fiamma_drakon: (Default)
fiamma_drakon ([personal profile] fiamma_drakon) wrote2018-06-24 08:27 pm

Una deliziosa ricompensa

Titolo: Una deliziosa ricompensa
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Sentimentale, Slice of Life
Personaggi: Jaina Proudmoore, Thrall, Vol'jin
Wordcount: 6661 (wordcounter)
Note: Food kink, Handjob, Het, Lemon, Monster Hunter World!AU
Jaina spostò i lunghi capelli biondi oltre la spalla e si sdraiò di nuovo sul letto, fissando il soffitto. Era così contenta dell'esito della missione che sentiva di dover fare una sorpresa a Thrall, qualcosa che era certa gli sarebbe piaciuto. Il problema era che lui non aveva molti interessi al di fuori della caccia. Gli piaceva leggere - cosa piuttosto insolita per uno della sua razza, anche se ciò non faceva altro che aumentare l'interesse di Jaina nei suoi confronti - e andare a caccia di mostri e... be', mangiare.
La giovane Umana sgranò di colpo gli occhi mentre un'idea prendeva forma nella sua testa.


La festa per il dirottamento dello Zorah Magdaros era stata bellissima ed era proseguita fino alle prime luci dell’alba, quando buona parte dei membri della Commissione di Ricerca che ancora erano in grado di ragionare si erano trascinati fino ai loro alloggi per dormire.
Jaina Proudmoore, l’Assistente dell’ormai famoso Thrall, il cacciatore della Quinta Flotta che si era distinto da tutti gli altri per le notevoli imprese compiute nel Nuovo Mondo, era tra i fortunati che erano stati in grado di arrivare fino al proprio letto con le loro gambe. Aveva dormito per tutta la mattina, sfinita dalle forti emozioni e dai bagordi del giorno prima, fino a che il suo stomaco non aveva cominciato a brontolare per la mancanza di cibo, puntuale come un orologio.
La ragazza si risvegliò e si guardò intorno con espressione vagamente confusa per qualche momento, come se non capisse bene dove si trovava, quindi si mise seduta e sbadigliò rumorosamente, stiracchiando le braccia intorpidite. Un ampio sorriso si allargò sul suo viso, scacciando gli ultimi residui di sonno, mentre ricordava gli avvenimenti del giorno avanti. Thrall era stato grandioso ed era riuscito non solo a dirottare l'immenso Zorah Magdaros prima che morendo distruggesse l'intero continente ma era anche riuscito a tenere testa al Nergigante e a scacciarlo dal dorso dell'enorme Drago Anziano vulcanico. Le sarebbe piaciuto moltissimo essere insieme a lui per vederlo in azione; purtroppo non aveva le competenze necessarie ad uscire sul campo insieme ai cacciatori. Poteva solo dirsi orgogliosa di essere la sua Assistente.
Il suo stomaco si fece nuovamente sentire, costringendola a spostare su di esso la sua attenzione. A giudicare dalla quantità di luce che filtrava dalle finestre del suo alloggio privato, doveva essere quasi ora di pranzo. Questo significava che aveva saltato la colazione, per cui era più che comprensibile che avesse un tale appetito.
«Chissà se Thrall si è già svegliato...» commentò tra sé la ragazza, ansiosa di incontrare quanto prima il suo partner «Ieri sera si è divertito parecchio anche lui».
Nonostante tutto, ricordava bene quanto Thrall avesse bevuto la sera avanti, in compagnia del Comandante Varok Saurfang e della nipote, Thura. Il suo buonumore si oscurò leggermente ricordando come l'Orchessa avesse passato troppo tempo attaccata al possente braccio del suo cacciatore, quello stesso braccio cui Jaina spesso e volentieri si appoggiava in momenti di stanchezza.
Avrebbe dovuto mettere bene in chiaro con la Caposquadra che Thrall non era un Orco alla mercé di nessuno. Era il suo partner, in tutti i sensi.
Jaina spostò i lunghi capelli biondi oltre la spalla e si sdraiò di nuovo sul letto, fissando il soffitto. Era così contenta dell'esito della missione che sentiva di dover fare una sorpresa a Thrall, qualcosa che era certa gli sarebbe piaciuto. Il problema era che lui non aveva molti interessi al di fuori della caccia. Gli piaceva leggere - cosa piuttosto insolita per uno della sua razza, anche se ciò non faceva altro che aumentare l'interesse di Jaina nei suoi confronti - e andare a caccia di mostri e... be', mangiare.
La giovane Umana sgranò di colpo gli occhi mentre un'idea prendeva forma nella sua testa.
«Be', sì... potrei organizzare una cosa come quella dell'ultima volta... ma più in grande. Oh, sì... quella volta gli era piaciuta molto...» rifletté tra sé e sé, definendo i dettagli della faccenda.
Inutile dire che la sola prospettiva di imbastire di nuovo un'occasione del genere non solo la stava mettendo su di giri ma la stava addirittura eccitando. Non se ne sorprese affatto, dato che quando per una qualsiasi ragione entrava in argomento Thrall finiva sempre così.
Distesa sul suo letto con ancora indosso la veste da camera con cui aveva dormito, Jaina aprì le gambe e le sollevò, puntando i piccoli piedi tra le coperte sgualcite in modo da mantenere in alto le ginocchia e poterle aprire bene. Scese con entrambe le mani verso il pube, sollevando con la sinistra l'estremità della veste mentre la destra scendeva ancora oltre, tra le sue pieghe cutanee più intime. L'indice affondò leggermente e subito incontrò l'umidità dei suoi umori, com'era prevedibile.
