fiamma_drakon: (Alice Madness Returns)
fiamma_drakon ([personal profile] fiamma_drakon) wrote2012-09-04 01:11 pm

Temptation

Titolo: Temptation
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale
Personaggi: Feliciano Veneziano Vargas (Nord Italia), Ludwig (Germania)
Wordcount: 1346 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: Historical!AU per la sfida contro Dzec della zodiaco!challenge @ [livejournal.com profile] fiumidiparole
Timeline: Ambientata all'epoca dell'Impero Romano.
Note: First time, Lemon, possibile OOC, Roman Empire!AU, Yaoi
Il biondo, in piedi nell'angolo opposto della sua minuscola cella, si leccava le labbra in un chiaro sintomo di desiderio mentre in realtà stava facendo di tutto per cercare di reprimere i suoi istinti. Purtroppo i suoi occhi azzurri si muovevano autonomamente scrutando con attenzione ogni centimetro visibile del profilo del giovane italiano.
«Perché sei venuto qui...?».


Ludwig era solamente un gladiatore, un lottatore destinato a vivere o morire combattendo nel Colosseo per il piacere del popolo di Roma; eppure, nonostante ciò, nella sua cella adesso giaceva il nipote più giovane dell'imperatore.
Era sdraiato prono sul suo giaciglio, completamente nudo, le palpebre serrate e la pelle madida di sudore.
Germania era tenuto a digiuno di qualsiasi appetito che superasse i magri pasti che gli erano serviti; pertanto, trovarsi davanti un ragazzo dall'apparenza così pudica ed innocente che sembrava offrirsi su un piatto d'argento alla soddisfazione dei suoi più bassi istinti era una tentazione difficile cui opporre resistenza.
Il biondo, in piedi nell'angolo opposto della sua minuscola cella, si leccava le labbra in un chiaro sintomo di desiderio mentre in realtà stava facendo di tutto per cercare di reprimere i suoi istinti. Purtroppo i suoi occhi azzurri si muovevano autonomamente scrutando con attenzione ogni centimetro visibile del profilo del giovane italiano.
«Perché sei venuto qui...?» domandò il gladiatore, terribilmente a disagio. Stava lottando tra l'impulso di saltargli addosso subito e fare sesso senza minimamente preoccuparsi delle conseguenze che sarebbero potute venire - del resto, era il nipote dell'imperatore - e resistere e convincerlo a tornare a casa.
Il suo organo riproduttivo aveva già scelto da quale parte schierarsi ed era un avversario difficile da contrastare.
Il ragazzino sollevò la testa ed aprì finalmente gli occhi, mettendosi carponi in posizione tale da mostrare il sedere all'altro. Gli occhi marroni erano colmi di una purezza tale da incantare.
Ludwig trattenne il fiato un momento e poi deglutì rumorosamente avvertendo un calore nuovo aggredirgli il viso. Ma perché non si rendeva conto di quello che gli stava facendo?! Eppure non sembrava essere molto malizioso. A giudicare dalle apparenze, probabilmente non si rendeva neppure conto di quel che stava provocando.
«Perché... m-mi piaci» ammise senza il minimo timore.
«Sono un maschio e sono un gladiatore» fece notare il tedesco, stringendo a pugno le mani tanto da farsi male. Doveva resistere all'allettante spettacolo che aveva di fronte.
«Non importa. Pure mio nonno ha qualche amante maschio, anche se non lo dice» replicò l'italiano convinto «Oh, io sono Italia. Ma puoi chiamarmi anche Feliciano o Veneziano» soggiunse.
Il tedesco arrossì e chiuse gli occhi mentre si presentava a propria volta: «Io sono Germania... e puoi chiamarmi anche Ludwig».
Vide il volto di Feliciano illuminarsi mentre ripeteva con un sorriso: «Germania...!».
«I-immagino che a questo punto sia inutile chiederti di andartene...» sospirò il biondo in tono rassegnato, abbassando gli occhi sul pavimento con un moto carico di stanchezza.
«Perché vuoi cacciarmi? Io voglio fare l'amore con te...!» protestò in tono piagnucoloso Italia.
Poteva anche dare l'impressione di essere innocente, ma a quanto pareva sapeva bene cosa voleva. Germania rimase sorpreso dal tono lagnoso utilizzato e si riscosse: non voleva certo farlo piangere...!
«No, un momento...! Per favore, non piangere» disse, accostandoglisi leggermente «Io non volevo...».
«Allora farai l'amore con me?» lo interruppe Feliciano entusiasta, fissandolo con i grandi occhi screziati d'ambra.
Se lo voleva così fervidamente lui e persino il proprio corpo lo desiderava intensamente, chi era per continuare a dire di no ad entrambi?
«D'accordo...» sentenziò Ludwig, decidendosi finalmente ad avvicinarglisi nel vero senso della parola.
Gli si inginocchiò accanto e subito il castano gli strinse le braccia attorno alle spalle in un vigoroso abbraccio. Il biondo rimase stupito dalla forza che mise nel gesto. Sembrava quasi temere che scappasse via da lui.
Il tedesco non era avvezzo a tali plateali dimostrazioni d'affetto, perciò gli occorsero alcuni istanti per superare lo stupore; dopodiché ricambiò la stretta con tanto vigore che l'altro tremò nella sua morsa.
