fiamma_drakon (
fiamma_drakon) wrote2013-02-11 08:41 pm
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Pelle contro acciaio
Titolo: Pelle contro acciaio
Rating: Verde
Genere: Sentimentale, Slice of life
Personaggi: Eve (Nemesi Nasod), Raven (Maestro di Spada)
Wordcount: 531 (
fiumidiparole)
Prompt: Pelle per la Missione 1 della terza settimana del COW-T 3 @
maridichallenge
Note: Het
«All’inizio faceva male. Ormai mi sono abituato...» rispose lui con totale nonchalance, lo sguardo rivolto al soffitto del piccolo laboratorio domestico dove la Nasod si occupava della messa a punto e delle eventuali riparazioni del suo braccio. Moby e Levy - i suoi Moduli Nasod - se ne stavano accovacciati sul tavolo, vicino alla cassetta degli attrezzi, fissando i due ragazzi.
«Non ti manca il tuo braccio vero...?».
«Raven, non ti dà fastidio questo braccio...?».
Eve impugnava il cacciavite a guisa di un’arma, anche se in fin dei conti tutto quel che stava facendo era soltanto stringere un bullone del braccio Nasod del suo fidanzato, allentatosi tanto che ad ogni movimento della spalla corrispondeva un cigolio preoccupante dell’arto.
«All’inizio faceva male. Ormai mi sono abituato...» rispose lui con totale nonchalance, lo sguardo rivolto al soffitto del piccolo laboratorio domestico dove la Nasod si occupava della messa a punto e delle eventuali riparazioni del suo braccio. Moby e Levy - i suoi Moduli Nasod - se ne stavano accovacciati sul tavolo, vicino alla cassetta degli attrezzi, fissando i due ragazzi.
«Non ti manca il tuo braccio vero...?» domandò ancora la ragazza «Insomma, subire tutte queste riparazioni non è molto piacevole...».
«Stasera hai voglia di chiacchierare...?» chiese con un sorriso tenero, mettendo a disagio Eve. La Nasod strinse con eccessiva forza il bullone e Raven lanciò un doloroso: «Ah! Ahio, allentalo!».
«S-scusa...!» esclamò lei, affrettandosi ad allentare il bullone.
Tacque per qualche momento, passando ad occuparsi delle giunzioni del braccio, poi disse: «Volevo solo sapere come ci si sentiva a non essere... interi».
«È strano all'inizio, ma poi ci fai l'abitudine...» replicò il ragazzo «Anche se il tatto mi manca...».
Eve posò il cacciavite nella cassetta.
«Ecco fatto. Dovrebbe essere a posto...» decretò, chiudendo la cassa.
Raven sollevò il braccio, lo ruotò e chiuse le dita, per provare le sistemazioni. Dopo il controllo, senza un preavviso, accarezzò la guancia di Eve sorridendole.
«Volevi sapere com'era? Non si sente niente...» disse.
Lei gli prese il polso, spostando sul proprio petto il suo pugno.
«Non c'è niente da sentire. La mia pelle è fredda e non c'è nessun cuore che batte. Sono una Nasod, anche se antica» disse lei, rispondendo timidamente al suo sorriso.
«Però una pelle ce l'hai. Io no» controbatté lui.
«E questa?».
Così dicendo, Eve gli accarezzò il viso, percependo il calore tenue irradiato dalla sua guancia.
«Ma il braccio è una cosa diversa» ribatté Raven.
Tolse la mano dalla presa di lei e la infilò tra i suoi lunghi capelli perlacei, squadrandola dritta nei suoi occhi giallo brillante.
Si sporse verso di lei e posò le labbra sulle sue, aspettando che fosse lei ad iniziare. La Nasod mosse la bocca, accettando il bacio improvviso.
Fu una cosa molto casta: Raven sembrava aver paura di oltrepassare un confine proibito. Con il trascorrere dei secondi, però, il desiderio nei confronti della sua ragazza aumentava. Il braccio Nasod scese pian piano lungo la schiena di lei, avvicinandosi al sedere, ma la mano di Eve sfrecciò a stringersi attorno al suo avambraccio, stringendo forte.
Raven si allontanò dal suo viso, guardandola dritto negli occhi un po' imbarazzato.
«Scusa, mi sono lasciato trasportare...» ammise. Ciononostante, non riuscì a sfuggire ad una fulminante occhiata di rimprovero da parte della Nasod.
«Ho notato» disse semplicemente, in tono molto gelido, allontanandosi.
«Scusa» ripeté lui a voce più alta, stringendosi nelle spalle sconsolato anche se la sua dolce metà non lo stava degnando della benché minima attenzione. Abbandonarsi a certi istinti del tutto umani era un errore imperdonabile per Eve, la quale più d'una volta glielo aveva fatto ben presente. Nonostante ciò, Raven riusciva, in un modo o in un altro, ad ottenere sempre il suo perdono... dopo un po' di tempo.
