Huntress for a day
Mar. 5th, 2019 12:50 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Huntress for a day
Rating: Giallo
Genere: Slice of Life
Personaggi: Jaina Proudmoore, Thrall
Wordcount: 3562 (wordcounter)
Prompt: Addormentarsi e sognare per il team Ahm-Gi per la Missione 2 della Settimana 4 del COW-T #9 @ Lande Di Fandom
Note: Het, Monster Hunter World!AU
«Forse hai ragione...» borbottò a mezza voce, ancora scossa per il ricordo della terribile esperienza «Ma sono solo la tua assistente. La Commissione di Ricerca non ci permette di portare con noi delle armi...».
«Intanto potremmo provare con quella» Thrall prese lo scudo e la spada dalle piccole mani dell'Umana e ripose il tutto nel baule «Qui sicuramente può starci... e posso cercare di farti esercitare quando siamo sul campo da soli» aggiunse in tono più sicuro, quasi entusiasta.
Thrall spalancò la porta del suo alloggio con un calcio molto poco gentile e ancor meno delicato, caracollando all'interno stringendo tra le braccia possenti la sua assistente, Jaina Proudmoore.
La ragazza appariva minuscola a confronto con la sua stazza. Era saldamente aggrappando al collo massiccio del suo accompagnatore con entrambe le braccia esili e sembrava spaventata e divertita al tempo stesso.
«D'accordo, d'accordo! Rimango con te stanotte! Va bene, hai vinto!» esclamò ridendo, picchiettando un minuscolo pugno sull'enorme spalla dell'Orco, ancora ben protetta sotto la pesante armatura che indossava «Puoi lasciarmi scendere, ora?».
Il suo interlocutore spalancò la bocca esibendosi in un enorme sbadiglio, poi scrollò il capo, facendo ondeggiare le lunghe trecce e la coda in cui teneva raccolti rispettivamente le basette incolte e i capelli. Pareva non voler cedere alla sonnolenza e avanzò di qualche passo oltre la soglia prima di posare a terra l'Umana.
Quest'ultima si volse verso di lui, fissandolo dal basso della sua moderata altezza con cipiglio di rimprovero.
«Non pensare che siccome dormiremo assieme succederà qualcosa tra noi stanotte! Sei stanco, inseguire quella Lunastra per tutto il giorno ti ha provato e non ho intenzione di vederti rischiare l'osso del collo domani sul campo sapendo che senza di me avresti dormito come si deve!» disse in tono severo, sollevando una manina guantata e muovendo minacciosamente l'indice sotto il naso di Thrall.
Finalmente quest'ultimo si decise a difendersi. Le sue guance già in parte paonazze per i diversi boccali di birra con cui aveva annaffiato una cena piuttosto sostanziosa persino per i suoi standard sopra la media assunsero una sfumatura di verde acceso ancor più vivace e i suoi occhi azzurri si spalancarono, come se le parole di Jaina gli si fossero appena rovesciate addosso come una secchiata d'acqua gelata.
«N-non ti ho portato qui per quello!» si affrettò a dire, facendo mezzo passo indietro e sollevando entrambe le mani per rafforzare il diniego «Volevo solo compagnia mentre... il fatto è che il mio baule di equipaggiamento è un caos e dovrei sistemarlo...» Thrall fece una pausa, grattandosi la nuca con palese disagio «E tu sei la persona che mi conosce meglio in tutto il Nuovo Mondo... ecco... speravo potessi aiutarmi a dare un po' di... ordine... per riuscire a trovare meglio le cose» ammise.
Se prima era l'Orco quello stupito, adesso era il turno della sua partner di sgranare gli occhi all'apice dello stupore. Nessuno le aveva mai posto una simile richiesta prima di allora: lei era solo un'assistente e tecnicamente non aveva i requisiti adatti a maneggiare armature ed armi dei cacciatori. Tutto quello che era autorizzata a fare era raccogliere informazioni ed elaborarle per metterle al servizio comune dei cacciatori che facevano parte della Commissione di Ricerca. Il fatto che Thrall le avesse chiesto di aiutarlo le gonfiava di gioia il cuore - e non solo per il complimento che aveva ricevuto.
Un poco imbarazzata per aver così clamorosamente frainteso le intenzioni dell'Orco nei suoi confronti, l'Umana sorrise e disse: «Ma certo che ti aiuto. La prima cosa importante per ogni cacciatore è tenere in ordine il proprio equipaggiamento, così da non dover perdere tempo a cercare nel momento del bisogno».
Thrall stirò le labbra attorno alle enormi zanne usurate e leggermente ingiallite con espressione grata. Rimasero a fissarsi per qualche interminabile secondo, senza neppure sbattere le palpebre, poi Jaina prese di nuovo la parola.
«Forza, sicuramente il tuo baule non si riordinerà da solo... e ti ricordo che non devi far tardi!».
L'Orco chinò il capo con fare sottomesso, annuendo.
«Lo so, ho capito...» disse a mezza voce, come temendo che se avesse parlato in tono troppo alto avrebbe finito con lo scatenare l'ira della sua metà.
Avanzò a passo pesante verso il caminetto ancora spento, vicino al quale si trovavano sia l'enorme baule che doveva essere ripulito sia la rastrelliera e il manichino che utilizzava per l'arma che utilizzava e la sua armatura, in modo da non lasciare pezzi sparsi in giro che al mattino, con il sonno e altre eventuali complicanze, avrebbe potuto dimenticare di prendere.
Con un grugnito stanco staccò dal cinturone il suo martello e lo mise in verticale sulla rastrelliera, con la testa rivolta in basso; dopodiché procedette a spogliarsi. Slacciò ogni cinghia di sicurezza e rimosse con attenzione ogni singola parte della sua armatura, stando sempre attento a non sbatterne alcun pezzo sul pavimento o contro il camino. Era ovvio che ci teneva in maniera particolare a preservare l'integrità di ciò che serviva a salvargli la vita ogni singolo giorno; tuttavia, i suoi movimenti erano faticosi e risultava evidente - soprattutto a Jaina che lavorava con lui sin dal loro arrivo nel Nuovo Mondo - come ciascuno di essi gli costasse una fatica non da poco.
