fiamma_drakon: (SacredShipping)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: North Blizzard
Rating: Verde
Genere: Fluff, Romantico
Personaggi: N, Touya (Black)
Wordcount: 2493 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: #8. A Qualcuno Piace Freddo @ [livejournal.com profile] clicheclash
Note: Yaoi
Black ed N viaggiano assieme verso Fortebrezza, ma...
Un freddo pungente frustrava il sentiero e gli alberi spogli che lo fiancheggiavano, donando al paesaggio un'atmosfera dal sapore vagamente mistico e d’abbandono al tempo stesso.
Una situazione del genere avrebbero dovuto aspettarsela: l'ultima volta che Touya aveva controllato al Centro Pokémon, le previsioni meteo avevano dato neve - e non una spruzzata irrilevante, bensì una tormenta.



Un freddo pungente frustrava il sentiero e gli alberi spogli che lo fiancheggiavano, donando al paesaggio un'atmosfera dal sapore vagamente mistico e d’abbandono al tempo stesso.
Una situazione del genere avrebbero dovuto aspettarsela: l'ultima volta che Touya aveva controllato al Centro Pokémon, le previsioni meteo avevano dato neve - e non una spruzzata irrilevante, bensì una tormenta.
Ciononostante, quando aveva comunicato la notizia al suo compagno di viaggio, quest’ultimo gli aveva semplicemente sorriso con quel suo solito fare ambiguo e mozzafiato e gli aveva risposto un semplice: «Hai paura di un po' di neve, Touya?».
Solo ripensare all'espressione che si era materializzata sul suo viso al pronunciare quelle parole - le sopracciglia lievemente inarcate, lo sguardo carico di sarcasmo ed il sorriso sghembo ed arrogante - non poteva fare a meno di arrossire: non era certo un segreto che viaggiasse insieme ad N perché gli piaceva - e non era un fatto sconosciuto neppure all'altro interessato, che ricambiava, anche se a modo suo.
Il vento ululava impetuoso tra i rami mentre procedevano verso Fortebrezza, una delle tre città più a nord della regione.
N camminava davanti a Touya, il quale poteva così ammirare il suo fisico senza essere visto... più o meno.
«Touya, che stai facendo? Sei troppo silenzioso...» gli giunse infatti la voce di N.
«A-ah... niente!» esclamò il ragazzo, colto alla sprovvista dal richiamo: che N riuscisse a sapere cosa faceva anche senza vederlo effettivamente...?
«Ehi, N! Non sarebbe meglio fermarsi e cercare riparo? La tormenta sta aumentando» disse subito dopo, sviando il discorso.
L'ex sovrano del Team Plasma si fermò e volse di qualche grado il busto, guardando in direzione del compagno di viaggio: aveva le guance fortemente arrossate - non sapeva se solamente per il freddo o anche per imbarazzo, forse disagio - e tremava impercettibilmente.
Successivamente passò in rassegna con gli occhi il circondario: gli alberi instancabilmente frustati dalla bufera non offrivano molto riparo dal gelo, perciò avrebbero dovuto cercare un altro genere di rifugio, magari una grotta. Il problema era che a distanza non riusciva a vedere e qualsiasi pertugio sarebbe rimasto nascosto ai suoi occhi.
«Dobbiamo andare ancora avanti» disse, arretrando per fiancheggiare il compagno.
«Che cosa?! Ma è impossibile: fa troppo freddo e il sentiero si è ricoperto di neve. Finiremo col perderci!» esclamò Touya. Non voleva dire che in realtà voleva fermarsi perché aveva freddo: non voleva mostrarsi debole in confronto alla resistenza fisica e alla forza di volontà di N.
«Procediamo, coraggio» replicò semplicemente il ragazzo dai capelli verdi.
Ripresero a camminare a passo spedito, nonostante lo strato di neve che andava ispessendosi li rallentasse sempre più. N si guardava intorno, cercando un incavo o un riparo naturale, senza successo.
Accanto a sé poteva percepire i tremiti del compagno farsi sempre più forti, anche se ancora poco palesi. Come se non bastasse, l'impetuosità del vento aumentava, aumentando di conseguenza anche il freddo.
Touya cominciava a sentire le gambe intorpidirsi: con sempre più difficoltà riusciva a porre un piede innanzi all'altro; anche trattenere le ondate di brividi che con sempre maggior frequenza si ripercuotevano sul suo corpo era diventato difficile.
Quando lo strato di neve arrivò più o meno all'altezza delle ginocchia del giovane allenatore, quest'ultimo a stento riusciva a percepire la presenza dei propri piedi attaccati alle caviglie. E fu allora che si fermò e si strinse convulsamente nelle spalle, fissando la neve.
