Sensi di colpa
Jun. 9th, 2013 11:36 am![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Sensi di colpa
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Introspettivo
Personaggi: Dante, Nero
Wordcount: 1100 (
fiumidiparole)
Prompt: 245. Una bugia libidinosa @
500themes_ita + Age difference per la prima settimana delle Badwrong Weeks @
maridichallenge
Note: Age difference, accenni Het, Lemon, Rimming, Yaoi
«Non dovrei essere qui...».
Nero si sentiva fondamentalmente in colpa mentre, seduto sul divano nell'ufficio di Dante, si lasciava toccare da quest'ultimo.
«Nero smettila. Cominci a diventare noioso...» esclamò Dante mentre insinuava una mano sotto il lembo inferiore della sua maglia per accarezzargli la pelle sul fianco.
«Non dovrei essere qui...».
Nero si sentiva fondamentalmente in colpa mentre, seduto sul divano nell'ufficio di Dante, si lasciava toccare da quest'ultimo.
«Nero smettila. Cominci a diventare noioso...» esclamò Dante mentre insinuava una mano sotto il lembo inferiore della sua maglia per accarezzargli la pelle sul fianco.
Era stato lui a chiedergli di presentarsi all'ufficio quella sera per farsi un po' di coccole, ma Nero era perfettamente consapevole del fatto che le cosiddette coccole di Dante erano in realtà una espressione tenera e cortese per indicare il sesso.
«Per venire qui ho dovuto mentire a Kyrie» disse Nero in tono greve, come se quanto aveva fatto potesse essere considerato al pari di un peccato capitale. Il sentimento di colpa che si agitava nel petto di Nero era anche dovuto al fatto che lui desiderava fare sesso con Dante perché provava una forte attrazione nei suoi confronti. Era anche vero, però, che il loro era un amore per lo più carnale, fatto di contatto fisico più che di parole dolci: tra loro non c’erano mai state smancerie di nessun tipo, bensì complimenti camuffati da battute taglienti.
«E allora?» chiese Dante con leggerezza, spostando il peso del proprio corpo contro quello del suo partner per spingerlo contro l'angolo del divano «Non le hai mai detto di me e del fatto che andiamo a letto insieme. Non è mentire anche questo?» gli fece presente mentre metteva mano al suo cappotto nero con il preciso obiettivo di toglierglielo.
«Non è proprio una bugia. È un'omissione» replicò Nero, spogliando del cappotto rosso il suo compagno con gesti rapidi e convulsi: voleva fare l'amore. Avvertiva il desiderio di Dante nei suoi movimenti, nel modo con cui si apprestava a spogliarlo, e ciò alimentava la sua libidine in maniera esponenziale.
In genere non era così. Il suo rapporto con Kyrie era molto più mansueto e meno spinto verso il lato sessuale. Con Dante tutto diventava più aggressivo e spesso non riusciva a sottrarsi ai suoi impulsi più primitivi.
«Puoi chiamarla come ti pare» asserì Dante mentre si toglieva la maglia «Però il fatto che la stai tradendo per me rimane».
Non si stava impegnando molto per farlo sentire meno in colpa mentre si spogliava. Semmai, stava sforzandosi di ottenere l'effetto opposto - e ci stava anche riuscendo, dato che Nero si sentiva sempre più agitato ed in pena.
A quel punto erano rimasti entrambi con solo stivali e pantaloni addosso, ma stavano già attivandosi per eliminare anche quelli.
Con gesti spicci terminarono di spogliarsi.
Dante fu il più rapido a finire: una volta completamente nudo aggredì Nero, spingendolo sdraiato sul divano mentre gli saliva addosso mettendosi a cavallo delle sue cosce.
Si baciarono con violenza mentre le mani di Dante passavano sul petto del ragazzo sotto di sé, carezzandolo con tocco stranamente delicato. Era attratto dall'energia vitale e giovane che giaceva nascosta nei muscoli di Nero. Gli ricordava se stesso quando aveva qualche anno in meno, anche se lui ovviamente era stato - ed era tutt'ora - molto più figo del suo compagno.