I Draghi Anziani erano mostri pericolosi e cacciarli richiedeva sempre un'attenzione particolare. La Lunastra non faceva eccezione alla regola; anzi, era una creatura ancor più insidiosa del Teostra, la sua controparte maschile. Era agile e molto aggressiva e Jaina aveva letto quanto potesse essere difficile star dietro al ritmo di una bestia che tendeva a muoversi di continuo. Non era del tutto convinta sull'attendibilità di quel tipo di informazione; tuttavia, quando aveva visto le condizioni di Thrall al ritorno dalla caccia, aveva dovuto ricredersi.
Era una fortuna che l'Orco avesse preso le stesse precauzioni adottate nelle cacce ai Teostra, altrimenti sarebbe potuto finire carbonizzato anziché solo leggermente bruciacchiato qua e là.
Se non avesse riposato a dovere, il giorno dopo non sarebbe riuscito nemmeno a cacciare un semplice Aptonoth per la stanchezza.
Jaina rimase in disparte ad osservarlo mentre si denudava, rimanendo con indosso solo un paio di braghe di tela che usava come biancheria intima, ben sapendo che delle normali mutande avrebbero visto la loro fine nell'arco di una giornata al massimo sotto delle armature tanto ingombranti e pesanti come quelle che indossava quotidianamente.
Il suo corpo massiccio era solcato di muscoli. La sua schiena era immensa ed eretta come quella di pochi altri Orchi in tutta Astera e la spina dorsale appariva leggermente in rilievo al centro, soprattutto poco sotto la nuca. L'Umana era sempre lieta di poterlo ammirare senza vestiti, a prescindere da quanto potesse essere pulito o meno dopo un'intensa giornata di lavoro.
Thrall mosse le spalle finalmente libere da ogni peso emettendo un debole grugnito, quindi aprì il suo baule e cominciò a frugare all'interno. Solo allora la sua assistente si decise a raggiungerlo.
L'Orco estrasse svariati pezzi di armatura e cominciò ad appoggiarli sul pavimento, dividendo quelli più vecchi - che quindi reputava inutili - da quelli che verosimilmente avrebbero potuto tornargli ancora utili in futuro. Jaina si posizionò accanto a lui e cominciò a fare altrettanto, anche se da sola non era in grado di riconoscere molte parti di armatura, motivo per cui decise di lasciare quell'incombenza al proprietario per dedicarsi invece a mettere ordine tra le sue armi.
Thrall non ne aveva molte invero: la maggior parte erano martelli, che la femmina preferì lasciare dove si trovavano. Solo una esigua minoranza erano armi di altro tipo, probabilmente vecchi prototipi della Commissione che l'Orco aveva richiesto alla forgia per poter provare i diversi approcci alla caccia.
Non tutti i cacciatori erano portati ad utilizzare le stesse armi e spesso e volentieri occorrevano alcuni tentativi con tipologie diverse prima di approdare a quella con cui ci si trovava più a proprio agio. Jaina lo aveva visto accadere molte volte nel Vecchio Mondo.
Tra le armi che il suo partner non utilizzava più c'erano anche una spadascia fatta completamente di ferro che fece non poca fatica ad estrarre dal baule e poi un'arma decisamente curiosa.
Jaina estrasse un set di spada e scudo, entrambi piccoli e maneggevoli. La spada era delle dimensioni adatte a quelle della sua mano e lo scudo per quanto fosse in grado di proteggerle il braccio, a Thrall probabilmente sarebbe servito solo come paranocche.
Perplessa, la giovane Umana sollevò la coppia di armi per mostrarla all'altro.
«Davvero usavi questa roba? Me ne ero completamente dimenticata...» esclamò, accennando una risata.
Thrall - al momento alle prese con un petto di armatura di Kirin che finì senza troppe cerimonie nella pila di cose da buttare - si girò verso di lei per vedere di cosa stesse parlando e rimase stupito nel vederle maneggiare uno scudo e una spada di ferro che parevano quasi arrugginiti tant'era scuro il metallo con cui erano stati forgiati.
«Solo per poco tempo» disse lui subito, per poi tornare a frugare nei suoi effetti personali «Non è molto comoda per me... è più lungo il mio braccio della lama...» ammise in tono un poco imbarazzato.
La sua assistente ridacchiò a mezza voce, battendogli poi una delicata pacca sul braccio.
«Allora immagino sia da buttare» disse.
«A meno che non voglia utilizzarla tu, difficilmente cambierò arma in futuro per tornare a quella. Coi martelli mi trovo molto meglio» ribatté in tono gentile.
«Io?!» Jaina sembrava sconvolta dalla proposta del suo compagno cacciatore «Cosa dovrei farci io con questa? Non sono addestrata ad utilizzare armi di alcun tipo...».
Vedendo la reazione brusca di lei, l'Orco protese una mano grande e verde verso lo scudo e lo toccò con aria pensosa.
«Magari potrei insegnarti io qualcosa in merito... non sarò il migliore con questa roba ma almeno potresti... difenderti se capitasse di nuovo un incidente come... sì, insomma... come quello con il Deviljho» ponderò a voce alta con tono un poco esitante. Non erano ricordi piacevoli quelli che stava rievocando e Jaina condivideva il sentimento.
Il suo incontro ravvicinato con il Deviljho nella Foresta Antica avrebbe potuto facilmente trasformarsi in tragedia. Se non fosse stato per il tempestivo intervento di Thrall probabilmente adesso non sarebbe stata lì con lui a parlare di tutto ciò.
Jaina abbassò il capo. Si sentiva ancora in colpa per aver fatto prendere uno spavento del genere al suo partner. Non l'aveva mai visto così agitato come quando l'aveva trovata "in compagnia" di un enorme Deviljho affamato.
«Forse hai ragione...» borbottò a mezza voce, ancora scossa per il ricordo della terribile esperienza «Ma sono solo la tua assistente. La Commissione di Ricerca non ci permette di portare con noi delle armi...».
