fiamma_drakon: (Flandre_Scarlet)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Via l'uniforme
Rating: Arancione
Genere: Erotico, Romantico
Personaggi: Ludwig (Germania), Roderich Edelstein (Austria)
Wordcount: 1584 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: 50 Pervertibles / 036. Uniforme @ [livejournal.com profile] kinks_pervs
Note: Lemon, Yaoi
Germania superò la soglia di casa e, non appena se la fu chiusa alle spalle, ci si appoggiò contro e mandò un sospiro esausto.
«Che stanchezza...» mormorò, chiudendo gli occhi e reclinando all'indietro il capo.
«Oh, Germania sei tornato...».



Germania superò la soglia di casa e, non appena se la fu chiusa alle spalle, ci si appoggiò contro e mandò un sospiro esausto.
«Che stanchezza...» mormorò, chiudendo gli occhi e reclinando all'indietro il capo.
Anche quella era stata una giornata sfibrante in cui aveva dovuto correr dietro ad Italia a destra e a manca, nonché proteggerlo dagli attacchi tutt'altro che degni di tale nome di Inghilterra e Francia.
Era stancante oltre ogni dire far da balia a Feliciano.
«Anche per oggi dovrei essermi guadagnato un po' in pace...» commentò tra sé e sé il tedesco.
«Oh, Germania sei tornato...».
Il biondo aprì gli occhi, trovandosi davanti Austria. Quest’ultimo lo stava squadrando con una velata punta d’interesse: a vederlo sempre in giro con quella stessa uniforme alla fine aveva cominciato a piacergli il suo look da soldatino ligio al dovere.
«Sì, sono rientrato ora» rispose l’altro.
«Com'è andata oggi?» domandò Roderich, accennando una nota di composto interesse.
«Bene...» sospirò il biondo.
Edelstein riconobbe la nota d'esasperazione della sua voce.
«Italia ti dà da fare?» provò ad indovinare, inarcando eloquentemente un sopracciglio.
Ludwig si passò una mano sul viso, sospirando più rumorosamente.
«Già, ma...» esitò, arrossendo «... è il mio primo e unico amico... non posso far finta di niente...».
Austria stirò le labbra in un impercettibile sorriso: finché Italia rimaneva un amico gli andava più che bene. Del resto, il posto che stava un gradino sopra l'amico era già occupato... da lui.
Germania parve in parte intuire i suoi pensieri, perché disse: «Ti stai preoccupando inutilmente...».
«Dorme già con te» gli venne spontaneo sottolineare ad Austria.
«Non significa niente. L'hai avuto anche tu in casa, sai com'è fatto. È un po' infantile...»
«Non fai altro che difenderlo...!» lo accusò Edelstein imbronciato.
Germania inspirò profondamente, cercando di mantenere la calma ed il sangue freddo.
«Non fare il geloso, okay? Non è da te. Italia è infantile ed è solo un amico, punto. Piuttosto, non è che sia lui l'unico a comportarsi da immaturo...».
Roderich gonfiò le guance, arrossendo indignato.
«Mi stai dicendo che mi comporto in modo puerile?!» chiese, marcando offeso l’ultima parola.
«Non sono io quello che cerca di eludere le proprie responsabilità quando rompe qualcosa...».
Austria fece per ribattere a tono, ma Ludwig lo precedette: «Sono stanco, non ho voglia di continuare a discutere».
Edelstein lo guardò, lasciando perdere il suo proposito di battibeccare: sembrava veramente distrutto.
Germania fissò l'altro: come al solito il musicista indossava una camicia rosa leggera di fattura raffinata ed aristocratica ed un paio di pantaloni scuri eleganti e comodi.
Lo invidiava, ogni tanto: lui non aveva mai da mettere la sua uniforme da battaglia, visto che non combatteva mai.
Arrivato a quell'ora della sera, Ludwig si sentiva scomodo e sudato dentro la sua uniforme e desiderava piuttosto indossare qualcosa di meno consono al campo di battaglia ma decisamente più comodo.
Austria gli appoggiò le mani sul petto, guardandolo serio negli occhi.
«Sei veramente così stanco...?» domandò con una punta di stupore.
«Tu non hai niente da fare tutto il giorno. Non torni a casa distrutto, sporco e sudato» replicò amaramente Ludwig «E non hai nessun bisogno di mettere un'uniforme militare e andare sul campo di battaglia».
«Allora perché non la togli e vai a farti una bella doccia?» propose il giovane pianista in tono ovvio.
«E tu hai intenzione di darmi una mano, magari?» ironizzò malizioso il tedesco.
«Se me lo chiedi...» replicò vago l'austriaco, mettendo mano alla casacca del biondo.
Gliela sbottonò, poi passò ai pantaloni: slacciò la cintura e cominciò ad abbassargli i calzari, indugiando con le mani intorno al rigonfiamento al cavallo.
«Sembra piuttosto che tu abbia voglia di... qualcos altro...» mormorò Germania.
Austria arrossì.
«Ma che dici?»
«Stai perdendo un po' troppo tempo... lì intorno» gli fece notare il biondo con un tono che lasciava intendere alla perfezione a cosa alludesse.
«Sembra quasi che l'uniforme ti sia d'impedimento a qualcosa...»
«Non è vero!»
«Sì, certo...».
Austria s'indignò.
«Allora vai a farti una doccia!» esclamò, infervorato.
«Era mia intenzione fin dall'inizio» replicò l'altro, quindi si sottrasse alle mani dell'austriaco e si diresse verso il bagno, sorreggendosi i pantaloni.
Roderich rimase a fissarlo andarsene, un po’ deluso: non credeva che se ne sarebbe andato davvero. Però doveva ammettere che quell'uniforme lo faceva sembrare molto più uomo e molto più affascinante, anche se si lamentava spesso quando tornava la sera... che lui non la metteva mai.
 