Un blando sorriso beato si dipinse sul suo viso mentre spingeva l'estremità della falange all'interno della sua vagina alla ricerca di un maggiore quantitativo di umori da poter utilizzare come lubrificante. In quel momento più che mai era contenta di dormire abitualmente senza indossare l'intimo.
Una volta fatto incetta di fluidi, spostò il dito sul suo clitoride e cominciò a muoverlo velocemente su di esso senza premere eccessivamente. I suoi muscoli si irrigidirono mentre il piacere si impadroniva di lei e subito i suoi pensieri si focalizzarono su Thrall.
La sua sorpresa sarebbe giunta come una ricompensa assai gradita per l'impegno profuso nella missione dello Zorah Magdaros e lei avrebbe potuto ammirare il suo cacciatore in tutta la sua mascolina e possente forma fisica.
Quei pensieri da soli furono sufficienti a darle l'energia per accelerare la stimolazione del suo clitoride ancora di più. Il polso iniziava a dolerle e le gambe contratte in maniera rigida stavano iniziando ad intorpidirsi; tuttavia, il suo impellente desiderio di raggiungere l'orgasmo non lasciava spazio per futili pause. Ignorò persino l'ennesima protesta da parte del suo stomaco vuoto, troppo concentrata sul proprio piacere personale.
I suoi sforzi in tal senso furono ricompensati nel giro di un paio di minuti con un orgasmo abbondante e soddisfacente che le strappò un accorato gemito. Percepì i muscoli della sua vagina contrarsi anche se non c'era alcun ingombro attorno a cui stringersi. Continuò a muovere l'indice sul clitoride fino a che il piacere non si affievolì e solo allora si accorse di aver trattenuto il respiro - almeno negli ultimi istanti. Si rilassò di colpo, abbandonandosi sul letto completamente con un profondo sospiro di sollievo, riprendendo a respirare in maniera lenta e profonda per placare gradualmente il forte batticuore.
Quando si sentì in grado, tornò a sedersi sul bordo del materasso e si alzò, dirigendosi verso il bagno per potersi dare una rinfrescata prima di vestirsi ed uscire per organizzare la sua sorpresa.

Thrall se la prese comoda prima di osare far capolino fuori dai suoi alloggi. Quella mattina il letto gli sembrava insolitamente più comodo del solito e si era crogiolato sotto le coperte ben oltre il normale tempo che dedicava al riposo fisico. Dopo aver salvato il Nuovo Mondo dall'apocalisse che l'incombente morte dello Zorah Magdaros avrebbe potuto causare, l'Orco non aveva molta voglia di tornare immediatamente sul campo a cacciare. La festa si era protratta a lungo nella notte, aveva bevuto e mangiato parecchio e aveva avuto un quantitativo decisamente alto di interazione sociale con gli altri membri della Commissione di Ricerca concentrata in un lasso di tempo troppo breve perché desiderasse uscire dal suo alloggio troppo presto. Voleva solo starsene un po' in pace a riposare per qualche ora e così fece, almeno fino al primo pomeriggio. A quel punto persino l'abbondante cena della notte avanti era ormai insufficiente per mettere a tacere il suo stomaco e i continui brontolii riuscirono laddove la stanchezza fisica e mentale erano riuscite a prevalere. L'Orco si pettinò i lunghi capelli neri, raccogliendoli nella consueta una coda alta dietro la testa, intrecciò la lunga peluria delle basette nelle sue solite trecce e indossò la sua armatura. Prese il suo enorme martello ed uscì dai suoi alloggi privati pian piano, accompagnato da Snowsong, la sua inseparabile compagna Felyne. Non appena fu fuori, percorse le passerelle in legno che mantenevano la ragnatela di alloggi sospesa sopra il dirupo della cascata posizionata esattamente al centro di Astera e si diresse verso l'arco che collegava gli alloggi al resto dell'insediamento.
Con suo sommo piacere non incrociò nessuno che potesse dargli pacche sulle spalle o complimentarsi ancora con lui; pertanto andò verso la mensa con passo sicuro e tranquillo, ansioso di mettere qualcosa nello stomaco.
Salì i pochi gradini che lo separavano dal suo pranzo e si fermò sull'ultimo notando che ad uno dei tavoli situati lungo il bordo eterno del "piano" su cui la mensa era stata costruita qualcuno a lui ben noto gli stava facendo un cenno con il braccio. Chiaramente stava tentando di attirare la sua attenzione e Thrall decise di parlargli prima di sedersi ad ordinare e consumare con calma il suo pasto.
Nell'avvicinarsi al suo tavolo passò vicino a quello cui solitamente sedeva la sua Assistente Jaina Proudmoore, la quale era piacevolmente intenta a terminare un abbondante pasto a base di carne e verdure. Quando le passò accanto, la ragazza gli lanciò un fugace sorriso con la bocca ancora piena, a mo' di saluto. L'Orco le sorrise impacciato mostrandole zanne e denti prima di accelerare il passo per andare a sentire la richiesta del suo compagno della Quinta Flotta seduto vicino al ponte sospeso. Sperava solo di non essersi reso ridicolo o non aver fatto brutta figura limitandosi a salutarla silenziosamente e senza fermarsi.
«Uè cumpà! Cumm' va? Spero tu abbia dormito assai!» esclamò a voce ben udibile il Troll dai capelli rossi che aveva richiamato l'attenzione di Thrall.
«Ciao, Vol'jin...» si limitò a rispondere quest'ultimo con un tono che tradiva la sua impazienza di dedicarsi ad altro «Non dirmi che vuoi chiedermi un altro favore... di già...» sospirò.
Il Troll stava sbocconcellando un corposo spiedino di carne mista, l'ennesimo di una lunga serie i cui resti giacevano già nel suo piatto. L'aroma di spezie e di carne intorno a lui era tale che Thrall faceva molta fatica a trattenersi dal salivare spudoratamente dinanzi al suo interlocutore.
