fiamma_drakon: (Grell_Sutcliffe)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Di ricorrenze importanti passate in secondo piano
Rating: Giallo
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale
Personaggi: Aggra, Draka, Elathriel Sunstriker, Peone, Thrall (Go'el)
Wordcount: 3630 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: Torta di compleanno per la Notte Bianca #23 @ [livejournal.com profile] maridichallenge
Timeline: ambientata durante l'espansione "Warlords of Draenor".
Note: Het, Missing Moment
Thrall arrossì leggermente.
«Lo faccio per Aggra...» mormorò a disagio.
«Significa che devi amarla molto» rispose Elathriel, commossa e ammirata.
Andò a riporre la sua torta e tornò dal suo ospite strofinandosi le mani, come se stesse pregustando qualcosa.
«Se non hai niente in contrario, direi che possiamo approfittare della carenza di clienti per fare un po' di pratica in vista del regalo per tua moglie...» esclamò.


Thrall fissava il suo boccale di birra con espressione assorta già da diverso tempo. Sarebbe potuto sembrare caduto in trance agli altri - pochi - avventori della piccola locanda di Wor'var se non fosse stato per il ritmico picchiettare delle sue dita sul tavolo.
Era stato impegnato su Draenor nella guerra contro l'Orda di Ferro per tanto di quel tempo da iniziare a sentire decisamente troppo la mancanza di sua moglie Aggra e dei suoi figli. Quando lei lo aveva raggiunto a Nagrand, nonostante le sue rimostranze e le sue insistenti richieste di tornare a casa per star dietro ai loro piccoli, era stato in realtà felice di rivederla - benché avesse desiderato poterla rincontrare in un momento più sereno. Ritrovarsi dopo tanto tempo passato lontani gli aveva rammentato che si stava avvicinando il giorno del compleanno della sua amata metà.
Era pur vero che si trovavano in una linea temporale diversa dalla loro, su Draenor, e in piena guerra contro le massicce forze dell'Orda di Ferro, però lui desiderava comunque trovare una maniera anche semplice per festeggiare la ricorrenza. Aggra non avrebbe voluto che l'occasione lo distraesse troppo dal loro obiettivo principale; tuttavia, da qualche giorno spesso e volentieri si ritrovava a pensare a come poter festeggiare il suo compleanno quando avrebbe dovuto prestare attenzione ad altre cose.
Dopo aver rischiato una commozione cerebrale durante un allenamento con la stessa Aggra - che era riuscita a deviare il suo colpo all'ultimo istante nel vedere che lui non sembrava averlo visto - aveva deciso di prendersi un po' di tempo per ragionarci sopra con calma ed evitare altri incidenti simili o peggiori.
Thrall uscì finalmente dalla sua stasi per sorseggiare della birra, levando gli occhi dall'anonimo piano in legno del suo tavolo per guardarsi attorno, sperando di cogliere qualcosa che potesse dargli uno spunto su cui imbastire una solida idea.
Purtroppo la locanda era così poco frequentata a quell'ora del giorno che non c'era effettivamente niente d'interessante su cui focalizzare la sua attenzione.
L'Orco emise un basso grugnito di rassegnazione e fece per tornare a fissare la sua bevanda quando dalla porta entrò un peone. Non sarebbe stato un evento così eccezionale - spesso i peoni andavano a rifocillarsi alla locanda una volta terminato il loro lavoro e non solo - se quello non avesse avuto stretto in una grossa mano callosa un mazzolino di fiorellini colorati che con ogni probabilità aveva raccolto negli enormi prati che si estendevano apparentemente all'infinito all'intorno di Wor'var e per tutta Nagrand. Considerato che non pareva essere messo troppo male, non doveva essersi allontanato troppo dall'avamposto.
Thrall rimase in silenzio ad osservarlo mentre avanzava con passo lento e goffo, diretto verso l'altro lato del locale, dove la proprietaria, Elathriel Sunstriker, era intenta a pulire un tavolo.
Il peone le arrivò piano alle spalle e si fermò a poca distanza da lei, probabilmente per evitare che le sue intenzioni venissero fraintese. Attese pazientemente e con disagio palesemente crescente che terminasse di pulire il tavolo. A quel punto per l'Elfa del Sangue fu difficile non notare il grosso Orco alle sue spalle.
