fiamma_drakon: (p0rn...?)
fiamma_drakon ([personal profile] fiamma_drakon) wrote2011-01-15 11:45 pm

Monsters...?

Titolo: Monsters...?
Rating: Verde
Genere: Slice of life, Generale
Personaggi: Neuro Nōgami, Yako Katsuragi
Wordcount: 1057 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Note: presenza di lyrics ("Questo è Halloween" - Danny Elfman)
«Che cosa stai guardando, serva numero uno...?».
Yako sobbalzò sul divano, il cuore che le batteva a mille nel petto per lo spavento, voltandosi verso lo schienale del divano: Neuro era proprio dietro di lei, gli occhi puntati sul suo viso con un'inusuale espressione a metà tra il divertito ed il sorpreso.
«E-eh...?» chiese la ragazza: quell'apparizione improvvisa l'aveva spaventata al punto da farle perdere la domanda.
«Ti ho chiesto che cos'è quello» ripeté il demone, il tono un poco spazientito, indicandole con un cenno della mano la tv.



Era scesa la notte già da qualche ora.
Neuro, come suo solito, se ne stava beatamente seduto dietro la scrivania dell’ufficio, le gambe appoggiate sul piano innanzi a lui e gli occhi vitrei di quando non aveva niente da fare, aspettando di percepire qualche cenno di un mistero nei paraggi.
Godai, scompostamente seduto alla sua postazione vicino alla porta, dormiva abbandonato contro lo schienale della sedia - come sempre.
Yako, invece, era inginocchiata sul divano e fissava lo schermo della tv come se fosse in trance, completamente assorbita dalle immagini che correvano davanti ai suoi occhi. Quella sera trasmettevano un film d’animazione che una volta aveva visto anche da bambina, assieme ai suoi genitori.
Aveva deciso di vederlo per ricordare i bei tempi felici della sua infanzia - anche se il film in sé non era decisamente allegro - così si era sistemata innanzi alla tv pochi minuti prima - giusto in tempo per vedere l’inizio - con l’intenzione di guardarlo un’altra volta.
Proprio in quel momento cominciò la macabra ed incalzante nenia che accompagnava l’inizio.
«Bimbi e bimbe di ogni età, ecco qualcosa che vi stupirà! Su, venite è proprio qui! È il paese di Halloween...!».
Yako era incantata ad osservare lo schermo, mentre lentamente le parole della canzone e le scene le ritornavano a stralci alla mente.
Ricordava che la prima volta che l’aveva visto aveva trascorso gran parte della durata del film abbracciata a suo padre per farsi coraggio, ma adesso era diverso, perché lui non c’era più.
Una fitta di dolore le attraversò la mente e il cuore, ma la scacciò un momento dopo: non doveva rattristarsi, ma solamente passare un momento particolare e piacevole, colmo di nostalgia.
«Io sono quello che sotto il letto langue, ho mille denti e occhi rossi più del sangue!».
«Che cosa stai guardando, serva numero uno...?».
Yako sobbalzò sul divano, il cuore che le batteva a mille nel petto per lo spavento, voltandosi verso lo schienale del divano: Neuro era proprio dietro di lei, gli occhi puntati sul suo viso con un’inusuale espressione a metà tra il divertito ed il sorpreso.
«E-eh...?» chiese la ragazza: quell’apparizione improvvisa l’aveva spaventata al punto da farle perdere la domanda.
«Ti ho chiesto che cos’è quello» ripeté il demone, il tono un poco spazientito, indicandole con un cenno della mano la tv.
«Ah, quello...» esordì la studentessa, rivolgendo nuovamente gli occhi allo schermo «È un film, “Nightmare Before Christmas”».
«Io sono l'ombra che di notte va! Semino il panico in città!».
«Oh...» fu il commento del demone.
Quest’ultimo aggirò il divano e si sedette accanto alla ragazza, osservando le scene che si succedevano nel frattanto davanti a lui.
Sembrava interessato, anche se Yako non avrebbe saputo dire perché: di solito non dava alcuna importanza a ciò che riguardava il suo tempo libero.
«Dei... mostri, in televisione...?» esclamò, inarcando elegantemente le sopracciglia.
«Ecco spiegato il suo improvviso interesse...» pensò lei, ridacchiando tra sé, divertita: quando c’erano di mezzo cose non umane, Neuro s’interessava sempre.
«Comunque, non sono come quelli veri...» asserì lui un momento dopo, serio.
Se lo diceva con tanta certezza allora c’era da fidarsi: dopotutto, lui stesso era uno di quei cosiddetti “mostri”.
«È solamente un film, Neuro...» osservò Yako con leggerezza, cercando di rasserenarlo.
«E allora?» gli occhi del demone si inchiodarono su di lei «Dovrebbero rendere con maggior veridicità i mostri, non banalizzarli così».
Dalla convinzione che aveva messo in quell’ultima frase pareva quasi che l’avessero offeso.
«Sarà ferito nel suo orgoglio di demone...» commentò in silenzio Yako, ricusando categoricamente il cercare di fargli capire che quello era un film da bambini e non uno di quelli vietati ai minori, dove di mostri veri ce ne erano anche fin troppi: sapeva già perfettamente che si sarebbe rifiutato di comprendere.
Quando la canzone iniziale fu terminata e comparve il protagonista, Neuro parve apprezzarlo particolarmente, perché commentò a mezza voce con un: «Interessante...».
«Shhh! Voglio sentire, Neuro!» esclamò l’altra, indignata: se voleva guardare il film con lei non aveva problemi, purché stesse zitto.
Il demone per tutta risposta l’afferrò per i capelli, sollevandola leggermente dal divano.
«Cos’hai detto?».
Una scintilla pericolosa gli brillava adesso negli occhi, divenuti d’un tratto d’un verde smeraldo brillante.
Avrebbe voluto rispondere “niente”, ma voleva mettergli in testa che se voleva rimanere doveva fare silenzio, difatti replicò: «Se parli non riesco a sentire».
«Non sei nella posizione giusta per darmi ordini, serva...» le fece notare l’uomo, stirando le labbra in un malvagio sorriso divertito.
Non voleva sapere cosa stava pensando in quel momento per apparire tanto felice, ma poteva dire quasi con assoluta certezza che la riguardasse.
«Allora per favore, Neuro, puoi stare zitto...?» domandò di nuovo Yako, cercando di dare alla sua voce un’inflessione garbata.
La cosa piacque abbastanza  al demone - o almeno così le sembrava - perché la lasciò andare ed incrociò le braccia sul petto, riprendendo a seguire il film, stavolta in silenzio.
«Finalmente...» pensò la Katsuragi, risistemandosi sul divano, riprendendo a guardare «Adesso potrò vederlo in pace...!».
E, strano ma vero, fu proprio così.
 
