fiamma_drakon (
fiamma_drakon) wrote2018-02-28 07:31 pm
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Di Crocolischi e vacanze in montagna
Titolo: Di Crocolischi e vacanze in montagna
Rating: Giallo
Genere: Demenziale, Fluff, Romantico
Personaggi: Elathriel Sunstriker, Peone
Wordcount: 3759 (wordcounter)
Prompt: Montagna per la Settimana 7 (Missione 2) del Team Opal per il COW-T 8 @ Lande Di Fandom
Timeline: Ambientata durante l'espansione "Legion".
Note: Het
L'Elfa del Sangue andò verso di lui e gli porse un altro accappatoio, decisamente più grande.
«Questo è per te. Dovrebbe essere grande abbastanza per le tue spalle massicce...» disse gentile.
L'Orco accettò l'accappatoio e se lo infilò. Elathriel ci aveva visto giusto riguardo alle spalle, poiché entravano bene e senza tirare il tessuto, però il suo torace era troppo largo perché i due lembi riuscissero a chiudersi. Fermò l'accappatoio in vita con la cintura, lasciando la zona centrale del busto in bella mostra. Per sua fortuna aveva un accenno di addominali sul ventre, altrimenti si sarebbe vergognato di uscire in quel modo dalla camera in compagnia di sua moglie, che era fisicamente perfetta.
«Sei incredibilmente sexy così... sai?» commentò Elathriel, avvicinandosi a lui per accarezzargli la pelle ancora nuda.
La serratura della porta scattò piano e il battente venne spinto con una spallata e un grugnito da parte del Peone che si trovava all'esterno e che arrancò dentro trascinandosi dietro due immense valigie dall'aria tutt'altro che leggera e un grosso zaino caricato sulla sua grossa schiena.
Aveva l'aria sfinita e il suo naturale colorito verde era piuttosto vivido in faccia, l'equivalente orchesco dell'essere paonazzo per uno sforzo fisico particolarmente intenso.
Una volta tratti i bagagli oltre la soglia, il poveretto cedette alla stanchezza e cadde in ginocchio sul pavimento.
L'Elfa del Sangue che entrò subito dietro di lui si chinò ad afferrarlo per un braccio, tirandolo su senza apparente sforzo.
«Peoncino mio, mettiti in piedi, su! Siamo arrivati finalmente... e tu sei stato bravissimo!» disse la femmina, aiutandolo a rimettersi in piedi.
Il suo sofisticato fascino era sottolineato ulteriormente dal lungo cappotto azzurro con il collo di folta pelliccia bianca che indossava sopra le vesti per proteggersi dal freddo.
Persino il Peone che l'accompagnava aveva dovuto rimpiazzare la sua solita tenuta da lavoro con degli abiti più pesanti. Al momento indossava dei pantaloni neri di cuoio felpati internamente che gli calzavano un po' stretti per la notevole massa muscolare delle sue gambe e un pesante cappotto di pelliccia. I suoi grossi piedi erano racchiusi in stivali dalla suola spessa e pesante, pensati appositamente per i viaggi in luoghi impervi. Al di sotto del cappotto portava una camicia a scacchi rossa e nera a maniche rigorosamente lunghe e sotto di essa una canotta bianca smanicata ma comunque di tessuto pesante. A sorreggergli i calzoni c'era un paio di bretelle al posto di una più classica cintura, ma semplicemente perché i pantaloni erano sprovvisti dei passanti necessari.
«Io... odia scale» sbuffò il Peone con affanno, liberandosi dello zaino e sistemandolo a terra insieme agli altri bagagli «... ma Elathriel felice ora? Noi soli in montagna...».
L'Elfa del Sangue gli accarezzò le guance con le sue mani minute e gli sorrise.
«Sono sempre felice insieme al mio peoncino...» rispose in tono dolce, sporgendosi poi a posargli un bacio sulle labbra screpolate dal vento freddo.
In realtà era al settimo cielo al pensiero di essere finalmente lontana da Durotar dopo così tanto tempo. Il suo Peone era stato richiamato ad Orgrimmar assieme a tutti gli altri che solitamente lavoravano a Tranciacolle durante la guerra contro la Legione Infuocata sulle Isole Disperse per costruire un nuovo edificio nella zona "riservata" ai Goblin.
Era stato oberato di lavoro per mesi interi, tanto che la sera aveva a malapena il tempo di mangiare qualcosa prima di crollare a letto sfinito. Era stato un periodo terribile per lei, poiché non era in grado di fare niente per alleggerirlo dei suoi incarichi.
Quando finalmente l'Ambasciata di Orgrimmar era stata ultimata, il Gran Supremo Saurfang aveva concesso a tutti i Peoni che avevano contribuito alla costruzione un periodo di vacanza per riprendersi dalla fatica.
Così Elathriel aveva organizzato una vacanza di relax per loro due a Pandaria, in una locanda presso il Passo Velato, al confine tra la Valle dei Quattro Venti e il Massiccio del Kun-Lai. Era convinta che l'aria di montagna e il posto piuttosto isolato potessero aiutare più che mai il suo Peone a riposarsi.
Erano partiti presto quella mattina da Orgrimmar e nonostante fosse stato semplice raggiungere Pandaria tramite il portale per Dolcemiele presente nella capitale, raggiungere il Passo Velato aveva richiesto molto più tempo del previsto, dato che erano arrivati alla locanda solo nel pomeriggio, dopo essersi fermati a consumare un pranzo veloce lungo la strada.
«Lascia pure i bagagli da parte...» Elathriel spostò da sola le sue valigie senza alcuno sforzo, posizionandole lungo la parete «Il viaggio è stato lungo e sono sicura che il mio peoncino voglia un po' di riposo ora...».
«Io stanco, sì...» mormorò l'Orco, esibendosi in un vistoso sbadiglio «Io ora dormire...» aggiunse, lanciando un'occhiata di desiderio al letto matrimoniale situato al capo opposto della stanza, vicino all'unica finestra presente. Le tende erano tirate ai due lati e rivelavano una graziosa vetrata decorata in maniera artistica dalla quale entrava la luce del sole.
Ai due lati del letto si trovavano due piccolo comò di legno su ciascuno dei quali erano posizionate delle piccole lanterne tondeggianti. Nella parete laterale sinistra si apriva una porta accessoria, molto probabilmente quella per il bagno.
Lungo la parete destra invece si trovavano un armadio ed un tavolo di medie dimensioni sul quale era poggiato un piccolo vaso contenente dei bastoncini di legno imbevuti di olio profumato.
