sorriso mentre si affrettava a rincorrere la sua sposa.
«Adesso che siamo sposati ho tutto il diritto di stare con lei dietro le quinte e in camerino!» si disse gonfiando il petto con un certo orgoglio, marciando lungo il corridoio a passo spedito.
Raggiunse Rosa mentre stava per varcare una porta con su scritto "camerino". Si voltò indietro e nel vederlo sopraggiungere si aprì in un ampio sorriso. Il suo partner le sorrise di rimando e fece per seguirla all'interno quando comparve sull'uscio una ragazza in jeans a vita bassa e top che gli bloccò il passaggio.
«Lei chi è?» domandò in tono burbero, scoccandogli un'occhiata diffidente, studiandolo da capo a piedi.
«Sono il marito di Rosa» esclamò in tono autoritario, irritato dall'atteggiamento della sua interlocutrice.
«Be', mi spiace ma non può entrare. Questo è il camerino, è riservato alle modelle e agli addetti» replicò con la stessa voce infastidita di poco prima «Deve aspettare nella sala della sfilata... e si faccia dare un pass, altrimenti qui non la faranno più arrivare».
Ciò detto gli sbatté volgarmente la porta in faccia.
Balder rimase dove si trovava, immobile, per diversi istanti. Gli occorse un po' per realizzare che nonostante il sacro vincolo del matrimonio lo unisse indissolubilmente a Rosa, gli era stato precluso di poterla assistere nel prepararsi per la sfilata.
Deluso da quella sonora sconfitta, si decise ad andare ad aspettare nella sala principale. Ripercorse a ritroso il corridoio fino all'entrata, fermandosi presso gli uomini di guardia per richiedere il pass, come gli era stato gentilmente suggerito.
Una volta ottenuto quello - e gli ci volle un po', dato che quelli della sicurezza dovettero chiamare gli organizzatori per accertarsi che fosse un ospite di una delle modelle - imboccò l'andito principale, che conduceva nella sala.
La passerella si allungava dalla parete opposta all'ingresso fin quasi al centro. Le sedie per gli spettatori erano già state tutte sistemate, adiacenti una all'altra.
I tecnici delle luci ed altri addetti erano al lavoro intorno al palco.
Balder si avvicinò pian piano, cercando di aggirarli senza far rumore, in cerca di un posto riservato a lui, che doveva esserci per forza: gli ospiti avevano sempre una zona di posti riservati in prima fila.
Dopo pochi minuti di ricerca finalmente trovò ciò che cercava e si affrettò a sedersi.
Qualcuno lo notò ma dopo aver saputo che era l'accompagnatore di Rosa lo lasciarono perdere e tornarono a concentrarsi sugli ultimi preparativi per la sfilata.
Balder rimase lì tranquillo, osservando le ragazze che provavano la passerella sotto le direttive di quello che sicuramente doveva essere lo stilista che aveva ingaggiato anche Rosa.
Nel vederlo il cuore dell'albino si fece più leggero: non era il tipo di uomo che avrebbe potuto conquistare sua moglie, neanche provandoci per una vita intera. Era troppo frivolo e superficiale, per non parlare della corporatura esile, quasi filiforme.
Il tempo iniziò a scorrere anche se fin troppo lentamente per i gusti di Balder. Iniziava ad annoiarsi ed il fatto di non veder ancora apparire Rosa tra le tante ragazzine che si accingevano a calcare la passerella lo rendeva nervoso.
Erano trascorse delle ore quando finalmente vide comparire sua moglie. Era stata truccata ed acconciata e benché ancora non indossasse l'abito che doveva mostrare, era una visione sublime per gli occhi di suo marito.
Rosa avanzò con sicurezza, ancheggiando e mostrando le sue aggraziate ma forti forme femminili. Era tutta un'altra cosa rispetto alle ragazzette esili, con seni appena abbozzati e fianchi quasi inesistenti che gli erano passate davanti fino ad ora.
«È davvero bella! Non c'è paragone con le altre ragazze!» commentò uno dei due addetti che si erano fermati a guardare Rosa mentre passava. Balder li poté sentire bene dato che erano fermi a pochi passi da lui.
«Sì, altro che essere magre! Ad un uomo piace vedere le curve» concordò pienamente l'altro «Ci credo che lo stilista le ha assegnato tutti i capi portanti della collezione!».