Si voltò verso di lui e subito quest'ultimo le porse il mazzolin di fiori, ridicolmente piccolo in confronto con la sua mano.
Borbottò qualcosa a voce talmente bassa che neanche il fine udito di Thrall - seduto non troppo lontano dai due - riuscì a sentire. A giudicare da come arrossì rapidamente e diffusamente e dall'espressione di colpo intenerita della locandiera, doveva averle fatto un complimento.
«Ahw, grazie... che bel pensiero» disse Elathriel a voce più alta, prendendo dalle sue mani i fiori e stringendoseli al petto «Siediti qui, torno subito...!».
Elathriel lo condusse fino ad un tavolo in disparte e poi corse via in direzione della cucina, sparendo oltre la porta. Il peone si accomodò tenendo gli occhi fissi sulla porta oltre la quale l'affascinante Sin'dorei era appena sparita.
Dopo pochi minuti quest'ultima fece ritorno con un vassoio coperto tra le mani esili, l'espressione radiosa di chi aveva atteso a lungo l'arrivo di quel momento Poggiò la stoviglia dinanzi al peone, si sedette di fronte a lui e sollevò il coperchio.
«L'ho preparata per te» disse, indicando la torta semplice ma decisamente appetitosa che aveva appena scoperto. Era un dolce semplice, rotondo, dall'apparenza morbido e decorato con un velo di zucchero e quello che anche a distanza Thrall riuscì a distinguere come un grosso cuore di cioccolato disegnato con la crema.
L'Orco aprì la bocca e la richiuse un paio di volte senza che ne uscisse alcun suono; infine dopo alcuni tentativi riuscì a dire un timido: «Grazie... sembra deliziosa».
«Assaggiala» lo esortò l'Elfa del Sangue, porgendogli una forchetta ed un coltello.
Il peone non se lo fece ripetere due volte: ne tagliò una grossa fetta e se ne portò alla bocca un bel boccone, ribadendo ancora la sua prima impressione.
Il romantico incontro tra quei due gli aveva inaspettatamente dato l'idea che aveva cercato così a lungo: visto che non avevano modo di fare una festa vera e propria dato il periodo delicato, avrebbe potuto farle una torta. Aggra non avrebbe potuto obiettare niente: benché fossero in guerra, avevano provviste a sufficienza per non saltare neanche un pasto.
In un impeto di entusiasmo tentò di figurarsi mentalmente mentre offriva una torta simile a quella di Elathriel a sua moglie, immaginandosi anche quale tipo di reazione avrebbe potuto avere. Anche se inizialmente avrebbe potuto avere di che ridire - non sarebbe stata la sua Aggra in caso contrario - alla fine avrebbe senz'altro apprezzato il pensiero.
«Adesso devo solo mettere insieme gli ingredienti e...» cominciò a programmare l'Orco tra sé, pieno di voglia di fare, ma fu costretto ad arrestarsi praticamente subito: aveva già trovato il suo primo ostacolo. Lui non sapeva quali fossero gli ingredienti necessari.
Immediatamente dopo dovette suo malgrado constatare che la sua idea aveva talmente tante falle che era praticamente impossibile da mettere in atto: non solo non conosceva gli ingredienti, ma non sapeva la ricetta e, cosa ancora più importante, lui non sapeva cucinare.
Una smorfia di frustrazione gli distorse le labbra: l'idea era buona e si adattava alla situazione. Era un vero peccato che non fosse capace di cucinare come Elathriel.
Un nuovo barlume di speranza gli si accese dentro nel fare un semplice collegamento: se la Sin'dorei era così brava a cucinare, certamente avrebbe potuto dargli una mano. Non era più il Capoguerra e non aveva perciò il potere di imporle la sua volontà - non che l'avesse mai voluto fare - però conosceva tutti a Wor'var, inclusa lei; pertanto avrebbe potuto tentare di chiederle aiuto.
Riportò la sua attenzione alla femmina Sin'dorei e al suo corteggiatore, scoprendo che nel breve lasso di tempo in cui si era distratto per formulare i suoi pensieri, quest'ultimo aveva fatto sparire circa metà torta e adesso se ne stava addossato contro lo schienale della sedia con l'aria d'essere sazio, soddisfatto e assonnato.
Elathriel si sporse ad accarezzargli il viso, sorridendogli con affetto. Subito dopo si alzò in piedi e, oltrepassando la larghezza del tavolo, gli baciò il labbro inferiore.