In generale il tipo di arredamento minimalista della camera dava una sensazione di quiete che Elathriel riusciva a cogliere senza molta difficoltà. Sperava che anche suo marito lo percepisse, nonostante al momento fosse piuttosto interessato a dormire più che al tipo di luogo in cui si trovavano.
Benché fosse a favore del completo riposo per lui, l'Elfa del Sangue desiderava anche potersi godere un po' la sua compagnia. Così tentò un approccio diverso: «Che ne dici se ora andiamo a goderci un bel bagno alle terme...? Dovresti riuscire a rilassarti comunque... no?».
Il Peone la guardò con espressione perplessa e assonnata.
«Elathriel vuole bagnetto?» chiese con l'aria di chi non aveva ben capito cosa gli era stato detto.
La Sin'dorei sorrise e gli fece l'occhiolino mentre si toglieva il cappotto e si accingeva a rimuovere anche la tunica sottostante.
«Ci mettiamo il costume e scendiamo a goderci l'acqua termale... va bene?» gli propose lei.
Il Peone sobbalzò vedendo che si stava denudando e si affrettò a girarsi di spalle, improvvisamente di nuovo sveglio.
«Peoncino mio... che succede?» chiese Elathriel confusa.
«Io no vuole giocattolino duro» spiegò imbarazzato l'Orco, rimanendo girato di spalle «Io vuole riposare con Elathriel ora... no fare zug zug».
L'Elfa si sporse ad abbracciarlo da dietro e gli baciò il cranio pelato, quindi si spostò verso il suo orecchio per sussurrare: «Allora io vado a mettermi il costume in bagno... così il tuo giocattolino rimane buono...».
«Io d'accordo» il Peone annuì brevemente, quindi lasciò che sua moglie prendesse da una delle sue valigie il suo costume e sparisse dietro la porta della toilette, lasciandolo solo.
Non appena ebbe sentito il lieve scatto del battente che si chiudeva, occorse un attimo all'Orco per togliersi tutti quegli orribili e fastidiosi vestiti pesanti. Nonostante la stanchezza fisica, rimanere con solo un paio di boxer riuscì a farlo sentire subito meglio.
Dato che la sua compagna sarebbe tornata a breve e non voleva farsi trovare ancora con le sue mutande addosso, andò verso il grosso zaino - che era il suo unico bagaglio - e iniziò a frugare in mezzo a vestiti, biancheria e quant'altro senza curarsi granché di tenere tutto ordinato. I costumi da bagno - Elathriel aveva insistito affinché se ne comprasse più di un unico paio - erano ovviamente in fondo, sotto tutto il resto. Ne recuperò uno a caso e si cambiò.
Il paio che aveva scelto era tutto nero con dei disegni di fiamme rosse sui fianchi e il simbolo dell'Orda disegnato in corrispondenza del rigonfiamento del suo pene. Era uno dei suoi costumi da bagno preferiti ed era contento di avere casualmente preso quello.
Rimase in attesa di sua moglie in silenzio, rabbrividendo leggermente per la gran quantità di pelle nuda. La Sin'dorei non si fece attendere a lungo: uscì dal bagno pochi minuti più tardi con indosso solo un accappatoio di un bel bianco immacolato. Il tessuto avvolgeva il suo corpo snello e slanciato nascondendo in parte i seni floridi ma mettendo bene in mostra i fianchi. L'indumento le calzava un poco grande e fu soprattutto grazie a quel particolare che il Peone riuscì a non eccitarsi guardandola.
L'Elfa del Sangue andò verso di lui e gli porse un altro accappatoio, decisamente più grande.
«Questo è per te. Dovrebbe essere grande abbastanza per le tue spalle massicce...» disse gentile.
L'Orco accettò l'accappatoio e se lo infilò. Elathriel ci aveva visto giusto riguardo alle spalle, poiché entravano bene e senza tirare il tessuto, però il suo torace era troppo largo perché i due lembi riuscissero a chiudersi. Fermò l'accappatoio in vita con la cintura, lasciando la zona centrale del busto in bella mostra. Per sua fortuna aveva un accenno di addominali sul ventre, altrimenti si sarebbe vergognato di uscire in quel modo dalla camera in compagnia di sua moglie, che era fisicamente perfetta.
«Sei incredibilmente sexy così... sai?» commentò Elathriel, avvicinandosi a lui per accarezzargli la pelle ancora nuda.
«Elathriel più bella» rispose il Peone con evidente imbarazzo, strappando alla sua partner una risatina di piacere. Era contento che apprezzasse ancora i suoi complimenti come le prime volte che glieli faceva a Wor'var.
«Noi fare bagnetto ora, sì?» domandò impacciato, protendendo una mano a stringere quella di sua moglie. Nonostante le dimensioni notevolmente diverse, la sua stretta era gentile.
La Sin'dorei sorrise radiosa nella sua direzione e annuì. Era così felice di poter stare insieme a lui senza che fosse addormentato nella metà opposta del loro letto matrimoniale.
Il Peone le aprì galantemente la porta - un'accortezza che era stata la suocera ad insegnargli - ed uscirono dalla camera. Chiusero a chiave la porta dietro di loro e l'Orco la scortò giù per le scale, verso il piano inferiore.
Superarono il bancone d'accoglienza - la giovane Pandaren che li aveva accolti al loro arrivo li salutò con un breve cenno del capo - e si diressero verso una porta scorrevole accanto alla quale si trovava un cartello che recitava "Bagno termale".
Uscirono sul retro della locanda, dove si trovava un piccolo cortile protetto dal fianco della montagna. C'era un sottile strato di neve a coprire la roccia ed un sentiero fatto di sassi piatti e tondeggianti in rilievo conduceva ad una grande vasca scavata naturalmente nella pietra e ricolma di acqua calda. Il vapore che ne fuoriusciva faceva sì che l'aria tutt'attorno fosse tiepida; infatti l'Orco e l'Elfa, pur avendo addosso solo un accappatoio, non avevano per niente freddo.
All'interno della vasca c'erano altri ospiti della struttura intenti a rilassarsi, in larga prevalenza maschi. Diversi erano allineati lungo il margine della vasca e si stavano semplicemente godendo l'acqua calda; alcuni invece stavano letteralmente nuotando nella parte centrale, dando ad intendere che lì la profondità fosse maggiore.
Il Peone si fermò vedendo quanto era grande e affollata la vasca e per un momento fu tentato di tornare indietro. Non c'era niente di male a volersi riposare un po' a letto.
Elathriel non era però del suo stesso parere: lo superò a passo deciso, dirigendosi verso la vasca e fermandosi solo una volta raggiunto il bordo - rialzato e composto da sassi squadrati.