«Intanto potremmo provare con quella» Thrall prese lo scudo e la spada dalle piccole mani dell'Umana e ripose il tutto nel baule «Qui sicuramente può starci... e posso cercare di farti esercitare quando siamo sul campo da soli» aggiunse in tono più sicuro, quasi entusiasta. Non erano molti i casi in cui l'Orco si mostrava così emozionato per qualcosa di inerente la caccia.
In effetti non era un'idea completamente malvagia. Era strategia e a Jaina il sotterfugio piacque molto.
L'affermazione, per quanto vivace ed energica fosse, venne seguita da un altro grosso sbadiglio che fece tornare l'assistente coi piedi per terra.
«Va bene, provare non costa niente» sospirò lei con fare rassegnato «Ma adesso finiamo di togliere la roba che non usi più e poi a dormire» soggiunse risoluta.
Thrall si stropicciò gli occhi e riprese a svuotare il suo baule. Con l'aiuto della sua compagna, dividere e rimettere le cose al loro posto una volta che ebbe tolto tutto quanto fu piuttosto veloce. Jaina era davvero una persona che sapeva mettere ordine nelle cose quando voleva. Era un peccato che non riuscisse a farlo quotidianamente anche con i suoi appunti personali.
Sotto le sue direttive, l'Orco ripose tutto ciò che aveva reputato di poter riciclare in un futuro più o meno prossimo. Impiegarono un'ora circa nell'intera operazione e alla fine, quando Thrall si rialzò dal baule, la schiena gli doleva per essere rimasto troppo a lungo piegato.
Con un grugnito si rimise dritto e si trascinò fino al letto, sul quale si lasciò cadere pesantemente, facendo cigolare la rete. Non gli importava molto, finché poteva rimanere disteso in quel modo.
«Avanti, sotto le coperte. Così ti prenderai un malanno...» lo punzecchiò Jaina, dandogli qualche piccola pacca sul sedere perché si muovesse.
«L'importante non era che dormissi?» chiese lui di rimando, sbadigliando ancora.
«Certo... ma non ho intenzione di dormire da sola dentro il letto mentre tu tiri le coperte» brontolò lei fingendosi offesa.
L'Orco rimase immobile per qualche altro secondo, poi decise suo malgrado di dare ascolto alla sua richiesta. Si mise carponi e goffamente raggiunse la cima del letto, tirò via la coperta da sotto i cuscini e ci si mise sotto.
Non gli importava davvero di quanto potesse essere sporco o sudato in quel momento né di qualsivoglia altra frivolezza cui normalmente avrebbe dato peso. Era solo un Orco stanco che voleva dormire.
Si stese supino in una metà del letto e giacque chiudendo finalmente gli occhi.
Jaina si spogliò in fretta della sua uniforme, ben consapevole che era inutile rendere lo spettacolo piccante per il suo "pubblico" viste le sue condizioni. Con solo il reggiseno e le mutandine indosso, si distese accanto a Thrall, utilizzando la sua massiccia spalla come sostituta del cuscino. Era molto più comoda di quanto la sua notevole massa muscolare potesse lasciar intendere e all'Umana non occorse molto tempo per cadere assopita.
«Jaina? Svegliati, forza... c'è del lavoro da fare».
La ragazza schiuse gli occhi, confusa, e la prima cosa che si trovò dinanzi furono gli occhi azzurri e carichi di dolcezza ed energia di Thrall. L’Orco si ergeva su di lei, completamente vestito e armato. Non pareva più così sfinito come lo ricordava lei.
«Cosa?» bofonchiò l’Umana, cercando di identificare il posto in cui si trovavano. Non erano più nell’alloggio di Thrall e neanche ad Astera: dietro l’Orco c’era un qualcosa di uniforme e non del tutto opaco da cui filtravano alcuni deboli raggi di sole molesti. Aveva tutta l’aria di essere una tenda, simile in tutto e per tutto a quelle che la Commissione di Ricerca aveva eretto in tutto il Nuovo Mondo.
«È il primo giorno del tuo addestramento. La sveglia all’alba si ripagherà, credimi» e così dicendo l’Orco tese una grossa mano alla piccola Umana.
Quest’ultima continuava a guardarlo con cipiglio confuso ma accettò l’aiuto e si lasciò rimettere in piedi. Quando fu di nuovo in posizione eretta vide che indossava dei vestiti diversi da quelli che metteva di solito. La sua divisa da assistente era stata sostituita da una semplice armatura di cuoio nero costituita da una tuta con dei pantaloncini corti che le lasciavano scoperte quasi per intero le gambe, un paio di stivali e guanti. Sulla fronte portava una specie di benda che le teneva lontano dal viso la maggior parte dei ciuffi di capelli - che aveva raccolto in una pratica coda per l’occasione. In vita portava una spessa cintura cui era attaccata una gabbietta per gli insetti-guida e una piccola sacca.
Un microscopico giubbino marrone le forniva ulteriore protezione al seno e alle spalle.
Sull’avambraccio sinistro portava un guanto dotato di fionda mentre quello destro era infilato nei due passanti metallici di un piccolo scudo rotondo che recava sul lato anteriore lo stemma della Commissione di Ricerca. Sul lato posteriore della cintura c’era agganciato qualcosa di pesante e tastando con la mano scoprì che si trattava di un doppio fodero in cui erano riposti un piccolo coltello da scuoiatura e una spada corta ma affilata.
Quello era un equipaggiamento completo da cacciatore. Il suo cuore martellava forte nel suo petto mentre eccitazione e terrore si mescolavano dentro di lei. Non aveva mai provato a stare dall’altra parte e non aveva idea di come potesse essere. Aveva paura di sbagliare e rovinare la caccia di Thrall.
«Va bene, mi impegnerò» esclamò Jaina annuendo con fare un poco esitante, poi uscì dalla tenda.
I raggio rosati dell’alba si spandevano dall’orizzonte nel resto del cielo, rischiarando le nubi e la volta celeste in maniera delicata e spettacolare insieme.