Pochi attimi dopo un grido rabbioso dall'esterno fece sobbalzare il peone.
Thrall ridacchiò: a quanto pareva l'Orco si era allontanato dalla sua postazione di lavoro proprio durante lo svolgimento dello stesso per andare da lei. E adesso il responsabile dei lavoratori se ne era accorto.
Lesto, il peone si alzò e si congedò balbettando un rapido saluto prima di andarsene. Non sembrava più così sonnolento.
Elathriel rise a sua volta, rimanendo a fissare per qualche momento la porta oltre la quale il suo peone era appena sparito.
Thrall ne approfittò per alzarsi e raggiungerla.
«Uhm... Elathriel?» chiamò, attirando la sua attenzione mentre lei sgombrava il tavolo, ricoprendo il vassoio.
L'Elfa del Sangue si girò verso di lui e nel riconoscerlo accennò un breve inchino col capo.
«C'è qualche problema, Thrall? La birra non era buona?» domandò subito.
«No, era ottima come al solito... volevo chiederti un favore» rispose lui.
«Dimmi tutto».
Aveva la completa attenzione di Elathriel adesso. Spostò il peso da un piede all'altro, a disagio.
«Posso chiedertelo... in privato?» aggiunse a voce più bassa.
La femmina Sin'dorei sbatté perplessa le palpebre ma annuì e lo scortò fino in cucina.
Qui tornò a guardare l'Orco, l'espressione che lo invitava a farsi avanti.
A quel punto lui le spiegò la circostanza coi dovuti dettagli, prima di avanzare la sua richiesta: «Vorrei che tu mi aiutassi a preparare una torta per Aggra...».
L'Elfa del Sangue assentì col capo.
«È così strano il fatto che un Orco del tuo calibro voglia mettersi a imparare a cucinare...» commentò.
Thrall arrossì leggermente.
«Lo faccio per Aggra...» mormorò a disagio.
«Significa che devi amarla molto» rispose Elathriel, commossa e ammirata.
Andò a riporre la sua torta e tornò dal suo ospite strofinandosi le mani, come se stesse pregustando qualcosa.
«Se non hai niente in contrario, direi che possiamo approfittare della carenza di clienti per fare un po' di pratica in vista del regalo per tua moglie...» esclamò.
Thrall in verità non si era aspettato tanta prontezza nel suo aiuto.
«D'accordo» disse.
«Bene, allora inizia a lavarti le mani e metti un grembiule, io vado a prendere l'occorrente in dispensa...».
Ciò detto l'elfa si allontanò.
Thrall si girò a guardarsi intorno alla ricerca del lavabo, situato in un angolo, in mezzo a due banchi da lavoro.
Vi si accostò e si lavò con attenzione le mani, quindi le asciugò e andò dal lato opposto della stanza, verso il gancio da parete al quale erano appesi diversi grembiuli bianchi.
Ne prese uno e cercò di metterlo senza successo: erano della taglia di Elathriel e a lui coprivano solo la striscia centrale del torace. Non riusciva nemmeno ad infilare la testa nel cappio che gliel'avrebbe dovuto sostenere attorno al collo.
«Ops, mi spiace. Non ho pensato che tu sei più...» l'elfa era ritornata e lo stava guardando con le guance lievemente imporporate per l'imbarazzo «Oh, be'... faremo senza. Non è fondamentale» aggiunse, accostandosi a lui e facendogli cenno di seguirla.
Tra le braccia teneva un paniere contenente diverse cose. Thrall vide diverse uova e pacchi di farina e zucchero.
«Uhm, va bene. Che devo fare?» domandò lui.
«Visto che sei alto, potresti prendere le due grosse ciotole in cima alla credenza dietro di te?» chiese garbatamente Elathriel mentre si chinava a prendere qualcosa da una credenza posta in basso.
L'Orco eseguì e porse i contenitori all'elfa, posizionandosi poi al suo fianco.
«Apri le uova e versa il tuorlo qui dentro» disse, porgendogli una ciotola «Così...».
Prese un uovo, lo picchiettò sul bordo fino ad incrinarlo, quindi lo aprì ed utilizzò le due metà per togliere il liquido vischioso - che fece gocciolare dentro un altro contenitore più piccolo - per poi mettere il tuorlo ripulito nella ciotola.
