Already three kisses
Mar. 22nd, 2012 03:40 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Already three kisses
Rating: Giallo
Genere: Generale
Personaggi: Johnny Depp, Orlando Bloom
Wordcount: 1483 (
fiumidiparole)
Prompt: Tre per il Three!Fest @
dietrolequinte
Timeline: Ambientata durante le riprese del terzo film dei Pirati dei Caraibi.
Disclaimer: Questa fanfiction non è a scopo di lucro. Non si vuole offendere o essere lesivi nei confronti delle persone reali descritte. Niente di quanto narrato in questa fanfiction è realmente accaduto ma è frutto di fantasia, pertanto non si pretende di dare un ritratto veritiero di eventi o personalità.
Note: Missing Moment, Slash
Bloom desiderava ardentemente di potersi togliere i vestiti di scena ed indossare qualcosa di largo e leggero, quasi impalpabile, ovviamente solo dopo essersi concesso una lunga doccia rinvigorente e rinfrescante.
Non era affatto stanco, c'erano state scene del film che gli avevano richiesto molte più energie di quella; tuttavia, le sue corde vocali necessitavano proprio di un poco di riposo e le sue membra chiedevano un po' d'acqua fresca.
Si avvicinò ad un tavolo un poco in disparte, all’ombra, sul quale erano appoggiate diverse bottigliette d’acqua. Prese quella che recava sull’etichetta il proprio nome e bevve un lungo sorso.
Mentre posava la bottiglia, un braccio gli si posò all’improvviso a cavallo del collo, strattonandolo con fare amichevole.
«Allora, stanco?».
Erano nel mezzo delle riprese del terzo film della saga dei Pirati dei Caraibi. Le riprese stavano andando bene, erano al passo con la tabella di marcia che avevano prestabilito all'inizio del progetto. Se procedevano in quel modo fino alla fine, forse c'era una possibilità che addirittura terminassero prima della data prevista.
Il regista concesse una pausa di addirittura un quarto d'ora a tutti gli attori, in viso un'espressione ampiamente soddisfatta.
Orlando Bloom uscì dalla zona del set e si diresse a passo lento verso l'area dove si trovavano gli addetti alle riprese. Stavano girando una delle numerosissime scene all'aperto presenti nel film ed il sole spiovente rendeva l'aria vicino al suolo terribilmente calda, quasi irrespirabile.
Bloom desiderava ardentemente di potersi togliere i vestiti di scena ed indossare qualcosa di largo e leggero, quasi impalpabile, ovviamente solo dopo essersi concesso una lunga doccia rinvigorente e rinfrescante.
Non era affatto stanco, c'erano state scene del film che gli avevano richiesto molte più energie di quella; tuttavia, le sue corde vocali necessitavano proprio di un poco di riposo e le sue membra chiedevano un po' d'acqua fresca.
Si avvicinò ad un tavolo un poco in disparte, all’ombra, sul quale erano appoggiate diverse bottigliette d’acqua. Prese quella che recava sull’etichetta il proprio nome e bevve un lungo sorso.
Mentre posava la bottiglia, un braccio gli si posò all’improvviso a cavallo del collo, strattonandolo con fare amichevole.
«Allora, stanco?».
Orlando sapeva perfettamente chi fosse. Dopotutto, ci aveva girato insieme due film prima di quello ed ormai erano entrati parecchio in confidenza, forse pure troppo. Fuori del set si erano anche incontrati diverse volte nel giro degli ultimi tre mesi ed avevano avuto modo di conoscersi in modo un po' più approfondito - ovviamente curandosi di abbigliarsi e coprirsi il viso quel tanto necessario ad impedire che sguardi indesiderati li vedessero, li riconoscessero e chiamassero i paparazzi.
Pensare a certi ricordi metteva Bloom un po' in soggezione, specialmente se la persona direttamente coinvolta era così vicina a lui.
«No, ho solo bisogno di riposare un po' la voce» esclamò Orlando con un sospiro «E tu, Depp? Non sei un po' stanco? L'ultima scena è stata particolarmente movimentata» aggiunse, spostando gli occhi verso il viso di Johnny Depp, accanto a lui.
