All by myself
May. 21st, 2016 08:23 am![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: All by myself
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Slice of life
Personaggi: Jaina Proudmoore, Thrall
Wordcount: 1354 (
fiumidiparole)
Prompt: Set Monochrome / #4. Thrall & Jaina @
mmom_italia
Timeline: ambientata tra le espansioni "Wrath of the Lich King" e "Cataclysm".
Note: Het, Lemon, Self!love, What if?
Lo sguardo di Thrall cadde inevitabilmente sulle fiorenti rotondità e la carnagione verde del suo viso si fece più scura, segno che l'Orco era arrossito.
«B-be'... ora che mi ci fai pensare... non sono affari così urgenti...» rispose, palesemente spiazzato dalla visione che gli era stata riservata.
«Credevo saresti arrivata più tardi».
Thrall lanciò un'occhiata alla sua ospite, appena comparsa in un angolo in penombra della sua camera da letto. La visione laterale dell'Orco era abbastanza buona da permettergli di notarla anche se in realtà era concentrato nella lettura di un documento.
La snella e nient'affatto orchesca figura si fece avanti, rivelando un corpo femminile minuto e rosato.
Jaina Proudmoore gli sorrise gentilmente.
«Ce l'ho fatta a liberarmi un po' prima di quanto mi aspettassi» spiegò, continuando ad incedere piano «Ti ho colto in un brutto momento...?».
Era quasi arrivata alla scrivania del padrone della camera.
Quest'ultimo accennò alla pila di fogli sistemata in un angolo della scrivania e rispose: «Ho ancora delle questioni di cui occuparmi...».
L'Umana si chinò in avanti, appoggiandosi al piano della scrivania con i gomiti.
«Sono così urgenti?» chiese ancora, esibendo la generosa scollatura del bustino corazzato che indossava.
La scrivania era più alta di quelle cui lei era abituata, poiché era ovviamente stata proporzionata al proprietario; pertanto la posizione le riuscì un po' goffa per la sua scarsa altezza. Ciononostante sortì l'effetto desiderato.
Lo sguardo di Thrall cadde inevitabilmente sulle fiorenti rotondità e la carnagione verde del suo viso si fece più scura, segno che l'Orco era arrossito.
«B-be'... ora che mi ci fai pensare... non sono affari così urgenti...» rispose, palesemente spiazzato dalla visione che gli era stata riservata.
Jaina per tutta risposta si abbassò un po' di più - nei limiti consentiti dalla sua diversa altezza - e strinse un poco le braccia per accentuare le dimensioni dei suoi seni.
La larga mascella inferiore di Thrall si aprì leggermente, come se infine stesse cedendo al suo stesso peso.
L'Umana sorrise compiaciuta e si spostò piano, aggirando la scrivania, dirigendosi verso il Capoguerra dell'Orda. Quest'ultimo per riflesso spostò indietro la sedia per farle spazio.
La femmina passò un'esile falange sulla sua larga spalla e poi si accomodò sulle sue gambe, il petto che toccava appena il suo torace, più largo e piatto.
«Puoi rimandare?» domandò la maga, accarezzandogli la nuca ed intrecciando le dita nei primi ciuffi di capelli.
L'Orco giocherellò con una delle ciocche bionde libere sulle spalle dell'Umana.
«Sì, posso rimandare... per un buon motivo» esclamò.
La libidine era talmente forte attorno a loro che si poteva tagliare con un coltello.
«Questo ti basta come motivo?» disse Jaina prima di piegarsi a baciarlo.
Thrall cedette alle sue richieste, addossandosi contro lo schienale della sedia e cingendole la vita con le braccia per attirarla a sé.
Jaina si spinse contro di lui spontaneamente, intensificando il contatto tra le loro labbra, schiudendole quel tanto necessario a far uscire la sua lingua e inserirla nel cavo orale dell'Orco.
L'Umana cambiò posizione e si sedette a cavallo delle gambe dell'altro, in modo da poter aderire completamente al suo corpo. La presa di Thrall su di lei si fece per contro più salda.
