fiamma_drakon: (SacredShipping)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Allow me fondle your scented hair and kiss your wet lips
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Slice of life
Personaggi: Matsuba, Minaki
Wordcount: 919 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: 25 Senses: Touch / 023. Clean Hair @ [livejournal.com profile] kinks_pervs
Note: Lemon, Yaoi
Matsuba riusciva a percepire un che di intimo, accogliente e - perché no? - dolce nell'atmosfera che si era creata nel bagno.
I vapori della doccia calda che aveva appena fatto erano intrappolati all'interno della stanza, appannavano lo specchio e rendevano umida l'aria.
L'odore che sentiva era quello tipico del suo shampoo preferito, che lo rilassava e gli conciliava il sonno.
Mentre il biondo si stringeva l'accappatoio addosso, prendendo un asciugamano dall'apposito sostegno accanto al lavandino per asciugarsi i capelli, udì bussare alla porta.
«Sì...?» chiese ad alta voce, passandosi poi il panno sul viso.
«Minaki, hai bisogno del bagno?».


Dalla finestra si riusciva a vedere la luce della luna, che quella sera era completa e brillava piena d'incanto nel cielo d'inchiostro.
Matsuba riusciva a percepire un che di intimo, accogliente e - perché no? - dolce nell'atmosfera che si era creata nel bagno.
I vapori della doccia calda che aveva appena fatto erano intrappolati all'interno della stanza, appannavano lo specchio e rendevano umida l'aria.
L'odore che sentiva era quello tipico del suo shampoo preferito, che lo rilassava e gli conciliava il sonno.
Mentre il biondo si stringeva l'accappatoio addosso, prendendo un asciugamano dall'apposito sostegno accanto al lavandino per asciugarsi i capelli, udì bussare alla porta.
«Sì...?» chiese ad alta voce, passandosi poi il panno sul viso.
«Minaki, hai bisogno del bagno?» domandò quand'ebbe fatto, senza accennare comunque a voltarsi verso la porta, preferendo asciugarsi le caviglie gocciolanti.
Era strano che il castano bussasse mentre c'era lui dentro: di solito si mettevano d'accordo per la doccia prima di dormire, così da evitare che l'uno - o l'altro - dovesse entrare mentre c'era il compagno.
Non udì alcuna risposta, solo il lieve cigolio della porta che si apriva.
«Minaki...?» ripeté il biondo, alzando il volto verso la porta, trattenendo il fiato: il ricercatore era in piedi sulla soglia senza né il mantello né la giacca. Stava appoggiato contro lo stipite della soglia, le braccia incrociate sul petto ed uno strano sguardo poco rassicurante sul viso, rivolto solo ed esclusivamente a lui.
«Che ci fai qui?» domandò ancora il capopalestra.
Minaki avanzò, fermandosi innanzi al compagno.
«Stasera non ho voglia di andare subito a dormire» esclamò, sfiorando con delicatezza l'accappatoio, risalendo verso il collo.
«Che stai dicendo? È tardi e sono stanc...»
«I tuoi capelli puliti profumano di fiori» disse, accarezzandogli la chioma umida «Sono vagamente eccitato».
L'attirò improvvisamente a sé con forza e, prima che Matsuba potesse dire o fare qualsiasi cosa, il ricercatore incollò le proprie labbra alle sue, ancora bagnate e forse perciò più invitanti.
Il capopalestra sgranò gli occhi mentre veniva piegato sempre di più sotto la pressione del corpo dell'altro.
Il castano gli teneva una mano affondata nei capelli con fare vagamente possessivo, spingendogli il viso contro il proprio.
Quando si separarono, Matsuba era praticamente inginocchiato a terra e Minaki gli stava semi inginocchiato sopra.
«Minaki, che cosa diavolo...?!»
«Facciamolo, Matsuba, mh?».
Matsuba sbatté le palpebre, perplesso dalla sua richiesta. Il suo sguardo lasciava trasparire chiaramente un desiderio sofferente che lo spinse a mormorare un esitante: «O-okay, fammi solo asciugare...».