«Capito?» chiese Elathriel, porgendo un altro uovo all'Orco.
Quest'ultimo annuì con vigore.
«È facile» rispose.
Replicò esattamente il gesto fatto dalla femmina Sin'dorei, ma finì col picchiare troppo forte l'uovo sul bordo, sbriciolandolo contro di esso e facendo colare il contenuto sul tavolo.
Senza arrendersi, provò con un altro uovo, impiegando meno forza, ma ottenne lo stesso risultato.
Elathriel, che si era voltata per pesare la farina e lo zucchero su una piccola bilancia dall'aria vissuta, gemette sgomenta dinanzi a quel disastro.
«Fermo!» intimò tempestivamente, bloccando Thrall proprio mentre si accingeva a romperne un altro.
«Eh?» fece lui, stupito.
«Devi fare attenzione, Thrall! Non devi far cadere tutto fuori» lo ammonì Elathriel, sospirando esasperata.
«L-lo so» protestò lui «Ho solo picchiato troppo forte... ma posso riuscirci!» aggiunse con enfasi, per sottolineare quanto credesse nelle sue possibilità.
Batté l'uovo e riuscì ad incrinarlo a metà stavolta; tuttavia, quando lo prese alle due estremità per aprirlo finì col frantumarlo, facendo cadere nella ciotola pezzi di guscio, tuorlo e albume.
Thrall sobbalzò leggermente, scoccando un'occhiata mortificata all'Elfa del Sangue.
Quest'ultima sospirò pesantemente.
«Se vuoi davvero fare interamente da solo una torta per Aggra temo che ci aspetti un bel po' di lavoro... più di quanto potremmo mai fare oggi!».

La locanda di Nagrand era piena di ospiti a quell'ora della sera: i seguaci della causa dell'Orda che non erano in giro a compiere qualche missione si erano riuniti lì per bere e mangiare prima di coricarsi. Aggra era felice di poterli vedere tutti lì riuniti per godersi qualche momento di pace. Faceva bene allo spirito dei soldati come a quello dei peoni.
Lei, Thrall e Draka mangiavano sempre insieme la sera quando non avevano impegni più importanti. Le piaceva che suo marito avesse l'opportunità di interagire il più possibile con sua madre.
Quella sera Thrall la prese a braccetto e l'accompagnò all'interno della locanda con fare stranamente allegro. Draka entrò dietro di loro.
«Che hai stasera, Thrall? È successo qualcosa che dovrei sapere...?» chiese Aggra guardinga, posandogli una mano sul grosso avambraccio verde.
Chiamarlo col suo nome da schiavo era per Aggra uno sforzo notevole; tuttavia, lo faceva per non dare a Draka nessun indizio circa le origini dell'Orco.
Quest'ultimo ricambiò la stretta posando una mano sulla sua.
«Non è successo niente di cui preoccuparsi» le confessò, conducendola attraverso la sala verso il loro solito tavolo.
Aggra gli scoccò un'occhiata di traverso ma suo marito si rifiutò di aggiungere altro e l'accompagnò sino al tavolo, spostandole cavallerescamente la sedia perché si sedesse.
«Thrall, sono in grado di sedermi anche da sola» lo riprese Aggra in tono di bonaria ammonizione.
«Lo so, ma lasciamelo fare almeno ogni tanto» esclamò Thrall per contro «Consideralo come un segno di rispetto verso la compagna miglio...»
«Ahem-ehm».
Il finto colpo di tosse di Draka attirò l'attenzione della coppia, ricordando a Thrall che non erano da soli.
«Se voi piccioncini volete cenare privatamente, vi lascio soli subito...» asserì.
Nel suo tono severo l'Orco percepì anche un'inflessione di bonaria ironia, sottolineata in maniera più forte dal sorriso che dopo poco le increspò le labbra.
Draka aveva ragione, Thrall si era momentaneamente dimenticato di lei.
«No, non intendevo mancarti di rispetto» si affrettò a scusarsi, avvicinandosi alla sedia a lei più vicina e spostandola per farla sedere.
L'Orco femmina rise mentre si accomodava.
«Non serviva davvero, Thrall... grazie» disse.
Lui fu l'ultimo a prendere posto, liquidando l'elogio con una scrollata di spalle. Aggra sapeva che in realtà lo apprezzava molto più di quanto desse a vedere.