Vedendo un'Elfa del Sangue approcciarsi alla vasca, in molti tra coloro che erano già all'interno si voltarono immediatamente verso di lei.
Sotto lo sguardo di tutti, rimosse l'accappatoio - che lasciò ripiegato sul margine - e rivelò il seducente costume da bagno che indossava, costituito da un paio di slip che coprivano solamente lo stretto indispensabile sull'inguine e andavano ad incunearsi tra le sue natiche sode sul lato posteriore e da un reggiseno a fascia sprovvisto di laccetti da legare dietro il collo. Il completino era di un bel rosso sfavillante con il bordo dorato.
Buona parte del sangue del Peone andò a convergere appena sotto l'elastico che gli sosteneva in vita i boxer vedendo sua moglie in déshabillé. A giudicare dai volgari fischi d'approvazione che arrivarono in un coro più o meno simultaneo da parte degli altri maschi presenti, non era il solo ad aver gradito lo spettacolo.
Elathriel ignorò la reazione e scese nella vasca, tuffandosi sott'acqua per poi riapparire al centro. Un'espressione completamente rilassata e felice si materializzò sul suo viso mentre guardava in direzione del suo Peone. Sorrise a quest'ultimo prima di cominciare a nuotare al centro della vasca.
L'Orco si avvicinò lentamente e si tolse l'accappatoio a sua volta, lasciandolo vicino a quello della sua metà, quindi si sedette sul bordo esterno della vasca e affondò i piedi in acqua. Fu sollevato nell'incontrare quasi subito un gradino: anche se non gli piacevano le scale, quando si trattava di scendere in acqua persino quelle diventavano tollerabili. In gioventù aveva avuto una terribile esperienza a Durotar sul fiume Furialunga al confine con le Savane, lungo il quale lui e i suoi fratelli andavano di frequente a giocare. Essendo il più piccolo dei quattro ed anche il più debole tra di loro, gli altri tre spesso e volentieri si coalizzavano contro di lui per fargli degli scherzi. Una volta, nel periodo in cui stava cominciando ad imparare a nuotare, lo sollevarono di peso dalla riva mentre stava per entrare in acqua e lo lanciarono al centro del fiume. Il tuffo non solo fece prendere un bello spavento al povero Peone, ma svegliò anche un Crocolisco che sonnecchiava placido proprio sotto di lui, sul fondo sabbioso del corso d'acqua.
L'Orco riuscì a salvarsi dalle fauci della bestia annaspando terrorizzato verso la riva, dalla quale i suoi fratelli stavano ammirando la scena sghignazzando.
Da quel giorno, il Peone non riuscì più a trovare il coraggio per entrare in acqua. Ogni volta che si trovava di fronte ad un punto in cui doveva immergersi ad una profondità maggiore della sua altezza si guardava bene dal passarci anche solo vicino.
Il fatto che si trovasse al margine di una vasca termale del tutto innocua non cambiò purtroppo ciò che un trauma infantile del genere gli aveva causato. Lentamente scivolò in acqua, tastando con i piedi per essere sicuro di riuscire ad arrivare ad uno stabile punto d'appoggio da poter utilizzare nel caso in cui qualcosa di terribile e famelico fosse sbucato dalle profondità per cercare di mangiarlo.
Si fermò non appena ebbe raggiunto lo scalino che gli consentiva di rimanere seduto con l'acqua che gli arrivava a coprire giusto le spalle. Era visibilmente teso e gli ci volle un po' per riuscire a rilassarsi. Per cercare di allontanare il timore dell'acqua profonda ad appena pochi metri da lui distolse lo sguardo, spostandolo verso l'alto. Ammirò i picchi innevati che si stagliavano nel cielo e il sole che stava avviandosi verso l'orizzonte. Era uno spettacolo molto rilassante, che lo spinse a stendersi un poco sulle scale sommerse per poterlo osservare più comodamente.
Era talmente preso dal suo volersi tranquillizzare ad ogni costo da non accorgersi del fatto che Elathriel spesso e volentieri gli lanciava occhiate tenere, per assicurarsi che si godesse le terme a sua volta. Si era meritato un po' di sano riposo dopo tutta la fatica che aveva fatto per costruire l'Ambasciata ad Orgrimmar.
L'Elfa del Sangue percorreva la vasca avanti e indietro, placidamente, beandosi della temperatura dell'acqua e dello splendido paesaggio montano circostante. Essendo nata a Lunargenta, era cresciuta circondata dalla bellezza eterea del Bosco di Cantoeterno; perciò non era avvezza al fascino più rustico della montagna. Ciò non le impediva tuttavia di apprezzarlo, anche se in maniera diversa.
Improvvisamente si sentì sfiorare il fianco da una mano e subito si allontanò, voltandosi a controllare chi ci fosse vicino a lei. Vide che uno degli altri ospiti, per la precisione un Tauren dal manto nero e folto, le si era avvicinato.
«Mi scusi... non volevo urtarla» esclamò subito la Sin'dorei con voce gentile, muovendosi per far spazio al maschio ed evitare così altri incidenti.
Il Tauren increspò le labbra in un sorrisetto beffardo.
«Non serve scusarsi, bellezza. Stavo giusto uscendo per andare a mangiare un boccone... ti andrebbe di venire con me?» chiese direttamente e senza il benché minimo pudore il Tauren. La sua voce era abbastanza profonda e il suo tono alto perché la sua richiesta venisse tranquillamente udita da tutti gli altri presenti, incluso il Peone - che nel frattempo si era mezzo addormentato.
Udendo il Tauren, sollevò il capo e cercò con lo sguardo la sua compagna. Si raddrizzò sul gradino su cui era seduto vedendo che era stata avvicinata da uno di quegli sconosciuti che avevano fischiato vedendola in costume da bagno.
«Devo declinare il suo invito. Sono già accompagnata da...» esordì, ma il Tauren la interruppe con una risata di scherno.
«Da quel Peone?! Bellezza, vieni a goderti una cena coi fiocchi e quello che può offrirti un vero maschio. Vedrai... il mio totem non ti deluderà...» e ghignò con aria tronfia ed arrogante, esibendo il petto villoso e massiccio.
Il Peone digrignò i denti ed emise un debole ringhio rabbioso. Avrebbe voluto raggiungere sua moglie, ma si trovava proprio in mezzo alla vasca e il suo terrore per l'acqua alta gli impediva di spostarsi da dove si trovava.
Elathriel aggrottò le sopracciglia lunghe e folte in un'espressione sdegnata, quindi fece dietrofront per andare verso il bordo della vasca dicendo: «Lei è un volgare villano! Oh! Che schifo...!».
