fiamma_drakon: dejichan © (Fiamma_Drakon)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Sometimes the curiosity can kill
Rating: Arancione
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale
Personaggi: Pirate!Antonio Fernandez Carriedo (Spagna), Pirate!Arthur Kirkland (Inghilterra), Olanda
Wordcount: 1163 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: 07. Lemon and Ginger @ [livejournal.com profile] 12_teas
Note: Lime, Self!love, Yaoi
Il biondo camminò impettito e fiero verso la porta chiusa innanzi a sé, in fondo al corridoio.
Il suo fine udito di corsaro percepì un rumore soffocato provenire dalla sua destra, dove era situata una porta piuttosto incassata nella parete e chiusa.
Incuriosito dal rumore che si faceva via via più forte, si fermò innanzi all'uscio e vi si accostò.
Per quanto consentitogli dal cappello, avvicinò un orecchio al legno, oltre il quale il rumore si udiva ben più forte.
Si piegò goffamente in avanti, in parte ostacolato dalla camicia e dal bardamento che gli copriva il torace, sbirciando attraverso la serratura - che fortunatamente era abbastanza grande da consentirgli di vedere al di là.
Quel che vide dall'altra parte, però, lo fece pentire d'essersi fatto vincere dalla curiosità.


Inghilterra si sistemò il cappello da capitano, la casacca e la grossa cintura di cuoio che portava di traverso sul petto, dove teneva infilata la pistola a far bella mostra di sé.
Appoggiò la mano destra sulla spada che gli pendeva dal fianco, sorridendo di sghembo.
Già assaporava il momento in cui Spagna si sarebbe finalmente dichiarato sconfitto contro la sua insuperabile flotta britannica.
L'aveva invitato alla sua villa pregandolo che lo raggiungesse al più presto e lui si era affrettato ad esaudirlo, già immaginandosi le suppliche di Antonio di lasciarlo in pace, lui e la sua flotta organizzata male e decisamente all’antica.
Sogni di gloria e fama per aver annientato la grande Spagna già riempivano la mente di Arthur.
Bussò alla porta di casa e subito si vide aprire l'uscio da una ragazza coi capelli biondi, che chinò brevemente il capo al suo cospetto in segno di rispetto.
«Entri pure» lo invitò gentilmente, facendosi da parte.
«Questa dev'essere Belgio. Ho sentito dire che è stata da poco sottomessa da Spagna assieme al fratello più grande, Olanda» constatò tra sé e sé il pirata.
Quest'ultimo entrò senza tante cerimonie, facendo tintinnare la lama della spada come in atto di minaccia.
La belga lo guidò attraverso i corridoi della casa - pochi ma lunghi ed intricati - fino a fermarsi a metà di un corridoio.
«Prosegua fino alla stanza in fondo e si accomodi» disse la fanciulla «Spagna arriverà tra poco».
«Con permesso, vado a preparare il thé. Ha particolari preferenze...?» domandò con innocenza.
«Lemon and Ginger» rispose il pirata con tono di comando.
La ragazza si congedò con un lieve cenno del capo, lasciando Arthur da solo nell'andito.
Il biondo camminò impettito e fiero verso la porta chiusa innanzi a sé, in fondo al corridoio.
Il suo fine udito di corsaro percepì un rumore soffocato provenire dalla sua destra, dove era situata una porta piuttosto incassata nella parete e chiusa.
Incuriosito dal rumore che si faceva via via più forte, si fermò innanzi all'uscio e vi si accostò.
Per quanto consentitogli dal cappello, avvicinò un orecchio al legno, oltre il quale il rumore si udiva ben più forte.
Si piegò goffamente in avanti, in parte ostacolato dalla camicia e dal bardamento che gli copriva il torace, sbirciando attraverso la serratura - che fortunatamente era abbastanza grande da consentirgli di vedere al di là.
Quel che vide dall'altra parte, però, lo fece pentire d'essersi fatto vincere dalla curiosità: proprio nella traiettoria della toppa c'era un capo di un tavolo innanzi al quale era posta una sedia, sulla quale si stava consumando una delle scene a cui Inghilterra fino a quel momento non aveva mai neppure remotamente immaginato di poter mai assistere in tutta la sua vita.
Spagna era accasciato contro lo schienale, le gambe piegate leggermente verso l'esterno e distese. Il gilet era semi-calato sulle spalle e la camicia era in parte aperta. I capelli erano arruffati, come se qualcuno glieli avesse spettinati di proposito - anche se l’inglese dubitava fortemente fosse andata proprio così.
Innanzi a lui era chinato quello che ad occhio e croce ad Arthur sembrava proprio essere Olanda, anche per via della caratteristica sciarpa a strisce blu e bianche.
Una delle sue mani era infilata nella parte anteriore dei calzari dello spagnolo, il cui sguardo ed i mugugni davano chiaramente ad intendere cosa stesse accadendo dentro quei pantaloni.
