Una festa lungamente attesa
Nov. 30th, 2016 04:19 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Una festa lungamente attesa
Rating: Giallo
Genere: Generale
Personaggi: Aggra, Draka, Durotan, Thrall (Go'el)
Wordcount: 3089 (
fiumidiparole)
Timeline: Ambientata durante l'espansione "Warlords of Draenor".
Note: Het
Fuoriuscirono dai cancelli della Guarnigione piuttosto velocemente. Gli Orchi dei Lupi Bianchi erano in testa, seguiti da alcuni Cacciatori dell'Ombra e da altri guerrieri dell'Orda.
Durotan e Draka erano stati spinti davanti a tutti, accompagnati da Thrall e Aggra.
L'espressione di quasi tutti era festosa e i guerrieri gridavano acclamando un unico nome.
Il cielo della Landa di Fuocogelo si stava facendo più cupo, segno che l'arrivo della notte era imminente.
I Peoni lavoravano alacremente nel trasporto di sgabelli e tavoli fuori della Guarnigione di Rocciafredda, diretti verso la zona pianeggiante che conduceva verso una vecchia residenza degli Ogre. Lì di fianco scorreva un largo fiume di lava incandescente che rendeva sottile lo strato di neve nelle immediate vicinanze, mettendo per contro a nudo la roccia scura sottostante.
Lì i Peoni si affaccendavano a sistemare tutto ciò che avevano portato dalla Guarnigione, assemblando con vari tavoli una tavolata più lunga, destinata ad accogliere i valorosi combattenti dell'Orda per i festeggiamenti che si sarebbero tenuti durante la notte.
Poco più in là rispetto al lungo tavolo composito si trovava il piccolo sito allestito per permettere a Murg - il cuoco - e ai suoi assistenti di cuocere alla brace la carne sfruttando direttamente il calore della lava.
L'odore della carne alla griglia che cuoceva aveva attirato le indesiderate attenzioni dei Peoni da quando avevano cominciato a predisporre il tutto per la cena. Murg più di tutti aveva avuto il suo bel da fare a tenere alla larga gli ingordi e famelici operai dell'Orda con ogni mezzo a disposizione. Le larghe padelle in solido metallo erano state le sue armi migliori, se non si consideravano ovviamente gli impietosi calci che aveva distribuito come caramelle alla Veglia delle Ombre sui deretani dei Peoni. Nonostante tutto, dopo un po' ricomparivano attirati dal profumo di carne e animati dal desiderio di gustare del vero cibo da Orchi - come dar loro torto, Murg era perfettamente consapevole di quale squisitezza fossero i suoi tranci di carne tagliati dalla migliore selvaggina di quelle lande aspre e gelide.
La carne era quasi pronta e la tavola era ormai apparecchiata. Murg, dopo aver cacciato l'ennesima ondata di Peoni famelici, mandò un assistente ad avvisare i guerrieri dell'Orda che la cena era pronta.
Fuoriuscirono dai cancelli della Guarnigione piuttosto velocemente. Gli Orchi dei Lupi Bianchi erano in testa, seguiti da alcuni Cacciatori dell'Ombra e da altri guerrieri dell'Orda.
Durotan e Draka erano stati spinti davanti a tutti, accompagnati da Thrall e Aggra.
L'espressione di quasi tutti era festosa e i guerrieri gridavano acclamando un unico nome.
«... Thrall».
Aggra aveva difficoltà a chiamare il suo compagno con quel nome, specialmente adesso che anche lui aveva deciso di abbandonarlo. D'altro canto capiva perché non potesse chiamarlo Go'el - il Go'el di quella Draenor non era ancora nato e non voleva alterare ulteriormente la linea temporale - e stava cercando di dare il massimo per non farlo. Quel nome però non le era mai piaciuto e avrebbe continuato a non piacerle.
Passò una mano bruna sul braccio possente del marito, stringendo i muscoli vibranti al di sotto della carnagione verde di lui. Voleva che sapesse che gli era accanto anche spiritualmente, non solo fisicamente.
Thrall posò la propria mano, enorme se paragonata a quella della moglie, sulla sua e la strinse debolmente. La sua espressione tradiva in parte il tormento che gli agitava l'anima, ma si sforzava di comportarsi normalmente ed uniformarsi al sentire comune.
Garrosh era morto e lui era stato il suo carnefice. In fondo sentiva che era giusto così, che doveva essere lui a fermarlo esattamente come era stato lui a dargli il potere in principio. La conclusione del processo a Pandaria e ciò che era seguito su Draenor avevano chiaramente dimostrato quanto Garrosh non fosse meritevole di una seconda opportunità. La pena capitale era l'unico vero rimedio per fermarlo definitivamente; tuttavia, Go'el si sentiva turbato nel profondo per ciò che aveva dovuto fare al figlio di Grommash.
Un'ulteriore stretta della mano di Aggra lo riportò alla realtà appena in tempo per non andare a sbattere contro una delle sedie che circondavano il tavolo. Mise la mano avanti d'istinto, come ad evitare che la sedia cadesse a terra.
Aggra sorrise leggermente notando l'impaccio del marito e sperò che fosse l'inizio di una serata per lui piacevole.