Alcuni degli altri ospiti si misero a bisbigliare tra di loro e alcune delle femmine - specialmente un gruppetto di Goblin che fino ad allora se ne era stato a parlottare in disparte - si misero a ridacchiare del pessimo risultato dell'avance.
Il Tauren non prese bene la cosa, evidentemente punto nel vivo del suo orgoglio maschile. Dalla sua posizione, il Peone vide il viso dell'interlocutore di sua moglie distorcersi in una smorfia di rabbia mentre la seguiva lentamente. Pareva del tutto incapace di accettare l'idea di essere rifiutato da un femmina.
Elathriel sembrava non essersi accorta di niente e seguitava a nuotare in pace. Gli altri ospiti avevano ripreso a farsi gli affari loro e rilassarsi ignorando la cosa.
L'unico cui pareva importare qualcosa della vicenda era appunto l'Orco, il quale era tuttavia impossibilitato ad agire a causa del livello alto dell'acqua nel mezzo alla vasca.
Si alzò in piedi, rimanendo leggermente piegato in avanti per non dare a vedere al Tauren che voleva intervenire, ma si bloccò vedendo come l'acqua diventava più scura man mano che spingeva lo sguardo verso la zona centrale della piscina. Sarebbe dovuto passare da lì se voleva arrivare dallo sbruffone che aveva infastidito sua moglie prima che riuscisse a farle qualcosa.
L'Orco sentì un crescente senso di panico sbocciargli nel petto mentre la sua memoria rievocava l'orribile incidente al fiume di quand'era bambino senza che lui desiderasse farlo.
Era solo un Peone, l'ultimo gradino nella gerarchia della società orchesca, cosa sperava di poter fare contro un Tauren che era apparentemente grosso il doppio di lui?
Non era forte come i suoi fratelli o i suoi genitori, tutti divenuti orgogliosi Grunt di pattuglia nella capitale dell'Orda. La sua prestanza fisica era sufficiente solo per sbrigare lavori di bassa manovalanza, non certo per combattere, eppure doveva fare qualcosa. Era suo dovere farlo.
Nonostante la sua paura profonda per l’acqua, prese un bel respiro e andò contro il suo innato istinto di sopravvivenza, spingendosi in mezzo alla piscina.
Iniziò a muovere le possenti braccia per muoversi verso il Tauren. Dopo pochi secondi iniziò a tremare di paura al ricordo del Crocolisco che appariva sotto di lui e si concentrò sul suo obiettivo.
Elathriel raggiunse le scale e fece per uscire quando si sentì afferrare bruscamente per un polso da una mano enorme.
«Non fare la preziosa, ci divertiremo vedrai» insistette il Tauren, tirandola a sé.
«Lasciami andare, villano!» esclamò stizzita Elathriel, cercando di riappropriarsi del suo braccio senza successo.
Il Peone accelerò, un po’ per urgenza di raggiungere la sua partner e un po’ per desiderio viscerale di tornare a toccare un fondo con i piedi.
«Tu lasciare andare lei! Elathriel è mia compagna!» minacciò l’Orco con voce appena incrinata.
Il Tauren e l’Elfa del Sangue si girarono entrambi verso di lui mentre il Peone, colto da un’improvvisa scarica di adrenalina, si dava una spinta sul gradino inferiore caricando un pugno verso la faccia del Tauren molestatore.
Elathriel aprì la porta della camera da letto ed entrò trascinando dietro di sé suo marito, sostenendolo da sotto una spalla con il suo corpo.
«Amore, su… siamo in camera» gli disse con voce sommessa e preoccupata «Resisti ancora un pochino...».
Il Peone grugnì senza riuscire ad articolare una frase di senso compiuto. Tremava impercettibilmente ed aveva l’occhio sinistro pesto.
«Io vinto Crocolisco… io salvato Elathriel...» mormorò ad un certo punto, come aveva già fatto svariate volte lungo il tragitto dalla vasca termale alla camera.
La Sin'dorei non riusciva a capire cosa c'entrassero i Crocolischi con la rissa cui il suo Peone aveva dato inizio in piscina. Era stato uno spettacolo assurdo e incredibile vedere suo marito, di solito mansueto e timoroso nel difendersi - tanto da scappare senza ribellarsi ogni volta che a Wor'var il Comandante lo prendeva a calci nel sedere per farlo tornare a lavorare - aggredire eroicamente un Tauren che era chiaramente addestrato al combattimento.
La lotta che ne era seguita aveva infiammato gli animi di tutti gli spettatori, tanto da creare una vera e propria tifoseria. Benché il suo Peone non avesse possibilità di vittoria fin dall'inizio, aveva combattuto fino a non avere più la forza nemmeno di rimettersi in piedi. Non aveva sopraffatto il suo avversario, però aveva comunque ottenuto il suo obiettivo: il Tauren se ne era andato abbandonando ogni proposito di corteggiamento nei confronti di Elathriel.
L'Elfa del Sangue andò verso il letto e aiutò il suo partner a stendersi. Nell'allungarsi sulle coperte, il suo corpo si rilassò quel tanto sufficiente a farlo smettere di tremare, segno che probabilmente dipendeva anche dallo sforzo fisico che aveva compiuto per arrivare fino in camera senza perdere i sensi.
«Ora ci occupiamo di questo occhio nero...» disse lei in tono premuroso, sedendosi sul margine del materasso accanto a lui.
Gli accarezzò il volto delicatamente, temendo di fargli male: di pugni ne aveva presi parecchi e non solo nello stomaco.
«Peoncino mio, sei stato coraggiosissimo... ti ringrazio» esclamò. Gli sorrise grata, sperando che fosse cosciente abbastanza da capire cosa gli stava dicendo.
«Io... felice... Elathriel salva...» rispose lui con voce ancora tremula «Io forte».
L'Elfa rise delicatamente e annuì.
«Fortissimo... e quindi meriti un bel premio» aggiunse, lambendo a malapena con la punta delle dita il rigonfiamento morbido in corrispondenza del suo pene.
Il Peone sospirò con voce rauca, chiudendo quasi del tutto le palpebre.
«Io felice Elathriel vuole... zug zug... ma io stanco» rispose l'Orco in tono mesto.
La Sin'dorei scosse il capo e si affrettò a rispondere: «Non importa, abbiamo ancora tempo per quello e per rilassarci insieme. Se sei stanco riposati pure, io ordino la cena in camera e vado a sentire se hanno qualcosa per medicarti... d'accordo?».
Lui accennò un sorriso con palese sforzo e assentì debolmente.