«Dante...» chiamò con un fil di voce quest'ultimo, cercando di riprendere fiato, ma la bocca del suo partner tornò prepotentemente ad impegnare la sua, infilandogli anche la lingua in bocca.
Con quel bacio intenso e appassionato il senso di colpa di Nero per Kyrie venne accantonato definitivamente e corpo e spirito si dedicarono totalmente al rapporto in atto.
Il pene di Dante iniziava a reagire agli stimoli che il suo organismo recepiva e manifestava i primi segni dell'eccitazione che lo divorava. Essendo lui seduto sulle cosce del suo partner e spalmato sul suo corpo per riuscire ad arrivargli alla bocca, Nero riusciva a sentire la sua erezione premuta contro l'interno delle sue cosce.
Iniziava a sentire, inoltre, il peso degli anni di differenza che li separavano: erano entrambi robusti e le loro corporature sarebbero state simili... se solo avessero avuto la stessa età.
Dato il divario non indifferente tra le loro età, Dante aveva un peso maggiore del suo, anche in virtù dei muscoli d'acciaio che aveva avuto occasione di allenare nel corso degli anni con le sue caccie demoniache; pertanto, Nero non riusciva a reggere il suo peso sulle gambe a lungo. La cosa stava diventando dolorosa.
«Dante alzati, sei troppo pesante» riuscì a dire, allontanandolo con fatica da sé e dalle sue labbra.
«Sono tutti muscoli» si elogiò Dante sogghignando, come se sentisse la necessità di vantarsi della sua forma fisica con Nero. Nonostante il suo atteggiamento di autocompiacimento, esaudì la richiesta di Nero; tuttavia, ciò costò al giovane un drastico ed inatteso cambio di postura.
«Se devo cambiare posizione io, devi farlo anche tu» esclamò sommesso Dante mentre sbatteva Nero contro lo schienale.
Si chinò e iniziò a lambire con la lingua la sua apertura, compiendo sovente incursioni che strapparono gemiti di piacere ed imprecazioni tra i denti a Nero. Tra le gambe di quest'ultimo, la sua erezione premeva contro il tessuto ruvido del divano, ignorata. Stringeva convulsamente le mani, dapprima piano e poi così forte da far sbiancare le nocche.
Dopo poco avvertì la grande mano di Dante posarsi sul suo membro umido di sudore e poi le sue dita che si stringevano attorno alla sua erezione. Con lo scarto di pochi secondi lo avvertì penetrarlo con forza.
Nero lanciò un gridolino, poi giacque sul bordo dello schienale mentre Dante affondava in lui con poderosi colpi di bacino. L'unione tra la penetrazione aggressiva e la masturbazione fece raggiungere l'orgasmo a Nero in pochissimo, parecchio prima del suo compagno. Riversò il proprio sperma non solo nella mano dell'altro, ma anche sul divano.
«Ooh...» sospirò sollevato, accasciandosi sullo schienale.
Dante continuò a spingersi in lui finché non raggiunse a propria volta l'orgasmo.
Eiaculò dentro il corpo di Nero senza la minima vergogna, poi uscì e si sedette a gambe divaricate sul divano, abbandonandosi su di esso quasi senza fiato.
«Ormai sei vecchio per queste cose» commentò Nero, un sorrisetto di scherno ad incurvargli le labbra.
«Dillo un'altra volta e ti ci ficco la pistola in culo» minacciò Dante.
Tacquerò entrambi un momento, dopodiché il proprietario dell'ufficio riprese la parola: «Dormi qui, vero?».
«Dovrei tornare da Kyrie, veramente» ammise Nero, anche se non ne era proprio convinto: era stanco e tornare dalla sua fidanzata in quello stato sarebbe stato l'equivalente di un suicidio. Le aveva detto che era andato a caccia di demoni. Non era messo abbastanza male da poter sembrare reduce da una caccia.
«Però... forse è meglio se rimango e torno domani» ammise, allettato dalla vicinanza di un letto comodo - per quanto piccolo fosse per due persone.