Vol'jin terminò di masticare e fece cenno al compagno di caccia di sedersi, cosa che Thrall fece seppur controvoglia. Una volta posizionato, il Troll si sporse verso di lui e a mezza voce disse: «Nun so bene pecché 'o Chef continui a chiedere a me di rifornire la mensa... ma eccoci accà con un'altra richiesta sua».
«Forse dovresti prendere in considerazione l'idea di andare davvero a fare rifornimento ogni tanto... invece di rimanere sempre qui» replicò tagliente l'Orco, cercando di combattere l'irrefrenabile impulso di strappargli il cibo di mano. Il suo stomaco brontolò ancora e stavolta fu lieto che l'armatura fosse talmente spessa da coprire quasi del tutto il rumore.
Vol'jin si strinse nelle spalle e sollevò le mani come per placarlo, agitando lo spiedo mezzo vuoto.
«Uè cumpà nun c'è bisogno di scaldarsi. Io lo facevo per te, accussì potevi prenderti tutto 'o merito e brillare agli occhi dello Chef. Nun vuoi essere ringraziato con piatti ancora più grossi e pieni di cibo?» chiese il Troll, al che la rabbia del suo interlocutore scemò drasticamente.
Era innegabile che gli piacesse ricevere i complimenti del grosso Felyne che dirigeva la mensa, specialmente quando significava ottenere pietanze più ricche e in quantità maggiori. Non gli piaceva molto andare a caccia di ingredienti pregiati o rari, però la prospettiva della ricompensa che lo attendeva al suo ritorno gli aveva sempre dato la spinta ad intraprendere anche gli incarichi più tediosi.
Mettendo da parte il suo appetito e il suo desiderio di quiete, Thrall sbuffò e chiese: «Cosa devo andare a prendere?».
Sul volto ossuto di Vol'jin - che non si capiva come facesse a rimanere così smilzo nonostante passasse buona parte del suo tempo a mangiare - comparve un ghigno decisamente poco promettente, almeno per gli standard di Thrall.
«Carne. Nella Valle Putrefatta» spiegò semplicemente l'altro cacciatore «Troverai i dettagli nella missione in bacheca...».
Ciò detto, riprese a mangiare e con ciò la conversazione poté dirsi chiusa. L'Orco rimase a fissarlo perplesso per qualche momento prima di alzarsi e dirigersi cupamente verso la Forgia.
Non avrebbe mangiato prima della missione. Avrebbe rimandato il pasto a quando fosse tornato, in modo da potersi godere la sua ricompensa in santa pace.
Nel mentre che se ne andava, non poté fare a meno di constatare quanto Vol'jin e Jaina potessero andare d'accordo: lui non faceva che mangiare e a lei non solo piaceva il cibo più di quanto la sua linea lasciasse presupporre, ma le piaceva moltissimo persino parlarne e fare ricerche su di esso per combinare vecchi e nuovi ingredienti in piatti rivoluzionari.
Una fitta di rabbia mista a gelosia lo punse nel profondo all'idea che quell'intesa potesse trasformarsi in qualche cosa di più. Avrebbe dovuto indagare in merito alla considerazione della sua Assistente nei confronti del Troll e nel caso in cui la risposta non gli fosse piaciuta... be', Vol'jin avrebbe sicuramente saputo che Jaina non era più da considerarsi single ed in cerca di compagnia.
Quando Thrall ebbe sceso i gradini, la sua Assistente si girò in direzione del Troll e sorrise con un cenno d'approvazione. Vol'jin per tutta risposta le fece l'occhiolino e poi ognuno tornò a consumare il proprio pranzo come se niente di tutto ciò fosse mai successo.

Thrall si pentì in fretta di non aver mangiato prima di partire in missione nella Valle Putrefatta. La richiesta dello Chef Miauscoloso in sé non era difficile: doveva portare due tranci di carne alla cassa delle consegne. Lo aveva già fatto altre volte con delle uova e sapeva per certo che non sarebbe stato un percorso privo di ostacoli. In quel caso specifico sapeva già anche che la carne in questione si trovava nel nido dell'Odogaron - che in quel momento era a caccia in altre zone della Valle ben lontane dalla sua tana.
Lungo la strada verso il suo obiettivo, l'Orco fece strage di Girros affamati e quando arrivò al corpo da cui estrarre la carne, sentì la fame svanire di colpo. Il tanfo in quella parte di caverna era nauseabondo e Thrall dovette deglutire a vuoto un paio di volte per evitare di vomitare bile mentre si caricava il primo grosso trancio di carne tra le braccia. Non pesava neppure così tanto, era solo la puzza a rendere terribilmente spiacevole il compito.
«Giuro che Vol'jin me la pagherà per questo...» brontolò tra sé mentre correva per sfuggire ai Vespoid affamati e ai Raphinos impazziti che svolazzavano nella grotta antistante la tana dell'Odogaron. Per sua fortuna l'accampamento non era molto lontano, per cui lo sforzo fisico per portare la carne in salvo nella cassa delle consegne non fu eccessivo.
Il secondo giro fu quasi peggiore del primo: Thrall si era ormai sensibilizzato al tanfo della caverna e rischiò seriamente di dare di stomaco nello strappare il secondo trancio di carne dalla carcassa, benché questa fosse ancora in buone condizioni e certamente non ancora allo stadio di decomposizione della maggior parte dei resti che decoravano l'antro dell'Odogaron.
Fu la missione più disgustosa che gli fosse mai stata assegnata da quando aveva messo piede nel Nuovo Mondo. Persino andare a cacciare i Jyuratodus in mezzo al fango delle paludi delle Guglie Selvagge era stato più piacevole di quello. Consegnare il secondo ed ultimo pezzo di carne fu per lui un vero e proprio sollievo ed ancor di più lo fu tornare ad Astera a missione completata.