Quelle parole rievocarono alla mente di Balder quelle che gli avevano fatto cadere l'attenzione su Rosa per la prima volta, tanti anni prima.
La sua metà non era mai stata anoressica, solo molto magra; pertanto si era sempre distinta dalle altre modelle per il più spiccato fisico femminile.
Sapere che le avrebbero fatto indossare i capi principali della collezione lo riempiva di orgoglio e gioia. Era contento che Rosa potesse calcare di nuovo la passerella sentendosi importante ed apprezzata.
Aspettare l'inizio della sfilata fu una tortura vera e propria; ciononostante preferiva di gran lunga rimanere lì dove Rosa era più vicina piuttosto che andarsene in giro da solo - e magari perdersi.
L'ora di pranzo arrivò e se ne andò senza che Balder toccasse cibo. Vide arrivare alcune persone che probabilmente avevano l'incarico di portare da mangiare alle ragazze e agli altri addetti.
L'albino immaginò che razza di pranzo avrebbero servito a Rosa e alle altre e non si sentì poi tanto sfortunato all'idea di rimanere digiuno. Per fortuna che sia lui sia sua moglie avevano fatto una bella colazione, altrimenti nessuno dei due sarebbe riuscito a resistere fino a quella sera.
Quando finalmente la gente iniziò a scemare in massa all'interno della sala Balder capì che il suo supplizio era giunto al termine. La sfilata stava iniziando, per cui nonostante fosse completamente solo in mezzo ad una folla di sconosciuti, avrebbe almeno potuto vedere Rosa.
Ci volle un po' perché tutti prendessero posto e Balder si ritrovò soffocato tra due uomini di grossa stazza in smoking nero. L'elevato contrasto con la sua cappa bianca era quasi accecante, specialmente visto che un fascio di luce colpiva proprio vicino ai loro posti, investendoli in parte.
L'emozione nel sentire il gran vociare quietarsi udendo la musica ad alto volume inondare la sala lo riempì e lo fece tornare adolescente per qualche prezioso attimo prima che una voce maschile precedesse l'ingresso in passerella di un presentatore munito di cartelletta e microfono.
La presentazione fu breve e tutti ne furono lieti, specialmente i giornalisti, che bramavano l'inizio del loro servizio.
Quando furono annunciate le prime modelle uno scroscio d'applausi riecheggiò nella sala, seguito da un boato all'arrivo delle ragazze che fu sovrastato solamente dalla musica sparata a tutto volume per tutta la sala.
Balder le osservò passare sculettando sicure sulle loro gambette scheletriche avvolte in seta, pizzo e pantaloni ricoperti di lustrini. I fianchi ossuti che si intravedevano chiaramente sotto la stoffa lo mettevano a disagio.
Un'esplosione di flash lo rese momentaneamente cieco quando i suoi occhi raggiunsero le esili figure giunte in fondo alla passerella.
Sbatté più volte le palpebre per scacciare gli aloni argentei rimasti. Quando riprese a vedere bene le prime due modelle si erano dileguate.
Col proseguire della sfilata Balder si accorse di come non fosse stata chiamata solo Rosa a rappresentare le "modelle veterane". Molte altre donne che lui aveva visto in passerella da giovane erano tornate per l'occasione. Gli anni e la lontananza dal mondo della moda non avevano intaccato la loro bellezza, anzi, l'avevano accentuata.
Erano più abbondanti delle ragazzine ed il loro fascino femminile era molto più conturbante. Vedendole non ci si soffermava solo su quanto fosse bello l'abito che indossavano ma anche come riuscisse a marcare i punti forti dei loro fisici.
Balder trovò molto piacevole una simile vista, anche se ogni volta che uscivano modelle dalla cima della passerella sperava di incrociare lo slanciato e meraviglioso profilo di sua moglie.
Quando finalmente ciò accadde la mascella gli cadde in un'espressione meravigliata e scettica al tempo stesso. Le sue guance si fecero porpora per l'audacia delle trasparenze e delle scollature dell'abito che Rosa indossava.
Si sentì ardere di desiderio e percepì una fastidiosa sensazione di costrizione a livello inguinale, anche se per il momento era molto leggera.
Rosa guadagnò il fondo della passerella con lunghe e agili falcate nonostante i vertiginosi tacchi a spillo, fece dietrofront - e l'ampia gonna si aprì a raggiera grazie all'alto spacco centrale, rivelando le flessuose gambe rivestite di calze a rete argentate - e tornò indietro appuntandosi con aria snob una mano sul fianco.
