fiamma_drakon: (Default)
fiamma_drakon ([personal profile] fiamma_drakon) wrote2019-02-20 08:38 pm

Hard to Confess

Titolo: Hard to Confess
Rating: Giallo
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale
Personaggi: Loti, Raal, Rokhan, Talanji
Wordcount: 5389 (wordcounter)
Prompt: Nobili Origini per il team Ahm-Gi per la Missione di Salvataggio della Settimana 2 del COW-T #9 @ Lande Di Fandom
Timeline: Ambientata durante l'espansione "Battle for Azeroth".
Note: Het
«Bene bene, va' pure... e buona caccia!» gli augurò, osservandolo mentre faceva dietrofront per tornare dall'ascensore dal quale era arrivato solo pochi minuti prima.
Un ghigno deformò la bocca del druido, un'espressione carica di disprezzo.
«Nu pochett' mi dispiace per chel povero Troll... ma nu Lanciascura nun è nu buon partito per la principessa nuostr'... e forse lo capirà... giusto prima di andare incontro a Bwonsamdi... eheheheh...».


Un altro giorno di fervente attività era cominciato a Dazar’alor. La Principessa Talanji si risvegliò nelle sue stanze private presso il Gran Sigillo e rimase per un momento a fissare il drappo ricamato che copriva il suo baldacchino per scendere poi morbidamente a circondare il suo letto.
Dopo tutto ciò che era accaduto a Nazmir, la sua crociata contro i Troll del Sangue e il loro capo, l’assalto di Mythrax l’Annientatore al Gran Sigillo e l’incursione nelle viscere di Uldir per uccidere G’huun, ancora faticava ad abituarsi al ritorno alla “civiltà” e a quella che a tutti gli effetti pareva una vita che tornava ad essere quasi normale.
Talanji si alzò dal suo letto e si vestì, indossando la sua tunica e il suo copricapo pieno di piume, prese un bel respiro e si preparò ad affrontare una nuova giornata, quindi si diresse verso il Gran Sigillo. Non appena arrivò sulla terrazza che circondava il livello inferiore alla sala del trono di suo padre, la giovane Troll si rese conto che c’era qualcosa di anomalo. I guerrieri dell’Orda uscivano alla spicciolata dall’ingresso alle sale che suo padre aveva elargito come alloggio e base operativa per i loro ospiti; tuttavia, c’erano troppi Goblin senza l’armatura che ronzavano attorno al Gran Sigillo e altri ancora affluivano dalle gradinate che portavano alla Terrazza degli Artigiani.
Talanji si avvicinò lentamente all’ingresso e si affacciò a guardare all’interno, curiosa di capire quale evento fosse alla base di tanta agitazione. La prima cosa che i suoi occhi carpirono fu un’eccessiva quantità di oggetti rosa e di Goblin che sgambettavano ovunque nella sala principale e formavano traballanti colonne verdi nel tentativo di appendere dei fili che recavano dei cuori rossi e rosa di varie dimensioni.
«Piano, piano! Se rompete qualcosa lo ripagherete col vostro stipendio... e sono sicura che nessuno di voi voglia rimetterci di tasca propria!».
Era la prima volta che Talanji udiva la Reietta che ogni giorno rimaneva al centro del Gran Sigillo a danzare in silenzio. Adesso aveva le gambe leggermente divaricate e la sua postura era un po' più eretta del solito, come se fosse una componente indispensabile per apparire più autorevole agli occhi dei suoi lavoratori. In aggiunta a ciò, aveva abbandonato la sua consueta postazione e si muoveva da un terrazzo all'altro dando indicazioni ai vari Goblin.
Lungo le balaustre erano stati posizionati dei festoni e in fondo alla sala, sotto l'antico sigillo ormai spezzato, era stata sistemata una grande ghirlanda simile a quella di Grande Inverno ma completamente rosa e adornata di un gigantesco fiocco di una tonalità talmente accesa che rendeva l'accessorio molto pacchiano per gli standard della principessa.
Talanji rimase ad osservare per alcuni minuti il posizionamento di quegli strani addobbi prima di sentirsi tirare piano la gonna verso il basso. Il gesto la indusse a distogliere lo sguardo per vedere chi cercava di attirare la sua attenzione.
«Con permesso, Vostra Grazia...!» esclamò in tono non proprio gentile una Goblin che evidentemente voleva passare.
La Troll si rese allora conto del fatto che stava bloccando l'unico accesso, per cui si affrettò a varcare la soglia e mettersi da parte, per consentire il passaggio. A quel punto, una volta che la Goblin fu dentro, Talanji decise di avanzare e di indagare in merito a tutto quel fervore. Salì le poche scale che portavano al pianerottolo lungo la parete sinistra del Gran Sigillo, dove in quel momento la Reietta stava sgridando un paio di "operai" che stavano cercando di appendere una ghirlanda davanti all'accesso all'ascensore.