Nel chiasso generale si sedettero. Go'el e Aggra presero posto ad un'estremità del tavolo, dal lato rivolto verso il fiume di lava, in maniera che gli altri potessero passare oltre di loro e accomodarsi. L'Orco si sistemò e sollevò lo sguardo solo per trovarsi come dinanzi ad uno specchio distorto a fissare un paio di occhi azzurri gemelli ai suoi.
Durotan era seduto dirimpetto a lui e Draka sedeva al suo fianco, specularmente ad Aggra. Con ogni probabilità non l'aveva fatto di proposito, però la cosa infuse in lui un più solido senso di quiete che lenì almeno in parte le sue angosce.
Il posto a capotavola rimase vuoto. Sarebbe dovuto essere occupato dal Comandante, ma era stato richiamato da Khadgar per occuparsi di faccende urgenti riguardo i movimenti di Gul'dan. Aveva garantito che avrebbe potuto cavarsela tranquillamente da solo e che loro avevano tutto il diritto di festeggiare la sconfitta di Garrosh Hellscream, anche in sua assenza.
Murg e i suoi assistenti servirono in quel momento la cena. La linea centrale della tavola - appositamente lasciata vuota ad eccezione delle caraffe piene di grog - fu inondata di vassoi stracolmi di carni di tutti i tipi, le dimensioni e soprattutto i gradi di cottura.
Go'el fu particolarmente fortunato, perché gliene capitò dinanzi uno contenente quella che dall'odore pareva carne di mammuceronte e che dall'aspetto sembrava essere stata parecchio sulla griglia.
Sorrise soddisfatto e dimenticò per un momento il suo disagio interiore, la mente impegnata da bisogni molto più immediati.
Improvvisamente gli sembrava passato un secolo dall'ultima volta che aveva messo sotto i denti del cibo e quello in particolare aveva un odore così invitante...!
Go'el impugnò la forchetta e si avventò sulla prima fetta, infilzandola e facendo per trascinarla a sé. Incontrò resistenza nel processo, dovuta ad un'altra forchetta barbaramente infilata verticalmente nella sua porzione.
Il suo sorriso si tramutò in un ghigno mentre levava lo sguardo verso il suo "avversario", solo per scoprire che si trattava di suo padre.
I due Orchi si scambiarono un'occhiata breve ma intensa, quindi Go'el distolse lo sguardo e si arrese, concedendo la prima bistecca a suo padre.
Durotan lo fissò per qualche altro istante e borbottò qualcosa che alle orecchie di Go'el suonò moltissimo come un ringraziamento.
«A quanto pare non sei più l'unico a gradire la carne ben cotta» commentò a mezza voce Aggra, gli occhi illuminati di divertimento per ciò che era appena accaduto.
L'ex Capoguerra arricciò le labbra in una specie di broncio, prima di servirsi a sua volta. Notò che Draka aveva rivolto altrove la sua attenzione. Allo stesso modo Aggra chiese al Troll seduto dall'altro lato rispetto a lui di passarle un altro vassoio.
Go'el si versò nel boccale una generosa dose di grog e bevve fino quasi a svuotarlo.
Stava per addentare la sua bistecca di mammuceronte quando un grido si levò dal centro della tavola per attirare l'attenzione di tutti.
Rokhan si levò in piedi, sollevando il suo boccale.
«Nu brindisi a Thrall e all'Orda!» esclamò, e numerose grida si levarono in eco alle sue parole.
Go'el era lieto che per alcuni combattenti di vecchia data fosse difficile chiamarlo col suo "nuovo nome", poiché sarebbe stato difficile utilizzare il suo nome da schiavo in un frangente come quello, quando erano tutti mossi dall'impeto della gioia.
«Garrosh Hellscream è stato nu nemico temibbile per nu tempo lungo assai. La sconfitta sua tiene nu significato importante per tutti noi!» continuò il Cacciatore dell'Ombra.
Quando terminò di parlare ci furono grida di acclamazione per Thrall nello specifico e un più generico "per l'Orda!" che sarebbe stato impossibile non sentire in un'occasione del genere.
Tutti levarono alti i boccali e brindarono. Aggra lo fece riservando uno sguardo speciale e colmo di tenerezza e orgoglio al marito, il quale non brindò alla sua gloria personale ma alla sua Orda, quella che aveva contribuito a costruire e che gli aveva regalato tanto negli anni.
A quel punto tracannò il poco grog rimastogli e si dedicò finalmente alla sua cena.
Mangiare lo rinfrancò. Non si sentiva più così fuori luogo o fuori contesto.
La bistecca era gustosa e lui si ritrovò ad avere tanto più appetito di quanto si era inizialmente atteso da fare il bis prima di dedicarsi ad altro.
«Puoi passarmi quelle cosce di talbuk?» chiese Durotan a sua moglie, dandole un leggero colpetto con la mano per attirare la sua attenzione.
Il Capoclan dei Lupi Bianchi si scolò un intero boccale di grog dopo aver posto la richiesta.
Draka gli diede una piccola gomitata nelle costole.
«Non esagerare» lo brontolò con aria divertita, porgendogli il vassoio già mezzo vuoto.
Durotan sobbalzò sul posto nel tentativo di reprimere un rutto che si udì ugualmente, seppur ovattato, quindi si servì con due grosse cosce di talbuk.
Go'el, che aveva udito parte della breve conversazione, si dispiacque ancora una volta di non aver potuto conoscere i suoi genitori e di non aver neanche avuto la possibilità di godere di momenti di serenità familiare come un pasto tutti insieme.
«Thrall?».