Il ricercatore, però, non aveva intenzione d'aspettare oltre: costrinse l'altro a piegarsi carponi sul pavimento, davanti a sé mentre lui si slacciava la cintura dei pantaloni.
Fece scivolare una mano sul suo ventre e snodò la cintura dell'accappatoio, aprendolo ed alzandolo, lasciando le natiche scoperte.
«Non qui...» mormorò Matsuba inutilmente.
«Non voglio aspettare ancora: l'odore e la morbidezza dei tuoi capelli sono gli stessi di quando l'abbiamo fatto per la prima volta. Anche quella volta l’abbiamo fatto subito dopo la doccia. È così eccitante e nostalgico che non riesco a trattenermi...» disse, accostando la parte inguinale denudata da pantaloni e boxer al suo fondoschiena.
A giudicare dallo stato del suo sesso era vero: quando lo penetrò, Matsuba sentì il suo pene già duro ed in piena erezione.
Con una mano gli carezzava i capelli ancora bagnati, smuovendoli, toccandoli. Il fatto che fossero appena puliti doveva attirarlo decisamente.
Con l'altra mano si strinse al suo petto, poggiando anche il capo sulla sua schiena mentre si spingeva dentro di lui.
Ad ogni spinta il capopalestra sentiva la sua zona inguinale eccitarsi e l'erezione progredire rapida. Di quel passo non ci avrebbe messo molto a raggiungere l'orgasmo.
Strinse i pugni sul pavimento e trovò la voce per esclamare: «Minaki... non qui...».
«Perché no?»
«Poi dovrò pulire...».
Il ricercatore si allungò verso il suo orecchio e disse in tono sensuale: «Puliremo domattina... insieme».
La mano che il castano teneva tra i suoi capelli dava al biondo un senso di innocente affettuosità che strideva con l'impetuosità della relazione che stavano consumando.
Il piacere si tramutò ben presto in estasi, prima di quanto ambedue avessero previsto.
Con una spinta più forte delle altre Matsuba ansimò rumorosamente e raggiunse l'orgasmo. Il suo sperma gocciolò lungo le sue cosce semiaperte e sul pavimento, macchiandolo di bianco.
Mentre il capopalestra respirava lentamente e rumorosamente per calmare il battito cardiaco - che aveva battuto ad un ritmo forsennato fino alla fine - Minaki venne.
Matsuba si inarcò all'indietro e si lasciò sfuggire un roco ansimo.
Il ricercatore uscì da lui e si rialzò. Il capopalestra, invece, rimase in ginocchio dov’era.
Respirava affannosamente e pareva stanco, ma sembrava che gli fosse piaciuto.
«Matsuba...» chiamò il ricercatore per attirare la sua attenzione, accostandosi a lui e porgendogli la mano.
L'altro la prese e si issò in piedi. Prima che potesse fare qualsiasi cosa, il compagno lo tirò verso di sé, imprigionandolo con le braccia.
«Facciamo la doccia?» chiese a mezza voce.
«Ma l'ho appena fatta!» controbatté il biondo.
«Vuoi andare a dormire macchiato del tuo stesso sperma...?».
Matsuba avvampò di colpo: Minaki non era certo l’apoteosi dell’innocenza, ma fare certi commenti gli sembrava un po’ troppo perfino per lui.
«Non dire cose così perverse!» sbottò l’altro.
«Perché? Non è vero?».
«Sì, ma... è imbarazzante!».
Non sapeva come farglielo capire: magari dirglielo direttamente avrebbe funzionato.
«E allora? Tanto siamo solo io e te qui...» sussurrò Minaki al suo orecchio, provocante «Dai, non farti pregare».
Niente. Nemmeno così funzionava.
Matsuba esitò un momento, prima di replicare.
«Va bene, faremo la doccia insieme...» concesse il capopalestra, togliendosi l'accappatoio «Ma non ti ci abituare!» avvisò subito dopo: meglio essere chiari fin da subito.«Allora lo considererò un favore personale» replicò Minaki, guidandolo verso la cabina, una mano insistentemente affondata nei suoi capelli setosi e morbidi, l’unica cosa rimasta effettivamente come quand’era uscito dalla doccia poco prima: pulita.
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