«Non mettetelo lì, quello va sopra le altre porte! Voi Goblin non avete il minimo senso estetico!» stava dicendo la Non Morta.
«Brillin...? Che sta succedendo accà?» osò chiedere Talanji, avvicinandosi alle spalle della diretta interessata con circospezione, onde evitare di irritarla ulteriormente.
Quando la locandiera si volse verso di lei, i suoi occhi vuoti abbandonarono improvvisamente il loro cipiglio irato per assumerne uno più dolce e quasi accondiscendente.
«Principessa Talanji, buongiorno» salutò la Reietta,voltandosi a lei e profondendosi in un breve inchino. Pur essendo inquietante, era comunque una femmina ben educata.
La Troll accennò un saluto col capo per tutta risposta.
«Stiamo decorando per celebrare la ricorrenza dell'Amore è nell'Aria» spiegò Brillin con un tono che sottolineava in maniera quasi imbarazzante l'ovvietà di ciò che stava accadendo.
In realtà, la sua interlocutrice non capiva affatto di cosa stesse parlando. Non aveva mai sentito nominare in vita sua una simile festività.
La figlia di Rastakhan scosse blandamente la testa e domandò con aria perplessa: «C-cosa? Nun ho mai sentito di chesta tradizione... che sarebbe? Na festa dell'Orda?».
La Reietta tacque e sul suo viso scarno e pallido si dipinse un'espressione di pura incredulità. Se non avesse avuto la metà inferiore della faccia cucita al resto, molto probabilmente avrebbe perso la mandibola in quel momento.
Improvvisamente Talanji si pentì di aver posto la domanda. Era come se avesse chiesto qualcosa di così ovvio da non avere bisogno di spiegazioni ulteriori e la sua ignoranza in merito la faceva sentire fuori luogo. In fin dei conti non avrebbe dovuto sentirsi poi così a disagio: Zandalar era rimasta isolata dal resto di Azeroth per molti secoli, per cui era anche normale che alcune usanze che negli altri continenti erano considerate normali non fossero riuscite a raggiungere la loro civiltà.
Brillin si prese un attimo di silenzio per ponderare sulla risposta più opportuna da fornirle, poiché non sapeva nemmeno lei da dove cominciare a spiegare una festività del genere. Non era più viva da molto tempo, per cui emozioni come l'amore o più semplicemente l'affetto erano ormai sensazioni appartenenti ad un'epoca lontana.
«L'Amore è nell'Aria è una ricorrenza che i vivi utilizzano per fare doni alle persone cui sono affezionate. I Goblin in questo periodo vendono un sacco di cose inutili come cioccolatini, profumi o giocattoli a tema amoroso...» la Reietta fece una breve smorfia di disgusto «Tutto molto melenso e inutile... specialmente in tempo di guerra».
«Ehi, bellezza! Si fanno un sacco di soldi con le giovani coppie!» brontolò con fare piccato uno dei Goblin a cui la locandiera aveva fatto poco prima la ramanzina, al che i suoi compagni cercarono immediatamente di tappargli la bocca.
Purtroppo però il danno ormai era fatto: Brillin rivolse i suoi inquietanti occhi non morti sul gruppetto con l'aria di qualcuno che stava per farli a pezzi.
«Dar fiato alle vostre boccacce larghe non vi farà finire prima il lavoro. Andate a cercare le ghirlande per le torce all'esterno. Muoversi, avanti!» intimò, alzando sempre di più il tono della voce fin quasi ad urlare.
Talanji era davvero impressionata dalla potenza vocale di quella gracile femmina dalla pelle cadente e in larga parte in incipiente decomposizione.
Nel mentre che la piccola squadra di omini verdi sgambettava via a tutta velocità, la principessa riprese a chiedere: «Quindi voi tenete na festa per dichiarare l'amore ai compagni vuostr'...?».
Era un pensiero bizzarro invero. Gli Zandalari quando cercavano di fare colpo sulle femmine cercavano di dimostrare la loro superiorità sugli altri pretendenti con prove di forza. Suo padre aveva respinto così tanti suoi pretendenti reputati non alla sua altezza da comporre una lista imbarazzante per la sua lunghezza, e tutti gli sfortunati che avevano trovato la loro fine ai piedi della piramide del Gran Sigillo si erano sottoposti a prove molto difficili e alcune addirittura letali pur ottenere il suo favore.
