fiamma_drakon: (p0rn...?)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Indumenti femminili
Rating: Verde
Genere: Generale, Slice of life
Personaggi: 1!Dante, 2!Dante
Wordcount: 1225 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: 25 Senses: Touch / 001. Embroidered Cotton @ [livejournal.com profile] casti_puri + 299. Soffocante @ [livejournal.com profile] 500themes_ita
Note: Crossdressing, Selfcest, Shonen-ai
Il Dante più grande iniziò a rovistare in cerca dei propri vestiti: lui in genere dormiva con indosso la canotta e anche quella notte non faceva eccezione. Pativa di più il freddo rispetto al suo compare, che invece dormiva sempre con la sola biancheria intima addosso, anche in pieno inverno.
Il problema, però, era che non riusciva a trovare i suoi abiti.
Andò a frugare nell'armadio, ma non vi trovò cosa stava cercando, bensì un indumento rosa - e già il colore non prometteva nient'affatto bene - con le spalle orlate di pizzo.


Non c'era niente di meglio di una bella doccia calda per conciliare il sonno.
Dante stava salendo al piano di sopra - dove si trovava la camera da letto - con solo l'asciugamano sulle spalle e i boxer addosso. I capelli erano scarmigliati, di più dove lui aveva strofinato il telo per cercare di asciugarli, e profumavano di shampoo fruttato con una preponderante nota di fragola.
Aperta la porta della camera, l’albino trovò il Dante più giovane già sdraiato nel letto ad una sola piazza, seminascosto sotto le lenzuola. Le grosse spalle nude e abbronzate fuoriuscivano data la posizione in cui si trovava - era sdraiato su un fianco con un braccio piegato sul cuscino in modo che gli sorreggesse la testa - e sembrava in trepida attesa del suo compagno.
Non appena lo vide varcare la porta, lo accolse con un sarcastico: «Credevo che avresti passato la notte sotto la doccia».
«Non avevo fretta di uscire» ammise Dante con una scrollata di spalle, liberandosi dell'asciugamano.
Il suo partner ebbe così modo di osservarlo nella perfezione del suo fisico tutto nudo eccetto per la biancheria.
Era così bello! E non faceva assolutamente niente per dissimulare la piena consapevolezza che aveva di esserlo. Amava essere ammirato, senza dubbio - come lui, del resto.
Il Dante più grande iniziò a rovistare in cerca dei propri vestiti: lui in genere dormiva con indosso la canotta e anche quella notte non faceva eccezione. Pativa di più il freddo rispetto al suo compare, che invece dormiva sempre con la sola biancheria intima addosso, anche in pieno inverno.
Il problema, però, era che non riusciva a trovare i suoi abiti.
Andò a frugare nell'armadio, ma non vi trovò cosa stava cercando, bensì un indumento rosa - e già il colore non prometteva nient'affatto bene - con le spalle orlate di pizzo.
Non essendoci altro di suo dentro l'armadio - e i vestiti del suo partner a lui andavano stretti - decise di prendere quello.
Voltandosi verso l'altro, dispiegò il vestito, che si rivelò essere una corta camicia da notte rosa di cotone riccamente ricamato con un motivo astratto con due fiocchetti in corrispondenza del seno - o dei pettorali, nel suo caso - che a lui arrivava ad occhio fino all'inguine.
La scollatura era molto ampia ma poco profonda e tutta orlata di pizzo.
«Cos'è questo, uno scherzo? Dove sono i miei vestiti?» esclamò, lanciando un'occhiata inquisitoria all'altro Dante, che lo guardava in attesa.
«Li ho messi via» replicò quest'ultimo banalmente, deviando lo sguardo per non essere costretto ad affogare nei pozzi cerulei che lo fissavano con odio immenso.
«E io dovrei mettere questo... coso?» chiese, sottolineando con particolare enfasi l'ultima parola. Aveva timore anche di domandare da dove fosse sbucato fuori l’indumento che teneva in mano.
«Sì, penso che ti stia bene» rispose il minore mettendosi seduto per seguire meglio la scena, guadagnandosi un'ulteriore occhiataccia da parte del suo partner, il quale per un momento prese seriamente in considerazione l'idea di malmenare l'altro in preda ad uno scatto d'ira; poi subentrò un'idea che lo allettava molto di più della mera vendetta fisica.
Si accostò al letto e si inginocchiò su di esso con ancora il capo d'abbigliamento in mano.
«Perché non lo metti te, se ti piace tanto?» esclamò, infilandoglielo a tradimento dalla testa.
