fiamma_drakon (
fiamma_drakon) wrote2012-03-07 06:09 pm
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Mentre si cerca d'aggiustare una stampante
Titolo: Mentre si cerca d'aggiustare una stampante
Rating: Giallo
Genere: Generale, Slice of life
Personaggi: Erza Scarlet, Gray Fullbuster, Natsu Dragneel
Wordcount: 1664 (
fiumidiparole)
Prompt: 40. Ufficio della mia tabellina @
auverse + Pinguino per il mese del pinguino @
kinkmemeita
Note: AU, possibili OOC, Shonen-ai implicito
Natsu, chiuso nel suo ufficio, stava disperatamente tentando di far partire la stampante.
Era quasi mezz'ora che combatteva una guerra impietosa contro quell'aggeggio che - a detta sua - aveva deciso di non collaborare con lui nella maniera più assoluta.
Invano Lucy - la sua segretaria - aveva cercato di aiutarlo e di calmarlo. Se quel marchingegno infernale non avesse cominciato a funzionare entro breve, l'avrebbe distrutto con le sue stesse mani, parola di Natsu Dragneel.
«Maledetta stampante! Funziona!» esclamò irritato, picchiando un pugno sull'oggetto.
«Così la rompi e basta, idiota...!».
Natsu, chiuso nel suo ufficio, stava disperatamente tentando di far partire la stampante.
Era quasi mezz'ora che combatteva una guerra impietosa contro quell'aggeggio che - a detta sua - aveva deciso di non collaborare con lui nella maniera più assoluta.
Invano Lucy - la sua segretaria - aveva cercato di aiutarlo e di calmarlo. Se quel marchingegno infernale non avesse cominciato a funzionare entro breve, l'avrebbe distrutto con le sue stesse mani, parola di Natsu Dragneel.
«Maledetta stampante! Funziona!» esclamò irritato, picchiando un pugno sull'oggetto.
«Così la rompi e basta, idiota...!».
Il giovane dai capelli rosa voltò lo sguardo verso la porta: adesso era aperta e sulla soglia, impavido e serio, c'era il suo collega dell'ufficio vicino, Gray Fullbuster.
«Che cosa ci fai qui? Non hai voglia di lavorare?» lo prese in giro Natsu sorridendogli provocatorio.
Nonostante il loro rapporto di aperto e reciproco odio, era riuscito a nascere anche un sentimento totalmente opposto tra loro due: amore.
L'affermazione di Dragneel sottintendeva una chiara allusione a tutt'altro tipo d'attività rispetto al lavoro d'ufficio, insinuazione che Gray colse perfettamente.
Quest’ultimo inarcò stizzito un sopracciglio.
«Non sono certo stato io quello che ieri notte si è messo a giocare con il vibratore, razza di pervertito» sbottò.
«Eri così noioso...!» si lamentò l'altro.
«Comunque...» riprese Fullbuster «Non otterrai niente da quella stampante se continui a picchiarla» proseguì guardando il collega che abbatteva un'altra scarica di pugni sull'oggetto.
S'illudeva seriamente che ogni problema si potesse risolvere con la violenza. Ragionava in modo fin troppo semplice.
Natsu alzò lo sguardo, fissandolo negli occhi blu scuro del suo interlocutore. La sua espressione divenne improvvisamente seria e tagliente.
«Perché allora non provi tu a sistemare la stampante?» propose Dragneel.
Il tono era di aperta sfida e Gray lo capì al volo, perché sul suo viso si dipinse un sogghigno arrogante.
«Non c'è neanche da chiedere. Di certo avrai rotto qualcosa con la tua mania di risolvere tutto con le botte» esclamò, spingendolo da parte per avere completa libertà d'azione.
Si piegò sulla stampante e cominciò a controllare e mettere le mani ovunque, aprendo sportellini di cui Natsu nemmeno aveva mai sospettato l'esistenza.