Quest'ultimo scrollò le spalle con fare frivolo e superficiale.
«No, non trovo sia tutta questa gran fatica» disse, atteggiandosi a superiore, come se la stanchezza fosse un qualcosa di livello troppo infimo per lui.
«Piuttosto...» riprese in tono stranamente riflessivo. Johnny non era esattamente il tipo di persona che quando rifletteva seriamente lo esplicitava anche nell'atteggiamento. Di solito lo faceva quando fingeva di pensare, magari con l'intento ultimo di prendere per i fondelli il suo interlocutore.
«... io direi che è divertente» proseguì «Molto divertente» rimarcò, stirando le labbra in uno dei suoi migliori sorrisi da "cattivo ragazzo".
Orlando non riuscì a dissimulare una certa emozione nel vedere quel genere di sorriso comparirgli in viso.
Mentre parlavano si erano allontanati quasi inconsciamente dal resto dello staff e adesso si trovavano vicino al luogo dove erano parcheggiati i camper che ospitavano i vari camerini.
«Vederti lavorare sodo per immedesimarti nel personaggio è divertente» spiegò Johnny.
Le sopracciglia di Bloom si inclinarono al centro e lui assunse un'espressione a metà tra l'indignato ed il curioso.
«Perché la cosa ti diverte?» domandò, come se la questione l'avesse punto sul vivo.
«Perché quando lavori sei completamente diverso da quando siamo insieme, in disparte...».
Lasciò volutamente in sospeso la frase, fermandosi improvvisamente nei pressi di uno dei camper, occhieggiando i dintorni con fare quasi distratto. Orlando rimase in silenzio per qualche istante, senza sapere cosa replicare.
Depp rimosse il proprio braccio dal suo collo e portò la propria mano a cingergli il polso.
«Vieni, andiamo nel mio camerino» lo esortò Johnny con voce lievemente cantilenante ed allegra, conducendolo via prima che avesse modo di opporglisi.
«Ehi, che cosa vuoi fare?» domandò Bloom, cercando di divincolarsi dalla stoica presa dell'altro.
«Niente di particolare» lo rassicurò Depp, ma nella sua voce si riusciva a distinguere una leggera e sottesa nota di impazienza che non prometteva niente di buono.
Attraversarono a passo rapido quasi tutta l'area delle roulotte, prima di arrivare a quella adibita a camerino di Johnny Depp.
Una volta all'interno, il proprietario chiuse la porta dietro di sé con un gesto rapido, lasciando al contempo il polso dell'attore più giovane, il quale con stupore si guardò intorno, prima d'inchiodare i propri occhi sull'altro.
«Depp, cosa...?»
«Johnny. Chiamami solamente Johnny. Non sopporto che tu mi chiami con il cognome: è così formale e da sconosciuti...!» lo interruppe l'interpellato, voltandosi verso di lui ed avvicinandoglisi ulteriormente, stavolta da davanti.
Per riflesso alla vicinanza ristretta, Orlando arretrò d'un passo, ma Depp accorciò maggiormente le distanze. Arretrando pian piano sempre di più si spinsero fino alla parete interna del camper, contro la quale Bloom si ritrovò ad appoggiare la schiena senza avere alcuna possibilità di sfuggire a Depp.
Quest'ultimo allungò le braccia verso la parete, ingabbiando il compagno e collega con il proprio corpo.
«Ora, Orlando...» disse Johnny, avvicinando il viso a quello dell'altro «Torna ad essere per qualche minuto quello che eri tre settimane fa, l'ultima volta che ho avuto il piacere di cenare con te».
La bocca di Depp era così vicina a quella di Bloom che quest'ultimo riusciva ad avvertire il leggero odore di alcol del suo alito. Non era un odore sgradevole, era solamente particolare ed il giovane attore ormai aveva iniziato ad identificare l'uomo che aveva innanzi con quel sottile - solitamente persistente - aroma alcolico.