La voce spazientita di Aggra lo distrasse dai suoi pensieri. Guardò verso di lei e vide il vassoio che gli stava porgendo, nonché il cipiglio vagamente infastidito.
«Lo vuoi ancora o no?» chiese con una punta di rabbia nella voce.
Lo sciamano si affrettò a prendere alcuni petti di grifalco mormorando delle scuse a sua moglie. Anche quella carne era abbastanza cotta per i suoi standard.
«Aspetta!».
Durotan richiamò l'attenzione di Aggra allungando prontamente una mano per prenderle di mano il vassoio. Con l'altra mano teneva saldamente per l'osso una delle sue cosce di talbuk e aveva parlato con la bocca ancora parzialmente piena.
Go'el non sapeva se ridere o meno. Di certo non avrebbe mai immaginato di vivere una scena del genere con suo padre, anche se di una linea temporale alternativa.
Draka sottrasse gentilmente il vassoio dalle mani di Aggra e servì suo marito con un singolo petto di grifalco prima di spingere via il vassoio verso il centro della tavolata.
Durotan grugnì il suo dissenso, preferendo stavolta rimanere con la bocca piena chiusa.
«Posso capire l'appetito e la voglia di festeggiare una vittoria importante ma non ci sei solo tu seduto a tavola» lo brontolò Draka.
Il suo compagno non osò ribattere. Semplicemente, chinò il capo e tornò a mangiare di buona lena.
Go'el si servì altro grog e affogò in esso un sorriso che sarebbe stato fin troppo evidente e pieno di imbarazzo.
Decise di dedicarsi a pieno regime alla sua cena. Fortunatamente, Murg era un Orco oltre che un ottimo cuoco e aveva una chiara idea della mole di cibo che una manica di membri dell'Orda con numerosi Orchi extra riusciva a mangiare. La carne continuava ad arrivare, come se provenisse da una riserva infinita, e il grog scorreva a fiumi.
Go'el abbandonò la sua iniziale maschera di timidezza e impaccio e mise a dura prova il continuo afflusso di cibo e bevande.
Aggra era contenta che si stesse rilassando. Garrosh era stato un peso che aveva voluto portare da solo sin dal loro arrivo su quell'antica Draenor e adesso che era tutto finito lei ne era decisamente felice.
Anche Durotan pareva molto più rilassato adesso, nonostante il figlio di Grommash non fosse mai stato un suo diretto problema.
Un sorriso sbocciò sulle labbra dell'Orchessa notando come in quel momento Go'el e Durotan si somigliassero nei modi: entrambi gli Orchi si servivano solo della forchetta e per il resto stavano strappando a morsi enormi bocconi di carne, masticando con feroci movimenti della mandibola. Il sugo schizzava spesso e volentieri mentre affondavano i denti, ma mentre per Durotan il problema era solo marginale - del resto lui non indossava abiti nella metà superiore del corpo - per Go'el significava spruzzarsi olio e quant'altro sulla tunica e sulle piastre dell'armatura che indossava sotto. Ogni tanto alzava la testa per bere o per riempirsi nuovamente il piatto.
Aggra lo trovava tenero e inappropriato allo stesso tempo, ma non gli disse niente. Anche Draka dopo i primi bonari rimproveri decise che era solo fiato sprecato e che sarebbe stato molto più utile ignorare le grezze maniere del compagno e concentrarsi sulla sua cena.
La cena proseguì così fino a che Go'el non decretò di aver mangiato a sufficienza. A quel punto raddrizzò la schiena e si abbandonò pesantemente contro lo schienale della sedia - facendolo scricchiolare leggermente - ed intrecciò le dita appoggiandosi entrambe le mani sull'addome. In quel momento realizzò che non era stata una grande idea indossare l'armatura quella sera e che avrebbe piuttosto dovuto indossare la sua tunica da sciamano. Era molto più leggera, aperta e soprattutto meno opprimente.
Chiuse gli occhi, assonnato dopo aver trangugiato tanto cibo e tracannato altrettanto grog. Aggra lo seguì silenziosamente per tutta la durata del movimento e scosse il capo con aria vagamente esasperata quando lo vide appisolarsi così serenamente e quasi senza accorgersene.
Prese il suo tovagliolo e gli tamponò la barba macchiata di sugo, spostandosi poi a pulirgli la bocca zannuta con circospezione.
L'unica reazione che Go'el ebbe fu un basso grugnito. Era palesemente assopito, altrimenti avrebbe reagito in maniera più brusca. Era la sua eredità e la sua condanna di schiavo-gladiatore.
Durotan continuava a ingozzarsi come se digiunasse da settimane e non prestò molta attenzione; la sua compagna invece notò il gesto e non poté fare a meno di ridacchiare a volume decisamente udibile.
Aggra si fermò col tovagliolo a mezz'aria vicino alla bocca del compagno e si volse a guardare l'Orchessa. Persino Durotan smise di mangiare per vedere cosa avesse provocato l'ilarità della sua metà.
Quest'ultima esclamò: «È bello vedere tanto amore manifesto. Non è cosa comune tra gli Orchi...».
Aggra sentì il viso arderle per l'imbarazzo e istintivamente mosse la mano col tovagliolo verso la faccia di Go'el, premendoglielo tra la bocca e il naso. Il risultato fu che l'Orco si risvegliò bruscamente raddrizzandosi di scatto, come se fosse stato preso a sberle.