A quel punto aveva lo stomaco completamente chiuso e anziché dirigersi alla mensa tornò nel suo alloggio per farsi un lungo bagno caldo che gli lavasse via di dosso il terribile tanfo di effluvio e putrefazione che la Valle gli aveva lasciato addosso.
Nel frattempo le provviste che aveva recuperato erano state consegnate alla mensa e Jaina si stava occupando di definire i dettagli con lo Chef.
«Sono certa che puoi farlo. Gli altri ingredienti li hai tutti, vero? La carne è sufficiente?» esclamò con apprensione la giovane Umana, fissando con trepida attesa il Felyne in piedi dinanzi a lei.
Quest'ultimo intrecciò le zampe anteriori muscolose sul petto e annuì con un deciso cenno del capo, quindi emise una serie di miagolii rochi che la ragazza era perfettamente in grado di interpretare.
«Perfetto. Ti ringrazio molto per l'aiuto che mi stai dando, Chef!» disse lei, piegandosi su di lui a posargli un bacetto sulla fronte coperta da una bandana rossa. Il Felyne, colto di sorpresa dalla manifestazione d'affetto e riconoscenza, non riuscì a sopprimere delle imbarazzanti fusa. Jaina sorrise, senza dare troppo peso al disagio evidente causato dal suo bacio.
«E mi raccomando, se Thrall dovesse chiedere qualcosa... non dirgli niente!» aggiunse, prima di scappare via dalla mensa di corsa in direzione del montacarichi.
Visto che il suo compagno di caccia era appena rientrato ad Astera, lo Chef Miauscoloso si domandò dove stesse correndo con tanta fretta. Probabilmente aveva ancora qualcosa da preparare per quello che voleva fare per Thrall.

Benché all’Orco piacesse andare a cacciare e non gli importasse un granché di puzzare, la Valle Putrefatta faceva eccezione. Quel luogo che trasudava morte e follia gli lasciava sempre una sensazione di sporco addosso che doveva ad ogni costo togliersi. Ogni volta che tornava da quella regione si chiudeva in bagno a lavarsi per un bel po’ di tempo e anche quell’occasione non fece eccezione.
Thrall giaceva nella sua enorme vasca riempita d’acqua e di sapone profumato nella speranza che almeno il tanfo di cadavere sparisse. La sensazione di nausea ancora permaneva a dispetto delle ore trascorse a digiuno e pareva intenzionata a non andarsene.
L’Orco stava fissando il soffitto del suo bagno mentre si sfregava per bene la pelle con una spugna per la terza volta. Sperava davvero di riuscire a ritrovare l’appetito, dato che avrebbe avuto bisogno di mangiare se fosse dovuto andare fuori a caccia di nuovo per una qualsiasi ragione.
Aveva perso il conto del tempo che aveva trascorso chiuso nel suo alloggio privato e dentro la vasca; tuttavia, la pelle avvizzita dei suoi polpastrelli gli indicava che ormai era passato molto da quando era entrato in acqua.
Forse avrebbe dovuto cominciare a pensare di uscire, prima di raggrinzire come una vecchia prugna.
L’Orco si stava alzando cautamente quando udì dei colpi piuttosto forti sulla porta del suo alloggio ed una voce familiare chiamarlo dall’esterno: «Thrall? Sei ancora là dentro?».
Per la sorpresa poco mancò che scivolasse di nuovo in acqua. Si aggrappò con forza ad entrambi i bordi della vasca di metallo e si mantenne in equilibrio mentre sentiva la sua faccia divenire sempre più calda secondo dopo secondo.
Jaina era andata a cercarlo. Aveva passato davvero così tanto tempo lì da spingerla ad andarlo a cercare?
Una parte di lui era contenta che la sua Assistente si fosse preoccupata così tanto per lui; d’altro canto però si sentiva terribilmente imbarazzato per l’accaduto.
«Sto bene! Dammi solo un momento!» gridò con voce un po’ incerta, uscendo dalla vasca e contemplando i dintorni alla ricerca dell’armatura solo per ricordarsi di averla messa via per farla ripulire dal tanfo lasciato dalla Valle Putrefatta.
Non poteva andarle ad aprire nudo e bagnato ma non aveva nemmeno il tempo per andare a cercare qualcosa di decente nel suo baule di equipaggiamento; così ripiegò sull’unica opzione che gli sembrava praticabile. Afferrò in fretta l’unico asciugamano disponibile e se lo legò in vita, quindi corse ad aprire la porta a Jaina.
Non appena si lasciò il bagno alle spalle percepì il drastico cambiamento di temperatura e rabbrividì leggermente; ciononostante, non osò tornare sui suoi passi.
Si prese un attimo prima di aprire la porta per prendere un bel respiro e sfoderare il suo miglior sorriso accattivante, sperando di fare bella figura con Jaina.
«Scusami per l’attesa...» esclamò, aprendo l’uscio e appoggiandosi con una mano allo stipite.
L’espressione di Jaina tradì spudoratamente la sua sorpresa nel trovarsi di fronte all’Orco più sexy di tutto il Nuovo Mondo completamente nudo, bagnato e con solo uno striminzito asciugamano a coprire le zone intime. I lunghi capelli neri gli aderivano al collo e alle spalle, mettendone in risalto la linea virile e massiccia. Il suo sorriso era splendido anche se era chiaramente forzato e i suoi occhi azzurri erano pieni di quel genuino e goffo disagio che Jaina apprezzava così tanto.
