fiamma_drakon (
fiamma_drakon) wrote2011-06-29 09:14 am
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Dirty Little Secrets
Titolo: Dirty Little Secrets
Rating: Arancione
Genere: Erotico
Personaggi: Alfred F. Jones (America), Arthur Kirkland (Inghilterra), Yao Wang (Cina)
Wordcount: 1004 (
fiumidiparole)
Prompt: 25 Senses: Sight / 017. Erotic Scene @
kinks_pervs
Note: Yaoi
Yao era esausto: da quando America e Inghilterra erano diventati i suoi padroni, non solo aveva perso la sua libertà, ma non aveva più avuto un momento di tregua. Chi gli chiedeva di cucinare, chi di far progetti, chi di massaggiargli le spalle... non ne poteva più!
Anche quella stressante giornata di lavoro era finita, per sua fortuna.
«Aaah, che spirito di sopportazione...! Questi occidentali finiranno col massacrarmi, aru!».
Cina camminava lungo uno dei tanti corridoi dell'edificio, le spalle curve come se stessero sopportando un peso eccessivo.
Yao era esausto: da quando America e Inghilterra erano diventati i suoi padroni, non solo aveva perso la sua libertà, ma non aveva più avuto un momento di tregua. Chi gli chiedeva di cucinare, chi di far progetti, chi di massaggiargli le spalle... non ne poteva più!
Anche quella stressante giornata di lavoro era finita, per sua fortuna.
«Ho voglia di dormire... che sonno, aru» mormorò, sbadigliando «Accidenti a quei due! Sono degli schiavisti, aru!».
In quel momento passò davanti alla camera dei due suddetti e lanciò un'occhiataccia alla porta chiusa.
«Sfruttatori, aru!» mormorò tra sé e sé.
In quel mentre udì un rumore provenire dall'altra parte della soglia che somigliava incredibilmente ad un sospiro alquanto ambiguo.
Yao si fermò completamente, smettendo persino di respirare, tendendo al massimo le orecchie per cercare di cogliere di nuovo il rumore: non riusciva a credere che potesse essere quel che sembrava.
Dopo pochi attimi colse un altro rumore, un debole borbottio come di protesta, che scosse il suo interesse al punto da convincerlo a sbirciare all'interno.
Si piegò sulle ginocchia e si abbassò a guardare attraverso il buco della serratura: nella stanza la luce accesa era quella della lampada sul comò accanto al letto - che però era fuori dal campo visivo di Yao - ed illuminava una scena che il moro impiegò qualche istante a realizzare.
Inghilterra stava spogliando America: il giubbotto e parte dell'uniforme già non c'erano più.
Le mani dell'inglese vagavano febbrili sul petto dell'altro, togliendo tutto quel che capitava tra le sue dita.
L'americano, dopo un primo momento di esitazione, iniziò ad assecondarlo, cominciando anche lui a spogliarlo.
Dai movimenti, era chiaro che ci fosse un'intesa piuttosto particolare e forte tra loro due, un vincolo che lasciò basito Cina: da come si trattavano solitamente sembrava che si sopportassero a malapena, e invece quando lui non c'era si trattavano in modo così intimo.
Quando rimasero in biancheria, i due biondi si baciarono sotto lo sguardo allibito di Yao: si amavano sul serio!
La loro relazione era stata una scoperta che era riuscita a ridargli un po' di energie e a ritardare il suo bisogno di dormire: era ansioso di vedere cos'altro avrebbero fatto.
Presagiva sviluppi veramente interessanti di lì a poco.
Vide Arthur allungare le mani verso il viso di Alfred e togliergli gli occhiali.
«E-ehi...! Non vedo niente!» esclamò quest’ultimo, toccandogli le spalle, scendendo lungo le braccia. Dalla sua espressione sembrava sperduto.
«Gli occhiali non ti serviranno» gli rispose Inghilterra, appoggiandogli le mani sul petto, spingendolo sul materasso.
Cina si sistemò meglio, avido di sapere.
Vide Inghilterra sormontare l'americano - steso supino sotto di lui - al livello del bacino.
«Senza gli occhiali sei più bello» disse il britannico.