Mentre lavorava, Gray iniziò a spogliarsi. Era una cosa che faceva spesso, un brutto vizio che aveva sempre avuto dacché lui e Natsu si conoscevano. Non aveva un vero e proprio motivo per farlo. Semplicemente, lo faceva.
La prima cosa che tolse - ovviamente - fu la più semplice e banale: la camicia. Mentre una mano era infilata nella fessura in cui alloggiavano i fogli, l'altra stava togliendo i bottoni dalle rispettive asole ad un ritmo veramente incredibile, segno che era un gesto che faceva più spesso di quanto la buona creanza imponeva.
Sulla sua schiena nuda la luce della lampada al neon appesa al soffitto tracciava una ragnatela di ombre che si dipanava tra la muscolatura ben definita, mettendola ancor più in risalto.
Il suo fisico atletico era senza dubbio attraente e per di più il Fullbuster lo metteva in bella mostra come se niente fosse.
Natsu lo guardava lavorare sorridendo compiaciuto nel constatare che anche lui non aveva la più pallida idea su dove mettere le mani per risolvere i problemi di quella maledetta stampante. Anche se i suoi occhi erano perlopiù incollati alle operazioni che Gray eseguiva, qualche occhiata sparuta al suo didietro ancora coperto dai pantaloni verde scuro che indossava gliela lanciava.
«Smettila di guardarmi il culo» si sentì ammonire dal Fullbuster senza che quest'ultimo neppure si fosse degnato di rivolgergli un'occhiata.
«Non ti riesce aggiustarla, eh?» lo sfotté ghignando Dragneel.
Il ragazzo con i capelli blu si volse finalmente verso il suo interlocutore, guardandolo dritto negli occhi.
Nel suo sguardo si leggeva chiaramente un messaggio simile ad un "povero idiota, come sei prevedibile".
«Hai cambiato discorso» l'accusò.
Gray non era idiota - o perlomeno lo era molto meno di quello che credeva Natsu.
«Chi ti dice che ti stessi guardando il culo?» domandò il giovane con i capelli rosa, incrociando sostenuto le braccia sul petto.
Neanche un'ombra di rossore comparve sulle sue guance.
«Ti sei messo nella strategica posizione dove io non riesco a vederti se non mi volto. Ergo, mi stavi guardando il culo» spiegò Gray spazientito.
Davvero non sapeva cosa in lui non riuscisse a farglielo semplicemente odiare. L'unica cosa di cui era assolutamente certo era che odiarlo e basta avrebbe reso tutto quanto immensamente più semplice, forse addirittura troppo.
«Allora? L'hai aggiustata?» domandò Natsu.
«No» tagliò corto Gray «Non ancora» aggiunse, raddrizzandosi.
Iniziava ad avere inspiegabilmente caldo.
Infilò i pollici nel margine dei pantaloni e li abbassò, per poi toglierli completamente.
Natsu ormai aveva una conoscenza dei suoi capi intimi ancora più ampia che dei propri. Si aspettava di veder comparire il suo paio di boxer preferito, quelli blu scuro con l'elastico nero: erano quelli che indossava di solito, specialmente quand'erano in ufficio; per cui Dragneel rimase stupito nel veder apparire tutt'altro paio di boxer.
Rimase zitto finché Fullbuster non ebbe completamente rimosso i pantaloni, tempo che gli occorse a realizzare in via definitiva l’aspetto dei suoi boxer.
Improvvisamente Natsu gonfiò le guance, cercando di trattenersi, ma scoppiò a ridere convulsamente tenendosi la pancia con le mani.
«Ahahah!! Sei... sei ridicolo!» esalò, prima di avere un ulteriore accesso di risa che lo fece piegare in due.
Gray inarcò le sopracciglia, assumendo un cipiglio a metà tra il sorpreso e l’indignato.
«Che hai da ridere, idiota?» sibilò, digrignando i denti.
