fiamma_drakon: (Neuro_Nōgami)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Dopo il lavoro
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Slice of life
Personaggi: Elathriel Sunstriker, Peone
Wordcount: 1202 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: Set Moleskine / #2. Almeno 1000 parole @ [livejournal.com profile] mmom_italia
Note: Het, Lemon, Self!love
Si spinse disteso prono sul materasso, affondando il viso zannuto nel cuscino. In esso l'odore della locandiera era ancora più forte.
Il Peone, il viso di una tonalità di verde più intensa di quella naturale per il piacere di trovarsi lì, si sfregò lievemente sulle lenzuola e sobbalzò: il suo membro si era vagamente inturgidito.


Il Peone non pensava che sarebbe mai riuscito ad entrare nella camera da letto di Elathriel Sunstriker, locandiera di Wor'var, eppure eccolo lì che inseriva la chiave che l'Elfa del Sangue gli aveva passato di nascosto dietro il bancone, al piano inferiore della locanda.
«Ti raggiungerò non appena avrò terminato di servire gli ultimi clienti» gli aveva sussurrato la femmina in tono dolce all'orecchio prima di baciarlo rapidamente e allontanarsi.
L'Orco era rimasto imbambolato dov'era per qualche momento prima di togliersi di mezzo e andare alla stanza di Elathriel. L'ultima cosa che desiderava era farsi vedere dal capo dei Peoni: si era allontanato da lavoro prima del solito in modo da poter essere pronto per Elathriel non appena lei fosse stata libera dai clienti. Non sapeva se la sua bravata fosse stata notata ma se era stato così decisamente non voleva incorrere nelle ire del suo capo quella sera.
La serratura scattò e il Peone scivolò all'interno della stanza per poi chiudersi alle spalle la porta.
La camera era buia e solo la lieve luce della luna che entrava dalla finestra gli permetteva di scorgere i profili dei mobili.
L'Orco avanzò verso le lanterne ad olio assicurate alle pareti e le accese, rischiarando progressivamente l'ambiente.
L'Elfa del Sangue aveva una camera arredata semplicemente, come era per la maggior parte delle stanze della sua locanda; tuttavia, in essa c'erano alcuni dettagli distintivi. L'Orco vedeva le tracce della proprietaria in molte piccole cose.
Si avvicinò al letto - piccolo e ad una sola piazza - ed il suo fine olfatto fu colpito dall'aroma di biancheria pulita misto al profumo tipico della sua amata.
Istintivamente vi salì sopra, scalciando via gli stivali da lavoro per non sporcare le lenzuola. Si mise seduto a gambe incrociate, respirando a pieni polmoni e inebriandosi della fragranza di fiori che adesso percepiva più intensa.
Rimase in quella posizione per un brevissimo lasso di tempo, poi la cambiò nuovamente. Si spinse disteso prono sul materasso, affondando il viso zannuto nel cuscino. In esso l'odore della locandiera era ancora più forte.
Il Peone, il viso di una tonalità di verde più intensa di quella naturale per il piacere di trovarsi lì, si sfregò lievemente sulle lenzuola e sobbalzò: il suo membro si era vagamente inturgidito.
Non poteva di certo biasimarlo: era nella stanza della sua amata e presto lei stessa lo avrebbe raggiunto. La sola idea di poter rimanere da soli in un luogo così intimo era per lui fonte inesauribile di trepidante attesa ed entusiasmo.
Si voltò supino e si afferrò la cintura, aprendola; dopodiché calò le braghe.
Da ciò che poteva vedere del suo pene nudo, scoprì che la sua iniziale constatazione non era stata corretta: il suo membro era eretto quasi totalmente e non a malapena.
L'Orco sistemò meglio il cuscino contro la testata del letto e vi si appoggiò con la schiena, puntellandosi col gomito sinistro per avere ulteriore stabilità.
In quelle condizioni non poteva certo starsene con le mani in mano; inoltre, avrebbe potuto prepararsi a dovere per l'arrivo di Elathriel.
Un sospiro beato gli fuoriuscì dalle labbra con voce stranamente più soave del solito al pensiero della venuta dell'Elfa del Sangue. Se lo avesse trovato già pronto per fare l'amore, sicuramente non si sarebbe tirata indietro.
Sperava con tutto il cuore che la sua grossa erezione avesse su di lei un effetto di richiamo abbastanza forte.
