fiamma_drakon: (Bayonetta)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Rimasto solo sull'autobus
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Slice of life
Personaggi: Dante
Wordcount: 1095 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: 154. Favola incompleta @ [livejournal.com profile] 500themes_ita
Note: Age difference, Lemon, Self!love, Yaoi
Per il momento la loro relazione era tenuta nascosta a tutti quanti come misura precauzionale, per cui non poteva passare da lui la notte senza avere una valida scusa che gli salvasse il didietro quando avesse rivisto Trish l'indomani. La donna riusciva ad essere fin troppo invadente se ci si metteva d'impegno.

Dante corse dentro l'autobus quasi in volo con un piccolo salto, aggrappandosi ad uno dei sottili pali per non finire contro il finestrino del lato opposto alla porta per cui era entrato.
Alcune vecchiette sedute sui sedili in fondo, fino ad allora intente a parlottare tra loro lamentandosi dei nipoti pestiferi, alzarono gli occhi sul nuovo venuto. Dai loro sguardi sembravano sul punto di commentare in qualche modo la sua maniera poco canonica di salire a bordo del mezzo.
Dante non era incline a farsi mettere i piedi in testa da nessuno, men che meno da delle vecchie signore. Ignorandole totalmente, l'uomo si accomodò vicino ad un finestrino a guardare fuori: le nuvole grigie che oscuravano la volta celeste minacciavano pioggia da un momento all'altro. Era per quello che non era tornato alla Devil May Cry a piedi dall'appartamento di Nero dove era stato nelle ultime ore.
Gli era dispiaciuto separarsi dal ragazzo, ma aveva dovuto farlo perché altrimenti sarebbe rimasto bloccato lì da lui dalla pioggia e Trish si sarebbe insospettita non vedendolo tornare. La pioggia proprio non ci voleva quella sera: avrebbe voluto intrattenersi piacevolmente con lui per qualche altra ora.
Per il momento la loro relazione era tenuta nascosta a tutti quanti come misura precauzionale, per cui non poteva passare da lui la notte senza avere una valida scusa che gli salvasse il didietro quando avesse rivisto Trish l'indomani. La donna riusciva ad essere fin troppo invadente se ci si metteva d'impegno.
L'autista salì a bordo in quel momento ed accese il motore, con sommo sollievo di Dante, che adesso che era fuori non vedeva l'ora di arrivare in ufficio dato il brutto tempo.
Si affrettarono a salire dietro l'autista un gruppetto numeroso di ragazzette che si radunarono tutte in capo all'autobus a chiacchierare sguaiatamente a voce alta e qualche ragazzo con lo zaino o le cuffie di un lettore musicale nelle orecchie.
L'autobus si era così riempito nel giro di pochi minuti. Le porte automatiche si chiusero ed il mezzo di trasporto pubblico partì.
Dante si ostinava a guardare fuori del finestrino, ignorando il caos che lo circondava e soprattutto le ragazze che continuavano a fissarlo per poi confabulare tra di loro, attratte dal suo abbigliamento stravagante ed appariscente e dalla chioma albina che lo faceva apparire molto più in là con gli anni di quanto effettivamente fosse. Probabilmente lo vedevano come un nonnetto che cercava di atteggiarsi a giovincello e ciò causava alle ragazzine le risatine che sovente risuonavano al di sopra del brusio.
Ma a lui non importava niente: era ancora concentrato sui momenti che aveva appena trascorso con Nero, l'appassionata ginnastica di coppia fatta a letto, i baci brucianti su tutto il corpo. Desiderava di poterlo sentire contro di sé ancora e ancora, all'infinito.
Nel frattanto, l'autobus si stava svuotando poco a poco man mano che il mezzo proseguiva lungo il tragitto e le fermate. Quella era una linea molto trafficata, ma solo per un certo tratto: nella parte in cui si spingeva fino alle zone più periferiche della città era raro che Dante ci trovasse qualcuno.
Poiché lui doveva scendere proprio all'ultima fermata - quella dove l'autobus stazionava alcuni minuti prima di tornare indietro - ben presto rimase da solo.
