fiamma_drakon: (Bayonetta)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Di offerte accettate con un po' di ritardo
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Jaina Proudmoore, Thrall
Wordcount: 2845 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: Set Monochrome / #5. Thrall & Jaina @ [livejournal.com profile] mmom_italia + BDSM per la Badwrong Week #2 @ [livejournal.com profile] maridichallenge
Timeline: ambientata tra le espansioni "Wrath of the Lich King" e "Cataclysm".
Note: BDSM, Handjob, Het, Lemon, Sex toys, What if?
«A-avevi... cambiato... ide-idea...» balbettò piano il Capoguerra, sbattendo ripetutamente le palpebre.
«L'ho ricambiata nel frattempo» Jaina scrollò le spalle «Adesso voglio assolutamente farlo».
Dal suo tono di voce risultava evidente che stavolta era determinata ad andare sino in fondo e che non si sarebbe fermata dinanzi a niente.


Thrall aprì piano le palpebre e scoprì di avere una visuale sfocata di quanto gli stava dintorno.
Si sentiva confuso anche se la testa non gli doleva e le membra non gli risultavano prive di forze ma solamente intorpidite. Non erano i postumi di una sbronza quelli che percepiva, poco ma sicuro.
Lentamente la vista si rifocalizzò e riuscì finalmente a rendersi conto di stare fissando un basso soffitto in legno di scarsa qualità.
Sollevò con cautela la testa e si diede un'occhiata all'intorno: si trovava in una camera povera e squallida, arredata con lo stretto indispensabile che non gli era in alcun modo familiare.
Cercò di muoversi e scoprì suo malgrado di essere stato incatenato alla testata del letto.
Era tutto quanto in legno, per cui poteva ragionevolmente presupporre che lo fosse anche l'impalcatura del letto su cui era sdraiato. Niente di più facile da spezzare per un Orco con la sua forza.
Puntellò i piedi - non assicurati da catene - sul materasso e si preparò a strattonare appellandosi al suo peso non indifferente, quando una voce femminile esclamò: «Io non lo farei se fossi in te».
L'avvertimento arrivò troppo tardi: Thrall cercò di alzarsi aggrappandosi alle catene per sradicarle dal loro appiglio, tirando con forza. La potenza dei suoi muscoli sembrò ignorare completamente il suo appello. Le catene gli strinsero sui polsi lasciandogli una lieve impressione sulla pelle verde e l'Orco per il contraccolpo violento ricadde come un peso morto sul materasso. Sbattendo la testa contro l'esile cuscino finalmente avvertì quel dolore che sino ad allora era stato assente.
Grugnì frustrato e riaprì gli occhi solo per scoprire che di nuovo aveva problemi a mettere a fuoco il mondo.
La figura esile e scura della sua carceriera si fece dappresso, fermandosi al fianco del letto.
«Thrall stai calmo. Non voglio farti del male, fidati».
La voce della femmina stavolta risuonò chiara e perfettamente riconoscibile anche attraverso la densa nebbia di confusione che aleggiava nella mente del Capoguerra dell'Orda.
Con uno sforzo incredibilmente grosso riuscì ad articolare una sola semplice parola: «Jaina...?».
La vista ritornò alla normalità e così poté vedere chiaramente che sì, di fianco a lui si trovava Jaina Proudmoore.
L'abito nero che indossava era un body in lattice che le aderiva al corpo perfettamente, mettendo in evidenza ogni curva e lasciando scoperti gli arti. I capelli biondi le ricadevano sulle spalle, liberi come sempre.
Nei suoi occhi verdi l'Orco lesse divertimento e tenerezza insieme, sentimenti che al momento non riusciva a comprendere.
«È inutile che ti agiti. Non puoi farcela a liberarti in questo stato» disse «E poi mi avevi detto che per te non c'erano problemi a provare» soggiunse in tono più imbronciato.
Thrall la fissò aggrottando le sopracciglia. Fece mente locale, cercando di riesumare i ricordi precedenti il suo risveglio. Fu più facile di quanto si aspettasse: lui e Jaina erano andati a pranzare fuori di nascosto, come ormai erano abituati a fare abbastanza di frequente.