L'ex capo del Team Plasma fece qualche passo avanti, convinto che l'altro stesse ancora camminando di fianco a lui, prima di sentirsi richiamare con voce appena udibile: «N...».
Il tono era sommesso e timido, appena sufficiente affinché lui potesse sentirlo. Il ragazzo dai capelli verdi arrestò il cammino e si volse, notando finalmente che l'altro si era fermato.
All'inizio lo guardò con la solita espressione un po' ambigua e misteriosa, poi il suo sguardo assunse una decisa sfumatura preoccupata: Touya se ne stava immobile nella tormenta, le braccia strette sul petto e le mani sugli avambracci in un solitario abbraccio, il viso abbassato in modo tale che la visiera del suo cappellino formasse un'ombra inquietante che precludeva completamente i suoi occhi alla vista altrui.
«Touya?» chiese N, tornando indietro sui suoi passi.
«Che c'è?».
Afferrò il ragazzo per le spalle e lo scosse, come se stesse cercando di risvegliarlo da un incubo ad occhi aperti o stesse provando a convincerlo a dirgli qualcosa.
«N...» mormorò l’altro dopo qualche momento, il tono insolitamente sofferente «... non riesco più... a sentire le mie gambe...» proseguì un po’ a stento, la voce incrinata e tremante.
Sembrava che anche parlare gli costasse una fatica non da poco.
N cercò di mascherare l'ansia per la notizia appena appresa: non voleva che Touya lo vedesse troppo spaventato o diverso dal solito - ed in parte ci riuscì.
«Le gambe?» ripeté.
Il castano alzò il viso in modo da poter guardare il suo interlocutore: nei suoi occhi castani N lesse una sofferenza che non era manifesta palesemente, ma c'era ed era palpabile.
L'ex capo del Team Plasma, guardandolo, cercava un modo per aiutarlo, ma c'era neve ovunque e la tormenta impediva di vedere lontano; oltretutto, non sapeva tra quanto sarebbero arrivati a destinazione, visto che non aveva neppure modo di orientarsi.
Un'idea all'improvviso gli balenò in testa e subito la mise in pratica, non avendo altre alternative: si mise davanti a Touya porgendogli la schiena, flettendosi sulle ginocchia per abbassarsi - visto che il suo amico non era esattamente quel che si poteva definire "alto".
«Avanti» disse, girando la testa a guardare l'altro da sopra la spalla.
«Eh...?» fece quest'ultimo, guardando perplesso la schiena di lui.
«Sali, dai» lo esortò Harmonia.
«C-che cosa?!».
Da perplesso Touya era diventato stupito - e visibilmente imbarazzato, a giudicare dal rossore ancora più intenso delle guance.
«Ti si sono intirizziti i muscoli. Non puoi proseguire da solo ed io non ti lascio qui» esclamò N, risoluto.
Touya non disse niente ed avanzò di pochi centimetri, aggrappandosi alle spalle offerte dal compagno di viaggio, che si rialzò mettendogli le mani sotto le cosce, sollevando le sue gambe dalla neve, caricandosi il suo peso sulla schiena.
Avanzò con uno sforzo pesante dei muscoli delle gambe, che adesso non avevano solo da combattere l'ostacolo della neve, ma anche da sostenere il corpo del bruno.
Touya aderì timidamente alla schiena del suo soccorritore, accorgendosi di quanto fosse grande e forte e che le sue spalle erano più mascoline e larghe di quanto non sembrassero da lontano.
Appoggiò una guancia sui suoi capelli, guardando di lato gli alberi che lentamente si muovevano, scorrendo loro attorno.
La tormenta sembrò diminuire d'intensità ed N ne approfittò, aguzzando la vista per scorgere qualche luogo in cui ripararsi.
Fu solo dopo qualche decina di minuti che il ragazzo riuscì finalmente a notare - tra gli alberi poco più avanti - un fianco di montagna nel quale era presente una scavatura rotonda e scura. Molto probabilmente l'entrata di una grotta.
Esattamente ciò che cercava.
Cercò di aumentare la velocità d'andatura per raggiungere quanto prima il rifugio.
Sentendo la presa sotto le gambe irrigidirsi, Touya gli sussurrò all’orecchio: «N... non ti sforzare per me. Posso fare io...».
«Hai le gambe gelide. Non ti lascio camminare ancora in mezzo alla neve» replicò deciso Harmonia, avanzando.
Anche se di solito non si mostrava preoccupato - anzi, si dimostrava disinteressato ed un po' arrogante - ci teneva veramente a lui. Touya si sentiva lusingato da ciò.
Avrebbe voluto baciarlo, farlo partecipe del suo ringraziamento, ma quella posizione e quel particolare momento non erano i più adatti per quel che voleva fare, perciò rimandò la cosa a più tardi.