Stavano iniziando a surriscaldarsi. Il Capoguerra sentiva la sua eccitazione crescere e il suo pene si faceva rapidamente più turgido. Jaina riusciva a percepirlo attraverso le sottili vesti da camera che portava, molto più comode e pratiche della pesante armatura nera di Doomhammer.
La lingua dell'Orco si fece strana nella bocca dell'Umana, dapprima timida e poi sempre più audace. Passò in rassegna per intero il suo palato senza alcuna difficoltà.
Le mani di Jaina scesero rapidamente, accarezzandogli i fianchi, spostandosi poi verso l'ombelico.
Thrall mugolò compiaciuto, abbassando a sua volta le mani. Accarezzò la schiena Jaina e poi scese a palparle le natiche. Lei sobbalzò appena e rise contro le sue labbra.
Iniziavano ad agitarsi e mostrare i primi segni d'impazienza. Volevano andare oltre quel blando seppur piacevole stuzzicarsi a vicenda.
Thrall prese la sua compagna, facendole cambiare posizione ancora una volta, quindi la sollevò tra le braccia e si alzò in piedi. Voleva andare a finire quanto iniziato in un luogo più consono e comodo della sedia della sua scrivania.
La sua partner aveva intuito le sue intenzioni ed allacciò prontamente le braccia attorno al suo collo per non cadere.
L'Orco la depose sul copriletto con delicatezza, quindi si apprestò a spogliarsi. L'Umana fece altrettanto, partendo dal mantello, ma si arrestò quasi subito.
Thrall si piegò su di lei per sospingerla più al centro del materasso, un ginocchio già poggiato su di esso, ma venne prontamente bloccato dalla sua controparte.
«Che c'è?» chiese il Capoguerra dinanzi alla mano sollevata della maga.
Quest'ultima non rispose subito; piuttosto rivolse la sua attenzione verso il basso. Si frugò nei vestiti e dopo poco estrasse qualcosa di piccolo che mostrò a Thrall.
Si trattava di una piccola pietra levigata che scintillava di rosso. Dall'espressione che recava in viso non sembrava indicare niente di buono.
«È una pietra magica che i miei collaboratori usano per avvisarmi in caso di emergenza» spiegò in tono cupo «E quando è in funzione brilla di rosso».
A Thrall non occorse molto per arrivare alla logica conclusione.
«Oh» si limitò a dire.
Sul viso della sua ospite affiorò uno sguardo mortificato.
«Mi spiace, Thrall... devo tornare subito a Theramore...» disse, riallacciandosi prontamente il mantello al collo.
L'Orco non poté che scrollare le spalle e commentare: «È un'emergenza, non devi scusarti».
Jaina sembrò sentirsi meno in colpa. Si protese a scambiare con lui un ultimo bacio e poi si teletrasportò di nuovo presso la sua città.
Thrall rimase a guardare per qualche momento il punto in cui era seduta fino a pochi istanti prima. Si lasciò cadere seduto proprio lì ed emise un sospiro pesante.
Sapeva che Jaina non si sarebbe mai tirata indietro al momento di far l'amore, specialmente usando una scusa come quella di un'emergenza improvvisa a Theramore. Ciononostante, l'Orco si sentiva deluso e frustrato.
Era eccitato ed era rimasto da solo. Nelle sue condizioni dubitava di riuscire a placarsi senza un aiuto particolare. Abbassò lo sguardo a contemplare il profilo rigido che si ergeva dal suo inguine tendendo senza sforzo i pantaloni leggeri che indossava. Le sue guance si fecero più scure mentre soppesava le varie alternative che gli si ponevano davanti.
Purtroppo per lui, ne aveva una sola che andava bene per il suo problema.
Si abbassò i pantaloni, a disagio, liberando il suo pene duro, quindi lo strinse con la mano destra e iniziò a masturbarsi.
Un sollievo viscerale gli strappò un grugnito mentre si lasciava cadere all'indietro, disteso sul materasso. Non lo faceva quasi mai da solo, per cui un po' se ne vergognava; tuttavia, quello era un caso straordinario e non aveva alternative valide.