Alla fine risultò evidente tanto a Talanji quanto a chiunque altro che questo modo di agire era dettato dal sentimento di iper-protezione di Rastakhan nei confronti di sua figlia, per cui quest'ultima aveva dovuto chiedergli con pressante insistenza di non intromettersi più nelle sue faccende amorose. Lei sola avrebbe scelto il suo consorte, senza che dovesse essere preventivamente approvato da lui; tuttavia, l'obiettivo del sovrano era stato raggiunto, dato che anche se Talanji si era decisa a fare di testa sua nella scelta di un compagno, purtroppo gli Zandalari avevano cominciato a tenere più alla loro vita piuttosto che all'eventuale scalata sociale che poteva comportare divenire il futuro marito dell'unica erede al trono di Zandalar. L'istinto di sopravvivenza aveva prevalso su qualsiasi brama di potere.
«In molti sciocchi la usano anche come pretesto per dichiarare il proprio amore a qualcuno che considerano una persona speciale» spiegò ulteriormente la Non Morta, senza abbandonare un tono che pareva al tempo stesso di disgusto per le sue stesse parole e di biasimo verso coloro di cui stava parlando, chiunque essi fossero.
La spiegazione fornita dalla Reietta servì a stimolare maggiormente l'interesse della Troll nei confronti della festività in questione.
«Dove potrei trovare qualcheduno di chesti... regali particolari?» chiese, con voce un poco sommessa, come se non volesse farsi sentire da tutti coloro - prevalentemente Goblin - che stavano passando nei paraggi in quel momento.
«Nelle capitali trovi di sicuro dei venditori...» Brillin le scoccò una lunga occhiata, osservandola da capo a piedi come se stesse soppesando qualcosa nella sua persona che alla diretta interessata sfuggiva completamente «... ma penso che ci potrebbe essere qualcosa anche giù al porto, quei Goblin pur di guadagnare venderebbero anche i genitori, in qualsiasi parte di Azeroth e a chiunque» aggiunse.
Talanji moriva dalla voglia di andare a vedere di persona i doni che erano soliti scambiarsi gli innamorati in tutta Azeroth. Se la sua gente doveva integrarsi con il resto del pianeta ed uscire dall'isolamento degli ultimi secoli, il minimo che poteva fare come principessa era apprendere le ricorrenze degli altri popoli per vedere se nel futuro sarebbe stato possibile trasmetterle anche alla sua gente.
Suo padre poteva anche essere attaccato alle vecchie tradizioni; tuttavia non poteva negare che il cambiamento stava giungendo anche nella loro isola e che loro avrebbero dovuto adeguarsi, in un modo o nell'altro.
«Grazie Brillin. Mo' vado... tengo delle cose da fare in città» e così dicendo arretrò per poi dirigersi a passo lesto e deciso verso l'uscita del Gran Sigillo.

L'Amore è nell'Aria era arrivato, ancor prima che Rokhan potesse realizzarlo. Le schermaglie contro i Troll del Sangue sul confine settentrionale di Zuldazar, la spedizione di Talanji nel cuore pulsante e putrido della palude maledetta di Nazmir e la guerra a G'huun e i suoi seguaci avevano impegnato le attenzioni del vecchio Cacciatore dell'Ombra a tal punto da fargli perdere la cognizione dei mesi che passavano. La festività l'aveva colto un po' alla sprovvista, specialmente perché per la prima volta nella sua vita aveva intenzione di fare qualcosa di significativo nei confronti di una persona che aveva fatto breccia nel suo cuore indurito dagli anni e dalle guerre.
La principessa Talanji era stata un'alleata che si era rivelata piena di sorprese durante la loro campagna a Nazmir. Era sciocco vedere come in un periodo così turbolento per tutta Azeroth il suo cuore si era ammorbidito, lasciando che sentimenti come l'amore si impadronissero di lui. Immaginava che non avrebbe mai avuto il piacere di sperimentare una cosa del genere visto che non era più un giovanotto; eppure, il suo animo ribolliva di passione quando si trovava in compagnia della giovane femmina Zandalari. Era come se stesse di nuovo attraversando il periodo della gioventù, quando pensava di poter conquistare il mondo da solo grazie all'energia traboccante e incontenibile di un corpo forte e vigoroso.
Spinto da questi pensieri, il Cacciatore dell'Ombra aveva deciso di approfittare della festività per dichiarare i suoi sentimenti a Talanji. Un guerriero temprato come lui non poteva certamente tirarsi indietro dinanzi ad una simile faccenda, non senza aver almeno tentato.