Rating: Verde
Genere: Sentimentale, Slice of life
Personaggi: Eve (Nemesi Nasod), Raven (Maestro di Spada)
Wordcount: 531 (
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Prompt: Pelle per la Missione 1 della terza settimana del COW-T 3 @
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Note: Het
«All’inizio faceva male. Ormai mi sono abituato...» rispose lui con totale nonchalance, lo sguardo rivolto al soffitto del piccolo laboratorio domestico dove la Nasod si occupava della messa a punto e delle eventuali riparazioni del suo braccio. Moby e Levy - i suoi Moduli Nasod - se ne stavano accovacciati sul tavolo, vicino alla cassetta degli attrezzi, fissando i due ragazzi.
«Non ti manca il tuo braccio vero...?».
«Raven, non ti dà fastidio questo braccio...?».
Eve impugnava il cacciavite a guisa di un’arma, anche se in fin dei conti tutto quel che stava facendo era soltanto stringere un bullone del braccio Nasod del suo fidanzato, allentatosi tanto che ad ogni movimento della spalla corrispondeva un cigolio preoccupante dell’arto.
«All’inizio faceva male. Ormai mi sono abituato...» rispose lui con totale nonchalance, lo sguardo rivolto al soffitto del piccolo laboratorio domestico dove la Nasod si occupava della messa a punto e delle eventuali riparazioni del suo braccio. Moby e Levy - i suoi Moduli Nasod - se ne stavano accovacciati sul tavolo, vicino alla cassetta degli attrezzi, fissando i due ragazzi.
«Non ti manca il tuo braccio vero...?» domandò ancora la ragazza «Insomma, subire tutte queste riparazioni non è molto piacevole...».
«Stasera hai voglia di chiacchierare...?» chiese con un sorriso tenero, mettendo a disagio Eve. La Nasod strinse con eccessiva forza il bullone e Raven lanciò un doloroso: «Ah! Ahio, allentalo!».
«S-scusa...!» esclamò lei, affrettandosi ad allentare il bullone.
Tacque per qualche momento, passando ad occuparsi delle giunzioni del braccio, poi disse: «Volevo solo sapere come ci si sentiva a non essere... interi».
«È strano all'inizio, ma poi ci fai l'abitudine...» replicò il ragazzo «Anche se il tatto mi manca...».
Eve posò il cacciavite nella cassetta.
«Ecco fatto. Dovrebbe essere a posto...» decretò, chiudendo la cassa.
Raven sollevò il braccio, lo ruotò e chiuse le dita, per provare le sistemazioni. Dopo il controllo, senza un preavviso, accarezzò la guancia di Eve sorridendole.
«Volevi sapere com'era? Non si sente niente...» disse.
Lei gli prese il polso, spostando sul proprio petto il suo pugno.
«Non c'è niente da sentire. La mia pelle è fredda e non c'è nessun cuore che batte. Sono una Nasod, anche se antica» disse lei, rispondendo timidamente al suo sorriso.
«Però una pelle ce l'hai. Io no» controbatté lui.
«E questa?».
Così dicendo, Eve gli accarezzò il viso, percependo il calore tenue irradiato dalla sua guancia.
«Ma il braccio è una cosa diversa» ribatté Raven.
Tolse la mano dalla presa di lei e la infilò tra i suoi lunghi capelli perlacei, squadrandola dritta nei suoi occhi giallo brillante.
Si sporse verso di lei e posò le labbra sulle sue, aspettando che fosse lei ad iniziare. La Nasod mosse la bocca, accettando il bacio improvviso.
Fu una cosa molto casta: Raven sembrava aver paura di oltrepassare un confine proibito. Con il trascorrere dei secondi, però, il desiderio nei confronti della sua ragazza aumentava. Il braccio Nasod scese pian piano lungo la schiena di lei, avvicinandosi al sedere, ma la mano di Eve sfrecciò a stringersi attorno al suo avambraccio, stringendo forte.
Raven si allontanò dal suo viso, guardandola dritto negli occhi un po' imbarazzato.
«Scusa, mi sono lasciato trasportare...» ammise. Ciononostante, non riuscì a sfuggire ad una fulminante occhiata di rimprovero da parte della Nasod.
«Ho notato» disse semplicemente, in tono molto gelido, allontanandosi.
«Scusa» ripeté lui a voce più alta, stringendosi nelle spalle sconsolato anche se la sua dolce metà non lo stava degnando della benché minima attenzione. Abbandonarsi a certi istinti del tutto umani era un errore imperdonabile per Eve, la quale più d'una volta glielo aveva fatto ben presente. Nonostante ciò, Raven riusciva, in un modo o in un altro, ad ottenere sempre il suo perdono... dopo un po' di tempo.