Nel passare davanti a suo marito gli fece l'occhiolino ed abbozzò un sorrisetto sghembo che mandò il sangue del destinatario in ebollizione.
Se fossero stati alle prove, magari con pochi addetti nei paraggi, probabilmente a quel gesto Balder si sarebbe arrampicato sulla passerella e le sarebbe saltato letteralmente addosso.
Quando sparì alla sua vista si sentì di nuovo vuoto ma con la viva speranza che presto la sua Rosa sarebbe tornata.
In effetti, dopo la sua prima apparizione ed il grande successo riscosso tra il pubblico, le sue uscite in passerella si fecero più frequenti.
Balder fu felice di potersi riempire gli occhi con la bellezza sfolgorante di sua moglie. L'unico inconveniente di quello spettacolo fu la manifestazione fisica del suo apprezzamento. I pantaloni che aveva messo erano poco elasticizzati, per cui l'ingombro inguinale gli creava altri problemi oltre all'insoddisfazione ed il fastidio che era solito percepire ogni volta che si eccitava in posti anomali.
Cercò di mascherare con il lembo inferiore della sua cappa il gonfiore al cavallo dei pantaloni, poggiandovi anche le mani sopra cercando di apparire disinvolto.
Quello che era iniziato come un evento piacevole si stava tramutando in un vero e proprio tormento.
La sfilata si chiuse almeno due ore più tardi con Rosa.
Balder era rimasto basito nel vedere il vestito che aveva indosso. Era molto aristocratico, di un bianco perlaceo e lungo fino quasi alle caviglie. Lateralmente aveva due lunghi spacchi e sui fianchi erano appuntate due enormi rose costellate di pailletés. Una stola di pelliccia bianca le cingeva le spalle, mettendo in mostra la lunga scollatura che le arrivava fino all'ombelico.
Un cappello a tesa larga le copriva in parte il viso, anche se dalla sua angolazione Balder poteva chiaramente vederla in faccia.
I lunghi capelli neri erano lasciati sciolti sulle spalle ed oltre, lisciati e pettinati alla perfezione. Le coprivano tutta la schiena, fino al sedere.
Raramente Balder glieli aveva visti portare così, anche a casa. In genere li teneva raccolti in uno chignon alto sopra la testa o in una lunga treccia.
Quell'ultima apparizione lo portò sull'orlo della perdita totale di autocontrollo. Dovette impegnarsi a fondo per rimanere dove si trovava ed il fatto di essere compresso tra due uomini in carne ed ingombranti lo aiutò nell'impresa.
Si vergognava dei suoi impulsi così forti, si sentiva come un adolescente in balia degli ormoni.
Quando Rosa sparì il presentatore guadagnò il centro della passerella e subito dietro di lui arrivò lo stilista per ringraziare il pubblico e svolgere le solite noiose formalità.
Balder ne approfittò per alzarsi dal suo posto e sgattaiolare nel backstage sfruttando il suo pass: doveva assolutamente vedere Rosa e complimentarsi con lei. Se fosse stato abbastanza svelto sarebbe senz'altro riuscito a bloccarla prima che rientrasse in camerino.
Riuscì a superare in un batter d'occhio gli uomini della sicurezza, poi si avviò a passo svelto lungo il tortuoso corridoio che conduceva ai camerini e alle sale adibite al trucco e alla conservazione degli abiti.
I suoi bollenti spiriti si erano un po' assopiti, per cui non temeva di andare in giro facendo mostra dei suoi attributi.
Passò di fianco a due ragazzi dall'aria snob e con vestiti costosi con un pass appeso al collo che stavano parlando tra di loro a voce abbastanza alta da essere udibili senza alcuna fatica.
«L'hai vista quella gnocca che ha chiuso la sfilata? Altro che quelle modelle rinsecchite!» commentò quello che pareva essere il più giovane dei due, sogghignando.
«Eccome se l'ho vista, se l'è tirata per tutto il tempo! Una troia d'alto borgo come lei me la scoperei volentieri seduta stante!» rimbeccò l'altro.
Il viso di Balder passò rapidamente dal rosso al viola ed un ghigno di furia gli distorse i bei lineamenti.
Si volse di scatto ed afferrò il secondo ragazzo per il colletto della camicia, girandolo verso di sé ed affibbiandogli un pugno sul viso con tutta la forza che aveva.