I loro sguardi rimasero uniti solo per pochi secondi prima che Thrall abbassasse lo sguardo sul grosso vassoio con cloche che la ragazza portava tra le braccia e il suo cipiglio tornasse quello di sempre.
Il suo cuore cominciò a palpitare forte e rapido mentre chiedeva esitante: «M-mi hai portato il pranzo?».
Improvvisamente la nauseante missione alla Valle Putrefatta pareva lontana anni luce da quel momento. Thrall non sentiva più la terribile morsa che gli aveva chiuso lo stomaco fino ad allora; anzi, era curioso di sapere cosa la sua Assistente gli avesse portato.
Quest’ultima sorrise con evidente emozione e abbassò un attimo lo sguardo prima di dire: «Una specie… se mi fai entrare ti faccio vedere...».
Il cacciatore si rese conto solo allora di averla stupidamente trattenuta fuori dall’alloggio e si affrettò a farsi da parte per lasciarla passare con un galante gesto della mano.
«P-prego entra pure...» disse lui, seguendola con lo sguardo. Era un esemplare di femmina Umana davvero stupendo. Thrall non aveva mai provato un’attrazione per una donna simile a quella che stava sperimentando per Jaina. Non sapeva se era normale che un Orco come lui desiderasse così ardentemente il contatto con un’Umana, però era contento quando si trovava insieme a lei ed era disposto a tutto pur di renderla felice.
La sua Assistente lo superò e si diresse a passo svelto verso il grande letto a due piazze che si trovava al centro della parete sulla sinistra rispetto all’ingresso. Era sormontato da un grande baldacchino con tende spesse in pregiato tessuto rosso, un lusso di cui l’alloggio della ragazza era sprovvisto.
Thrall la raggiunse svelto, chiedendole: «Non dovremmo andare a tavola?».
L’altra appoggiò il misterioso vassoio sul comò di legno e si girò verso di lui esibendo un sorrisetto.
«Qui andrà più che bene» disse decisa, quindi si avvicinò all’Orco e con assoluta nonchalance mise mano al patetico nodo che quest’ultimo aveva fatto in tutta fretta per sorreggersi l’asciugamano in vita.
Prima ancora che Thrall avesse modo di protestare, Jaina si appropriò dell’asciugamano e andò a sedersi sul bordo del letto tenendolo aperto tra le proprie mani.
All’occhiata imbarazzata ed interrogativa che il proprietario dell’alloggio le rivolse, la giovane rispose con logica inoppugnabile: «Non penserai davvero di stare ancora con i capelli così bagnati, vero?».
Thrall la fissò sentendo la propria faccia andare a fuoco per la vergogna: essere ripreso così per una sciocchezza simile lo fece sentire come un ragazzino che veniva rimproverato dalla madre.
«A-ah, no… ecco… mi sarei asciugato, certo...» bofonchiò cercando di mettere insieme una scusa plausibile senza molto successo. Andò verso Jaina a testa bassa e si sedette tra le sue gambe, sul pavimento, offrendole il cranio ricoperto di folti e fradici capelli neri.
Jaina gli appoggiò il telo sulla testa e cominciò a sfregare con le mani, frizionando con una certa foga per far sì che la chioma asciugasse più velocemente. Aveva dei piani ben precisi per le prossime ore e non aveva alcuna intenzione di prorogare ulteriormente perché Thrall aveva deciso di farsi un lunghissimo bagno.
Le sue dita sottili ma forti che gli sfregavano sulla testa erano qualcosa di molto più piacevole di quanto preventivato, tanto che l’Orco si rilassò appoggiandosi contro la sbarra sul fianco del letto e chiuse gli occhi, affidandosi completamente alla sua Assistente.
Nel tempo che ci mise quest’ultima ad asciugargli quasi del tutto i capelli, Thrall chiuse gli occhi e cominciò a sonnecchiare. Pur avendo dormito tutta la mattina, aveva ancora sonno. La festa della notte prima doveva averlo stancato più di quanto immaginasse.
Jaina dopo poco lo sentì respirare più rumorosamente e più forte e si sporse a controllare. Rimase colpita vedendolo con gli occhi chiusi e l'espressione beata di chi stava schiacciando un sonnellino ristoratore. Era così dolce che non riuscì a trattenere un sospiro beato nel guardarlo, anche se la sensazione venne prontamente spazzata via dal suo profondo desiderio sessuale nei suoi confronti.
Mise via l'asciugamano - ormai inutile - e si piegò su di lui per mormorargli all'orecchio: «Thrall... svegliati, non vuoi vedere che cosa ti ho portato...?».
L'Orco mugugnò qualcosa di incomprensibile e raddrizzò la testa di scatto, aprendo gli occhi e sbattendoli con aria confusa. Non si era nemmeno accorto di essersi addormentato.
«S-sì... certo...» borbottò mentre si tirava goffamente su per poi lasciarsi di nuovo cadere seduto sul bordo del materasso con un incredibile sbadiglio che non si peritò a nascondere.
«Scusa... sentirmi sfregare i capelli da te mi ha rilassato a tal punto che... mi sono addormentato di nuovo...» ammise con fare imbarazzato il cacciatore, sperando di non incorrere nell'ira della sua Assistente. Non voleva risultare maleducato ai suoi occhi.
Jaina si avvicinò a lui accarezzandogli il torace muscoloso, tracciando con il dito il contorno di un pettorale.
«Cosa... mi hai portato dunque?» si affrettò a chiedere Thrall, percependo l'atmosfera attorno a loro farsi molto intima in breve tempo. Anche se una parte di lui desiderava ciò, non poteva fare a meno di sentirsi a disagio.
La ragazza gli rivolse un sorriso prima di sporgersi a prendere il vassoio coperto e poggiarlo sulle sue cosce. Dal suo cipiglio sembrava piena di trepidazione all'idea di mostrargli il contenuto.
