fiamma_drakon: (Alice Madness Returns)
fiamma_drakon ([personal profile] fiamma_drakon) wrote2013-08-22 02:24 pm

Un regalo prezioso

Titolo: Un regalo prezioso
Rating: Verde
Genere: Generale
Personaggi: Alice Liddell, Cappellaio Matto
Wordcount: 773 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: Ingranaggi per la prima settimana del Genetics Fest @ [livejournal.com profile] fanfic_italia
Note: Gen
«Puoi ripararlo, Cappellaio?».
Alice aveva posto la domanda una volta mentre prendevano il thé. Aveva mostrato l'oggetto al Cappellaio ed era rimasta lì, tenendo sollevato il carillon mentre attendeva un responso.
Lui gliel'aveva preso di mano, l'aveva aperto ed esaminato; infine le aveva risposto: «Mi hai preso per un imbecille, Alice? Questo giocattolo ha solo bisogno di ingranaggi nuovi».


Erano anni che Alice non riusciva a parlare con il Cappellaio senza aver bisogno di tenere a portata di mano un'arma di qualche tipo.
Da quando il Treno Infernale era stato distrutto, la sua indole violenta era stata ammansita di nuovo e lui era tornato ad essere lo svitato meccanico di una volta.
Tra un thé ed un pasticcino, Alice era riuscita a chiedergli pure un favore: aveva ritrovato tra i suoi effetti personali un vecchio carillon che le era stato regalato da sua sorella Elizabeth quando erano piccole e che aveva significato tanto per lei nei primi periodi di reclusione al manicomio di Rutledge; tuttavia, quell'oggetto prezioso in un posto del genere era durato poco intatto.
Ci teneva moltissimo a quel regalo di Lizzie, anche se non era riuscita a proteggerlo dalla balzana curiosità degli altri prigionieri del manicomio.
«Puoi ripararlo, Cappellaio?».
Alice aveva posto la domanda una volta mentre prendevano il thé. Aveva mostrato l'oggetto al Cappellaio ed era rimasta lì, tenendo sollevato il carillon mentre attendeva un responso.
Lui gliel'aveva preso di mano, l'aveva aperto ed esaminato; infine le aveva risposto: «Mi hai preso per un imbecille, Alice? Questo giocattolo ha solo bisogno di ingranaggi nuovi».
La Liddell aveva tirato un sospiro di sollievo apprendendo che il problema era così superficiale per le sue capacità, poiché significava che le probabilità di riuscita dell'intervento di riparazione erano maggiori.
Il Cappellaio si era messo subito all'opera, sotto gli occhi della proprietaria del carillon, che si era arrampicata sul suo enorme tavolo da lavoro per poter seguire con i propri occhi l'operazione.
In realtà, assistette solo pochi momenti: la sua attenzione venne poi attratta dal rumore sferragliante dei macchinari a vapore che giungeva dalla finestra aperta.
Dall'oblò Alice riusciva a scorgere in lontananza il centro di raccolta degli oggetti smarriti e volute di spesso fumo bianco che salivano in grossi viluppi.
Si reputava molto fortunata nel non dover vivere sempre lì, perché altrimenti reputava assai probabile che prima o poi sarebbe morta intossicata dai fumi di tutte quelle macchine.
Come faceva il Cappellaio a sopravvivere in mezzo a tutto ciò, per lei rimaneva un vero e proprio mistero - anche se aveva iniziato a ipotizzare che il suo corpo si fosse abituato alle inalazioni tossiche che respirava ogni santo giorno.
Aveva sentito dire che molti impresari londinesi avevano avuto problemi di salute per via delle esalazioni industriali. Anche il Cappellaio doveva aver avuto tanti problemi con tutti quei fumi. Soprattutto mentali.
La ragazza lasciò cadere gli occhi sugli arnesi che il Cappellaio stava utilizzando per ripararle il carillon, minuscolo tra le sue enormi mani meccaniche. Erano fatti con quelli che avevano tutta l'aria di essere vecchi pezzi di altre macchine a vapore messi insieme. Facevano un po' paura - specialmente date le dimensioni rispetto a lei - e non sembravano essere né durature né tantomeno resistenti e le punte parevano essere in grado di frantumare il suo carillon come se fosse fatto di semplice cartapesta.
Ogni tanto un cigolio inquietante proveniente dalle articolazioni meccaniche faceva temere ad Alice che il suo giocattolo fosse sul punto di rompersi definitivamente.
I veri arti del Cappellaio lei non li aveva mai visti. Se li era sostituiti con protesi meccaniche prima che lei lo conoscesse, a detta sua quando aveva scoperto il potenziale insito nella meccanica e nelle macchine a vapore.
Agli occhi di una persona normale lui sarebbe parso un mostro, con la sua statura enorme ed il torso ingobbito con un ingranaggio enorme infilato in mezzo alla spina dorsale, la pelle verde e gli arti di metallo; tuttavia, Alice sapeva che in fondo non era malvagio e che poteva contare sul suo aiuto - se non era sotto sgradevoli influenze esterne, come quella del Treno.
Dopo svariati cigolii dei gomiti, la Liddell si decise a commentare: «Non puoi oliarli? È fastidioso».
«Li lubrifico ogni giorno, ragazza» esclamò il Cappellaio, protendendo una mano a prendere una bottiglietta munita di beccuccio. Oliò le articolazioni, muovendole per assicurarsi che il lubrificante si diffondesse ovunque.
Alice increspò le labbra in un sorriso impercettibile che svanì subito dopo.
«Quanto ci vorrà ancora?» chiese la Liddell.
«La pazienza è una virtù importante, ragazza. Non devi mettere fretta a chi sta lavorando, non sta bene».
«Okay, ma non hai risposto alla mia domanda Cappellaio» replicò lei «Sarà una cosa lunga?».
«Attendi pazientemente, ragazza mia... attendi pazientemente» fu la laconica risposta fornitale dal Cappellaio, mentre frugava dentro una cassetta contenente una varietà di ingranaggi da far invidia ad un orologiaio.
Alice si lisciò il grembiule pacatamente, sorridendo sicura di sé.
«Io non ho alcuna fretta Cappellaio. Non c'è alcun altro posto dove dovrei o vorrei essere adesso».
Era pronta ad aspettare anche ore se fosse servito a restituirle il regalo di sua sorella intatto e funzionante come quando l'aveva ricevuto.