L’Umana si fermò a guardare la Foresta Antica e sentì poco dopo la massiccia figura dell’Orco uscire dalla tenda a sua volta e mettersi dietro di lei.
«Seguimi» disse cordiale, poi la superò e la guidò in avanti.
Jaina prese un respiro profondo per prendere coraggio e poi andò dietro di lui. Era la seconda volta che usciva dall’accampamento in tutta la sua vita e sperava che almeno quella volta terminasse in maniera più piacevole dell’ultima.
Attraversò un arco di roccia avvolto nella vegetazione e si ritrovò in un ampio spazio aperto con un piccolo lago e una cascata che erano collegati con il mare a est. C’erano molti alberi sparsi qua e là, cespugli e anche degli animali: un piccolo branco di Aptonoth per l’esattezza.
Gli erbivori ruminavano pacificamente, ignorando la coppia che li osservava da lontano. Attorno non c’erano tracce di altri mostri più grandi e pericolosi.
«Cosa… dovrei fare?» domandò Jaina in tono incerto.
«Procacciarci la colazione» Thrall le rivolse un sorriso e accennò agli Aptonoth di fronte a loro «… prima che se ne vada» aggiunse subito dopo.
La ragazza aggrottò le sopracciglia con espressione determinata e annuì. Estrasse la sua spada corta ed avanzò verso la bestia più vicina - che continuava a mangiare senza considerarla.
Jaina sollevò decisa la spada e l’abbatté nel fianco dell’Aptonoth. La creatura cacciò un verso di dolore e sofferenza che allertò i suoi compagni di branco, i quali cominciarono ad allontanarsi rapidamente.
L’Umana non si concentrò su di loro e continuò a colpire la sua preda, utilizzando non solo la lama ma anche il suo scudo. I fendenti di lei erano un poco tremanti e benché stesse cercando di fare del suo meglio per brandire in maniera risoluta l’arma, di fatto l’emozione di essere sul campo e di stare facendo qualcosa che non fosse attendere pazientemente il ritorno del suo compagno era per lei fonte di forte stress.
Thrall era ancora in piedi pochi metri alle sue spalle e la osservava da lontano. Lei gli dava le spalle ma sentiva il suo sguardo sulla sua schiena. Sperava di non stare facendo niente di sbagliato e confidava nella sua esperienza per avere aiuto nel caso in cui si fosse reso necessario.
«Che sciocca, sicuramente se stessi sbagliando qualcosa lui sarebbe già qui a rimproverarmelo...» rifletté tra sé mentre dava un colpo di scudo sul cranio dell'Aptonoth utilizzando tutto il peso del suo piccolo corpo per infliggere maggior danno.
Con un ultimo latrato ed uno schianto secco di ossa rotte, l'animale stramazzò sulla ghiaia umida e lì rimase, inerte. Jaina rimase ad osservare il cadavere per qualche istante prima di realizzare che effettivamente era morto. A quel punto un sorriso esultante si allargò sul suo viso e si girò saltellando verso Thrall in cerca di approvazione.
«Come sono andata?!» esclamò mentre si voltava, eccitata dalla riuscita del suo primo approccio alla caccia.
Quando però si volse completamente vide l'Orco esibire un cipiglio allarmato e spaventato insieme mentre brandiva il suo martello. Stava guardando nella sua direzione, eppure non sembrava stare guardando proprio lei. Lo vide balzare giù dal piccolo gradino di pietra che aveva eletto a suo punto di osservazione privato e cominciare a correre verso di lei.
La ragazza non capiva cosa stava succedendo e fu solo quando udì un ruggito orribile proveniente da oltre le sue spalle che capì cosa stava succedendo. Qualcosa era arrivato a cercare cibo come loro.
Un brivido corse lungo la schiena di Jaina e il suo cuore sprofondò nel terrore più cupo riconoscendo l'atroce ruggito di un Deviljho. Istintivamente si portò entrambe le mani alle orecchie per evitare che le esplodessero i timpani, quindi si girò di nuovo.
L'enorme mostro verde era arrivato a pochi metri dietro di lei eppure non si era accorta di niente. Era veramente pessima come allieva. Aveva fatto bene a divenire assistente, altrimenti la sua mancanza di percezione dell'ambiente attorno a sé l'avrebbe trasformata in una cacciatrice dalla vita ridicolmente breve.
«Come mi è venuto in mente di voler imparare a cacciare?!» si chiese in preda al panico mentre le sue gambe tremanti cedevano e lei cadeva seduta sul selciato umido, accanto all'Aptonoth appena ucciso.
Thrall caricò il Deviljho e gli affibbiò una martellata in pieno sulla sua grossa mascella irta di denti affilati come rasoi e scaraventandolo all'indietro, per poi aggredirlo con un grido di battaglia tale da squarciare i polmoni di chiunque non fosse un Orco.
Jaina si svegliò di soprassalto nella notte. Era coperta di un velo di sudore e le sue gambe si erano attorcigliate nella coperta. Era ancora distesa nel letto al fianco di Thrall, che russava piano e in modo regolare, del tutto ignaro della sua agitazione.
L'Umana respirava affannosamente per lo spavento che si era preso. Non era stato un incubo normale e la paura che potesse realizzarsi era soverchiante.
Avrebbe convinto Thrall che non era una buona idea addestrarla all'uso delle armi. Non gli avrebbe parlato del sogno per non sembrare una stupida fifona; piuttosto avrebbe trovato una qualche scusa più logica e plausibile. Si rifiutava di metterlo in pericolo per un suo stupido capriccio. Correva già abbastanza rischi ogni giorno senza che ci si mettesse anche lei a peggiorare le cose.
Tutto ciò che doveva fare al momento era rilassarsi e rimettersi a dormire. Non avrebbe potuto far niente fino all'indomani, specialmente visto che il suo partner dormiva sodo e lei non aveva alcuna intenzione di svegliarlo.
«Continuerai a fare quello che ti riesce meglio. Sei un'assistente, Jaina» disse a se stessa mentre cercava di tranquillizzarsi.
Si girò su un fianco e chiuse gli occhi, abbracciando l'imponente torso dell'Orco e cercando conforto nel suo corpo possente.