«E non t'importa se non vedo niente?» sussurrò l'altro.
«No. Per niente».
Yao vide il profilo di Kirkland chinarsi sul corpo di Jones ma non riuscì a vedere cosa fece. Tutto ciò che vide furono le braccia dell'americano che salivano a cingere il collo dell'altro, attirandolo a sé, poi sentì deboli gemiti mischiarsi a sospiri, mentre i due si muovevano sinuosi seguendo un ritmo lento ed erotico.
«Si baciano! E che bacio, aru! Come sono passionali!» constatò Cina, piacevolmente sorpreso ed interessato.
Lui però era in attesa del momento culminante di quel loro inaspettato rapporto.
Li spiò per altri minuti, durante i quali i due continuarono a scambiarsi baci e a sospirare in modo alquanto equivoco.
«Inghilterra...» sussurrò America. La voce gli tremava in modo ben percepibile e nel tono usato il moro percepì una nota di desiderio struggente.
«Mmh...?» mormorò l'altro, sollevandosi appena.
«Basta coi preliminari» disse l'americano con voce un poco più ferma, in tono d'ordine.
«Ah... e chi sei per ordinarmelo, mh?».
Inghilterra si lasciò scivolare lungo le sue gambe, fino a trovarsi inginocchiato a cavallo dei suoi polpacci. A quel punto si piegò e Yao lo vide leccare la sua pelle appena sotto l'ombelico, scatenando nel partner un tremito ed una sequela di sospiri.
«I-Inghilterra-ah...! Smettila...».
«America sta' zitto» s'impose Arthur.
Le sue mani vagarono sul petto dell'altro, scendendo nelle parti intime, indugiandovi.
Yao sentiva America ansimare abbastanza forte, come se stesse soffrendo.
«Avanti, voltati» borbottò l’ex madrepatria in tono di comando.
America obbedì, sottomesso.
«Eh-eh, adesso chi è la nazione dominante?» lo prese in giro Inghilterra.
«Basta aspettare...» replicò l'altro in un soffio.
«Stanno per farlo, aru!» commentò tra sé e sé Cina, eccitato: aveva aspettato con trepidazione quel momento.
Arthur oscillò a cavallo delle natiche dell'altro, poi si piegò leggermente in avanti, appoggiandosi con le mani sulla sua schiena, cominciando a muovere il bacino.
Era cominciata.
Fu questione di attimi, prima che alle orecchie di Yao giunsero i primi ansimi.
America aveva un modo di sospirare così acuto e struggente da far pensare immediatamente che stesse facendo - o, meglio, subendo - le peggiori cose che potessero passare per la mente della gente.
Il tono di voce era stridulo e traboccava di erotismo, che pareva addensarsi sempre più nell'aria fino a diventare palpabile persino dall'esterno della stanza.
Ogni tanto il cinese vedeva il suo capo muoversi.
Inghilterra doveva essere proprio bravo se riusciva a strappargli reazioni del genere.
«Che amore, aru!» mormorò con un fil di voce Cina, esaltato.
Cominciava a sentire i muscoli formicolare per la prolungata posizione piegata, ma non aveva la minima intenzione di muoversi da dov'era.
Arthur continuò a cavalcare Alfred ancora per qualche minuto, strappandogli sospiri e ansimi e gemiti ben udibili che invogliarono Yao a seguire lo “spettacolo” fino in fondo.
Quando l'inglese si sollevò, Wang si sentì quasi deluso: sperava che continuassero un po' più a lungo.
Lo vide sdraiarsi dall'altro lato dell'americano - quello che dalla sua posizione lui non riusciva a vedere - e l’altro si voltò su un fianco dando le spalle alla porta.
Dopo poco vide le mani di Inghilterra attorcigliarsi intorno al suo collo.
«Adesso non si vede più niente, aru...!» si lamentò tra sé il moro, rialzandosi e riprendendo a camminare lungo il corridoio.
«Che disdetta, aru!» borbottò, portandosi le mani dietro la nuca, guardando il soffitto con espressione delusa.
Sospirò.
«A questo punto... meglio andare a letto, aru» si disse, avviandosi lungo il corridoio.
