fiamma_drakon: (Grell_Sutcliffe)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Problema di capelli
Rating: Verde
Genere: Commedia
Personaggi: Un po' tutti
Wordcount: 801 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: "Hai sbagliato tintura o sono naturali...?" by [livejournal.com profile] xshade_shinra
Note: AU, linguaggio colorito, OOC
Stavano finalmente per cominciare le riprese, il momento che tutti avevano atteso con più ansia.
Ishigaki aveva quasi annunciato l'avvio della scena, quando la voce del regista tuonò un poderoso: «Fermi!», al che staff e cast al completo si girarono a guardarlo.



La scenografia, finalmente, era allestita.
Il giovane Higuchi era al suo posto, accanto ai macchinari audio, pronto a dare il meglio di sé.
Sasazuka era dietro la telecamera, già posizionato per riprendere la scena che si sarebbe svolta di lì a poco, non appena Ishigaki fosse riuscito a recuperare gli attori dai più reconditi recessi di camerini, bui sottoscala e dov’altro la bizzarra razza dei recitanti andasse ad imboscarsi in attesa di girare.
Se non si fosse sbrigato, il regista l’avrebbe spellato vivo di certo.
«Quanto cazzo ci mette quel ragazzo a trovare una decina di persone?!».
Appunto.
Sasazuka si girò a fissare con il suo solito sguardo indifferente il nuovo regista, un certo Godai Shinobu, che era subentrato dopo la prematura dipartita del precedente regista.
Non era un tipo molto paziente, ma sapeva fare il suo lavoro - o almeno, così pareva. Se l’era cavata discretamente con l’allestimento, ma adesso doveva affrontare la parte centrale del suo incarico.
Ed il cast - che lui conosceva abbastanza, dato che aveva lavorato con tanti di loro in altre occasioni - non era dei più facili da trattare.
Soprattutto alcuni soggetti.
«Signor regista, arrivano!».
Ishigaki stava correndo verso il biondo, le cuffie appoggiate sulle spalle, il cappellino con la visiera girata al contrario e la cartelletta in mano.
Alle sue spalle arrivò il gruppetto degli attori, in testa la giovane Yako Katsuragi - che interpretava il ruolo della protagonista femminile - e X.
«Alla buon ora!» sbottò Godai, alzandosi «Forza, gli attori della prima scena sul set!» ordinò, lasciandosi cadere di nuovo sulla sedia.
Dal gruppetto appena giunto si staccarono tre persone, che andarono a prender posto sulla scena.
Stavano finalmente per cominciare le riprese, il momento che tutti avevano atteso con più ansia.
Ishigaki aveva quasi annunciato l’avvio della scena, quando la voce del regista tuonò un poderoso: «Fermi!», al che staff e cast al completo si girarono a guardarlo.
Yako lo fissava con perplessità dal fianco di Ishigaki: a primo impatto dava l’idea di una persona che voleva fare tutto e subito, perciò non capiva che avesse da attendere oltre.
Due settimane di preparativi non erano state già sufficienti?
Sotto gli occhi di tutti marciò verso il set, andando a fermarsi innanzi all’attore per eccellenza, il protagonista maschile, Neuro Nōgami, che lo fissò dall’alto della sua imponente statura senza batter ciglio.
Calmo, freddo e calcolatore, tre attributi per cui si era meritato molte delle innumerevoli parti che aveva interpretato - alcune anche dei cattivi della situazione, grazie altresì al suo aspetto un po’ inquietante ed al fatto che non era completamente umano, ma di questo insignificante particolare era a conoscenza soltanto Yako, la quale viveva e lavorava insieme a lui da anni ormai.
«Tu!» sentenziò il regista, studiandolo con rabbia ed impazienza.
Passò una mano a sfiorargli le punte dei capelli eterocromi con fare disgustato.
«Hai sbagliato tintura o sono naturali...?» domandò in tono sprezzante, ma continuò senza attendere risposta: «È uno scempio! Credi che Romeo avesse i capelli a questa maniera?! Vorrei proprio sapere chi è la testa di cazzo che ti ha scelto per questo film! Evidentemente era daltonico, se non addirittura cieco!».
Yako si riparò d’istinto dietro le spalle di Ishigaki, che seguiva a bocca aperta la scena senza nemmeno osare sbattere le palpebre, per timore di perdersi anche solamente un attimo dello “spettacolo”.
La mossa più idiota e sbagliata che il regista potesse anche solo pensare di fare era andare a dar fastidio proprio a Neuro - soprattutto per fargli appunti tanto sfacciati ed irriverenti sui capelli.
Se c’era una cosa che non sopportava, quella era proprio la mancanza di rispetto verso di lui - ed il suo sguardo inquietantemente minaccioso la diceva lunga in merito a ciò che gli stava attraversando la mente in quel preciso momento.
La Katsuragi notò distintamente le iridi di Neuro sfavillare istantaneamente di un acceso verde smeraldo, mentre attorno a lui - e lei sapeva per certo d’essere l’unica a poterlo vedere - i capelli prendevano vita, allungandosi, tramutandosi in una specie di nuvolaglia di serpi dorate munite di nudi bulbi oculari al termine di ciascun ciuffo.
Se quelle cose - perché non sapeva come altro chiamarle - avessero potuto mordere, era certa che avrebbero azzannato Godai e se lo sarebbero spartito più o meno equamente finché non ne fossero rimaste altro che ossa spolpate.
«Hai intenzione di fare qualcosa o ti butto fuori a calci in culo subito?» continuò quest’ultimo, completamente ignaro di cosa stava rischiando.
Neuro a quel punto l’afferrò per il colletto della camicia, sollevandolo senza problemi da terra.
«Andiamo a fare due chiacchiere... in privato».
Il tono con cui lo disse fece presagire a Yako - e non solo a lei - che non avesse rosei propositi nei suoi confronti.
Mentre si allontanavano, la ragazza pregò tra sé: «Fa’ che non lo ammazzi, altrimenti questo film non inizierà mai...!».
La porta che conduceva al corridoio dei camerini si chiuse alle spalle dell’attore con un cigolio sinistro, poi fu il silenzio.
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