Rating: Giallo
Genere: Slice of Life
Personaggi: Jaina Proudmoore, Thrall
Wordcount: 3562 (wordcounter)
Prompt: Addormentarsi e sognare per il team Ahm-Gi per la Missione 2 della Settimana 4 del COW-T #9 @ Lande Di Fandom
Note: Het, Monster Hunter World!AU
«Forse hai ragione...» borbottò a mezza voce, ancora scossa per il ricordo della terribile esperienza «Ma sono solo la tua assistente. La Commissione di Ricerca non ci permette di portare con noi delle armi...».
«Intanto potremmo provare con quella» Thrall prese lo scudo e la spada dalle piccole mani dell'Umana e ripose il tutto nel baule «Qui sicuramente può starci... e posso cercare di farti esercitare quando siamo sul campo da soli» aggiunse in tono più sicuro, quasi entusiasta.
Thrall spalancò la porta del suo alloggio con un calcio molto poco gentile e ancor meno delicato, caracollando all'interno stringendo tra le braccia possenti la sua assistente, Jaina Proudmoore.
La ragazza appariva minuscola a confronto con la sua stazza. Era saldamente aggrappando al collo massiccio del suo accompagnatore con entrambe le braccia esili e sembrava spaventata e divertita al tempo stesso.
«D'accordo, d'accordo! Rimango con te stanotte! Va bene, hai vinto!» esclamò ridendo, picchiettando un minuscolo pugno sull'enorme spalla dell'Orco, ancora ben protetta sotto la pesante armatura che indossava «Puoi lasciarmi scendere, ora?».
Il suo interlocutore spalancò la bocca esibendosi in un enorme sbadiglio, poi scrollò il capo, facendo ondeggiare le lunghe trecce e la coda in cui teneva raccolti rispettivamente le basette incolte e i capelli. Pareva non voler cedere alla sonnolenza e avanzò di qualche passo oltre la soglia prima di posare a terra l'Umana.
Quest'ultima si volse verso di lui, fissandolo dal basso della sua moderata altezza con cipiglio di rimprovero.
«Non pensare che siccome dormiremo assieme succederà qualcosa tra noi stanotte! Sei stanco, inseguire quella Lunastra per tutto il giorno ti ha provato e non ho intenzione di vederti rischiare l'osso del collo domani sul campo sapendo che senza di me avresti dormito come si deve!» disse in tono severo, sollevando una manina guantata e muovendo minacciosamente l'indice sotto il naso di Thrall.
Finalmente quest'ultimo si decise a difendersi. Le sue guance già in parte paonazze per i diversi boccali di birra con cui aveva annaffiato una cena piuttosto sostanziosa persino per i suoi standard sopra la media assunsero una sfumatura di verde acceso ancor più vivace e i suoi occhi azzurri si spalancarono, come se le parole di Jaina gli si fossero appena rovesciate addosso come una secchiata d'acqua gelata.
«N-non ti ho portato qui per quello!» si affrettò a dire, facendo mezzo passo indietro e sollevando entrambe le mani per rafforzare il diniego «Volevo solo compagnia mentre... il fatto è che il mio baule di equipaggiamento è un caos e dovrei sistemarlo...» Thrall fece una pausa, grattandosi la nuca con palese disagio «E tu sei la persona che mi conosce meglio in tutto il Nuovo Mondo... ecco... speravo potessi aiutarmi a dare un po' di... ordine... per riuscire a trovare meglio le cose» ammise.
Se prima era l'Orco quello stupito, adesso era il turno della sua partner di sgranare gli occhi all'apice dello stupore. Nessuno le aveva mai posto una simile richiesta prima di allora: lei era solo un'assistente e tecnicamente non aveva i requisiti adatti a maneggiare armature ed armi dei cacciatori. Tutto quello che era autorizzata a fare era raccogliere informazioni ed elaborarle per metterle al servizio comune dei cacciatori che facevano parte della Commissione di Ricerca. Il fatto che Thrall le avesse chiesto di aiutarlo le gonfiava di gioia il cuore - e non solo per il complimento che aveva ricevuto.
Un poco imbarazzata per aver così clamorosamente frainteso le intenzioni dell'Orco nei suoi confronti, l'Umana sorrise e disse: «Ma certo che ti aiuto. La prima cosa importante per ogni cacciatore è tenere in ordine il proprio equipaggiamento, così da non dover perdere tempo a cercare nel momento del bisogno».
Thrall stirò le labbra attorno alle enormi zanne usurate e leggermente ingiallite con espressione grata. Rimasero a fissarsi per qualche interminabile secondo, senza neppure sbattere le palpebre, poi Jaina prese di nuovo la parola.
«Forza, sicuramente il tuo baule non si riordinerà da solo... e ti ricordo che non devi far tardi!».
L'Orco chinò il capo con fare sottomesso, annuendo.
«Lo so, ho capito...» disse a mezza voce, come temendo che se avesse parlato in tono troppo alto avrebbe finito con lo scatenare l'ira della sua metà.
Avanzò a passo pesante verso il caminetto ancora spento, vicino al quale si trovavano sia l'enorme baule che doveva essere ripulito sia la rastrelliera e il manichino che utilizzava per l'arma che utilizzava e la sua armatura, in modo da non lasciare pezzi sparsi in giro che al mattino, con il sonno e altre eventuali complicanze, avrebbe potuto dimenticare di prendere.
Con un grugnito stanco staccò dal cinturone il suo martello e lo mise in verticale sulla rastrelliera, con la testa rivolta in basso; dopodiché procedette a spogliarsi. Slacciò ogni cinghia di sicurezza e rimosse con attenzione ogni singola parte della sua armatura, stando sempre attento a non sbatterne alcun pezzo sul pavimento o contro il camino. Era ovvio che ci teneva in maniera particolare a preservare l'integrità di ciò che serviva a salvargli la vita ogni singolo giorno; tuttavia, i suoi movimenti erano faticosi e risultava evidente - soprattutto a Jaina che lavorava con lui sin dal loro arrivo nel Nuovo Mondo - come ciascuno di essi gli costasse una fatica non da poco.