«Ah! Scusami!» si affrettò a dire sua moglie, ritraendo il panno.
Go'el sbatté confuso le palpebre e si ritrovò al centro dell'attenzione dei tre Orchi seduti attorno a lui. Le sue guance verdi assunsero una tinta più intensa.
Per sua fortuna a trarlo d'impaccio arrivò Murg con un ennesimo vassoio di carne. Durotan fece per servirsi ma Draka gli bloccò prontamente il braccio.
«Per stasera hai mangiato abbastanza, non trovi?» esclamò, serrando meglio la presa attorno al massiccio polso del compagno, costringendo quest'ultimo a mollare la presa sulla forchetta.
Durotan le rivolse un'occhiata torva.
«Draka, non sei mia mad...!».
Il Capoclan dei Lupi Bianchi fu zittito prontamente da un bacio della sua compagna, che non si limitò solo a quello: con la lingua gli ripulì in parte le labbra unte di sugo.
Go'el si irrigidì sulla sedia e sua moglie poté giurare di aver visto una sfumatura di verde del tutto nuova colorargli il viso. Anche loro non ci andavano esattamente leggeri coi baci, ma non in pubblico.
Durotan rimase piacevolmente sorpreso dal gesto della compagna, che si ritrasse esclamando: «Vogliamo andare a dormire...?».
Go'el percepì distintamente il tipico tono di voce che utilizzava anche Aggra quando per "andare a dormire" intendeva andare sì sul loro giaciglio, ma per fare ben altro che riposare.
Era imbarazzato per il fatto di trovarsi lì ad assistere a momenti del genere dei suoi genitori, però tutto sommato era più che logico. In fin dei conti, per avere un figlio era ovvio che avessero fatto sesso, esattamente come avevano fatto lui e Aggra.
Durotan represse un rutto mentre si levava in piedi lentamente. Molto più rapidamente ghermì con un braccio Draka, avvolgendole la vita con fare possessivo.
«Ho proprio bisogno di un po' di movimento dopo questa cena...» ammise l'Orco, allontanandosi dal tavolo senza lasciar andare la compagna.
Quest'ultima sorrise e gli diede una gomitata leggera nel fianco nudo.
«Durotan...!» esclamò in tono di finta protesta.
Go'el non osò dire niente. Sua moglie, al contrario, trovò senza problemi le parole: «Ora capisco da dove viene quel tuo spirito focoso, cuore mio».
«È... stato piuttosto imbarazzante...» borbottò Go'el per tutta risposta, incapace di articolare pensieri e discorsi più complessi di quello.
«Io l'ho trovato tenero» disse Aggra, ridendo sommessamente, quindi si sporse ad appoggiarsi al possente braccio nudo di Go'el e proseguì «Non avresti voglia di andare a dormire anche tu?».
L'ex Capoguerra fece per replicare ma un enorme sbadiglio gli impedì di dire qualsiasi cosa. Lacrime gli si affacciarono ai lati degli occhi e si affrettò a sbattere le palpebre per allontanarle e rischiarire la vista.
Aggra sbuffò.
«Tu vorresti andare a dormire per davvero...» commentò con un tono a metà tra l'irritato e il rassegnato.
Non voleva che si arrabbiasse con lui, anche se le sue parole rispecchiavano i suoi desideri. Go'el fece per parlare ma dovette richiudere all'ultimo istante la bocca per soffocare un rutto. Purtroppo non riuscì a reprimerlo del tutto, tanto che si sentì comunque piuttosto bene nonostante i suoi sforzi.
Aggra gli scoccò un'occhiata di traverso e poi esalò: «D'accordo, ho capito! Oh, be'... almeno ti sei rilassato».
L'Orchessa si alzò in piedi.
«Vai già via?» borbottò Go'el, deluso.
«Ho mangiato e sono stanca... è stata una lunga giornata» rispose la sua metà semplicemente «A meno che tu non mi dia una valida motivazione per rimanere qui, vado a dormire».
Go'el si sentiva ancora assonnato ed era per di più appesantito dalla cena abbondante, però a ben pensarci non voleva neppure perdere un'occasione così perfetta per stare con sua moglie in intimità. Da quando c'era Durak, era diventato estremamente difficile avere qualche momento per loro.
«Vengo anche io» dichiarò l'Orco, alzandosi in piedi «E non per dormire» puntualizzò rivolgendole una calda occhiata affettuosa. Avrebbe dovuto pur sacrificare qualcosa ed era ben felice di rinunciare a qualche ora di sonno per qualcosa di diverso dall'andare a cullare suo figlio nel cuore della notte.
Aggra sorrise.
«Ce la farai nonostante tutto? Ti sei addirittura addormentato poco fa...» lo punzecchiò allegramente l'Orchessa, cingendogli il largo torace con un braccio ed accarezzandogli la pancia con l'altra.
Go'el sollevò il mento e la guardò con espressione di sfida.
«Il fatto che abbia la pancia piena non significa che non sia in grado di fare niente» ammise.
«Allora dovremo verificare quanto resisterai prima di crollare addormentato» replicò Aggra, rimuovendogli con l'indice una macchietta di sugo che gli era rimasta sul naso. Gli mostrò il dito e poi se lo portò alle labbra, ripulendolo con fare deliberatamente provocante.
Go'el si chinò a baciarla, quindi insieme si diressero verso la Guarnigione, per proseguire in privato i festeggiamenti.