Purtroppo per lui c'era uno svantaggio fondamentale dalla sua parte, e il suo cervello - abituato a pensare in assetto tattico - l'aveva immediatamente focalizzato: conosceva la principessa soltanto da pochi mesi e solo per quanto riguardava aspetti superficiali del suo carattere. L'aveva vista combattere contro Atheena e l'aveva seguita mentre si preparava a chiedere aiuto ai vari Loa che abitavano nella palude. Era una Troll intelligente e determinata, una risorsa preziosissima per il suo popolo e nel futuro sarebbe divenuta una regina molto capace. A parte quello, non sapeva altro di lei: non aveva idea di quali fossero i suoi gusti personali, cosa le piacesse mangiare e cosa la disgustasse, quali fossero i suoi luoghi preferiti di Zuldazar - ammesso che ci fossero - o se avesse qualche passatempo che non fosse dare la caccia ai Troll del Sangue.
Erano cose di poco conto se paragonate con i pregi che erano venuti alla luce durante i recenti avvenimenti; tuttavia, Rokhan trovava la lacuna in materia quantomai irritante in quel frangente.
Era per colmare quel fastidioso vuoto d'informazioni che il Troll Lanciascura aveva deciso di recarsi presso il trono di Dazar'alor. Non desiderava di certo discutere dei suoi progetti di corteggiamento con il re, bensì sperava di trovare uno dei suoi consiglieri, qualcuno che fosse vicino alla corona abbastanza da possedere le preziose notizie che gli occorrevano.
Rokhan scese dall'ascensore e si avvicinò all'uscita della piccola stanza che portava alla terrazza più alta dell'intera capitale Zandalari. Dovette fermarsi bruscamente per non rischiare di infilzare con le grosse zanne appuntite il Signore del Maleficio Raal, che stava venendo nella sua direzione.
Il druido si arrestò di colpo a propria volta notando l'altro e si spostò leggermente di lato per evitare in toto la collisione. Lo scarto fece innervosire il piccolo pterrordattilo che giaceva appollaiato sulla sua ampia e dritta spalla, strappandogli uno stridulo verso di disapprovazione.
«Uè, cumpà! Stat'accuort' a dove vai» lo rimproverò in tono sgarbato Raal, cercando al contempo di ammansire il suo compagno animale con delle carezze sulla testa.
«Nun t'avevo visto, chiedo scusa» Rokhan chinò appena il capo per sottolineare le sue parole anche fisicamente.
Il suo interlocutore, piuttosto propenso a rimproverarlo ancora per aver fatto spaventare il suo amichetto alato, si bloccò notando che il Troll Lanciascura di fronte a lui indossava un'insegna rossa sul petto col simbolo della Brigata dell'Onore e che l'armatura che portava non era come quella che portavano solitamente i soldati al servizio dell'Orda.
«Tu nun sei nu Troll come tutti li altri, vero? Che ci fai accà? Rastakhan nun teneva udienze in chesto giorno...» indagò con totale sincerità il seguace di Paku.
«Sono Rokhan. Ho aiutato la principessa vuostr' nella palude di Nazmir contro chei Troll del Sangue» si presentò il Lanciascura, sollevando appena il capo con un improvviso moto di orgoglio «Tieni ragione, nun sto accà per parlare col re tuo. Cercavo qualcuno... che potesse darmi informazioni sulla principessa Talanji» spiegò, abbassando un poco il tono di voce e assumendo un contegno un po' più sottomesso e imbarazzato.
Raal piegò di lato il capo, lentamente, affilando lo sguardo con fare diffidente mentre continuava a fissarlo.
«Che tipo di informazioni cerchi?» chiese, come se stesse sondando le sue intenzioni solo con il potere dei suoi occhi.
L'altro si grattò il capo, non sapendo bene come esprimere la cosa senza suonare troppo inquietante o sospetto, quindi disse: «Chesto è il periodo dell'Amore è nell'Aria... e volevo sapere se la principessa Talanji teneva preferenze... per i fiori o... il cibo... altre cose di chesto tipo, un po' cchiù... frivole».
Più parlava più si rendeva conto di stare rendendosi ridicolo con il suo interlocutore. Purtroppo non gli era venuto in mente nessun altro modo di porre quel tipo di domande e ormai il danno era fatto. Sperava solo che il Signore del Maleficio non fosse rigido come altri della cerchia più ristretta di Rastakhan, per esempio la sua guardia del corpo Zolani. Quella Zandalari era così ligia al dovere che probabilmente l'avrebbe gettato giù dalla piramide senza neppure fargli finire il discorso.
Raal sgranò gli occhi dinanzi al suo quesito; tuttavia, si riprese abbastanza in fretta dallo stupore. Inarcò le sopracciglia e assunse un contegno che a Rokhan non ispirava molta fiducia. Era come se stesse immaginando qualcosa di osceno ma scontato e la cosa non gli piacque molto.