I Draghi Anziani erano mostri pericolosi e cacciarli richiedeva sempre un'attenzione particolare. La Lunastra non faceva eccezione alla regola; anzi, era una creatura ancor più insidiosa del Teostra, la sua controparte maschile. Era agile e molto aggressiva e Jaina aveva letto quanto potesse essere difficile star dietro al ritmo di una bestia che tendeva a muoversi di continuo. Non era del tutto convinta sull'attendibilità di quel tipo di informazione; tuttavia, quando aveva visto le condizioni di Thrall al ritorno dalla caccia, aveva dovuto ricredersi.
Era una fortuna che l'Orco avesse preso le stesse precauzioni adottate nelle cacce ai Teostra, altrimenti sarebbe potuto finire carbonizzato anziché solo leggermente bruciacchiato qua e là.
Se non avesse riposato a dovere, il giorno dopo non sarebbe riuscito nemmeno a cacciare un semplice Aptonoth per la stanchezza.
Jaina rimase in disparte ad osservarlo mentre si denudava, rimanendo con indosso solo un paio di braghe di tela che usava come biancheria intima, ben sapendo che delle normali mutande avrebbero visto la loro fine nell'arco di una giornata al massimo sotto delle armature tanto ingombranti e pesanti come quelle che indossava quotidianamente.
Il suo corpo massiccio era solcato di muscoli. La sua schiena era immensa ed eretta come quella di pochi altri Orchi in tutta Astera e la spina dorsale appariva leggermente in rilievo al centro, soprattutto poco sotto la nuca. L'Umana era sempre lieta di poterlo ammirare senza vestiti, a prescindere da quanto potesse essere pulito o meno dopo un'intensa giornata di lavoro.
Thrall mosse le spalle finalmente libere da ogni peso emettendo un debole grugnito, quindi aprì il suo baule e cominciò a frugare all'interno. Solo allora la sua assistente si decise a raggiungerlo.
L'Orco estrasse svariati pezzi di armatura e cominciò ad appoggiarli sul pavimento, dividendo quelli più vecchi - che quindi reputava inutili - da quelli che verosimilmente avrebbero potuto tornargli ancora utili in futuro. Jaina si posizionò accanto a lui e cominciò a fare altrettanto, anche se da sola non era in grado di riconoscere molte parti di armatura, motivo per cui decise di lasciare quell'incombenza al proprietario per dedicarsi invece a mettere ordine tra le sue armi.
Thrall non ne aveva molte invero: la maggior parte erano martelli, che la femmina preferì lasciare dove si trovavano. Solo una esigua minoranza erano armi di altro tipo, probabilmente vecchi prototipi della Commissione che l'Orco aveva richiesto alla forgia per poter provare i diversi approcci alla caccia.
Non tutti i cacciatori erano portati ad utilizzare le stesse armi e spesso e volentieri occorrevano alcuni tentativi con tipologie diverse prima di approdare a quella con cui ci si trovava più a proprio agio. Jaina lo aveva visto accadere molte volte nel Vecchio Mondo.
Tra le armi che il suo partner non utilizzava più c'erano anche una spadascia fatta completamente di ferro che fece non poca fatica ad estrarre dal baule e poi un'arma decisamente curiosa.
Jaina estrasse un set di spada e scudo, entrambi piccoli e maneggevoli. La spada era delle dimensioni adatte a quelle della sua mano e lo scudo per quanto fosse in grado di proteggerle il braccio, a Thrall probabilmente sarebbe servito solo come paranocche.
Perplessa, la giovane Umana sollevò la coppia di armi per mostrarla all'altro.
«Davvero usavi questa roba? Me ne ero completamente dimenticata...» esclamò, accennando una risata.
Thrall - al momento alle prese con un petto di armatura di Kirin che finì senza troppe cerimonie nella pila di cose da buttare - si girò verso di lei per vedere di cosa stesse parlando e rimase stupito nel vederle maneggiare uno scudo e una spada di ferro che parevano quasi arrugginiti tant'era scuro il metallo con cui erano stati forgiati.
«Solo per poco tempo» disse lui subito, per poi tornare a frugare nei suoi effetti personali «Non è molto comoda per me... è più lungo il mio braccio della lama...» ammise in tono un poco imbarazzato.
La sua assistente ridacchiò a mezza voce, battendogli poi una delicata pacca sul braccio.
«Allora immagino sia da buttare» disse.
«A meno che non voglia utilizzarla tu, difficilmente cambierò arma in futuro per tornare a quella. Coi martelli mi trovo molto meglio» ribatté in tono gentile.
«Io?!» Jaina sembrava sconvolta dalla proposta del suo compagno cacciatore «Cosa dovrei farci io con questa? Non sono addestrata ad utilizzare armi di alcun tipo...».
Vedendo la reazione brusca di lei, l'Orco protese una mano grande e verde verso lo scudo e lo toccò con aria pensosa.
«Magari potrei insegnarti io qualcosa in merito... non sarò il migliore con questa roba ma almeno potresti... difenderti se capitasse di nuovo un incidente come... sì, insomma... come quello con il Deviljho» ponderò a voce alta con tono un poco esitante. Non erano ricordi piacevoli quelli che stava rievocando e Jaina condivideva il sentimento.
Il suo incontro ravvicinato con il Deviljho nella Foresta Antica avrebbe potuto facilmente trasformarsi in tragedia. Se non fosse stato per il tempestivo intervento di Thrall probabilmente adesso non sarebbe stata lì con lui a parlare di tutto ciò.
Jaina abbassò il capo. Si sentiva ancora in colpa per aver fatto prendere uno spavento del genere al suo partner. Non l'aveva mai visto così agitato come quando l'aveva trovata "in compagnia" di un enorme Deviljho affamato.
«Forse hai ragione...» borbottò a mezza voce, ancora scossa per il ricordo della terribile esperienza «Ma sono solo la tua assistente. La Commissione di Ricerca non ci permette di portare con noi delle armi...».