Accelerò i movimenti, gli occhi socchiusi e la bocca semiaperta. Respiri rochi e sempre più affannati fuoriuscivano da essa, talvolta inframmezzati da gemiti o altri versi.
Ogni tanto un picco inatteso di piacere lo spingeva ad inarcare un poco la schiena.
Pur trovando alquanto triste occuparsi da solo di una cosa simile, doveva ammettere che era dannatamente bello e appagante.
La mano che stringeva la sua erezione stava sudando e lui desiderava arrivare al dunque il più in fretta possibile. Ne aveva bisogno.
Dopo diversi minuti - una decina o forse di più - divaricò le gambe e si sollevò puntellandosi su un gomito mentre percepiva l'orgasmo ormai prossimo.
Dilatò gli occhi e accelerò il respiro sentendo che era vicinissimo. Gli bastava ancora poco...!
Venne. Non poté reprimere grugnito di soddisfazione mentre chiudeva gli occhi e si godeva il frutto del suo lavoro. La mano destra continuava a muoversi lungo la sua erezione, favorendo la fuoriuscita dello sperma.
Il liquido bianco andò macchiargli le vesti e gli scivolò lungo il pene. Per miracolo neanche una goccia arrivò sulla coperta, e anche se così fosse stato l'Orco non aveva comunque intenzione di sostituirla.
Quand'ebbe terminato l'eiaculazione, l'adrenalina cominciò a scemare e nel giro di poco Thrall si ritrovò a giacere esausto e senza fiato.
Lasciò la presa sul suo organo riproduttore e raccolse le poche forze rimaste per trascinarsi sotto le coperte. Voleva solamente dormire.
L'ultimo sconsolato pensiero dell'Orco prima di assopirsi fu per la sua Umana e l'emergenza che li aveva interrotti.
In cuor suo sperava che al loro successivo incontro non dovesse di nuovo occuparsi di certe sue reazioni fisiologiche da solo.
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Slice of life
Personaggi: Jaina Proudmoore, Thrall
Wordcount: 1354 (
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Prompt: Set Monochrome / #4. Thrall & Jaina @
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-community.gif)
Timeline: ambientata tra le espansioni "Wrath of the Lich King" e "Cataclysm".
Note: Het, Lemon, Self!love, What if?
Lo sguardo di Thrall cadde inevitabilmente sulle fiorenti rotondità e la carnagione verde del suo viso si fece più scura, segno che l'Orco era arrossito.
«B-be'... ora che mi ci fai pensare... non sono affari così urgenti...» rispose, palesemente spiazzato dalla visione che gli era stata riservata.
«Credevo saresti arrivata più tardi».
Thrall lanciò un'occhiata alla sua ospite, appena comparsa in un angolo in penombra della sua camera da letto. La visione laterale dell'Orco era abbastanza buona da permettergli di notarla anche se in realtà era concentrato nella lettura di un documento.
La snella e nient'affatto orchesca figura si fece avanti, rivelando un corpo femminile minuto e rosato.
Jaina Proudmoore gli sorrise gentilmente.
«Ce l'ho fatta a liberarmi un po' prima di quanto mi aspettassi» spiegò, continuando ad incedere piano «Ti ho colto in un brutto momento...?».
Era quasi arrivata alla scrivania del padrone della camera.
Quest'ultimo accennò alla pila di fogli sistemata in un angolo della scrivania e rispose: «Ho ancora delle questioni di cui occuparmi...».
L'Umana si chinò in avanti, appoggiandosi al piano della scrivania con i gomiti.
«Sono così urgenti?» chiese ancora, esibendo la generosa scollatura del bustino corazzato che indossava.
La scrivania era più alta di quelle cui lei era abituata, poiché era ovviamente stata proporzionata al proprietario; pertanto la posizione le riuscì un po' goffa per la sua scarsa altezza. Ciononostante sortì l'effetto desiderato.
