Mènage à trois
Feb. 21st, 2011 05:42 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Mènage à trois
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Elliot Nightray, Gilbert Nightray, Vincent Nightray
Wordcount: 1154 (
fiumidiparole)
Note: Incest, Lemon, Threesome, Yaoi
La luce lunare che filtrava dalla finestra illuminava quel connubio di corpi nudi di una luce argentea che li faceva somigliare alla statua in carne ed ossa di due innamorati, per quanto il loro fosse un amore deplorevole.
«Siete sicuri che qui non ci possano trovare?»«È la mia camera, Gil: tutti sanno che devono girare a largo finché ci sono io»
«Non posso credere che stia davvero per succedere quel che penso stia per accadere... con voi due, per giunta!»
«Se non ti andava bene potevi anche rimanere con Reo a suonare, Elly»
«Vince, ti è caduta la chiave!»
«Eh...?»
«Da che parte si gira per aprire?»
«A sinistra»
«Perché mi sono lasciato convincere...?»
«Perché sapevi che ti saresti divertito... e perché in fondo sai di volerci più che bene»
«Forza, andiamo».
La porta si aprì con un lieve cigolio, creando uno spiraglio di luce appena più chiara sulla moquette che copriva tutto il pavimento della camera.
Il terzetto dapprima s'affacciò in essa, poi vi entrò, curandosi di chiudere di nuovo l'uscio.
Vincent fu il primo ad avvicinarsi al letto, seguito a breve da Gilbert.
Elliot entrò a passo lento, incerto, fermandosi a qualche metro di distanza dal baldacchino, guardandolo con una certa diffidenza.
«Chi sta sotto?» chiese Vince con nonchalance, girandosi a guardare gli altri due con espressione densa di malizia, iniziando a spogliarsi.
Il suo desiderio di lussuria era incredibilmente forte e pareva addensarsi nell'aria ogni minuto di più, rendendola più calda e intima.
Gilbert girò lo sguardo altrove con fare imbarazzato, dando già ad intendere che sarebbe stato lui a "subire".
Iniziò a sua volta a togliersi i vestiti, ma con gesti più lenti e casti, timidi, come c'era da aspettarsi, visto il suo carattere.
Elliot non si azzardò nemmeno a toccare i propri vestiti: era fermamente deciso a non prender parte al rapporto che si sarebbe consumato innanzi a lui di lì a poco.
Si era pentito di aver acconsentito ad andare con loro, ma non voleva andarsene, altrimenti i suoi fratelli avrebbero potuto pensare che era un debole.
«Vieni, fratellone...» sussurrò Vincent, sedendosi languidamente sul materasso, catturando il moro - ora nudo - tra le sue braccia, cingendogli il ventre, piatto e pallido, tirandolo a sé.
Gilbert si lasciò prendere e, di sua spontanea volontà, si distese bocconi sul materasso.
Il biondo gli carezzò lentamente la schiena, solleticandogli la spina dorsale. Si piegò su di lui, prendendogli delicatamente il mento tra le mani, voltandolo verso di sé.
Gilbert si girò di lato, protendendo le braccia verso il minore, allacciando le mani dietro il suo collo. Facendo leva su di lui si tirò su, rimettendosi seduto, quindi posò le labbra sulle sue, abbracciandolo, lasciando strisciare sulla sua schiena le proprie mani.
Vincent rispose al bacio con altrettanta struggente passione, abbracciando a propria volta il fratello, infilando le dita tra i suoi capelli morbidi.
Si muovevano in sincrono serpeggiando l'uno addosso all'altro, petto contro petto.
La luce lunare che filtrava dalla finestra illuminava quel connubio di corpi nudi di una luce argentea che li faceva somigliare alla statua in carne ed ossa di due innamorati, per quanto il loro fosse un amore deplorevole.
Pian piano si ridistesero e Vincent, appena il bacio si concluse, si sedette a cavallo del bacino del suo partner, le mani premute contro la sua schiena per rimanere "in sella".
Sotto lo sguardo attento e contemporaneamente disgustato di Elliot, il biondo inserì il suo pene - già stranamente in erezione - tra le natiche del moro, che iniziò a mandare deboli ma continui gemiti di piacere quasi osceni.