«Vuoi... stenderti?» chiese Jaina in tono quasi timido, mantenendo basso lo sguardo.
«Sì... va bene...» rispose l'Orco, muovendosi per eseguire la richiesta. Si mosse carponi verso il centro del materasso e si distese supino, cercando di ignorare il fatto che in quella posizione aveva le sue nudità in bella mostra. Avrebbe dovuto scendere a patti con il suo imbarazzo, prima o poi, e se non iniziava a farlo adesso non ci sarebbe più riuscito.
Vide la sua Assistente alzarsi e cominciare a spogliarsi a sua volta. Lo spettacolo fece defluire buona parte del sangue verso il suo inguine, nonostante continuasse a sentire la sua faccia bruciare di imbarazzo.
«N-non credi che sia... ehm... prematuro?» disse lui, tentando di mascherare il suo crescente disagio. Non si erano trovati in intimità molte volte e quando accadeva il suo nervosismo cresceva in maniera esponenziale con il tempo che trascorreva in presenza della ragazza nuda. Non era semplicemente abituato. Forse una "terapia d'urto" gli avrebbe fatto bene, anche se sicuramente non era semplice da affrontare.
Jaina sorrise con fare vezzoso prima di salire carponi sul letto per raggiungerlo, trasportando con una mano il vassoio.
«Non voglio interrompermi sul più bello per togliere l'uniforme...» ammise la ragazza, e l'Orco non poté darle torto. Fermarsi a metà per spogliarsi era davvero fastidioso e faceva perdere molta della complicità del momento.
L'Umana si fermò al fianco del cacciatore, gli occhi azzurri che scintillavano per l'emozione mentre gli mostrava il vassoio nell'atto di togliere la cloche. Thrall fissò con crescente aspettativa il vassoio, domandandosi tra sé cosa ci fosse sotto.
Spalancò gli occhi sorpreso quando da sotto la cloche apparve una montagna di pasticcini completamente chiusi nell'impasto e che profumavano inequivocabilmente di carne. Erano abbastanza piccoli perché uno intero gli entrasse in bocca senza problemi.
Improvvisamente il fatto che il suo stomaco fosse ancora vuoto divenne una consapevolezza di cui Thrall un po' si vergognava e sperò con tutto il cuore che il suo stomaco non cominciasse a brontolare di nuovo.
«Sembrano... deliziosi» commentò, cercando di non dare a vedere il brusco eccesso di salivazione causatogli dall'aroma che gli stava aggredendo le narici «Li hai... preparati te?».
«Ho chiesto una mano allo Chef Miauscoloso» ammise la ragazza senza vergogna «Volevo che fossero perfetti».
«Anche tu non cucini male» fece presente l'Orco rivolgendole un sorriso gentile.
Jaina apprezzò molto il complimento e le sue guance si tinsero di una forte colorazione rossa che la fece sembrare ancora più carina agli occhi dell'altro.
«Sono contenta che lo pensi...» commentò mentre si arrampicava sul corpo di lui con l'intento di posizionarsi a cavallo del suo bacino.
Thrall quasi non si accorse della sua presenza: era così leggera che era come se non ci fosse. Le gambe snelle e corte - proporzionate alla sua bassa statura - facevano un po' fatica ad abbracciare per intero l'ampiezza del suo bacino; infatti le occorse un poco per riuscire a trovare la postura più adatta per rimanere appollaiata su di lui senza farsi male.
Alla luce che filtrava dalla terrazza, l'Orco riusciva a vedere distintamente le morbide curve femminili del suo corpo da una prospettiva tale da metterlo in soggezione e al tempo stesso eccitarlo.
La giovane Assistente ridacchiò e si strofinò leggermente sul suo inguine domandando: «Ti sei già eccitato solo per avermi vista nuda...?».
Thrall si morse il labbro inferiore ed assunse una tenera espressione colpevole mentre la sua faccia diventava a dir poco paonazza. Non pensava che fosse così palese la sua reazione corporea dinanzi allo spettacolo che lei offriva. La trovava semplicemente splendida e non aveva modo di impedire al suo organismo di reagire di conseguenza.
Stava cercando qualcosa da dire per togliersi da quella situazione quando fortunatamente Jaina decise di prendere uno dei pasticcini di carne e metterglielo davanti alla bocca.
«Su... mangia» esclamò, come se il suo commento di poco prima non ci fosse mai stato.
All'Orco non parve vero di potersi togliere d'impiccio e spalancò senza esitazioni la bocca, ansioso di poter assaggiare quei pasticci dall'aria così appetitosa. Non appena ebbe via libera, l'Umana gli spinse per intero il pasticcino salato in bocca con violenza, cogliendo di sorpresa il suo partner. Quest'ultimo annaspò per un momento cercando di non soffocare e cominciò a masticare con foga; tuttavia, la ragazza era già pronta ad imboccarlo di nuovo prima ancora che riuscisse ad inghiottire il boccone precedente.
«Avanti, apri la bocca...» lo esortò la sua Assistente, premendogli leggermente il successivo pasticcino contro le labbra.
Thrall riuscì a ingurgitare alla velocità della luce nonostante tutto ed accolse il secondo boccone aspettandosi una nuova manifestazione di irruenza che arrivò come previsto. Stavolta però Jaina insistette perché prendesse più di un pasticcino in bocca e lui non riuscì a negarglielo, ritrovandosi di fatto con la bellezza di tre pasticci di carne all'interno del cavo orale e le guance piene. Ovviamente in questo modo masticare gli risultava decisamente difficile, avendo la bocca quasi completamente piena.