«Non preoccuparti, andrà tutto bene ora... mi prenderò io cura di te» gli garantì Elathriel, posandogli un bacetto colmo d'amore sulle labbra.
Rating: Giallo
Genere: Demenziale, Fluff, Romantico
Personaggi: Elathriel Sunstriker, Peone
Wordcount: 3759 (wordcounter)
Prompt: Montagna per la Settimana 7 (Missione 2) del Team Opal per il COW-T 8 @ Lande Di Fandom
Timeline: Ambientata durante l'espansione "Legion".
Note: Het
L'Elfa del Sangue andò verso di lui e gli porse un altro accappatoio, decisamente più grande.
«Questo è per te. Dovrebbe essere grande abbastanza per le tue spalle massicce...» disse gentile.
L'Orco accettò l'accappatoio e se lo infilò. Elathriel ci aveva visto giusto riguardo alle spalle, poiché entravano bene e senza tirare il tessuto, però il suo torace era troppo largo perché i due lembi riuscissero a chiudersi. Fermò l'accappatoio in vita con la cintura, lasciando la zona centrale del busto in bella mostra. Per sua fortuna aveva un accenno di addominali sul ventre, altrimenti si sarebbe vergognato di uscire in quel modo dalla camera in compagnia di sua moglie, che era fisicamente perfetta.
«Sei incredibilmente sexy così... sai?» commentò Elathriel, avvicinandosi a lui per accarezzargli la pelle ancora nuda.
La serratura della porta scattò piano e il battente venne spinto con una spallata e un grugnito da parte del Peone che si trovava all'esterno e che arrancò dentro trascinandosi dietro due immense valigie dall'aria tutt'altro che leggera e un grosso zaino caricato sulla sua grossa schiena.
Aveva l'aria sfinita e il suo naturale colorito verde era piuttosto vivido in faccia, l'equivalente orchesco dell'essere paonazzo per uno sforzo fisico particolarmente intenso.
Una volta tratti i bagagli oltre la soglia, il poveretto cedette alla stanchezza e cadde in ginocchio sul pavimento.
L'Elfa del Sangue che entrò subito dietro di lui si chinò ad afferrarlo per un braccio, tirandolo su senza apparente sforzo.
«Peoncino mio, mettiti in piedi, su! Siamo arrivati finalmente... e tu sei stato bravissimo!» disse la femmina, aiutandolo a rimettersi in piedi.
Il suo sofisticato fascino era sottolineato ulteriormente dal lungo cappotto azzurro con il collo di folta pelliccia bianca che indossava sopra le vesti per proteggersi dal freddo.
Persino il Peone che l'accompagnava aveva dovuto rimpiazzare la sua solita tenuta da lavoro con degli abiti più pesanti. Al momento indossava dei pantaloni neri di cuoio felpati internamente che gli calzavano un po' stretti per la notevole massa muscolare delle sue gambe e un pesante cappotto di pelliccia. I suoi grossi piedi erano racchiusi in stivali dalla suola spessa e pesante, pensati appositamente per i viaggi in luoghi impervi. Al di sotto del cappotto portava una camicia a scacchi rossa e nera a maniche rigorosamente lunghe e sotto di essa una canotta bianca smanicata ma comunque di tessuto pesante. A sorreggergli i calzoni c'era un paio di bretelle al posto di una più classica cintura, ma semplicemente perché i pantaloni erano sprovvisti dei passanti necessari.
«Io... odia scale» sbuffò il Peone con affanno, liberandosi dello zaino e sistemandolo a terra insieme agli altri bagagli «... ma Elathriel felice ora? Noi soli in montagna...».
L'Elfa del Sangue gli accarezzò le guance con le sue mani minute e gli sorrise.
«Sono sempre felice insieme al mio peoncino...» rispose in tono dolce, sporgendosi poi a posargli un bacio sulle labbra screpolate dal vento freddo.
In realtà era al settimo cielo al pensiero di essere finalmente lontana da Durotar dopo così tanto tempo. Il suo Peone era stato richiamato ad Orgrimmar assieme a tutti gli altri che solitamente lavoravano a Tranciacolle durante la guerra contro la Legione Infuocata sulle Isole Disperse per costruire un nuovo edificio nella zona "riservata" ai Goblin.
Era stato oberato di lavoro per mesi interi, tanto che la sera aveva a malapena il tempo di mangiare qualcosa prima di crollare a letto sfinito. Era stato un periodo terribile per lei, poiché non era in grado di fare niente per alleggerirlo dei suoi incarichi.
Quando finalmente l'Ambasciata di Orgrimmar era stata ultimata, il Gran Supremo Saurfang aveva concesso a tutti i Peoni che avevano contribuito alla costruzione un periodo di vacanza per riprendersi dalla fatica.
Così Elathriel aveva organizzato una vacanza di relax per loro due a Pandaria, in una locanda presso il Passo Velato, al confine tra la Valle dei Quattro Venti e il Massiccio del Kun-Lai. Era convinta che l'aria di montagna e il posto piuttosto isolato potessero aiutare più che mai il suo Peone a riposarsi.
Erano partiti presto quella mattina da Orgrimmar e nonostante fosse stato semplice raggiungere Pandaria tramite il portale per Dolcemiele presente nella capitale, raggiungere il Passo Velato aveva richiesto molto più tempo del previsto, dato che erano arrivati alla locanda solo nel pomeriggio, dopo essersi fermati a consumare un pranzo veloce lungo la strada.
«Lascia pure i bagagli da parte...» Elathriel spostò da sola le sue valigie senza alcuno sforzo, posizionandole lungo la parete «Il viaggio è stato lungo e sono sicura che il mio peoncino voglia un po' di riposo ora...».
«Io stanco, sì...» mormorò l'Orco, esibendosi in un vistoso sbadiglio «Io ora dormire...» aggiunse, lanciando un'occhiata di desiderio al letto matrimoniale situato al capo opposto della stanza, vicino all'unica finestra presente. Le tende erano tirate ai due lati e rivelavano una graziosa vetrata decorata in maniera artistica dalla quale entrava la luce del sole.
Ai due lati del letto si trovavano due piccolo comò di legno su ciascuno dei quali erano posizionate delle piccole lanterne tondeggianti. Nella parete laterale sinistra si apriva una porta accessoria, molto probabilmente quella per il bagno.
Lungo la parete destra invece si trovavano un armadio ed un tavolo di medie dimensioni sul quale era poggiato un piccolo vaso contenente dei bastoncini di legno imbevuti di olio profumato.
In generale il tipo di arredamento minimalista della camera dava una sensazione di quiete che Elathriel riusciva a cogliere senza molta difficoltà. Sperava che anche suo marito lo percepisse, nonostante al momento fosse piuttosto interessato a dormire più che al tipo di luogo in cui si trovavano.