«Ah...! Una doccia così ci voleva proprio!» commentò Germania soddisfatto mentre camminava lungo il corridoio che portava alla sua camera.
Il torace era completamente nudo ed ancora imperlato d’acqua, però portava un asciugamano legato in vita ed un secondo asciugamano appoggiato sulle spalle, con il quale si stava asciugando i capelli.
Dopo una doccia calda da un lato si sentiva decisamente più rilassato, ma dall’altro sentiva di più la stanchezza.
«Non vedo l'ora di andare a dormire. Domani devo svegliarmi di nuovo presto...» si disse, aprendo la porta di camera.
«Oh, sei arrivato... finalmente».
Ludwig sbatté le palpebre, allibito e confuso.
«C-che cosa...?!» domandò, esterrefatto.
Accomodato sul suo letto c'era nientemeno che Austria. La cosa veramente eccezionale, però, era che non indossava i suoi soliti abiti eleganti ma "casalinghi", bensì...
«Un'uniforme?! Che significa?» fece il tedesco, indietreggiando di mezzo passo, intimorito dall'assurda novità.
Roderich accarezzò il lenzuolo, rivolgendo uno sguardo d'intesa al tedesco.
«Ti stavo aspettando...» disse, accavallando le gambe.
L'uniforme che aveva indosso l'austriaco era quella da battaglia, anche se non si risparmiava in quanto ad eleganza, come del resto tutti i suoi capi d’abbigliamento, per qualsiasi occasione fossero. Era proprio vero che gli austriaci erano fanatici dell’eleganza a tutti i costi.
Roderich indossava una camicia bianca ed un paio di pantaloni aderenti bianchi che sparivano all'interno di un paio di stivali neri che gli arrivavano fino a metà polpaccio. Sopra a tutto portava una lunga casacca bianca con le rifiniture di un bellissimo blu intenso.
«P-perché...?» domandò Ludwig, imbarazzato: lo sguardo del suo "ospite" non prometteva niente di buono.
Austria si alzò e si avvicinò a lui, prendendo tra il pollice e l’indice un ciuffo di capelli umidi e strofinandolo, interessato.
«Germania... stavo pensando a prima...» chiese, alzando innocentemente lo sguardo, fino ad incrociare i suoi occhi.
Ecco che entrava in scena l'arma prediletta di Roderich quando si trattava di chiedere certe cose: il suo lato di "bravo ragazzo".
Germania ne era letteralmente affascinato - tanto che, infatti, arrossì non poco nell'incrociare i suoi occhi.
Austria distolse nuovamente lo sguardo e, continuando a giocherellare coi suoi capelli, disse: «Ricordi, quel che mi hai chiesto prima, mentre ti aprivo la cas...».
«A-Austria» lo interruppe Ludwig, arrendendosi praticamente subito, già sapendo che col perdurare il discorso sarebbe diventato sempre più difficile da continuare. Si fece coraggio e, superando l’imbarazzo del momento, arrivò immediatamente al succo del discorso: «Vuoi farlo?».
Il moro arrossì all'improvviso, sgranando gli occhi, ma riassunse l'espressione precedente con uno scarto di pochi secondi.
«Ecco, io...» cominciò, ma il biondo gli posò un dito sulle labbra, troncando il discorso.
«Ho capito» disse, andando a sedersi sul letto.
Si asciugò con vigore i capelli, poi lasciò cadere sul pavimento sia il panno con cui si era asciugato, sia quello che teneva legato ai fianchi, rimanendo completamente nudo di fronte a Edelstein.
Quest'ultimo rimase impalato dov'era qualche momento, spiazzato dai gesti dell'altro, poi si riscosse e sentì sorgere in lui l'attrazione sessuale nei confronti del tedesco.
Lo raggiunse e si stese al suo fianco sul materasso, anche se il biondo lo afferrò per il colletto quasi subito, mettendosi seduto e trascinando nella stessa posizione pure lui, catturando le sue labbra con un bacio.