Orlando aprì e chiuse le labbra svariate volte consecutivamente, sbattendo le palpebre confuso e sorpreso allo stesso tempo. Ancora non riusciva a vedere come qualcosa di quantomeno normale il fatto che ci fosse un sentimento d'affetto tra lui e Johnny, due maschi. Allo stesso modo, trovava ancora un poco estraniante il fatto che si baciassero quasi come una coppia normalissima, anche se lo facevano di nascosto.
Depp rimase in attesa, fissandolo dritto negli occhi, le labbra dischiuse leggermente.
Iniziavano ambedue ad aver caldo per la vicinanza.
Bloom protese il collo e, con qualche esitazione, congiunse le labbra con quelle dell'uomo.
La barbetta di Johnny gli solleticava leggermente la pelle, così come i radi e corti baffi. La sua epidermide era ricoperta di una sottile patina di sudore che aiutava le labbra a scivolare meglio.
Con forza Depp costrinse Bloom ad uscire dalla sua timidezza iniziale, rivelando la parte di sé più aggressiva e carica di foga passionale.
Le mani di Orlando si posarono sulle guance di Johnny, costringendo quest’ultimo a piegare di lato il capo per agevolare il bacio.
Schiacciati l'uno contro l'altro, circondati da una calura crescente, i due attori perpetrarono il bacio fino a che fu loro possibile.
Quando si separarono erano entrambi accaldati ed Orlando aveva le guance più arrossate del normale, mentre Johnny era palesemente senza fiato.
Un sorriso sprezzante si allargò sul viso di quest'ultimo, accompagnato da un ironico: «Finalmente hai smesso di baciarmi come una ragazzina pudica con il suo primo fidanzato».
«Scusa, eh, se non mi sono ancora abituato a baciare un uomo!» protestò Orlando, guardando indignato l'uomo, quasi gli avesse fatto un torto personale.
«Con questo a quanti baci siamo?» domandò Johnny con fare estremamente casuale e deliberatamente provocatorio.
Bloom assunse un'espressione chiaramente irritata, prima di rispondere: «Tre».
Depp si strinse nelle spalle e le scrollò, sospirando.
«Al terzo bacio sarà anche l'ora che tu smetta di essere timido e ritroso, no?» esclamò in tono ovvio.
Orlando avrebbe voluto dirgli quanto quella situazione lo mettesse a disagio per i rischi che correvano ogni volta, però avrebbe voluto anche dirgli quanto in fondo gli piacesse stare assieme a lui, lasciarsi trascinare dalla sua follia e spericolatezza anche al di fuori del set, nella vita reale.
I suoi pensieri e le sue sensazioni, però, non ebbero modo e tempo di essere manifestate apertamente, perché qualcuno picchiò improvvisamente sulla porta della roulotte.
I due sobbalzarono, colti alla sprovvista dal rumore.
«Signor Depp, la pausa è finita!» avvisò una voce femminile dall'esterno, il tono d’ordine carico di impazienza.
Un momento di silenzio seguì l'annuncio, poi Johnny replicò ad alta voce: «Di' al regista che sto rimettendo il costume di scena. Arrivo tra un istante!».
«Sì...!».
«Come facciamo ad uscire assieme dal camper senza esser visti, genio?» sibilò Orlando a denti stretti e voce bassa, improvvisamente agitato.
«Facciamo che tu esci per primo, guardi che non ci sia nessuno e poi esco anch'io» propose Depp senza pensarci troppo su.
«Se mi vede qualcuno come glielo spiego perché ero nel tuo camerino?!».
Bloom non voleva certamente che qualcuno scoprisse per una sciocchezza simile quella relazione che si era tanto prodigato per mantenere segreta.
«Improvvisa, come faccio sempre io» fu la semplice, banale risposta che ricevette da un Johnny Depp il cui sguardo assolutamente innocente avrebbe irritato persino un martire.
Orlando continuò a persistere nell'idea che Depp per primo dovesse uscire ed assicurarsi che non ci fosse nessuno, non il contrario. Il più giovane non aveva assolutamente intenzione di dargliela vinta: quella discussione sarebbe continuata finché Johnny non gli avesse dato ragione... o finché il regista in persona non fosse venuto a vedere perché due dei suoi attori principali stavano tardando a tornare sul set.