Vincent iniziò a spingere a ritmi lenti ma con colpi poderosi, osservando con espressione maliziosa il viso del maggiore, appoggiato su una guancia sul cuscino: si stava mordendo quasi a sangue le labbra nel tentativo di reprimere i gemiti che, anche se attutiti, continuava ad emettere.
Vincent si leccò le dita e le posò sulla spina dorsale di Gilbert, percorrendola dall'alto verso il basso in modo deliberatamente lento, con il chiaro intento di stuzzicarlo.
Il solo stare a guardarli farlo e punzecchiarsi era una provocazione sufficiente a scatenare un inizio d'eccitazione sessuale anche in Elliot, il quale sentì il proprio membro farsi più rigido.
«Fratellone...» sussurrò Vincent con voce calda e sensuale, sdraiandosi addosso al fratello, stringendo le gambe attorno ai suoi fianchi.
Elliot sentiva quasi il sapore della libidine ed il desiderio sempre più forte ed impellente di unirsi a loro.
Percepiva l'eccitazione aumentare a ritmi sostenuti nonostante fisicamente non stesse ancora facendo niente.
Fu quando sentì il primo, vero gemito di Gilbert prorompere dalla sua gola che non riuscì più a trattenersi: lasciò cadere la giacca, tolse la camicia e si slacciò la cintura, sbottonandosi i pantaloni.
In mutande, il rigonfiamento in corrispondenza dell'inguine era ancor più evidente.
Tolse alla svelta anche quelle e si inginocchiò sul materasso, accanto a Vincent.
Ormai si era totalmente arreso all'idea del non potersi astenere dalla relazione che si stava consumando su quel letto, davanti a lui.
Le fredde mani del minore dei tre si strinsero attorno ai fianchi del biondo, che utilizzò per tirarsi verso di lui.
Lo penetrò con una certa foga, come se avesse desiderato farlo da tempo, iniziando a muoversi seguendo rigidi ritmi, spingendo e godendo, così come Vincent.
Quest'ultimo era stretto tra due fuochi di passione: da una parte il penetramento, dall'altra l'essere penetrato.
I suoi sospiri di piacere uscirono dalle sue labbra senza che lui facesse niente per bloccarli.
Gilbert sentiva la sua presa sul proprio bacino farsi a tratti più forte e poi debole ed il suo membro abbandonarlo, privandolo del piacere per seguire stimoli più forti.
E lui, sentendosi escluso, inarcava la schiena per "riappropriarsi" di ciò che gli era stato ingiustamente sottratto.
Era un qualcosa di perverso ed assolutamente astruso da parte sua, ma era talmente saturo di libidine che non riusciva ad ostentare neppure una minima parte del proprio, usuale pudore.
«Elliot... non così violento...» supplicò il biondo, reclinando all'indietro la testa, facendo sì che i capelli gli arrivassero a solleticare la metà della schiena.
Era oscenamente piacevole essere penetrato con tanta forza e passione, ma se non avesse rallentato un po' i ritmi sarebbe semplicemente esploso per il troppo godimento.
Elliot, da parte sua, se ne fregava ampiamente di quel che Vincent voleva o no: a lui interessava solo soddisfare quello smodato bisogno di sesso.
Spingeva senza alcun garbo, strusciando contro le natiche del biondo, che da parte sua lanciava gridolini estatici e poco virili salendo di volta in volta di tono.
Di lì a poco Vincent venne dentro Gilbert, che fu attraversato da consequenziali brividi di piacere e soddisfazione.
Anche Elliot venne, dopo pochi minuti, dentro Vincent.
Fu una sensazione d'estasi pura quella che provò in quel momento, che però fu seguita da un amaro senso di vergogna. Dopotutto, non poteva certo ignorare che quanto era accaduto non fosse avvenuto con una dama - come avrebbe dovuto essere - e neanche con un maschio estraneo, bensì coi suoi fratelli.
Quella cui aveva appena preso parte era nientemeno che una relazione incestuosa che, se fosse venuta alla luce, avrebbe portato disonore e vergogna al casato dei Nightray, e quella era l’ultima cosa che desiderava.
«È stato fantastico...! Dovremmo rifarlo!» fu il commento che il mediano espose, voltandosi verso il fratello più piccolo.
Era palese dal suo sguardo un’intenzione non troppo velata di prenderlo per i fondelli.
Elliot, colta la nota sarcastica nel suo commento, gli rispose con uno dei suoi più candidi: «'Fanculo!».