Lo sguardo di Thrall cadde inevitabilmente sulle fiorenti rotondità e la carnagione verde del suo viso si fece più scura, segno che l'Orco era arrossito.
«B-be'... ora che mi ci fai pensare... non sono affari così urgenti...» rispose, palesemente spiazzato dalla visione che gli era stata riservata.
Jaina per tutta risposta si abbassò un po' di più - nei limiti consentiti dalla sua diversa altezza - e strinse un poco le braccia per accentuare le dimensioni dei suoi seni.
La larga mascella inferiore di Thrall si aprì leggermente, come se infine stesse cedendo al suo stesso peso.
L'Umana sorrise compiaciuta e si spostò piano, aggirando la scrivania, dirigendosi verso il Capoguerra dell'Orda. Quest'ultimo per riflesso spostò indietro la sedia per farle spazio.
La femmina passò un'esile falange sulla sua larga spalla e poi si accomodò sulle sue gambe, il petto che toccava appena il suo torace, più largo e piatto.
«Puoi rimandare?» domandò la maga, accarezzandogli la nuca ed intrecciando le dita nei primi ciuffi di capelli.
L'Orco giocherellò con una delle ciocche bionde libere sulle spalle dell'Umana.
«Sì, posso rimandare... per un buon motivo» esclamò.
La libidine era talmente forte attorno a loro che si poteva tagliare con un coltello.
«Questo ti basta come motivo?» disse Jaina prima di piegarsi a baciarlo.
Thrall cedette alle sue richieste, addossandosi contro lo schienale della sedia e cingendole la vita con le braccia per attirarla a sé.
Jaina si spinse contro di lui spontaneamente, intensificando il contatto tra le loro labbra, schiudendole quel tanto necessario a far uscire la sua lingua e inserirla nel cavo orale dell'Orco.
L'Umana cambiò posizione e si sedette a cavallo delle gambe dell'altro, in modo da poter aderire completamente al suo corpo. La presa di Thrall su di lei si fece per contro più salda.
Stavano iniziando a surriscaldarsi. Il Capoguerra sentiva la sua eccitazione crescere e il suo pene si faceva rapidamente più turgido. Jaina riusciva a percepirlo attraverso le sottili vesti da camera che portava, molto più comode e pratiche della pesante armatura nera di Doomhammer.
La lingua dell'Orco si fece strana nella bocca dell'Umana, dapprima timida e poi sempre più audace. Passò in rassegna per intero il suo palato senza alcuna difficoltà.
Le mani di Jaina scesero rapidamente, accarezzandogli i fianchi, spostandosi poi verso l'ombelico.
Thrall mugolò compiaciuto, abbassando a sua volta le mani. Accarezzò la schiena Jaina e poi scese a palparle le natiche. Lei sobbalzò appena e rise contro le sue labbra.
Iniziavano ad agitarsi e mostrare i primi segni d'impazienza. Volevano andare oltre quel blando seppur piacevole stuzzicarsi a vicenda.
Thrall prese la sua compagna, facendole cambiare posizione ancora una volta, quindi la sollevò tra le braccia e si alzò in piedi. Voleva andare a finire quanto iniziato in un luogo più consono e comodo della sedia della sua scrivania.
La sua partner aveva intuito le sue intenzioni ed allacciò prontamente le braccia attorno al suo collo per non cadere.
L'Orco la depose sul copriletto con delicatezza, quindi si apprestò a spogliarsi. L'Umana fece altrettanto, partendo dal mantello, ma si arrestò quasi subito.
Thrall si piegò su di lei per sospingerla più al centro del materasso, un ginocchio già poggiato su di esso, ma venne prontamente bloccato dalla sua controparte.
«Che c'è?» chiese il Capoguerra dinanzi alla mano sollevata della maga.
Quest'ultima non rispose subito; piuttosto rivolse la sua attenzione verso il basso. Si frugò nei vestiti e dopo poco estrasse qualcosa di piccolo che mostrò a Thrall.
