fiamma_drakon: (Grell_Sutcliffe)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Deviazioni e perversioni
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Slice of life
Personaggi: Dante, Nero
Wordcount: 1091 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: Set n°1 / #02 - Deviato @ [livejournal.com profile] 10prompts_ita + 45. Piacere @ [livejournal.com profile] 60damnpromptita
Note: Age difference, Lemon, Morning!sex, Sex toys, Yaoi
Dante era seduto già dietro la sua scrivania, intento a leggere una delle sue solite riviste mentre sorseggiava del caffè da una grossa tazza in ceramica bianca. L'aroma della bevanda era così intenso che avrebbe potuto svegliare chiunque.
L'uomo abbassò la sua rivista, appoggiandosela sulle gambe distese e posate sulla scrivania, per guardare il ragazzo che aveva davanti.
«Sono orecchie da gatto» spiegò in tono quasi stupido «E ti stanno anche bene» commentò stirando le labbra in un sorriso d'apprezzamento.


«Cosa significano queste?» domandò Nero furioso, indicando le protuberanze triangolari e pelose che gli fuoriuscivano dalla testa. Erano montate su una passata che lui aveva più volte cercato di togliersi, ottenendo come unico risultato quello di strapparsi un po' di capelli.
Dante era seduto già dietro la sua scrivania, intento a leggere una delle sue solite riviste mentre sorseggiava del caffè da una grossa tazza in ceramica bianca. L'aroma della bevanda era così intenso che avrebbe potuto svegliare chiunque.
L'uomo abbassò la sua rivista, appoggiandosela sulle gambe distese e posate sulla scrivania, per guardare il ragazzo che aveva davanti.
«Sono orecchie da gatto» spiegò in tono quasi stupido «E ti stanno anche bene» commentò stirando le labbra in un sorriso d'apprezzamento.
Nero stava cominciando a perdere la pazienza: svegliarsi e trovarsi delle orecchie da gatto fissate tra i capelli non era affatto il modo giusto con cui iniziare la giornata.
«Perché ho delle orecchie da gatto incollate in testa?! Toglile!» ringhiò, sbattendo i pugni sulla scrivania con tale foga da farla scricchiolare leggermente.
«Se rompi la scrivania poi dovrai pagarne te una nuova» l'avvisò Dante tranquillo, prima di svuotare in un sorso solo ciò che rimaneva del suo caffè ed alzarsi in piedi.
Si avvicinò a Nero aggirando l'ostacolo, studiando il più giovane: era ancora in boxer e canotta - il suo pigiama preferito - e l'espressione contrariata che aveva in viso somigliava più ad un broncio che ad altro. Per di più, le orecchie glielo facevano riuscire molto più adorabile di quanto fosse già di per sé.
Dante gli accarezzò la testa nella stessa maniera in cui l'avrebbe accarezzata ad un micio qualunque.
«Che gatto carino» commentò l'uomo, al che il più giovane cercò di allontanargli con un gesto stizzito la mano. Dante, però, fu più veloce: con un fluido movimento evitò il colpo ed utilizzò l'altra mano per bloccargli il polso. Con una giravolta fu alle sue spalle, con il suo braccio ben stretto in una mano e schiacciato contro la sua schiena.
«Lasciami!» esclamò il minore con foga, cercando di divincolarsi dalla sua presa, ma tutto ciò che ottenne fu di riuscire a farsi immobilizzare anche l'altro braccio e farsi spingere contro la scrivania.
Dante sogghignò mentre estraeva da una tasca interna del suo cappotto un paio di manette pelose, con le quali legò i polsi di Nero in modo che non potesse più cercare di malmenarlo.
In quel momento il ragazzo gli sembrava un gatto selvatico braccato che cercava di riguadagnare la sua libertà con le unghie e con i denti. Il paragone contribuì ad eccitare parecchio Dante.
«Toglimi questi affari!» esclamò il più giovane con veemenza, ma Dante fece finta di non sentirlo mentre gli insinuava le mani sotto la canotta, andando a stuzzicare con le dita i suoi capezzoli.
Nero si morse il labbro inferiore, ma a niente valse lo sforzo, perché dalla sua gola eruppe comunque un gemito strozzato.
Dante giocherellò con i suoi capezzoli fino a che non li reputò abbastanza duri; allora estrasse da un'altra tasca interna del suo cappotto un altro giocattolino.