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Elliot Nightray, Gilbert Nightray, Vincent Nightray
Wordcount: 1154 (
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Note: Incest, Lemon, Threesome, Yaoi
La luce lunare che filtrava dalla finestra illuminava quel connubio di corpi nudi di una luce argentea che li faceva somigliare alla statua in carne ed ossa di due innamorati, per quanto il loro fosse un amore deplorevole.
«Siete sicuri che qui non ci possano trovare?»«È la mia camera, Gil: tutti sanno che devono girare a largo finché ci sono io»
«Non posso credere che stia davvero per succedere quel che penso stia per accadere... con voi due, per giunta!»
«Se non ti andava bene potevi anche rimanere con Reo a suonare, Elly»
«Vince, ti è caduta la chiave!»
«Eh...?»
«Da che parte si gira per aprire?»
«A sinistra»
«Perché mi sono lasciato convincere...?»
«Perché sapevi che ti saresti divertito... e perché in fondo sai di volerci più che bene»
«Forza, andiamo».
La porta si aprì con un lieve cigolio, creando uno spiraglio di luce appena più chiara sulla moquette che copriva tutto il pavimento della camera.
Il terzetto dapprima s'affacciò in essa, poi vi entrò, curandosi di chiudere di nuovo l'uscio.
Vincent fu il primo ad avvicinarsi al letto, seguito a breve da Gilbert.
Elliot entrò a passo lento, incerto, fermandosi a qualche metro di distanza dal baldacchino, guardandolo con una certa diffidenza.
«Chi sta sotto?» chiese Vince con nonchalance, girandosi a guardare gli altri due con espressione densa di malizia, iniziando a spogliarsi.
Il suo desiderio di lussuria era incredibilmente forte e pareva addensarsi nell'aria ogni minuto di più, rendendola più calda e intima.
Gilbert girò lo sguardo altrove con fare imbarazzato, dando già ad intendere che sarebbe stato lui a "subire".
Iniziò a sua volta a togliersi i vestiti, ma con gesti più lenti e casti, timidi, come c'era da aspettarsi, visto il suo carattere.
Elliot non si azzardò nemmeno a toccare i propri vestiti: era fermamente deciso a non prender parte al rapporto che si sarebbe consumato innanzi a lui di lì a poco.
Si era pentito di aver acconsentito ad andare con loro, ma non voleva andarsene, altrimenti i suoi fratelli avrebbero potuto pensare che era un debole.
«Vieni, fratellone...» sussurrò Vincent, sedendosi languidamente sul materasso, catturando il moro - ora nudo - tra le sue braccia, cingendogli il ventre, piatto e pallido, tirandolo a sé.
Gilbert si lasciò prendere e, di sua spontanea volontà, si distese bocconi sul materasso.
Il biondo gli carezzò lentamente la schiena, solleticandogli la spina dorsale. Si piegò su di lui, prendendogli delicatamente il mento tra le mani, voltandolo verso di sé.
Gilbert si girò di lato, protendendo le braccia verso il minore, allacciando le mani dietro il suo collo. Facendo leva su di lui si tirò su, rimettendosi seduto, quindi posò le labbra sulle sue, abbracciandolo, lasciando strisciare sulla sua schiena le proprie mani.
Vincent rispose al bacio con altrettanta struggente passione, abbracciando a propria volta il fratello, infilando le dita tra i suoi capelli morbidi.
Si muovevano in sincrono serpeggiando l'uno addosso all'altro, petto contro petto.
La luce lunare che filtrava dalla finestra illuminava quel connubio di corpi nudi di una luce argentea che li faceva somigliare alla statua in carne ed ossa di due innamorati, per quanto il loro fosse un amore deplorevole.
Pian piano si ridistesero e Vincent, appena il bacio si concluse, si sedette a cavallo del bacino del suo partner, le mani premute contro la sua schiena per rimanere "in sella".
Sotto lo sguardo attento e contemporaneamente disgustato di Elliot, il biondo inserì il suo pene - già stranamente in erezione - tra le natiche del moro, che iniziò a mandare deboli ma continui gemiti di piacere quasi osceni.