Gli prudevano le mani dal desiderio che aveva in quel momento di picchiarlo.
Natsu ebbe bisogno di qualche altro istante per trovare la forza necessaria a parlare, vinto dalla mancanza quasi totale di aria. Addirittura delle lacrime iniziarono ad affacciarsi ai lati dei suoi occhi dal tanto ridere.
«È... hai... le mutande... con i pinguini!!» riuscì a dire, prima di riprendere a sghignazzare.
Il Fullbuster si guardò i boxer: che senso aveva ridere per una volta che non si metteva i soliti boxer a tinta unica, rimpiazzandoli con un paio a fantasia?
Abbassò lo sguardo sulle sue mutande: quei pinguini nero-azzurri su sfondo bianco erano tutto sommato carini.
«E ti sembra un buon motivo per scompisciarti dalle risate a quella maniera?» domandò infastidito «Sei davvero un idiota».
Dragneel si riebbe dai suoi sghignazzi e puntò il suo sguardo colmo d'irritazione in quello dell'altro.
«Ehi, dai dell'idiota a me se non ti riesce neppure sistemare quell'aggeggio?!» sbottò, cambiando improvvisamente posizione, passando all'istante ad una più offensiva.
«Sei stato tu il primo a non saperla aggiustare, per cui sì, sei un idiota» replicò Gray, sistemandosi anche lui in una posa simile. L'atteggiamento di entrambi, adesso, era di pura e semplice sfida. Non ci sarebbe voluto niente perché passassero alle maniere forti.
In quel momento la porta si spalancò un'altra volta ma con veemenza, tanto che l'uscio si schiantò contro il muro.
Ambedue i colleghi si voltarono all'istante verso la soglia ed impallidirono nel riscontrare che quella in piedi sullo stipite era nientemeno che il loro caporeparto, Erza Scarlet.
Nel suo tailleur perlaceo dava un’idea di autorevolezza non da poco e le sue forme erano messe in evidenza, anche se non in modo provocante. Le sue scarpe con i tacchi a spillo, invece, incutevano un discreto terrore. Sembravano esser state messe appositamente per essere utilizzate come arma impropria.
«Erza...!» esclamò Natsu con voce stridula, impaurito.
La donna li fissò gelida, avanzando d'un passo nella stanza.
«Che cos'è tutto questo baccano? Si sentono le vostre voci dal corridoio!» esclamò severa.
I due sobbalzarono spaventati.
«Si è rotta la stampante» spiegò Natsu con un fil di voce.
Erza riusciva ad essere veramente terrificante quando era contrariata. Quest’ultima si avvicinò alla scrivania, poggiando una mano sulla stampante. Si piegò sotto il piano e, nel rialzarsi, mostrò ai due la spina.
«Non funziona perché è rotta questa» sentenziò.
Effettivamente - adesso che ci facevano entrambi caso - si era sfilacciato il cavo e parte dei fili di rame erano rotti e sporgevano al di fuori del rivestimento. Ciascuno si chiese perché non avesse pensato di controllare il filo - e si diedero mentalmente degli idioti per quella mancanza d'attenzione.
La donna dai capelli rossi poggiò la spina sul piano della scrivania mentre il suo sguardo si posava sui due impiegati. Un brivido freddo percorse i due giovani, simile ad un cubetto di ghiaccio che scivolava lungo la schiena.
Scarlet marciò rapidissima verso i due e si fermò proprio davanti a loro.
Gray sobbalzò nel sentirsi schiacciare con forza un piede dal tacco della caporeparto, ma si trattenne dall’emettere anche solo un fiato.
«È vietato spogliarsi negli uffici, Gray» ringhiò Erza, fulminandolo con lo sguardo «Devo licenziarti?».
«No! Mi rivesto!!» si affrettò a cedere Fullbuster, rifiutando anche solamente l'idea di essere licenziato a causa di un brutto vizio che aveva preso da bambino e che - per quanto si sforzasse - non riusciva ad eliminare.