Con le mani cominciò ad esplorare il suo corpo, poi iniziò a togliergli l'uniforme.
«È fastidiosa... anche se ti fa sembrare più maschio. È una tentazione forte...» gli rivelò Ludwig a fior di labbra.
«E allora...? Toglila...» replicò in un sussurro labile Roderich, arrossendo, cercando di nuovo le sue labbra.
Il tedesco lo baciò con passione, mentre gli toglieva la camicia, per poi passare ai pantaloni.
Gli carezzò le cosce, salendo verso il cavallo dei pantaloni, indugiando sul rigonfiamento che si percepiva attraverso la stoffa.
Austria mandò un ansimo, debole, soffocato.
«Non indugiare lì, ti prego...» supplicò.
Germania prese il bordo dei calzari e li abbassò velocemente, come se fosse impaziente di cominciare.
La biancheria fu rimossa ancor più rapidamente.
Austria si voltò, sdraiandosi bocconi sul materasso, mostrando le natiche sode e perfette. Germania si sdraiò sopra di lui, strusciando il proprio membro contro il suo fondoschiena, aumentando la tensione erotica tra loro, poi lo penetrò con decisione.
Spinse senza peritarsi minimamente della forza che ci metteva.
Il suo pene eretto dentro Roderich dava a quest'ultimo un senso d'estasi impareggiabile, tale da strappargli gemiti ben udibili.
Ludwig era così bravo a fare sesso. Riusciva sempre ad eccitarlo fuor di maniera e a fargli provare sensazioni che nessun altro riusciva a dargli.
«Germania...!» esclamò l'austriaco.
«Sì...?» domandò l'altro, ottenendo in risposta un ansimo particolarmente forte ed eloquente. Sembrava chiedergli dell’altro.
Il biondo si distese sopra di lui, appoggiando il capo in mezzo alla sua schiena, continuando a spingere col bacino. Gli baciò la pelle madida di sudore, contemplando l'esiguo scorcio del suo viso che riusciva a vedere da quella posizione: la sua espressione era di pura estasi e le sue guance rosse lo facevano sembrare più giovane, quasi un bambino.
Con un'ulteriore spinta più poderosa delle altre, Austria inarcò la schiena, lanciò un gemito e venne, macchiando di sperma il lenzuolo.
Dopo un attimo, anche il tedesco venne, dentro il moro.
Giacquero l'uno addosso all'altro in quella stessa posizione per dei minuti, in silenzio.
Poi il biondo si decise ad uscire da Edelstein e si sedette di fianco a lui.
«La tua uniforme si è stropicciata» osservò Ludwig in tono di rammarico, gettando un'occhiata all'indumento buttato a terra.
«Non importa. L'ho messa solamente per tentarti... come tutti i giorni fai te involontariamente con la tua uniforme» rispose Roderich senza guardarlo.
Il biondo s'immaginò il viso dell'austriaco imporporarsi per l'audacia della sua affermazione, e non riuscì a trattenere un sorriso.
«Questo spiega un sacco di cose...».
This account has disabled anonymous posting.
If you don't have an account you can create one now.
HTML doesn't work in the subject.
More info about formatting

Info ♥

Benvenuti nel mio journal personale, dove posto tutte le mie fiffi!
Qui troverete un po' di tutto sia per tipo di relazioni (het, yaoi e yuri) sia per rating (con prevalenza di lavori NSFW). Se ciò non vi aggrada, migrate tranquillamente verso siti a voi più gradevoli; in caso contrario, buona permanenza e buona lettura! ♥

I personaggi di cui scrivo non appartengono a me ma sono dei rispettivi proprietari - salvo gli originali, che sono di mia esclusiva proprietà.

Tags