«Tu lo sai che Talanji è na principessa, vero...? E sai anche che Rastakhan è nu sovrano che tiene alla piccirilla sua cchiù che a chiunque altro... e che tu sei nu soldatino» esclamò il druido con il tono di chi stava elencando ovvietà imprescindibili «Nun so che sia chesto "Amore è nell'Aria" vuostr' ma so per certa na cosa, e cioè che 'o sovrano nuostr' ha già respinto per la figlia sua tanti di chelli Zandalari che messi tutti assieme sarebbero cchiù degli Orchi che tenete ammassati al porto».
Alle parole di Raal, gli occhi di Rokhan si spalancarono di colpo, come se avesse improvvisamente avuto una sorta di rivelazione. I suoi stupidi sentimenti da Troll nel pieno della pubertà lo avevano reso cieco di fronte alla più canonica evidenza: Talanji era di nobili origini e se ancora non aveva un promesso sposo al fianco nonostante la sua avvenenza e il suo carattere forte e risoluto, una ragione doveva pur esserci.
Come aveva fatto ad illudersi che sarebbe bastato parlare con qualcuno come Raal per avere la strada spianata verso il cuore di Talanji...!
«Sono stato un idiota» commentò tra sé e sé, provando nient'altro che biasimo verso se stesso.
«Però tu sei chel Troll che è stato con la principessa a Nazmir. L'hai aiutata nella spedizione sua nella palude...» aggiunse Raal con fare pensieroso «Forse tieni na possibilità dopotutto, anche se sei solo nu soldatino...».
Il viso del Troll Lanciascura si illuminò di colpo di gioia e speranza. Il Signore del Maleficio non aveva mai visto un pretendente della principessa avere una così scarsa fiducia in se stesso. Era a dir poco ridicolo che Talanji potesse scegliere lui come suo futuro consorte alla guida degli Zandalari.
Il druido provava pena nei suoi confronti: a dispetto delle voci che si erano diffuse in città dopo il ritorno della spedizione nelle paludi, Rokhan non sembrava niente di eccezionale. Aveva visto Zandalari molto più possenti e audaci di lui tentare di conquistare con tutte le loro forze la loro ascesa sociale e fallire miseramente e non reputava che un semplice Troll Lanciascura fosse un pretendente di tale importanza da scomodare il re in persona per metterlo alla prova.
Così il Signore del Maleficio decise di rendersi utile per il suo re, risparmiandogli un’inutile perdita di tempo.
«Tu lo credi? Allora quale regalo sarebbe cchiù indicato per Talanji?» chiese con malcelata impazienza Rokhan, confidando nel fatto di aver oltrepassato l’iniziale diffidenza del suo interlocutore.
Raal intrecciò le toniche braccia nude sul petto ampio e dritto, sollevando il capo con fare autoritario. Sembrava sul punto di pronunciare una sentenza di assoluta importanza e per il suo ascoltatore era esattamente così.
«Se vuoi tenere na possibilità con la principessa devi prenderle nu regalo importante, degno della nobile origine sua» dichiarò in tono altezzoso «Ti serve qualcosa di grandioso per dimostrare le capacità tue!».
«Per esempio? Dammi nu suggerimento!» ribatté l’altro in tono di accorata supplica, come un discepolo che chiedeva al proprio maestro di illuminarlo sulla corretta via da intraprendere nel prossimo futuro.
«Per esempio… na piuma di Azurethos? Chel mostro alato che si trova sull’isola di Kul Tiras. Con na piuma accussì grande la principessa potrebbe adornare le vesti sue come si conviene ad una vera regina Zandalari» disse Raal, annuendo con solennità.
L'idea di fare un regalo così importante a Talanji gratificava senz'altro l'ego di Rokhan: era convinto di poter tranquillamente tenere testa al mostro kultirano senza troppi problemi. Aveva già affrontato mostri provenienti da Kul Tiras e non aveva paura di andare incontro al pericolo. Un vero guerriero era pronto a fare tutto il necessario per raggiungere l'obiettivo che si era prefissato e nonostante le storie che gli erano giunte in merito al temibile volatile che dominava le correnti d'aria sui mari a largo dell'isola su cui aveva nidificato, era sicuro di farcela. Doveva farlo per la principessa.
«Bene cumpà. Se nun tieni altri consigli da darmi, devo andare al porto. Tengo un uccello da spennare» esclamò con fare quasi arrogante.
In quel momento il druido sentì qualcosa di simile al senso di colpa percuotergli la coscienza, ma solo debolmente e per breve tempo. La sua capacità di scrollarsi di dosso qualsiasi cosa era davvero utile in certi casi, anche se purtroppo non era mai riuscito a farne tesoro quando doveva avere a che fare con quella strega di sua moglie Loti.
