Surrendered
Apr. 7th, 2012 02:28 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Surrendered
Rating: Arancione
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico
Personaggi: Basch Zwingli (Svizzera), Roderich Edelstein (Austria)
Wordcount: 785 (
fiumidiparole)
Prompt: Il/i personaggio/i principale/i faccia/no qualcosa per la prima o l'ultima volta per la sfida contro Fez della zodiaco!challenge @
fiumidiparole
Note: Yaoi
Il letto di Austria era minuscolo per entrambi, eppure in qualche modo erano riusciti a starci. Avevano spostato le coperte perché erano fastidiose e adesso queste ultime giacevano scompostamente sulla ringhiera in fondo al letto.
Roderich e Basch erano entrambi nudi, lo svizzero a cavallo dell’austriaco, il quale stringeva convulsamente la fodera del cuscino in sincrono con le spinte che l’altro impartiva con una frequenza definita e rigida, che non aumentava né diminuiva. Era meccanico nei movimenti e sembrava quasi un automa, eppure Austria era contento così, perché quella rigidezza dei modi era tipica del carattere di Svizzera.
Era la prima volta che Svizzera si arrendeva innanzi ai reali sentimenti che provava per Austria e si lasciava governare da questi ultimi. Li aveva nascosti a lungo dietro una maschera di apparente antipatia nei confronti del vecchio amico d’infanzia, ma alla fine Roderich era riuscito ad avere la meglio sulla sua volontà e li aveva finalmente portati allo scoperto.
Basch non aveva mai reputato il moro così intelligente e sveglio da riuscire a carpire i suoi veri sentimenti attraverso l’atteggiamento tutt’altro che ben disposto che teneva di solito con lui.
Oltre ad essere la prima volta che si comportava sinceramente con Austria dopo tanti anni, quella era anche la prima volta che faceva l’amore in vita sua, e la prima persona con cui voleva farlo era proprio l’austriaco.
Il letto di Austria era minuscolo per entrambi, eppure in qualche modo erano riusciti a starci. Avevano spostato le coperte perché erano fastidiose e adesso queste ultime giacevano scompostamente sulla ringhiera in fondo al letto.
Roderich e Basch erano entrambi nudi, lo svizzero a cavallo dell’austriaco, il quale stringeva convulsamente la fodera del cuscino in sincrono con le spinte che l’altro impartiva con una frequenza definita e rigida, che non aumentava né diminuiva. Era meccanico nei movimenti e sembrava quasi un automa, eppure Austria era contento così, perché quella rigidezza dei modi era tipica del carattere di Svizzera.
La pelle di entrambi era madida di sudore nonostante fossero nudi e senza le lenzuola a coprirli.
Gli occhi di Basch erano inchiodati sui capelli scuri del suo compagno e la sua attenzione era tutta concentrata sui sospiri che uscivano dalle sue labbra, sommessi e carichi di piacere.
Spingere sempre più a fondo il proprio membro nel corpo dell’Edelstein era un modo piuttosto originale - per non dire poco consono - di dimostrargli che gli voleva ancora bene come quando erano bambini e forse anche più di allora.
Zwingli non era bravo con i sentimenti quando si trattava di Austria. Non riusciva a gestirli se li lasciava andare, per cui aveva sempre preferito reprimerli; in quel momento, però, aveva modo di dimostrare quanto l’austriaco fosse importante per lui con le azioni.
«Svizzera...» sospirò Austria all’improvviso, il tono stanco, come se gli fosse costato una fatica immane riuscire a comporre quell’unico, semplice nome.
Non riuscì ad aggiungere altro se non un gridolino acuto nell’attimo stesso in cui venne, macchiando il materasso.
«Austria...?» chiamò Basch, sporgendosi leggermente sulla sua schiena per guardarlo in viso: quest’ultimo aveva le palpebre socchiuse, le guance simili a fuochi ardenti ed un’espressione beata che non gli aveva mai visto assumere prima di allora.
Non avendo risposta, il biondo continuò a spingere finché - dopo pochi minuti - raggiunse a propria volta l’orgasmo.
Una sensazione di sollievo istantaneo accompagnò la vampa di calore che riempì il suo corpo mentre percepiva il proprio seme fuoriuscire e riversarsi nel corpo dell’altro.
Avvertì i muscoli di quest’ultimo tendersi sotto le sue gambe ed un altro gemito acuto tracimare dalle sue labbra mentre lui, invece, rilassava completamente la propria postura ed il proprio corpo.