Dopo pochi minuti si materializzò al loro tavolo Elathriel, trasportando con entrambe le mani due vassoi di carne che posò al centro del piano.
«Buon appetito!» augurò loro prima di allontanarsi.
Thrall riuscì a scorgere una scintilla divertita nei suoi occhi verdi mentre questi si posavano fugacemente su di lui prima di tornare a rivolgersi al resto dei suoi clienti.
L'Orco si sentì alquanto imbarazzato da quello sguardo, dato che era lo stesso che gli aveva rivolto innumerevoli volte durante le loro lezioni private di cucina.
D'altro canto, esse non erano andate bene come sperato e piuttosto che esasperarsi per le sue pessime ed irrecuperabili abilità di cuoco, aveva deciso di prendere la cosa con leggerezza e divertirsi - entro certi limiti - a sue spese.
Pur essendo un'acuta osservatrice, Aggra non si era avveduta di quanto si erano scambiati Elathriel e Thrall, troppo impegnata con Draka a servirsi la cena.
L'Orco si servì per ultimo, notando che le due femmine parevano avere parecchio appetito quella sera. Sperava di cuore che non si saziassero con la carne, altrimenti tutti i suoi sforzi sarebbero stati vani.
Il resto della cena trascorse normalmente. Draka, Aggra e Thrall chiacchierarono animatamente passando dalle incombenze più urgenti della loro missione a Nagrand ad argomenti decisamente più leggeri.
Quand'ebbero finito, Draka chiamò Elathriel affinché portasse via i vassoi e Aggra fece per alzarsi.
«Rimanete ancora un momento! Ho una cosa speciale per voi» la bloccò la locandiera tempestivamente, al che l'Orco femmina le rivolse un'occhiata perplessa e tornò a sedersi.
«V-va bene...» rispose semplicemente, confusa.
Thrall tirò un impercettibile sospiro di sollievo e ringraziò gli antenati per aver scelto Elathriel come sua "assistente" in ciò che doveva fare. L'Elfa del Sangue sapeva decisamente il fatto suo.
Rimasero in attesa per alcuni minuti, senza accennare ad allontanarsi. Draka e Aggra parevano particolarmente curiose di sapere cosa aveva in serbo per loro Elathriel; Thrall faceva del suo meglio per uniformarsi a tale sentimento e allo stesso tempo reprimere l'impazienza nel vedere la reazione di sua moglie.
Quando finalmente la proprietaria della locanda ritornò da loro, comparve alle spalle di Aggra silenziosamente e le posizionò davanti un dolce rotondo, morbido, sul quale era stato scritto con crema di cioccolato e mano non troppo ferma "Buon Compleanno".
«L'ha preparata Thrall» sussurrò Elathriel all'orecchio di Aggra, posando anche tre piattini puliti sul tavolo.
Non accennò alle lunghe ore di pena sua e della sua povera cucina mentre Thrall si esercitava preparando torte all'infinito, imbrattandosi vesti e corpo con ogni ingrediente possibile, dalla semplice farina alla crema di cioccolato, né all'esplosione evitata di un soffio in più di un'occasione del suo forno. Si limitò a rivolgere un'occhiata eloquente al responsabile del caos degli ultimi giorni e andarsene.
L'Orco femmina rimase a fissare la torta con un misto di stupore e shock dipinto in faccia: lei stessa, con tutto ciò che avevano avuto da fare, si era dimenticata del passare del tempo e dell'arrivo del suo compleanno, e invece la ricorrenza era rimasta ben salda nella mente di suo marito.
«Thrall... l'hai preparata davvero tu?!» esclamò, non riuscendo a trattenere la meraviglia. Nel suo tono c'era anche una buona dose di scetticismo.
«Esatto» rispose con un certo orgoglio lui, abbozzando un sorriso.
«Thrall, non pensavo che sapessi cucinare» ammise sorpresa Draka, riempiendo di compiacimento il cuore dell'Orco verde.
«Infatti non lo sa fare!» lo smontò subito Aggra, ancora meravigliata.
«Mi sono fatto aiutare da Elathriel. Ho imparato... un po'» asserì per tutta risposta Thrall «Ti assicuro che la torta è buona, Aggra... o quantomeno commestibile».
La diretta interessata gli scoccò un'ultima occhiata prima di emettere un grosso sospiro.