Aveva mangiato in abbondanza e bevuto altrettanto con la maga Umana seduta al fianco che gli accarezzava il petto di quando in quando. Stava per assaggiare il dessert quando improvvisamente era stato colto da violente vertigini e aveva sentito le forze venire meno. Ricordava Jaina che gli sorrideva e gli mormorava parole rassicuranti prima che tutto divenisse buio.
Probabilmente era svenuto.
L'Orco provò di nuovo a parlare e stavolta produsse solo una incoerente sequenza di versi che lo sorprese e spaventò insieme. Jaina lo guardava, in paziente attesa.
«Mi hai... drogato... per-perché?» riuscì a domandare debolmente.
«Dovevo portarti in un altro posto e non volevo che tu sapessi dove si trovava. Qui ho predisposto tutto per il nostro piccolo esperimento» spiegò la femmina.
Lo sguardo che Thrall le rivolse subito dopo quell'affermazione la spinse a rinfrescargli brevemente la memoria: «Riguardo... quella confessione di qualche settimana fa...».
All'Orco non occorse così tanto tempo per realizzare a cosa si stesse riferendo, perché c'era stata solo un'occasione come quella da lei descritta.
Thrall l'aveva quasi completamente rimossa perché era stata una parentesi che era rimasta morta per giorni interi proprio per causa della stessa Jaina.
Quest'ultima gli aveva infatti rivelato che le sarebbe immensamente piaciuto poterlo avere legato e poter usufruire della cosiddetta "entrata sul retro" anziché fare il solito sesso noioso. Era un desiderio che la mandava alquanto su di giri e che nutriva ormai da tempo ma che non aveva mai avuto il coraggio di confessargli. Adesso che il loro rapporto era abbastanza profondo, aveva reputato fattibile la manifestazione di quella sua personale perversione.
Contro ogni logica possibile, Thrall si era offerto di esaudire la sua richiesta subito. Jaina a quel punto si era però tirata indietro.
«A-avevi... cambiato... ide-idea...» balbettò piano il Capoguerra, sbattendo ripetutamente le palpebre.
«L'ho ricambiata nel frattempo» Jaina scrollò le spalle «Adesso voglio assolutamente farlo».
Dal suo tono di voce risultava evidente che stavolta era determinata ad andare sino in fondo e che non si sarebbe fermata dinanzi a niente.
Thrall scosse debolmente le braccia, indolenzite dalla prolungata posizione soprastante la testa. Deglutì rumorosamente e disse: «Non imp... ... ... portava dro-drogarmi... ti avevo-oh... già detto d-di... di s-shì».
Sull'ultima parola scivolò leggermente ma per il resto, nonostante le difficoltà palesi nell'esprimersi verbalmente a causa della droga che aveva in circolo, pensava di essere riuscito a farsi capire.
«Sì, me lo ricordo... ma così lo trovo molto più eccitante» ammise Jaina, scostandosi dal letto «Forza, tirati su e mettiti carponi... se ci riesci».
Il tono era imperativo e canzonatorio insieme, eppure Thrall riuscì nonostante tutte le sue difficoltà attuali, a coglierne l'artificiosità. Stava recitando.
Con fatica si girò su un fianco e si issò in ginocchio sul materasso. Mentre cambiava postura fu aggredito da vertigini che lo fecero barcollare leggermente. Temette di ricadere come un sasso sul letto - che non era più molto sicuro che l'avrebbe retto - e perciò si aggrappò con più forza alle catene. Il fatto che non riuscisse ad applicare potenza muscolare gli impedì di rimanere con le catene in mano e finire ugualmente a gambe all'aria oltre il fondo del letto.
Le vertigini svanirono dopo poco mentre divaricava un poco le ginocchia per mantenere un po' più salda la posizione. Le due catene finirono con l'intrecciarsi dinanzi a lui nel movimento, limitandogli ulteriormente la libertà d'azione delle braccia. Semplicemente, si sporse ad appoggiarsi con le mani alla parete, in modo da non sforzare troppo le catene e avere allo stesso tempo un solido punto d'appoggio.