Jaina non staccava lo sguardo da lui nemmeno per un istante. Sorrideva divertita e lo guardava, muovendosi leggermente con il bacino contro il suo inguine, mugolando piano. Le piaceva così tanto vederlo mangiare che non riusciva a fare a meno di eccitarsi.
Thrall sentiva che stava riversando sul suo pene umori in quantità crescente ed era contento di ciò, anche se significava masticare tonnellate di cibo fino ad avere dolore alle guance. Era un sacrificio che faceva volentieri, soprattutto in virtù dell'enorme attività fisica che faceva quotidianamente andando a caccia. Correre per tutto il Nuovo Mondo e cacciare mostri enormi era uno sforzo fisico notevole che compensava ampiamente i pasti abbondanti che consumava ogni giorno prima di avventurarsi oltre i confini di Astera.
Dopo aver deglutito quasi tutto quello che aveva in bocca, spalancò di nuovo le fauci per farsi imboccare ancora, trovando la sua Assistente pronta a rifocillarlo con trepidazione.
E la scena si ripeté così per alcune volte. Thrall era parecchio affamato, per cui era sicuro di riuscire a farcela ad esaurire l'intero contenuto del vassoio prima di sentirsi sazio. Man mano che la cosa procedeva, i mugolii emessi dalla sua compagna si intensificarono sempre di più, insieme ai movimenti del suo bacino. Ad un certo punto, dopo aver offerto al suo cacciatore l'ennesimo boccone multiplo, si sporse leggermente in avanti per appoggiarsi con entrambe le mani sul suo addome nudo e dimenarsi con maggiore enfasi sulla sua erezione.
L'Orco non aveva modo di commentare alcunché con la bocca piena; ciononostante, la sua partner esclamò: «Oh, Thrall... sei così sexy mentre mangi...!».
Il diretto interessato cercò di non soffocare con il cibo per il complimento del tutto inatteso che si sentì rivolgere; piuttosto, cercò di concentrarsi sul muoversi sotto di lei per rendere più piacevole per entrambi il contatto.
Nuovi sospiri si levarono da Jaina mentre tornava all'attacco, costringendolo ad ingurgitare altro cibo. C'erano ancora abbastanza pasticcini salati perché potessero andare avanti in quel modo per un bel po'.
A lui non dispiaceva mangiare così; tuttavia, la mancanza di acqua cominciava a farsi sentire e si palesò completamente quando iniziò a singhiozzare. Con la foga con cui lo stava ingozzando, nessuno dei due si sorprese di ciò.
Tra un singhiozzo e l'altro, Thrall ruttò un paio di volte battendosi dei lievi colpi in mezzo al torace nel tentativo di quietare i singulti ma senza ottenere niente. Sperava che potesse avere un attimo di tregua per mandar giù tutto; invece il suo disagio non fece altro che incentivare ulteriormente la sua metà a propinargli altri pasticcini e a muoversi su di lui con ancor maggiore enfasi. Da qui al suo orgasmo la distanza fu poca.
Jaina venne con un gridolino di estasi e sollievo insieme, fremendo ed aggrappandosi con entrambe le mani ai fianchi massicci di Thrall, il quale grugnì con la bocca piena con fare d'approvazione.
Quando ebbe terminato, l'Umana si spostò verso l'ombelico dell'Orco e portò la mano destra dietro la schiena. Era così presa dal piacere fisico raggiunto che parve dimenticarsi del cibo, consentendo finalmente all'altro di inghiottire e potersi liberare la bocca.
«Vuoi... che entri?» domandò quest'ultimo tra un singhiozzo e l'altro, cercando di non dare a vedere il proprio imbarazzo nel parlare così apertamente del sesso.
«Sì, per favore... finché sono ancora ben lubrificata...» gemette lei, chinandosi a strappargli un fugace bacio pieno di passione e urgente desiderio.
«Permettimi di alzarmi, allora...» chiese garbatamente l'Orco, sperando che non lo costringesse a giacere ulteriormente. Era ansioso di avere la sua parte nel darle piacere e voleva farlo nella maniera migliore possibile. Sdraiato così non era in grado di farlo, aveva bisogno di essere lui in posizione dominante.
Fortunatamente il bisogno della sua Assistente era tale da spingerla a concedergli ciò che aveva richiesto senza la minima esitazione.
Thrall rotolò su un fianco e si mise carponi, permettendo così alla sua compagna di sdraiarsi al centro del materasso. Nel farlo, quest’ultima percepì non solo l’odore dell’Orco che impregnava le coperte ma anche il calore lasciato dal suo corpo. Si posizionò nel leggero avvallamento ampio quanto la sua spaziosa schiena e aspettò che il suo partner di posizionasse.
L’Orco era grande abbastanza da sovrastarla senza nessun problema, abbracciando con le sue enormi gambe muscolose le sue, che pure riusciva a tenere bene aperte tra le sue cosce. Lo spazio di manovra per mettersi al meglio e godere dell’amplesso era più che sufficiente.
Thrall la guardò con un sorriso dolce mentre prendeva con la mano la sua erezione e la guidava verso la vagina umida di Jaina. La sua mano tremava appena per l'emozione e l'impaccio per la situazione era tale che l'Orco sperava vivamente di non mettersi inutilmente in ridicolo con lei.
La differenza fisica tra le loro razze era ovvia nelle dimensioni dei rispettivi apparati riproduttori; tuttavia, avevano fatto un poco di pratica in passato per cui Thrall era certo che Jaina fosse in grado di prendere almeno metà del suo pene all'interno senza rischiare di provocarle dolore inutile.
Con tutta la gentilezza del caso, premette la punta del suo fallo turgido contro l'apertura delle sue labbra, strofinandola leggermente intorno all'orifizio per lubrificarla ancora di più prima di spingerla all'interno.