Rating: Giallo
Genere: Generale
Personaggi: Johnny Depp, Orlando Bloom
Wordcount: 1483 (
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Prompt: Tre per il Three!Fest @
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Timeline: Ambientata durante le riprese del terzo film dei Pirati dei Caraibi.
Disclaimer: Questa fanfiction non è a scopo di lucro. Non si vuole offendere o essere lesivi nei confronti delle persone reali descritte. Niente di quanto narrato in questa fanfiction è realmente accaduto ma è frutto di fantasia, pertanto non si pretende di dare un ritratto veritiero di eventi o personalità.
Note: Missing Moment, Slash
Bloom desiderava ardentemente di potersi togliere i vestiti di scena ed indossare qualcosa di largo e leggero, quasi impalpabile, ovviamente solo dopo essersi concesso una lunga doccia rinvigorente e rinfrescante.
Non era affatto stanco, c'erano state scene del film che gli avevano richiesto molte più energie di quella; tuttavia, le sue corde vocali necessitavano proprio di un poco di riposo e le sue membra chiedevano un po' d'acqua fresca.
Si avvicinò ad un tavolo un poco in disparte, all’ombra, sul quale erano appoggiate diverse bottigliette d’acqua. Prese quella che recava sull’etichetta il proprio nome e bevve un lungo sorso.
Mentre posava la bottiglia, un braccio gli si posò all’improvviso a cavallo del collo, strattonandolo con fare amichevole.
«Allora, stanco?».
Erano nel mezzo delle riprese del terzo film della saga dei Pirati dei Caraibi. Le riprese stavano andando bene, erano al passo con la tabella di marcia che avevano prestabilito all'inizio del progetto. Se procedevano in quel modo fino alla fine, forse c'era una possibilità che addirittura terminassero prima della data prevista.
Il regista concesse una pausa di addirittura un quarto d'ora a tutti gli attori, in viso un'espressione ampiamente soddisfatta.
Orlando Bloom uscì dalla zona del set e si diresse a passo lento verso l'area dove si trovavano gli addetti alle riprese. Stavano girando una delle numerosissime scene all'aperto presenti nel film ed il sole spiovente rendeva l'aria vicino al suolo terribilmente calda, quasi irrespirabile.
Bloom desiderava ardentemente di potersi togliere i vestiti di scena ed indossare qualcosa di largo e leggero, quasi impalpabile, ovviamente solo dopo essersi concesso una lunga doccia rinvigorente e rinfrescante.
Non era affatto stanco, c'erano state scene del film che gli avevano richiesto molte più energie di quella; tuttavia, le sue corde vocali necessitavano proprio di un poco di riposo e le sue membra chiedevano un po' d'acqua fresca.
Si avvicinò ad un tavolo un poco in disparte, all’ombra, sul quale erano appoggiate diverse bottigliette d’acqua. Prese quella che recava sull’etichetta il proprio nome e bevve un lungo sorso.
Mentre posava la bottiglia, un braccio gli si posò all’improvviso a cavallo del collo, strattonandolo con fare amichevole.
«Allora, stanco?».
Orlando sapeva perfettamente chi fosse. Dopotutto, ci aveva girato insieme due film prima di quello ed ormai erano entrati parecchio in confidenza, forse pure troppo. Fuori del set si erano anche incontrati diverse volte nel giro degli ultimi tre mesi ed avevano avuto modo di conoscersi in modo un po' più approfondito - ovviamente curandosi di abbigliarsi e coprirsi il viso quel tanto necessario ad impedire che sguardi indesiderati li vedessero, li riconoscessero e chiamassero i paparazzi.
Pensare a certi ricordi metteva Bloom un po' in soggezione, specialmente se la persona direttamente coinvolta era così vicina a lui.
«No, ho solo bisogno di riposare un po' la voce» esclamò Orlando con un sospiro «E tu, Depp? Non sei un po' stanco? L'ultima scena è stata particolarmente movimentata» aggiunse, spostando gli occhi verso il viso di Johnny Depp, accanto a lui.
