Quasi insonne
Oct. 6th, 2013 11:28 am![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Quasi insonne
Rating: Verde
Genere: Generale, Slice of life
Personaggi: Dante, Nero
Wordcount: 615 (
fiumidiparole)
Prompt: 44. Colpa @
60damnpromptita
Note: Age difference, Shonen-ai
Avevano rincasato a tarda notte e Dante non aveva neppure cenato dato che oltre le undici nessuno recapitava più pizze a domicilio; pertanto se n’era andato a dormire, tra l’altro piuttosto di malumore.
Nero, invece, era rimasto un po’ sveglio a bere una birra e poi l’aveva raggiunto una volta abbastanza stanco; tuttavia, una volta arrivato a letto e coricatosi, si era ritrovato vittima del russare del suo compagno più vecchio.
Nero non riusciva a prendere sonno, non con Dante che gli russava a pochi centimetri dall’orecchio.
Una volta tanto aveva motivo di essere stanco, dato che nel pomeriggio avevano ricevuto un incarico con password ed avevano passato il resto della giornata a sterminare demoni.
Avevano rincasato a tarda notte e Dante non aveva neppure cenato dato che oltre le undici nessuno recapitava più pizze a domicilio; pertanto se n’era andato a dormire, tra l’altro piuttosto di malumore.
Nero, invece, era rimasto un po’ sveglio a bere una birra e poi l’aveva raggiunto una volta abbastanza stanco; tuttavia, una volta arrivato a letto e coricatosi, si era ritrovato vittima del russare del suo compagno più vecchio.
In un primo momento fu tentato di svegliarlo per zittirlo, ma poi temeva che se l’avesse svegliato poi lui avrebbe voluto vendicarsi o semplicemente appagare un desiderio carnale che avrebbe potuto insorgergli da un momento all’altro, poiché il letto in genere lo utilizzavano per fare... ginnastica di coppia.
Nero affondò la testa nel cuscino nella speranza - vana peraltro - di attutire il rumore. Sollevò il capo e si voltò verso Dante, nascondendosi contro il suo torace ampio, ma di nuovo fu tutto inutile.
Fece per muoversi ancora, ma il muscoloso braccio del suo partner lo cinse, bloccandolo contro il suo corpo.
Il più giovane ringhiò un’imprecazione in un sussurro a malapena udibile mentre cercava di liberarsi. Anche nel sonno Dante riusciva a far pressione su di lui con abbastanza forza da tenerlo fermo.
Lottò per la libertà ancora per un po’, poi decise di provare a sgusciare via da sotto, soluzione che funzionò.
Stufo di tutto ciò, il ragazzo spostò con un gesto stizzito le coperte e si mise seduto sul bordo del materasso, rabbrividendo al contatto con l’aria gelida. Si alzò in piedi e raccolse il suo cuscino, quindi se ne andò senza proferir parola, tenendo per sé la sequela di insulti che avrebbe volentieri riversato come un torrente in piena su Dante.
Uscito dalla camera, scese le scale diretto verso l’unico altro posto comodo di tutto l’ufficio: il divano.
«Ehi...! Ragazzo!».
Nero riemerse malvolentieri dal sonno. Era ancora tanco dopo la notte quasi insonne che aveva passato e svegliarsi presto era l’ultima delle cose che voleva fare in quel momento.
Irritato, aprì le palpebre e si trovò a fissare le iridi azzurre di Dante da una distanza esageratamente piccola. Sobbalzò lanciando un gridolino, aggrappandosi allo schienale mentre si metteva a sedere di scatto, il cuore che gli batteva a mille nel petto per lo spavento.
Dante si ritrasse, un po’ intimorito dal gesto brusco.
«Calmo, sono io» disse, abbozzando uno dei suoi soliti sorrisetti ironici.
Nero gli lanciò un’occhiata iniettata d’odio.
«C’era bisogno di svegliarmi così?! Che cosa vuoi?» esclamò con rabbia. Avrebbe voluto ucciderlo ed il messaggio parve passare almeno in parte, perché l’uomo si allontanò ancora un po’.
«Non ti ho visto a letto e pensavo che ti fossi già alzato» ammise quest’ultimo «Poi ti ho visto qui e... perché non sei rimasto a dormire a letto?».
Nero gli affibbiò una cuscinata con forza, cercando in tal modo di sfogare un po’ dell’ira che aveva lungamente represso.
«Per colpa tua! Se tu non russassi mentre dormi io potrei dormire in pace a letto senza dovermi alzare e venire a dormire qui!» sbottò Nero tutto d’un fiato, alzandosi e andando a rinchiudersi in bagno.
«Russo?» si chiese Dante a voce alta, sbattendo confuso le palpebre mentre osservava la porta chiusa. Non aveva idea che russasse e... be’, non potevano farci niente né lui, né tantomeno Nero, per cui perché se la prendeva tanto?
Poteva fare un piccolo sforzo e cercare di sopportarlo oppure trasferirsi in via definitiva sul divano, anche se dalla scenata che gli aveva appena fatto, sembrava più propenso a cacciare lui in esilio sul divano.
