fiamma_drakon: (Grell_Sutcliffe)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Appuntamento col diavolo
Rating: Giallo
Genere: Generale, Sentimentale
Personaggi: Grell Sutcliff, Ronald Knox
Wordcount: 1128 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: 55. "Sono una donna che è stata infedele a milioni di uomini." (Greta Garbo) dalla mia cartellina per la Maritombola #4 @ [livejournal.com profile] maridichallenge
Note: Shonen-ai
Grell Sutcliff, seduto dirimpetto alla specchiera che teneva - ovviamente in modo abusivo - nel suo ufficio di Dio della Morte, era tutto impegnato a truccarsi come una qualunque donna e squittendo eccitato in modo assolutamente vergognoso per gli standard di qualsiasi uomo - ovviamente tranne lui.
«Ahw, sarà una serata sensazionale!».


Grell Sutcliff, seduto dirimpetto alla specchiera che teneva - ovviamente in modo abusivo - nel suo ufficio di Dio della Morte, era tutto impegnato a truccarsi come una qualunque donna e squittendo eccitato in modo assolutamente vergognoso per gli standard di qualsiasi uomo - ovviamente tranne lui.
«Ahw, sarà una serata sensazionale!» esclamò, saltellando sulla sedia, per poi alzarsi e piegarsi sul piano della specchiera per avvicinarsi allo specchio ed avere una migliore e più precisa visuale di come avrebbe applicato l'ombretto - ovviamente rosso - sulle palpebre.
La sua posizione era parecchio ambigua, soprattutto perché stava sculettando in modo vivace e palesemente provocante - oltre che decisamente poco virile.
«Senpai siediti. Non voglio vedere il tuo sedere...» obiettò Ronald Knox, seduto sulla scrivania alle spalle di Grell con una gamba appoggiata sulla sedia ed il braccio piegato sopra a sorreggersi il volto.
La sua fidata falce era appoggiata vicino a lui, come se il ragazzo temesse che potesse accadergli qualcosa nonostante fossero in uno degli uffici tra i meno frequentati di tutta la struttura - o forse addirittura il meno in assoluto.
«Uhmf! Screanzato!» esclamò in tono altezzoso Grell, senza però cambiare postura.
Ronald sollevò annoiato la manica della giacca e scoprì il suo grosso e moderno orologio da polso, al quale gettò un'occhiata.
Il suo cipiglio non mutò minimamente: annoiato era prima e annoiato era rimasto poi.
«Quanto ti manca ancora, senpai? Se non ci sbrighiamo arriveremo tardi...» commentò Knox, guardando il riflesso dell'altro Dio della Morte nello specchio.
Avevano un lavoro di mietitura d'anime da sbrigare e lui da solo non poteva andare perché in primo luogo loro due formavano una squadra, ed in secondo luogo - ma non per questo meno importante - perché lui era il più giovane tra i due ed il regolamento imponeva di andare per forza con un Dio della Morte più "esperto" finché non si fosse acquisita esperienza a sufficienza - pena orribili ore di straordinari e detrazioni dallo stipendio.
Infrangere il regolamento perché il suo senpai si stava facendo bello non era una buona idea, anche se c'era il rischio di arrivare tardi per la mietitura.
«Un momento, Ronald! Non è educato mettere fretta ad una signora!» protestò stizzito Sutcliff, terminando di mettere l'ombretto su di una palpebra e cominciando a metterlo sull'altra.
Ronald sospirò, cambiando posizione. Avrebbe voluto evitare che William gli facesse una delle sue noiosissime ramanzine e gli togliesse soldi dallo stipendio per colpa del suo senpai - soprattutto, voleva evitare che gli facesse fare gli straordinari.
«Ma stiamo andando a mietere anime, senpai. Non capisco perché tu debba... truccarti».
Esitò prima di pronunciare l'ultima parola perché gli suonava strano riferire il verbo "truccarsi" ad un uomo.
Grell gli scoccò un'occhiata sconvolta molto frivola tramite il proprio riflesso nello specchio.
«Come perché?!» esclamò lo Shinigami rosso «Le vittime di stasera sono coinvolte in traffici sospetti con i bassifondi di Londra!» spiegò con il tono di chi afferma la cosa più ovvia del mondo.
Gli occhiali di Ronald gli scivolarono un po' giù sul naso mentre fissava con sguardo ebete il suo senpai: si era persino informato così bene sui condannati da mietere quella notte...?!