Quest'ultimo scrollò le spalle con fare frivolo e superficiale.
«No, non trovo sia tutta questa gran fatica» disse, atteggiandosi a superiore, come se la stanchezza fosse un qualcosa di livello troppo infimo per lui.
«Piuttosto...» riprese in tono stranamente riflessivo. Johnny non era esattamente il tipo di persona che quando rifletteva seriamente lo esplicitava anche nell'atteggiamento. Di solito lo faceva quando fingeva di pensare, magari con l'intento ultimo di prendere per i fondelli il suo interlocutore.
«... io direi che è divertente» proseguì «Molto divertente» rimarcò, stirando le labbra in uno dei suoi migliori sorrisi da "cattivo ragazzo".
Orlando non riuscì a dissimulare una certa emozione nel vedere quel genere di sorriso comparirgli in viso.
Mentre parlavano si erano allontanati quasi inconsciamente dal resto dello staff e adesso si trovavano vicino al luogo dove erano parcheggiati i camper che ospitavano i vari camerini.
«Vederti lavorare sodo per immedesimarti nel personaggio è divertente» spiegò Johnny.
Le sopracciglia di Bloom si inclinarono al centro e lui assunse un'espressione a metà tra l'indignato ed il curioso.
«Perché la cosa ti diverte?» domandò, come se la questione l'avesse punto sul vivo.
«Perché quando lavori sei completamente diverso da quando siamo insieme, in disparte...».
Lasciò volutamente in sospeso la frase, fermandosi improvvisamente nei pressi di uno dei camper, occhieggiando i dintorni con fare quasi distratto. Orlando rimase in silenzio per qualche istante, senza sapere cosa replicare.
Depp rimosse il proprio braccio dal suo collo e portò la propria mano a cingergli il polso.
«Vieni, andiamo nel mio camerino» lo esortò Johnny con voce lievemente cantilenante ed allegra, conducendolo via prima che avesse modo di opporglisi.
«Ehi, che cosa vuoi fare?» domandò Bloom, cercando di divincolarsi dalla stoica presa dell'altro.
«Niente di particolare» lo rassicurò Depp, ma nella sua voce si riusciva a distinguere una leggera e sottesa nota di impazienza che non prometteva niente di buono.
Attraversarono a passo rapido quasi tutta l'area delle roulotte, prima di arrivare a quella adibita a camerino di Johnny Depp.
Una volta all'interno, il proprietario chiuse la porta dietro di sé con un gesto rapido, lasciando al contempo il polso dell'attore più giovane, il quale con stupore si guardò intorno, prima d'inchiodare i propri occhi sull'altro.
«Depp, cosa...?»
«Johnny. Chiamami solamente Johnny. Non sopporto che tu mi chiami con il cognome: è così formale e da sconosciuti...!» lo interruppe l'interpellato, voltandosi verso di lui ed avvicinandoglisi ulteriormente, stavolta da davanti.
Per riflesso alla vicinanza ristretta, Orlando arretrò d'un passo, ma Depp accorciò maggiormente le distanze. Arretrando pian piano sempre di più si spinsero fino alla parete interna del camper, contro la quale Bloom si ritrovò ad appoggiare la schiena senza avere alcuna possibilità di sfuggire a Depp.
Quest'ultimo allungò le braccia verso la parete, ingabbiando il compagno e collega con il proprio corpo.
«Ora, Orlando...» disse Johnny, avvicinando il viso a quello dell'altro «Torna ad essere per qualche minuto quello che eri tre settimane fa, l'ultima volta che ho avuto il piacere di cenare con te».
La bocca di Depp era così vicina a quella di Bloom che quest'ultimo riusciva ad avvertire il leggero odore di alcol del suo alito. Non era un odore sgradevole, era solamente particolare ed il giovane attore ormai aveva iniziato ad identificare l'uomo che aveva innanzi con quel sottile - solitamente persistente - aroma alcolico.
