![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png){kind=small}
fiamma_drakonTitolo: Il dovere di un maggiordomo e amante ha un limite
Rating: Verde
Genere: Comico, Sentimentale
Personaggi: Ada Bezarius, Vincent Nightray
Wordcount: 396 (![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-community.gif)
fiumidiparole)
Prompt: "Yes, my Lady" by![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
xshade_shinra + 12 Storie - #08 Varie B / #10 - Dovere @ diecielode
Note: AU, Het
«Stai un poco più fermo, Vincent, ti prego...»
«Sei sicura di quello che stai facendo?»
«Ovviamente. Non ti fidi di me...?».
Era la prima volta da che ne conservava memoria che il Nightray si mostrava a qualcuno che non fosse suo fratello Gilbert così apertamente intimidito.
«Stai un poco più fermo, Vincent, ti prego...»
«Sei sicura di quello che stai facendo?»
«Ovviamente. Non ti fidi di me...?».
Era la prima volta da che ne conservava memoria che il Nightray si mostrava a qualcuno che non fosse suo fratello Gilbert così apertamente intimidito. Avrebbe di gran lunga preferito nascondere le sue emozioni dietro la maschera d’elegante impassibilità che indossava di solito, ma la situazione gli riusciva talmente ostica da renderglielo estremamente difficile.
«Yes, my Lady» replicò in tono di rassegnata sottomissione e con un perfetto accento inglese, non riuscendo a distogliere gli occhi da quei pozzi smeraldini.
La giovane Ada Bezarius gli sorrise con il suo consueto modo di fare garbato e rassicurante.
Vincent Nightray sarebbe rimasto affascinato dalla sua espressione, se solo si fosse trovato in condizioni ben differenti da quelle in cui era, imprigionato in una gabbia d’acciaio per far sì che la ragazza potesse oliare e sistemare i grossi chiodi che attraversavano da parte a parte le sbarre piatte.
Era inquietante oltremodo, ma il biondo non poteva sottrarsi: in quanto suo maggiordomo, era suo dovere assolvere i compiti che la Bezarius gli affidava, per quanto ingrati ed orripilanti fossero.
A ciò si aggiungeva il fatto che tra di loro ci fosse una relazione anche sul piano sentimentale, che - nonostante l’indole molto indipendente del giovane - lo rendeva facilmente assoggettabile alle richieste della nobildonna.
L’amore lo rendeva di volontà più debole, se ne accorgeva anche da solo, ma non poteva farci niente: anche se si era sempre considerato incapace di provare tutte le emozioni, era comunque umano, per cui prima o poi sarebbe giunto il momento di sperimentare ogni sfumatura della rosa dei sentimenti, incluso l’amore.
«Non preoccuparti» gli disse Ada, mettendo mano ad un nuovo chiodo «L’ho fatto tante volte».
«Ah... è un sollievo...» rispose Vincent, cercando di fingersi veramente sollevato, benché la minaccia incombente di poter diventare una vittima accidentale di un arnese tipico delle pratiche dell’occultismo lo terrorizzasse.
All’udire il cigolio sinistro della vite che la ragazza stava oliando, il biondo sobbalzò.
«Quanto dovrò rimanere ancora qui dentro?» domandò.
«Un’ora più o meno. Perché?»
«Niente, semplice curiosità» ribatté il Nightray con l’intento di chiudere il discorso.
«Il mio dovere è rimanere qui. Non posso andarmene, Ada non me lo perdonerebbe e poi, non mi farebbe mai del male» si disse, ma nello stesso momento sentì una punta acuminata sfiorargli la pelle della tempia, mettendogli i brividi.
«Devo resistere solo un’altra ora. Solo... un’altra... ora...?!».
Rating: Verde
Genere: Comico, Sentimentale
Personaggi: Ada Bezarius, Vincent Nightray
Wordcount: 396 (
fiumidiparole)Prompt: "Yes, my Lady" by
xshade_shinra + 12 Storie - #08 Varie B / #10 - Dovere @ diecielodeNote: AU, Het
«Stai un poco più fermo, Vincent, ti prego...»
«Sei sicura di quello che stai facendo?»
«Ovviamente. Non ti fidi di me...?».
Era la prima volta da che ne conservava memoria che il Nightray si mostrava a qualcuno che non fosse suo fratello Gilbert così apertamente intimidito.
«Stai un poco più fermo, Vincent, ti prego...»
«Sei sicura di quello che stai facendo?»
«Ovviamente. Non ti fidi di me...?».
Era la prima volta da che ne conservava memoria che il Nightray si mostrava a qualcuno che non fosse suo fratello Gilbert così apertamente intimidito. Avrebbe di gran lunga preferito nascondere le sue emozioni dietro la maschera d’elegante impassibilità che indossava di solito, ma la situazione gli riusciva talmente ostica da renderglielo estremamente difficile.
«Yes, my Lady» replicò in tono di rassegnata sottomissione e con un perfetto accento inglese, non riuscendo a distogliere gli occhi da quei pozzi smeraldini.
La giovane Ada Bezarius gli sorrise con il suo consueto modo di fare garbato e rassicurante.
Vincent Nightray sarebbe rimasto affascinato dalla sua espressione, se solo si fosse trovato in condizioni ben differenti da quelle in cui era, imprigionato in una gabbia d’acciaio per far sì che la ragazza potesse oliare e sistemare i grossi chiodi che attraversavano da parte a parte le sbarre piatte.
Era inquietante oltremodo, ma il biondo non poteva sottrarsi: in quanto suo maggiordomo, era suo dovere assolvere i compiti che la Bezarius gli affidava, per quanto ingrati ed orripilanti fossero.
A ciò si aggiungeva il fatto che tra di loro ci fosse una relazione anche sul piano sentimentale, che - nonostante l’indole molto indipendente del giovane - lo rendeva facilmente assoggettabile alle richieste della nobildonna.
L’amore lo rendeva di volontà più debole, se ne accorgeva anche da solo, ma non poteva farci niente: anche se si era sempre considerato incapace di provare tutte le emozioni, era comunque umano, per cui prima o poi sarebbe giunto il momento di sperimentare ogni sfumatura della rosa dei sentimenti, incluso l’amore.
«Non preoccuparti» gli disse Ada, mettendo mano ad un nuovo chiodo «L’ho fatto tante volte».
«Ah... è un sollievo...» rispose Vincent, cercando di fingersi veramente sollevato, benché la minaccia incombente di poter diventare una vittima accidentale di un arnese tipico delle pratiche dell’occultismo lo terrorizzasse.
All’udire il cigolio sinistro della vite che la ragazza stava oliando, il biondo sobbalzò.
«Quanto dovrò rimanere ancora qui dentro?» domandò.
«Un’ora più o meno. Perché?»
«Niente, semplice curiosità» ribatté il Nightray con l’intento di chiudere il discorso.
«Il mio dovere è rimanere qui. Non posso andarmene, Ada non me lo perdonerebbe e poi, non mi farebbe mai del male» si disse, ma nello stesso momento sentì una punta acuminata sfiorargli la pelle della tempia, mettendogli i brividi.
«Devo resistere solo un’altra ora. Solo... un’altra... ora...?!».