Si trattava di una piccola pietra levigata che scintillava di rosso. Dall'espressione che recava in viso non sembrava indicare niente di buono.
«È una pietra magica che i miei collaboratori usano per avvisarmi in caso di emergenza» spiegò in tono cupo «E quando è in funzione brilla di rosso».
A Thrall non occorse molto per arrivare alla logica conclusione.
«Oh» si limitò a dire.
Sul viso della sua ospite affiorò uno sguardo mortificato.
«Mi spiace, Thrall... devo tornare subito a Theramore...» disse, riallacciandosi prontamente il mantello al collo.
L'Orco non poté che scrollare le spalle e commentare: «È un'emergenza, non devi scusarti».
Jaina sembrò sentirsi meno in colpa. Si protese a scambiare con lui un ultimo bacio e poi si teletrasportò di nuovo presso la sua città.
Thrall rimase a guardare per qualche momento il punto in cui era seduta fino a pochi istanti prima. Si lasciò cadere seduto proprio lì ed emise un sospiro pesante.
Sapeva che Jaina non si sarebbe mai tirata indietro al momento di far l'amore, specialmente usando una scusa come quella di un'emergenza improvvisa a Theramore. Ciononostante, l'Orco si sentiva deluso e frustrato.
Era eccitato ed era rimasto da solo. Nelle sue condizioni dubitava di riuscire a placarsi senza un aiuto particolare. Abbassò lo sguardo a contemplare il profilo rigido che si ergeva dal suo inguine tendendo senza sforzo i pantaloni leggeri che indossava. Le sue guance si fecero più scure mentre soppesava le varie alternative che gli si ponevano davanti.
Purtroppo per lui, ne aveva una sola che andava bene per il suo problema.
Si abbassò i pantaloni, a disagio, liberando il suo pene duro, quindi lo strinse con la mano destra e iniziò a masturbarsi.
Un sollievo viscerale gli strappò un grugnito mentre si lasciava cadere all'indietro, disteso sul materasso. Non lo faceva quasi mai da solo, per cui un po' se ne vergognava; tuttavia, quello era un caso straordinario e non aveva alternative valide.
Accelerò i movimenti, gli occhi socchiusi e la bocca semiaperta. Respiri rochi e sempre più affannati fuoriuscivano da essa, talvolta inframmezzati da gemiti o altri versi.
Ogni tanto un picco inatteso di piacere lo spingeva ad inarcare un poco la schiena.
Pur trovando alquanto triste occuparsi da solo di una cosa simile, doveva ammettere che era dannatamente bello e appagante.
La mano che stringeva la sua erezione stava sudando e lui desiderava arrivare al dunque il più in fretta possibile. Ne aveva bisogno.
Dopo diversi minuti - una decina o forse di più - divaricò le gambe e si sollevò puntellandosi su un gomito mentre percepiva l'orgasmo ormai prossimo.
Dilatò gli occhi e accelerò il respiro sentendo che era vicinissimo. Gli bastava ancora poco...!
Venne. Non poté reprimere grugnito di soddisfazione mentre chiudeva gli occhi e si godeva il frutto del suo lavoro. La mano destra continuava a muoversi lungo la sua erezione, favorendo la fuoriuscita dello sperma.
Il liquido bianco andò macchiargli le vesti e gli scivolò lungo il pene. Per miracolo neanche una goccia arrivò sulla coperta, e anche se così fosse stato l'Orco non aveva comunque intenzione di sostituirla.
Quand'ebbe terminato l'eiaculazione, l'adrenalina cominciò a scemare e nel giro di poco Thrall si ritrovò a giacere esausto e senza fiato.
Lasciò la presa sul suo organo riproduttore e raccolse le poche forze rimaste per trascinarsi sotto le coperte. Voleva solamente dormire.
L'ultimo sconsolato pensiero dell'Orco prima di assopirsi fu per la sua Umana e l'emergenza che li aveva interrotti.
In cuor suo sperava che al loro successivo incontro non dovesse di nuovo occuparsi di certe sue reazioni fisiologiche da solo.