Vincent iniziò a spingere a ritmi lenti ma con colpi poderosi, osservando con espressione maliziosa il viso del maggiore, appoggiato su una guancia sul cuscino: si stava mordendo quasi a sangue le labbra nel tentativo di reprimere i gemiti che, anche se attutiti, continuava ad emettere.
Vincent si leccò le dita e le posò sulla spina dorsale di Gilbert, percorrendola dall'alto verso il basso in modo deliberatamente lento, con il chiaro intento di stuzzicarlo.
Il solo stare a guardarli farlo e punzecchiarsi era una provocazione sufficiente a scatenare un inizio d'eccitazione sessuale anche in Elliot, il quale sentì il proprio membro farsi più rigido.
«Fratellone...» sussurrò Vincent con voce calda e sensuale, sdraiandosi addosso al fratello, stringendo le gambe attorno ai suoi fianchi.
Elliot sentiva quasi il sapore della libidine ed il desiderio sempre più forte ed impellente di unirsi a loro.
Percepiva l'eccitazione aumentare a ritmi sostenuti nonostante fisicamente non stesse ancora facendo niente.
Fu quando sentì il primo, vero gemito di Gilbert prorompere dalla sua gola che non riuscì più a trattenersi: lasciò cadere la giacca, tolse la camicia e si slacciò la cintura, sbottonandosi i pantaloni.
In mutande, il rigonfiamento in corrispondenza dell'inguine era ancor più evidente.
Tolse alla svelta anche quelle e si inginocchiò sul materasso, accanto a Vincent.
Ormai si era totalmente arreso all'idea del non potersi astenere dalla relazione che si stava consumando su quel letto, davanti a lui.
Le fredde mani del minore dei tre si strinsero attorno ai fianchi del biondo, che utilizzò per tirarsi verso di lui.
Lo penetrò con una certa foga, come se avesse desiderato farlo da tempo, iniziando a muoversi seguendo rigidi ritmi, spingendo e godendo, così come Vincent.
Quest'ultimo era stretto tra due fuochi di passione: da una parte il penetramento, dall'altra l'essere penetrato.
I suoi sospiri di piacere uscirono dalle sue labbra senza che lui facesse niente per bloccarli.
Gilbert sentiva la sua presa sul proprio bacino farsi a tratti più forte e poi debole ed il suo membro abbandonarlo, privandolo del piacere per seguire stimoli più forti.
E lui, sentendosi escluso, inarcava la schiena per "riappropriarsi" di ciò che gli era stato ingiustamente sottratto.
Era un qualcosa di perverso ed assolutamente astruso da parte sua, ma era talmente saturo di libidine che non riusciva ad ostentare neppure una minima parte del proprio, usuale pudore.
«Elliot... non così violento...» supplicò il biondo, reclinando all'indietro la testa, facendo sì che i capelli gli arrivassero a solleticare la metà della schiena.
Era oscenamente piacevole essere penetrato con tanta forza e passione, ma se non avesse rallentato un po' i ritmi sarebbe semplicemente esploso per il troppo godimento.
Elliot, da parte sua, se ne fregava ampiamente di quel che Vincent voleva o no: a lui interessava solo soddisfare quello smodato bisogno di sesso.
Spingeva senza alcun garbo, strusciando contro le natiche del biondo, che da parte sua lanciava gridolini estatici e poco virili salendo di volta in volta di tono.
Di lì a poco Vincent venne dentro Gilbert, che fu attraversato da consequenziali brividi di piacere e soddisfazione.
Anche Elliot venne, dopo pochi minuti, dentro Vincent.
Fu una sensazione d'estasi pura quella che provò in quel momento, che però fu seguita da un amaro senso di vergogna. Dopotutto, non poteva certo ignorare che quanto era accaduto non fosse avvenuto con una dama - come avrebbe dovuto essere - e neanche con un maschio estraneo, bensì coi suoi fratelli.
Quella cui aveva appena preso parte era nientemeno che una relazione incestuosa che, se fosse venuta alla luce, avrebbe portato disonore e vergogna al casato dei Nightray, e quella era l’ultima cosa che desiderava.
«È stato fantastico...! Dovremmo rifarlo!» fu il commento che il mediano espose, voltandosi verso il fratello più piccolo.
Era palese dal suo sguardo un’intenzione non troppo velata di prenderlo per i fondelli.
Elliot, colta la nota sarcastica nel suo commento, gli rispose con uno dei suoi più candidi: «'Fanculo!».