Persone, non cibo
Jun. 15th, 2011 09:15 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Persone, non cibo
Rating: Verde
Genere: Generale
Personaggi: Nuovo Personaggio, Yako Katsuragi
Wordcount: 498 (
fiumidiparole)
Prompt: 12 Storie - #08 Varie B / #11 - Persone @
diecielode
Note: AU, Next generation
«Atsuka non farlo!».
Yako riuscì a tirar via la figlia appena un attimo prima che si avventasse selvaggiamente addosso ad un ragazzo che camminava lì vicino - il quale però si volse a guardarle, stranito, accelerando il passo.
Atsuka guardò sua madre con i suoi occhi sovrannaturali e smeraldini, assumendo un'espressione di candida colpevolezza.
«Atsuka non farlo!».
Yako riuscì a tirar via la figlia appena un attimo prima che si avventasse selvaggiamente addosso ad un ragazzo che camminava lì vicino - il quale però si volse a guardarle, stranito, accelerando il passo.
Atsuka guardò sua madre con i suoi occhi sovrannaturali e smeraldini, assumendo un'espressione di candida colpevolezza.
«Perché mi hai fermata? Era così presuntuoso... sentivo l'odore della sua presunzione da metri di lontananza» si giustificò la piccola Nōgami.
Sua madre assunse un cipiglio di rimprovero e replicò: «Non devi assalire la gente non appena senti profumo di presunzione. Sono persone, non cibo».
«Ma anche papà lo fa: lui mangia i misteri delle menti umane» ribatté logica la fanciulla.
Con quell'appunto, la piccola demone riuscì a zittire Yako, privandola di un qualsivoglia argomento per ribattere. Era dannatamente vero: Neuro si cibava dei misteri che provenivano dalle menti della gente.
Eppure, era un modo si alimentarsi completamente differente da quello di sua figlia: quest'ultima, infatti, mordeva una persona e ne succhiava via parte della presunzione quasi come se fosse un vampiro, senza però creare alcun velo che la schermasse dalla vista delle altre persone - cosa che suo padre invece faceva sempre, per impedire che la sua vera natura venisse scoperta.
Yako sapeva bene che quella disparità di poteri era causata dal differente sangue che scorreva nelle loro vene e lo sapeva anche Atsuka; ciononostante, ogni qualvolta uscivano per andare in città, la bambina si faceva trasportare dall'odore del suo cibo preferito al punto da mettere a repentaglio il suo segreto.
«Papà non si fa vedere mentre lo fa» tentò di spiegarle Yako.
«Quindi se non mi vedono posso farlo?» chiese Atsuka.
«Non possono non vederti: non sei uguale a papà»
«Uffa, ma non è giusto! Io ho fame e qui le persone emanano un odore così appetitoso...»
«Non puoi mangiare qui» tornò a ripeterle sua madre.
Al vedere il suo faccino assumere un'espressione talmente avvilita da farla sentire in colpa, la Katsuragi non poté far a meno di tentare di raggiungere un compromesso accettabile per entrambe.
«Senti, tesoro...» esordì, mentre febbrilmente cercava qualcosa da proporle «Perché non provi con papà?» disse di getto, senza pensarci.
«Eh?».
Ragionando un momento su ciò che aveva appena detto e che all'apparenza pensava fosse veramente un'uscita stupida, si ricredette, riuscendo anche a trovare un modo per spiegarle la propria affermazione.
«Tuo padre è molto presuntuoso quando parla della differenza tra umani e demoni» le rivelò in tono quasi confidenziale.
«Sul serio?!» esclamò Atsuka, gli occhi che le brillavano per l'emozione dell'apprendere una cosa del genere.
Yako annuì.
«Se non altro non verranno più coinvolte altre persone nei nostri "problemi familiari"... l'unica cosa è che mi spiace per Neuro» rifletté la detective, sentendosi sollevata ed in colpa al tempo stesso.
«Ah, tesoro... non dire a papà che te l`ho detta io questa cosa, okay?» chiese ad alta voce: temeva per la sua incolumità fisica in caso il marito fosse venuto a sapere che era stata lei ad aizzarle contro la ragazzina.
«Okay» rispose subito la figlia «Ora possiamo tornare a casa?».