Rimasero immobili alcuni attimi, il silenzio interrotto solamente dal rumore dei loro respiri affannati. Austria sentiva il proprio cuore palpitare veloce e forte nel proprio torace.
«Svizzera... scendi» disse semplicemente dopo qualche istante, il tono che voleva essere imperativo ma risultò solamente stanco.
Lo svizzero non se lo fece ripetere: gli facevano male le gambe per l’essere stato tanto a cavallo del suo bacino. Si alzò, uscendo delicatamente dalla sua apertura e si inginocchiò accanto al suo corpo.
L’austriaco si voltò su un fianco, lasciando all’altro un po’ più di spazio per sedersi.
«Hai sporcato il materasso...» constatò Basch, notando la macchia bianca sul materasso foderato di viola. Le sue guance si imporporarono per l’imbarazzo: era perfettamente consapevole del fatto che era stato lui per primo a causare quel piccolo incidente.
«Lo cambierò domani» rispose Roderich semplicemente, guardando in viso il biondo.
«Mmh...» mugolò Zwingli in risposta per dirgli che aveva capito.
Cadde qualche altro momento di silenzio, che fu nuovamente Austria a spezzare: «M-mi... sei mancato...».
Se fossero stati in ben altra situazione, per quanto avesse desiderato di dirglielo non ci sarebbe mai riuscito.
Basch girò la testa da un’altra parte, mugolando nuovamente, imbarazzato, mentre spostava una mano ad intrecciare le dita con quelle dell’austriaco. Anche se non lo diceva a parole, i suoi gesti parlavano chiaro e Roderich si accontentò.
Era stata la prima volta in cui, da adulto, riusciva a riavvicinarsi a Svizzera in modo tutt’altro che conflittuale.
«Dormiamo?» domandò.
«Il tuo letto è troppo piccolo» replicò Svizzera, ma si sdraiò comunque accanto all’amico d’infanzia.
L’Edelstein si alzò per recuperare le coperte e si ridistese accanto a lui.
«Ci possiamo stare, basta stringersi» disse, addossando il proprio corpo contro quello del biondo, il quale, timidamente, gli posò un bacio sulle labbra.
Austria capì che quello era il suo modo di augurargli la buonanotte.
Rating: Arancione
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico
Personaggi: Basch Zwingli (Svizzera), Roderich Edelstein (Austria)
Wordcount: 785 (
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-community.gif)
Prompt: Il/i personaggio/i principale/i faccia/no qualcosa per la prima o l'ultima volta per la sfida contro Fez della zodiaco!challenge @
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-community.gif)
Note: Yaoi
Il letto di Austria era minuscolo per entrambi, eppure in qualche modo erano riusciti a starci. Avevano spostato le coperte perché erano fastidiose e adesso queste ultime giacevano scompostamente sulla ringhiera in fondo al letto.
Roderich e Basch erano entrambi nudi, lo svizzero a cavallo dell’austriaco, il quale stringeva convulsamente la fodera del cuscino in sincrono con le spinte che l’altro impartiva con una frequenza definita e rigida, che non aumentava né diminuiva. Era meccanico nei movimenti e sembrava quasi un automa, eppure Austria era contento così, perché quella rigidezza dei modi era tipica del carattere di Svizzera.
Era la prima volta che Svizzera si arrendeva innanzi ai reali sentimenti che provava per Austria e si lasciava governare da questi ultimi. Li aveva nascosti a lungo dietro una maschera di apparente antipatia nei confronti del vecchio amico d’infanzia, ma alla fine Roderich era riuscito ad avere la meglio sulla sua volontà e li aveva finalmente portati allo scoperto.
Basch non aveva mai reputato il moro così intelligente e sveglio da riuscire a carpire i suoi veri sentimenti attraverso l’atteggiamento tutt’altro che ben disposto che teneva di solito con lui.
Oltre ad essere la prima volta che si comportava sinceramente con Austria dopo tanti anni, quella era anche la prima volta che faceva l’amore in vita sua, e la prima persona con cui voleva farlo era proprio l’austriaco.
Il letto di Austria era minuscolo per entrambi, eppure in qualche modo erano riusciti a starci. Avevano spostato le coperte perché erano fastidiose e adesso queste ultime giacevano scompostamente sulla ringhiera in fondo al letto.