«Però... che notizia piccante! America ed Inghilterra insieme. Da non credere, aru!».
Rating: Arancione
Genere: Erotico
Personaggi: Alfred F. Jones (America), Arthur Kirkland (Inghilterra), Yao Wang (Cina)
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Prompt: 25 Senses: Sight / 017. Erotic Scene @
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Note: Yaoi
Yao era esausto: da quando America e Inghilterra erano diventati i suoi padroni, non solo aveva perso la sua libertà, ma non aveva più avuto un momento di tregua. Chi gli chiedeva di cucinare, chi di far progetti, chi di massaggiargli le spalle... non ne poteva più!
Anche quella stressante giornata di lavoro era finita, per sua fortuna.
«Aaah, che spirito di sopportazione...! Questi occidentali finiranno col massacrarmi, aru!».
Cina camminava lungo uno dei tanti corridoi dell'edificio, le spalle curve come se stessero sopportando un peso eccessivo.
Yao era esausto: da quando America e Inghilterra erano diventati i suoi padroni, non solo aveva perso la sua libertà, ma non aveva più avuto un momento di tregua. Chi gli chiedeva di cucinare, chi di far progetti, chi di massaggiargli le spalle... non ne poteva più!
Anche quella stressante giornata di lavoro era finita, per sua fortuna.
«Ho voglia di dormire... che sonno, aru» mormorò, sbadigliando «Accidenti a quei due! Sono degli schiavisti, aru!».
In quel momento passò davanti alla camera dei due suddetti e lanciò un'occhiataccia alla porta chiusa.
«Sfruttatori, aru!» mormorò tra sé e sé.
In quel mentre udì un rumore provenire dall'altra parte della soglia che somigliava incredibilmente ad un sospiro alquanto ambiguo.
Yao si fermò completamente, smettendo persino di respirare, tendendo al massimo le orecchie per cercare di cogliere di nuovo il rumore: non riusciva a credere che potesse essere quel che sembrava.
Dopo pochi attimi colse un altro rumore, un debole borbottio come di protesta, che scosse il suo interesse al punto da convincerlo a sbirciare all'interno.
Si piegò sulle ginocchia e si abbassò a guardare attraverso il buco della serratura: nella stanza la luce accesa era quella della lampada sul comò accanto al letto - che però era fuori dal campo visivo di Yao - ed illuminava una scena che il moro impiegò qualche istante a realizzare.
Inghilterra stava spogliando America: il giubbotto e parte dell'uniforme già non c'erano più.
Le mani dell'inglese vagavano febbrili sul petto dell'altro, togliendo tutto quel che capitava tra le sue dita.
L'americano, dopo un primo momento di esitazione, iniziò ad assecondarlo, cominciando anche lui a spogliarlo.
Dai movimenti, era chiaro che ci fosse un'intesa piuttosto particolare e forte tra loro due, un vincolo che lasciò basito Cina: da come si trattavano solitamente sembrava che si sopportassero a malapena, e invece quando lui non c'era si trattavano in modo così intimo.
Quando rimasero in biancheria, i due biondi si baciarono sotto lo sguardo allibito di Yao: si amavano sul serio!
La loro relazione era stata una scoperta che era riuscita a ridargli un po' di energie e a ritardare il suo bisogno di dormire: era ansioso di vedere cos'altro avrebbero fatto.
Presagiva sviluppi veramente interessanti di lì a poco.
Vide Arthur allungare le mani verso il viso di Alfred e togliergli gli occhiali.
«E-ehi...! Non vedo niente!» esclamò quest’ultimo, toccandogli le spalle, scendendo lungo le braccia. Dalla sua espressione sembrava sperduto.
«Gli occhiali non ti serviranno» gli rispose Inghilterra, appoggiandogli le mani sul petto, spingendolo sul materasso.
Cina si sistemò meglio, avido di sapere.
Vide Inghilterra sormontare l'americano - steso supino sotto di lui - al livello del bacino.
«Senza gli occhiali sei più bello» disse il britannico.
«E non t'importa se non vedo niente?» sussurrò l'altro.
«No. Per niente».