Benché fosse a favore del completo riposo per lui, l'Elfa del Sangue desiderava anche potersi godere un po' la sua compagnia. Così tentò un approccio diverso: «Che ne dici se ora andiamo a goderci un bel bagno alle terme...? Dovresti riuscire a rilassarti comunque... no?».
Il Peone la guardò con espressione perplessa e assonnata.
«Elathriel vuole bagnetto?» chiese con l'aria di chi non aveva ben capito cosa gli era stato detto.
La Sin'dorei sorrise e gli fece l'occhiolino mentre si toglieva il cappotto e si accingeva a rimuovere anche la tunica sottostante.
«Ci mettiamo il costume e scendiamo a goderci l'acqua termale... va bene?» gli propose lei.
Il Peone sobbalzò vedendo che si stava denudando e si affrettò a girarsi di spalle, improvvisamente di nuovo sveglio.
«Peoncino mio... che succede?» chiese Elathriel confusa.
«Io no vuole giocattolino duro» spiegò imbarazzato l'Orco, rimanendo girato di spalle «Io vuole riposare con Elathriel ora... no fare zug zug».
L'Elfa si sporse ad abbracciarlo da dietro e gli baciò il cranio pelato, quindi si spostò verso il suo orecchio per sussurrare: «Allora io vado a mettermi il costume in bagno... così il tuo giocattolino rimane buono...».
«Io d'accordo» il Peone annuì brevemente, quindi lasciò che sua moglie prendesse da una delle sue valigie il suo costume e sparisse dietro la porta della toilette, lasciandolo solo.
Non appena ebbe sentito il lieve scatto del battente che si chiudeva, occorse un attimo all'Orco per togliersi tutti quegli orribili e fastidiosi vestiti pesanti. Nonostante la stanchezza fisica, rimanere con solo un paio di boxer riuscì a farlo sentire subito meglio.
Dato che la sua compagna sarebbe tornata a breve e non voleva farsi trovare ancora con le sue mutande addosso, andò verso il grosso zaino - che era il suo unico bagaglio - e iniziò a frugare in mezzo a vestiti, biancheria e quant'altro senza curarsi granché di tenere tutto ordinato. I costumi da bagno - Elathriel aveva insistito affinché se ne comprasse più di un unico paio - erano ovviamente in fondo, sotto tutto il resto. Ne recuperò uno a caso e si cambiò.
Il paio che aveva scelto era tutto nero con dei disegni di fiamme rosse sui fianchi e il simbolo dell'Orda disegnato in corrispondenza del rigonfiamento del suo pene. Era uno dei suoi costumi da bagno preferiti ed era contento di avere casualmente preso quello.
Rimase in attesa di sua moglie in silenzio, rabbrividendo leggermente per la gran quantità di pelle nuda. La Sin'dorei non si fece attendere a lungo: uscì dal bagno pochi minuti più tardi con indosso solo un accappatoio di un bel bianco immacolato. Il tessuto avvolgeva il suo corpo snello e slanciato nascondendo in parte i seni floridi ma mettendo bene in mostra i fianchi. L'indumento le calzava un poco grande e fu soprattutto grazie a quel particolare che il Peone riuscì a non eccitarsi guardandola.
L'Elfa del Sangue andò verso di lui e gli porse un altro accappatoio, decisamente più grande.
«Questo è per te. Dovrebbe essere grande abbastanza per le tue spalle massicce...» disse gentile.
L'Orco accettò l'accappatoio e se lo infilò. Elathriel ci aveva visto giusto riguardo alle spalle, poiché entravano bene e senza tirare il tessuto, però il suo torace era troppo largo perché i due lembi riuscissero a chiudersi. Fermò l'accappatoio in vita con la cintura, lasciando la zona centrale del busto in bella mostra. Per sua fortuna aveva un accenno di addominali sul ventre, altrimenti si sarebbe vergognato di uscire in quel modo dalla camera in compagnia di sua moglie, che era fisicamente perfetta.
«Sei incredibilmente sexy così... sai?» commentò Elathriel, avvicinandosi a lui per accarezzargli la pelle ancora nuda.
«Elathriel più bella» rispose il Peone con evidente imbarazzo, strappando alla sua partner una risatina di piacere. Era contento che apprezzasse ancora i suoi complimenti come le prime volte che glieli faceva a Wor'var.
«Noi fare bagnetto ora, sì?» domandò impacciato, protendendo una mano a stringere quella di sua moglie. Nonostante le dimensioni notevolmente diverse, la sua stretta era gentile.
La Sin'dorei sorrise radiosa nella sua direzione e annuì. Era così felice di poter stare insieme a lui senza che fosse addormentato nella metà opposta del loro letto matrimoniale.
Il Peone le aprì galantemente la porta - un'accortezza che era stata la suocera ad insegnargli - ed uscirono dalla camera. Chiusero a chiave la porta dietro di loro e l'Orco la scortò giù per le scale, verso il piano inferiore.
Superarono il bancone d'accoglienza - la giovane Pandaren che li aveva accolti al loro arrivo li salutò con un breve cenno del capo - e si diressero verso una porta scorrevole accanto alla quale si trovava un cartello che recitava "Bagno termale".
Uscirono sul retro della locanda, dove si trovava un piccolo cortile protetto dal fianco della montagna. C'era un sottile strato di neve a coprire la roccia ed un sentiero fatto di sassi piatti e tondeggianti in rilievo conduceva ad una grande vasca scavata naturalmente nella pietra e ricolma di acqua calda. Il vapore che ne fuoriusciva faceva sì che l'aria tutt'attorno fosse tiepida; infatti l'Orco e l'Elfa, pur avendo addosso solo un accappatoio, non avevano per niente freddo.
All'interno della vasca c'erano altri ospiti della struttura intenti a rilassarsi, in larga prevalenza maschi. Diversi erano allineati lungo il margine della vasca e si stavano semplicemente godendo l'acqua calda; alcuni invece stavano letteralmente nuotando nella parte centrale, dando ad intendere che lì la profondità fosse maggiore.
Il Peone si fermò vedendo quanto era grande e affollata la vasca e per un momento fu tentato di tornare indietro. Non c'era niente di male a volersi riposare un po' a letto.
Elathriel non era però del suo stesso parere: lo superò a passo deciso, dirigendosi verso la vasca e fermandosi solo una volta raggiunto il bordo - rialzato e composto da sassi squadrati.
Vedendo un'Elfa del Sangue approcciarsi alla vasca, in molti tra coloro che erano già all'interno si voltarono immediatamente verso di lei.