«Intanto potremmo provare con quella» Thrall prese lo scudo e la spada dalle piccole mani dell'Umana e ripose il tutto nel baule «Qui sicuramente può starci... e posso cercare di farti esercitare quando siamo sul campo da soli» aggiunse in tono più sicuro, quasi entusiasta. Non erano molti i casi in cui l'Orco si mostrava così emozionato per qualcosa di inerente la caccia.
In effetti non era un'idea completamente malvagia. Era strategia e a Jaina il sotterfugio piacque molto.
L'affermazione, per quanto vivace ed energica fosse, venne seguita da un altro grosso sbadiglio che fece tornare l'assistente coi piedi per terra.
«Va bene, provare non costa niente» sospirò lei con fare rassegnato «Ma adesso finiamo di togliere la roba che non usi più e poi a dormire» soggiunse risoluta.
Thrall si stropicciò gli occhi e riprese a svuotare il suo baule. Con l'aiuto della sua compagna, dividere e rimettere le cose al loro posto una volta che ebbe tolto tutto quanto fu piuttosto veloce. Jaina era davvero una persona che sapeva mettere ordine nelle cose quando voleva. Era un peccato che non riuscisse a farlo quotidianamente anche con i suoi appunti personali.
Sotto le sue direttive, l'Orco ripose tutto ciò che aveva reputato di poter riciclare in un futuro più o meno prossimo. Impiegarono un'ora circa nell'intera operazione e alla fine, quando Thrall si rialzò dal baule, la schiena gli doleva per essere rimasto troppo a lungo piegato.
Con un grugnito si rimise dritto e si trascinò fino al letto, sul quale si lasciò cadere pesantemente, facendo cigolare la rete. Non gli importava molto, finché poteva rimanere disteso in quel modo.
«Avanti, sotto le coperte. Così ti prenderai un malanno...» lo punzecchiò Jaina, dandogli qualche piccola pacca sul sedere perché si muovesse.
«L'importante non era che dormissi?» chiese lui di rimando, sbadigliando ancora.
«Certo... ma non ho intenzione di dormire da sola dentro il letto mentre tu tiri le coperte» brontolò lei fingendosi offesa.
L'Orco rimase immobile per qualche altro secondo, poi decise suo malgrado di dare ascolto alla sua richiesta. Si mise carponi e goffamente raggiunse la cima del letto, tirò via la coperta da sotto i cuscini e ci si mise sotto.
Non gli importava davvero di quanto potesse essere sporco o sudato in quel momento né di qualsivoglia altra frivolezza cui normalmente avrebbe dato peso. Era solo un Orco stanco che voleva dormire.
Si stese supino in una metà del letto e giacque chiudendo finalmente gli occhi.
Jaina si spogliò in fretta della sua uniforme, ben consapevole che era inutile rendere lo spettacolo piccante per il suo "pubblico" viste le sue condizioni. Con solo il reggiseno e le mutandine indosso, si distese accanto a Thrall, utilizzando la sua massiccia spalla come sostituta del cuscino. Era molto più comoda di quanto la sua notevole massa muscolare potesse lasciar intendere e all'Umana non occorse molto tempo per cadere assopita.
«Jaina? Svegliati, forza... c'è del lavoro da fare».
La ragazza schiuse gli occhi, confusa, e la prima cosa che si trovò dinanzi furono gli occhi azzurri e carichi di dolcezza ed energia di Thrall. L’Orco si ergeva su di lei, completamente vestito e armato. Non pareva più così sfinito come lo ricordava lei.
«Cosa?» bofonchiò l’Umana, cercando di identificare il posto in cui si trovavano. Non erano più nell’alloggio di Thrall e neanche ad Astera: dietro l’Orco c’era un qualcosa di uniforme e non del tutto opaco da cui filtravano alcuni deboli raggi di sole molesti. Aveva tutta l’aria di essere una tenda, simile in tutto e per tutto a quelle che la Commissione di Ricerca aveva eretto in tutto il Nuovo Mondo.
«È il primo giorno del tuo addestramento. La sveglia all’alba si ripagherà, credimi» e così dicendo l’Orco tese una grossa mano alla piccola Umana.
Quest’ultima continuava a guardarlo con cipiglio confuso ma accettò l’aiuto e si lasciò rimettere in piedi. Quando fu di nuovo in posizione eretta vide che indossava dei vestiti diversi da quelli che metteva di solito. La sua divisa da assistente era stata sostituita da una semplice armatura di cuoio nero costituita da una tuta con dei pantaloncini corti che le lasciavano scoperte quasi per intero le gambe, un paio di stivali e guanti. Sulla fronte portava una specie di benda che le teneva lontano dal viso la maggior parte dei ciuffi di capelli - che aveva raccolto in una pratica coda per l’occasione. In vita portava una spessa cintura cui era attaccata una gabbietta per gli insetti-guida e una piccola sacca.
Un microscopico giubbino marrone le forniva ulteriore protezione al seno e alle spalle.
Sull’avambraccio sinistro portava un guanto dotato di fionda mentre quello destro era infilato nei due passanti metallici di un piccolo scudo rotondo che recava sul lato anteriore lo stemma della Commissione di Ricerca. Sul lato posteriore della cintura c’era agganciato qualcosa di pesante e tastando con la mano scoprì che si trattava di un doppio fodero in cui erano riposti un piccolo coltello da scuoiatura e una spada corta ma affilata.
Quello era un equipaggiamento completo da cacciatore. Il suo cuore martellava forte nel suo petto mentre eccitazione e terrore si mescolavano dentro di lei. Non aveva mai provato a stare dall’altra parte e non aveva idea di come potesse essere. Aveva paura di sbagliare e rovinare la caccia di Thrall.
«Va bene, mi impegnerò» esclamò Jaina annuendo con fare un poco esitante, poi uscì dalla tenda.
I raggio rosati dell’alba si spandevano dall’orizzonte nel resto del cielo, rischiarando le nubi e la volta celeste in maniera delicata e spettacolare insieme.
L’Umana si fermò a guardare la Foresta Antica e sentì poco dopo la massiccia figura dell’Orco uscire dalla tenda a sua volta e mettersi dietro di lei.