«Bene bene, va' pure... e buona caccia!» gli augurò, osservandolo mentre faceva dietrofront per tornare dall'ascensore dal quale era arrivato solo pochi minuti prima.
Un ghigno deformò la bocca del druido, un'espressione carica di disprezzo.
«Nu pochett' mi dispiace per chel povero Troll... ma nu Lanciascura nun è nu buon partito per la principessa nuostr'... e forse lo capirà... giusto prima di andare incontro a Bwonsamdi... eheheheh...» mormorò con un fil di voce mentre seguiva con lo sguardo Rokhan che scendeva sulla piccola piattaforma di collegamento con la sala principale del Gran Sigillo.

Talanji passeggiava per le vie del porto senza badare agli sguardi confusi e agli affrettati inchini che le venivano offerti al passaggio da ogni Zandalari che la vedeva passare. Del resto, una Troll abbigliata come lei in mezzo a tanti che indossavano solo lo stretto indispensabile per essere definiti "vestiti" era difficile che non desse nell'occhio.
I suoi sudditi presso il porto parevano molto sorpresi di trovarla a bazzicare tutta sola così lontano dal Gran Sigillo. In effetti, molti dei Troll appartenenti alle altre tribù stavano causando qualche bega in quella zona, per cui le guardie erano più impegnate a tenere sotto stretto controllo le bande di teppisti piuttosto che preoccuparsi di stare dietro a lei. Se suo padre avesse visto un simile comportamento li avrebbe fatti tutti giustiziare seduta stante; fortunatamente, Talanji era del parere che la sicurezza della città fosse una priorità maggiore del tenere al sicuro la sua persona, soprattutto perché la giovane erede al trono era perfettamente in grado di difendersi da sola.
Non aveva trascorso di certo mesi e mesi ad allenarsi in segreto con Zolani per poi deludere la sua "insegnante" quando fosse venuto il momento di dimostrare che era capace di brandire un'arma - fosse anche stato semplicemente il suo bastone - e mettere in fuga un qualunque ladruncolo.
Inoltre, in quel frangente aveva ben altri pensieri che non fossero l'essere o meno al sicuro nella zona portuale di Dazar'alor: seguendo il consiglio di Brillin, era andata a verificare se al mercato si erano stanziati alcuni Goblin per la vendita degli articoli unici dell'Amore è nell'Aria.
Talanji non poteva esattamente definirsi "romantica"; tuttavia, con l'arrivo dell'Orda nelle loro terre aveva trovato qualcuno che secondo lei era meritevole delle sue attenzioni. Il Cacciatore dell'Ombra Rokhan si era dimostrato un valido e capace alleato durante la sua spedizione a Nazmir e per qualche strano capriccio del destino - o forse era il desiderio dei Loa? - il suo cuore era stato conquistato dalla sua lealtà e dal suo voler essere sempre al suo fianco per proteggerla e per mediare con l'Orda per offrirle aiuto nel debellare la minaccia dei Troll del Sangue.
Poiché il maschio in questione non sembrava essersi accorto dell'infatuazione della principessa nei suoi confronti, quest'ultima si sentiva in dovere di trovare un mezzo per esplicitare in maniera chiara e priva di fraintendimenti il sentimento al Cacciatore dell'Ombra, benché qualsiasi Troll sano di mente nell'intera capitale sarebbe stato più che lieto di ricevere solamente un ringraziamento o un apprezzamento verbale.
La festività dell'Orda capitava al momento giusto, anche se purtroppo per lei non sembrava che ci fosse alcun mercante Goblin che vendesse ciò di cui aveva parlato la locandiera del Gran Sigillo. Invero non c'era nessun venditore in più rispetto al solito.
Talanji fu molto delusa dalla scoperta e si ritrovò a dirigersi verso la locanda degli Spiriti Vicini senza nemmeno essere del tutto consapevole della sua meta. Voleva sedersi e pensare ad un modo per attirare l'attenzione di Rokhan, anche se la sua mancanza di esperienza pregressa in merito le era d'intralcio. Improvvisamente trovò davvero irritante l'atteggiamento protettivo e quasi soffocante di suo padre nei suoi confronti.
«Che posso fare ora? Nun posso ancora andare a cercare nelle capitali dell'Orda... 'a Capoguerra loro nun tiene ancora nu patto definitivo col padre mio...» rifletté con una certa rassegnazione, avvicinandosi all'ingresso della locanda.
«Principessa? Che ci fai accà?! Da sola!».