Lo colpì in pieno sul naso, mandandolo a sbattere rumorosamente contro la parete. Il suo compagno lanciò un gridolino molto poco virile e sobbalzò, facendosi da parte.
Balder faceva paura.
«Non azzardarti mai più a dare della puttana a mia moglie, chiaro?!» ringhiò, chinandosi per colpire ancora la sua vittima.
«Amore, cosa stai facendo?!».
La voce di Rosa, tempestivamente giunta dal camerino sentendo i colpi ed il grido, lo riportò alla ragione.
L'albino la guardò e poi posò di nuovo lo sguardo sul ragazzo accasciato ai piedi della parete, lamentandosi e tenendosi una mano sul naso.
«Io... ho reagito d'istinto...!» si difese con aria contrita.
Rosa lo afferrò per un braccio e lo trascinò via di gran fretta, conducendolo nella prima stanza aperta che incontrò - che casualmente era un camerino libero.
«Ti ha dato di volta il cervello?! Perché hai picchiato quel ragazzo?» chiese in tono severo, appuntandosi una mano sul fianco.
Aveva ancora indosso il vestito della sua ultima entrata in scena, cosa che non aiutava certamente Balder a concentrarsi sull'accaduto.
«Quel ragazzino ti ha dato della puttana! Non poteva passarla liscia!» si difese. Purtroppo non risultò molto credibile dato che i suoi occhi a fatica riuscivano a spostarsi dal suo décolleté.
La sua interlocutrice lo squadrò con cipiglio serio e notando a cosa era rivolta la sua attenzione si affrettò a coprirsi.
«Balder!» lo rimproverò indignata.
L'interpellato arrossì e distolse tempestivamente gli occhi, mortificato.
«Mi dispiace…» borbottò imbarazzato «È da tanto che non ti vedo vestita in maniera così audace…» si scusò, continuando a tenere gli occhi lontani da lei, per non farla irritare ulteriormente.
Rosa ammorbidì l'espressione ed abbozzò anche un lieve sorriso.
«Ti è mancato così tanto?» chiese con un'inflessione leggermente maliziosa «Amore, non credevo che avessi tanto bisogno di vedermi in abiti succinti...!».
Balder chiuse gli occhi ed espirò profondamente, cercando di evitare di arrossire fino alla punta delle orecchie.
Detto in quei termini sembrava quasi un depravato. In fondo erano sposati, non avrebbe dovuto sentirsi tanto a disagio per una simile affermazione: era normale che ci fosse una certa intimità tra di loro.
«Non… è questo quello che intendevo…» cercò di difendersi, certo che la discussione stesse per prendere una piega piuttosto spinta, per niente adatta al luogo in cui si trovavano.
L'occhiata che gli rivolse Rosa esplicitava quanto poco credesse a quanto aveva appena detto; ciononostante fu questione di un momentaneo sguardo, dato che subito dopo tornò a rimproverarlo.
«Comunque non dovevi aggredire quel ragazzo, anche se mi aveva insultata! So che lo hai fatto in buona fede, amore, ma non dovevi. Pensa se ti denunciasse! Che razza di pubblicità sarebbe per la boutique?» esclamò la donna, intrecciando le braccia sotto i seni «Ho partecipato a questa sfilata per fare buona pubblicità al nostro negozio, non perché volevo vederti prendere a pugni la gente e rovinare tutto».
Il suo uomo la guardò con rinnovata consapevolezza, come se gli avesse appena aperto gli occhi su qualcosa di estremamente importante.
«Non ci avevo pensato, ho agito d'impulso! I-io... devo andare a scusarmi prima che sia troppo tardi!».
Non voleva che il lavoro di Rosa fosse vanificato da un suo improvviso scatto d'ira.
Sua moglie annuì e gli puntò un dito contro, in gesto d'ammonimento.
«Muoviti a scusarti, prima che la cosa diventi di dominio pubblico! Io vado a cambiarmi, sicuramente uscita da qui vorranno intervistarmi e devo essere al meglio!» disse Rosa, il tono dapprima serio e poi entusiasta.
Balder assentì col capo e si dileguò in un batter d'occhio, lasciando la compagna da sola.
Quest'ultima attese qualche momento prima di uscire a sua volta e dirigersi dalla parte opposta, verso i camerini, immaginando che genere di domande i giornalisti avrebbero potuto rivolgerle.