Era arrivata quella che poteva essere definita come “la battaglia finale”.
Neuro, immobile come una statua, seguiva lo svolgersi dell’azione senza emettere un fiato, le gambe accavallate e le braccia incrociate sul petto.
Yako si era lentamente piegata da un lato durante il film e adesso dormiva beata appoggiata contro il braccio a lei più vicino del demone, che la stava ignorando in modo alquanto palese.
Dopo alcuni minuti gli occhi di Neuro si spostarono dallo schermo per studiare la figura al suo fianco: la sua serva si trovava in una bizzarra e scomposta posizione a metà tra lo stare in ginocchio e l’essere sdraiata bocconi. Eppure, nonostante a lui paresse una postura scomoda, lei sembrava essere di parere totalmente contrario.
I suoi occhi erano chiusi dolcemente, le labbra appena dischiuse dalle quali sentiva l’aria raschiare debole fra i denti ed uscire in regolari e quieti respiri.
Era profondamente addormentata e non era riuscita a resistere per vedere la fine del film.
«Volontà debole...» commentò tra sé Neuro, riprendendo a guardare.
Non appena la situazione iniziò a risolversi per il meglio, il demone spense la tv.
Scocciato, si alzò e si diresse verso la scrivania, lasciando cadere la sua serva distesa per intero sul divano. Quest’ultima parve non accorgersi nemmeno che il suo “cuscino” se ne era andato: continuò bellamente a dormire, girandosi su un fianco.
Il demone, sedendosi sulla sua poltroncina girevole, allungò le gambe sul piano davanti a sé e si appoggiò contro lo schienale, socchiudendo gli occhi in un’espressione dalla quale poteva sembrare indignato o arrabbiato, a discrezione dell’osservatore.
«I veri mostri non cercano la soluzione migliore per tutti, ma solo per loro stessi» mormorò a nessuno in particolare, mentre uno strano sorriso di disgusto e malvagio divertimento gl’increspava le labbra «Ovviamente chi ha diretto quel film non aveva la più pallida idea di cosa fosse un vero mostro...».