L'Umana inarcò la schiena e contrasse le gambe di scatto emettendo un gemito accorato ed osceno, sgranando gli occhi ed appuntandoli sul baldacchino senza di fatto guardarlo. La sensazione di pienezza che le dava essere penetrata dall'Orco era ancora meglio di quella che le dava avere lo stomaco pieno. Era semplicemente fantastico e impossibile da descrivere o paragonare a qualsivoglia altro tipo di piacere che aveva sperimentato.
Il suo partner si spinse all'interno leggermente e tenendo gli occhi puntati su di lei per controllare le sue reazioni. Se avesse dato anche solo la minima avvisaglia di sofferenza non avrebbe esitato un attimo ad uscire dal suo corpo.
«Entra ancora... di più...» mugugnò l'Umana con un crescente affanno, mordendosi il labbro inferiore, stringendosi le cosce con le mani.
Il cacciatore obbedì alla sua richiesta e spinse ancora più dentro, arrivando fin quasi a metà della lunghezza della sua erezione. Fece ancora pressione e stavolta riuscì a sgusciare all'interno quasi del tutto prima che lei sobbalzasse e cacciasse un gridolino di dolore. A quel punto iniziò ad estrarre ed affondare nuovamente il pene con ritmo crescente. Le pareti strette della sua vagina che sfregavano attorno ad esso gli davano un piacere immenso, tale da riuscire ad avere la meglio sul ferreo autocontrollo che solitamente riusciva ad esercitare sulle sue reazioni. Dovette fare uno sforzo non indifferente per non farsi trasportare dall'impeto ed evitare di affondare completamente dentro di lei, col risultato che si esibì nella più grezza manifestazione di godimento sessuale della sua vita: respiri affannosi, gemiti e sospiri a volume decisamente alto e l'aria che risaliva in rauchi rantoli dalla sua gola. Era grato di non avere vicino uno specchio, perché di sicuro si sarebbe vergognato dell'espressione che aveva in quel frangente.
Jaina era paonazza in viso e si dimenava forsennatamente sotto di lui, andando incontro alle sue spinte con trasporto. Il loro amplesso fu talmente passionale e intenso che durò solo pochi minuti prima che entrambi arrivassero all'orgasmo. I loro movimenti si fecero più convulsi nel momento dell'apice del piacere: Jaina si aggrappò con entrambe le mani alle possenti braccia dell'Orco, affondando le unghie nella carne e gemendo fino a svuotarsi i polmoni; Thrall si mise carponi, soverchiando completamente la sua compagna con la sua stazza imponente, andando ad appoggiare i pugni chiusi al di sopra delle sue esili spalle e grugnendo soddisfatto e sollevato. Entrambi erano rilassati e tranquilli: le loro razze erano incapaci di creare una progenie assieme, per cui non avevano alcuna necessità di usare preservativi o altri metodi anticoncezionali.
Quando terminarono, Jaina si abbandonò sul materasso accarezzandosi il ventre leggermente rigonfio per la grossa quantità di sperma che Thrall le aveva riversato dentro. Dal cipiglio che recava in viso era decisamente soddisfatta. Il cacciatore ansimava piuttosto rumorosamente, ancora puntellato su tutti e quattro gli arti e senza apparente intenzione di muoversi nell'immediato.
Dopo alcuni secondi in cui l'unico rumore a riempire il silenzio era quello dei loro respiri affannosi, la coppia decise di cominciare a muoversi. Thrall fu il primo a farlo: si raddrizzò e cominciò a sfilarsi pian piano da dentro di lei, permettendole di stringere progressivamente i muscoli dell'orifizio ed evitare di avere perdite consistenti di seme sulla coperta. Il processo richiese un poco di impegno da parte di entrambi ma alla fine fu un successo.
Il padrone dell'alloggio, ora libero di spostarsi, si distese su un fianco accanto alla sua partner, offrendole il braccio come appoggio per il capo. L'altra accettò di buon grado, spostandosi accanto al fianco caldo e piacevolmente ingombrante dell'Orco.
«Ora finisci di mangiare questi» esclamò improvvisamente l'Assistente, prendendo il vassoio appoggiato vicino al bordo del materasso ed offrendolo all'altro tenendolo poggiato poco sotto il seno.
Vista l'attività fisica appena svolta, sicuramente l'apporto di nuova energia non era da disdegnare.
«Non era assolutamente mia intenzione lasciarteli riportare dallo Chef Miauscoloso...» fece notare Thrall con un mezzo sorriso «... però vorrei proporti di consumarli insieme... magari facendo il bagno...» soggiunse dopo una breve pausa. Fu più forte di lui, non riuscì a dirlo senza distogliere lo sguardo, che andò ad appuntarsi fermamente su una parete lontana dal viso di Jaina.
Quest'ultima protese una mano verso il suo viso e guidandolo affinché tornasse a guardarla.
«Mi piacerebbe molto dividere con te la vasca da bagno in questo momento... e anche il cibo» disse, prima di protendere il collo a cercare le sue labbra.
Si baciarono con dolcezza ed infinito amore, un contatto ben diverso da quello che avevano ricercato durante il sesso.
Piacevolmente stordito dal bacio, Thrall balbettò qualcosa di incomprensibile mentre si sedeva sul bordo del letto.
«Vado a riempire la vasca...» riuscì a dire quando fu in piedi, prima di dileguarsi alla velocità della luce oltre la soglia del bagno.
Jaina sorrise beata, crogiolandosi nel centro dell'enorme materasso, soddisfatta per l'ottimo risultato ottenuto. Era certa che la sua "sorpresa" fosse piaciuta a Thrall molto più di quanto fosse disposto ad ammettere o far vedere e tanto le bastava - almeno per il momento.

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