Mentre si guardava intorno, realizzando che era effettivamente rimasto l'unico passeggero del mezzo, l'uomo avvertì con un brivido del liquido tiepido fuoriuscirgli dal fondoschiena.
Emise un gemito appena udibile e ripensò all'ansito di liberazione del suo compagno quando aveva raggiunto l'orgasmo dentro di lui, ricolmandolo del suo sperma.
Era stata una sensazione così intensa che il solo ricordo riaccese in lui la voglia di fare l'amore, tanto più che era stato costretto ad interrompere il rapporto prima di raggiungere anche lui l'orgasmo. Benché l’avesse ignorato mentre si rivestiva ed usciva di corsa dall’appartamento del suo amante, adesso avvertiva distintamente il suo pene ancora parzialmente duro all'interno dei suoi pantaloni e la necessità di prestargli le dovute attenzioni. Adesso che non c'era nessuno a guardare, poteva dedicarsi un po' al suo muscolo ingiustamente abbandonato per cause di forza maggiore prima che la favola finisse e il rapporto fosse consumato per intero.
Avendo cura di controllare preventivamente che l’autista fosse concentrato sulla guida, si slacciò la cintura e calò i pantaloni fino alle cosce, avendo così modo di raggiungere liberamente il proprio inguine.
Si infilò una mano negli slip e si afferrò il pene, cominciando a muovere su e giù la mano stringendola forte. Avvertì il familiare intorpidimento delle gambe ed il piacere diffondere dal suo bassoventre verso l'esterno, fino ad ogni sua più remota terminazione nervosa.
Si tese contro lo schienale rigido, il suo pene dritto in aria come un'asta di bandiera mentre si masturbava con foga crescente pensando a Nero e soprattutto avvertendo sempre meglio lo sperma che gli gocciolava lungo l'interno delle natiche.
Stava sudando e non vedeva l'ora di raggiungere l'orgasmo: sentiva il suo corpo totalmente in balia dei sensi.
Accelerò ancora il ritmo della mano, irrigidendo le gambe nella posizione in cui erano. Si morse il labbro inferiore per impedirsi di gemere o gridare, in maniera da non farsi udire dall'autista. Non sarebbe stata affatto una bella cosa essere beccato mentre si masturbava su un mezzo pubblico.
Non voleva finire sui giornali né tantomeno pagare una multa per “atti osceni in luogo pubblico”.
Al suo corpo stava piacendo enormemente quel che stava facendo, tanto da tremare sotto il contatto tra la sua bollente zona erogena e la sua mano.
Raggiunse l'orgasmo all'improvviso, toccando i picchi dell'estasi fisica. Si abbandonò contro lo schienale calando a mezz'asta le palpebre e sollevando al cielo gli occhi mentre la sua erezione si posava contro il suo ventre, macchiando la maglia di sperma.
Sospirò sollevato mentre si infilava l'erezione negli slip, sporcandosi anche la biancheria con il suo liquido seminale. Rimase lì con i calzari aperti per qualche minuto, respirando affannosamente e ripensando con piacere a quanto aveva appena fatto.
Gli dispiaceva che non fosse stato Nero a farlo venire, ma almeno adesso poteva dirsi totalmente soddisfatto.
Si chiuse di nuovo i pantaloni con movimenti fiacchi, alzandosi in piedi lentamente e constatando che le gambe lo sorreggevano. Sarebbe stato un guaio se non fosse stato così.
L'autobus si fermò e la porta si aprì mentre l’autista spegneva il motore.
Era arrivato a destinazione.
Dante scese inspirando a fondo l'aria fredda e gravida di umidità della sera che avanzava. Un tuono in lontananza gli preannunciò la pioggia che stava finalmente arrivando e che iniziò a cadere leggera, quasi impalpabile.
«Sarà meglio sbrigarsi» esclamò l'albino a voce alta rivolto a se stesso, affrettandosi ad imboccare la stretta stradina che portava alla sua agenzia con totale naturalezza, come se non avesse fatto niente di male durante il suo viaggio in autobus.

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