A strappare Talanji dai suoi pensieri fu una voce femminile a lei nota, che le fece distogliere lo sguardo dalla sua destinazione e fermare.
Accanto a lei si trovava una Troll in armatura di cuoio adorna di artigli con lunghi capelli blu scuro che le circondavano il viso e scendevano sino alle sue spalle strette.
«Loti? Nun dovresti stare al trono col padre mio?» chiese la principessa con meraviglia, salvo poi sgranare gli occhi e scattare verso la femmina, afferrandola per le braccia con urgenza «È successo qualcosa al padre mio? Nu altro attacco dei Troll del Sangue?!».
«Nun t'agitare, principessa. Nun è successo niente» Loti le prese gentilmente le braccia e le guidò lontano dalle proprie con insolita delicatezza «Quell'idiota del marito mio è rimasto accanto al re nuostr'... ma tu nun hai risposto alla domanda mia. Cosa cerchi accà al porto?».
Scongiurato il pericolo che fosse venuta a cercarla per comunicarle qualche notizia grave, Talanji poté finalmente concentrare la sua attenzione sul resto del discorso. La sua prima reazione in merito fu irrigidirsi e poi arrossire e solo dopo alcuni secondi rispose: «Cercavo alcuni commercianti Goblin per... parlare di merci particolari...».
La Druida da Guerra si appuntò entrambe le mani sui fianchi e sorrise: «Anche tu hai sentito parlare di chella festa degl'innamorati?».
Talanji sbatté confusa le palpebre, stupita dalla prontezza del suo intelletto.
«Nun pensavo altri Zandalari ne fossero a conoscenza...» ammise con sua immensa sorpresa.
«Tengo l'udito fine, principessa. Ho sentito alcuni guerrieri dell'Orda su alla Terrazza degli Artigiani parlarne... tenete qualcuno di speciale nel cuore vostro? Sono anni che nun presentate nu pretendente al padre vostro...» esclamò Loti.
«E a ragione! Tutti li altri sono schiattati in prove stupide perché il padre mio nun voleva promettermi a nessuno!» brontolò la principessa con palese indignazione «Mo' sono stanca. Sì, tengo nu Troll che vorrei come pretendente» rivelò poi con un lieve sbuffo finale.
«Se lo vorreste come pretendente... significa che ancora nun sa di esserlo» Loti ridacchiò, poi fece spallucce «Come 'o marito mio, 'a prima volta che uscimmo, fui io a chederglielo. E lui si presentò in ritardo! Ah, nun aveva nemmeno capito che era n'uscita ufficiale...! I maschi spesso nun si accorgono delle cose cchiù semplici e stupide, nemmeno se gliele sbatti in faccia» spiegò con fare rassegnato.
La principessa scosse il capo, come a voler negare una verità imprescindibile.
«Nun Rokhan. Lui nun è 'no stupido» dichiarò con voce ferma.
«Eppure nun si è accorto che ti sei invaghita di lui...?» la punzecchiò apertamente la Druida da Guerra.
A quell'affermazione, Talanji non poté controbattere niente in difesa del Cacciatore dell'Ombra: le sue parole erano vere. Per quanto si fosse impegnata per rimanere al suo fianco a prescindere dalle terribili vicissitudini a Nazmir e dopo, Rokhan non aveva tentato nessun tipo di corteggiamento. Era proprio come se non si fosse reso conto del tipo di interesse della principessa Zandalari per lui, eppure si era persino offerta di accompagnarlo a sedare la rivolta causata da Zalazane…! Aveva persino interceduto per far sì che l’urna con le ceneri di Vol’jin fosse posta all’interno di Atal’dazar, insieme ai resti degli altri grandi condottieri del suo popolo; nonostante tutto, Rokhan non le aveva detto niente a parte ringraziarla per il gesto fine a se stesso.
«Forse nun l’ho reso abbastanza chiaro» esclamò la principessa, volendo a tutti i costi trovare una ragione per spiegare come si fosse giunti fino a quel punto.
«E allora nun dovresti dirglielo chiaramente? Accussì risparmi tempo e fatica» la incoraggiò Loti.
«È vero… temo di aver aspettato già troppo tempo assai» annuì la nobile Zandalari, riconoscendo il proprio errore.
A quel punto fece per andarsene quando la Druida da Guerra intervenne ancora: «Penso che tu debba aspettare ancora. Ho visto nun troppo tempo fa na nave dell’Orda salpare dal porto verso Kul Tiras… e a bordo c’era ‘o Cacciatore dell’Ombra tuo...».