Sotto lo sguardo di tutti, rimosse l'accappatoio - che lasciò ripiegato sul margine - e rivelò il seducente costume da bagno che indossava, costituito da un paio di slip che coprivano solamente lo stretto indispensabile sull'inguine e andavano ad incunearsi tra le sue natiche sode sul lato posteriore e da un reggiseno a fascia sprovvisto di laccetti da legare dietro il collo. Il completino era di un bel rosso sfavillante con il bordo dorato.
Buona parte del sangue del Peone andò a convergere appena sotto l'elastico che gli sosteneva in vita i boxer vedendo sua moglie in déshabillé. A giudicare dai volgari fischi d'approvazione che arrivarono in un coro più o meno simultaneo da parte degli altri maschi presenti, non era il solo ad aver gradito lo spettacolo.
Elathriel ignorò la reazione e scese nella vasca, tuffandosi sott'acqua per poi riapparire al centro. Un'espressione completamente rilassata e felice si materializzò sul suo viso mentre guardava in direzione del suo Peone. Sorrise a quest'ultimo prima di cominciare a nuotare al centro della vasca.
L'Orco si avvicinò lentamente e si tolse l'accappatoio a sua volta, lasciandolo vicino a quello della sua metà, quindi si sedette sul bordo esterno della vasca e affondò i piedi in acqua. Fu sollevato nell'incontrare quasi subito un gradino: anche se non gli piacevano le scale, quando si trattava di scendere in acqua persino quelle diventavano tollerabili. In gioventù aveva avuto una terribile esperienza a Durotar sul fiume Furialunga al confine con le Savane, lungo il quale lui e i suoi fratelli andavano di frequente a giocare. Essendo il più piccolo dei quattro ed anche il più debole tra di loro, gli altri tre spesso e volentieri si coalizzavano contro di lui per fargli degli scherzi. Una volta, nel periodo in cui stava cominciando ad imparare a nuotare, lo sollevarono di peso dalla riva mentre stava per entrare in acqua e lo lanciarono al centro del fiume. Il tuffo non solo fece prendere un bello spavento al povero Peone, ma svegliò anche un Crocolisco che sonnecchiava placido proprio sotto di lui, sul fondo sabbioso del corso d'acqua.
L'Orco riuscì a salvarsi dalle fauci della bestia annaspando terrorizzato verso la riva, dalla quale i suoi fratelli stavano ammirando la scena sghignazzando.
Da quel giorno, il Peone non riuscì più a trovare il coraggio per entrare in acqua. Ogni volta che si trovava di fronte ad un punto in cui doveva immergersi ad una profondità maggiore della sua altezza si guardava bene dal passarci anche solo vicino.
Il fatto che si trovasse al margine di una vasca termale del tutto innocua non cambiò purtroppo ciò che un trauma infantile del genere gli aveva causato. Lentamente scivolò in acqua, tastando con i piedi per essere sicuro di riuscire ad arrivare ad uno stabile punto d'appoggio da poter utilizzare nel caso in cui qualcosa di terribile e famelico fosse sbucato dalle profondità per cercare di mangiarlo.
Si fermò non appena ebbe raggiunto lo scalino che gli consentiva di rimanere seduto con l'acqua che gli arrivava a coprire giusto le spalle. Era visibilmente teso e gli ci volle un po' per riuscire a rilassarsi. Per cercare di allontanare il timore dell'acqua profonda ad appena pochi metri da lui distolse lo sguardo, spostandolo verso l'alto. Ammirò i picchi innevati che si stagliavano nel cielo e il sole che stava avviandosi verso l'orizzonte. Era uno spettacolo molto rilassante, che lo spinse a stendersi un poco sulle scale sommerse per poterlo osservare più comodamente.
Era talmente preso dal suo volersi tranquillizzare ad ogni costo da non accorgersi del fatto che Elathriel spesso e volentieri gli lanciava occhiate tenere, per assicurarsi che si godesse le terme a sua volta. Si era meritato un po' di sano riposo dopo tutta la fatica che aveva fatto per costruire l'Ambasciata ad Orgrimmar.
L'Elfa del Sangue percorreva la vasca avanti e indietro, placidamente, beandosi della temperatura dell'acqua e dello splendido paesaggio montano circostante. Essendo nata a Lunargenta, era cresciuta circondata dalla bellezza eterea del Bosco di Cantoeterno; perciò non era avvezza al fascino più rustico della montagna. Ciò non le impediva tuttavia di apprezzarlo, anche se in maniera diversa.
Improvvisamente si sentì sfiorare il fianco da una mano e subito si allontanò, voltandosi a controllare chi ci fosse vicino a lei. Vide che uno degli altri ospiti, per la precisione un Tauren dal manto nero e folto, le si era avvicinato.
«Mi scusi... non volevo urtarla» esclamò subito la Sin'dorei con voce gentile, muovendosi per far spazio al maschio ed evitare così altri incidenti.
Il Tauren increspò le labbra in un sorrisetto beffardo.
«Non serve scusarsi, bellezza. Stavo giusto uscendo per andare a mangiare un boccone... ti andrebbe di venire con me?» chiese direttamente e senza il benché minimo pudore il Tauren. La sua voce era abbastanza profonda e il suo tono alto perché la sua richiesta venisse tranquillamente udita da tutti gli altri presenti, incluso il Peone - che nel frattempo si era mezzo addormentato.
Udendo il Tauren, sollevò il capo e cercò con lo sguardo la sua compagna. Si raddrizzò sul gradino su cui era seduto vedendo che era stata avvicinata da uno di quegli sconosciuti che avevano fischiato vedendola in costume da bagno.
«Devo declinare il suo invito. Sono già accompagnata da...» esordì, ma il Tauren la interruppe con una risata di scherno.
«Da quel Peone?! Bellezza, vieni a goderti una cena coi fiocchi e quello che può offrirti un vero maschio. Vedrai... il mio totem non ti deluderà...» e ghignò con aria tronfia ed arrogante, esibendo il petto villoso e massiccio.
Il Peone digrignò i denti ed emise un debole ringhio rabbioso. Avrebbe voluto raggiungere sua moglie, ma si trovava proprio in mezzo alla vasca e il suo terrore per l'acqua alta gli impediva di spostarsi da dove si trovava.
Elathriel aggrottò le sopracciglia lunghe e folte in un'espressione sdegnata, quindi fece dietrofront per andare verso il bordo della vasca dicendo: «Lei è un volgare villano! Oh! Che schifo...!».