Il piede gli faceva male tanto forte Erza stava pestando e gli occorse parecchia forza di volontà per trattenere le lacrime di dolore che iniziavano a pizzicargli gli occhi, minacciando di uscire.
Natsu si stava trattenendo dal ridere nel vedere la smorfia colma di dolore che deformava il viso del collega.
«E tu, Natsu, smetti di perdere tempo. Se ti serve una stampante, chiedi alla tua segretaria di farti utilizzare la sua!» rimproverò Scarlet al Dragneel con voce dura ed autoritaria.
«Sissignora!» esclamò il diretto interessato senza la minima esitazione.
Guai a disobbedire ad Erza Scarlet. Sarebbe stata probabilmente l'ultima cosa che avrebbe fatto come impiegato in quell'ufficio - e probabilmente anche da vivo.
«Tornatevene al lavoro tutti e due. Adesso!» tuonò la rossa, prima di girarsi e andarsene.
Non appena si fu chiusa alle spalle la porta, i due si rilassarono visibilmente.
«Comunque, quei mutandoni con i pinguini sono veramente ridicoli» constatò Natsu, concedendosi un’ultima risata nell’ammirare la fantasia del tessuto.
«Da che pulpito viene la predica! La tua biancheria intima è inguardabile!» esclamò Gray sogghignando perfido.
Natsu si toglieva i vestiti solo quand’era in camera da letto, da solo o con lui e... be’, poteva assicurare che anche la fantasia di certi suoi capi intimi non era molto sobria.
«Almeno io non mi spoglio in pubblico!» controbatté Dragneel «Se proprio devi farlo, almeno metti mutande guardabili! I pinguini sono così infantili» continuò poi, senza lasciare all’altro il tempo materiale di dire la sua.
«Nessuno ti obbliga a guardarmi le mutande, pervertito!» sbottò il ragazzo con i capelli blu, imbestialito.
Detto ciò, raccolse i suoi vestiti e se ne andò senza neppure preoccuparsi di rimetterli.
Rating: Giallo
Genere: Generale, Slice of life
Personaggi: Erza Scarlet, Gray Fullbuster, Natsu Dragneel
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Prompt: 40. Ufficio della mia tabellina @
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Note: AU, possibili OOC, Shonen-ai implicito
Natsu, chiuso nel suo ufficio, stava disperatamente tentando di far partire la stampante.
Era quasi mezz'ora che combatteva una guerra impietosa contro quell'aggeggio che - a detta sua - aveva deciso di non collaborare con lui nella maniera più assoluta.
Invano Lucy - la sua segretaria - aveva cercato di aiutarlo e di calmarlo. Se quel marchingegno infernale non avesse cominciato a funzionare entro breve, l'avrebbe distrutto con le sue stesse mani, parola di Natsu Dragneel.
«Maledetta stampante! Funziona!» esclamò irritato, picchiando un pugno sull'oggetto.
«Così la rompi e basta, idiota...!».
Natsu, chiuso nel suo ufficio, stava disperatamente tentando di far partire la stampante.
Era quasi mezz'ora che combatteva una guerra impietosa contro quell'aggeggio che - a detta sua - aveva deciso di non collaborare con lui nella maniera più assoluta.
Invano Lucy - la sua segretaria - aveva cercato di aiutarlo e di calmarlo. Se quel marchingegno infernale non avesse cominciato a funzionare entro breve, l'avrebbe distrutto con le sue stesse mani, parola di Natsu Dragneel.
«Maledetta stampante! Funziona!» esclamò irritato, picchiando un pugno sull'oggetto.
«Così la rompi e basta, idiota...!».
Il giovane dai capelli rosa voltò lo sguardo verso la porta: adesso era aperta e sulla soglia, impavido e serio, c'era il suo collega dell'ufficio vicino, Gray Fullbuster.