«Non intendevo metterlo in dubbio, di certo Elathriel non me l'avrebbe fatta neanche vedere se non l'avesse reputata almeno accettabile. È solo che... non me l'aspettavo, ecco» rispose.
La coppia si scambiò un lungo sguardo pieno di significato prima che Draka rompesse quel momento di stasi apparente: «Direi che il minimo che tu possa fare è assaggiarla, Aggra».
L'interpellata annuì decisa, quindi pulì il coltello con cui aveva mangiato la carne su un tovagliolo e lo utilizzò per tagliare tre fette di medie dimensioni.
Le servì sui piattini puliti appena portati da Elathriel e fu lei la prima a volerla assaggiare.
Prese la sua fetta con la mano e vi attaccò un grosso morso. Masticò lentamente e Thrall si sentì improvvisamente nervoso come non lo era da moltissimo tempo mentre aspettava il suo responso.
Le sopracciglia aggrottate della sua compagna si inarcarono improvvisamente e la sua espressione si fece più luminosa e sorpresa.
«È davvero buona, Thrall!».
L'enfasi particolare data a quel "davvero" fece capire all'Orco che fino a quel momento non ne era stata convinta fino in fondo.
Draka lo assaggiò subito dopo e annuì soddisfatta.
«Sì, sei stato bravo» dichiarò con sicurezza.
Il suo complimento sortì un effetto diverso rispetto a quello di Aggra. Era emozionato all'idea di aver dato anche alla Draka di quella linea temporale una qualche gioia.
«Bene, allora direi di brindare» disse lui sorridendo, levando il boccale ancora mezzo pieno di birra.
Draka e Aggra fecero altrettanto.
«Buon compleanno, Aggra!» ruggì l'Orco verde.
Draka gli fece eco mentre sbattevano vigorosamente i boccali tra di loro.
Le guance di Aggra si fecero un po' più rosse mentre beveva un sorso di birra.
Più tardi quella stessa sera, dopo aver onorato fino in fondo gli sforzi culinari di Thrall, lui e la sua dolce metà si ritirarono presso la camera della locanda che era stata loro assegnata.
Mentre salivano i gradini che conducevano al piano superiore, Thrall notò con la coda dell'occhio che Elathriel si era seduta ad uno dei tavoli vuoti che stava terminando di pulire e che stava chiacchierando animatamente a bassa voce con un peone, lo stesso che Thrall aveva visto donarle un mazzo di fiorellini.
Tra i due pareva essere nata una forte complicità a giudicare dalla vicinanza reciproca.
Aggra, al suo fianco, lo tirò leggermente per il braccio per attirare la sua attenzione.
«Andiamo a dormire?» chiese.
«Sì, andiamo» rispose lui, girandosi per andare.
Mentre salivano i gradini, Aggra si appoggiò contro il suo braccio col capo, arrestandosi.
Thrall si fermò per riflesso.
«C'è qualcosa che non va?» domandò lui, una vena di preoccupazione nella voce.
Aggra levò lo sguardo ad incrociare i suoi occhi cerulei, così rari e belli.
«Grazie per il pensiero, Go'el» esclamò a mezza voce, salendo un gradino per trovarsi più o meno all'altezza del suo viso. La sua voce era piena di emozione.
Si sporse a baciarlo e lui ricambiò con passione il contatto, le zanne che sfregavano gentilmente le une con le altre.
Quando si separarono, Aggra sorrise e domandò: «A questo punto manca solo il regalo».
Suo marito la guardò perplesso: «Il regalo?».
L'Orco femmina gli accarezzò la spalla mentre scendeva di nuovo al suo stesso livello.
«Sì, il regalo» ribadì sfregando gentilmente il petto contro il suo.
Lui si irrigidì leggermente, imbarazzato per non aver colto subito l'allusione, poi la cinse in vita col braccio, stringendola a sé.
«Questo genere di regalo non mi costa niente dartelo» ammise, abbozzando un sorriso «Ed è ancora abbastanza presto, quindi potrai godertelo con calma».
Aggra rise piano.
«Andiamo in camera. Sono ansiosa di avere il mio regalo e finire di ringraziarti per il tuo dolce... con il mio» soggiunse in tono più smaliziato.
Prima che Thrall avesse modo di replicare una qualsiasi cosa lei lo condusse via, colmando rapidamente la distanza che li separava dal piano superiore.
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