Alcuni degli altri ospiti si misero a bisbigliare tra di loro e alcune delle femmine - specialmente un gruppetto di Goblin che fino ad allora se ne era stato a parlottare in disparte - si misero a ridacchiare del pessimo risultato dell'avance.
Il Tauren non prese bene la cosa, evidentemente punto nel vivo del suo orgoglio maschile. Dalla sua posizione, il Peone vide il viso dell'interlocutore di sua moglie distorcersi in una smorfia di rabbia mentre la seguiva lentamente. Pareva del tutto incapace di accettare l'idea di essere rifiutato da un femmina.
Elathriel sembrava non essersi accorta di niente e seguitava a nuotare in pace. Gli altri ospiti avevano ripreso a farsi gli affari loro e rilassarsi ignorando la cosa.
L'unico cui pareva importare qualcosa della vicenda era appunto l'Orco, il quale era tuttavia impossibilitato ad agire a causa del livello alto dell'acqua nel mezzo alla vasca.
Si alzò in piedi, rimanendo leggermente piegato in avanti per non dare a vedere al Tauren che voleva intervenire, ma si bloccò vedendo come l'acqua diventava più scura man mano che spingeva lo sguardo verso la zona centrale della piscina. Sarebbe dovuto passare da lì se voleva arrivare dallo sbruffone che aveva infastidito sua moglie prima che riuscisse a farle qualcosa.
L'Orco sentì un crescente senso di panico sbocciargli nel petto mentre la sua memoria rievocava l'orribile incidente al fiume di quand'era bambino senza che lui desiderasse farlo.
Era solo un Peone, l'ultimo gradino nella gerarchia della società orchesca, cosa sperava di poter fare contro un Tauren che era apparentemente grosso il doppio di lui?
Non era forte come i suoi fratelli o i suoi genitori, tutti divenuti orgogliosi Grunt di pattuglia nella capitale dell'Orda. La sua prestanza fisica era sufficiente solo per sbrigare lavori di bassa manovalanza, non certo per combattere, eppure doveva fare qualcosa. Era suo dovere farlo.
Nonostante la sua paura profonda per l’acqua, prese un bel respiro e andò contro il suo innato istinto di sopravvivenza, spingendosi in mezzo alla piscina.
Iniziò a muovere le possenti braccia per muoversi verso il Tauren. Dopo pochi secondi iniziò a tremare di paura al ricordo del Crocolisco che appariva sotto di lui e si concentrò sul suo obiettivo.
Elathriel raggiunse le scale e fece per uscire quando si sentì afferrare bruscamente per un polso da una mano enorme.
«Non fare la preziosa, ci divertiremo vedrai» insistette il Tauren, tirandola a sé.
«Lasciami andare, villano!» esclamò stizzita Elathriel, cercando di riappropriarsi del suo braccio senza successo.
Il Peone accelerò, un po’ per urgenza di raggiungere la sua partner e un po’ per desiderio viscerale di tornare a toccare un fondo con i piedi.
«Tu lasciare andare lei! Elathriel è mia compagna!» minacciò l’Orco con voce appena incrinata.
Il Tauren e l’Elfa del Sangue si girarono entrambi verso di lui mentre il Peone, colto da un’improvvisa scarica di adrenalina, si dava una spinta sul gradino inferiore caricando un pugno verso la faccia del Tauren molestatore.
Elathriel aprì la porta della camera da letto ed entrò trascinando dietro di sé suo marito, sostenendolo da sotto una spalla con il suo corpo.
«Amore, su… siamo in camera» gli disse con voce sommessa e preoccupata «Resisti ancora un pochino...».
Il Peone grugnì senza riuscire ad articolare una frase di senso compiuto. Tremava impercettibilmente ed aveva l’occhio sinistro pesto.
«Io vinto Crocolisco… io salvato Elathriel...» mormorò ad un certo punto, come aveva già fatto svariate volte lungo il tragitto dalla vasca termale alla camera.
La Sin'dorei non riusciva a capire cosa c'entrassero i Crocolischi con la rissa cui il suo Peone aveva dato inizio in piscina. Era stato uno spettacolo assurdo e incredibile vedere suo marito, di solito mansueto e timoroso nel difendersi - tanto da scappare senza ribellarsi ogni volta che a Wor'var il Comandante lo prendeva a calci nel sedere per farlo tornare a lavorare - aggredire eroicamente un Tauren che era chiaramente addestrato al combattimento.
La lotta che ne era seguita aveva infiammato gli animi di tutti gli spettatori, tanto da creare una vera e propria tifoseria. Benché il suo Peone non avesse possibilità di vittoria fin dall'inizio, aveva combattuto fino a non avere più la forza nemmeno di rimettersi in piedi. Non aveva sopraffatto il suo avversario, però aveva comunque ottenuto il suo obiettivo: il Tauren se ne era andato abbandonando ogni proposito di corteggiamento nei confronti di Elathriel.
L'Elfa del Sangue andò verso il letto e aiutò il suo partner a stendersi. Nell'allungarsi sulle coperte, il suo corpo si rilassò quel tanto sufficiente a farlo smettere di tremare, segno che probabilmente dipendeva anche dallo sforzo fisico che aveva compiuto per arrivare fino in camera senza perdere i sensi.
«Ora ci occupiamo di questo occhio nero...» disse lei in tono premuroso, sedendosi sul margine del materasso accanto a lui.
Gli accarezzò il volto delicatamente, temendo di fargli male: di pugni ne aveva presi parecchi e non solo nello stomaco.
«Peoncino mio, sei stato coraggiosissimo... ti ringrazio» esclamò. Gli sorrise grata, sperando che fosse cosciente abbastanza da capire cosa gli stava dicendo.
«Io... felice... Elathriel salva...» rispose lui con voce ancora tremula «Io forte».
L'Elfa rise delicatamente e annuì.
«Fortissimo... e quindi meriti un bel premio» aggiunse, lambendo a malapena con la punta delle dita il rigonfiamento morbido in corrispondenza del suo pene.
Il Peone sospirò con voce rauca, chiudendo quasi del tutto le palpebre.
«Io felice Elathriel vuole... zug zug... ma io stanco» rispose l'Orco in tono mesto.
La Sin'dorei scosse il capo e si affrettò a rispondere: «Non importa, abbiamo ancora tempo per quello e per rilassarci insieme. Se sei stanco riposati pure, io ordino la cena in camera e vado a sentire se hanno qualcosa per medicarti... d'accordo?».
Lui accennò un sorriso con palese sforzo e assentì debolmente.
«Non preoccuparti, andrà tutto bene ora... mi prenderò io cura di te» gli garantì Elathriel, posandogli un bacetto colmo d'amore sulle labbra.