L'ex re del Team Plasma ci mise una manciata di minuti a raggiungere la sua nuova meta.
L'interno della grotta era scuro, spazioso e - soprattutto - libero dalla neve.
Vi camminò per qualche altro passo, rendendosi pian piano conto che anche le sue gambe - benché avessero resistito un po' di più - si erano indebolite ed intirizzite.
Depositò Touya ai piedi di una delle due pareti, abbastanza distante dall'entrata perché la neve che turbinava furiosa all'ingresso non li raggiungesse, liberò il ragazzo dal peso del suo zaino - che posò poco lontano - poi gli si sedette accanto.
L’altro si rannicchiò sul pavimento, raccogliendo al petto le ginocchia, cingendosi con le braccia il petto.
N vide che continuava a tremare e si rese conto che, anche se adesso erano lontani dalla neve, le raffiche di vento arrivavano a loro ululando e fischiando nell'antro.
Non sarebbero sopravvissuti a lungo con quel freddo pungente ed accendere un fuoco era fuori discussione, perché si sarebbe spento subito.
«Tra quanto terminerà la bufera?» chiese Touya all'improvviso.
«Non lo so, potrebbero volerci ore come giorni» rispose Harmonia.
Si accostò senza pensarci al compagno e gli cinse le spalle con un braccio, attirandolo a sé.
«C-che fai?».
Touya era sorpreso da quell'inaspettato gesto di affetto, ma non si sottrasse: il debole tepore che irradiava dal corpo del ragazzo dai capelli verdi era piacevole.
«Dobbiamo cercare di riscaldarci, altrimenti moriremo assiderati e dato che non si può accendere un fuoco per via del vento, dobbiamo ripiegare su altri metodi» spiegò N, semplice e conciso.
Si strinse di più a lui, come a sottolineare con i gesti ciò che aveva appena detto.
«Dobbiamo... scambiarci il calore corporeo?» domandò Touya, per un’ulteriore conferma.
«L’idea è quella».
Touya non fu affatto dispiaciuto della cosa e si strinse al compagno a propria volta, abbracciandolo al torace.
Timidamente alzò il capo a guardarlo negli occhi e si sporse verso di lui. N accorciò la distanza che li separava e lasciò che le sue labbra catturassero le proprie in un bacio casto ed affettuoso, molto tenero. Touya non era il tipo di persona da approfittarsi di una situazione del genere per ottenere di più dalla loro relazione. Il suo amore era puro ed innocente e non vedeva niente di potenzialmente osceno nel baciarsi. Era un modo per esprimere il proprio affetto e nient'altro.
Era ancora un bambino dentro e ad N piaceva quel lato ancora un po' ingenuo del suo carattere. Lo trovava adorabile, anche se si guardava bene dal farglielo capire.
«Grazie per avermi portato qui» disse Touya quando si separarono.
«Non potevo lasciarti lì nella neve. Saresti morto per ipotermia» rispose N, carezzandogli con una mano i capelli, il mento delicatamente appoggiato sopra la sua testa.
Si stringevano l'un l’altro comunicando con semplici gesti l'amore incondizionato che li univa: le dita di Touya vagavano sulla felpa di N, arrivando fino al suo collo, salendo poi più su, carezzandogli la guancia in vista. N gli prendeva un ciuffetto di capelli tra i polpastrelli e lo strofinava delicatamente, poi appoggiava una guancia contro il suo berretto e fissava il vuoto. Ogni tanto i loro sguardi s'incontravano e rimanevano allacciati l'uno all'altro per qualche momento.
Il calore dei loro corpi era appena sufficiente a scaldarli, mantenendo funzionanti le loro membra, ma a loro bastava.
Touya lanciò un'occhiata fuori della grotta: la neve turbinava ancora impetuosa.
«Forse è meglio dormire un po', così se quando ci svegliamo la tempesta è finita possiamo riprendere con più forze il cammino» propose.
«Hai così tanta voglia di rimetterti in viaggio, mh?» gli chiese N in tono incuriosito.
Touya arrossì.
«Ho sentito dire che nei pressi di Fortebrezza viva una specie di mostro terrificante ed è probabile che sia un pokémon particolarmente raro! Voglio assolutamente vederlo!».
Negli occhi di Touya si era accesa quella scintilla di curiosità che per N era diventata ormai tipica del suo sguardo ogni volta che parlava di luoghi ed eventi che l'attiravano particolarmente.
«E va bene allora» disse Harmonia in tono arrendevole «Faremo una dormitina...».
Touya si sistemò meglio tra le braccia di N e si appoggiò contro la sua spalla.