A quanto pareva, voleva inaugurare subito la sua nuova "dieta".
Rating: Verde
Genere: Generale
Personaggi: Nuovo Personaggio, Yako Katsuragi
Wordcount: 498 (
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Prompt: 12 Storie - #08 Varie B / #11 - Persone @
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-community.gif)
Note: AU, Next generation
«Atsuka non farlo!».
Yako riuscì a tirar via la figlia appena un attimo prima che si avventasse selvaggiamente addosso ad un ragazzo che camminava lì vicino - il quale però si volse a guardarle, stranito, accelerando il passo.
Atsuka guardò sua madre con i suoi occhi sovrannaturali e smeraldini, assumendo un'espressione di candida colpevolezza.
«Atsuka non farlo!».
Yako riuscì a tirar via la figlia appena un attimo prima che si avventasse selvaggiamente addosso ad un ragazzo che camminava lì vicino - il quale però si volse a guardarle, stranito, accelerando il passo.
Atsuka guardò sua madre con i suoi occhi sovrannaturali e smeraldini, assumendo un'espressione di candida colpevolezza.
«Perché mi hai fermata? Era così presuntuoso... sentivo l'odore della sua presunzione da metri di lontananza» si giustificò la piccola Nōgami.
Sua madre assunse un cipiglio di rimprovero e replicò: «Non devi assalire la gente non appena senti profumo di presunzione. Sono persone, non cibo».
«Ma anche papà lo fa: lui mangia i misteri delle menti umane» ribatté logica la fanciulla.
Con quell'appunto, la piccola demone riuscì a zittire Yako, privandola di un qualsivoglia argomento per ribattere. Era dannatamente vero: Neuro si cibava dei misteri che provenivano dalle menti della gente.
Eppure, era un modo si alimentarsi completamente differente da quello di sua figlia: quest'ultima, infatti, mordeva una persona e ne succhiava via parte della presunzione quasi come se fosse un vampiro, senza però creare alcun velo che la schermasse dalla vista delle altre persone - cosa che suo padre invece faceva sempre, per impedire che la sua vera natura venisse scoperta.
Yako sapeva bene che quella disparità di poteri era causata dal differente sangue che scorreva nelle loro vene e lo sapeva anche Atsuka; ciononostante, ogni qualvolta uscivano per andare in città, la bambina si faceva trasportare dall'odore del suo cibo preferito al punto da mettere a repentaglio il suo segreto.
«Papà non si fa vedere mentre lo fa» tentò di spiegarle Yako.
«Quindi se non mi vedono posso farlo?» chiese Atsuka.
«Non possono non vederti: non sei uguale a papà»
«Uffa, ma non è giusto! Io ho fame e qui le persone emanano un odore così appetitoso...»
«Non puoi mangiare qui» tornò a ripeterle sua madre.
Al vedere il suo faccino assumere un'espressione talmente avvilita da farla sentire in colpa, la Katsuragi non poté far a meno di tentare di raggiungere un compromesso accettabile per entrambe.
«Senti, tesoro...» esordì, mentre febbrilmente cercava qualcosa da proporle «Perché non provi con papà?» disse di getto, senza pensarci.
«Eh?».
Ragionando un momento su ciò che aveva appena detto e che all'apparenza pensava fosse veramente un'uscita stupida, si ricredette, riuscendo anche a trovare un modo per spiegarle la propria affermazione.
«Tuo padre è molto presuntuoso quando parla della differenza tra umani e demoni» le rivelò in tono quasi confidenziale.
«Sul serio?!» esclamò Atsuka, gli occhi che le brillavano per l'emozione dell'apprendere una cosa del genere.
Yako annuì.
«Se non altro non verranno più coinvolte altre persone nei nostri "problemi familiari"... l'unica cosa è che mi spiace per Neuro» rifletté la detective, sentendosi sollevata ed in colpa al tempo stesso.
«Ah, tesoro... non dire a papà che te l`ho detta io questa cosa, okay?» chiese ad alta voce: temeva per la sua incolumità fisica in caso il marito fosse venuto a sapere che era stata lei ad aizzarle contro la ragazzina.
«Okay» rispose subito la figlia «Ora possiamo tornare a casa?».
A quanto pareva, voleva inaugurare subito la sua nuova "dieta".