Yao vide il profilo di Kirkland chinarsi sul corpo di Jones ma non riuscì a vedere cosa fece. Tutto ciò che vide furono le braccia dell'americano che salivano a cingere il collo dell'altro, attirandolo a sé, poi sentì deboli gemiti mischiarsi a sospiri, mentre i due si muovevano sinuosi seguendo un ritmo lento ed erotico.
«Si baciano! E che bacio, aru! Come sono passionali!» constatò Cina, piacevolmente sorpreso ed interessato.
Lui però era in attesa del momento culminante di quel loro inaspettato rapporto.
Li spiò per altri minuti, durante i quali i due continuarono a scambiarsi baci e a sospirare in modo alquanto equivoco.
«Inghilterra...» sussurrò America. La voce gli tremava in modo ben percepibile e nel tono usato il moro percepì una nota di desiderio struggente.
«Mmh...?» mormorò l'altro, sollevandosi appena.
«Basta coi preliminari» disse l'americano con voce un poco più ferma, in tono d'ordine.
«Ah... e chi sei per ordinarmelo, mh?».
Inghilterra si lasciò scivolare lungo le sue gambe, fino a trovarsi inginocchiato a cavallo dei suoi polpacci. A quel punto si piegò e Yao lo vide leccare la sua pelle appena sotto l'ombelico, scatenando nel partner un tremito ed una sequela di sospiri.
«I-Inghilterra-ah...! Smettila...».
«America sta' zitto» s'impose Arthur.
Le sue mani vagarono sul petto dell'altro, scendendo nelle parti intime, indugiandovi.
Yao sentiva America ansimare abbastanza forte, come se stesse soffrendo.
«Avanti, voltati» borbottò l’ex madrepatria in tono di comando.
America obbedì, sottomesso.
«Eh-eh, adesso chi è la nazione dominante?» lo prese in giro Inghilterra.
«Basta aspettare...» replicò l'altro in un soffio.
«Stanno per farlo, aru!» commentò tra sé e sé Cina, eccitato: aveva aspettato con trepidazione quel momento.
Arthur oscillò a cavallo delle natiche dell'altro, poi si piegò leggermente in avanti, appoggiandosi con le mani sulla sua schiena, cominciando a muovere il bacino.
Era cominciata.
Fu questione di attimi, prima che alle orecchie di Yao giunsero i primi ansimi.
America aveva un modo di sospirare così acuto e struggente da far pensare immediatamente che stesse facendo - o, meglio, subendo - le peggiori cose che potessero passare per la mente della gente.
Il tono di voce era stridulo e traboccava di erotismo, che pareva addensarsi sempre più nell'aria fino a diventare palpabile persino dall'esterno della stanza.
Ogni tanto il cinese vedeva il suo capo muoversi.
Inghilterra doveva essere proprio bravo se riusciva a strappargli reazioni del genere.
«Che amore, aru!» mormorò con un fil di voce Cina, esaltato.
Cominciava a sentire i muscoli formicolare per la prolungata posizione piegata, ma non aveva la minima intenzione di muoversi da dov'era.
Arthur continuò a cavalcare Alfred ancora per qualche minuto, strappandogli sospiri e ansimi e gemiti ben udibili che invogliarono Yao a seguire lo “spettacolo” fino in fondo.
Quando l'inglese si sollevò, Wang si sentì quasi deluso: sperava che continuassero un po' più a lungo.
Lo vide sdraiarsi dall'altro lato dell'americano - quello che dalla sua posizione lui non riusciva a vedere - e l’altro si voltò su un fianco dando le spalle alla porta.
Dopo poco vide le mani di Inghilterra attorcigliarsi intorno al suo collo.
«Adesso non si vede più niente, aru...!» si lamentò tra sé il moro, rialzandosi e riprendendo a camminare lungo il corridoio.
«Che disdetta, aru!» borbottò, portandosi le mani dietro la nuca, guardando il soffitto con espressione delusa.
Sospirò.
«A questo punto... meglio andare a letto, aru» si disse, avviandosi lungo il corridoio.
«Però... che notizia piccante! America ed Inghilterra insieme. Da non credere, aru!».