Dall’espressione che Olanda recava in viso sembrava quasi che tutto ciò fosse normale ed ormai gli riuscisse indifferente, anche se Inghilterra riuscì a carpire un che di soddisfatto nel suo sguardo, evidentemente dovuto ai risultati che stava ottenendo con la sua “attività”: era palese che Spagna stesse godendo.
Il corsaro, francamente parlando, trovava la portata d’espressione del suo piacere decisamente poco decente, così come la scena in sé.
Quest’ultimo si sentì aggredire il viso da un calore improvviso, mentre osservava la mano dell'olandese andare sempre più giù in quei pantaloni.
Antonio cominciò a lanciare gridolini alquanto ambigui e fraintendibili e a dimenarsi sulla sedia. Era accaldato anche lui ed il volto era rosso ed umido di sudore.
Kirkland s'immaginò benissimo cosa stesse accadendo in quel momento ai piani bassi di Carriedo, benché pensarci lo schifasse non poco.
Quando lo spagnolo gridò un "ow, Olanda!" pieno d'ardore, struggimento e soddisfazione, l'inglese si scostò dalla porta e si affrettò a rifugiarsi nella stanza dove avrebbe dovuto essere entrato subito.
Rimase addossato alla porta, cercando di riprendere fiato, come se avesse appena corso per chilometri invece d’aver percorso pochi metri.
Aveva appena visto Olanda... masturbare Spagna?!
Erano... omosessuali?!
Sentì bussare dietro di sé e sobbalzò.
«Calmo, sta' calmo. Non ti ha visto, non sa che eri lì a guardare. Fa' finta di niente, ce la puoi fare. Sei un pirata, dopotutto! Calma e sangue freddo, Inghilterra» si disse, cercando di rilassarsi e darsi un contegno.
Inspirò profondamente e si spostò dalla porta, in modo che potesse aprirsi.
«Le ho portato il thé» disse Belgio, apparendo nella stanza con un vassoio.
«Ah...».
Arthur si sentì immensamente sollevato al vederla entrare ed avvicinarsi al tavolo: poteva distrarsi con il thé finché Spagna non arrivava. Allora avrebbe potuto preoccuparsi seriamente di come affrontare la cosa.
La belga gli servì la bevanda in una tazzina che non aveva niente di così speciale. Era estremamente dozzinale, se paragonata ai servizi da thé inglesi.
Il thé era un Lemon and Ginger preparato in tutta fretta, a giudicare dallo scarso aroma e dalla temperatura.
Probabilmente per l’impazienza di servirlo aveva tralasciato di far scaldare l'acqua per bene.
Be', del resto, non poteva aspettarsi granché. Era a casa di Spagna, mica a casa sua.
«Spero sia di suo gradimento» esclamò Belgio, sorridendogli gentilmente.
Da britannico fatto e finito quale era, Kirkland avrebbe voluto farle notare tutte le mancanze di quel thé, ma in quel momento entrò Spagna e Arthur tacque, avvampando al ricordo di quanto visto poco prima.
«Salve, Inghilterra!» lo salutò Antonio cordialmente «Com'è il thé?».
L'inglese fece per rispondere con un cortese «Uno schifo», quando Olanda entrò nella stanza. Allora il biondo non riuscì a far altro che boccheggiare senza riuscire a comporre alcuna parola di senso compiuto.
Belgio notò il suo disagio e passò lo sguardo da lui al fratello e poi Spagna, senza capire: Arthur non avrebbe dovuto sentirsi tanto in soggezione a stare in loro presenza.
Dopotutto, era lui che stava vincendo la guerra contro Antonio, non il contrario.
«C'è qualcosa che non va?» domandò, rivolgendosi all'inglese.
«No, niente» si affrettò a rispondere quest’ultimo, forse troppo precipitosamente perché potesse risultare un'affermazione credibile. Per evitarsi di replicare ad ulteriori domande cominciò a bere il suo thé.
«Allora, sediamoci e discutiamo» esortò Fernandez, prendendo per primo posto al tavolo.
Olanda lo imitò in silenzio, fissando guardingo il corsaro.
Quest'ultimo si accomodò cercando di mantenere lo stesso portamento arrogante e pieno di sé di sempre.
Trovarsi davanti a quei due sapendo cos'avevano appena finito di fare era tremendo. Abbassando gli occhi sul thé, desiderò che Belgio gliel'avesse servito prima: si sarebbe risparmiato di assistere alla scena e di conseguente di essere intrappolato in tutta quella spiacevolissima situazione.
«Allora...» prese la parola Spagna.
«Sarà una discussione estremamente spiacevole e difficile...» borbottò tra sé e sé Kirkland, ma alzò comunque gli occhi sullo spagnolo, prestandogli attenzione.
Un pirata come lui non poteva farsi sottomettere da un'evenienza del genere.
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