Rating: Giallo
Genere: Generale
Personaggi: Aggra, Draka, Durotan, Thrall (Go'el)
Wordcount: 3089 (
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Timeline: Ambientata durante l'espansione "Warlords of Draenor".
Note: Het
Fuoriuscirono dai cancelli della Guarnigione piuttosto velocemente. Gli Orchi dei Lupi Bianchi erano in testa, seguiti da alcuni Cacciatori dell'Ombra e da altri guerrieri dell'Orda.
Durotan e Draka erano stati spinti davanti a tutti, accompagnati da Thrall e Aggra.
L'espressione di quasi tutti era festosa e i guerrieri gridavano acclamando un unico nome.
Il cielo della Landa di Fuocogelo si stava facendo più cupo, segno che l'arrivo della notte era imminente.
I Peoni lavoravano alacremente nel trasporto di sgabelli e tavoli fuori della Guarnigione di Rocciafredda, diretti verso la zona pianeggiante che conduceva verso una vecchia residenza degli Ogre. Lì di fianco scorreva un largo fiume di lava incandescente che rendeva sottile lo strato di neve nelle immediate vicinanze, mettendo per contro a nudo la roccia scura sottostante.
Lì i Peoni si affaccendavano a sistemare tutto ciò che avevano portato dalla Guarnigione, assemblando con vari tavoli una tavolata più lunga, destinata ad accogliere i valorosi combattenti dell'Orda per i festeggiamenti che si sarebbero tenuti durante la notte.
Poco più in là rispetto al lungo tavolo composito si trovava il piccolo sito allestito per permettere a Murg - il cuoco - e ai suoi assistenti di cuocere alla brace la carne sfruttando direttamente il calore della lava.
L'odore della carne alla griglia che cuoceva aveva attirato le indesiderate attenzioni dei Peoni da quando avevano cominciato a predisporre il tutto per la cena. Murg più di tutti aveva avuto il suo bel da fare a tenere alla larga gli ingordi e famelici operai dell'Orda con ogni mezzo a disposizione. Le larghe padelle in solido metallo erano state le sue armi migliori, se non si consideravano ovviamente gli impietosi calci che aveva distribuito come caramelle alla Veglia delle Ombre sui deretani dei Peoni. Nonostante tutto, dopo un po' ricomparivano attirati dal profumo di carne e animati dal desiderio di gustare del vero cibo da Orchi - come dar loro torto, Murg era perfettamente consapevole di quale squisitezza fossero i suoi tranci di carne tagliati dalla migliore selvaggina di quelle lande aspre e gelide.
La carne era quasi pronta e la tavola era ormai apparecchiata. Murg, dopo aver cacciato l'ennesima ondata di Peoni famelici, mandò un assistente ad avvisare i guerrieri dell'Orda che la cena era pronta.
Fuoriuscirono dai cancelli della Guarnigione piuttosto velocemente. Gli Orchi dei Lupi Bianchi erano in testa, seguiti da alcuni Cacciatori dell'Ombra e da altri guerrieri dell'Orda.
Durotan e Draka erano stati spinti davanti a tutti, accompagnati da Thrall e Aggra.
L'espressione di quasi tutti era festosa e i guerrieri gridavano acclamando un unico nome.
«... Thrall».
Aggra aveva difficoltà a chiamare il suo compagno con quel nome, specialmente adesso che anche lui aveva deciso di abbandonarlo. D'altro canto capiva perché non potesse chiamarlo Go'el - il Go'el di quella Draenor non era ancora nato e non voleva alterare ulteriormente la linea temporale - e stava cercando di dare il massimo per non farlo. Quel nome però non le era mai piaciuto e avrebbe continuato a non piacerle.
Passò una mano bruna sul braccio possente del marito, stringendo i muscoli vibranti al di sotto della carnagione verde di lui. Voleva che sapesse che gli era accanto anche spiritualmente, non solo fisicamente.
Thrall posò la propria mano, enorme se paragonata a quella della moglie, sulla sua e la strinse debolmente. La sua espressione tradiva in parte il tormento che gli agitava l'anima, ma si sforzava di comportarsi normalmente ed uniformarsi al sentire comune.
Garrosh era morto e lui era stato il suo carnefice. In fondo sentiva che era giusto così, che doveva essere lui a fermarlo esattamente come era stato lui a dargli il potere in principio. La conclusione del processo a Pandaria e ciò che era seguito su Draenor avevano chiaramente dimostrato quanto Garrosh non fosse meritevole di una seconda opportunità. La pena capitale era l'unico vero rimedio per fermarlo definitivamente; tuttavia, Go'el si sentiva turbato nel profondo per ciò che aveva dovuto fare al figlio di Grommash.
Un'ulteriore stretta della mano di Aggra lo riportò alla realtà appena in tempo per non andare a sbattere contro una delle sedie che circondavano il tavolo. Mise la mano avanti d'istinto, come ad evitare che la sedia cadesse a terra.
Aggra sorrise leggermente notando l'impaccio del marito e sperò che fosse l'inizio di una serata per lui piacevole.
Nel chiasso generale si sedettero. Go'el e Aggra presero posto ad un'estremità del tavolo, dal lato rivolto verso il fiume di lava, in maniera che gli altri potessero passare oltre di loro e accomodarsi. L'Orco si sistemò e sollevò lo sguardo solo per trovarsi come dinanzi ad uno specchio distorto a fissare un paio di occhi azzurri gemelli ai suoi.