«Ah...!» sospirò l'italiano in una maniera tale che il gladiatore non riuscì a capire se fosse un lamento di dolore o piacere; comunque allentò leggermente la presa su di lui per sicurezza.
Il passo successivo fu il bacio: le loro labbra si unirono con lentezza quasi esasperante, tanto che Ludwig si ritrovò a fremere impercettibilmente per quell'attesa spasmodica.
Una volta congiunte, Germania prese l'iniziativa, muovendo le proprie in modo languido e calibrato, quasi quel momento fosse un rito di vitale importanza.
Italia si strusciò contro il suo torace ampio e muscoloso, beandosi del calore emanato dalla sua pelle. La bocca seguiva i movimenti ed il ritmo imposti dal suo inusuale compagno.
Germania non aveva mai avuto occasione di sperimentare un rapporto sessuale, essendo nato e cresciuto in gabbia, senza mai avere l'occasione di entrare in contatto con la società. Per lui quell'esperienza risultava totalmente nuova e bellissima, nonostante sapesse che una cosa del genere tra maschi non era nella norma. In fondo, però, non gli importava se era o meno in regola intrattenere una relazione simile: era l'unica occasione che aveva da quand'era al mondo di sperimentare un po' d'amore.
A causa della sua scarsa esperienza, il suo membro si eccitò in tempi rapidissimi ed in breve si trovò a strusciare in modo del tutto involontario la propria erezione contro l'interno della coscia di Veneziano. Quest'ultimo, compiaciuto di aver conseguito un simile risultato in così poco tempo, si sottrasse al bacio e si voltò mostrandogli le natiche.
Aveva desiderato di giungere a quel momento fin da quando aveva posato per la prima volta gli occhi su di lui nell'arena del Colosseo. Non sapeva che cosa di preciso della sua persona avesse acceso in lui tanto interesse. Gli era semplicemente sembrato un uomo molto bello... e anche molto solo. Non aveva avuto tutti i torti: era uno dei gladiatori più forti e più temuti dai suoi compagni, che lo allontanavano per diretta conseguenza.
Ludwig era paonazzo e si sentiva un po' a disagio per l'impellente bisogno di contatto fisico che percepiva strisciargli dentro e crescere sempre di più, fino a divenire irreprimibile.
In modo del tutto spontaneo fece scivolare il proprio pene turgido lungo la linea delle sue natiche in cerca del varco per violare il suo corpo. Bassi sbuffi pieni di desiderio accompagnarono la sua ricerca.
Quando trovò l'apertura, Germania penetrò senza la minima esitazione, spingendosi a fondo con un gemito roco. Italia ansimò dolorosamente, quasi gli mancasse il fiato. Aveva già provato simili rapporti con altri, ma mai come in quel caso si era sentito così intimamente coinvolto: a lui quel gladiatore piaceva davvero tanto.
«Vai... più giù...!» esclamò, abbandonandosi ad una sequela di gemiti e sospiri carichi di beatitudine ed estasi.
Ludwig si leccò le labbra mentre si spingeva più all'interno, ondeggiando il bacino con un ritmo che diventava sempre più rapido in risposta al suo bisogno di appagamento carnale. Si piegò a posare una fila di baci umidi e goffi lungo la metà inferiore della spina dorsale dell'italiano, troppo impegnato a penetrarlo per potersi allungare ed arrivare più in alto.
Ogni spinta del tedesco mandava Veneziano dritto in paradiso. Il castano iniziava ad avere qualche difficoltà a resistere alle richieste del suo membro dolorosamente eretto. Per sua fortuna, la mano del suo partner si posò proprio lì in quel preciso momento.
Nel percepire sotto i polpastrelli il suo pene eretto, Ludwig iniziò a toccarlo, stimolando ulteriori gemiti nell'altro. Non sapeva come fare perché sentisse piacere anche lui, perciò provò a massaggiarlo con foga.
L'effetto fu più o meno quello sperato, tanto che il giovane romano raggiunse l'orgasmo in men che non si dica, macchiando con il proprio sperma il palmo della sua mano.
Germania non ebbe neppure il tempo materiale di guardare, perché giunse a propria volta all'apice del piacere. Gemette con voce più forte mentre riversava il suo seme dentro il corpo di Feliciano, il quale fu scosso da un brivido ed ansimò.
Il biondo si scoprì essere esausto. Estrasse il proprio organo riproduttore dal sedere di Italia e si lasciò cadere seduto sul pavimento.
«Sei... stanco?» domandò senza fiato il castano, voltandosi verso il compagno.
«Un po'» ammise quest'ultimo, abbassando gli occhi. In realtà si sentiva a pezzi, però non voleva mostrarsi così debole.
«Allora ti lascio dormire...» disse l'altro, strisciando via dal giaciglio in direzione del mucchietto dei suoi abiti, situato poco distante.
«V-va bene...» esclamò Ludwig, arrossendo per l'imbarazzo della situazione, spostandosi sul suo misero letto, osservando in silenzio l'altro che si rivestiva.
Lo trovava un ragazzo veramente carino.
«Spero di rivederti presto, Germania» si congedò affettuosamente Italia con un sorriso, avvicinandosi alla porta della cella.
«Anch'io...» fu la laconica risposta che ricevette da uno sfiancato ed imbarazzato Ludwig già pronto per addormentarsi.