fiamma_drakon: (Hetalia)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Raccogliendo legna nel bosco
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Slice of life
Personaggi: Gidwin Goldbraids, Tarenar Sunstrike
Wordcount: 1267 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: Voyeur, mentre Tarenar si lava nel fiume per il p0rn fest #9 @ [livejournal.com profile] fanfic_italia
Note: Lemon, Self!love, Voyeur, Yaoi
Stava per andarsene quando Tarenar, completamente ignaro dello spettatore, pensò bene di cambiare posizione e mettersi in ginocchio dando le spalle al cespuglio.
Gidwin rimase a bocca aperta mentre le membra flessuose e aggraziate dell'elfo venivano alla luce. L'acqua gli arrivava a coprire appena le gambe e una piccola porzione dei glutei, lasciando tutto il resto in bella vista.


«Puoi andare tu a prendere la legna per Fiona, Gid? Ho bisogno di farmi un bagno ora che siamo fermi... per favore!».
L'imitazione grottesca e buffa insieme della voce di Tarenar da parte di Gidwin era intrisa del suo astio mentre andava in giro a raccogliere rami secchi e simili.
Anche lui avrebbe voluto fare qualcosa di meno faticoso adesso che Fiona aveva deciso di fare una pausa per rifocillare i cavalli e preparare qualcosa da mangiare di più saporito rispetto alla carne essiccata che avevano consumato negli ultimi giorni mentre attraversavano le pianure. Dormire comodamente addossato ad un albero era in cima alla lista; invece si trovava in giro per la rada boscaglia a caccia di rami, incastrato da Tarenar.
Se si fosse azzardato a non tornare con la legna, di certo Fiona l'avrebbe lasciato a digiuno e si sarebbe infuriata con lui. Non sarebbe stato affatto piacevole, motivo per cui si stava dando tanto da fare per portare a termine il suo incarico piuttosto che abbandonare tutto e andarsi a stendere da qualche parte in santa pace.
«Tarenar avrebbe anche potuto farsi il bagno più tardi, dopo aver cenato!» commentò amareggiato Gidwin, piegandosi a raccogliere un ennesimo ramoscello da aggiungere al mucchio che già teneva tra le braccia.
Procedette nella sua ricerca spingendosi sempre più verso la riva del fiume, facendo attenzione a non allontanarsi troppo dall'accampamento.
Aveva ormai fatto incetta di rami a sufficienza per alimentare il fuoco tutta la notte, tanto che riusciva a trasportare il fardello a fatica, quando notò quelli che erano inequivocabilmente dei pezzi di armatura lucenti accatastati vicino ad un cespuglio.
Perplesso, Gidwin si accostò ad essi e li esaminò da vicino, riconoscendoli come le parti che componevano l'armatura di Tarenar.
In quello stesso istante udì il rumore dell'acqua che veniva smossa e si affrettò ad acquattarsi dietro il cespuglio - benché non ce ne fosse granché bisogno data la sua scarsa statura.
Mosso dalla curiosità, si creò un piccolo varco tra i ramoscelli per sbirciare: Tarenar era immerso in acqua quasi del tutto. Fuoriusciva solamente il viso ed una minima parte dell'attaccatura dei lunghi capelli rosso acceso. Questi brillavano attraverso la superficie limpida dell'acqua, simili a lingue di fuoco vivo.
L'acqua era particolarmente bassa, tanto che Tarenar stava seduto sul fondo ricoperto di sassolini chiari.
Dalla distanza cui Gidwin si trovava era possibile notare molto più di quanto volesse. Il suo volto si surriscaldò e si sentì pervadere dalla scomoda sensazione si non doversi trovare lì.
Stava per andarsene quando Tarenar, completamente ignaro dello spettatore, pensò bene di cambiare posizione e mettersi in ginocchio dando le spalle al cespuglio.
Gidwin rimase a bocca aperta mentre le membra flessuose e aggraziate dell'elfo venivano alla luce. L'acqua gli arrivava a coprire appena le gambe e una piccola porzione dei glutei, lasciando tutto il resto in bella vista.
Il nano avvertì il suo ardore risvegliarsi improvvisamente nel vedere i muscoli della sua schiena contrarsi e distendersi in obbedienza ai suoi movimenti, per non parlare della parziale visuale che gli veniva offerta dei suoi glutei.
Goldbraids fu assalito da un turbine di ricordi riguardanti le innumerevoli occasioni che in passato aveva avuto per palpare quelle natiche, spingendo il suo autocontrollo molto vicino al limite estremo, forse addirittura troppo perché riuscisse a rimanere impassibile.
Prima che la ragione riuscisse a prendere il sopravvento, Gidwin posò il fascio di ramoscelli da parte e con rapidi ed esperti gesti slacciò la parte di armatura che gli proteggeva i genitali.