«Che cosa ci fai qui? Non hai voglia di lavorare?» lo prese in giro Natsu sorridendogli provocatorio.
Nonostante il loro rapporto di aperto e reciproco odio, era riuscito a nascere anche un sentimento totalmente opposto tra loro due: amore.
L'affermazione di Dragneel sottintendeva una chiara allusione a tutt'altro tipo d'attività rispetto al lavoro d'ufficio, insinuazione che Gray colse perfettamente.
Quest’ultimo inarcò stizzito un sopracciglio.
«Non sono certo stato io quello che ieri notte si è messo a giocare con il vibratore, razza di pervertito» sbottò.
«Eri così noioso...!» si lamentò l'altro.
«Comunque...» riprese Fullbuster «Non otterrai niente da quella stampante se continui a picchiarla» proseguì guardando il collega che abbatteva un'altra scarica di pugni sull'oggetto.
S'illudeva seriamente che ogni problema si potesse risolvere con la violenza. Ragionava in modo fin troppo semplice.
Natsu alzò lo sguardo, fissandolo negli occhi blu scuro del suo interlocutore. La sua espressione divenne improvvisamente seria e tagliente.
«Perché allora non provi tu a sistemare la stampante?» propose Dragneel.
Il tono era di aperta sfida e Gray lo capì al volo, perché sul suo viso si dipinse un sogghigno arrogante.
«Non c'è neanche da chiedere. Di certo avrai rotto qualcosa con la tua mania di risolvere tutto con le botte» esclamò, spingendolo da parte per avere completa libertà d'azione.
Si piegò sulla stampante e cominciò a controllare e mettere le mani ovunque, aprendo sportellini di cui Natsu nemmeno aveva mai sospettato l'esistenza.
Mentre lavorava, Gray iniziò a spogliarsi. Era una cosa che faceva spesso, un brutto vizio che aveva sempre avuto dacché lui e Natsu si conoscevano. Non aveva un vero e proprio motivo per farlo. Semplicemente, lo faceva.
La prima cosa che tolse - ovviamente - fu la più semplice e banale: la camicia. Mentre una mano era infilata nella fessura in cui alloggiavano i fogli, l'altra stava togliendo i bottoni dalle rispettive asole ad un ritmo veramente incredibile, segno che era un gesto che faceva più spesso di quanto la buona creanza imponeva.
Sulla sua schiena nuda la luce della lampada al neon appesa al soffitto tracciava una ragnatela di ombre che si dipanava tra la muscolatura ben definita, mettendola ancor più in risalto.
Il suo fisico atletico era senza dubbio attraente e per di più il Fullbuster lo metteva in bella mostra come se niente fosse.
Natsu lo guardava lavorare sorridendo compiaciuto nel constatare che anche lui non aveva la più pallida idea su dove mettere le mani per risolvere i problemi di quella maledetta stampante. Anche se i suoi occhi erano perlopiù incollati alle operazioni che Gray eseguiva, qualche occhiata sparuta al suo didietro ancora coperto dai pantaloni verde scuro che indossava gliela lanciava.
«Smettila di guardarmi il culo» si sentì ammonire dal Fullbuster senza che quest'ultimo neppure si fosse degnato di rivolgergli un'occhiata.
«Non ti riesce aggiustarla, eh?» lo sfotté ghignando Dragneel.
Il ragazzo con i capelli blu si volse finalmente verso il suo interlocutore, guardandolo dritto negli occhi.
Nel suo sguardo si leggeva chiaramente un messaggio simile ad un "povero idiota, come sei prevedibile".
«Hai cambiato discorso» l'accusò.
Gray non era idiota - o perlomeno lo era molto meno di quello che credeva Natsu.
«Chi ti dice che ti stessi guardando il culo?» domandò il giovane con i capelli rosa, incrociando sostenuto le braccia sul petto.