L'ex capo del Team Plasma sorrise affabile e gli sollevò il cappellino, lasciando scoperti i capelli.
«Dormi scomodo con questo in testa e non solo te» disse, accennando alla visiera, che gli premeva contro il torace.
«Allora lo togli anche te!»
«Okay, okay...» si arrese subito Harmonia, mentre l'altro gli toglieva il suo cappellino.
N piegò di lato la testa, appoggiandola dolcemente e con fare protettivo sul capo del più basso, il quale prese timidamente la parola, ribadendo il più elementare dei concetti: «N... ti amo».
Una delicata carezza sulla guancia ed un bacio tra i capelli precedettero la risposta: «Anche io, Touya».
Tra loro cadde un silenzio dolce e piacevole, carico d'intimità, mentre si abbandonavano docilmente al sonno, ignorando la furia della Natura che imperversava, ruggendo, fuori del loro rifugio.
I due si addormentarono con la consapevolezza che, finché fossero stati accanto, il freddo non li avrebbe sconfitti.
Insieme, l'uno tra le braccia dell'altro, avrebbero vinto la minaccia dell'assideramento.
In caso d'attacco di qualche pokémon selvatico, N - che aveva il sonno molto più leggero di Touya - avrebbe difeso senza esitazione il più giovane.
Dormirono accoccolati contro la parete per delle ore, senza muoversi di un centimetro dalla loro posizione originaria, come se inconsciamente continuassero a vegliarsi a vicenda.

Touya fu il primo a risvegliarsi, incredibilmente: di solito era lui quello col sonno pesante. N faticava un sacco tutte le mattine per farlo svegliare.
Alzò lo sguardo subito, appuntandolo immediatamente sull'ingresso dell'antro. Un sorriso illuminò il volto del ragazzo quando constatò che la tempesta era passata. Addirittura intravedeva la luce del sole battere sulla neve.
Il vento era cessato del tutto e la neve, adesso, cadeva delicata a terra, rendendo suggestivo persino l’esile scorcio di paesaggio che il giovane allenatore intravedeva dalla sua posizione.
Touya spostò la propria attenzione su N, incrociando la sua espressione: le palpebre morbidamente chiuse, le labbra lievemente dischiuse a lasciar trapelare un basso respiro regolare.
Era così dolce mentre dormiva. Non gli capitava tutti i giorni di avere la possibilità d’ammirarlo in un tale frangente.
«N...?» esclamò Touya, scuotendo delicatamente per le spalle il ragazzo dai capelli verdi «N!».
Harmonia si svegliò, guardando subito verso il castano, completamente desto.
«La tormenta è finita. Possiamo andare avanti» disse Touya.
N si alzò in piedi e, slacciato l’abbraccio protettivo, precedette l'altro verso l'entrata.
«È il tramonto ormai» constatò, sbirciando fuori della grotta, voltandosi poi verso il più basso.
«Dici che è meglio passare la notte qui?» chiese il castano.
«È più sicuro. Se scoppiasse un'altra tempesta nel cuore della notte non credo che sopravvivremmo» fece N, una sfumatura cupa nella voce.
«G-già...» mormorò Touya, un po' inquietato dall'eventualità appena illustratagli dal suo interlocutore.
A quel punto il borbottio del suo stomaco interruppe la discussione, riportando la conversazione su un piano più concreto ed immediato.
N ridacchiò.
«C-che c'è da ridere?» fece il castano, le guance imporporate d'imbarazzo, allungando le braccia lungo i fianchi con un gesto stizzoso.
«Niente» disse N, ricomponendosi «Meglio se mi metto a preparare la cena» aggiunse quasi immediatamente, tornando all'interno della grotta, andando a prendere lo zaino del compagno, nel quale conservavano le vivande.
Touya si sentiva come se fosse appena stato preso in giro a sua stessa insaputa, ma non indagò oltre in merito: quando voleva, N sapeva essere irremovibile; preferì piuttosto andare a sedersi nei pressi del luogo dove Harmonia aveva allestito una sorta di piccolo accampamento.
«Che cosa c'è da mangiare stasera?» domandò Touya, osservando curioso lo "chef N" all'opera.
«Un piatto adatto ai climi freddi» gli rispose criptico il cuoco, mostrando di nuovo il suo lato ambiguo e misterioso.
«E cosa di preciso?» fece l'altro per contro quasi spontaneamente, incuriosito ancor di più.
«Sorpresa. Dovrai aspettare di mangiarlo per saperlo!» rispose l'allenatore dai capelli verdi con il sorriso sulle labbra.
«Uffa, ma non è giusto! Mi hai messo curiosità!»
«Ah, non preoccuparti. Hai tempo per indovinare cosa sia!».
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