Rating: Verde
Genere: Generale, Slice of life
Personaggi: Dante, Nero
Wordcount: 615 (
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Prompt: 44. Colpa @
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-community.gif)
Note: Age difference, Shonen-ai
Avevano rincasato a tarda notte e Dante non aveva neppure cenato dato che oltre le undici nessuno recapitava più pizze a domicilio; pertanto se n’era andato a dormire, tra l’altro piuttosto di malumore.
Nero, invece, era rimasto un po’ sveglio a bere una birra e poi l’aveva raggiunto una volta abbastanza stanco; tuttavia, una volta arrivato a letto e coricatosi, si era ritrovato vittima del russare del suo compagno più vecchio.
Nero non riusciva a prendere sonno, non con Dante che gli russava a pochi centimetri dall’orecchio.
Una volta tanto aveva motivo di essere stanco, dato che nel pomeriggio avevano ricevuto un incarico con password ed avevano passato il resto della giornata a sterminare demoni.
Avevano rincasato a tarda notte e Dante non aveva neppure cenato dato che oltre le undici nessuno recapitava più pizze a domicilio; pertanto se n’era andato a dormire, tra l’altro piuttosto di malumore.
Nero, invece, era rimasto un po’ sveglio a bere una birra e poi l’aveva raggiunto una volta abbastanza stanco; tuttavia, una volta arrivato a letto e coricatosi, si era ritrovato vittima del russare del suo compagno più vecchio.
In un primo momento fu tentato di svegliarlo per zittirlo, ma poi temeva che se l’avesse svegliato poi lui avrebbe voluto vendicarsi o semplicemente appagare un desiderio carnale che avrebbe potuto insorgergli da un momento all’altro, poiché il letto in genere lo utilizzavano per fare... ginnastica di coppia.
Nero affondò la testa nel cuscino nella speranza - vana peraltro - di attutire il rumore. Sollevò il capo e si voltò verso Dante, nascondendosi contro il suo torace ampio, ma di nuovo fu tutto inutile.
Fece per muoversi ancora, ma il muscoloso braccio del suo partner lo cinse, bloccandolo contro il suo corpo.
Il più giovane ringhiò un’imprecazione in un sussurro a malapena udibile mentre cercava di liberarsi. Anche nel sonno Dante riusciva a far pressione su di lui con abbastanza forza da tenerlo fermo.
Lottò per la libertà ancora per un po’, poi decise di provare a sgusciare via da sotto, soluzione che funzionò.
Stufo di tutto ciò, il ragazzo spostò con un gesto stizzito le coperte e si mise seduto sul bordo del materasso, rabbrividendo al contatto con l’aria gelida. Si alzò in piedi e raccolse il suo cuscino, quindi se ne andò senza proferir parola, tenendo per sé la sequela di insulti che avrebbe volentieri riversato come un torrente in piena su Dante.
Uscito dalla camera, scese le scale diretto verso l’unico altro posto comodo di tutto l’ufficio: il divano.
«Ehi...! Ragazzo!».
Nero riemerse malvolentieri dal sonno. Era ancora tanco dopo la notte quasi insonne che aveva passato e svegliarsi presto era l’ultima delle cose che voleva fare in quel momento.
Irritato, aprì le palpebre e si trovò a fissare le iridi azzurre di Dante da una distanza esageratamente piccola. Sobbalzò lanciando un gridolino, aggrappandosi allo schienale mentre si metteva a sedere di scatto, il cuore che gli batteva a mille nel petto per lo spavento.
Dante si ritrasse, un po’ intimorito dal gesto brusco.
«Calmo, sono io» disse, abbozzando uno dei suoi soliti sorrisetti ironici.
Nero gli lanciò un’occhiata iniettata d’odio.
«C’era bisogno di svegliarmi così?! Che cosa vuoi?» esclamò con rabbia. Avrebbe voluto ucciderlo ed il messaggio parve passare almeno in parte, perché l’uomo si allontanò ancora un po’.
«Non ti ho visto a letto e pensavo che ti fossi già alzato» ammise quest’ultimo «Poi ti ho visto qui e... perché non sei rimasto a dormire a letto?».
Nero gli affibbiò una cuscinata con forza, cercando in tal modo di sfogare un po’ dell’ira che aveva lungamente represso.
«Per colpa tua! Se tu non russassi mentre dormi io potrei dormire in pace a letto senza dovermi alzare e venire a dormire qui!» sbottò Nero tutto d’un fiato, alzandosi e andando a rinchiudersi in bagno.
«Russo?» si chiese Dante a voce alta, sbattendo confuso le palpebre mentre osservava la porta chiusa. Non aveva idea che russasse e... be’, non potevano farci niente né lui, né tantomeno Nero, per cui perché se la prendeva tanto?
Poteva fare un piccolo sforzo e cercare di sopportarlo oppure trasferirsi in via definitiva sul divano, anche se dalla scenata che gli aveva appena fatto, sembrava più propenso a cacciare lui in esilio sul divano.