Spinto dal desiderio, il Peone utilizzò la mano destra per masturbarsi. Emise un grugnito di piacere mentre la sua mente si affollava di immagini di Elathriel e il suo cuore si gonfiava della brama di averla per sé. Voleva baciarla ancora e stringerla, dimostrarle che l'amava davvero e non che era solamente interessato al suo aspetto fisico: le Sin'dorei erano in qualche modo un simbolo erotico tra i Peoni, che le vedevano solo esteriormente per qualcosa di bellissimo e inafferrabile, dato che nessuna Elfa del Sangue aveva mai ricambiato le loro attenzioni. Per lui era diverso e ringraziava gli Antenati ogni giorno per questo.
Il braccio nerboruto e forte si muoveva secondo un ritmo che andava accelerando sempre di più secondo le necessità dell'Orco.
Puntellò i piedi sulle lenzuola, piegando le gambe ed inarcando leggermente la schiena. Sollevò appena l'inguine e chiuse gli occhi per concentrarsi maggiormente.
Il profumo di Elathriel gli invase le larghe narici, aiutandolo nelle sue fantasie erotiche ed eccitandolo allo stesso tempo.
La pelle attorno al glande era tesa quasi completamente e solo un breve tratto riusciva a mascherarne ancora il contorno, seppur a malapena.
Ogni volta che la tirava in basso, scoprendo interamente la cima dell'erezione, il Peone mugolava per il piacere.
L'orgasmo era ancora abbastanza lontano; ciononostante i suoi sforzi stavano colmando rapidamente la distanza che li separava.
Cercava di controllarsi, in modo da preservare l'orgasmo per l'arrivo della padrona di casa, però lo sforzo richiedeva la sua completa attenzione. D'altro canto, non poteva semplicemente smettere completamente di masturbarsi. Si era spinto troppo oltre per poterlo fare.
Era così preso che non si accorse dell'effettivo arrivo di Elathriel: l'Elfa del Sangue aprì la porta - che il suo ospite non aveva richiuso a chiave dietro di sé - e rimase ferma sulla soglia a guardarlo, allibita.
Un rossore diffuso le colorò le guance pallide ed il suo sguardo colmo di stupore cedette poco dopo il passo al tenero affetto. Trovava affascinante la rozzezza del suo Peone.
Il fatto che si fosse accomodato sul suo letto e si stesse masturbando con incuranza non la infastidiva affatto; anzi, le faceva quasi piacere.
Elathriel avanzò a passo felpato verso il suo ospite e poi, senza alcun preavviso, poggiò la sua esile mano su quella che si muoveva frenetica attorno all'erezione dell'Orco.
Quest'ultimo al contatto aprì di colpo gli occhi e si ritrovò a fissare il volto radioso della sua locandiera.
«A-ah! Elathriel!» gemette in preda al panico improvviso.
Al contrario di quanto aveva immaginato, quel momento non fu estremamente romantico e intimo per lui, bensì semplicemente pieno di vergogna.
Elathriel d'altro canto non pareva minimamente turbata.
Il Peone si fece più scuro in viso e perse momentaneamente il ritmo oltre alla concentrazione.
Venne nonostante gli sforzi compiuti per non farlo. Eiaculò su se stesso dato che il pene era rivolto verso il suo addome e imbrattò di macchie bianche la canotta della sua "divisa da lavoro".
Ansimò pesantemente e collassò esausto sul materasso, lasciando scivolare su un fianco la mano destra.
«Non sarai già stanco, vero?» chiese la Sin'dorei, gli occhi privi di pupille socchiusi in uno sguardo allo stesso tempo tenero e provocatorio.
Il Peone la guardò e abbozzò un sorriso: si sentiva stanco in effetti, ma non le avrebbe mai dato a vedere di esserlo finché non fosse stato veramente esausto.
«Era solo un inizio» dichiarò l'Orco, sforzandosi di apparire al meglio.
Elathriel si chinò su di lui e gli accarezzò la testa pelata con affetto.
«Bene, perché io non ho ancora iniziato a scaldarmi...» sussurrò in tono malizioso.
Colmò la breve distanza residua tra i loro volti e lo baciò di nuovo, con molto più fervore di quello che si erano scambiati in precedenza, dandogli un piccolo assaggio di quanto effettivamente l'Elfa del Sangue desiderasse lui e la sua compagnia per quella notte.
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