«Sì, penso anche io» convenne Dante «Dopo aver conciato i tuoi vestiti abbastanza male da poter passare per opera di demoni» puntualizzò con uno strano luccichio divertito negli occhi. E Nero non poté che dargli ragione.
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Introspettivo
Personaggi: Dante, Nero
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Note: Age difference, accenni Het, Lemon, Rimming, Yaoi
«Non dovrei essere qui...».
Nero si sentiva fondamentalmente in colpa mentre, seduto sul divano nell'ufficio di Dante, si lasciava toccare da quest'ultimo.
«Nero smettila. Cominci a diventare noioso...» esclamò Dante mentre insinuava una mano sotto il lembo inferiore della sua maglia per accarezzargli la pelle sul fianco.
«Non dovrei essere qui...».
Nero si sentiva fondamentalmente in colpa mentre, seduto sul divano nell'ufficio di Dante, si lasciava toccare da quest'ultimo.
«Nero smettila. Cominci a diventare noioso...» esclamò Dante mentre insinuava una mano sotto il lembo inferiore della sua maglia per accarezzargli la pelle sul fianco.
Era stato lui a chiedergli di presentarsi all'ufficio quella sera per farsi un po' di coccole, ma Nero era perfettamente consapevole del fatto che le cosiddette coccole di Dante erano in realtà una espressione tenera e cortese per indicare il sesso.
«Per venire qui ho dovuto mentire a Kyrie» disse Nero in tono greve, come se quanto aveva fatto potesse essere considerato al pari di un peccato capitale. Il sentimento di colpa che si agitava nel petto di Nero era anche dovuto al fatto che lui desiderava fare sesso con Dante perché provava una forte attrazione nei suoi confronti. Era anche vero, però, che il loro era un amore per lo più carnale, fatto di contatto fisico più che di parole dolci: tra loro non c’erano mai state smancerie di nessun tipo, bensì complimenti camuffati da battute taglienti.
«E allora?» chiese Dante con leggerezza, spostando il peso del proprio corpo contro quello del suo partner per spingerlo contro l'angolo del divano «Non le hai mai detto di me e del fatto che andiamo a letto insieme. Non è mentire anche questo?» gli fece presente mentre metteva mano al suo cappotto nero con il preciso obiettivo di toglierglielo.
«Non è proprio una bugia. È un'omissione» replicò Nero, spogliando del cappotto rosso il suo compagno con gesti rapidi e convulsi: voleva fare l'amore. Avvertiva il desiderio di Dante nei suoi movimenti, nel modo con cui si apprestava a spogliarlo, e ciò alimentava la sua libidine in maniera esponenziale.
In genere non era così. Il suo rapporto con Kyrie era molto più mansueto e meno spinto verso il lato sessuale. Con Dante tutto diventava più aggressivo e spesso non riusciva a sottrarsi ai suoi impulsi più primitivi.
«Puoi chiamarla come ti pare» asserì Dante mentre si toglieva la maglia «Però il fatto che la stai tradendo per me rimane».
Non si stava impegnando molto per farlo sentire meno in colpa mentre si spogliava. Semmai, stava sforzandosi di ottenere l'effetto opposto - e ci stava anche riuscendo, dato che Nero si sentiva sempre più agitato ed in pena.
A quel punto erano rimasti entrambi con solo stivali e pantaloni addosso, ma stavano già attivandosi per eliminare anche quelli.
Con gesti spicci terminarono di spogliarsi.
Dante fu il più rapido a finire: una volta completamente nudo aggredì Nero, spingendolo sdraiato sul divano mentre gli saliva addosso mettendosi a cavallo delle sue cosce.
Si baciarono con violenza mentre le mani di Dante passavano sul petto del ragazzo sotto di sé, carezzandolo con tocco stranamente delicato. Era attratto dall'energia vitale e giovane che giaceva nascosta nei muscoli di Nero. Gli ricordava se stesso quando aveva qualche anno in meno, anche se lui ovviamente era stato - ed era tutt'ora - molto più figo del suo compagno.
«Dante...» chiamò con un fil di voce quest'ultimo, cercando di riprendere fiato, ma la bocca del suo partner tornò prepotentemente ad impegnare la sua, infilandogli anche la lingua in bocca.