Durotan era seduto dirimpetto a lui e Draka sedeva al suo fianco, specularmente ad Aggra. Con ogni probabilità non l'aveva fatto di proposito, però la cosa infuse in lui un più solido senso di quiete che lenì almeno in parte le sue angosce.
Il posto a capotavola rimase vuoto. Sarebbe dovuto essere occupato dal Comandante, ma era stato richiamato da Khadgar per occuparsi di faccende urgenti riguardo i movimenti di Gul'dan. Aveva garantito che avrebbe potuto cavarsela tranquillamente da solo e che loro avevano tutto il diritto di festeggiare la sconfitta di Garrosh Hellscream, anche in sua assenza.
Murg e i suoi assistenti servirono in quel momento la cena. La linea centrale della tavola - appositamente lasciata vuota ad eccezione delle caraffe piene di grog - fu inondata di vassoi stracolmi di carni di tutti i tipi, le dimensioni e soprattutto i gradi di cottura.
Go'el fu particolarmente fortunato, perché gliene capitò dinanzi uno contenente quella che dall'odore pareva carne di mammuceronte e che dall'aspetto sembrava essere stata parecchio sulla griglia.
Sorrise soddisfatto e dimenticò per un momento il suo disagio interiore, la mente impegnata da bisogni molto più immediati.
Improvvisamente gli sembrava passato un secolo dall'ultima volta che aveva messo sotto i denti del cibo e quello in particolare aveva un odore così invitante...!
Go'el impugnò la forchetta e si avventò sulla prima fetta, infilzandola e facendo per trascinarla a sé. Incontrò resistenza nel processo, dovuta ad un'altra forchetta barbaramente infilata verticalmente nella sua porzione.
Il suo sorriso si tramutò in un ghigno mentre levava lo sguardo verso il suo "avversario", solo per scoprire che si trattava di suo padre.
I due Orchi si scambiarono un'occhiata breve ma intensa, quindi Go'el distolse lo sguardo e si arrese, concedendo la prima bistecca a suo padre.
Durotan lo fissò per qualche altro istante e borbottò qualcosa che alle orecchie di Go'el suonò moltissimo come un ringraziamento.
«A quanto pare non sei più l'unico a gradire la carne ben cotta» commentò a mezza voce Aggra, gli occhi illuminati di divertimento per ciò che era appena accaduto.
L'ex Capoguerra arricciò le labbra in una specie di broncio, prima di servirsi a sua volta. Notò che Draka aveva rivolto altrove la sua attenzione. Allo stesso modo Aggra chiese al Troll seduto dall'altro lato rispetto a lui di passarle un altro vassoio.
Go'el si versò nel boccale una generosa dose di grog e bevve fino quasi a svuotarlo.
Stava per addentare la sua bistecca di mammuceronte quando un grido si levò dal centro della tavola per attirare l'attenzione di tutti.
Rokhan si levò in piedi, sollevando il suo boccale.
«Nu brindisi a Thrall e all'Orda!» esclamò, e numerose grida si levarono in eco alle sue parole.
Go'el era lieto che per alcuni combattenti di vecchia data fosse difficile chiamarlo col suo "nuovo nome", poiché sarebbe stato difficile utilizzare il suo nome da schiavo in un frangente come quello, quando erano tutti mossi dall'impeto della gioia.
«Garrosh Hellscream è stato nu nemico temibbile per nu tempo lungo assai. La sconfitta sua tiene nu significato importante per tutti noi!» continuò il Cacciatore dell'Ombra.
Quando terminò di parlare ci furono grida di acclamazione per Thrall nello specifico e un più generico "per l'Orda!" che sarebbe stato impossibile non sentire in un'occasione del genere.
Tutti levarono alti i boccali e brindarono. Aggra lo fece riservando uno sguardo speciale e colmo di tenerezza e orgoglio al marito, il quale non brindò alla sua gloria personale ma alla sua Orda, quella che aveva contribuito a costruire e che gli aveva regalato tanto negli anni.
A quel punto tracannò il poco grog rimastogli e si dedicò finalmente alla sua cena.
Mangiare lo rinfrancò. Non si sentiva più così fuori luogo o fuori contesto.
La bistecca era gustosa e lui si ritrovò ad avere tanto più appetito di quanto si era inizialmente atteso da fare il bis prima di dedicarsi ad altro.
«Puoi passarmi quelle cosce di talbuk?» chiese Durotan a sua moglie, dandole un leggero colpetto con la mano per attirare la sua attenzione.
Il Capoclan dei Lupi Bianchi si scolò un intero boccale di grog dopo aver posto la richiesta.
Draka gli diede una piccola gomitata nelle costole.
«Non esagerare» lo brontolò con aria divertita, porgendogli il vassoio già mezzo vuoto.
Durotan sobbalzò sul posto nel tentativo di reprimere un rutto che si udì ugualmente, seppur ovattato, quindi si servì con due grosse cosce di talbuk.
Go'el, che aveva udito parte della breve conversazione, si dispiacque ancora una volta di non aver potuto conoscere i suoi genitori e di non aver neanche avuto la possibilità di godere di momenti di serenità familiare come un pasto tutti insieme.
«Thrall?».