Roderich e Basch erano entrambi nudi, lo svizzero a cavallo dell’austriaco, il quale stringeva convulsamente la fodera del cuscino in sincrono con le spinte che l’altro impartiva con una frequenza definita e rigida, che non aumentava né diminuiva. Era meccanico nei movimenti e sembrava quasi un automa, eppure Austria era contento così, perché quella rigidezza dei modi era tipica del carattere di Svizzera.
La pelle di entrambi era madida di sudore nonostante fossero nudi e senza le lenzuola a coprirli.
Gli occhi di Basch erano inchiodati sui capelli scuri del suo compagno e la sua attenzione era tutta concentrata sui sospiri che uscivano dalle sue labbra, sommessi e carichi di piacere.
Spingere sempre più a fondo il proprio membro nel corpo dell’Edelstein era un modo piuttosto originale - per non dire poco consono - di dimostrargli che gli voleva ancora bene come quando erano bambini e forse anche più di allora.
Zwingli non era bravo con i sentimenti quando si trattava di Austria. Non riusciva a gestirli se li lasciava andare, per cui aveva sempre preferito reprimerli; in quel momento, però, aveva modo di dimostrare quanto l’austriaco fosse importante per lui con le azioni.
«Svizzera...» sospirò Austria all’improvviso, il tono stanco, come se gli fosse costato una fatica immane riuscire a comporre quell’unico, semplice nome.
Non riuscì ad aggiungere altro se non un gridolino acuto nell’attimo stesso in cui venne, macchiando il materasso.
«Austria...?» chiamò Basch, sporgendosi leggermente sulla sua schiena per guardarlo in viso: quest’ultimo aveva le palpebre socchiuse, le guance simili a fuochi ardenti ed un’espressione beata che non gli aveva mai visto assumere prima di allora.
Non avendo risposta, il biondo continuò a spingere finché - dopo pochi minuti - raggiunse a propria volta l’orgasmo.
Una sensazione di sollievo istantaneo accompagnò la vampa di calore che riempì il suo corpo mentre percepiva il proprio seme fuoriuscire e riversarsi nel corpo dell’altro.
Avvertì i muscoli di quest’ultimo tendersi sotto le sue gambe ed un altro gemito acuto tracimare dalle sue labbra mentre lui, invece, rilassava completamente la propria postura ed il proprio corpo.
Rimasero immobili alcuni attimi, il silenzio interrotto solamente dal rumore dei loro respiri affannati. Austria sentiva il proprio cuore palpitare veloce e forte nel proprio torace.
«Svizzera... scendi» disse semplicemente dopo qualche istante, il tono che voleva essere imperativo ma risultò solamente stanco.
Lo svizzero non se lo fece ripetere: gli facevano male le gambe per l’essere stato tanto a cavallo del suo bacino. Si alzò, uscendo delicatamente dalla sua apertura e si inginocchiò accanto al suo corpo.
L’austriaco si voltò su un fianco, lasciando all’altro un po’ più di spazio per sedersi.
«Hai sporcato il materasso...» constatò Basch, notando la macchia bianca sul materasso foderato di viola. Le sue guance si imporporarono per l’imbarazzo: era perfettamente consapevole del fatto che era stato lui per primo a causare quel piccolo incidente.
«Lo cambierò domani» rispose Roderich semplicemente, guardando in viso il biondo.
«Mmh...» mugolò Zwingli in risposta per dirgli che aveva capito.
Cadde qualche altro momento di silenzio, che fu nuovamente Austria a spezzare: «M-mi... sei mancato...».
Se fossero stati in ben altra situazione, per quanto avesse desiderato di dirglielo non ci sarebbe mai riuscito.
Basch girò la testa da un’altra parte, mugolando nuovamente, imbarazzato, mentre spostava una mano ad intrecciare le dita con quelle dell’austriaco. Anche se non lo diceva a parole, i suoi gesti parlavano chiaro e Roderich si accontentò.
Era stata la prima volta in cui, da adulto, riusciva a riavvicinarsi a Svizzera in modo tutt’altro che conflittuale.
«Dormiamo?» domandò.
«Il tuo letto è troppo piccolo» replicò Svizzera, ma si sdraiò comunque accanto all’amico d’infanzia.
L’Edelstein si alzò per recuperare le coperte e si ridistese accanto a lui.
«Ci possiamo stare, basta stringersi» disse, addossando il proprio corpo contro quello del biondo, il quale, timidamente, gli posò un bacio sulle labbra.
Austria capì che quello era il suo modo di augurargli la buonanotte.