Orlando aprì e chiuse le labbra svariate volte consecutivamente, sbattendo le palpebre confuso e sorpreso allo stesso tempo. Ancora non riusciva a vedere come qualcosa di quantomeno normale il fatto che ci fosse un sentimento d'affetto tra lui e Johnny, due maschi. Allo stesso modo, trovava ancora un poco estraniante il fatto che si baciassero quasi come una coppia normalissima, anche se lo facevano di nascosto.
Depp rimase in attesa, fissandolo dritto negli occhi, le labbra dischiuse leggermente.
Iniziavano ambedue ad aver caldo per la vicinanza.
Bloom protese il collo e, con qualche esitazione, congiunse le labbra con quelle dell'uomo.
La barbetta di Johnny gli solleticava leggermente la pelle, così come i radi e corti baffi. La sua epidermide era ricoperta di una sottile patina di sudore che aiutava le labbra a scivolare meglio.
Con forza Depp costrinse Bloom ad uscire dalla sua timidezza iniziale, rivelando la parte di sé più aggressiva e carica di foga passionale.
Le mani di Orlando si posarono sulle guance di Johnny, costringendo quest’ultimo a piegare di lato il capo per agevolare il bacio.
Schiacciati l'uno contro l'altro, circondati da una calura crescente, i due attori perpetrarono il bacio fino a che fu loro possibile.
Quando si separarono erano entrambi accaldati ed Orlando aveva le guance più arrossate del normale, mentre Johnny era palesemente senza fiato.
Un sorriso sprezzante si allargò sul viso di quest'ultimo, accompagnato da un ironico: «Finalmente hai smesso di baciarmi come una ragazzina pudica con il suo primo fidanzato».
«Scusa, eh, se non mi sono ancora abituato a baciare un uomo!» protestò Orlando, guardando indignato l'uomo, quasi gli avesse fatto un torto personale.
«Con questo a quanti baci siamo?» domandò Johnny con fare estremamente casuale e deliberatamente provocatorio.
Bloom assunse un'espressione chiaramente irritata, prima di rispondere: «Tre».
Depp si strinse nelle spalle e le scrollò, sospirando.
«Al terzo bacio sarà anche l'ora che tu smetta di essere timido e ritroso, no?» esclamò in tono ovvio.
Orlando avrebbe voluto dirgli quanto quella situazione lo mettesse a disagio per i rischi che correvano ogni volta, però avrebbe voluto anche dirgli quanto in fondo gli piacesse stare assieme a lui, lasciarsi trascinare dalla sua follia e spericolatezza anche al di fuori del set, nella vita reale.
I suoi pensieri e le sue sensazioni, però, non ebbero modo e tempo di essere manifestate apertamente, perché qualcuno picchiò improvvisamente sulla porta della roulotte.
I due sobbalzarono, colti alla sprovvista dal rumore.
«Signor Depp, la pausa è finita!» avvisò una voce femminile dall'esterno, il tono d’ordine carico di impazienza.
Un momento di silenzio seguì l'annuncio, poi Johnny replicò ad alta voce: «Di' al regista che sto rimettendo il costume di scena. Arrivo tra un istante!».
«Sì...!».
«Come facciamo ad uscire assieme dal camper senza esser visti, genio?» sibilò Orlando a denti stretti e voce bassa, improvvisamente agitato.
«Facciamo che tu esci per primo, guardi che non ci sia nessuno e poi esco anch'io» propose Depp senza pensarci troppo su.
«Se mi vede qualcuno come glielo spiego perché ero nel tuo camerino?!».
Bloom non voleva certamente che qualcuno scoprisse per una sciocchezza simile quella relazione che si era tanto prodigato per mantenere segreta.
«Improvvisa, come faccio sempre io» fu la semplice, banale risposta che ricevette da un Johnny Depp il cui sguardo assolutamente innocente avrebbe irritato persino un martire.
Orlando continuò a persistere nell'idea che Depp per primo dovesse uscire ed assicurarsi che non ci fosse nessuno, non il contrario. Il più giovane non aveva assolutamente intenzione di dargliela vinta: quella discussione sarebbe continuata finché Johnny non gli avesse dato ragione... o finché il regista in persona non fosse venuto a vedere perché due dei suoi attori principali stavano tardando a tornare sul set.