Neanche un'ombra di rossore comparve sulle sue guance.
«Ti sei messo nella strategica posizione dove io non riesco a vederti se non mi volto. Ergo, mi stavi guardando il culo» spiegò Gray spazientito.
Davvero non sapeva cosa in lui non riuscisse a farglielo semplicemente odiare. L'unica cosa di cui era assolutamente certo era che odiarlo e basta avrebbe reso tutto quanto immensamente più semplice, forse addirittura troppo.
«Allora? L'hai aggiustata?» domandò Natsu.
«No» tagliò corto Gray «Non ancora» aggiunse, raddrizzandosi.
Iniziava ad avere inspiegabilmente caldo.
Infilò i pollici nel margine dei pantaloni e li abbassò, per poi toglierli completamente.
Natsu ormai aveva una conoscenza dei suoi capi intimi ancora più ampia che dei propri. Si aspettava di veder comparire il suo paio di boxer preferito, quelli blu scuro con l'elastico nero: erano quelli che indossava di solito, specialmente quand'erano in ufficio; per cui Dragneel rimase stupito nel veder apparire tutt'altro paio di boxer.
Rimase zitto finché Fullbuster non ebbe completamente rimosso i pantaloni, tempo che gli occorse a realizzare in via definitiva l’aspetto dei suoi boxer.
Improvvisamente Natsu gonfiò le guance, cercando di trattenersi, ma scoppiò a ridere convulsamente tenendosi la pancia con le mani.
«Ahahah!! Sei... sei ridicolo!» esalò, prima di avere un ulteriore accesso di risa che lo fece piegare in due.
Gray inarcò le sopracciglia, assumendo un cipiglio a metà tra il sorpreso e l’indignato.
«Che hai da ridere, idiota?» sibilò, digrignando i denti.
Gli prudevano le mani dal desiderio che aveva in quel momento di picchiarlo.
Natsu ebbe bisogno di qualche altro istante per trovare la forza necessaria a parlare, vinto dalla mancanza quasi totale di aria. Addirittura delle lacrime iniziarono ad affacciarsi ai lati dei suoi occhi dal tanto ridere.
«È... hai... le mutande... con i pinguini!!» riuscì a dire, prima di riprendere a sghignazzare.
Il Fullbuster si guardò i boxer: che senso aveva ridere per una volta che non si metteva i soliti boxer a tinta unica, rimpiazzandoli con un paio a fantasia?
Abbassò lo sguardo sulle sue mutande: quei pinguini nero-azzurri su sfondo bianco erano tutto sommato carini.
«E ti sembra un buon motivo per scompisciarti dalle risate a quella maniera?» domandò infastidito «Sei davvero un idiota».
Dragneel si riebbe dai suoi sghignazzi e puntò il suo sguardo colmo d'irritazione in quello dell'altro.
«Ehi, dai dell'idiota a me se non ti riesce neppure sistemare quell'aggeggio?!» sbottò, cambiando improvvisamente posizione, passando all'istante ad una più offensiva.
«Sei stato tu il primo a non saperla aggiustare, per cui sì, sei un idiota» replicò Gray, sistemandosi anche lui in una posa simile. L'atteggiamento di entrambi, adesso, era di pura e semplice sfida. Non ci sarebbe voluto niente perché passassero alle maniere forti.
In quel momento la porta si spalancò un'altra volta ma con veemenza, tanto che l'uscio si schiantò contro il muro.
Ambedue i colleghi si voltarono all'istante verso la soglia ed impallidirono nel riscontrare che quella in piedi sullo stipite era nientemeno che il loro caporeparto, Erza Scarlet.
Nel suo tailleur perlaceo dava un’idea di autorevolezza non da poco e le sue forme erano messe in evidenza, anche se non in modo provocante. Le sue scarpe con i tacchi a spillo, invece, incutevano un discreto terrore. Sembravano esser state messe appositamente per essere utilizzate come arma impropria.