Jaina lo guardò con una punta di compiacimento negli occhi prima di dedicarsi alla strumentazione che aveva predisposto con cura in vista di quel momento.
Da sotto il letto estrasse una anonima e normalissima sacca marrone che appoggiò sul comodino. Infilò dentro una mano e frugò fino ad estrarne una corda scura e robusta.
Se la mise pendente su una spalla e salì sul materasso, posizionandosi dietro l'Orco.
Quest'ultimo sentì le sue mani esili ma esperte andare a slacciargli e sfilare la cintura, quindi passare a rimuovere i pantaloni. La parte superiore dei suoi indumenti era ovviamente già stata rimossa prima che fosse legato, in modo da non creare problemi in seguito.
Thrall non poté opporsi in alcuna maniera, benché non volesse farlo già di per sé: così come lui aveva le sue "perversioni" personali che Jaina si prestava a soddisfare senza dir niente, allo stesso modo lui voleva darle tale opportunità. Non vedeva niente di sbagliato in ciò.
Jaina fece tutto a mano, come se non fosse una dei maghi più potenti attualmente in vita. Forse le dava piacere spogliarlo di suo pugno e non lasciare alla magia tutto il lavoro. Allo stesso modo, una volta che ebbe denudato il suo partner, passò la corda attorno al suo collo nerboruto e poi scese ad intrecciarla su tutto il resto del suo corpo, risparmiandogli solo le gambe. Essendo di corporatura minuta rispetto al suo partner, dovette aggirarlo diverse volte per riuscire nell'intento; ciononostante, il risultato finale le piacque molto.
L'Orco non si era mosso di un centimetro da dove si trovava e non aveva fiatato. Aspettava solo di vedere la prossima mossa della sua compagna.
L'Umana gli si strusciò contro il largo fondoschiena tonico, strappandogli finalmente un grugnito di sorpresa; dopodiché si portò sul suo fianco e gli passò una mano sul ventre solido, scendendo in basso.
Thrall sobbalzò sentendo la sua mano a malapena tiepida stringersi intorno al suo pene ancora flaccido ma bollente.
«Uh-uh...» disse, iniziando a muovere lentamente la mano, tirando e rilasciando l'eccesso di pelle che copriva il glande «Grosso, sì... ma ancora non abbastanza» aggiunse.
Thrall gemette in maniera quasi stridula, alzando appena la testa. Pur essendo minuta, la mano di Jaina riusciva a dargli piacere masturbandolo senza alcun problema.
Via via che lavorava, l'Orco si abbandonava a gemiti e grugniti che manifestavano il suo apprezzamento. Erano tutto ciò che era in grado di fare per esprimersi al momento e non voleva rinunciare a dare alla sua compagna tutta la giusta soddisfazione che meritava per il suo ottimo lavoro.
Il suo pene si fece duro e turgido e il glande venne finalmente alla luce quasi per intero. Era proprio come voleva Jaina.
Quest'ultima strofinò leggermente le cosce tra loro, constatando che si era eccitata a sua volta. Non se ne meravigliò affatto: l'erezione di Thrall da sola sovente le faceva quell'effetto, specialmente se era lei a darle vigore.
Sorrise e lasciò andare il pene, scendendo in fretta dal letto per andare a prendere gli oggetti che le servivano per proseguire.
Aprì il body tra le gambe, dove si trovavano un paio di bottoni, e sotto indossò un paio di mutandine provviste di un grosso pene finto sul davanti ed uno un po' più piccolo all'interno, in corrispondenza dell'apertura della sua vagina.
L'ingresso in essa fu delicato il più possibile e graduale. Jaina trattenne il fiato mentre eseguiva, chiudendo gli occhi per il piacere. Non era grosso come quello di Thrall, però era sufficiente a causarle una reazione assai gradevole.
Una volta che si fu sistemata l'indumento erotico, prese dalla borsa un piccolo contenitore cilindrico.
Si rovesciò un po' del viscoso liquido che conteneva nel palmo aperto della mano sinistra, quindi ne prese un poco e lo utilizzò per ricoprirsi indice e medio della mano destra.