Non era un comportamento normale per lui e lo sapeva bene, dato che non era la prima volta che collaboravano. La frase successiva del suo compagno servì a fornire la più loquace e compiuta spiegazione che potesse esserci: «Ci sarà il mio Sebastian, di sicuro! Quel conte bambino lavora in continuazione nelle questioni sporche dell'Inghilterra e con lui c'è sempre Sebastain, ahw!».
Ronald avrebbe voluto schiaffarsi una mano in faccia per esprimere compiutamente la propria disperazione ed esasperazione assieme, ma resistette a tale impulso perché lo considerava un gesto demodé. Roteò banalmente gli occhi verde-giallo al cielo e disse: «Senpai, probabilmente dovremmo combattere quel diavolo, non andarci a cena assieme!».
Non capiva come Grell potesse pensare a quell'aberrazione del creato non tanto in termini affettivi quanto piuttosto in termini amorosi. La sua era un'ossessione che stava assumendo i tratti caratteristici di qualcosa di morboso. Al giovane Knox tutto ciò appariva - oltre che distorto - orribilmente terrificante data la loro natura; tuttavia, Grell era un suo senpai ed un collega, per cui doveva portargli rispetto.
Tutta quell'eccitazione e quei preparativi un mostro del genere non li meritava affatto, Knox ne era più che certo.
Grell stavolta si volse indietro - per fortuna aveva finito di mettersi l'ombretto, perché significava che era quasi pronto - e lo guardò severamente per alcuni istanti, prima di chiudere gli occhi ed abbandonarsi ad un'espressione estatica: «È il nostro modo di amarci...!».
Ronald sospirò scrollando le spalle, senza saper bene cosa dire: era evidente che il suo senpai vedeva la realtà attraverso un filtro tanto spesso e distorto da confondere il reale con le sue fantasie.
Era chiaro come il sole che quel demone, Sebastian Michaelis, non lo amava affatto.
Senza essere interpellato, Grell riprese a parlare: «Sono una donna che è stata infedele a milioni di uomini» esclamò, sospirando in modo molto teatrale e drammatico. Da come ne parlava sembrava quasi che la sua fosse una condanna impostagli fin dalla nascita da un Fato avverso.
«Ce ne sono stati così tanti, persino Will...!» continuò in tono frivolo e piangente, vestendo i panni di un'eroina tragica che in realtà non era.
Ronald sgranò gli occhi, esterrefatto.
«Will?! Intendi proprio quel Will?! ... William T. Spears?!».
Era basito. Non poteva star parlando proprio lui, che era così puntuale, preciso e ordinato, rispettoso delle scadenze e degli orari... e invece Grell annuì con un breve cenno del capo.
«Sei stato con Will?» domandò Ronald, quasi senza fiato. A lui era sempre parso un tipo così ligio al dovere da non poter essere altro che un classico eterosessuale; e invece era omosessuale. Una rivelazione a dir poco sconvolgente.
«Sì, ma non era l'uomo giusto, come tanti altri» confessò Grell scuotendo la testa «Ma Sebastian è diverso! Sebastian è l'unico! È così sexy e focoso che ogni volta che lottiamo mi vien voglia di saltargli addosso...! Aaahw!» aggiunse, lanciando un gridolino entusiasta.
«È un demone» puntualizzò il Dio della Morte più giovane in tono ovvio.
«Non lo trovi eccitante?!».
Grell si volse verso il suo compagno con smodato entusiasmo, spaventandolo un po'.
«È come la tragedia di Shakespeare, "Romeo e Giulietta"...! Oh, il nostro amore è impedito da qualcosa al di sopra di noi stessi... com'è romantico».
Era andato. Ormai era irrecuperabile finché non avesse esaurito la sua dose di adrenalina amorosa.
Ronald fece per muovergli un'altra osservazione riguardo al suo "amore malato", ma l'altro lo precedette: «Forza Ronald dobbiamo andare! La mietitura ci aspetta... e anche il mio Sebastian!».
Grell si alzò dalla sedia di scatto e corse verso la porta raccogliendo la sua Death Scythe appoggiata contro il muro vicino alla soglia.
Uscì fuori dal suo ufficio in un attimo.
«Ehi, aspettami senpai!» urlò Knox, saltando in fretta giù dalla scrivania afferrando il suo falciaerba e mettendoselo in spalla per poter agilmente correr dietro al suo esuberante senpai.
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