Oh my...!

Jan. 24th, 2011 05:15 pm
fiamma_drakon: (Neuro_Nōgami)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Oh my...!
Rating: Verde
Genere: Generale
Personaggi: Akane, Godai Shinobu, Neuro Nōgami, Yako Katsuragi
Wordcount: 614 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Note: Yaoi impliced
Quando fece timidamente capolino nella stanza, nella luce lunare che filtrava dalla finestra si stagliò la più strana scena che avrebbe mai pensato di poter contemplare in vita sua: sul divano al centro della stanza erano sdraiati nientemeno che Neuro e Godai, l'uno addosso all'altro.


Yako spinse con cautela la porta del suo ufficio: era tornata indietro a quell’ora tarda perché aveva dimenticato là il suo cellulare - e se ne era ricordata solamente quando stava per infilare la chiave nella serratura del suo appartamento.
Quando fece timidamente capolino nella stanza, nella luce lunare che filtrava dalla finestra si stagliò la più strana scena che avrebbe mai pensato di poter contemplare in vita sua: sul divano al centro della stanza erano sdraiati nientemeno che Neuro e Godai, l’uno addosso all’altro.
A giudicare dal silenzio che vigeva, pareva che stessero dormendo tutti e due.
La Katsuragi si avvicinò al tavolino davanti al divano - dove rammentava d’aver lasciato il telefonino - con passi felpati, cercando di non inciampare né in oggetti né nel nulla, come a volte le capitava.
Una volta più vicina, il quadro dei due belli addormentati si fece più nitido ai suoi occhi: Godai era disteso bocconi addosso a Neuro - che per contro stava sdraiato supino - l’espressione placida di chi dorme i sonni più tranquilli e profondi, la testa appoggiata sulla spalla sinistra del demone.
Quest’ultimo dormiva con le labbra lievemente dischiuse sui denti aguzzi ed un sottile filo di bava che gli scivolava lungo il mento - e che, per fortuna, non era riuscito a colpire il divano, altrimenti questo sarebbe finito col diventare un groviera a causa dell’acidità letale di quella saliva.
I capelli biondi erano sparsi a raggiera attorno al suo viso rilassato ed innocente - almeno mentre riposava - e le due ciocche più scure gli cingevano i contorni del volto, terminando sulle sue spalle.
La sua mano destra era abbandonata sulla testa di Godai, come se lo stesse involontariamente accarezzando o lo stesse tenendo vicino a sé, difficile dire quale delle due.
Il perché di quel loro assurdo dormire insieme sul divano - l’uno addosso all’altro, per giunta - sfuggiva in quel momento alla comprensione della ragazza.
L’unica ipotesi che le paresse abbastanza calzante era quella più ovvia - e allo stesso tempo malevola - che era stata anche la prima che aveva formulato non appena li aveva visti, nonostante le sembrasse una motivazione assurda, considerato i soggetti - ed a modo suo inquietante.
«Be’, saranno cavoli loro...» si disse infine Yako, stringendosi nelle spalle.
Afferrò silenziosamente il cellulare e fece per tornare alla porta, quando si rammentò della presenza di un’altra persona là dentro che avrebbe potuto certamente illuminarla sui fatti che, era ormai palese, erano accaduti in quella stessa stanza a sua completa insaputa - e che, a dirla tutta, la incuriosivano abbastanza.
Sgattaiolò fino alla parete dentro cui era stato murato il corpo di Akane, la cui treccia spiritata pendeva dal muro, come sempre, ondeggiando sulla tastiera del pc sotto di lei come se stesse respirando.
«Pss, Akane!» sussurrò Yako, piegandosi come se avesse timore che non la sentisse.
La treccia vibrò debolmente e si alzò, come se stesse tendendo un orecchio verso la sua interlocutrice.
«Che cos’è successo tra loro due?» bisbigliò la Katsuragi, lanciando un’occhiata da sopra la spalla alla coppia assopita.
Akane accese lo schermo del pc e digitò sulla tastiera una semplicissima parola, cinque lettere che riassunsero una moltitudine di azioni tutt’altro che pure al cui solo pensiero la ragazza rimase semplicemente di stucco.
Si volse a fissare Neuro e Godai, stralunata, quindi decise di andarsene, anche perché non voleva farsi sorprendere lì dentro semmai quei due si fossero svegliati proprio in quel momento.
«Non riesco a credere che... l’abbiano fatto davvero!» esclamò tra sé mentre andava alla porta «Non pensavo che Neuro ne sarebbe stato mai capace... proprio con Godai. Pensare che sembrano odiarsi tanto...» commentò mentalmente in ultimo, ancora scioccata, mentre si richiudeva la porta alle spalle.
«E io domani dove lo trovo il coraggio di guardarli in faccia...?».
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