La voce spazientita di Aggra lo distrasse dai suoi pensieri. Guardò verso di lei e vide il vassoio che gli stava porgendo, nonché il cipiglio vagamente infastidito.
«Lo vuoi ancora o no?» chiese con una punta di rabbia nella voce.
Lo sciamano si affrettò a prendere alcuni petti di grifalco mormorando delle scuse a sua moglie. Anche quella carne era abbastanza cotta per i suoi standard.
«Aspetta!».
Durotan richiamò l'attenzione di Aggra allungando prontamente una mano per prenderle di mano il vassoio. Con l'altra mano teneva saldamente per l'osso una delle sue cosce di talbuk e aveva parlato con la bocca ancora parzialmente piena.
Go'el non sapeva se ridere o meno. Di certo non avrebbe mai immaginato di vivere una scena del genere con suo padre, anche se di una linea temporale alternativa.
Draka sottrasse gentilmente il vassoio dalle mani di Aggra e servì suo marito con un singolo petto di grifalco prima di spingere via il vassoio verso il centro della tavolata.
Durotan grugnì il suo dissenso, preferendo stavolta rimanere con la bocca piena chiusa.
«Posso capire l'appetito e la voglia di festeggiare una vittoria importante ma non ci sei solo tu seduto a tavola» lo brontolò Draka.
Il suo compagno non osò ribattere. Semplicemente, chinò il capo e tornò a mangiare di buona lena.
Go'el si servì altro grog e affogò in esso un sorriso che sarebbe stato fin troppo evidente e pieno di imbarazzo.
Decise di dedicarsi a pieno regime alla sua cena. Fortunatamente, Murg era un Orco oltre che un ottimo cuoco e aveva una chiara idea della mole di cibo che una manica di membri dell'Orda con numerosi Orchi extra riusciva a mangiare. La carne continuava ad arrivare, come se provenisse da una riserva infinita, e il grog scorreva a fiumi.
Go'el abbandonò la sua iniziale maschera di timidezza e impaccio e mise a dura prova il continuo afflusso di cibo e bevande.
Aggra era contenta che si stesse rilassando. Garrosh era stato un peso che aveva voluto portare da solo sin dal loro arrivo su quell'antica Draenor e adesso che era tutto finito lei ne era decisamente felice.
Anche Durotan pareva molto più rilassato adesso, nonostante il figlio di Grommash non fosse mai stato un suo diretto problema.
Un sorriso sbocciò sulle labbra dell'Orchessa notando come in quel momento Go'el e Durotan si somigliassero nei modi: entrambi gli Orchi si servivano solo della forchetta e per il resto stavano strappando a morsi enormi bocconi di carne, masticando con feroci movimenti della mandibola. Il sugo schizzava spesso e volentieri mentre affondavano i denti, ma mentre per Durotan il problema era solo marginale - del resto lui non indossava abiti nella metà superiore del corpo - per Go'el significava spruzzarsi olio e quant'altro sulla tunica e sulle piastre dell'armatura che indossava sotto. Ogni tanto alzava la testa per bere o per riempirsi nuovamente il piatto.
Aggra lo trovava tenero e inappropriato allo stesso tempo, ma non gli disse niente. Anche Draka dopo i primi bonari rimproveri decise che era solo fiato sprecato e che sarebbe stato molto più utile ignorare le grezze maniere del compagno e concentrarsi sulla sua cena.
La cena proseguì così fino a che Go'el non decretò di aver mangiato a sufficienza. A quel punto raddrizzò la schiena e si abbandonò pesantemente contro lo schienale della sedia - facendolo scricchiolare leggermente - ed intrecciò le dita appoggiandosi entrambe le mani sull'addome. In quel momento realizzò che non era stata una grande idea indossare l'armatura quella sera e che avrebbe piuttosto dovuto indossare la sua tunica da sciamano. Era molto più leggera, aperta e soprattutto meno opprimente.
Chiuse gli occhi, assonnato dopo aver trangugiato tanto cibo e tracannato altrettanto grog. Aggra lo seguì silenziosamente per tutta la durata del movimento e scosse il capo con aria vagamente esasperata quando lo vide appisolarsi così serenamente e quasi senza accorgersene.
Prese il suo tovagliolo e gli tamponò la barba macchiata di sugo, spostandosi poi a pulirgli la bocca zannuta con circospezione.
L'unica reazione che Go'el ebbe fu un basso grugnito. Era palesemente assopito, altrimenti avrebbe reagito in maniera più brusca. Era la sua eredità e la sua condanna di schiavo-gladiatore.
Durotan continuava a ingozzarsi come se digiunasse da settimane e non prestò molta attenzione; la sua compagna invece notò il gesto e non poté fare a meno di ridacchiare a volume decisamente udibile.
Aggra si fermò col tovagliolo a mezz'aria vicino alla bocca del compagno e si volse a guardare l'Orchessa. Persino Durotan smise di mangiare per vedere cosa avesse provocato l'ilarità della sua metà.
Quest'ultima esclamò: «È bello vedere tanto amore manifesto. Non è cosa comune tra gli Orchi...».
Aggra sentì il viso arderle per l'imbarazzo e istintivamente mosse la mano col tovagliolo verso la faccia di Go'el, premendoglielo tra la bocca e il naso. Il risultato fu che l'Orco si risvegliò bruscamente raddrizzandosi di scatto, come se fosse stato preso a sberle.