Nero si ritrovò senza boxer nel giro di pochi secondi e piegato sulla scrivania. Subito dopo avvertì un oggetto freddo al tatto che gli sfregava gentilmente contro la linea tra le natiche in cerca dell'apertura.
Sobbalzò di sorpresa ed esclamò: «Che diavolo stai facendo?!».
«Stai tranquillo, è solo un giocattolino» gli assicurò Dante mentre con la mano libera gli accarezzava una natica con fare possessivo.
L'altro non poté obiettare niente, perché il fantomatico giocattolino lo penetrò con una certa veemenza, strappandogli un gemito.
Dante gli passò una mano di lato per arrivare a prendergli il pene mezzo duro, che strinse per poi cominciare a masturbarlo con una certa fretta.
Nero iniziò a tendersi sotto di lui, ansimando pesantemente ed abbandonando ogni desiderio di resistere.
Dante gioiva avvertendo il suo pene indurirsi nella sua presa e udendo i suoi sospiri.
Era così eccitante vederlo conciato a quel modo, come un micetto. Era un piacere cui non avrebbe mai rinunciato.
Nero avvertì l'oggetto che aveva dentro iniziare a vibrare.
«Ohw...» esalò «Muovilo di lì».
«Miagola, Nero» gli chiese Dante per contro, perentorio.
«Scordatelo»
«Allora quello sta fermo lì».
Il più giovane, contrariato dallo scambio di richieste così umiliante per lui, resistette per un po', ma poi il desiderio di appagarsi ebbe il sopravvento e si piegò alla richiesta dell'altro.
Il miagolio roco e mal riuscito del minore sortì in lui l'effetto che il maggiore voleva; per cui non vide motivo per non accontentarlo.
Mosse il butt-plug, affondandolo un po' di più, scatenando una reazione forte nell'altro, che cercò di sistemarselo protendendo le mani.
Così facendo, si accorse che c'era qualcosa di peloso attaccato a quel vibratore. Non gli ci volle molto a capire cosa fosse, dato l'accessorio che aveva fissato sul capo.
«Una coda?!» ringhiò «Sei un maniaco!».
Dante lo voltò di scatto, facendogli sbattere il sedere contro il bordo della scrivania.
Gli si inginocchiò davanti e gli leccò l'erezione, cominciando poi a succhiarla con foga. Intanto, si stava masturbando a propria volta, incapace di resistere oltre.
Le nocche di Nero sbiancarono mentre serrava i pugni. Digrignò i denti, desideroso di addentare qualcosa. In genere era un suo dito, ma essendo la mano impossibilitata ad arrivare fino alla bocca gli sarebbe bastata qualsiasi altra cosa.
Allargò le gambe, invitando tacitamente Dante a procedere, anche se l'uomo non aveva certamente bisogno di un invito per fare ciò che stava facendo.
I miagolii stonati ritornarono gemiti e Nero venne nel giro di alcuni minuti.
Avvertendo che il suo partner era prossimo all'orgasmo, Dante allontanò la bocca dalla sua erezione e contemplò mentre eiaculava abbondantemente, schizzando il suo sperma addosso a lui e sul pavimento.
Lo spettacolo servì ad avvicinare di molto il suo orgasmo, che arrivò con un paio di minuti di ritardo rispetto al suo.
Nero stava respirando profondamente cercando di calmare i tremiti nelle gambe quando il suo partner si alzò in piedi e si calò i pantaloni davanti a lui, stringendosi a lui e baciandolo mentre veniva.
Avvertì il suo seme caldo mescolarsi al proprio e gocciolargli lungo le gambe fino a terra.
Il bacio lo lasciò senza fiato. Quando si separarono, gli occhi di Dante incrociarono due polle ardenti di rabbia.
«Non dirmi che non ti è piaciuto» esclamò incredulo.
«Se volevi fare sesso con un gatto bastava dirlo» replicò secco Nero «E spegni questo dannato aggeggio» aggiunse, lanciando un'occhiata di sbieco verso la propria schiena.
«Non avresti mai messo queste spontaneamente» gli fece presente l'altro mentre eseguiva e spegneva il butt-plug.
Il ragazzo finalmente si rilassò contro la scrivania.
«Non avresti dovuto incollarmele ai capelli!» sbottò.
«Sei carino, anche se devo ammettere che i tuoi miagolii sono penosi» commentò Dante sprezzante.
«Non sono un gatto» rispose Nero.
«Però puoi sempre imparare» replicò il più vecchio, accarezzandogli i capelli.
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