I calzoni sottostanti, pur essendo di cuoio piuttosto duro e resistente, non riuscivano a mascherare il rigonfiamento leggero che palesava la sua eccitazione.
Pur sentendosi profondamente in imbarazzo, Gidwin si calò i pantaloni quel tanto necessario a far uscire allo scoperto la sua erezione.
Con un tremulo sospiro di sollievo la strinse forte nella mano ed iniziò a masturbarsi rapidamente, gli occhi saldamente incollati a Tarenar, che adesso si era seduto nuovamente e si stava occupando della lunga capigliatura con un pettine piuttosto pregiato del quale il nano ignorava persino l'esistenza.
Adesso, mentre districava le ciocche con attenzione, Gidwin vedeva in lui veramente poco del coraggioso e impavido paladino che era e molto più invece del narcisismo che - chi più chi meno - era tipico di un po' tutti i Sin'dorei.
A Gidwin piaceva anche quel lato di lui, nonostante fossero pochi i momenti in cui lo lasciava emergere.
Lo osservò con malsano interesse mentre l'eccitazione e il desiderio lentamente lo riempivano di pulsioni carnali pure e semplici che al momento non poteva esaudire.
Volentieri sarebbe andato ad unirsi al suo compagno e altrettanto piacevolmente avrebbe sguazzato con lui nell'acqua bassa mentre si dedicavano ai preliminari.
Era certo che Tarenar avrebbe voluto essere il dominante in quell'occasione: l'ultima volta che avevano fatto l'amore era stato lui a sottomettersi e, benché quella non potesse considerarsi come una relazione regolare, l'elfo certamente avrebbe reclamato l'inversione dei ruoli come ogni volta.
Immaginava le sue dita bagnate e lunghe che si inserivano garbatamente nel suo fondoschiena per poi iniziare a muoversi per allargarlo.
La sua immaginazione era fin troppo fervida per il momento.
Gidwin si morse il labbro inferiore per reprimere i grugniti conseguenti al piacere fisico che si stava dando da solo.
Quando arrivava in prossimità dell'orgasmo non riusciva proprio a rimanere in silenzio, era più forte di lui.
Tarenar lo prendeva sempre in giro per questo.
L'elfo, ancora del tutto ignaro dello spettatore, terminò di pettinarsi con assoluta nonchalance e si tenne sollevati i capelli per finire di lavarsi il corpo senza rischiare di annodarli di nuovo.
Gidwin apprezzò molto il cambio di postura, che gli permise di ammirare il suo corpo da una nuova prospettiva.
Venne mentre Tarenar si girava nella sua direzione, regalandogli una visuale chiara e perfetta del suo pene, morbido e delle sue normali dimensioni.
Un fremito scosse il nano da capo a piedi mentre eiaculava sul cespuglio che gli stava offrendo riparo come se lo stesse innaffiando d'acqua.
Il sollievo che seguì l'orgasmo fu grande, tanto che Gidwin barcollò leggermente, colpendo una rigogliosa fronda del cespuglio.
Il rumore attirò subito l'attenzione di Tarenar, che alzò lo sguardo con cipiglio guardingo verso il piccolo arbusto e lo esaminò come se riuscisse a vedere attraverso il fitto fogliame.
«Chi c'è?!» esclamò minaccioso, al che Gidwin si sentì gelare il sangue. Erano così vicini che non gli sarebbe occorso molto per scoprirlo, giusto pochi passi.
Udì il rumore dell'acqua che veniva smossa ed il panico lo colse, spingendolo verso un'unica soluzione: la fuga.
Sorreggendosi goffamente con una mano i pantaloni e afferrando con l'altro braccio i rami che aveva raccolto, Gidwin se la diede a gambe il più velocemente possibile, sperando che almeno in quel frangente la sua scarsa statura giocasse a suo vantaggio.
Si affrettò a sparire prima di udire il richiamo di Tarenar, gettandosi dietro un masso poco distante e poi allontanandosi rimanendo chino per occultarsi meglio.
L'elfo si materializzò al di là del cespuglio pochi istanti più tardi, sovrastandolo facilmente con l'intero torace grazie alla sua slanciata figura, sbirciando oltre senza alcuna fatica.
Notò subito la piastra di forma triangolare abbandonata a terra, troppo piccola per fare parte della sua armatura.
Un sorriso leggero gli incurvò le labbra nel riconoscere il pezzo.
Si piegò a raccoglierlo e si guardò intorno, come se si aspettasse di trovare nei dintorni il padrone della placca.
La appoggiò vicino ai suoi vestiti e alla sua armatura prima di iniziare a rivestirsi, immaginando i motivi che avevano spinto il proprietario a toglierla e cercando allo stesso tempo di escogitare la maniera migliore e più appagante per restituirgliela.

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