«Ah! Scusami!» si affrettò a dire sua moglie, ritraendo il panno.
Go'el sbatté confuso le palpebre e si ritrovò al centro dell'attenzione dei tre Orchi seduti attorno a lui. Le sue guance verdi assunsero una tinta più intensa.
Per sua fortuna a trarlo d'impaccio arrivò Murg con un ennesimo vassoio di carne. Durotan fece per servirsi ma Draka gli bloccò prontamente il braccio.
«Per stasera hai mangiato abbastanza, non trovi?» esclamò, serrando meglio la presa attorno al massiccio polso del compagno, costringendo quest'ultimo a mollare la presa sulla forchetta.
Durotan le rivolse un'occhiata torva.
«Draka, non sei mia mad...!».
Il Capoclan dei Lupi Bianchi fu zittito prontamente da un bacio della sua compagna, che non si limitò solo a quello: con la lingua gli ripulì in parte le labbra unte di sugo.
Go'el si irrigidì sulla sedia e sua moglie poté giurare di aver visto una sfumatura di verde del tutto nuova colorargli il viso. Anche loro non ci andavano esattamente leggeri coi baci, ma non in pubblico.
Durotan rimase piacevolmente sorpreso dal gesto della compagna, che si ritrasse esclamando: «Vogliamo andare a dormire...?».
Go'el percepì distintamente il tipico tono di voce che utilizzava anche Aggra quando per "andare a dormire" intendeva andare sì sul loro giaciglio, ma per fare ben altro che riposare.
Era imbarazzato per il fatto di trovarsi lì ad assistere a momenti del genere dei suoi genitori, però tutto sommato era più che logico. In fin dei conti, per avere un figlio era ovvio che avessero fatto sesso, esattamente come avevano fatto lui e Aggra.
Durotan represse un rutto mentre si levava in piedi lentamente. Molto più rapidamente ghermì con un braccio Draka, avvolgendole la vita con fare possessivo.
«Ho proprio bisogno di un po' di movimento dopo questa cena...» ammise l'Orco, allontanandosi dal tavolo senza lasciar andare la compagna.
Quest'ultima sorrise e gli diede una gomitata leggera nel fianco nudo.
«Durotan...!» esclamò in tono di finta protesta.
Go'el non osò dire niente. Sua moglie, al contrario, trovò senza problemi le parole: «Ora capisco da dove viene quel tuo spirito focoso, cuore mio».
«È... stato piuttosto imbarazzante...» borbottò Go'el per tutta risposta, incapace di articolare pensieri e discorsi più complessi di quello.
«Io l'ho trovato tenero» disse Aggra, ridendo sommessamente, quindi si sporse ad appoggiarsi al possente braccio nudo di Go'el e proseguì «Non avresti voglia di andare a dormire anche tu?».
L'ex Capoguerra fece per replicare ma un enorme sbadiglio gli impedì di dire qualsiasi cosa. Lacrime gli si affacciarono ai lati degli occhi e si affrettò a sbattere le palpebre per allontanarle e rischiarire la vista.
Aggra sbuffò.
«Tu vorresti andare a dormire per davvero...» commentò con un tono a metà tra l'irritato e il rassegnato.
Non voleva che si arrabbiasse con lui, anche se le sue parole rispecchiavano i suoi desideri. Go'el fece per parlare ma dovette richiudere all'ultimo istante la bocca per soffocare un rutto. Purtroppo non riuscì a reprimerlo del tutto, tanto che si sentì comunque piuttosto bene nonostante i suoi sforzi.
Aggra gli scoccò un'occhiata di traverso e poi esalò: «D'accordo, ho capito! Oh, be'... almeno ti sei rilassato».
L'Orchessa si alzò in piedi.
«Vai già via?» borbottò Go'el, deluso.
«Ho mangiato e sono stanca... è stata una lunga giornata» rispose la sua metà semplicemente «A meno che tu non mi dia una valida motivazione per rimanere qui, vado a dormire».
Go'el si sentiva ancora assonnato ed era per di più appesantito dalla cena abbondante, però a ben pensarci non voleva neppure perdere un'occasione così perfetta per stare con sua moglie in intimità. Da quando c'era Durak, era diventato estremamente difficile avere qualche momento per loro.
«Vengo anche io» dichiarò l'Orco, alzandosi in piedi «E non per dormire» puntualizzò rivolgendole una calda occhiata affettuosa. Avrebbe dovuto pur sacrificare qualcosa ed era ben felice di rinunciare a qualche ora di sonno per qualcosa di diverso dall'andare a cullare suo figlio nel cuore della notte.
Aggra sorrise.
«Ce la farai nonostante tutto? Ti sei addirittura addormentato poco fa...» lo punzecchiò allegramente l'Orchessa, cingendogli il largo torace con un braccio ed accarezzandogli la pancia con l'altra.
Go'el sollevò il mento e la guardò con espressione di sfida.
«Il fatto che abbia la pancia piena non significa che non sia in grado di fare niente» ammise.
«Allora dovremo verificare quanto resisterai prima di crollare addormentato» replicò Aggra, rimuovendogli con l'indice una macchietta di sugo che gli era rimasta sul naso. Gli mostrò il dito e poi se lo portò alle labbra, ripulendolo con fare deliberatamente provocante.
Go'el si chinò a baciarla, quindi insieme si diressero verso la Guarnigione, per proseguire in privato i festeggiamenti.