«Seguimi» disse cordiale, poi la superò e la guidò in avanti.
Jaina prese un respiro profondo per prendere coraggio e poi andò dietro di lui. Era la seconda volta che usciva dall’accampamento in tutta la sua vita e sperava che almeno quella volta terminasse in maniera più piacevole dell’ultima.
Attraversò un arco di roccia avvolto nella vegetazione e si ritrovò in un ampio spazio aperto con un piccolo lago e una cascata che erano collegati con il mare a est. C’erano molti alberi sparsi qua e là, cespugli e anche degli animali: un piccolo branco di Aptonoth per l’esattezza.
Gli erbivori ruminavano pacificamente, ignorando la coppia che li osservava da lontano. Attorno non c’erano tracce di altri mostri più grandi e pericolosi.
«Cosa… dovrei fare?» domandò Jaina in tono incerto.
«Procacciarci la colazione» Thrall le rivolse un sorriso e accennò agli Aptonoth di fronte a loro «… prima che se ne vada» aggiunse subito dopo.
La ragazza aggrottò le sopracciglia con espressione determinata e annuì. Estrasse la sua spada corta ed avanzò verso la bestia più vicina - che continuava a mangiare senza considerarla.
Jaina sollevò decisa la spada e l’abbatté nel fianco dell’Aptonoth. La creatura cacciò un verso di dolore e sofferenza che allertò i suoi compagni di branco, i quali cominciarono ad allontanarsi rapidamente.
L’Umana non si concentrò su di loro e continuò a colpire la sua preda, utilizzando non solo la lama ma anche il suo scudo. I fendenti di lei erano un poco tremanti e benché stesse cercando di fare del suo meglio per brandire in maniera risoluta l’arma, di fatto l’emozione di essere sul campo e di stare facendo qualcosa che non fosse attendere pazientemente il ritorno del suo compagno era per lei fonte di forte stress.
Thrall era ancora in piedi pochi metri alle sue spalle e la osservava da lontano. Lei gli dava le spalle ma sentiva il suo sguardo sulla sua schiena. Sperava di non stare facendo niente di sbagliato e confidava nella sua esperienza per avere aiuto nel caso in cui si fosse reso necessario.
«Che sciocca, sicuramente se stessi sbagliando qualcosa lui sarebbe già qui a rimproverarmelo...» rifletté tra sé mentre dava un colpo di scudo sul cranio dell'Aptonoth utilizzando tutto il peso del suo piccolo corpo per infliggere maggior danno.
Con un ultimo latrato ed uno schianto secco di ossa rotte, l'animale stramazzò sulla ghiaia umida e lì rimase, inerte. Jaina rimase ad osservare il cadavere per qualche istante prima di realizzare che effettivamente era morto. A quel punto un sorriso esultante si allargò sul suo viso e si girò saltellando verso Thrall in cerca di approvazione.
«Come sono andata?!» esclamò mentre si voltava, eccitata dalla riuscita del suo primo approccio alla caccia.
Quando però si volse completamente vide l'Orco esibire un cipiglio allarmato e spaventato insieme mentre brandiva il suo martello. Stava guardando nella sua direzione, eppure non sembrava stare guardando proprio lei. Lo vide balzare giù dal piccolo gradino di pietra che aveva eletto a suo punto di osservazione privato e cominciare a correre verso di lei.
La ragazza non capiva cosa stava succedendo e fu solo quando udì un ruggito orribile proveniente da oltre le sue spalle che capì cosa stava succedendo. Qualcosa era arrivato a cercare cibo come loro.
Un brivido corse lungo la schiena di Jaina e il suo cuore sprofondò nel terrore più cupo riconoscendo l'atroce ruggito di un Deviljho. Istintivamente si portò entrambe le mani alle orecchie per evitare che le esplodessero i timpani, quindi si girò di nuovo.
L'enorme mostro verde era arrivato a pochi metri dietro di lei eppure non si era accorta di niente. Era veramente pessima come allieva. Aveva fatto bene a divenire assistente, altrimenti la sua mancanza di percezione dell'ambiente attorno a sé l'avrebbe trasformata in una cacciatrice dalla vita ridicolmente breve.
«Come mi è venuto in mente di voler imparare a cacciare?!» si chiese in preda al panico mentre le sue gambe tremanti cedevano e lei cadeva seduta sul selciato umido, accanto all'Aptonoth appena ucciso.
Thrall caricò il Deviljho e gli affibbiò una martellata in pieno sulla sua grossa mascella irta di denti affilati come rasoi e scaraventandolo all'indietro, per poi aggredirlo con un grido di battaglia tale da squarciare i polmoni di chiunque non fosse un Orco.
Jaina si svegliò di soprassalto nella notte. Era coperta di un velo di sudore e le sue gambe si erano attorcigliate nella coperta. Era ancora distesa nel letto al fianco di Thrall, che russava piano e in modo regolare, del tutto ignaro della sua agitazione.
L'Umana respirava affannosamente per lo spavento che si era preso. Non era stato un incubo normale e la paura che potesse realizzarsi era soverchiante.
Avrebbe convinto Thrall che non era una buona idea addestrarla all'uso delle armi. Non gli avrebbe parlato del sogno per non sembrare una stupida fifona; piuttosto avrebbe trovato una qualche scusa più logica e plausibile. Si rifiutava di metterlo in pericolo per un suo stupido capriccio. Correva già abbastanza rischi ogni giorno senza che ci si mettesse anche lei a peggiorare le cose.
Tutto ciò che doveva fare al momento era rilassarsi e rimettersi a dormire. Non avrebbe potuto far niente fino all'indomani, specialmente visto che il suo partner dormiva sodo e lei non aveva alcuna intenzione di svegliarlo.
«Continuerai a fare quello che ti riesce meglio. Sei un'assistente, Jaina» disse a se stessa mentre cercava di tranquillizzarsi.
Si girò su un fianco e chiuse gli occhi, abbracciando l'imponente torso dell'Orco e cercando conforto nel suo corpo possente.