Passò in rassegna con le dita lubrificate la linea di separazione tra le natiche dell'Orco fino a trovare l'orifizio. Il suo partner mugolò infastidito ma lei lo ignorò totalmente.
Entrò spingendo entrambe le dita oltre l'apertura stretta. Thrall si agitò e grugnì per il dolore, strattonando improvvisamente le catene.
«Stai calmo e rilassati. Il dolore si affievolirà presto, vedrai» lo rassicurò Jaina, estraendo e reinserendo più volte le falangi perché si abituasse.
L'Orco fece esattamente come gli era stato richiesto: si rilassò. Non gli fu molto facile farlo a livello del fondoschiena poiché non ci era abituato; tuttavia ci riuscì. Effettivamente, in tal modo il dolore era molto minore.
Avvertendo il passaggio più largo, le dita dell'Umana si spinsero un po' più a fondo. Non erano ovviamente lunghe abbastanza da poter arrivare tanto in profondità quanto lei desiderava, però erano sufficienti a prepararlo a dovere.
«Va meglio?» indagò la maga, cercando malamente di sporgersi a guardare la sua espressione.
Dalla sua postazione il viso di Thrall era completamente invisibile; ciononostante notò il movimento della testa. Stava annuendo.
«Bene» disse la femmina, estraendo piano le dita «Allora procedo».
Un altro verso del Capoguerra le indicò il suo consenso.
Jaina lubrificò abbondantemente la sua finta erezione e ne mise la punta in corrispondenza dell'orifizio dell'Orco, che gemette appena al contatto con il lubrificante freddo.
Pian piano Jaina fece scivolare il fallo dentro di lui, fermandosi ogni volta che lo sentiva irrigidirsi o grugnire sofferente. Thrall dal canto suo si sforzava di contenere le manifestazioni di agonia. Non voleva apparire debole né tantomeno voleva rovinare il divertimento della sua controparte. Voleva che si godesse il momento.
L'Orco non aveva mai pensato che il suo fondoschiena potesse accogliere una cosa come un finto fallo. Doveva ammettere che era un'esperienza alquanto strana oltre che dolorosa; tuttavia presupponeva che il dolore fosse dovuto alla sua mancanza di esperienze precedenti. A supportare l'ipotesi c'era il fatto che quella spiacevole percezione stava già diminuendo.
Jaina riuscì ad inserirsi fino in fondo e rimase ferma così per qualche momento.
«Ti fa male?» chiese ancora.
«Un po'...» riuscì a borbottare Thrall in risposta.
Le mani dell'Umana lo ghermirono all'altezza dei fianchi.
«Significa che ti stai abituando» replicò lei a sua volta.
Estrasse in parte il giocattolo e poi lo riaffondò con un gesto secco del bacino.
Thrall serrò i pugni e digrignò i denti, ma non produsse alcun lamento. Il bruciore e le fitte si fecero di colpo intensi.
Al secondo impatto la sua strenua resistenza cedette: cadde in avanti, riuscendo a puntellarsi sui gomiti per non finire a faccia in giù nel cuscino. Le corde che lo immobilizzavano si tesero sulla schiena arcuata, impedendogli qualsiasi altro movimento volontario. Non aveva più modo di tornare come prima.
Il sedere divenne il punto più in alto e più esposto del suo corpo, fatto di cui Jaina non ebbe di che lamentarsi.
Thrall la sentì muoversi dentro di lui con gesti decisi. Sembrava impaziente.
In effetti, Jaina si muoveva con un'urgenza che era essenzialmente dettata dal pene interno al suo indumento e che era collegato a quello all'esterno in qualche maniera che a lei sfuggiva e non importava.
Più penetrava Thrall e più lei stessa era penetrata, in un modo che le piaceva molto a dispetto delle moderate dimensioni dell'attrezzo.
In aggiunta a ciò, il fondoschiena del suo Orco era dannatamente attraente, specialmente in quella posizione. Accarezzò i glutei, ghermendoli ai lati per testarne il tono. Sfruttò la presa sulle natiche per spostarle leggermente di lato, allargando in tal modo un poco l'orifizio al centro.