«Erza...!» esclamò Natsu con voce stridula, impaurito.
La donna li fissò gelida, avanzando d'un passo nella stanza.
«Che cos'è tutto questo baccano? Si sentono le vostre voci dal corridoio!» esclamò severa.
I due sobbalzarono spaventati.
«Si è rotta la stampante» spiegò Natsu con un fil di voce.
Erza riusciva ad essere veramente terrificante quando era contrariata. Quest’ultima si avvicinò alla scrivania, poggiando una mano sulla stampante. Si piegò sotto il piano e, nel rialzarsi, mostrò ai due la spina.
«Non funziona perché è rotta questa» sentenziò.
Effettivamente - adesso che ci facevano entrambi caso - si era sfilacciato il cavo e parte dei fili di rame erano rotti e sporgevano al di fuori del rivestimento. Ciascuno si chiese perché non avesse pensato di controllare il filo - e si diedero mentalmente degli idioti per quella mancanza d'attenzione.
La donna dai capelli rossi poggiò la spina sul piano della scrivania mentre il suo sguardo si posava sui due impiegati. Un brivido freddo percorse i due giovani, simile ad un cubetto di ghiaccio che scivolava lungo la schiena.
Scarlet marciò rapidissima verso i due e si fermò proprio davanti a loro.
Gray sobbalzò nel sentirsi schiacciare con forza un piede dal tacco della caporeparto, ma si trattenne dall’emettere anche solo un fiato.
«È vietato spogliarsi negli uffici, Gray» ringhiò Erza, fulminandolo con lo sguardo «Devo licenziarti?».
«No! Mi rivesto!!» si affrettò a cedere Fullbuster, rifiutando anche solamente l'idea di essere licenziato a causa di un brutto vizio che aveva preso da bambino e che - per quanto si sforzasse - non riusciva ad eliminare.
Il piede gli faceva male tanto forte Erza stava pestando e gli occorse parecchia forza di volontà per trattenere le lacrime di dolore che iniziavano a pizzicargli gli occhi, minacciando di uscire.
Natsu si stava trattenendo dal ridere nel vedere la smorfia colma di dolore che deformava il viso del collega.
«E tu, Natsu, smetti di perdere tempo. Se ti serve una stampante, chiedi alla tua segretaria di farti utilizzare la sua!» rimproverò Scarlet al Dragneel con voce dura ed autoritaria.
«Sissignora!» esclamò il diretto interessato senza la minima esitazione.
Guai a disobbedire ad Erza Scarlet. Sarebbe stata probabilmente l'ultima cosa che avrebbe fatto come impiegato in quell'ufficio - e probabilmente anche da vivo.
«Tornatevene al lavoro tutti e due. Adesso!» tuonò la rossa, prima di girarsi e andarsene.
Non appena si fu chiusa alle spalle la porta, i due si rilassarono visibilmente.
«Comunque, quei mutandoni con i pinguini sono veramente ridicoli» constatò Natsu, concedendosi un’ultima risata nell’ammirare la fantasia del tessuto.
«Da che pulpito viene la predica! La tua biancheria intima è inguardabile!» esclamò Gray sogghignando perfido.
Natsu si toglieva i vestiti solo quand’era in camera da letto, da solo o con lui e... be’, poteva assicurare che anche la fantasia di certi suoi capi intimi non era molto sobria.
«Almeno io non mi spoglio in pubblico!» controbatté Dragneel «Se proprio devi farlo, almeno metti mutande guardabili! I pinguini sono così infantili» continuò poi, senza lasciare all’altro il tempo materiale di dire la sua.
«Nessuno ti obbliga a guardarmi le mutande, pervertito!» sbottò il ragazzo con i capelli blu, imbestialito.
Detto ciò, raccolse i suoi vestiti e se ne andò senza neppure preoccuparsi di rimetterli.