Con quel bacio intenso e appassionato il senso di colpa di Nero per Kyrie venne accantonato definitivamente e corpo e spirito si dedicarono totalmente al rapporto in atto.
Il pene di Dante iniziava a reagire agli stimoli che il suo organismo recepiva e manifestava i primi segni dell'eccitazione che lo divorava. Essendo lui seduto sulle cosce del suo partner e spalmato sul suo corpo per riuscire ad arrivargli alla bocca, Nero riusciva a sentire la sua erezione premuta contro l'interno delle sue cosce.
Iniziava a sentire, inoltre, il peso degli anni di differenza che li separavano: erano entrambi robusti e le loro corporature sarebbero state simili... se solo avessero avuto la stessa età.
Dato il divario non indifferente tra le loro età, Dante aveva un peso maggiore del suo, anche in virtù dei muscoli d'acciaio che aveva avuto occasione di allenare nel corso degli anni con le sue caccie demoniache; pertanto, Nero non riusciva a reggere il suo peso sulle gambe a lungo. La cosa stava diventando dolorosa.
«Dante alzati, sei troppo pesante» riuscì a dire, allontanandolo con fatica da sé e dalle sue labbra.
«Sono tutti muscoli» si elogiò Dante sogghignando, come se sentisse la necessità di vantarsi della sua forma fisica con Nero. Nonostante il suo atteggiamento di autocompiacimento, esaudì la richiesta di Nero; tuttavia, ciò costò al giovane un drastico ed inatteso cambio di postura.
«Se devo cambiare posizione io, devi farlo anche tu» esclamò sommesso Dante mentre sbatteva Nero contro lo schienale.
Si chinò e iniziò a lambire con la lingua la sua apertura, compiendo sovente incursioni che strapparono gemiti di piacere ed imprecazioni tra i denti a Nero. Tra le gambe di quest'ultimo, la sua erezione premeva contro il tessuto ruvido del divano, ignorata. Stringeva convulsamente le mani, dapprima piano e poi così forte da far sbiancare le nocche.
Dopo poco avvertì la grande mano di Dante posarsi sul suo membro umido di sudore e poi le sue dita che si stringevano attorno alla sua erezione. Con lo scarto di pochi secondi lo avvertì penetrarlo con forza.
Nero lanciò un gridolino, poi giacque sul bordo dello schienale mentre Dante affondava in lui con poderosi colpi di bacino. L'unione tra la penetrazione aggressiva e la masturbazione fece raggiungere l'orgasmo a Nero in pochissimo, parecchio prima del suo compagno. Riversò il proprio sperma non solo nella mano dell'altro, ma anche sul divano.
«Ooh...» sospirò sollevato, accasciandosi sullo schienale.
Dante continuò a spingersi in lui finché non raggiunse a propria volta l'orgasmo.
Eiaculò dentro il corpo di Nero senza la minima vergogna, poi uscì e si sedette a gambe divaricate sul divano, abbandonandosi su di esso quasi senza fiato.
«Ormai sei vecchio per queste cose» commentò Nero, un sorrisetto di scherno ad incurvargli le labbra.
«Dillo un'altra volta e ti ci ficco la pistola in culo» minacciò Dante.
Tacquerò entrambi un momento, dopodiché il proprietario dell'ufficio riprese la parola: «Dormi qui, vero?».
«Dovrei tornare da Kyrie, veramente» ammise Nero, anche se non ne era proprio convinto: era stanco e tornare dalla sua fidanzata in quello stato sarebbe stato l'equivalente di un suicidio. Le aveva detto che era andato a caccia di demoni. Non era messo abbastanza male da poter sembrare reduce da una caccia.
«Però... forse è meglio se rimango e torno domani» ammise, allettato dalla vicinanza di un letto comodo - per quanto piccolo fosse per due persone.
«Sì, penso anche io» convenne Dante «Dopo aver conciato i tuoi vestiti abbastanza male da poter passare per opera di demoni» puntualizzò con uno strano luccichio divertito negli occhi. E Nero non poté che dargli ragione.