Si fermò bruscamente ed estrasse il fallo completamente. Il temibile Capoguerra dell'Orda fremette e non poté reprimere un debole e goffo sospiro di sollievo. Il sedere gli doleva ancora terribilmente nonostante adesso fosse vuoto e sentiva qualcosa di caldo e liquido gocciolargli fuori. Forse si trattava di lubrificante in eccesso.
Jaina lubrificò di nuovo il suo accessorio, stavolta addirittura più di prima, e tornò all'attacco.
La seconda penetrazione fu meno atroce della prima e la mancanza quasi assoluta di attrito con le pareti muscolari attutiva di molto la sofferenza, rendendola addirittura piacevole in un modo che per l'Orco era strano e perverso.
Fu allora che si rese conto che una parte del malessere che provava era da attribuirsi alla sua erezione ignorata. Si chiese perché non se ne fosse accorto prima ma era un quesito di ben poca importanza: nelle sue condizioni non aveva alcuna possibilità di dare sfogo a quella necessità.
«Jaina...» chiamò con voce stranamente stridula.
«Cosa c'è?» domandò l'Umana, senza smettere di muoversi.
Thrall chiuse momentaneamente gli occhi e raccolse le forze e la concentrazione.
«Ho... ho b-bi...» s'interruppe, reputando impossibile di riuscire a portare a termine l'affermazione, e cambiò messaggio: «F-fammi... venire».
Erano solo due parole ma erano più che sufficienti ad esprimere la sua necessità.
Dalla sua posizione Jaina non poteva fare granché, non avendo le braccia così lunghe da aggirare il suo bacino.
Lasciò insoddisfatta la sua richiesta, per il momento: si stava avvicinando finalmente all'orgasmo e non aveva intenzione di fermarsi fino a che non l'avesse raggiunto.
Thrall grugnì altre volte, infastidito dalla sua mancanza d'interesse nei suoi confronti, ma si limitò a fare quello.
Jaina venne dopo qualche altro minuto di vigoroso lavoro sul fondoschiena dell'Orco. Ansimò pesantemente e si aggrappò alla schiena del suo partner mentre continuava a penetrarlo per muovere il dildo che aveva piazzato dentro di sé.
Thrall chiuse gli occhi e digrignò appena i denti. Le corde iniziavano a fargli male.
Quando si fu calmata, l'Umana uscì ansimando dal suo corpo e si spostò lentamente sul materasso.
«Adesso mi occupo di te...» dichiarò col fiato corto.
La sua mano tornò a ghermire l'erezione di Thrall, che mugolò soddisfatto.
Lo masturbò di nuovo, dedicandogli stavolta molta più attenzione.
L'Orco, immobilizzato com'era, poté solo reagire tendendo ritmicamente i muscoli delle cosce e cercando invano di divaricarle un poco per ottenere più piacere.
Dopo alcuni minuti di veemente lavoro da parte di Jaina, riuscì a raggiungere l'orgasmo. Non poté reprimere un roco grugnito di soddisfazione. Sembrava quasi che stesse ringhiando.
Schizzò ampiamente le coperte, senza preoccuparsene affatto. Non era il suo letto dopotutto, non aveva niente da nascondere a nessuno.
«Ecco, bravo... così» sussurrò calda Jaina, accarezzandogli la schiena.
L'Orco terminò dopo poco di eiaculare e fremette in maniera impercettibile per il sollievo.
«S-sei... contenta...?» chiese il Capoguerra, ancora rintontito per la droga che gli era stata somministrata a tradimento.
Jaina si chinò in modo che i loro sguardi potessero incrociarsi.
«Sono contenta, sì... ma non ancora soddisfatta» rispose, incurvando le labbra in un sorriso carico di loschi propositi.
Thrall si chiese se sarebbe riuscito a sostenere altrettanto bene un altro round simile a quello appena terminato e si ritrovò a sperare che la droga gli ottenebrasse i sensi al punto da prevenirgli il dolore.
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