L'altro Dante cercò di toglierselo, ma a niente valse la resistenza opposta, perché la forza che ci mise il maggiore nel mettergli l'abito era di più. Gli costrinse le braccia muscolose a scivolare dentro i buchi appositi e l'indumento a coprirgli il torace ampio.
«No, fermo...!» protestò invano la vittima, guardando le mani del suo partner che gli sistemavano il vestito tirandolo verso il basso a coprirgli la pancia. Gli arrivava a malapena al bordo delle mutande.
«Perché?» volle sapere quest'ultimo, fingendo innocenza «Ti sta bene» aggiunse ammirandolo.
Il più giovane si sentiva un idiota con quell'aggeggio addosso e si vergognava terribilmente. Si sentiva privato della sua dignità di maschio.
«È... ridicolo» commentò, senza sapere come altro definire l’abito «E mi sta stretto».
All'inizio non se n'era accorto, però quella camicia da notte era stretta per lui; difatti avvertiva un senso di soffocamento generale, come se la sua cassa toracica fosse oppressa da un muro di mattoni.
«Volevi metterla a me che sono più grande ma non sta neppure a te» lo prese in giro l'altro, accarezzando il cotone ricamato sul suo torace, seguendo il solco tra i pettorali. Era piacevole al tatto, molto più di altri vestiti indubbiamente più comodi ed aveva il pregio di essere particolarmente aderente, mettendo in mostra la bellezza del suo fisico.
Il maggiore aveva ragione a prenderlo per i fondelli, il suo compagno se ne rendeva perfettamente conto da solo, anche se la cosa lo infastidiva un po'.
All'improvviso e senza un motivo apparente quest’ultimo si ritrovò stretto tra le braccia del più grande con la bocca posata sulla sua in un casto bacio tra innamorati.
Una dose forse eccessiva di calore gli aggredì il viso avvertendo il torace solido e nudo del suo convivente premere contro il suo.
A Dante piaceva il contatto con quel tessuto morbido e lavorato e l'abbraccio era in realtà un'ottima scusa per prolungare la vicinanza al vestito.
Il minore fremeva per quel bacio, sperando che divenisse qualcosa di più approfondito ed intimo, ma le sue speranze vennero deluse quando l'unione tra le loro labbra venne spezzata senza nemmeno una minuscola incursione della lingua.
Rimasero semplicemente abbracciati ed il Dante più piccolo udì l'altro commentare: «Che peccato non avere una macchina fotografica a disposizione... sei così carino».
Era stato giudicato carino con quell'aggeggio rosa addosso. Probabilmente c'era qualcosa che non andava nel metro di giudizio del suo compagno.
«È meglio così. Non voglio prove di cosa ho messo stanotte» replicò, inorridito dalla sola idea di poter trovare foto di lui con indosso quella camicia da notte in giro per l'agenzia «Ora posso toglierlo? Sto soffocando».
Ci stava veramente compresso dentro. Non riusciva a capire perché le cuciture non si fossero già strappate, nonostante ogni respiro che faceva le mettesse a dura prova. Non poteva passare la notte costretto in quel vestito, era fuori discussione.
L'altro Dante parve soppesare con cura la sua richiesta e infine rispose: «D'accordo, toglilo».
Il sollievo che provò nello sfilarsi quel vestito fu immenso. Una volta tolto - azione che si rivelò anch'essa piuttosto difficile da portare a termine - gettò l'indumento in un angolo della stanza, lontano dal letto, e respirò profondamente.
«Ah, così va meglio...!» dichiarò soddisfatto, sdraiandosi sul materasso e continuando a respirare a pieni polmoni. Voleva dormire prima che al suo compagno venissero altre brillanti idee.
Quest'ultimo, al contrario, rimase seduto con le braccia incrociate sul petto, come se fosse imbronciato o arrabbiato.
«Che c'è che non va?» chiese il più giovane, notando l’espressione sul suo volto.
«La mia canotta ancora non è saltata fuori» spiegò il più vecchio, al che l'altro gli passò un braccio in grembo.
«Ti riscaldo io se hai freddo» dichiarò spontaneamente, senza pensare al romanticismo insito nell'affermazione, che invece venne ben percepito dal suo partner.
Questo cedette senza opporre molta resistenza, coricandosi e lasciando che il braccio del più giovane lo cingesse mentre il suo corpo aderiva contro la sua schiena.
Era effettivamente caldo e la vicinanza era estremamente piacevole.
Il minore sperava che l'altro si voltasse verso di lui, così da potersi coccolare un po' prima di dormire - soprattutto visto il maltrattamento subito come punizione per il suo tentativo di appagare uno sfizio personale - ma venne deluso ancora una volta, poiché il suo convivente si limitò a borbottare un: «Buonanotte» senza neppure girarsi.

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