fiamma_drakon: (Shizuo_Heiwajima)
fiamma_drakon ([personal profile] fiamma_drakon) wrote2012-08-20 07:22 pm

Conta le pecorelle

Titolo: Conta le pecorelle
Rating: Verde
Genere: Generale, Slice of life
Personaggi: Alfred F. Jones (America), Arthur Kirkland (Inghilterra)
Wordcount: 683 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: Animaletti pelosi di [livejournal.com profile] mapi_littleowl per la Notte Bianca VI @ [livejournal.com profile] maridichallenge
Note: Shonen-ai
Era strano - insolito più che altro - eppure America non riusciva a prender sonno.
Di consuetudine era Inghilterra quello più propenso ad arrivare così nervoso a letto da non riuscire a chiudere occhio per un tempo variabile che spaziava dai pochi minuti all'ora e invece in quel momento dormiva profondamente di fianco a lui, girato di spalle.


Era strano - insolito più che altro - eppure America non riusciva a prender sonno.
Di consuetudine era Inghilterra quello più propenso ad arrivare così nervoso a letto da non riuscire a chiudere occhio per un tempo variabile che spaziava dai pochi minuti all'ora e invece in quel momento dormiva profondamente di fianco a lui, girato di spalle.
Alfred non trovava pace: continuava a voltarsi e rivoltarsi nel suo angolo di letto senza riuscire a dormire.
«Forse ho mangiato un po' troppo pesante...» rifletté, chiudendo gli occhi. In effetti, a cena quella sera non si era risparmiato affatto - e come poteva essere il contrario, dato che era riuscito finalmente, dopo numerosi tentativi, a convincere il suo compagno ad andare a cenare fuori.
L'ex colonia iniziò a vagare alla deriva con la mente, fino ad approdare in un prato diviso da una staccionata. Incuriosito, l'americano si avvicinò per guardare meglio e magari anche capire a cosa servisse una staccionata nel bel mezzo del niente. Solo quando fu più vicino notò una fila di pecorelle ferma da un lato della divisione.
Non appena fu abbastanza vicino, le pecorelle - piccole e cariche di folta e ricciuta lana d'un bianco immacolato - iniziarono lentamente a saltare dalla parte opposta della staccionata. America le trovava carine nel loro modo un po' impacciato di saltare l'ostacolo. Impulsivamente il ragazzo iniziò a contarle, una ad ogni salto, scoprendo che su di lui sortivano un meraviglioso effetto rasserenante.
Ne contò cinquanta prima che si presentasse... un'anomalia decisamente difficile da non notare.
«Inghilterra?! Che cosa ci fai qui?» domandò il Jones, sgranando gli occhi nel veder comparire il suo compagno. Quest'ultimo, un tenero broncio sul viso, era vestito come una pecora gigante e stracarica di lana.
L'inglese guardò indignato la sua ex colonia, prima di rispondere in tono ovvio: «Che cosa pensi che possa fare conciato così?! Ti aiuto a dormire, così finalmente trovi pace nel letto...!».
Era una premura insolitamente carina da parte sua.
Ciò detto, Arthur si mise carponi e saltò oltre la staccionata. Non fu una scena così disastrosa come invece America aveva temuto. Poteva non riuscire a superare lo steccato, ed in quel caso sarebbe stato veramente divertente, oltre che doloroso.
La cosa assurda capitò dopo, però: invece che pecore davanti ad Alfred iniziarono a sfilare cloni del suo compagno ed ex madrepatria, tutti con indosso la medesima tenuta da pecora.
Il Jones ne contò dieci prima di iniziare ad essere impaurito dalla quantità di inglesi tutti identici che gli passavano davanti. Sembrava cominciare a diventare un film dell'orrore.
America aprì gli occhi e si trovò nel suo letto, sdraiato supino in una posizione particolarmente contorta che non riusciva davvero a spiegarsi.
Di fianco a lui, Inghilterra si era girato nella sua direzione e adesso lo fissava, gli occhi verdi sgranati nella maniera tipica di quando era spaventato o atterrito.
«Cosa c'è?» chiese l'ex colonia, guardandosi freneticamente intorno: che avesse visto un fantasma o un mostro appostato nella penombra alle sue spalle?!
«Finalmente ti sei svegliato...!» esclamò per tutta risposta l'ex madrepatria in tono piuttosto burbero, cambiando repentinamente espressione.
«Come?! Perché mi hai svegliato...?» domandò il Jones, stupito ed indignato: con tutto il tempo che ci aveva messo per addormentarsi, perché diavolo si era preso la briga di svegliarlo...?!
«Ti stavi agitando come in preda alle convulsioni! Mi hai anche affibbiato uno schiaffo!» spiegò il Kirkland, irritato.
«Ma allora le pecore salterine erano un sogno...?» si domandò Alfred, perplesso.
Da un lato ne era contento: doveva ammettere che il britannico vestito da pecora gli risultava un po' inquietante.
«Ah... scusami» disse l'americano, sorpreso di quanto aveva inconsciamente fatto «Erhm... posso abbracciarti?» aggiunse poi, senza alcun preavviso.
«S-se proprio vuoi...» acconsentì l'inglese perplesso dalla richiesta, scrollando leggermente le spalle, girandosi di schiena nuovamente.
America gli passò un braccio sopra il fianco, stringendolo a sé.
«Vedi di dormire tranquillo stavolta... altrimenti ti sveglio a calci» minacciò l'ex madrepatria, chiudendo gli occhi.
Alfred non rispose, omettendo - molto intelligentemente - di parlare del soggetto del suo sogno - il quale, a ben pensare, era forse stato la causa della sua improvvisa agitazione.
Era meglio tenere per sé tutto l'accaduto: molto probabilmente il suo compagno non avrebbe gradito affatto sapere d'essere stato immaginato vestito da pecora.