Talanji la fissò per qualche istante, poi volse gli occhi verso l’orizzonte, scrutando il mare in lontananza. Non doveva trattarsi di niente di troppo lungo o grave, altrimenti tutta Dazar’alor sarebbe stata in agitazione e la voce le sarebbe senz’altro giunta. Forse era una semplice missione di avanscoperta: Rokhan era esperto in quel genere di cose e sicuramente l’Orda sapeva come sfruttare le sue abilità meglio di chiunque altro a Zuldazar.
«Buono a sapersi, allora aspetterò ancora nu pochett’...» e così dicendo, Talanji prese congedo dalla Druida da Guerra con un lieve cenno del capo, incamminandosi non alla locanda ma piuttosto verso il Gran Sigillo.
Se c’era un punto d’osservazione ottimale del mare in tutta Dazar’alor, sicuramente era quello.

Era da poco tramontato il sole sull’orizzonte quando la nave di ritorno da Kul Tiras giunse in porto. Rokhan aveva dovuto affrontare più problemi del necessario e aveva dovuto persino chiedere l’appoggio di soldati dell’Orda di stanza nella Baia di Tiragarde… tutto perché Raal non gli aveva detto che il nido di Azurethos non solo si trovava sulla cima di un pendio erto e difficile da scalare, ma anche - e soprattutto - che era talmente vicino a Boralus che starnutendo avrebbe attirato su di sé l’attenzione dell’intero esercito.
Il Troll però era un veterano di guerre lontane e mai come in casi come quello ringraziava di essere diventato un Cacciatore dell’Ombra. Se non fosse stato per il suo “addestramento speciale”, sicuramente non sarebbe riuscito neppure a raggiungere il suo obiettivo.
Azurethos era stato un avversario temibile e Rokhan aveva dovuto mettere alla prova il proprio ingegno nell’affrontarlo. Alla fine non lo aveva ucciso - come probabilmente quel pazzo di Raal si era aspettato che facesse - ma era riuscito a tenergli testa abbastanza a lungo da potersi avvicinare a lui e rubare una delle piume che erano cadute dal suo corpo nello scontro.
L’impresa comunque era andata a buon fine e anche se il Troll ne era uscito un po’ malconcio, aveva con sé una delle enormi piume di Azurethos, alla quale faceva la guardia personalmente. Per tutta la durata del viaggio di ritorno non si era mai allontanato da essa neppure per un istante.
«Sono sicuro che a Talanji piacerà» mormorò a se stesso mentre l’equipaggio gettava l’ancora in porto. Non vedeva l’ora di consegnare il regalo alla principessa.
Rokhan fu il primo a mettere piede a terra quando i marinai posizionarono l’asse e fece in tempo a percorrere pochi metri che si fermò: dinanzi a lui, in fondo alla banchina, c’era nientemeno che Talanji in persona.
Sembrava stranamente nervosa e quando i loro sguardi si incrociarono, la coppia di Troll si avvicinò. Rokhan non immaginava che il momento di darle il suo regalo sarebbe giunto così in fretta. Sperava in verità di poter quantomeno organizzare qualcosa di un po’ più… romantico.
«Salve, principessa» la salutò lui prontamente, piegando il capo in un piccolo inchino al suo cospetto.
«Rokhan… sono felice che tu sia tornato sano e salvo» Talanji gli offrì uno dei sorrisi più belli degli ultimi tempi «Che cos’è chella cosa che porti in spalla? Pare grossa assai...».
Il Cacciatore dell’Ombra si era dimenticato di avere sulla schiena la piuma di Azurethos, una svista imputabile senza dubbio al loro casuale incontro. Visto che l’aveva notata, non c’era motivo di mentirle a riguardo.
«Chesto è nu regalo per voi, principessa. Na piuma del possente Azurethos, direttamente dal nido suo a Kul Tiras» e così dicendo il Troll le porse l’oggetto.
Talanji fece per prenderlo ma date le dimensioni, decise piuttosto di sporgersi di lato oltre il margine e chiedere: «Nun mi aspettavo nu regalo, Rokhan… perché nun lo porti nelle stanze mie? Ti faccio strada...».
E così dicendo la femmina fece dietrofront e si mosse per guidare un confuso Rokhan attraverso il porto, verso la scalinata principale di Dazar’alor.
Il Cacciatore dell’Ombra non poteva farsi sfuggire un’occasione così perfetta per dichiararsi, non con la guerra che incombeva in ogni dove. Se non l’avesse fatto allora, forse l’avrebbe rimpianto per tutta la vita, ammesso che fosse riuscito a tornare a Durotar vivo e vegeto al termine della campagna bellica.
Superata una prima fase di stupore per l’aperto invito nelle stanze private della principessa, il Troll Lanciascura si affrettò a seguirla con il suo trofeo poggiato sulla schiena naturalmente curva.